Il
pomeriggio non è particolarmente freddo. Dopo una giornata di neve, tuoni e
fulmini, le condizioni meteo sembra posano consentire la sfilata dei carri di
carnevale. Dopo aver imposto la chiusura delle scuole in un giorno uggioso di
pioggia, ma orfano della temuta neve, dopo aver lasciato aperte le scuole in
una giornata in cui la neve è caduta veramente, il sindaco di Frosinone non se
la è sentita di prendersi il rischio di fermare il generale Championnet causa
maltempo. Dunque via libera ai carri e che Dio ce la mandi buona. Avvicinandomi
a Corso della Repubblica, non avverto la solita atmosfera . Urla e schiamazzi
restano lontani, giungono ovattati . Altra
sorpresa si trova parcheggio addirittura sotto i Piloni, sarà la paura che
sprofondino, o la partecipazione popolare a questo carnevale è veramente misera
e poco sentita? Di fronte al monumento di Norberto Turriziani un po’ di gente
resta in attesa dei carri, ma non è la solita calca Ragazzi mascherati con i
cenci trovati nelle soffitte e nella cantine guerreggiano spruzzandosi con la
schiuma da barba sintetica. Qualche spruzzo collaterale fa secco il mio giubbotto,
per fortuna non è quello buono. Manca il solito carro che distribuisce il vino,
ma la gente ubriaca o strafatta è presente
numerosa . Ci tocca dividere due che se le stanno dando di
santa ragione mentre i loro amici, anziché intervenire per sedare la rissa,
riprendono tutto con il telefonino. Roba buona per You Tube. Sarà il tempo
grigio e freddo, sarà che il largo non è pieno come al solito sta di fatto che sotto un’allegria ostentata e
costruita si respira una inesorabile aria di tristezza. E’ proprio un Carnevale
triste! Finalmente compare un primo carro. E’dedicato ai cartoni animati di
Winnie the Pooh, non viene molto considerato
nemmeno dai bambini. Ormai è chiaro questo è il carnevale dei tempi della
crisi. Non ci sono fondi. In un periodo di tagli alla sanità alla scuola, alle
funi dell’ascensore inclinato, non si può pretendere che ci sia la voglia di festeggiare.
Comunque un poco del fondo della cassa comunale è stato destinato all’organizzazione
del carnevale, è un evento storico culturale, non c’è dubbio, ma magari trovare
i soldi per assumere i lavoratori della Multiservizi e assicurare un minimo di
servizi sociali alla cittadinanza , avrebbe reso quelle facce in attesa di
Championnet un po’ meno tirate nella
loro finta allegria. Ma c’è la crisi! E poi c’è da risparmiare per costruire la
macchina di San Silverio e Sant’Ormisda, così come fanno a Viterbo con Santa Rosa! Frosinone ha ben due santi patroni che
meritano di essere scarrozzati dalla cittadinanza per le vie del centro su una
sfarzosa e gigantesca costruzione. C’è anche il caso che il nuovo Papa colto da
tanto opulento atto di fede scelga il nome di Papa Silverio I. Ma torniamo al
carnevale falcidiato dai tagli. Sono talmente evidenti questi tagli che a farne
le spese è anche Pippo. Sul carro dedicati ai personaggi della Walt Disney, il
povero amico di Topolino si presenta con la testa mozzata di netto. Il
capoccione giace mesto sul fondo del carro. No! Tagliate tutto
ma Pippo no! Finalmente compare , lui, il generale, ma la musica che precede la carrozza dell’ufficiale francese si sente appena. Due trombe, un trombone, un corno francese,
qualche tamburo. Tutto qui. Questo è quanto rimane dell’imponente banda che scortava Championnet nelle precedenti edizioni. Neanche le divise sono
concesse ai prodi musici che devono intonare la ben nota marcia “essiglie essi
glie, essiglie è” vestiti nell’occasione
così come si trovavano per casa. I radecari, pochi per la verità, cercano di
coinvolgere gli astanti ma con scarso successo. Patacca e gli ammuto purtroppo
sono venuti a mancare e Dio solo sa quanto pesi la loro assenza. Il sindaco fa
capolino, niente a che vedere col suo predecessore Marini il quale non si perdeva per niente la mondo un giro con
i radecari.. E del resto nel partito di Ottaviani a fare il buffone ci pensa già
abbondantemente il capo, l’unico e il solo ad avere il diritto di farlo. Insomma nel carnevale dei tempi della crisi il
panem è quasi scomparso, sono finiti i fondi per comprarlo e i circenses si sono nascosti umiliati dai
grandi buffoni professionisti della
giocoleria elettorale che in questo periodo di elezioni imperversano nelle tv cercando di accaparrarsi
il voto promettendo mirabolanti imprese e
miracoli . Come è triste il carnevale ai tempi della crisi.
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