lunedì 4 febbraio 2013

Mauro Bottini: il trio diventa quartetto

Luciano Granieri


 Dopo più di due anni dal primo incontro con l’ensemble di MAURO BOTTINI IN QUEL DI ITHACA a Frosinone  torno a riascoltare volentieri il trio del sassofonista e clarinettista originario di Alatri che nel frattempo è diventato quartetto. Infatti a  Matteo Nizzardo,  organo Hammond e a Cristiano Coraggio batteria si è aggiunto il potente e talentuoso bassista Marco Massimi. Mi rincresce commentare  l’eccellente performance del quartetto -realizzata il 18 gennaio scorso  in quel di Serrone presso il ristorante “Du Casette” - per interposto “You Tube” e non direttamente. Sinceramente invidio un po’ coloro i quali hanno potuto partecipare al concerto,  deve essere stata una serata di gran bella musica. Del resto c’era da aspettarselo. Infatti la propulsione ritmica e la sensibilità improvvisativa del gruppo erano  già eccellenti due anni fa, ciò nonostante riascoltare il quartetto impreziosito anche dall’apporto di Marco Massimi è stata  un’esperienza nuova e interessante. Il brano del video  è “Flower Shop”, un blues scritto dallo stesso Bottini, inciso nel 2010 e inserito nel CD “Self Portrait”. Protagonisti di quelle registrazioni oltre a Mauro anche fior di musicisti come Paolo Tombolesi al piano, Stefano Micarelli alla chitarra, Massimo Manzi alla batteria e Massimo Moriconi al contrabbasso e al basso elettrico. L’esecuzione del brano  in questione è scintillante.  Mauro al  sax tenore  è sorprendente nell’unire un fraseggio estremamente blusey con una straordinaria pulizia del suono. Emotività ed eleganza sono elementi che fanno dell’improvvisazione di Bottini  un piccolo eccellente saggio di fervida vena creativa e di ottima tecnica. Ancora più sorprendente la prestazione di Matteo Nizzardo. Liberato dall’incombenza di eseguire anche le linee di basso, la creatività e l’esuberanza del giovane tastierista prorompono in un’improvvisazione coinvolgente ed entusiasmante. Notevoli i progressi di Cristiano Coraggio, il vero motore pulsante del gruppo, ma anche pronto a proporre soluzioni ritmiche complesse degne del miglior Elvin Jones. Piacevole la sorpresa di Marco Massimi. Un bassista energico e fluido, il suo assolo è veramente degno di nota. Ciò che emerge nell’ascoltare questa interpretazione di Flower Shop è il divertimento che ogni musicista mostra di provare nell’improvvisare , uno stato  che inevitabilmente coinvolge anche il pubblico, del locale ma anche della rete. Questo è un elemento fondamentale , perché quando i musicisti sono dotati e si divertono a suonare il risultato non può che essere straordinario.
Good Vibrations.


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