giovedì 12 dicembre 2013

Affaire De Santis: precisazioni e considerazionI

Luciano Granieri



Su quanto  SCRITTO IERI in relazione alle vicenda del  vice sindaco di Frosinone Fulvio De Santis, si devono alcune precisazioni.  Ciò per dovere di giusta informazione.  In particolare Fulvio De Santis, oltre che vice sindaco,  ricopriva il ruolo di assessore all’ambiente e ai trasporti nell’attuale giunta Ottaviani.  Le indagini che lo riguardano sono relative a questa funzione.  L’accusa , origine del provvedimento restrittivo che lo riguarda,  è di  corruzione per l’aggiudicazione dell’appalto rifiuti da 26 milioni in favore della ditta Sangalli di Monza.  Contrariamente a quanto scritto precedentemente  De Santis non è agli arresti domiciliari ma è recluso presso il carcere di Monza. In breve la dinamica fraudolenta secondo l’accusa dovrebbe essere la seguente:  L’assessore  all’ambiente si sarebbe impegnato con la Sangalli a scegliere come consulente per la redazione del bando di gara un tecnico di fiducia dell’impresa lombarda in maniera da preparare un capitolato su misura, per  l’azienda brianzola.  Attraverso l’intermediazione dell’architetto   Giovanni Battista Ricciotti di Frosinone, l’operazione avrebbe dovuto fruttare una tangente pari al 2% del valore dell’appalto, ossia più di 2milioni di euro.  Sempre secondo l’accusa la Sangalli avrebbe versato tangenti ad amministratori e funzionari  di altri comuni lombardi e pugliesi.  I capitali necessari a pagare le bustarelle sarebbero stati ottenuti attraverso la creazione di fondi neri. In particolare la Sangalli pagava fatture gonfiate a fornitori compiacenti  , i quali restituivano in nero le quote eccedenti il prezzo della prestazione realmente pattuita. Complice di questo sistema,  che avrebbe  consentito alla Sangalli di accantonare 700mila euro di fondi neri,  sarebbero stati gli  altri gli i imprenditori ciociari Giancarlo Tullio già arrestato, Enzo, Silvio e Stefano Stella , tuttora ai domiciliari. Questo a grandi linee il funzionamento del meccanismo. Tanto si doveva precisare per la cronaca.  Ma quello che interessa sottolineare  in questo contesto, non è la cruda sequenza dei fatti.  Sugli organi di stampa mainstream  la vicenda è descritta con dovizia di particolari, ma i suoi risvolti politici e sociali .  

E’ di tutta evidenza che a un cittadino frusinate non fa piacere venire a conoscenza di un’inchiesta  volta ad  accertare una truffa per 2milioni di euro di denari pubblici dopo che è stato condannato a farsi carico di un debito di 50milioi di euro di cui non ha nessuna responsabilità .  La cittadinanza frusinate non  fa salti di gioia nell’apprendere  che vi  è la possibilità di una truffa ai loro danni di 2milioni di euro,  dopo avere subito   i  tagli di molti  servizi , l’aumento del costo di altri,la privatizzazione onerosa di  altri ancora,  con una  politica fiscale lacrime e sangue imposta  per i prossimi dieci anni   dalla scelta della giunta, di cui De Santis  era parte, di dichiarare lo stato di predissesto .  La rabbia dei disoccupati di questa città è destinata inevitabilmente ad aumentare a seguito della vicenda di De Santis, per  non parlare del servizio di smaltimento rifiuti,  per il quale la cittadinanza è chiamata a pagare  la seconda parte della tassa entro metà dicembre,   che a seguito di questi episodi  subirà un inevitabile deterioramento dell’erogazione.  La vessata cittadinanza frusinate non può contare neanche sull’azione decisa di un’opposizione che dovrebbe chiedere le dimissioni in massa  della  giunta e   invece si accontenta di chiedere spiegazioni . Si tratterebbe di dimissioni ineccepibili  dovute  da  un’ istituzione   che solo  dopo poco più di una anno di governo è  già travolta, nella persona del vice sindaco nonché assessore all’ambiente e ai trasporti,  da un episodio poco edificante anche se ancora tutto da verificare.  A questa anomalia democratica dell’esistenza di un’opposizione silente deve  contrapporsi  il singolo cittadino.  E’ il cittadino che deve  costituirsi come opposizione per difendere i propri diritti. E’ il cittadino che deve pretendere di avere accesso agli atti, di controllare le procedure di assegnazione degli appalti, di verificare l’entità e l’utilità di consulenze esterne e privatizzazione dei servizi.  Per esercitare un azione  partecipata propositiva e di controllo è necessario che il cittadino sia consapevole di determinati processi.  Forse è questa consapevolezza che manca o non è sufficiente.  

Ecco allora che il ruolo delle associazioni presenti sul territorio potrebbe diventare determinante. Sono proprio quegli attori che hanno acquisito una maggiore consapevolezza, non perché dotati di intelligenze particolari, ma perché  più attivi nello scenario politico e sociale della città, a doversi  fare carico della responsabilità di rendere in po’ più consapevoli anche il resto della cittadinanza, in modo da condividerne la partecipazione dal basso al governo della città.  Diventa indispensabile quindi che i membri di movimenti e organizzazioni,  che pure in città abbondano, comincino a collaborare in modo più stretto e allo stesso tempo ad uscire fuori da carbonari luoghi di autocompiacimento ed aprirsi alla cittadinanza.  Bisogna incontrare quella gente che non sa o  fa finta di non sapere che o governi una giunta di centro destra e una di centro sinistra il potere a Frosinone  è sempre nelle mani delle solite famiglie di grandi imprenditori edili.  Bisogna aprirsi ai cittadini per condividere con loro la necessità di capire dove sta il vero nemico. E’ una responsabilità che dobbiamo prenderci al più presto, altrimenti il gioco delle pastoie clientelari, della melma amministrativa diventerà sempre più soffocante  e il degrado della nostra città sempre più inesorabile.  

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