Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 9 gennaio 2014

RAIvisionismo futurista

http://www.militant-blog.org/


Volete assistere a un prodigio della televisione? Allora andate sul sito Raireplay cercate la prima parte della fiction “Il Commissario” e scorrete il cursore fino al minuto 30. Visto che siamo buoni e vogliamo evitarvi la mezzora peggio recitata degli ultimi anni vi raccontiamo noi l’antefatto. E’ il 1969 e a Milano scoppiano le bombe, l’ultima è esplosa in una fabbrica, la DMP impianti, e come da copione a mettercela sono stati gli anarchici. Ecchissennò direte voi? Ecco allora che il buon commissario Calabresi nell’ambito delle indagini per salvare le istituzioni democratiche irrompe nella casa di un imbianchino ventenne e durante la perquisizione trova, oltre alla macchina da scrivere con cui è stata redatta la rivendicazione dell’attentato, niente di meno che un manifesto contro casapound. Avete letto bene: un manifesto contro casapound! Nel 1969! Con 40 anni d’anticipo! C’eravamo sbagliati, questo non è RAIvisionismo storico… questo è RAIvisionismo futurista.

Fiction Calabresi, c'è pure il manifesto anti-Casapound (40 anni prima)


Roma, 9 gen. (Adnkronos) - Un manifesto contro Casapound, il movimento dei 'fascisti del III millennio' nato nel 2003, nella stanza di un anarchico negli anni '70: sta facendo il giro dei social networke dei blog l''anomalia temporale' scoperta dagli utenti della rete nella prima parte della fiction tv 'Il commissario', dedicata a Luigi Calabresi, per il cui omicidio, risalente al 1972, sono stati condannati in qualità di mandanti i tre ex esponenti di Lotta Continua Adriano Sofri, Ovidio Bompressi e Giorgio Pietrostefani, sulla base delle dichiarazioni del 'pentito' Leonardo Marino.

Un errore storico che, per paradosso, è stato notato e messo in evidenza, tra gli altri, anche da quelli che si potrebbero definire gli 'anarchici del III millennio', i militanti del collettivo Militant.


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