giovedì 16 gennaio 2014

Renzi and the "Ishikawa Fishbone Diagram"

Luciano Granieri


 Il nuovo amministratore delegato   del Pd Matteo Renzi,  sta tenendo fede, da buon manager, al ruolo per cui è stato incoronato dal suo popolo di piccoli azionisti.  Efficienza e produttività. Riunione di primo mattino per nominare il   consiglio di amministrazione, redazione di una bozza  di business plan,  ridefinizione dei quadri dell’azienda,  conferimento delle cariche rappresentative, ma poco incisive, alla cordata  di minoranza, nuove  direttive per i dipendenti presenti nel governo, compreso il presidente del consiglio, queste le prime decisione dell’Ad del Pd.  Nel secondo step, Renzi  ha convocato un brain storming  con il suo chief board    questa volta in una location più consona, cioè l’election headquarter fiorentino,  con tanto di brunch firmato,  frutto di una operazione di co-branding (Pd – Eataly) .  Nel corso del briefing  si sono meglio definiti   i contenuti del business plan :   pianificazione delle prime fasi operative e programmatiche, partnership , applicazione del diagramma di  Ishikawa  in base al quale è emerso il problema Fassina, subito eliminato.   


  Jobs act, ius soli, coppie di fatto,  legge elettorale, sono gli steps del business plan. Vediamoli meglio:

 Jobs Act:  un asset già consolidato ma  con la  necessita dell'ingresso   di nuovi azionisti (leggi FIOM). Per questo il collaudato sistema: “diritti in cambio di lavoro” è stato riqualificato con un operazione di marketing concernente la proposizione di una finta riscrizione della tipologia  contrattuale. Il successo sembra assicurato, infatti al consolidamento azionario fornito da industriali e istituzione finanziarie europee pare si aggiunga  la disponibilità  del nuovo azionista FIOM.
Ius soli e coppie di fatto:  I diritti civili sono un asset consolidato in Europa, ma debole in Italia. L’impegno   è strategicamente utile per fornire un contentino alla componente riformista, la quale crederà di aver ottenuto una rivalutazione delle proprie quote azionarie e non farà problemi su altre operazioni potenzialmente più  pericolose.  Una contro indicazione potrebbe arrivare dalla crisi che questo investimento tenderebbe ad aprire con la  partnership del  nuovo centro destra, ma le potenzialità della nuova compagine derivata dalla parcellizzazione dell’azienda Pdl, sono giudicate scarse e dunque vale la pena rischiare.
Legge elettorale: E’ un elemento di improduttività  che va assolutamente rimosso anche per espressione della Corte Costituzionale .  Per coinvolgere tutte le  partnership  le proposte sono ben tre. E’ intenzione dell’amministratore delegato del Pd, dialogare con tutti, in particolar modo con la partnership  berlusconiana.  La decisione rischia di mettere in crisi i rapporti di collaborazione con il socio del Centro destra e con ampi segmenti della propria cordata di minoranza.  Da analisti non nascondiamo il nostro scetticismo in merito a quest’ultima operazione. Solitamente per raggiungere il pieno successo di un investimento  sarebbe auspicabile sviluppare una partnership con una compagnia affidabile e ferrata sul programma che si intende svolgere.  La compagine berlusconiana, oltre a non fornire alcuna garanzia in relazione all’affidabilità, è la meno adatta anche per ciò che attiene al merito. Come si può chiedere consulenza sulla legge elettorale ad una compagnia responsabile   della più orrenda  legge elettorale che si stata mai scritta? Un dispositivo che ha infettato il paese dal 2005 ad oggi alterandone ogni dinamica di rappresentanza democratica.  Sarebbe come affidare il proprio capitale al peggiore bancarottiere del mondo. E’ sicuro Renzi di questa collaborazione? Non è che alla fine, la tanto ventilata operazione novità porterà   ad identificare come risultato del diagramma di Ishikawa, proprio il Pd. Sarebbe un film vecchio,  già visto e rivisto.




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