Il libro della vita è il libro dei libri. Tutti gli altri non hanno per scopo che insegnare a leggere questo. Libri onesti, s’intende, chè i disonesti hanno opposto fine. La meditazione di questo gran libro determino le mie azioni ed i miei principi; spezzai il motto” Ognuno per se Dio per tutti” mi schierai dalla parte dei deboli, dei poveri, degli oppressi, dei semplici e dei perseguitati, compresi che in nome di Dio, della Legge, della Patria, della Libertà, delle più pure astrazioni della mente, dei più alti ideali umani, si perpetrano e si continueranno a perpetrare i più feroci delitti , fino al giorno che, acquistata la luce, non sarà più possibile ai pochi di far commettere il male, in nome del bene dei più.
Compresi che non impunemente l’uomo calpesta le inedite leggi né può violare i vincoli che lo legano all’universo. Compresi che i monti, i mari, i fiumi chiamati confini naturali, si sono formati antecedentemente all’uomo , per un complesso di processi fisici e chimici, e non per dividere i popoli.
Ebbi fede nella fratellanza , nell’amore universale . Ritenni che chi benefica o danneggia un uomo, benefica o danneggia la specie. Cercai la mia libertà nella libertà di tutti, la mia felicità nella felicità di tutti.
Compresi che l’uguaglianza di fatto , nelle necessità umane, di diritti e doveri, è l’unica base morale su cui può reggere l’umano consorzio. Strappai il mio pane con l’onesto sudore di mia fronte; non ho una goccia di sangue nelle mie mano, né sulla mia coscienza .
Compresi che scopo supremo dell’uomo è la felicità; che le basi immutabili e perenni dell’umana felicità sono: la salute, la tranquillità di coscienza, la libertà, il soddisfacimento dei bisogni animali ed una fede sincera. Compresi che ogni individuo ha due “io”, quello reale e quello ideale, che il secondo è la molla del progresso, e che voler far apparire il primo uguale al secondo è in malafede. La differenza tra i due “io” è sempre eguale, perché tanto nella perfezione come nella degenerazione conservano la medesima distanza.
Compresi che l’uomo non è mai abbastanza modesto verso se stesso, e che una briciola di salvezza esiste nella tolleranza. Volli un tetto per ogni famiglia, un pane per ogni bocca, una educazione per ogni cuore, la luce per ogni intelletto.
Sono convinto che la storia umana non è ancora iniziata, che ci troviamo all’ultimo periodo della preistoria. Vedo con gli occhi dell’anima il cielo rischiararsi dai raggi del nuovo millennio .
Ritenni il diritto di libertà di coscienza inalienabile, come quello della vita. Cercai con tutte le mie forze di convergere lo scibile umano al benefizio di tutti. So per esperienza che diritti e privilegi si acquistarono e si mantennero colla forza, e che così sarà finché l’umanità non avrà migliorato se stessa.
Nella vera futura storia umana, abolite le classi e i privilegi, gli antagonismi d’interesse tra uomo e uomo, il progresso e i mutamenti saranno determinati solo dall’intelligenza e dalla comune generale convenienza.
Se noi e le generazioni che portano in grembo le nostre donne non arriveremo a questo risultato, non avremo ottenuto nulla di reale, e l’umanità continuerà ad essere ognora più misera ed infelice.
Riconosciuta la necessità della forza a invocare al servizio del bene, contro il regno del male, sono è sarò sino al supremo istante (se non mi accorgerò di essere in errore) comunista anarchico perché credo che il comunismo, perché so che solo con la libertà l’uomo si eleva , si nobilita e si completa
Ora? A trentatré anni sono candidato alla galera, e alla morte. Né me ne meraviglierei se così non fosse. Eppure se dovessi ricominciare “il cammin di nostra vita” ribatterei la medesima vita, cercando però di diminuire la somma della colpe e degli errori, e di moltiplicare quella del bene.
Vada intanto ai compagni, agli amici, ai buoni tutti il mio bacio fraterno, la profonda riconoscenza , l’amore e il saluto augurale.
E’ da poco scoccata la mezzanotte. Il luogo è la prigione di Charlestown, a Boston in America la data è il 23 agosto 1927. Prima che passino trenta minuti, il braccio della morte del penitenziario avrà già visto i segni di un forte calo di corrente. Mezzanotte e mezza. I corpi dei due anarchici internazionalisti: Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti vengono portati via dopo essere stati assassinati senza colpa sulla sedia elettrica. Prima di loro era stato rimosso dalla stessa stanza il cadavere di Celestino Madeiros, un prigioniero, immigrato portoghese, che un anno e mezzo prima li aveva, inascoltato, scagionati. Il brano di Bartolomeo Vanzetti sopra pubblicato, con cui intendiamo commemorare l’eccidio di due uomini liberi consumato esattamente 83 anni fa, è tratto dal libro “Il caso Sacco e Vanzetti, lettere ai familliari” di Bartolomeo Vanzetti. Non servono altri commenti. Chiudiamo questo ricordo con due significative frasi la prima di Vanzetti: “La classe capitalista è spietata, senza alcuna compassione per i bravi soldati della rivoluzione. Siamo orgogliosi di morire e di cadere come cadono tutti gli anarchici” l’altra di Sacco rivolta alla sorella “Persuaditi una buona volta per sempre di questa irrefrenabile verità. La protesta e la rivolta sono sempre fecondi di bene; è la codardia, l’ignoranza, la sottomissione che sono fatali”.
La redazione.
Nessun commento:
Posta un commento