Gli squadristi della CISL, DIGOS e celere cercano di impedire la contestazione al capo del sindacato giallo, senza riuscirvi.
Ieri - 9 settembre - è toccato a Bonanni lasciare il palco che vergognosamente gli è stato offerto dal PD a Torino. Lo ha lasciato scappando, inseguito da fischi, grida e un fumogeno: le “armi” con cui lavoratori, precari, studenti, compagni e compagne hanno contestato il capo della CISL, all’indomani dei plausi e delle soddisfazioni espresse per il colpo di mano di Federmeccanica, che ha stracciato il CCNL forte proprio della porcata firmata da CISL, UIL e UGL nel 2009, l’accordo separato sulla contrattazione dei metalmeccanici.
Unanime il coro di solidarietà a Bonanni e di condanna ai contestatori (“squadristi”) da parte di tutte le forze del teatrino della politica: da quelli che dal PD guardano a destra (Bersani, Letta) a quelli che da sinistra guardano al PD (Vendola). Anche Di Pietro si è rimangiato in fretta e furia le parole con cui aveva benedetto la contestazione a Schifani avvenuta pochi giorni prima sempre a Torino, sempre alla “festa” del PD. Forse Bonanni è meglio di Schifani? O forse la ricetta Marchionne ha sedotto e convinto anche Di Pietro?
A colpi di contestazioni “impreviste” (innumerevoli quelle alla Gelmini nel corso di un anno, solo negli ultimi 15 giorni è toccato a Dell’Utri a Como, a Schifani, a Franceschini, fischiato a Roma dai precari della scuola in presidio di fronte al Parlamento, a Bossi, alla festa della Lega a Cuveglio (VA), a Maroni, al Berghem Fest) e di contestazioni annunciate (aspettando la Gelmini a Bologna) inizia a mancare la terra sotto i piedi dei politicanti borghesi e dei sindacalisti filo-padronali.
La risposta delle masse popolari agli arbitri, ai ricatti e al disastro della crisi sta mettendo paura ai lacchè dei padroni, perché non si tratta di episodi sporadici e isolati. Sono circondati. E adesso dobbiamo cacciarli!
Più le mobilitazioni popolari diventano un problema di ordine pubblico, più contribuiscono a rendere ingovernabile il Paese, tanto più portano scompiglio nel teatrino della politica borghese, infondono coraggio e combattività fra le masse e, in definitiva, creano le condizioni favorevoli a un governo di emergenza popolare.
Per questo motivo ai lavoratori, ai precari, agli studenti, ai compagni e alle compagne che hanno contestato Bonanni va il nostro incondizionato sostegno: con la loro iniziativa hanno mandato un segnale di solidarietà agli operai FIAT, a tutti i lavoratori e a tutti i settori popolari in mobilitazione.
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