martedì 21 dicembre 2010

Mauro Bottini Trio, concert in Ithaca

di Luciano Granieri






Dopo un venerdì caotico e stressante, condizionato da una inconsueta nevicata , che al di la degli aspetti paesaggistici da fiaba, mi ha costretto a quattro ore di macchina per raggiungere Frosinone da Ferentino, sentivo veramente il bisogno di finire la settimana in pieno relax, lasciare liberi mente e cuore di seguire effluvi sonori familiari. Il concerto che il sassofonista Mauro Bottini avrebbe tenuto sabato sera presso la libreria caffè live music “Ithaca” di Via Garibaldi a Frosinone, poteva essere l’occasione giusta per ascoltare dell’ottimo jazz e costituire una seduta di musicoterapia anti stress,  necessaria a togliere le tensioni del giorno prima.  Qualche mese fa avevo già apprezzato le doti di Bottini recensendo per gli amici di Aut il suo utimo CD Self Portrait inciso con Paolo Tombolesi al piano, Massimo Moriconi, al basso, Stefano Micarelli alla chitarra, Massimo Manzi alla batteria. Ora non si poteva perdere l’occasione di ascoltare Mauro dal vivo. Inoltre la formazione con cui si sarebbe esibito a Ithaca era molto particolare : non il quintetto monstre di Self Portrait  ma un interessante trio con lo stesso Bottini al sax tenore, Matteo Nizzardo all’organo Hammond, Cristiano Coraggio alla batteria. Nella mente mi frullavano le note dell’Hammond B-3 di Jimmy Smith, ma soprattutto di “Unity” un bellissimo disco inciso per la Blue Note da una formazione quasi simile a quella di Bottini, con Larry Young all’organo Hammond, Elvin Jones alla batteria, Joe Henderson al sax tenore e Woody Shaw alla tromba . La necessità musicoterapica, l’abilità di Bottini, oltre che come musicista anche come talent  scout, la particolare sonorità della combo: organo-batteria-tenore, erano segni inequivocabili che si stava preparando una serata in cui avrei assistito a un gran bel concerto .





Lo credereste?  La performance del del Bottini trio è andata oltre ogni più rosea aspettativa. Si comincia con Sunny , un brano  di derivazione non propriamente jazzistica, reso famoso da Marvin Gay , ripreso dai Boney M,  divenuto in seguito gingle di diverse pubblicità. Immediatamente, pur in un ambiente dal climax ancora un po’ freddino, i tre musicisti mostrano di che pasta sono fatti. Dopo un ’ introduzione all’organo di Nizzardo, esposizione del tema,  e via! Bottini si lancia in un assolo funambolico,  gli arpeggi   si rincorrono veloci, da tonalità basse si va ottava per ottava sempre più su fino ad arrivare ai super acuti,  il drumming di Cristiano Coraggio, fornisce il groove necessario per scaldare l’ambiente. Poi protagonista assoluto della scena diventa Matteo Nizzardo con il suo organo. Per dovere di cronaca  preciso che Matteo suona una normale tastiera priva della pedaliera tipica dell’Hammond vero, non è dunque in grado di eseguire le linee di basso con i piedi. Ma non importa, arpeggi, giri di basso,accordi, fraseggi, glissati, sono eseguiti dal giovane tastierista con una tecnica superlativa, viene il sospetto che sia dotato di tre mani. Dopo Sunny si entra nel vivo.  Tenor Madness  di Sonny Rollins è il brano giusto per surriscaldare il clima. Bottini è particolarmente ispirato, la sua capacità di combinare pulizia e leggerezza del suono con straordinarie doti di fraseggio rendono la sua performance eccellente. Comincio a realizzare che  sta prendendo corpo  una serata indimenticabile. Il pubblico inizia  a sciogliersi dal suo torpore investito da una mare di note , gli applausi prendono a scrosciare non solo alla fine dei brani, ma sottolineano ogni singolo assolo.



Si va avanti in crescendo, da Gerswin a  Charlie Parker,  da , Herbie Hancock,  a Sonny Rollins. La video camera comincia  a diventare un impedimento, reprimo gli “yeah” che sgorgano spontanei, riesco a mala pena a tener fermi mani e piedi per non rovinare le riprese. Le varie esecuzioni , Summertime (gentilmente a me dedicata da Bottini), Watermellon man, Blue Bossa, collocano il trio Bottini-Nizzardo-Coraggio al centro di un’incredibile miscela composta  da un’alta intensità emotiva e da esibizioni improvvisative di assoluto livello tecnico. Ma non avevamo ancora sentito nulla. Parte Cantaloupe Island di Herbie Hancock. Il  brano per la sua struttura armonico-ritmica è fuoco musicale allo stato puro. Un martellante tappeto ritmico e un giro armonico trascinante aprono infinite soluzioni improvvisative ai musicisti che lo eseguono. Infatti Bottini e Nizzardo cavano fuori dai loro strumenti l’impossibile. Da quel sax  tenore sgorga l’imprevedibilità di Parker, l’intellettualità di Coltrane la pulizia  timbrica di Getz, il tutto concorre a definire un linguaggio assolutamente personale e originale che è quello inconfondibile di Mauro Bottini, da quella tastiera che suona come un organo Hammond tracimano scale blusey velocissime, inframezzate da glissati mozzafiato. Il dicannovenne Matteo  Nizzardo è già un musicista coi fiocchi,  è la dimostrazione vivente che per suonare jazz a questi livelli è fondamentale studiare e acquisire una grande tecnica, ma non basta. La musica la devi avere dentro, devi pensare “IN NOTE”  anzi in “BLUE NOTE”  Fondamentale è anche l’approto di Cristiano Coraggio un drummer potente soprattutto sugli shuffle e sulle bossa. 






Morale della favola.......Qualcuno obbietterà “si può trarre una morale da un concerto?”  Certamente si perché il set di per se è stato una favola  e la morale è la seguente: La nostra martoriata Ciociaria, oggi è depressa  più che mai dall’ignoranza dei sodali locali del sommo vate ragioniere berlusconiano che al   grido di “la cultura non si mangia” ha picchiato duro con la sua mannaia su ogni iniziativa culturale. Grazie ad un conservatorioPierannunzi, Danilo Rea, Gerardo Iacoucci, Ettore Fioravanti, Massimo Moriconi, Gianluca Renzi, per citarne solo alcuni, inoltre   Mauro Bottini è una limpido esempio di come si può essere straordinari strumentisti , eccellenti maestri e scopritori di talenti. Dall’ accademia di Musica Charlie Parker, da lui diretta,  grazie anche all’impegno  e all’ abilità di insegnamento di Paolo Tombolesi, già allievo di Gerardo Iacoucci , è nato e cresciuto musicalmente l’incredibile Matteo Nizzardo mattatore della serata di sabato e tanti altri giovani talenti sono pronti per calcare le scene. Allora la domanda nasce spontanea : Non è delittuoso  non supportare anche economicamente  tali realtà? Già dimenticavo, nella nostra provincia  ci hanno chiuso sette ospedali, hanno tolto il finanziamento per il teatro di Frosinone . Pretendere il supporto finanziario per la valorizzazione dei jazzisti nostrani è pura utopia. Ma siccome noi non ci rassegnamo, non potendo concepire  la vita  senza almeno qualche serata come quella di sabato , con le ragazze di Ithaca ci stiamo organizzando per proporre  altri concerti. Infatti per trasformare la percezione di una nevicata da evento che blocca il traffico, che lascia intrappolati nelle auto, in un sogno popolato da scenari suggestivi  e incantati è necessaria la musica, la poesia, l’arte insomma è necessaria la fantasia . 

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