sabato 7 agosto 2010

Old Frusino - di Luc Girello

Le suggestive ed interessanti foto di una Frosinone del primo 900’ si combinano con il brano “Tarantella Rouge et Noir”. Un pezzo eseguito da Riccardo Tesi: organetto , Gianluigi Trovesi: sax alto, Patrick Vaillant: mandolino, mandola, Jean-Jacques Avenel al contrabbasso e Joel Allouch alla batteria. Tarantella Rouge et Noir è un chiaro esempio di molteplici contaminazioni fra  musiche popolari. Si comincia con alcune misure di jazz, per proseguire con degli arpeggi di tarantella fino a sfociare nel reggae. Nel corso delle improvvisazioni   si apprezzano le straordinarie doti tecniche dei musicisti in particolare di Riccardo Tesi, Gianluigi Trovesi e Jean-Jaques Avenel.  Il brano è tratto dal CD “Colline” . Musica popolare quindi per una città popolare ....DEL POPOLO.  E speriamo che proprio il popolo riesca oggi a riprendersi la propria CITTA’ e senza project financing.

Buone Vacanze da Luc Girello.





venerdì 6 agosto 2010

“Perchè Polverini non pubblica il regolamento dell’ABECOL? - da Peduzzi e Nobile (FDS)

LOTTA ALLE MAFIE



Con un’interrogazione proposta dal gruppo della Federazione della Sinistra, i capigruppo dell’opposizione in Consiglio Regionale hanno chiesto conto alla presidente Polverini della mancata pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del Regolamento di organizzazione dell’Agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali nel Lazio (ABECOL).
“Il regolamento, ad oltre quattro mesi dalla sua approvazione, - denunciano Peduzzi e Nobile, capogruppo e consigliere della Federazione della Sinistra alla Regione - non è ancora stato emanato dalla Presidente, nonostante sia un atto dovuto, normalmente svolto in una quindicina di giorni”.
“La mancata pubblicazione del regolamento – proseguono – potrebbe costringere la Regione a restituire i primi beni confiscati che le sono stati assegnati, impedisce di attivare sia il fondo regionale per l’estinzione delle ipoteche sui beni sottratti alle mafie sia il fondo di garanzia per l’uso sociale di questi, inoltre ritarda l’emanazione del bando per l’uso sociale dei beni confiscati”.
“Ci auguriamo – continuano – che sia solo una dimenticanza e che la Presidente provveda immediatamente a rimediare. Se invece e’ stata mal consigliata, invitiamo la presidente a verificare le vere intenzioni dei suoi consiglieri. In ogni caso dobbiamo, purtroppo, registrare nuovamente una scarsa attenzione della Polverini per la lotta alle mafie che sono ormai saldamente insediate nella nostra regione. A dimostrarlo i numerosi sequestri e arresti avvenuti nel Lazio solo nell’ultimo mese”.
Nel Lazio risultavano confiscati al 31 dicembre 2009, 363 beni immobili e 101 aziende situate in 44 comuni, dati che collocano la regione al sesto posto in Italia per i beni immobili e al quarto posto per le aziende sottratte alle mafie. Tra i beni sequestrati figura anche il famoso Caffè de Paris di via Veneto.
L’ABECOL e’ stato istituito con voto unanime dal Consiglio regionale lo scorso ottobre, con il compito di promuovere la  gestione e assegnazione dei beni confiscati, anche a seguito del protocollo d’intesa con il commissario straordinario per i beni confiscati e anticipando la formazione della analoga Agenzia Nazionale. 

Jewish Leader still need to speek out - di Sydney Levy

Dear Luciano,

The plan to build a mosque in the vicinity of Ground Zero in Lower Manhattan has predictably brought out a fresh wave of Islamophobia and calls to move the mosque elsewhere. Sadly, some of the Jewish organizations that are supposed to oppose bigotry have placed themselves on the wrong side of the issue.

The American Jewish Committee, tasked with promoting democratic and pluralistic societies, has given its conditional approval for the building the mosque as planned, but only after equating Islam with terrorism. The Anti-Defamation League--tasked with fighting anti-Semitism, bigotry and extremism--has called for the Manhattan mosque to be moved to a different location.   The Simon Wiesenthal Center, tasked with confronting bigotry and racism, also opposes the building of the mosque in its location. Meanwhile it continues to build a Museum of Tolerance on top of a Muslim cemetery in Jerusalem. 

They are failing us in Manhattan. They are failing us in Jerusalem.
Jewish-American political writer Peter Beinart looked at the ADL's opposition to the mosque and connected the dots:
"Indifference to the rights and dignity of Palestinians is a cancer eating away at the moral pretensions of the American Jewish establishment. Last Friday, in the case of the ADL, we learned just how far that cancer has spread." 
In their public statements, the ADL and the AJC have counted the many ways they've come in defense of Muslims, be they in the US, Bosnia, Germany, France-everywhere except Israel and Palestine. They are unlikely to speak out if the Israeli Army follows through on plans to demolish a mosque in Jenin in the Occupied West Bank.
Please sign our open letter to the leaders of the Anti Defamation League, American Jewish Committee, and Simon Wiesenthal Center, asking them to denounce Israel's increasing violations of human rights, dignity, and democratic values, including midnight raids on activists, media gag orders, crushing nonviolent protest, and silencing NGO's. 
These American Jewish leaders are too often on the wrong side of issues and betray our Jewish values of truth and justice. Their blind support for Israel's government is leading them to engage in Islamophobia and support injustices, both here and abroad. We deserve better.
Thanks,



Sydney Levy
Jewish Voice for Peace



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Caro Luciano,

Il piano di costruire una moschea nelle vicinanze di Ground Zero nella bassa Manhattan ha prevedibilmente portato una nuova ondata di Islamofobia e richieste di spostare la moschea altrove. Purtroppo, qualcuno dell’ organizzazione ebrea che si dovrebbero oppore contro la bigotteria si è posto dal lato sbagliato della questione.
Il Comitato Americano degli ebrei, impegnato nel promuovere società pluralistiche e democratiche ha dato la sua approvazione condizionata per la costruzione della moschea come pianificato, ma solo dopo aver equiparato l’ Islam con il terrorismo. La lega dell ‘ anti-diffamazione – impegnata nel combattere l’antisemitismo, la bigotteria e l’estremismo – ha richiesto lo spostamento della moschea di Manhattan in un altro luogo. Anche il Centro Simon Wiesenthal impegnato nell’ affrontare la bigotteria e il razzismo si è opposto alla costruzione della moschea. Nel frattempo si continua a costruire un Museo della Tolleranza sopra un cimitero musulmano a Gerusalemme.

L’ebreo- americano scrittore politico Peter Beinart ha visto l’ opposizione dell’ ADL alla costruzione della moschea e ha unito tutti i puntini: L’indifferenza ai diritti e alla dignità dei Palestinesi è un cancro che distrugge le pretese della stabilità degli ebrei americani. Venerdì scorso, nel caso dell’ ADL, abbiamo capito quanto questo cancro si sia diffuso. “

Nelle loro pubbliche dichiarazioni, l’ ADL (Anti Defamation League) e l’ AJC (American Jewish Commitee)  hanno contato le molte volte in cui sono venuti in difesa dei musulmani  negli Stati Uniti, in Bosnia, in Germania, in Francia, dovunque tranne che in Israele e Palestina. Non sono propensi ad alzare la voce se l’esercito di Israele ha pianificato di demolire la moschea a Jenin  nella sponda ovest occupata.

Per favore, firmate  la nostra lettera aperta ai  leader dell’ ADL e dell’ AJC e al Centro Simon Wiesenthal, chiedendo di denunciare l’aumento delle violazioni dei diritti umani, della dignità, e dei valori democraici, includendo raid notturni sugli attivisti, l’imbavagliamento dei media, e gli attacchi a manifestazioni non violente da parte di Israele.

Questi leader ebreo-americani si schierano troppo spesso dalla parte sbagliatae tradiscono i nostri valori di verità e giustizia. Il loro ceco supporto per il governo israeliano li sta portando a perseguire l’i slamofobia e a upoortare l’ ingiustizia, sia qui che all’ estero. Ci meritiamo di meglio.

Grazie
Sydney Levy

Come al solito per firmare la petizione è necessario cliccare sulle frasi scritte in rosso nel testo inglese.

giovedì 5 agosto 2010

Wine Job and Rock n’Roll against fascists - di Luciano Granieri RAABL

Da ben due consiliature comunali (II giunta Marzi e l’attuale giunta Marini) gli amministratori frusinati pongono fra i loro obbiettivi primari la riqualificazione del centro storico. In effetti dopo più di un decennio di buoni propositi qualche piccolo miglioramento è percettibile. Diversi edifici sono stati ristrutturati, alcuni esercizi commerciali hanno aperto, compreso circoli culturali come il caffè letterario Ithaca. Insomma il centro storico di Frosinone oggi appare più bello. Purtroppo le brutture sono sempre in agguato. Come è noto all’interno di questo delicato equilibrio fra estetica e funzionalità si stanno inserendo come elemento di bruttezza i fascisti di CasaPound. Infatti in un angolo assai particolare  del centro storico, la porzione di Via Garibaldi antistante la suggestiva piazzetta S.Ormisda, due serrande nere, verniciate pure male con sbruffi di smalto che tracimano sul travertino, sfregiano la bellezza urbanistica. Tali orrende ferraglie celano il covo di CasaPound che dovrebbe aprire sotto le mentite spoglie di un’associazione benefica dal nome “Braccia Tese” e prossimamente diffonderà i suoi letali effluvi nella città alta.  Le BRUTTE......MA BRUTTE BRUTTE  serrande nere si combinavano fino all’altro ieri con altrettanti BRUTTI....MA BRUTTI BRUTTI BRUTTI, manifesti di blocco studentesco, la sezione giovanile di CasaPound, attaccati da questi puzzoni a deturpare il largo limitrofo alla piazzetta S.Ormisda.Tali manifesti erano una rimanenza relativa alla promozione di una loro carnevalata denominata; Monnezza al Potere.......cioè no........forse.... Giovinezza al Podere? Ma si certo Giovinezza al Podere. Una sorta di riedizione della battaglia del grano di mussoliniana memoria, solo che al posto del grano c’era la merda. Ovvero questi baldi giovani giravano per i poderi del basso Lazio a concimare terreni con le mani piene di merda. Pure i manifesti erano neri con l’immagine  della merda in primo piano. CHE BRUTTO!!!! Serrande nere e manifesti neri. Il guaio è che sono anche loro brutti. Una volta hanno preso a marciare in fila per sei col resto di due insaccati nelle loro magliette nere, per Via Garibaldi. Non vi dico quanto erano BRUTTI!!! Anche chi ha assistito alla pagliacciata non ha potuto non notare la loro bruttezza e lo ha riferito anche ai giornali. Tale imponente ostentazione di nero ha messo in allarme anche i cassamortari di Frosinone, i vari Cameracanna, Minotti, La Frusinate, i quali credevano di dover fronteggiare un nuovo pericoloso concorrente. Niente paura questi puzzoni sono solo cassamortari della democrazia, della tolleranza e della civile convivenza . Fortunatamente i manifesti di merda sono stati “ABBELATI” (scusate il ciociarismo) da una locandina che promuove il tesseramento ad un sindacato di base e da un’affissione relativa ad un festival rock che avrà luogo a Gallinaro, paesino dalla Val di Comino famoso oltre che per una santuario anche e soprattutto per il vino buono. Fra l’altro questa ultima manifestazione è promossa dalla Regione Lazio e dalla Provincia di Frosinone. Pensate che scuorno pe’ sti poracci abbelati (riscusate il ciociarismo) dai loro più grandi sponsor locali la Polverini (alias Alemanno) e Ruspandini. Comunque meno male che qualche mano sensibile all’estetica si è premurata di coprire la bruttura nera di merda con dei manifesti più belli inneggianti al Wine Job and Rock n’Roll. E se anche il sindaco volesse dare una mano affinché le brutture di questi deficienti non invadano il centro storico non farebbe altro che il suo dovere istituzionale. Il guaio è che sti giovani di blocco studentesco o casapoundini in erba oltre che violenti sono anche ignoranti. Il loro capogregge tale Fernando Incitti da Ceccano eletto dai suoi mandanti come  portatore INSANO di un virulento quanto falso revisionismo storico   sulle Foibe è stato bocciato alla maturità proprio per il tema da lui svolto sui fatti  del fronte orientale. Ma benedetto ragazzo!!!! Quando avete messo in scena quella assurda pagliacciata il 6 febbraio scorso sulla memoria delle Foibe, noi di AUT vi avevamo avvertiti che su quella vicenda storica non avevate capito un cazzo. Bastava leggere i documenti che avevamo pubblicato sul nostro blog. Suvvia  la di là delle contrapposizioni ideologiche noi ogni tanto ci proviamo ad aiutarvi, ma siete proprio de coccio. Quasi, quasi mi viene voglia di farmi pagare i diritti d’autore per quella mia frase sugli Zetazeroalfa (la banda bandita dalla Costituzione) che voi avete fatto stampare sulle vostre magliette!!!!!





Il brano che accompagna la foto clip è ALL YOU FASCISTS, tratto dal CD "Appunti Partigiani dei Modena City Ramblers. Il testo della canzone è stato scritto da Woody Guthrie in piena seconda guerra mondiale predicendo ed augurando una sorte infausta ai fascisti, destinati, dalla storia e dalla giustizia umana, ad uscire sconfitti dal conflitto. La canzone è rimasta per decenni negli archivi della famiglia Guthrie ed è stata musicata per la prima volta da Billy Bragg negli anni 90' che è anche la voce solista in questa versione


Luc Girello

mercoledì 4 agosto 2010

Resoconto della visita a Perugia per controllare come è l’organizzazione dei bambini del Cassinate (1946) - da Lucia Fabi, Angelino Loffredi

A tutti coloro che stanno seguendo e partecipando con impegno alla nostra ricerca sui bimbi della provincia di Frosinone ospitati da famiglie del nord Italia nel 1946, facciamo conoscere, senza aggiungere alcun commento, il documento che segue completamente integrale.
Lo abbiamo trovato presso l’Istituto Gramsci, Roma.
L “ ispettrice “, Pina Savalli è una Pediatra romana, che ha lasciato il proprio lavoro in ospedale, inviata dalla Direzione del PCI a rafforzare il lavoro e l’iniziativa nella zona di Cassino.
Buona lettura e buonissima riflessione.
Lucia Fabi, Angelino Loffredi



Resoconto della visita a Perugia per controllare come è l’organizzazione dei bambini del Cassinate

A Perugia il giorno 3 marzo sono arrivati 56 bambini del Cassinate. Il comitato di Frosinone li aveva consegnati il giorno prima a Foligno a quelli di Perugia
Successivamente alcuni bambini ivi ospitati, e precisamente nella Villa Urbani di via 20 settembre avevano scritto a casa loro lamentandosi del cattivo trattamento. Per questa ragione sono stata inviata
Appena giunta a Perugia mi sono fatta condurre dal Compagno Comparozzi alla Villa Urbani per vedere di persona e prima di qualsiasi camuffamento della realtà.
Vi ho trovato 13 bambini di cui uno di passaggio.  
In più c’erano altri tre bambini ricoverati all’ospedale per tigna e malaria. Tutti gli altri erano stati affidati a famiglie. La Villa è stata requisita per ospitare i bambini e contiene 53 letti.  Le stanze sono grandi e ariose e contengono una media di 6 letti meno una grande camerata che serve per il riposo pomeridiano.
I bambini erano molto puliti sia nel corpo che nella biancheria. Li ho interrogati singolarmente; i bambini hanno confermato le notizie datemi in precedenza sul vitto, che è più che sufficiente e razionale. La conferma l’ho avuta indirettamente in quanto molti di questi bambini io li conoscevo e me le ricordavo pallidi e macilenti mentre adesso sono ingrassati e coloriti.
La villa è tenuta da due maestre e da quattro inservienti.
Interrogando i compagni e il personale sono riuscita a capire perché avessero scritto quelle lettere: la domenica molte persone della città vengono a portarsi a pranzo i bambini del Cassinate. I nostri  compagni li hanno affidati a chiunque e evidentemente queste persone caritatevoli hanno dettato ai bambini quelle lettere preoccupanti che avevano scritto, prendendo lo spunto della nostalgia dei bambini per la loro casa.
Comunque se a mio parere il trattamento nella villa è ottimo ho da rilevare che numerosi errori sono stati commessi dai compagni di Perugia:
1  La Federazione di Perugia ha offerto 100 posti al Comitato per Cassino senza averne neanche uno, in modo che i 56 bambini arrivati a Perugia sono stati messi nella villa non già come smistamento, ma in attesa che spuntassero le famiglie private a richiederli.
2  La Federazione di Perugia  ha dato l’incarico dell’organizzazione al Comitato Provinciale di Liberazione Nazionale e non si è più occupata della questione. La Federazione credo non sappia neppure il numero dei bambini che sono arrivati. Il compagno Comparozzi ha avuto l’incarico di occuparsi della questione dal Comitato di Liberazione Nazionale. Comparozzi è riuscito a formare un comitato democratico  a cui hanno aderito l’ l’UDI, il FG e il CIF che tre giorni fa ha chiesto di uscirne con l’unica ragione che aveva avuto l’ordine di non collaborare. La nostra compagna dell’UDI ha troppo da fare per occuparsene, cosi come non esiste in realtà un comitato ma il compagno Comparozzi che fa tutto. Le sezioni di partito non sono state mobilitate per fare la propaganda per trovare famiglie dove ospitare questi bambini. Se alcuni compagni alla periferia fanno  qualcosa, questo è dovuto al fatto che i comitati di liberazione nazionale comunali hanno avuto disposizioni da quello provinciale, e i compagni che vi si trovano si sono messi al lavoro con energia.
L’Udi ha partecipato finora soltanto alle riunioni del Comitato e non si è più preoccupato di fornire Comitati di donne nei vari luoghi dove sono ospiti questi bambini per curare la corrispondenza e per fare partecipare la cittadinanza all’opera di solidarietà.
Perugia chiede altri 50 bambini, debbo inviarli ?
E’ impossibile che le lettere in questione siano state scritte dalla villa, perché i bambini le scrivono in giorni assegnati e le consegnano aperte alle due maestre, che sono l’una compagna e l’altra sorella del compagno Comparozzi.
N:B: Al momento di partire ho lasciato queste istruzioni provvisorie al responsabile della Federazione di Perugia.

Caro Angelucci:
secondo me tre errori fondamentali sono stati commessi dal punto di vista organizzativo per quel che riguarda i bambini di Cassino.
1 La Federazione cioè la segreteria deve sapere e controllare tutto quello che si fa per i bambini, e invece questo non avviene.
2 Bisogna stabilire delle ispezioni periodiche ai bimbi affidati alle famiglie.
3 Non sappiamo se possiamo inviare altri bambini ma occorre non ripetere l’errore fatto con il primo scaglione; occorre avere le famiglie ospitanti prima dell’arrivo dei bambini, in modo che la villa serva solo di smistamento, dove i bambini vi resterebbero il minimo indispensabile.
Beninteso i bambini alla villa stanno bene e quanto precede lo dico non in quanto i bambini stanno male ma perché nella linea del Partito è di mandarli in famiglie private e poi perchè il Partito non deve diventare un Ente Assistenziale
Pina Savalli
Roma 6 Aprile 1946
Via Novara 43 tel 855177

Solidarietà ai compagni di Latina denunciati - Da:Beppe Sacco Rifondazione comunista Frosinone

PROVE DI FASCISMO NEL BASSO LAZIO  Questo è il link al post di AUT che riporta gli eventi relativi alle denunce subite dai compagni dei CARC. 
La redazione.

Cari compagni, la vostra vicenda costituisce purtroppo la prova tangibile che la democrazia in questo paese è ogni giorno destituita e la nostra costituzione vilipesa da apparati dello stato che si manifestano periodicamente con il classico autoritarismo fascista della intimitazione repressiva, utilizzando il manganello della legge come mezzo di dialogo. Alla mia indignazione e alla solidarietà che vi esprimo, a nome mio e di tutta la segreteria del PRC di Frosinone, associo anche un sentimento di non rassegnata meraviglia. " La meraviglia deve guidare e condizionare insieme allo sconcerto l'azione dei giusti e la vita dei comunisti". Ma a fianco di ciò dobbiamo sempre tenere alto il muro contro il riemegere di nuovi scenari reazionari di matrice fascistoide.
Siamo pronti sempre alla lotta! Siamo anche pronti a scendere in piazza, organizzando con tutte le forze comuniste "la marcia contro la paura", scegliendo come luogo simbolico di arrivo il tribunale di Latina. Questa idea possiamo svilupparla insieme. coordinando il tutto con i gc di Frosinone. 
Un salto comunista senza mai chinare la testa.


martedì 3 agosto 2010

Beppe Grillo si smaschera- da Partito Comunista dei Lavoratori

La proposta avanzata da Beppe Grillo di un governo tecnico di transizione guidato eventualmnte da Luca Cordero Di Montezemolo- come dichiarato a L’Unità- smaschera clamorosamente l’equivoco del grillismo. La pretesa di una “politica dei cittadini” al di sopra delle classi, si risolve clamorosamente nel sostegno ad un grande capitalista, sodale di Marchionne, avversario dei lavoratori. Dentro un’ipotesi di governo analoga a quella avanzata dal PD e sponsorizzata da Bankitalia. E’ questa la..”rivoluzione” grillina? E’ l’accodarsi di fatto, da ultima ruota del carro, alla soluzione proposta da settori dei poteri forti? Si dimostra una volta di più che nessuna alternativa verrà mai da un populismo monocratico, via web, coltivato da un comico guru; e che senza una scelta di campo a favore del lavoro contro il capitale, si finisce prima o poi tra le braccia del capitale contro il lavoro. Anche quando, nell’universo virtuale della rete, ci si atteggia a nemici del sistema.


INTERVISTA DI GRILLO ALL'UNITA'



PER UNA SVOLTA UNITARIA E RADICALE DEL MOVIMENTO OPERAIO - da MARCO FERRANDO ( portavoce nazionale del Partito Comunista dei Lavoratori)

Come in tutta la propria storia , la Fiat si candida a direzione del padronato Italiano. Fu così nell’immediato secondo dopoguerra quando si pose alla testa della restaurazione padronale . Fu così nell’autunno 80, quando fece da apripista dei licenziamenti collettivi .  Così è oggi: laddove Fiat punta non solo allo smantellamento del contratto nazionale , ma alla ricomposizione sotto la propria egemonia del grosso della borghesia italiana, su una linea di nuovo sfondamento sociale. Tuttavia esistono due importanti differenze col passato. La prima sta nel contesto della crisi capitalistica mondiale e del nuovo quadro di competizione globale, usata cinicamente dalla Fiat come arma estrema di ricatto. La seconda sta nell’omologazione liberale del grosso dell’”opposizione”: che vede un PD confindustriale schierarsi di fatto dalla parte di Marchionne contro la Fiom,  al fianco del governo più reazionario che l’Italia abbia avuto dai tempi di Tambroni. Per questo lo scontro Fiat è oggi uno snodo tanto decisivo quanto difficile. 





Ma proprio questo quadro generale fa sì che lo scontro non possa essere affrontato in termini convenzionali. Non è più tempo, se mai lo è stato, di denunce o iniziative simboliche. Men che meno di divisioni concorrenziali di sigla all’interno del sindacalismo di classe. E’ tempo di lavorare a mettere in campo, unitariamente, una forza di contrasto che sia radicale quanto è radicale l’offensiva della Fiat e del Governo. Questo è il punto decisivo. O si oppone alla determinazione di Marchionne una determinazione eguale e contraria, o la partita è segnata, con effetti di trascinamento di lungo corso. 





E’ con questa impostazione che avanziamo all’insieme delle sinistre politiche e sindacali una proposta aperta di riflessione e confronto. Che certo preveda la più ampia partecipazione alla grande manifestazione promossa dalla Fiom per il 16 Ottobre; ma che assuma quella manifestazione non come rito, bensì come punto di passaggio di una mobilitazione generale, prolungata e radicale, che miri davvero ad incidere sui rapporti di forza tra le classi . Poniamo in sostanza l’esigenza della generalizzazione della lotta, al massimo livello, in tutti gli stabilimenti Fiat , e della ricomposizione attorno alla lotta Fiat dell’insieme delle vertenze aziendali oggi in corso . Se Marchionne punta all’egemonia del fronte padronale, la lotta Fiat può puntare all’egemonia del fronte operaio. Se Marchionne punta allo scardinamento del contratto nazionale le sinistre sindacali e politiche possono preparare l’occupazione operaia degli stabilimenti Fiat e di tutte le aziende che licenziano o calpestano i diritti, accompagnata dalla costituzione di una cassa nazionale di resistenza. Se Marchionne rivendica il diritto di espropriare lavoro e diritti nel nome del profitto, i lavoratori possono rivendicare la nazionalizzazione della Fiat e di tutte le aziende che licenziano, senza indennizzo per gli azionisti e sotto controllo operaio . Se Marchionne promuove la contrapposizione dei lavoratori italiani agli operai polacchi, serbi, americani, le sinistre politiche e sindacali possono lavorare ad una piattaforma operaia internazionale, innanzitutto europea, tra tutti i lavoratori della Fiat ( e non solo), raccogliendo gli appelli che vengono in questo senso da settori sindacali serbi e polacchi. 





Una proposta “troppo radicale”? Al contrario. Solo un’azione di rottura sociale, tanto più in tempo di crisi, può strappare risultati parziali e concreti; mentre una rinuncia pregiudiziale al salto concreto di mobilitazione moltiplicherebbe i rischi di una regressione storica. E’ una considerazione attualissima sullo stesso piano politico. Il berlusconismo  sta attraversando una crisi esplosiva. Proprio per questo da un lato riemergono le peggiori tentazioni plebiscitarie, dall’altro si  moltiplicano le manovre istituzionali di sottobosco tese a soluzioni di ricambio ( governi  di transizione), sotto la benedizione di Bankitalia. Con un esito paradossale: o la continuità (peggiorata) di Berlusconi, nell’ipotesi di fallimento delle manovre trasformiste ; o la continuità delle politiche sociali di Berlusconi e Marchionne dentro un “nuovo” quadro di governo borghese. In entrambi i casi una sconfitta operaia. Tanto più oggi, solo l’irruzione di un’autentica esplosione sociale - in piena autonomia dal centrosinistra- può precipitare la crisi del berlusconismo dal versante delle ragioni del lavoro. Non certo il mito vendoliano di un’”Obama bianco”, magari in ticket con Chiamparino , mentre l’Obama nero esalta Marchionne. 

Articolo scritto per il quotidiano "il manifesto" del 3 agosto




Perchè riaprite LASHKAR-GAH - da Emergency

Cari amici,
siamo molto felici di annunciarvi che giovedì 29 luglio abbiamo riaperto il Centro chirurgico di Lashkar-Gah.
Un giornalista ci ha chiesto
"Perché?". Ma la risposta la sapete già: perché è il nostro lavoro, perché quell'ospedale serve, perché è l'unica struttura gratuita nella regione, perché quell'area è teatro di una guerra sempre più violenta, perché i 70 letti delle corsie - da quando è stato aperto e fino al giorno della sua forzata chiusura il 10 aprile scorso - sono sempre stati pieni. Perché la popolazione ne ha bisogno: e noi non abbiamo bisogno di altri perché.
Ancora grazie per il vostro sostegno.
A presto,

Cecilia Strada
Presidente di Emergency

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Per maggiori informazioni sulla riapertura del Centro, guarda il nostro sito.
Scopri tutti i modi per sostenere il Centro chirurgico per vittime di guerra a Lashkar-gah.

Petizione popolare antifascista - da RAABL (rete antirazzista antifascista del basso Lazio)

  

NO AI  FASCISTI DEL TERZO MILLENNIO A FROSINONE

E’ prossima l’apertura, presso il centro storico di Frosinone in Via Garibaldi 50 di un covo dell’organizzazione neo-fascista Casa Pound Italia (mascherato da sede di una presunta associazione caritatevole “Braccia Tese”). CasaPound è un’organizzazione fascista (loro stessi si definiscono fascisti del terzo millennio) e quindi è illegale come definito dalla XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione e dalla legge Scelba del 1952 che vietano la formazione di movimenti che si rifanno espressamente e dichiaratamente al passato più buio del nostro paese, il fascismo.
CasaPound è un organizzazione che dietro il paravento delle attività a sfondo sociale si fa aperta promotrice di guerra tra poveri, razzismo e violenza squadrista.Casa Pound è un organizzazione che si candida a fare oggi quello che i nazisti e i fascisti di Mussolini e Hitler fecero nella prima metà del ‘900. L’insediamento di Casa Pound nella città di Frosinone rappresenta un cancro contro cui tutta la Frosinone democratica e antifascista deve sollevarsi: non permettiamo che via Garibaldi diventi un punto di ritrovo e addestramento per fascisti e razzisti!
Già ancora prima dell’insediamento presso il centro storico si sono verificati episodi di intimidazione nei confronti del vicino circolo Arci, Libreria Caffè Ithaca, con la distruzione di alcune locandine che promuovevano le attività culturali del circolo e alcune intimidazioni e provocazioni a danno dei frequentatori del caffè libreria.
CHIEDIAMO quindi a tutti i sinceri democratici di Frosinone di firmare questa petizione popolare per impedire l’apertura di questo covo fascista.
CHIEDIAMO alle istituzioni di far valere la Costituzione nata dalla Resistenza e la legge Scelba del 1952 e  attivarsi per impedire l’apertura di un covo fascista nel centro storico di Frosinone.
Affinchè la violenza fascista e razzista non infetti la nostra città, affinchè ognuno sia libero di passeggiare per le vie del centro storico, e di tutta la città indipendentemente dalla propria nazionalità, dal colore della propria  pelle, dalle abitudini sessuali.
CHIEDIAMO una firma per ribadire  che una comunità civile e democratica come quella di Frosinone è e sempre sarà ANTIFASCISTA.

Rete Antifascista Antirazzista del basso Lazio.

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NOME
LUOGO E
RESIDENZA
FIRMA

COGNOME
DATA NASICTA







































































































































































































































































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