mercoledì 26 ottobre 2011

Valsusa storie di ordinaria intimidazione

Simonetta Zandiri

Sembra surreale, ma non lo è. Succede davvero, in Valsusa. Storie di ordinaria intimidazione, trasformata in repressione. Lascio anonimo l'autore del racconto, ma è una storia vera e, purtroppo, è solo l'inizio.


"Capita un giorno, mentre rientri a casa dopo una settimana di lavoro, di imbatterti in 2/3 blindati della polizia di stato che stanno percorrendo la tua stessa strada andando verso Chiomonte. Solito orario, è il cambio turno. Situazione (non) "normale" dalle nostre parti negli ultimi mesi questo continuo via vai di mezzi blu, neri o grigio verdi che cambiano i turni "incontrandoti" con una precisione tale che neppure se ti dessi appuntamento saresti così preciso nell'incrociarti . Quello che non dovrebbe capitare in questa (non) "normalità" è che in una sera in cui la stanchezza della settimana lascia spazio ai pensieri verso il week end tanto atteso e guidi sereno verso casa ad un certo punto noti che i 3 mezzi alla tua sinistra in sorpasso appena vedono che sei un NO TAV con i tuoi adesivi orgogliosamente in mostra sulla tua auto che fanno?...rallentano, ti affiancano, ti guardano per un attimo e tirando giù il finestrino ti salutano mostrandoti un bel "dito medio in divisa blu" ...ma come??? ti chiedi stupefatto, indispettito e stralunato...queste cose accadono alle volte tra automobilisti indisciplinati! tra cafoni vorrei aggiungere in quel momento! un funzionario dello stato per lo più in servizio, non diresti mai che potrebbe commettere una bassezza del genere! Invece succede e rimani incredulo, senza parole, sono frazioni di secondo, ti rendi conto dell'offesa subita proprio da coloro dovrebbero difendere il tuo interesse e tutelare noi cittadini...e ti chiedi: ma con che arroganza fai questo?? e perchè? quindi un "va a quel paese" mentre prosegui per la tua strada ti sembra il minimo per ringraziare quel "caloroso" saluto. Punto, e accapo, pensi che la tensione forse è un po' alta da parte di tutti in questo periodo, passato lo stupore di quel gesto non ci pensi più e vai avanti nel tuo cammino quotidiano . Invece no, "qualcuno" che ha deciso di "investire" tempo e soldi (nostri) decide dopo quasi un mese dall'accaduto quando tu te ne sei completamente dimenticato, di ribaltare le carte del gioco....per fini politici forse? E così capita che un giorno ti suona il telefono e all'improvviso ti ritrovi catapultato in una realtà completamente diversa, che non conosci affatto, che non sai gestire da solo perchè non ti era mai capitato di ritrovarti all'interno di un ufficio della sezione investigativa della digos di Torino a sentirti dire che quel giorno tu hai oltragiato un pubblico ufficiale facendo lui un gesto offensivo! ti scrutano, ti chiedono, ti parlano mentre tentano di carpire chissà cosa perfino dai tuoi movimenti e ti dicono che quello che ha oltraggiato facendo il dito medio non è la persona in divisa che si sporgeva da quel finestrino, ma sei tu.!!!
Da oggi sono indagato per il reato di "oltragio a pubblico ufficiale" di cui l'art 341 bis del codice penale per un atto che HO RICEVUTO da chi in quel momento andava a rappresentare quello che mi sforzo ancora di voler chiamare lo stato italiano. Inizia un nuovo percorso della mia vita e della mia lotta che in un certo senso avevo anche pensato di dover mettere in conto ma non per una cosa così sciocca e priva di significato. Già...il significato...forse sciocco per me ma evidentemente non sciocco per chi ha deciso che ogni teatrino da montare può essere utile a cercare di metterci i bastoni tra le ruote.
Non dimentichiamoci mai che dobbiamo RESISTERE PER CONTINUARE AD ESISTERE!"

Racconto anonimo ma vero. Succede, purtroppo, in Valsusa.

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