sabato 25 giugno 2011

Lettera ad un ammiraglio

Vauro Senesi da "il manifesto" del 25 giugno


Caro ammiraglio Eliezer Maron mi vorrà scusare se con questa mia le rubo un po' di tempo.So che è impegnatissimo  nell'addestrare i suoi commandos ad  assaltare, per fermarle, le navi della Freedom Flottilla 2 che si apprestano a salpare cariche di aiuti umanitari alla volta di Gaza. Sa, io sarò su una di quelle navi ed allora mi perdonerà se prima di essere respinto o arrestato dai sui soldati mi permetto di dirle poche e semplici cose a proposito di alcune sue affermazioni.Lei dice che non saremo spinti da motivi umanitari ma da "odio verso Israele". Dovrebbe vedere i volti delle ragazze e dei ragazzi che stanno per imbarcarsi. Ci troverebbe sorrisi, sguardi  di speranza, a volte  l'ingenuità di chi ancora crede che valga la pena spendersi per gli altri. Ci troverebbe tutto meno che l'odio. Anzi, forse insieme alla solidarietà attiva verso la popolazione di Gaza stretta da anni in un assedio feroce c'è anche quella per Israele prigioniera di una logica che pare non riesca a concepire altra legge se non quella del più forte rischiando così di soffocare tutto ciò che di migliore la sua società ha espresso ed esprime. Lei che è un militare sa meglio di me che l'assediante è spesso vittima del proprio assedio. A proposito, proprio lei che è un soldato arriva ad affermare che le navi civili cariche solo di giovani e di aiuti "hanno lo scopo  di sfidare i militari israeliani". Ma via ammiraglio! Il suo governo ha sempre fatto vanto di avere uno degli eserciti più potenti e meglio armati del mondo e basterebbero una decina di navi cargo a sfidarlo addirittura? Le voglio dire una cosa che forse alimenterà il suo orgoglio marziale: sui volti di quelle ragazze e ragazzi anche sul mio, che ragazzo non sono più da tempo, potrebbe leggere anche la paura. Sì, mi, ci fate paura . Ci fanno paura i suoi commandos armati   e le sue navi da guerra, ci fa paura il momento in cui le incroceremo. Ed è proprio questa paura che ci dà un motivo in più per salpare, perchè ci avvicina, anche se in misura ridotta, a quella che sono condannati a provare  quotidianamente gli uomini, i bambini, le donne di Gaza quando dal cielo piovono missili  e bombe al fosforo e quando la sola speranza di una vita degna di essere vissuta si trasforma per loro in disperazione  e rabbia.E' davvero certo ammiraglio Eliezer che la sicurezza di Israele possa essere garantita  esclusivamente dalla paura che incute? Già dimenticavo, queste non sono questioni che la riguardano . Lei ha detto che risponde soltanto alle forze armate israeliane. Che obbedisce agli ordini insomma. Mi perdonerà se "ho solo obbedito agli ordini" mi riporta alla memoria giustificazioni usate in altri orribili tempi per declinare responsabilità di crimini orrendi avvenuti nella storia europea recente. Del resto lei ha anche detto che cercherà di non usare le armi contro di noi "armi letali" e la ringrazio sinceramente per la sua premura. Ha aggiunto che sta addestrando i suoi soldati a non reagire violentemente a sputi o lanci di cicche. Ecco, questo addestramento può risparmiarglielo. Le assicuro che nessuno sputerà ai commandos. Sputare ad un uomo è un atto volto ad umiliarlo ed è proprio contro ogni azione che umilia la condizione umana che noi, pacificamente, ci stiamo battendo. Altrimenti tradiremmo le parole di Vittorio Arrigoni  "restiamo umani" nel nome delle quali la Flottilla partirà. Sarebbe bello, per concludere, che ci incontrassimo nel mare di fronte a Gaza e che ci salutassimo facendo suonare le sirene, noi delle nostre navi cargo , lei delle sue navi da guerra  e potessimo arrivare al porto di quella città  e scaricare con gli aiuti anche i sorrisi di quei volti  giovani che le raccontavo, per poter dire a quella popolazione che non è sola, non è dimenticata e che ancora vale la pena di non trasformare la disperazione in odio. Lo  so è solo un sogno ingenuo. Ma sa, sognare aiuta ad immaginare un mondo che non conosca solo morti e conflitti e quindi anche a costruirlo . Spero che anche lei ammiraglio sia capace di sognar e comunque glielo auguro di cuore. A presto.


Flc Cgil: Un APPELLO per chiedere la modifica dell’esame finale della scuola secondaria di primo grado...

I Docenti Scapigliati

Pubblichiamo un appello per chiedere la modifica del DPR 122/2009 nella parte in cui prevede la prova nazionale InValSi come parte integrante dell’esame.
Vogliamo denunciare l’ingiustizia determinata dal fatto che una singola prova (tra l’altro parziale poiché svolta solo su due materie) possa essere messa sullo stesso piano della valutazione triennale dell’alunno, distorcendo, attraverso il meccanismo delle medie aritmetiche, il processo di valutazione finale.
Invitiamo pertanto i dirigenti, gli insegnanti e i genitori a sottoscrivere questo appello, affinché il regolamento venga modificato e la valutazione finale degli alunni possa tornare ad essere rispettosa del percorso di studi.
Gli appelli sottoscritti e inviati alla FLC CGIL, verranno pubblicati sul sito http://www.idocentiscapigliati.com


Al Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca
On. Mariastella Gelmini
Al Presidente della Camera dei Deputati
On. Gianfranco Fini
Al Presidente del Senato della Repubblica
Sen. Renato Schifani
Al Presidente della Commissione Istruzione Pubblica
e Beni Culturali del Senato
Sen. Guido Possa 
Al Presidente della Commissione Cultura,
Scienza e Istruzione della Camera dei Deputati
On. Valentina Aprea

APPELLO SULLE MODALITA’  DI SVOLGIMENTO E DI VALUTAZIONE
DELL’ESAME FINALE DELLA SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Noi sottoscritti insegnanti, dirigenti scolastici, genitori, denunciamo l’incongruenza pedagogica e normativa del meccanismo globale per la costituzione del voto finale dell'esame di Stato della Scuola secondaria di primo grado, previsto dall'art. 3 del DPR 122/2009, e successivamente esplicitato nelle C.M. 49 del 20/5/2010 e C.M. 46 del 26/05/2011.
Tale normativa e le successive indicazioni chiarificatrici a mezzo circolare risultano incoerenti con le  finalità e procedure pedagogiche, più volte indicate dallo stesso Ministero per la Scuola secondaria di primo grado e per l’intero ciclo primario, per quanto attiene la prescrittiva media aritmetica tra giudizio d’ammissione, prove scritte e prova nazionale InValSi, e l’ opportunità che la stessa prova InValSi costituisca parte integrante dell’esame stesso.
Denunciamo quindi la vera e propria ingiustizia che viene perpetrata laddove un voto di ammissione, che rispecchia una valutazione di tre anni ed un percorso globale, individualizzato e personalizzato, che ha attraversato gli otto anni del ciclo primario, è messo sullo stesso piano di una singola prova scritta o di una prova orale. Denunciamo questa inammissibile distorsione della prassi valutativa, in quanto l’elaborazione di un giudizio che tenga conto dell’insieme delle reali competenze acquisite dallo studente, come richiesto dallo stesso Ministero, non può “basarsi su calcoli di tipo statistico”, a maggior ragione in un esame rivolto a studenti e studentesse al termine del ciclo primario.
Siamo altrettanto convinti che la prova nazionale predisposta dell’INVALSI debba ritornare alla sua funzione originaria: quella di supporto alle scuole per individuare punti di forza e di debolezza dell'attività educativa.
Al contrario tale prova, inserita nell’esame conclusivo del ciclo primario, lo stravolge completamente, dando solo l’illusione di una sorta di uniformità a livello nazionale. Riguarda solo 2 materie su 12 (e solo 1/3 delle ore di lezione), turba e altera il rapporto fra studenti-esaminandi e docenti-esaminatori,  distorcendo anche l’immagine dello stesso InValSi .
Al riguardo, evidenziamo che, aldilà di qualsiasi considerazione sulla attendibilità e sulla qualità dei test,  e dei loro  correttori, e sulla valenza di una valutazione nazionale decontestualizzata da differenti retroterra culturali e linguistici, livelli d’ingresso individuali, percorsi individualizzati e personalizzati, le prove InvalSi a tutt’oggi prevedono modalità e tempi di svolgimento assolutamente incongrui con l’età degli esaminandi, costringendo gli stessi ad una frenetica applicazione mentale, in tempi ristrettissimi, su molteplici livelli, completamente diversi e lontani tra loro.
Modalità e tempi forse adeguati ad un adulto, sicuramente non ad un preadolescentente, men che meno ad un esame conclusivo del ciclo primario. L’aver prolungato di un quarto d’ora il tempo a disposizione e l’aver invertito lo svolgimento delle due prove non possono certo mitigare sostanzialmente il problema.
Di conseguenza, la prova InValSi non può e non deve far parte delle prove d’esame.
Per finire, va considerato che, con ben tre o quattro prove scritte, una prova nazionale Invalsi che insiste sempre su lettere e matematica (già valutati in altre singole prove scritte) ed un  colloquio d’esame, gli esami conclusivi del primo ciclo di istruzione risultano più impegnativi di qualsiasi altro esame dell’ordinamento scolastico e non rispecchiano tempi e modalità pedagogiche proprie di tutto il ciclo primario.
Per queste ragioni chiediamo che tale ingiusto meccanismo venga radicalmente modificato, che la prova InValSi non faccia parte delle prove d’esame e che sia garantita agli alunni e alle alunne una valutazione finale che rispecchi realmente il loro percorso di studi.


PETIZIONE contro la privatizzazione del SOSTEGNO...

DOCENTI SCAPIGLIATI


Con la presente intendiamo contrastare il DDL 2594 presentato dai senatori del PDL Bevilacqua e Gentile che propone di consegnare a privati “non meglio specificati” l’attività di sostegno agli alunni diversamente abili nelle scuole. Noi pensiamo che la presa in carico degli alunni d.a. sia compito precipuo dei docenti specializzati e debba rimanere nelle mani dello Stato, a cui la Costituzione demanda l’obbligo di rimuovere tutti gli ostacoli che impediscono l’attuazione dell’uguaglianza sostanziale dei cittadini. “Il sostegno fa molto male allo Stato Italiano. 
Quello Stato con la S maiuscola vedrebbe rinnegati 40 anni di storia, di politica e di investimenti; lo Stato Italiano dal 1975 ad ieri si è impegnato più di qualsiasi altro paese per tutelare i diritti degli allora HANDICAPPATI, oggi fortunatamente noti come diversamente abili; lo Stato Italiano ha tolto gli handicappati dalle classi differenziali per inserirli nelle classi comuni, ha previsto il sostegno didattico, ha formato gli insegnanti di sostegno, ha pensato ad accordi di programma per garantire l'integrazione del disabile nella società. Chi oggi propone di privatizzare il sostegno non può ignorare certe cose, probabilmente non le conosce affatto. Ma dal 1975 ad oggi di cosa si è interessata la classe politica che oggi fa ed appoggia queste proposte? E' l'ennesima vergogna che lo Stato Italiano (quello con la S maiuscola) subisce per colpa di chi si trova a ricoprire una poltrona per caso” (xenia dal forum orizzonte scuola”.Per concludere gli alunni d.a. sono una “risorsa” e non “un problema”. Infatti, non a caso, dopo decenni di esperienze di presenza di alunni d.a. in classe, si è arrivati a parlare di inclusione, cioè di quel fenomeno biunivoco, che consiste non solo nell’adattamento dei comportamenti degli alunni d.a. a quelli dei compagni cosiddetti “normodotati”, ma anche nell’adattamento del comportamento di questi ultimi a comprendere ed accettare i comportamenti dei primi.
qui il link della petizione: FIRMA LA PETIZIONE

venerdì 24 giugno 2011

I CITTADINI HANNO DECISO: LA GESTIONE DELL'ACQUA DEVE TORNARE PUBBLICA

COORDINAMENTO PROVINCIALE ACQUA PUBBLICA
FROSINONE


Il 12 e 13 giugno i cittadini della Provincia di Frosinone, così come la maggioranza assoluta del popolo italiano, hanno esercitato il loro diritto costituzionale a decidere.
Hanno deciso: l'acqua è un bene comune che deve essere gestito pubblicamente.
Qualunque tentativo di derubricare la volontà del popolo sovrano a “segnale” per il “palazzo” deve essere respinto e come Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica porremo tutto il nostro impegno in questo senso.
Non è più tollerabile alcun rinvio: il contratto con ACEA ATO5 S.p.A. Deve essere risolto per colpa ed il gestore deve essere chiamato in giudizio a rispondere del proprio operato.
Nei prossimi giorni daremo voce al 58% dei cittadini della provincia di Frosinone incontrando il Presidente Iannarilli e chiedendogli conto dei passi necessari a dare soddisfazione alla volontà popolare.
Il Coordinamento Provinciale Acqua Pubblica accoglie con soddisfazione la recente SENTENZA DEL TAR sentenza del TAR, ricordando come già un anno fa richiedeva la definizione delle corrette tariffe per l'oggi e per il pregresso, rilevando che, a termini di legge e di contratto, le tariffe applicabili per gli anni dal 2006 al 2010 siano nettamente inferiori a quelle provvisorie del 2005, come dimostrato senza tema di smentita nel dossier che producemmo allora (e che rialleghiamo).
Rilevato peraltro come le tariffe per il 2011 non potrebbero comunque essere definite retroattivamente (errare e umano, perseverare è diabolico), nessuno pensi che il nuovo Piano d'Ambito possa essere determinato nelle “sacrestie” di uffici squalificati, mercanteggiando accordi indecenti sulle spalle dei cittadini.
Il Piano d'Ambito, prima e a monte delle determinazioni tecniche (e di competenze tecniche, il Coordinamento non difetta!) si fonda su scelte politiche ed amministrative che attengono al campo della democrazie. Se non i Sindaci, i cittadini hanno indicato la loro volontà di partecipare: questo è il primo passo verso la gestione pubblica di un bene comune indispensabile alla vita come è l'acqua.

Una manzurka da una botta e via

Luciano Granieri


La Guazza di San Giovanni è una festa che la Società Operaia di Mutuo Soccorso di Frosinone organizza da tempo immemore. L’acqua di San Giovanni secondo una antica tradizione, è un liquido benefico ricavato dall’infusione  di foglie e fiori  che restano nell’acqua dalla sera del 23 giugno fino al giorno dopo. Per rinnovare  questa antica tradizione, la Società Operaia di Mutuo Soccorso organizza ogni anno una festa, un evento che nel nome della Guazza  consente  di aggregare il popolo ciociaro intorno ad enormi tavoli, dove si mangia, si beve, si ascolta musica, si balla, ci si diverte insomma. Questa festa pur nella sua goliardia non perde mai occasione di porre all’attenzione della cittadinanza i problemi della società. Anche quest’anno il programma lasciava ben sperare . Oltre la Guazza motivi per festeggiare ce ne erano diversi determinati in particolar modo dal nuovo vento di libertà che si è alzato dopo  i referendum e le  ultime amministrative. Il programma sembrava adeguato. Concerto dei nostri amici I Disamistade, una fantastica band  che ripropone i brani di Fabrizio De, e un gruppo di artisti che avrebbero dovuto coinvolgere i bambini nel dipingere su enormi cartoni. Poesia, creatività, impegno sociale, questi erano i temi che pur nell’atmosfera festosa avrebbero dovuto alimentare discussioni e riflessioni.  NON E’ ACCADUTO NULLA DI TUTTO QUESTO. Forse abbiamo sognato,  ma abbiamo visto  Antonio Merini, Lamberto Infurna, Roberto Ceccarelli e Francesco Fiaschetti cantare De Andrè . Li abbiamo visti arrabbiarsi quando una signora ha chiesto loro di suonare più piano perché non riusciva a dialogare con i vicini di tavolo  , abbiamo raccolto la loro incazzatura quando  gentilmente sono stati invitati a farsi d parte per lasciare spazio alla MUSICA DA BALLO.  Allo stesso modo  forse abbiamo sognato vedendo  Rocco Lancia, Luciana Lisi e altri artisti, che volevano dipingere assieme ai bambini. FORSE ABBIAMO SOGNATO. Perché la realtà ha rimandato ad una serata affollata da attempati  e approssimativi ballerini che piroettavano attenti a non perdere i passi spinti dalle note del duo Gianni e Pinotto. Un sodalizio (chitarra tastiere)  che a suon di Rumba Cha cha cha e  MANzurka (avete letto bene  con questo nome è stato presentato il ballo)  ha traghettato l’atmosfera da una  sana espressione popolare ad un  desolante  populismo pecoreccio. Da un’associazione così storica che porta il nome impegnativo di Società Operaio di Mutuo Soccorso non ci saremmo aspettati un tale sbracamento, ma soprattutto non ci saremmo aspettati il modo in cui I Disamistade e i pittori invitati sono stati trattati. Ridurre le musiche e la poetica di De Andrè a semplice intrattenimento mentre ci si ingozza di pasta fagioli e lumache ci pare francamente troppo. Se l’intento era quello di organizzare una festa sotto l’implacabile egida delle scuole da ballo, forse si sarebbe potuto evitare di invitare giovani  musicisti e artisti per poi metterli da parte come una ciabatta vecchia  sacrificata al Dio della MANZURKA. Se quello era il proletariato di ieri e anche di oggi, allora ha pienamente ragione  il nostro amico Daniele Sape quando afferma che “Il proletariato è stata la rovina della rivoluzione”. Nel video al  sogno de  I Disamistade, subentra l’incubo della MANZURKA,  ed infine ritorna il sogno dell’abilità pittorica di Luciana Lisi. Come in tutti i nostri filmati  la musica gioca un ruolo importantissimo. Nel video suonano tutti musicisti nostri  amici, oltre a I Disamistade che aprono il filmato, dopo la desolanti immagini da ballo ,   Flowers Shop, un brano del grande jazzista e nostro amico, il  sassofonista  Mauro Bottini, accompagna la performance di Luciana Lisi. In Flowers Shop, pezzo tratto dall’ultimo cd di Mauro “Self Portrait “  oltre a Bottini che suona il sax tenore e il clarinetto si ascoltano: Stefano Micarelli alla chitarra, Paolo Tombolesi al pianoforte, Massimo Moriconi al basso, Massimo Manzi alla batteria

P.S
Ci scusiamo con il duo Gianni e Pinotto che abbiamo abbastanza maltrattato. Il nostro è stato sicuramente un eccesso, perché comunque ad ogni musicista che decide di esibirsi con passione dal vivo si deve MOLTO MA MOLTO  rispetto.   



l' INSOGNATA,LE PROF TRENTENNI E.....il prof so tutto io....

Fausta l'insognata Dumano


 IERI MATTINA, pausa caffè e sigaretta, una discussione animata, un gruppo di prof trentenni, donne , discutono animatamente con un signore cinquantenne, l' insognata pensa che il discutere così animato sia legato  alla scoperta che la pensione è ormai utopia (67 anni), oppure i recenti scontri fuori da MONTECITORIO...... SORPRESA L' UOMO con una sua massima è riuscito a scatenare l' universo femminile.lo guarda bene, lo riconosce un prof esperto di precariato, vissuto sulla sua pelle, tanto da raccontarlo in un libro ''MA COME FANNO LE MOLTE PROF TRENTENNI A CORREGGERE IL COMPITO DI STORIA SUGLI ANNI 70?????'' SE UN ALUNNO STRAPARLA DI TORA TORA O DELLA ROSA DEI VENTI, DELLA STRATEGIA DELLA TENSIONE O DEL GOLPE BORGHESE, DEGLI ALUNNI DEL SOLE GLI DANNO OTTO SULLA FIDUCIA???OPS, per la paletta per poter correggere un tema di storia bisogna averla vissuta sulla propria pelle, altro che studiarla sui libri. Gli unici studenti in ITALIA, che hanno potuto fare bene  il tema di storia sono i suoi, perchè pur sottraendo qualche ora al suo programma di diritto, lui ha inquadrato la costituzione in quegli anni, la sua autoreferenzialità gli permette di stabilire che solo lui lavora bene, lui IL FIORE DI ZUCCA in mezzo ad un campo di rape.Qui non si discute che le ore di storia sono insufficenti, che i programmi dovrebbero avere una scansione diversa, ma della unica bravura perchè ha vissuto quegli anni Di conseguenza per correggere una versione di SENECA, BISOGNA CERCARE UN SUO COMPAGNO.Secondo questa logica una prof trentenne , ma neanche sessantenne potrebbe correggere un tema sul 48, sulla rivoluzione francese, per insegnare storia antica bisogna riesumare l' uomo di strada, che l' ha vissuta......Meno male che c'è BRANCATISANO a salvare questa scuola così bistrattata piena di prof trentenni ignoranti, tornate a casa a fare la calzetta e se proprio non potete PER DIANA è una dea si può insultarla studiate, mica potete lasciare tutto sulle spalle del poveroVINCENZO.....CHE  a differenza dell' insognata e di GWNY PLANE era un enfante prodige...quando fu varato lo statuto dei lavoratori  lui aveva dieci anni , gli altri lo conoscono perchè l' hanno studiato, lui l' ha vissuto, poi il BLOODY SUNDAY, LA GUERRA DEL KIPPUR, CHE PIACEVOLI SERATE A DODICI ANNI davanti ad una bevanda analcolica a parlarne....il colpo di stato cileno certamente era come se stesse li....rapimento MORO, quante competenze storiche si può vantare a diciotto anni....avendo vissuto quegli anni E VIVA I CINQUANTENNI, CHE HANNO MASTICATO STORIA E POLITICA FIN DALLA TENERA età,,,,al diavolo gli altri....l' insognata è pacifista, ma sente un prurito alle mani.....ma dove stanno poi a scuola tutte queste prof trentenni????se l' età media, dati pubblicati è ormai di prof 50enni??????Proprio mentre sta per volare la tazzina di caffè, arriva IL MITICO FABIETTO, LUI SE LA GODE LA PENSIONE.....''UNO STUDENTE MI HA DETTO :''IO MI FACCIO I CAZZI MIEI, LA STORIA SI FA I CAZZI DEGLI ALTRI, PER QUESTO NON STUDIO LA STORIA........CHE FICCANASO SONO I PROF......CRESCIUTO NELL' ERA BERLUSCONIANA ANCHE LUI VIVE IL SUO TEMPO........NON COMINCIATE CON LA SOLITA STORIA CHE FANTASIA CHE TIENE L' INSOGNATA TENGO I TESTIMONI, VEROGWNY PLANE?????

La festa dell’Unità di Roma secondo il Pd

http://comunicazionedigenere.wordpress.com

Come promuove il Pd la festa dell’unità di Roma 2011?


Con l’ennesimo manifesto che va a mercificare il corpo di una donna:
Cambia il vento” recita lo slogan del manifesto per invitare la popolazione a seguire il popolo di sinistra.

Ritroviamo la solita donna-oggetto, senza una testa, senza un’identità con in mostra le sue bellissime gambe.
Le reazioni e le proteste per fortuna non si sono fatte attendere, soprattutto quelle del comitato “Se non ora quando” che hanno chiesto il ritiro della campagna, esprimendo sconcerto per l’immagine utilizzata e dichiarando :” L’abbinamento fra lo slogan e l’ennesima immagine strumentale del corpo femminile ci lascia stupite e attonite, il comitato protesta ancora una volta di fronte all’uso del corpo delle donne come veicolo di messaggi che nulla hanno a che fare con esso”.
Il Pd non è nuovo però a queste polemiche, anche l’anno scorso infatti aveva tappezzato la città con manifesti che vedevano una svampita Miss rappresentante dell’Italia:


Il manifesto suscitò polemiche e la deputa Paola Concia si pronunciò in merito definendolo di “una stupidità alluncinante”.

Ma anche nella promozione del proprio giornale, l’Unità, non riescono a trovare di meglio che un corpo femminile, pur mettendolo in contrapposizione con delle parole che secondo me non vanno ad offendere la dignità femminile, però mi domando: perché noi donne con tutte queste belle caratteristiche elencate dobbiamo essere rappresentate da un sedere chiuso dentro una succinta minigonna?
Per l’Unità siamo rappresentate da un sedere, non possediamo né una testa né un viso, la nostra identità sono un sedere e due belle gambe.
Ecco la pubblicità in questione , che risale al 2008, e che suscitò polemiche:

Questa campagna fu affidata a Toscani, discusso fotografo che per quanto mi riguarda è più famoso per il fatto di giocare sulla provocazione e sullo scandalo che per quello che dovrebbe rappresentare : un’artista della fotografia.

Per un paese inflitto dalla piaga del bunga bunga, ci mancavano solo i manifesti che rappresentano una festa come “l’unità di Roma” con una donna oggetto.
Pin@

fonti:

Repubblica

il salvagente




Ringraziamo Daniele Sepe per i video

giovedì 23 giugno 2011

Invalsi: la scuola non finisce mai... di stupire

di Maria Rosa Panté *

Quando sento parlare di tagli alla spesa pubblica rabbrividisco.
Perché so che il governo Berlusconi comincerà dalla scuola (e a seguire da tutti i servizi per i cittadini). Continueranno e si intensificheranno i tagli ai docenti, al personale ATA...
Minori spese disse una volta la Gelmini, su suggerimento di un suo collaboratore. Intanto i primi risultati della scellerata politica sono: più alunni per classe (fino a oltre 30 in barba a ogni norma di sicurezza) e meno docenti, cioè più ignoranza e più disoccupazione. Forse il governo pensa: meglio sudditi ignoranti che cittadini formati e informati, meglio lasciare a casa i docenti che son tutti di sinistra e non son voti persi per noi. (Sono cose già dette, ma giova ripeterle).
Quando sento parlare di ricorsi vinti, mi sento rattrappire.
Perché so che il governo Berlusconi è ontologicamente illegale. E infatti se la normativa europea prevede che dopo tre anni di precariato, ove sia dimostrata l'utilità del precario, questi debba essere assunto a tempo indeterminato, se anche un tribunale ha accolto i ricorsi di tantissimi docenti precari, subito spunta un decreto, nel calderone dei decreti, che annulla questa norma e che verrà approvato col voto di fiducia. E l'Europa? Speriamo che l'Europa non stia a guardare. Ma si sa l'Europa esiste solo per le guerre e la finanza che spesso sono un tutt'uno.
Quando sento dire basta con le classi pollaio (cioè sovraffollate), ancora una volta il ricorso di docenti e genitori è stato vinto, mi si gela il sangue.
Perché so che ignorare la legge è facile e questo governo sguazza negli escrementi della sua illegalità e nonostante il Consiglio di Stato abbia respinto il ricorso del Ministero dell'Istruzione, le classi per qualche miracoloso ulteriore decreto saranno ancora di oltre 30 persone e molti docenti, nonostante i numerosi anni di servizio, si ritroveranno a cambiare istituto, città, luogo di lavoro, in un precariato perenne. E fortunati loro che ancora hanno il lavoro!
Quando la Gelmini (esempio massimo secondo me di proterva ignoranza) parla di merito mi si rizzano i capelli.
Han pestato tanto per il merito nella scuola, han pensato di far passare il merito attraverso la valutazione delle prove Invalsi (test per gli studenti che sondano le loro conoscenze in varie materie), gli insegnanti si sono ribellati, molti hanno pensato che lo facessero perché “nessuno mi può giudicare”. Può darsi, ma quest'ultima notizia, secondo me, rende giustizia alle proteste dei docenti. Dunque prove Invalsi per l'esame di terza media. Docenti che correggono secondo le indicazioni del Ministero i test. Finito il lavoro arriva una mail: “Scusate abbiamo sbagliato, si devono correggere le griglie di valutazione”. Insomma tutto da rifare.
Chi adesso potrà convincermi che devo affidare a gente così la valutazione del mio merito? Chi valuta il loro, a cominciare dal Ministro della Pubblica Istruzione?
E così quando sento parlare di scuola mi cadono le braccia, lo sconforto mi prende e lo sgomento. Ma queste scelte scellerate si pagano, ad esempio a Milano credo che anche la rete dei docenti e dei genitori, molto forte e attiva, abbia aiutato a cambiare rotta nel governo della città.
È ora che il famoso vento cambi anche per la scuola. E che sia impetuoso!

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* Maria Rosa Panté
Vive a Borgosesia (prov. di Vercelli) ed è insegnante. Collabora ai siti www.personaedanno.it; http://www.bibliomanie.it;/ Voci del verbo insegnare (Istituto Gramsci di Bologna); alla rivista online Griselda dell’Università di Bologna. Occasionalmente scrive per altre riviste soprattutto online. Ha pubblicato, nel 2004, una raccolta di liriche (...)

Manganello Day

Luciano Granieri

Stasera presso la società operaia di Frosinone  ci sarà una festa per celebrare la vittoria dei 4 SI  ai referendum. Fra le ultime amministrative e la tornate referendarie il popolo ha veramente molto da festeggiare.  Ci troviamo davanti a  successi  maturati grazie al coinvolgimento dei movimenti, della rete, pratiche propedeutiche ad un sistema di democrazia partecipata. Incubo che ritorna per l'èlite dopo 10 anni,  dai fatti del G8 di Genova. Ma  mentre il popolo festeggia, governo e poteri forti stanno già assemblando gli anticorpi per neutralizzare le decisioni   sancite  dalle urne. Spunta L' AGENZIA PER L'ACQUA,  un organismo pubblico di nomina politica che dovrebbe regolare il mercato il quale, non verrà mai tolto dalle mani delle multinazionali.  Con questa ennesima truffa il governo tenta di superare ciò che i due quesiti sulla distribuzione idrica  hanno ribadito e cioè che l'acqua "BENE COMUNE" non può essere gestita da privati né costituire oggetto di profitto. E' iniziato un sordido piano di sabotaggio sulla politica che il neo sindaco di Napoli De Magistris sta attuando per lo smaltimento dei rifiuti. Il governo ha bloccato il provvedimento  che prevedeva lo stoccaggio di rifiuti  in discariche site fuori dalla  Campania, la camorra minaccia i cittadini di interi quartieri, affinché non effettuino la raccolta differenziata. La stessa camorra insozza le strade con altri rfiuiti portati da fuori tramite convogli scortati dalle forze dell'ordine . Insomma   la controrivoluzione è già in atto anche in forma violenta, basta vedere come è andata a finire,  nei giorni scorsi, la protesta dei precari di fronte a Montecitorio. In altre parole sta accadendo che la voglia di democrazia espressa dallo'esito  dei referendum e delle amministrative, sta subendo un violento e subdolo  attacco dai centri di potere sconfitti dal POPOLO SOVRANO. Quando le èlite si sentono minacciate dalla vera democrazia si incattiviscono e incattiviscono i loro organismi di controllo, leggi forze dell'ordine. Non è dunque finita. Prepariamoci  a scendere di nuovo in piazza per contrastare una controrivoluzione violenta e vigliacca. Purtroppo prevediamo che i manganelli torneranno a sferzare l'aria e ad abbattersi sui manifestanti. In previsione di quanto probabilmetne  avverrà, proponiamo il video che segue. IL TEMPO DELLA RESISTENZA NON E' FINITO, anzi si farà ancora più aspro.




Come operano le forze dell'ordine durante una manifestazione? Manganellate e terribili pestaggi a discapito di inermi e indifesi cittadini che manifestano il proprio pensiero e opinione pacificamente. Un video scandaloso che narra della vigliaccheria, del servilismo e dell'abuso di poterein Italia, non più repubblica ma ormai regime inoltrato.


Premonitore di un evento di portate colossali. MANGANELLO DAY... STAY TUNED!

Maturità - Ottimi temi, dove si studiano?

Alessandro Robecchi da "il manifesto"


Non so se qualcuno abbia già avvisato l’Onu, ma il caso di tortura di massa perpetrato ieri ai danni di alcune decine di migliaia di giovani italiani non dovrebbe passare inosservato alle associazioni umanitarie. I temi di maturità sono sempre una buona occasione per tracciare lo stato dell’arte e da essi si possono evincere molte cose. Per esempio quale sia l’abilità degli studenti nell’uso delle nuove tecnologie (essi vengono perquisiti severamente prima dell’esame, anche se su Twitter si sapeva già molto prima delle nove), o cosa diavolo si fumano al ministero dell’Istruzione. A giudicare dai temi di ieri, roba buonissima. Ungaretti, per dire. Bella traccia, niente male: una poesia minore di un autore che di solito non si raggiunge con il programma nemmeno se il professore corre i cento metri come Bolt. In questo caso tutti pensano: mi salverà il tema storico. E anche qui, sorpresona: una lunga analisi di Hobsbawm sul “secolo breve”che però svisa negli anni Settanta, una di quelle cose di cui in un liceo non si parla quasi mai, se non per dire che gli anni di piombo, la violenza, la droga, eccetera eccetera. Insomma, molto scivoloso. A meno che uno non abbia fratelli maggiori, genitori particolarmente inclini all’amarcord o una sua speciale predisposizione, gli anni Settanta sono quelli che precedono gli Ottanta, un decennio incominciato trent’anni fa e ancora in onda sulle reti Mediaset.
Stupisce insomma, che l’esame non si sia tenuto con speciali divise arancioni e in recinti sorvegliati, stile Guantanamo. Ma poi, per magia, ecco la traccia su Fermi: siamo abbastanza sicuri che Fermi l’avrebbe svolta decentemente. Per quanto riguarda il tema politico, quello su destra e sinistra, lodevole l’intenzione. Per anni ci siamo sentiti dire che destra e sinistra erano concetti superati, fesserie, scemenze, invenzioni dei comunisti e la frase più in voga era “io non sono né di destra né di sinistra”. Ora, di colpo, riecco quelle vecchie, care categorie. Ma anche qui, urge un’azione umanitaria, perché nei materiali allegati alla traccia vengono fornite – insieme alle sagge e nobili parole di Bobbio – anche frasi celebri di Veneziani e Panebianco. E’ un chiaro caso di mobbing e molestia: costringere un ragazzo non ancora ventenne a leggere un pensiero di Veneziani – e metterlo sullo stesso piano di Bobbio, perdipiù – pare puro sadismo. Forse uno scherzo della Gelmini, forse nato da uno scarabocchio della ministra, di quelli che si fanno mentre si sta al telefono, magari con Bisignani, perché no?E poi, eccoci qui! Amore, odio, passione! Per fortuna che c’era Klimt, dato che con quel titolo ci si aspettava la Santanché.Restano due temi assai complessi. Il primo, di ambito scientifico-social-culinario, si occupa di cibo. Siamo quel che mangiamo? Ecco un tema che non si potrebbe svolgere che so, nel Darfur o in altri posti dove da mangiare non c’è niente, ma che qui risulta assai interessante. E poi, salvezza di tutti quelli che delle tracce precedenti non hanno capito nulla, la vecchia frase di Andy Wharol, quella sul fatto che “Ognuno può essere famoso per quindici minuti”. Giusto, chiedetelo a Lele Mora e ve lo dirà anche lui. Magari nell’ora d’aria.

Appello del consiglio comunale di Napoli al Presidente della Repubblica

La Milano di Pisapia,  Aut-Frosinone

CHIEDIAMO CORTESEMENTE a tutti coloro che leggono questo blog di contattare l'ufficio della Presidenza della Repubblica Italiana al seguente link https://servizi.quirinale.it/webmail/ copiando la lettera (che segue) del Consiglio Comunale di Napoli pubblicata oggi in data 22 giugno 2011.Il Presidente del Consiglio comunale Raimondo Pasquino ha convocato stasera, con i Vice Presidenti Coccia e Frezza, tutti i capigruppo consiliari per un esame della questioni rifiuti in Città.

I rappresentanti dell’intera Assemblea consiliare hanno firmato ed inviato al Presidente della Repubblica On. Giorgio Napolitano una nota i cui testo si trascrive integralmente.

N.B
Riempire tutti i campi e in particoar modo indicare la propria Mail per ottenere la risposta di messaggio inviato


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“Signor Presidente,
ci rivolgiamo a Lei in quanto ha più volte dimostrato e dichiarato di avere particolarmente a cuore l’interesse della città di Napoli.

Le strade della nostra città versano in condizioni disperate, come è anche ampiamente documentato da molteplici servizi giornalistici, sia su carta stampata che in televisione. Quello che è stato meno ricordato è, invece, il complicato meccanismo di competenze e responsabilità dei diversi Enti in materia rifiuti.

L’Amministrazione comunale, appena insediatasi, ha sollecitato la costituzione di un tavolo istituzionale presso la Prefettura per arginare l’emergenza già nel breve termine ma, perchè sia efficace, è necessario l’intervento, con decreto legge, del Governo affinché si permetta il trasferimento fuori regione dei rifiuti, principalmente quelli che giacciono da giorni nelle nostre strade.

Siamo molto preoccupati poiché, dopo un rinvio di detto decreto, quest’atto è completamente scomparso non solo dall’agenda politica ma anche dall’attenzione dei media.

Le chiediamo, quali Consiglieri dell’assemblea cittadina, di sollecitare il Governo circa la gravità delle conseguenze di questo rinvio che, senza alcuna esagerazione, può portare ad una vera situazione di emergenza sanitaria ed economica nella terza città della Nazione.”
Il Presidente del Consiglio Comunale di Napoli : Raimondo Pasquino








mercoledì 22 giugno 2011

IL GOVERNO ALLO SBANDO NON SOPPORTA IL DISSENSO - CARICATA A FREDDO LA PROTESTA A MONTECITORIO

Piero Bernocchi  portavoce nazionale COBAS



Un governo allo sbando, delegittimato dal grandioso voto referendario del popolo italiano, si è preso una meschina rivincita questa mattina facendo caricare a freddo, senza alcuna giustificazione, la manifestazione di protesta che l’alleanza sociale e sindacale “Roma Bene Comune”, che raggruppa numerose strutture e organizzazioni romane tra le quali i COBAS, aveva indetto contro le politiche governative nella città e nel Paese e per la difesa del diritto al lavoro e alla casa, dei beni comuni e degli spazi pubblici.
La manifestazione era assolutamente pacifica ed esprimeva la rabbia popolare con slogan, striscioni, canti ironici e sbeffeggiamento della squallida congrega che, nel contempo, rappattumava i cocci governativi e fingeva di essere in ottima salute grazie al millesimo voto di fiducia strappato da Berlusconi ad una genia di parlamentari succubi e servili. Dunque, l’aggressione non può avere alcuna giustificazione, e rivela la vendicativa e isterica crisi di nervi che ha attraversato l’aula parlamentare e il governo Berlusconi.
Oltre alle “forze del disordine” in divisa, hanno agito anche alcune persone, non meglio identificate, in borghese che si sono scagliate a più riprese contro alcuni manifestanti. La risposta è stata comunque lucida e forte: dalla piazza è partito un corteo che ha portato la protesta per le strade del centro di Roma, aumentando via via il numero dei partecipanti, che poi sono successivamente tornati, una volta calmatesi le intemperanze poliziesche, a Montecitorio. E’ questo l’ennesimo segnale del fatto che il governo Berlusconi è oramai in netta minoranza nel Paese ed è allo sbando: ma nostro compito ora, sulla spinta del successo referendario e dell’ondata popolare in difesa dei beni di tutti/e e per tutti/e, è quello di porre fine al berlusconismo, alla folle idea, dominante anche nel centrosinistra, che si possa uscire dalla crisi con le privatizzazioni, il massacro della scuola e della sanità pubblica, dei beni comuni, del diritto all’abitazione e al reddito, alle pensioni, ad un salario decente. Dopo trenta anni di craxi-berlusconismo, facciamo vincere il “noi” sull’”io”, la solidarietà e la giustizia sociale sull’arrivismo, sulla competizione individuale sfrenata, sulla corruzione e la politica politicante. Paghi la crisi chi non l’ha mai pagata e chi ne ha tratto ulteriore ricchezza per sé e per la propria banda!



Un tuffo nella monnezza

Informare ControInformandoNewS 



Ecco l'ennesimo atto vandalico della camorra nei confronti di Napoli e dei napoletani. Via Toledo sommersa dai rifiuti trascinati con teloni dai Quartieri Spagnoli. Durante l'atto vandalico erano presenti Polizia Municipale e Polizia di Stato che non hanno mosso un dito per fermarli,ma l'hanno fatto col sottoscritto provando a sottrarmi la fotocamera con la quale ho ripreso queste immagini.
Non lasciamo De Magistris,Napoli e i napoletani Onesti soli... Uniti si può ! Combattiamo insieme la camorra ! La camorra è una montagna di merda !




La mobilitazione popolare generale è la leva per risolvere l’emergenza rifiuti
da   http://napoli.indymedia.org



Napoli è disseminata di cumuli di rifiuti, maleodoranti e malsani che con l’aggravante delle temperature estive rischiano di travolgere la popolazione con epidemie di salmonella e colera; un allarme sanitario che si somma al disastro ambientale determinato dalle innumerevoli discariche legali e soprattutto illegali disseminate su tutte la regione dove per decenni sono stati sversati veleni industriali d’ogni genere provenienti dal nord e dal resto d’Europa. Una devastazione che da un lato ha arricchito imprenditori dello smaltimento dei rifiuti, Criminalità Organizzata e personaggi istituzionali della Protezione Civile e degli Enti locali compiacenti con mazzette cospicue in cambio di silenzi e coperture; dall’altro ha reso il nostro territorio il più esposto del continente a mortalità per tumore, avvelenando terra, acqua, animali e cibo.
In questi anni sono nati ovunque comitati di lotta di cittadini di diversi territori che hanno combattuto in difesa della salute pubblica, conducendo vere e proprie contro aperture di nuove discariche, inceneritori, depositi di rifiuti chiamati “ecoballe”. Da Pianura a Terzino, da Chiaiano a Quarto, da Taverna del Re a Serre, lavoratori, studenti, pensionati, casalinghe si sono sollevati in difesa della terra e del futuro delle nuove generazioni. In questi giorni di nuovo ad Acerra e a Caivano popolazione ed amministrazione locale sono scese in strada per impedire l’ennesimo stupro: l’apertura di nuovi depositi. Sono nate Assise scientifiche autonome dai poteri istituzionali e non per studiare cause, effetti e soluzioni a questa devastazione. I disoccupati e precari organizzati in lotta da anni per un lavoro onesto e formati da anni per la pulizia ambientale hanno realizzato “scioperi al contrario” per realizzare sgombero delle strade da sporcizia varia e raccolta differenziata, a dimostrazione che sono competenti per essere impiegati immediatamente e che l’unica ragione per cui non si avvia una soluzione per l’emergenza rifiuti è l’assenza di una precisa volontà politica volta a tutelare le speculazioni affaristiche e politiche sul diastro ambientale in Campania.

La risposta a questa grande mobilitazione di civiltà e di cittadinanza attiva da parte di chi ha governato e governa sono state solo cariche selvagge su manifestanti, arresti, denunce e criminalizzazione. I roghi dei rifiuti in diverse zone della città e dell’hinterland sono frutto in parte dell’esasperazione della cittadinanza, in parte sono azioni compiute dalle stesse mani armate durante la campagna elettorale per accoltellare e picchiare studenti dei collettivi universitari e manifestanti pro De Magistris; la regia occulta su cui indaga la Digos è un segreto di pulcinella: l’intenzione è quella di rendere ingovernabile la città alla nuova giunta e i raid di questi giorni fanno il paio con il muro del governo Berlusconi, ormai alla frutta e ricattabile su tutti i fronti, sul decreto necessario a sbloccare i fondi per tamponare almeno la situazione.
De Magistris e il suo vice, anche assessore all’ambiente, stanno arrovellandosi per districarsi in questa difficile situazione: studiano carte e preparano richieste straordinarie all’Europa, consultano esperti ed ascoltano qualche comitato ambientalista, ricevono una delegazione di disoccupati organizzati in presidio a palazzo San Giacomo, progettano di partire subito con la raccolta differenziata anche se solo in alcune zone della città, denunciano la strumentalizzazione politica da parte del governo….ma questo non è e non può essere sufficiente! Questo modus operandi in cosa si differenzia dalla gestione della precedente giunta Iervolino? La decantata “democrazia partecipata” non è certo concedere udienza ai comitati attivi sul territorio nel lotte ambientali e nella lotta per il lavoro! L’unico effetto che si sortisce è di dare un’immagine “più di sinistra, più democratica” alla giunta, ma non certo quello di risolvere alcunché! Se De Magistris, Sodano e il resto della giunta pensano di risolvere in questo modo l’emergenza rifiuti, continueranno a dimenarsi per parare i colpi bassi del governo e della Criminalità Organizzata da un lato e dall’altro le mancate risposte a chi si è mobilitato per sostenere la svolta politica della città e che da sempre si mobilita in difesa del territorio e più in generale dei diritti della maggioranza, provocheranno una giusta reazione di mobilitazione popolare contro una giunta “fintamente di nuovo tipo”! E c’è da scommettere che PD e compagnia non alzeranno un dito per correr loro in soccorso!
Se De Magistris e la sua giunta non avranno il coraggio necessario di portare fino in fondo la rottura col vecchio sistema, i possibili scenari saranno due: commissariamento del Comune per incapacità di gestione della situazione o per evitare questo lo stesso De Magistris sarà costretto a fare accordi coi vecchi poteri trasversali, vale a dire quelli tanto cari a PD e PDL, a Criminalità Organizzata e intrallazzatori d’ogni risma! In entrambi i casi la mobilitazione reazionaria avrà terreno favorevole a mettere una parte della popolazione contro l’altra e già in questi giorni la popolazione di Acerra e di Caivano sono state costrette a schierarsi contro “la monnezza dei napoletani”! I cittadini di Napoli est, dove Caldoro e compari vorrebbero far sorgere il nuovo inceneritore non sazi del malfunzionante inceneritore di Acerra, contro il resto della città.
Per evitare tutto questo bisogna passare dalla resistenza all’attacco!
Invece che fare accordi al ribasso con Caldoro, De Magistris deve prendere una posizione pubblica chiara in merito allo sciopero al contrario realizzato il 12 giugno scorso dai disoccupati organizzati sotto il palazzo della Regione Campania e spingere anche così per il loro immediato impiego!
Il sindaco deve chiamare ad un incontro pubblico tutti i comitati ambientalisti e le assisi scientifiche, per discutere i progetti che già esistono e che servono per risolvere l’emergenza e bonificare il territorio. Sono queste le uniche forze che possono garantire i beni comuni, che hanno dimostrato già di avere la capacità di progettazione necessaria che serve!
De Magistris deve chiamare una mobilitazione unitaria di tutti i comuni interessati e colpiti loro malgrado dall’emergenza rifiuti, cittadini e istituzioni di Acerra e di Caivano, di tutte le organizzazioni ambientaliste e di lotta per il lavoro contro le manovre criminali della Banda Berlusconi in combutta con la Camorra, per imporre un serio e realizzabile progetto di smaltimento dei rifiuti che non solo sia di prospettiva ma per il quale i fondi esistono, basterebbe sbloccarli e investirne piuttosto che farli fagocitare da rendite parassitarie di vario tipo!
Il sindaco deve chiamare un’assemblea generale dei dipendenti delle società municipalizzate che si occupano di ambiente per spiegare loro la delibera di accorpamento di queste volta a tagliare le spese dei consigli di amministrazione ed a tutelare i lavoratori, per mobilitarli a partecipare attivamente all’impresa d risanare la città!
L’assessore al lavoro, Marco Esposito in verità ben poco conosciuto dalle larghe masse in lotta per un lavoro utile e dignitoso, ancora non ha proferito parola né sui disoccupati che chiedono di essere impiegati per la raccolta differenziata e che a loro volta hanno già elaborato dei progetti allo scopo, né sui dipendenti di ASìA in agitazione. Ha il dovere non solo di esprimersi, ma di adoperarsi immediatamente per una mobilitazione di questi e di altri a sostegno di progetti per un lavoro utile e dignitoso per ogni individuo!
Gli eletti al Consiglio Comunale che fanno parte della maggioranza devono sostenere il sindaco in questa opera di mobilitazione, invece che stare a guardare e al massimo dello sforzo stare a tenere buoni i malumori degli elettori e degli attivisti che ora rivendicano il diritto a partecipare alla vita istituzionale. Ciascuno di loro ha una rete di relazioni attivata per raccogliere voti, ora si tratta di mobilitarle per sostenere il progetto di cui sono diventati rappresentanti!
Gli stessi attivisti della lista Napoli è tua che giustamente non vogliono tornare a casa ma continuare a mobilitarsi, che hanno avviato un percorso di organizzazione per poter essere incisivi nella vita della giunta e del Consiglio Comunale devono rendere immediatamente attive la Commissione Ambiente e la Commissione Lavoro per cominciare la necessaria opera di controllo sui rispettivi assessorati e contribuire alla mobilitazione popolare per sostenere i progetti esistenti per la raccolta differenziata e per il lavoro elaborati da comitati di lotta e assisi, per imporre la soluzione all’emergenza rifiuti che ci serve!
Il Movimento a 5 Stelle che ha lanciato la parola d’ordine “fiato sul collo” alla nuova amministrazione, l’USB, i COBAS, la FIOM, le altre organizzazioni popolari, la società civile devono partecipare e contribuire a questo lavoro, abbandonando velleità da gruppetto di “duri e puri”!
Questi sono i primi concreti passi per mettere in piedi un’assise popolare, partecipata da cittadini e istituzioni, volta a discutere i problemi da affrontare e soprattutto a trovare le soluzioni più adatte a risolverli. Assise popolare per la quale molti già si sono detti favorevoli e che lo stesso De Magistris ha detto di auspicare per governare in modo nuovo.
Questa è la strada da imboccare velocemente e con determinazione per evitare che De Magistris e la sua giunta finiscano riassorbiti dal sistema dei politicanti, questa è l’unica strada realistica e fattibile, che mette al centro la mobilitazione per un lavoro utile e dignitoso per ogni individuo, unica misura che rende concreta la soluzione all’emergenza rifiuti e al risanamento ambientale delle nostre terre!
Questa è l’unica via che ha De Magistris per salvare la sua giunta e il suo mandato!
Questa è la strada per evitare che il vento di riscossa popolare che ha portato alla vittoria elettorale De Magistris venga interrotto e disperso, per farlo soffiare da Napoli verso il resto del paese!


Quei finti antagonisti di Casa Pound nostalgici del fascismo, da Marinetti a Salò, amici degli antisemiti

Saverio Ferrari - Liberazione - 16/06/2011

Casa Pound, nel composito e assai articolato mondo dell'estrema destra, rappresenta certamente l'unica realtà in crescita. La scelta di non aver dato vita a un'esplicita formazione politica costretta a misurarsi sul terreno del consenso elettorale l'ha tenuta al riparo dalla crisi che sta coinvolgendo tutte le sigle del neofascismo italiano, ridotte, come nelle comunali del maggio scorso, a raccogliere risultati assai miseri. Complessivamente, da Forza nuova alla Fiamma tricolore a La Destra di Francesco Storace, sotto l'1%. Casa Pound, ben più pragmaticamente, si è connotata come associazione e si è collocata nell'orbita del Pdl e del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ricevendone legittimità, appoggi e sostanziosi aiuti. L'ultimo in ordine di tempo, l'acquisizione a quasi 12 milioni di euro del palazzo di via Napoleone III occupato da Casa Pound. La Capitale rappresenta, infatti, il luogo in cui si concentra la quasi totalità delle sue forze. Senza voler sottovalutare la situazione, i tentativi di costituire un circuito nazionale non hanno dato al momento i risultati sperati: sedi sono state aperte in diverse regioni, spesso con il supporto di esponenti locali del Pdl, ma non con la sufficiente presa nei territori di appartenenza, con adesioni più virtuali che reali nonostante il battage mediatico. Così dicasi per l'associazionismo che dovrebbe fiancheggiare Casa Pound, dalle scuole sportive ai gruppi ecologisti, a quelli escursionisti o di appassionati del paracadutismo e del motociclismo. Il proposito di aprire in forze a Napoli e a Milano, non ha portato, anche per via della mobilitazione antifascista, agli obiettivi desiderati. Un corpo dunque con una testa sproporzionata rispetto a membra ancora gracili. Questa la realtà.
Ipocritamente trasgressivi

Casa Pound gode comunque di buona stampa e considerazione, anche nel campo editoriale. Si pensi alla recente uscita per la Rizzoli del romanzo "Nessun dolore. Una storia di Casa Pound", scritto da un suo esponente di primo piano. Sulla sua natura, in questi anni, molto si è detto, anche a sproposito. C'è chi, anche a sinistra, ne ha confuso oltre misura le caratteristiche, considerando degna e utile l'interlocuzione. Si pensi alla deputata Paola Concia, al giornalista Luca Telese, fino a qualche rappresentante locale del Pd (a Varese) o di Sel (a Bari, con relativa precipitosa retromarcia, date le proteste). Sorprendente, in questo senso, l'assoluta disattenzione nei confronti delle definizioni che proprio quelli di Casa Pound danno di se stessi ("i fascisti del III millennio"), del sistema parlamentare propugnato (con il ritorno alla Camera delle corporazioni), o peggio, del modello di paese perseguito ("contro la società multirazziale"). Il fatto è che, dietro qualche suggestione, Casa Pound, senza grande fantasia punta a ricostruire, i percorsi che portarono all'ascesa del primo movimento fascista. Il cosiddetto "Turbodinamismo", nuova presunta corrente "culturale" da essi battezzata, non fa che scimmiottare il futurismo marinettiano, che il fascismo spalleggiò fino a Salò (l'ultima opera di Filippo Tommaso Marinetti fu "Ode alla X Mas"), mentre lo "squadrismo mediatico", fatto passare per provocazione artistica, non è poi altro che una rivendicazione politica di quello vero di un tempo. I riferimenti per denominare i propri strumenti e le proprie attività sono, a loro volta, tutti ben identificabili. La libreria La Testa di Ferro rimanda al giornale dei legionari che seguirono Gabriele D'Annunzio nella impresa fiumana e il sito Vivamfarka non fa che riportarci al romanzo-scandalo di Marinetti del 1909, Mafarka il futurista (sottoposto in quegli anni a processo per oltraggio al pudore), in cui si decantavano le gesta immaginarie di un re nero che amava la guerra e odiava le donne.

Ma così come Marinetti, con un linguaggio ultrarivoluzionario, sposò tutte le istanze della borghesia del Nord, a partire dalle imprese belliche in Africa da cui cercò di trarre vantaggi immediati, allo stesso modo Casa Pound, con il suo finto antagonismo "contro i poteri forti", si ritrova in definitiva a sostenere le posizioni del Pdl che di quegli stessi poteri è il rappresentante più coerente. Tra l'altro schierandosi, nel suo programma ufficiale, per il ritorno all'energia termonucleare e nel campo della giustizia a favore di drastiche restrizioni riguardo le intercettazioni telefoniche e ambientali.

In questo quadro, all'insegna di un giovanilismo ipocritamente trasgressivo e antisistema, va collocato il tentativo di contendere alla sinistra alcune figure simbolo, da Jack Kerouac a Rino Gaetano, da Bobby Sands a Peppino Impastato, fino Che Guevara (non nuovo a questo genere di operazioni da parte dell'estrema destra, tesa esteticamente a vedervi il combattente pronto all'estremo sacrificio a prescindere dalle idee). Niente più che un modo strumentale per cercare qualche superficie di contatto in più con le nuove generazioni.

Il tarlo dell'antisemitismo

Rispetto all'identità di Casa Pound sono però centrali due figure di riferimento, in primis proprio quella di Ezra Pound, da cui il nome dell'associazione, poeta americano a lungo in Italia, sostenitore del fascismo e per questo internato alla fine della guerra in un campo di concentramento alleato. Dalle sue teorie economiche Casa Pound ha anche recuperato alcune proposte, tra l'altro, quelle in favore del controllo statale del sistema bancario e per la "messa fuori legge dell'usura". Basterebbe leggersi i discorsi radiofonici di Ezra Pound, pronunciati alla radio italiana, tra il 1941 e il 1943, diretti ai cittadini americani e inglesi (solo pochi anni fa ristampati), per cogliere una visione del mondo all'insegna del complotto ebraico, secondo lo stesso Pound condotto attraverso il potere del denaro, l'usura e la massoneria. Una lettura classicamente antisemita. Non da meno l'esaltazione di Robert Brasillach, la cui effige è stata affissa sui muri di Roma solo un paio di anni fa. Brasillach non fu condannato a morte, in Francia nel 1945, per le sue idee e tantomeno per i suoi romanzi, ma per la sua attività di collaboratore dei nazisti. Pubblicava sul giornale "Je suis partout", di cui era caporedattore, identità e nascondigli di ebrei e oppositori politici, favorendone l'arresto.

Non c'è proprio nulla dunque di rivoluzionario né di antiborghese in Casa Pound, ma molto di già visto e conosciuto