sabato 24 novembre 2012

Notte di guerra


Ass.ne Compagnia Specchi Sonori
Progetto Apparenze Trasparenze
 La storia di “Notte di Guerra”
 Il testo di Raphael Alberti Notte di guerra al Museo del Prado è del 1956, scritto in occasione del trentennale della guerra di Spagna. Poche volte rappresentato, mostra interessanti spunti per il nostro metodo di rappresentazione teatrale per l’integrazione dei linguaggi artistici. Raphael Alberti compone quest’opera dopo aver scritto il suo Trattato sulla pittura, ispirato da un episodio della guerra di Spagna, cui partecipò anche colei che diverrà sua moglie. Maria Teresa Léon, fu segretaria dell’Alleanza degli intellettuali antifascisti, si occupò del salvataggio di centinaia di opere d’arte del Prado e dell’Escurial, minacciate dai bombardamenti franchisti, creò las Guerrillas del Teatro, compagnia teatrale con cui percorre città e campagne interpretando opere di propaganda repubblicana. Continuò in esilio la sua opera instancabile.
Sinossi
Durante la guerra di Spagna alcuni partigiani, asserragliati al Museo del Prado in Madrid, circondati dal fuoco delle artiglierie franchiste e dal bombardamento degli alleati italiani di Franco, decidono di porre al riparo i quadri del museo: la monumentale opera del Goya, i Rembrandt, i Tintoretto….Dalle pareti ormai spoglie, sorgono a rivivere i personaggi di quella pittura, come attori nel presente.. come fantasmi e poi più vivi che mai….Soprattutto dalla pittura del Goya del tempo della guerra di Spagna del 1808, risorgono combattenti per gli ideali della libertà che si ritrovano, oggi , nella nuova guerra per la libertà.

Il meccanismo scenico immaginato da Alberti muove proprio dalla proiezione delle immagini dei quadri dei grandi artisti al Museo del Prado, poi l’autore richiama la necessità, in didascalia, che “si tengano ben a mente quei quadri e tutti i dettagli dei costumi” poiché vedremo agire in scena la Maya, l’arrotino dei disastri della guerra del Goya, come il monco, come le streghe delle Opere Nigre. Si mescolano nel testo molti altri spunti “brechtiani”: un forte espressionismo necessario alla recitazione: spesso grida e suoni e risate di streghe; i poveri, i macilenti, i torturati delle incisioni nigre, con i loro stracci, con la loro deforme testimonianza di atrocità, si mescolano a un mondo magico, spurio, di streghe e di parole gergali forti…. Di termini carnali, senza pudore, disincantati…fino ad un carro carnevalesco, una parodia cinica e ridanciana di una guerra
atroce. Un autos da fè, senza sacramento, di un totale disilluso laicismo. … L’opera si presta ad un approfondimento sperimentale di molti dei linguaggi che solitamente mettiamo in campo:
Claudio Rovagna, che cura di consueto la drammaturgia musicale dei lavori di Specchi Sonori, nonché le composizioni originali, propone questa volta di far emergere tessiture vocali, in registrazione e proposte anche dal vivo dagli attori, per costruire una drammaturgia del suono della guerra, del dolore, del bombardamento. Il mondo magico di streghe e il mondo derelitto di straccioni potranno essere rappresentato anche con le marionette…. Che sono visione vivente del fantastico. Vogliamo però cogliere nel testo un’altra fondamentale occasione poetica: il testo è appello alla funzione dell’Arte, funzione di garanzia di libertà e dei valori umani.
La coscienza antifascista dei rivoluzionari spagnoli fa loro decidere di salvaguardare l’Arte di un Museo, l’Arte è patrimonio di libertà, Goya stesso, un secolo prima aveva denunciato in un “reportage” allucinato tutti gli orrori e lo smarrimento di umanità della guerra, creando un monumento eterno al valore della vita umana offeso dal sopruso. E’ proprio l’arte che rivive, che muove il meccanismo magico della creazione e che torna a schierarsi per i valori umani.
Ma questo spettacolo, nel nostro adattamento, trova lo spunto per narrare anche un’altra storia.
Marianna de Leoni

Note ... Sonore
Il Canto sulle poesie di Garcia Lorca si trasforma in grido di terrore, in voce deformata, in raglio grottesco; Il suono della pioggia in bombardamento, in sirene di allarmi aerei, in esplosioni. La musica è sotto attacco e si aggrappa alle creature fantastiche del Goya, ai quadri del Museo del Prado, per sostenere i miliziani nella resistenza. Un cieco musico, dal mondo fantastico dei “Capricci” del Goya, lancia l’idea musicale che porterà alla riscossa contro la dittatura, contro ogni sopruso e violenza. Torna, infine, il canto, ma è un canto di lotta. Un canto di lotta…. vecchio
stile, ma è veramente un vecchio ricordo la Resistenza? Oppure è necessario ancora intonare questo “canto”? Lamusica, nata libera, vuole questo e solo in questo può continuare a vivere.
Claudio Rovagna

Un giovane partigiano era artista, studente, sognava di fare l’artista…
L’appello della guerra partigiana e degli ideali  lo ha strappato anche a questo.
Sta fermo, solo ed in disparte, in qualche luogo , in attesa. L’attesa soffia sui suoi pensieri. Intorno a lui i rumori e le voci della guerra. L’urgenza di vivere, di tornare a vivere, di lottare perché vita ritorni gli viene  in mente con le immagini dell’Arte che amava. Speranza, di ritornare e che l’Arte ritorni.

A mio padre, combattente per la libertà del nostro Paese e a tutti coloro che continuano sinceramente a combattereper i propri valori, senza fare sconti, senza interessi personali, senza paura.
Addio papà.

Con:
Maurizio Castè, Paolo Andrenucci, Lucia Mattei, Monica Gattari, Simona Sanzò
Voce narrante Marco Carlaccini
Voce del prologo Marco Carlaccini
Canto Micaela Guerra
Musiche originali Claudio Rovagna
Musica dal vivo tastiera Claudio Rovagna , fiati Simona Sanzò
Video Specchi Sonori con gentile concessione di materiali del Museo storico della
Resistenza di Fosdinovo
Marionette e Regia Marianna de Leoni

Con il patrocinio dell’ ANPI NAZIONALE
Casa delle Culture, via San Crisogono - Roma
15 Dicembre ore 21,00 16 Dicembre ore 18,00

La clip con alcune foto della rappresentazione teatrale è a cura di Luciano Granieri.
Brano: Jaya
eseguito da: Ambrose Akinmusire - tromba
                    Justin Brown -batteria
                    Gerald Clayton -Piano
                    Walter Smith III - Sax Tenore
                    Harish Raghavan - Basso 


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