martedì 1 gennaio 2013

Sbagliando ci si azzecca

Luciano Granieri


Il dado è tratto.  Gli iscritti di "Cambiare si può"  hanno deliberato  con votazione in  internet. Il neo movimento tenuto a battesimo da Livio Pepino, Marco Revelli e Chiara Sasso  -   che rifiuta il leaderismo, che non vuole riproporre l’esperienza della lista arcobaleno composta da Pdci, Prc e Verdi,  che non vuole più segretari di partito protagonisti -  deve confluire in “Rivoluzione Civile”. La nuova forza  è guidata da un  leader acclamato come  il magistrato in aspettativa elettorale , Antonino  Ingroia  e  candida  i segretari, di Rifondazione, Ferrero, dei verdi, Bonelli e dei Comunisti  Italiani, lo schifato Diliberto, che dopo aver  inciuciato con il Pd ha scelto il cavallo di “ Ingroia”  per provare a rientrare in Parlamento.  Cioè  la maggioranza degli iscritti di "Cambiare si può", il 64,7%,  ha deciso di confluire in un movimento che è l’esatto contrario di quanto prefigurato  nell’appello di adesione lanciato dai promotori.   Gli stessi iscritti decretando il  dissolvimento di cambiare si può, in Rivoluzione Civile, hanno deciso di accettare il decalogo, non propriamente anticapitalista,  che sta alla base del movimento di Ingroia,  nonostante ne avessero preso le distanze  fino a ieri, anzi lo avessero praticamente bocciato.  Ora questi iscritti dovranno “INGROIARE”  il decalogo tutto d’un fiato, compreso l’indigesto articolo sei, che si preoccupa di difendere gli imprenditori dalla mannaia delle tasse,   dovranno digerire anche quello che non c’è , ossia l’abolizione del fiscal compact. A me francamente interessa il giusto, ma quei compagni che , a chiacchiere, parlate e scritte sui social network,  se la prendono con l’ondivago Diliberto, con l’incoerenza dei comunisti italiani, con la possibilità di fare accordi con il Pd,  e poi si incaponiscono , dentro la federazione della sinistra prima,  e ora in Rivoluzione Civile, a stare insieme con i suddetti reietti  e a correre il rischio di subire scenari indigesti ,  mettono un po’ tristezza.  Qualche giorno fa sono stato severamente ripreso perché in un  POST PRECEDENTE avevo scritto che “Cambiare si può” era un tutt'uno   con “Io ci sto” , il movimento guidato da Ingroia, trasformatosi ora in “Rivoluzione civile” . Chissà forse gli iscritti  di Cambiare si può  si sono convinti  che non meritavo quell’ignominia  per l’errore commesso e dunque con il loro voto,  hanno pensato di rendere esatto ciò che avevo scritto. Grazie di cuore compagni. 

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