Il dado è tratto. Gli
iscritti di "Cambiare si può" hanno
deliberato con votazione in internet. Il neo movimento tenuto a
battesimo da Livio Pepino, Marco Revelli e Chiara Sasso - che rifiuta il leaderismo, che non
vuole riproporre l’esperienza della lista arcobaleno composta da Pdci, Prc e
Verdi, che non vuole più segretari di
partito protagonisti - deve confluire in
“Rivoluzione Civile”. La nuova forza è guidata
da un leader acclamato come il magistrato in aspettativa elettorale ,
Antonino Ingroia e candida
i segretari, di Rifondazione, Ferrero,
dei verdi, Bonelli e dei Comunisti Italiani,
lo schifato Diliberto, che dopo aver inciuciato
con il Pd ha scelto il cavallo di “ Ingroia” per provare a rientrare in Parlamento. Cioè la
maggioranza degli iscritti di "Cambiare si può", il 64,7%, ha deciso di confluire in un movimento
che è l’esatto contrario di quanto prefigurato nell’appello di adesione lanciato dai
promotori. Gli stessi iscritti decretando il dissolvimento di cambiare si può, in
Rivoluzione Civile, hanno deciso di accettare il decalogo, non propriamente
anticapitalista, che sta alla base del movimento di Ingroia, nonostante ne avessero preso le distanze fino a ieri, anzi lo avessero praticamente
bocciato. Ora questi iscritti dovranno “INGROIARE”
il decalogo tutto d’un fiato, compreso l’indigesto
articolo sei, che si preoccupa di difendere gli imprenditori dalla mannaia
delle tasse, dovranno digerire anche quello che non c’è ,
ossia l’abolizione del fiscal compact. A me francamente interessa il giusto, ma
quei compagni che , a chiacchiere, parlate e scritte sui social network, se la prendono con l’ondivago Diliberto, con
l’incoerenza dei comunisti italiani, con la possibilità di fare accordi con il
Pd, e poi si incaponiscono , dentro la
federazione della sinistra prima, e ora in Rivoluzione Civile, a stare insieme
con i suddetti reietti e a correre il
rischio di subire scenari indigesti , mettono
un po’ tristezza. Qualche giorno fa sono
stato severamente ripreso perché in un POST PRECEDENTE avevo scritto che “Cambiare
si può” era un tutt'uno con “Io ci sto” , il movimento guidato da Ingroia,
trasformatosi ora in “Rivoluzione civile” . Chissà forse gli iscritti di Cambiare si può si sono convinti che non meritavo quell’ignominia per l’errore commesso e dunque con il loro
voto, hanno pensato di rendere esatto
ciò che avevo scritto. Grazie di cuore compagni.
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