mercoledì 10 luglio 2013

Finanziamento pubblico, democrazia interna ai partiti e altro ancora.

Luciano Granieri


Grazie all’invito di Giuseppina Bonaviri,   coordinatrice della Rete la Fenice,  ho potuto prendere parte ieri sera  al convegno organizzato dalla    Fondazione Etica e dalla stessa  Rete la Fenice e dalla Fondazione Etica, sul tema riguardante il finanziamento pubblico e la democrazia interna ai partiti. 

Al dibattito,  presentato da Giuseppina Bonaviri, hanno partecipato Paola Caporossi, vice presidente della  Fondazione Etica ed autrice del libro: “Finanziamento pubblico e democrazia interna dei partiti: non facciamoci ingannare”, Gregorio  Gitti,  Deputo di  Scelta civica e autore di una proposta di legge sulla modifica del finanziamento pubblico ai partiti, Gennaro Migliore Capogruppo Sel alla Camera e Arturo Parisi già ministro della difesa. Al termine di questi interventi ne è scaturito un dibattito al quale ha  preso la parola anche il sottoscritto. 

Voglio ringraziare Giuseppina Bonaviri per aver organizzato questo incontro. Nel totale deserto di momenti di confronto e informativi, nell’aridità della proposta politico divulgativa che invade la nostra città, eventi come questo  organizzato  dalla Rete la Fenice sono oasi di risurrezione sociale e culturale. Fra l’altro, tenuto conto dell’assopimento che attanaglia la coscienza civile dei cittadini di Frosinone, c’è da constatare con soddisfazione che l’assemblea è stata abbastanza partecipata, con la presenza  di molte persone oltre  quella dei soliti pochi afficionados , di politici locali, quali Sara Battisti, segretaria provinciale sotto tutela del Pd, Marina Kovari candidata a sindaco di  Frosinone alle scorse amministrative  nella coalizione comprendente Sel, Domenico Belli segretario cittadino sempre di Sel,  Il sindaco di Pico e segretario provinciale di Rifondazione Comunista Ornella Carnevale, Orlando Cervoni dei Comunisti italiani. 

A dire il vero, l’unica a partecipare attivamente al dibattito è stata Sara Battisti, gli altri un po’ defilati hanno assistito senza intervenire.  L’argomento trattato era alquanto spinoso . Gli invitati al convegno hanno offerto i loro contributi che si possono dividere a grandi linee in due categorie. Parisi e Gitti si sono concentrati maggiormente su aspetti tecnici di funzionamento della proposta di legge   (Gitti) e su un analisi della dinamica culturale che ha portato i partiti a discutere sul’abolizione del finanziamento ,  anche con analisi di tipo etimologico e di senso delle parole “legittimità” e “abolizione” (Parisi) .  

Paola Caporossi e Gennaro Migliore    hanno considerato l’aspetto del rapporto fra i partiti e i cittadini. Personalmente mi hanno appassionato  di più le argomentazioni di questi ultimi. Paola Caporossi, autrice del libro  “Finanziamento pubblico e democrazia interna dei partiti: non facciamoci ingannare”,   si è mostrata favorevole al finanziamento pubblico ai partiti, ma con modalità quantitative, di raccolta  risorse e di trasparenza completamente diverse da quelle attuali.  Prendendo esempio dal sistema tedesco la Caporossi proponeva  un sistema di raccolta  fondi da  svilupparsi direttamente fra la  gente, in modo da costringere dirigenti e militanti a tornare a confrontarsi con i cittadini sul territorio, a  questa fonte si aggiunge  un ulteriore contributo statale pari a quanto raccolto fra la popolazione. 

Gennaro Migliore invece poneva l’attenzione ad un tipo di sovvenzione che riguardasse i  servizi ai partiti.  Ovvero la possibilità da parte dei movimenti  politici di avere a disposizione gratuitamente  gli immobili dove collocare le sedi. Oppure il totale finanziamento sull’affitto di palchi e strutture necessari ai comizi, o anche contributi sull’organizzazione di convegni e dibattiti. In pratica per il capogruppo  alla Camera di Sel, è  fondamentale non tanto disporre di un trasferimento di risorse in denaro, quanto avere la disponibilità economica per organizzare tutti quegli eventi necessari a fare politica  sempre, ogni giorno e non solo in vista delle elezioni. 

Un elemento che ha accomunato gli interventi è stato quello relativo  alla responsabilità dell’attuale legge elettorale sulla forma organizzativa dei partiti. L’opinione era che se non si cambia una legge che consente alle burocrazie di partito di scegliere i propri candidati, i partiti non cambieranno mai le loro forme organizzative interne. A mio parere il discorso è da rovesciare. Ossia proprio perché i partiti sono diventati comitati  elettorali hanno necessità di una legge che consenta loro di nominare  i candidati.

 Nel mio intervento ho sottolineato come sia curioso, per quanto condivisibile,  che i dirigenti di partiti, mossi dalla necessità di reperire i fondi tornino i a frequentare le piazze per chiedere sovvenzioni ai cittadini. Un partito, militanti e dirigenti compresi dovrebbe stare sempre a contatto con la gente, per ascoltare le necessità e proporre soluzioni, poi eventualmente, accertate le l bontà di queste interazioni, chiedere i soldi. Un'altra parte del mio intervento ha riguardato la competenza della classe dirigente. Problema sollevato da Gregorio Gitti. Ho voluto mettere in evidenza che i migliori dirigenti di partito, oggi razza estinta, nascevano dalla  militanza vera, quella che si realizzava restando vicino alla gente ascoltandone le aspirazioni e i bisogni. Oggi essendo venuto meno la forza militante che non alberga ormai quasi in nessun partito, manca l’anello di congiunzione fra popolo e dirigenza partitica. I militanti, quelli che hanno combattuto per i referendum sui beni comuni, che continuano a battersi in Val di Susa contro il TAV, e gli atri impegnati  in un’infinità di lotte, non stanno più nei partiti, spesso li osteggiano, perché hanno paura di diventarne vittima. 

Un esempio concreto si è rivelato l’evolversi della campagna referendaria  per i beni comuni, dove i partiti si sono aggregati solo a vittoria ottenuta. Prima Sel e poi Pd, hanno cavalcato questa lotta di civiltà per poi abbandonarla, quando a referendum vinto non si sono adoperati affinchè la volontà popolare inequivocabile espressa da quella consultazione venisse rispettata. 

  I contributi filmati, riguardano altri argomenti. Nel corso delle interviste non ho potuto ignorare temi  come il finanziamento del progetto F35 e l’occupazione delle Camere da  parte dei berluscones, indignati e  offesi dal fatto che dei giudici vogliono portare a termine finalmente un dei processi che riguarda il loro capo. Su questo ho intervistato sia  Migliore che Parisi. Un ultimo video è relativo all’intervento di Gennaro Migliore sul finanziamento pubblico e sulla democrazia interna ai partiti.

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