mercoledì 17 luglio 2013

Le rivoluzioni si fanno sempre altrove

Simonetta Zandiri


Questa notte non è successo niente. Allora un escavatore usato nel cantiere di Chiomonte si è dato fuoco per protesta, avendo compreso meglio degli umani che il pianeta terra va rispettato. Per solidarietà anche una ruspa impiegata nel raddoppio del Frejus si è data fuoco, avendo compreso l'inutilità di questo ennesimo buco nella montagna ed il rischio che amianto e uranio si diffondano nell'ambiente. Poi si è sparsa la voce, così anche l'inceneritore del Gerbido ha smesso di funzionare, consapevole del danno che avrebbe provocato visto che al suo interno confluivano rifiuti di ogni genere e che gli umani non erano stati capaci di filtrare adeguatamente i fumi. E alla fine la natura, sentendosi protetta almeno dalle macchine, ha pensato bene di ringraziare pulendo quell'aria con un bel temporale ma, così facendo, ancora una volta ha salvato i nostri polmoni ben sapendo che quei veleni penetreranno nelle profondità della Terra.
Nel frattempo noi umani abbiamo dormito, rinfrescati dal temporale. I più indignati si sono sfogati su FB. Lamentandosi che le rivoluzioni si fanno sempre altrove.
Buongiorno.

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