giovedì 1 agosto 2013

Berlusconi condannato? Ci interessa il giusto

Luciano Granieri

E’ finita, finalmente. Dopo  che per tre giorni il processo a Berlusconi per evasione fiscale fraudolenta, giunto in Cassazione, ha occupato media e web, vivaddio è arrivata la sentenza. Neanche le primarie del Pd avevano ammorbato nei notiziari  come questa tremenda litania. 

Mentre ci si ingegnava a capire  quali  esiti avrebbe avuto il terzo grado di giudizio, quali conseguenze questi avrebbero potuto produrre sulle larghe intese, se e chi avrebbe staccato la spina in caso di condanna per Berlusconi,  il governo  continuava a fare danni.  Con  l’approvazione del decreto del fare, nel quale vi sono norme che apparentemente dovrebbero favorire l’occupazione,  ma in realtà non sono altro che un’accelerazione del processo di precarizzazione del lavoro, con il tentativo manomissione della costituzione attraverso  l’indegno attacco all’art.138, il governo delle larghe intese   continuava  a fare strame di diritti, i cui effetti  non assurgevano all’onore delle cronache perché tutti i mezzi di informazione erano impegnati davanti al “Palazzaccio”.  

Berlusconi è stato riconosciuto colpevole di evasione fiscale fraudolenta e condannato  in via definitiva, con sentenza passata in  giudicato,  a  quattro anni di reclusione di cui tre abbuonati per indulto. Ma davvero qualcuno aveva dei dubbi sulla colpevolezza del Cavaliere a parte i suoi beoti cortigiani?  Berlusconi è colpevole certo. Non del declino e dello sfacelo economico in cui è ridotto il paese. Le insane teorie  ultra liberiste dei ragazzi di Chicago, applicate e esportate con solerzia dalla Thatcher e da Reagan, avrebbero fatto proseliti anche se alla presidenza dei governi italiani succedutisi nell’ultimo ventennio si fossero avvicendati esponenti del centro sinistra. 

Anzi con la loro guida l’applicazione della dittatura del mercato avrebbe avuto maggior successo grazie alla capacità dei riformisti di addormentare  il conflitto sociale.  Ricordiamo come il primo impasse di Berlusconi fu decretato dalla piazza dopo che il suo esecutivo aveva tentato di abolire l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori. Operazione riuscita in modo indolore invece dal governo Monti sostenuto anche dai riformisti piddini.  Berlusconi è colpevole del degrado culturale  con cui ha potato all’ammasso milioni di cervelli. Berlusconi è colpevole per aver sdoganato il malaffare, per aver promosso l’idea del farsi i cazzi propri, ovunque e comunque,  a valore imprescindibile per avere successo. 

I danni che tutta la  merda che esondava ed esonda dalle sue televisioni - i grandi fratelli, gli amici di Maria, i tronisti, l’emancipazione femminile consistente  nel fatto che le mignotte oltre ad essere pagate in denaro possono essere soddisfatte con un posto in parlamento -hanno arrecato alle coscienze sono incalcolabili e difficilmente recuperabili.  Berlusconi condannato in via definitiva è un bel guaio per la tenuta del governo. Cosa faranno i cortigiani leccaculo del capo? Metteranno a ferro e fuoco la procura di Milano? E il Pd? Avrà il coraggio di prendere coscienza che proporre un decreto legge contro l’evasione fiscale insieme con un pregiudicato condannato in via definitiva per evasione fiscale fraudolenta è a dir poco sconveniente?  E chi se ne frega non ce lo metti?  

Già solo nella nostra Provincia abbiamo  grossi  problemi, con gente che occupa case   per procurarsi un tetto sulla testa, operai che salgono sul tetto del comune per difendere il loro posto di lavoro, e la sanità che subisce l’ennesimo sgarro da parte del commissario incaricato dalla Regione. Per cui  dei destini di Berlusconi  non ce ne può fregare di meno. 

Comunque non  mi aspetto che   domani il Pd  faccia cadere il governo perché non intende condividere la maggioranza  con un evasore fiscale conclamato, ma spero  che quando   il 7 agosto prossimo si riunirà la giunta del Senato per le elezioni e l’immunità, si traggano le inevitabili conclusioni. Cioè che Berlusconi deve essere dichiarato ineletto   in base alla legge 361 del 1957, che decreta l’ineleggibilità per chi è  titolare di concessioni statali di elevata entità economica .  Infatti  la sentenza definitiva dalla Cassazione fissa un altro aspetto importane delle questione e cioè che Berlusconi è il proprietario reale in carne ed ossa  di una  azienda titolare di concessioni pubbliche di elevata entità economica. E in virtù di questa sua titolarità ha potuto commettere i  reati per cui è stato condannato. 

Per cui l’obiezione secondo la quale, se nelle passate legislature la giunta  per elezioni, avendo  sempre identificato il Cavaliere   come ex  proprietario di Mediaset,  lo ha dichiarato eleggibile e non si vede perché in questo caso il giudizio debba cambiare, è destituita di fondamento . Anzi emerge come le dichiarazioni di eleggibilità espresse dalle diverse giunte succedutesi nell’emettere il giudizio nel corso degli ultimi vent’anni siano state sbagliate. E forse è ora di riparare anche a quest’errore.

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