martedì 6 maggio 2014

La sanità della provincia di Frosinone è allo sfascio

Il segretario provinciale dei Comunisti Italiani Oreste Della Posta

La sanità è un parametro fondamentale per misurare il livello di civiltà di un popolo, tuttavia è impossibile non constatare che in provincia di Frosinone la sanità è ormai allo sfascio. Un cittadino, presentatosi al ReCUP di Pontecorvo per prenotare una visita specialistica, ha dovuto prender atto, suo malgrado, che potrà sottoporsi alla predetta visita soltanto a distanza di un anno esatto dalla prenotazione. Un fenomeno del genere non è più un caso isolato, ma si sta consolidando come una prassi inquietante. Questo non è solo il segno di un malfunzionamento del sistema sanitario, ma anche un preoccupante segnale di regresso sociale che non può più essere tollerato. Che le cose non funzionano nella provincia, inoltre, lo dimostra benissimo l’affanno con cui si ritrova ad operare quotidianamente il Pronto Soccorso dell’ospedale di Frosinone.  Occorre quindi intervenire con estrema urgenza e determinazione per far in modo che simili episodi, vergognosi ed inammissibili, non si ripetano, contribuendo a dipingere l’Italia come un paese con una sanità da terzo mondo. La sanità pubblica andrebbe razionalizzata perché non è più tollerabile che macchinari essenziali, come ad esempio quelli per tac e risonanze, vengano utilizzati per poche ore al giorno, costringendo quindi i pazienti a ricorrere a strutture private. La funzionalità di questi strumenti diagnostici dovrebbe essere garantita 24 ore al giorno, come già accade in alcune regioni d’Italia quali ad esempio il Veneto, piuttosto che l’Emilia Romagna. Se in queste realtà si riesce a far funzionare le cose, peraltro senza per questo determinare un aggravio di costi per i propri cittadini, non si capisce perché nella regione Lazio, e quindi nella nostra provincia stessa, non si riesca a fare lo stesso. Viene da pensare anche ai sofisticati macchinari per le analisi del sangue in dotazione alle nostre ASL, le quali vengono utilizzate al 40% delle proprie possibilità, costringendo quindi le aziende sanitarie stesse a ricorrere ai laboratori privati come fossero strutture complementari. Quest’altro esempio avvalora ancor di più la mia ferma convinzione che se ogni macchinario funzionasse 24 ore al giorno, come peraltro sarebbe non solo auspicabile, ma giusto e coerente, le ASL, e la sanità pubblica in generale, potrebbero rappresentare un sistema virtuoso, volto al risparmio, anziché determinare, come purtroppo accade, una zavorra per l’economia. Noi Comunisti quindi ci appelliamo al Presidente della Regione Lazio Zingaretti affinché intervenga subito con provvedimenti forti per risollevare le sorti di questo settore vitale della nostra società, tenendo ben presente che questo settore, la sanità appunto, nel nostro territorio può vantarsi dei servizi di alcuni dei medici più qualificati e capaci della regione nonché della nazione. La nostra classe medica, infatti, ha le capacità e la competenza per svolgere il proprio lavoro nel migliore dei modi, ma è di fatto ostacolata da un sistema inefficiente che troppo spesso non li mette nella posizione di operare al meglio.

Nessun commento:

Posta un commento