lunedì 9 giugno 2014

Le reggina er vecchio scriba e i magnatori de nocchie.

Luciano Granieri


Questa proprio non me l’aspettavo! Secondo il fondatore del quotidiano " la Repubblica" Eugenio Scalfari, un parte delle responsabilità della dilagante corruzione è colpa del popolo sovrano . Cioè quella maggioranza di popolo sovrano che  ha abdicato alle sue funzioni di popolo sovrano.  Il venerabile emerito   terzo papa,  esponente di quella ringalluzzita nouvelle vague di novantenni che si sta adoperando per cambiare verso alla nazione, sostiene che quel 40% di persone che si è astenuto alle ultime elezioni, alla quale schiera mi onoro di appartenere,   e quell’altro 20% che ha votato per i demagoghi, così li definisce  Scalfari, è responsabile di non aver elettoralmente  legittimato abbastanza  la classe dirigente  che ci governa.  Al  netto dei demagoghi , certi  che Scalfari si riferisca  a  Grillo, Berlusconi e Salvini, (come se Renzi qualche cazzata non l’avesse sparata),  i paladini del buon governo dovrebbero   appartenere solo al  Pd.  La scarsa legittimazione produrrebbe  scarsa autorevolezza con  la conseguente impossibilità di impedire  la presenza di  “sabotatori inseriti nei posti di comando i quali  impediscono ai  motori legislativi di spazzare  via la corruzione “  Cioè se ancora non si è arrivati ad approvare il ripristino del reato di falso in bilancio, se è lontana l’introduzione  del reato di auto riciclaggio, se non si riesce a modificare la legge Severino che depotenzia la  concussione  annacquandola con l’induzione indebita,  se si partorisce un decreto legge sul rientro dei capitali dall’estero in base al quale,   chi decide di indirizzare il nero rimpatriato  al finanziamento di attività di impresa,  sarà esente da sanzioni per mancata di dichiarazioni sul quadro Rw,  non sarà punibile per i reati di frode fiscale,  di falso in scrittura privata e falso in bilancio, è tutta colpa del popolo sovrano che ha abdicato alla sua funzione.  Il venerabile Eugenio dedica a noi, popolo sovrano abdicante, anche la seguente poesia di Trilussa.

"Stai bene? Grazzie. E te? 
e la Reggina? Allatta. 
E er Principino? Succhia. 
E er popolo? Se gratta.
E er resto? Va da sé...
Benissimo! Benone!
La Patria sta stranquilla;
annamo a colazzione... 
E er popolo lontano,
rimasto su la riva,
magna le nocchie e strilla:
Evviva, evviva, evviva... 
E guarda la fregata
sur mare che sfavilla".


Tralascio il tema della corruzione. La corruzione è un fenomeno insito nel sistema neoliberista, per cui per ridurla o eliminarla è necessario eliminare il suo contesto. Vorrei invece  fare presente che quando nel 2011 un popolo di 27 milioni di persone,  anziché grattasse, ha esercitato la sua sovranità nelle forme e nei limiti della Costituzione,  decretando a mezzo referendum l’impossibilità di fare affari con l’acqua e con i beni  indispensabili alla vita delle persone, la  reggina ha continuato a allattà,   er principino a succhià , ignorando ciò che la sovranità popolare aveva decretato.  E certo vedi mai che pe’ na stronzata der popolo che se gratta venisse a mancà il latte alla reggina!  Allo stesso modo quando il popolo, che magna le nocchie, ha ulteriormente esercitato la sua sovranità popolare, nelle forme e nei limiti della Costituzione, facendo approvare  alla Regione Lazio  una legge di iniziativa popolare sulla gestione partecipata  dell’erogazione idrica, la Patria s’è stranita, la Reggina ha smesso de allattà  e, incazzata,  ha fregato  i magnatori de nocchie    annullando  la legge scippando  di fatto il  popolo stesso  della sua sovranità.   Come funziona questo fenomeno di abdicazione?  Il popolo abdica alla sua funzione quando non ratifica la potenza della reggina?   E poi  grazie a questa ratifica la  reggina po’ continuà a allattà come je pare  con la benedizione der popolo? Mi pare una concezione molto particolare del concetto di abdicazione.  La verità è che mo’ er popolo nun c’ha manco più le nocchie  né po’ annà a colazione  e se ‘ncazza a guardà la fregata che sfavilla dove a bordo, ortre a re, reggine, cortigiani, ce stanno pure i servi scribi che s’arricchiscono incensando la reggina e insultando er popolo.


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