martedì 8 luglio 2014

ASI-COSILAM NON BASTA ACCORPAMENTO, SERVE SVILUPPO

Oreste della Posta segretario provinciale dei Comunisti Italiani

L’ordine del giorno presentato dai consiglieri della regione Lazio Buschini e Bianchi riguardante il possibile accorpamento dell’ASI e del COSILAM in un’unica struttura, rappresenta un provvedimento che, se venisse attuato, determinerebbe di fatto la chiusura del COSILAM dopo 11 anni di attività. Un provvedimento certamente dovuto alla politica di contenimento delle spese che la Regione si appresta ad attuare in ragione degli oltre 300 miliardi di debiti accumulati in anni di cattiva gestione di finanza pubblica. Da questo punto di vista un simile provvedimento è condivisibile soprattutto in virtù dell’attuale situazione di crisi della regione e della nazione tutta. Ma a questo punto ci chiediamo se può bastare una politica volta a contenere senza però investire sullo sviluppo. Premesso che una struttura come il COSILAM, provando a fare un bilancio, è servita soltanto a qualche assunzione di natura clientelare e alla costruzione di alcune rotatorie nell’ambito della viabilità industriale, perché non pensare finalmente a riqualificare l’intera struttura prima ancora che pensare al suo accantonamento? Noi riteniamo che ci siano margini per intervenire, magari provando ad allargare le competenze territoriali fin verso il litorale del basso Lazio. Occorre inoltre sollecitare l’ente verso una svolta per quel che concerne gli obiettivi da raggiungere, che dovrebbero essere molto più ambiziosi di quelli proposti in questi anni. Trovare quindi nuovi modelli di produzione, curare la ricerca tecnologica nonché tentare di agevolare un proficuo collegamento internazionale verso le economie emergenti. Garantire sostegno e consulenza ai piccoli imprenditori ed artigiani del territorio, che a volte, benché professionisti eccellenti nel proprio settore, si trovano in seria difficoltà dinanzi al muro del nostro sistema burocratico, come, ad esempio, nel caso in cui si tenta di accedere ad un finanziamento. Senza questo slancio innovatore, l’ASI e il COSILAM, accorpati o no, continueranno a rimanere una zavorra. Noi comunisti ci appelliamo alla Regione Lazio affinché provveda finalmente ad attuare una svolta che tenga in conto anche, se non soprattutto, lo sviluppo del settore industriale della nostra provincia. 

Nessun commento:

Posta un commento