martedì 8 luglio 2014

Una Legge di iniziativa Popolare per il risanamento e rilancio della Valle del Sacco

Alberto Bonanni. fonte: http://www.anagnia.com/


Possiamo farcela a risanare questa bellissima ed infelice Valle del Sacco ed a rovesciare la rassegnazione al declino economico e morale, che anno dopo anno è andata impadronendosi delle nostre vite. La voglia di impegnarsi e lottare si è già manifestata in diverse occasioni come nella battaglia contro l’impianto di incenerimento del car-fluf che la Marangoni voleva piazzarci sotto il naso. In quella occasione migliaia di cittadini hanno risposto convinti all’appello del Coordinamento della Valle del Sacco, in cui Anagni Viva e Comitati di zona di Osteria della Fontana, Ponte del Papa e tanti altri, fra cui un ruolo di rilievo ha avuto il nostro valoroso notaio Angelo Salvi, hanno lanciato l’allarme e coordinato l’azione di ricorso alla Commissione VIA (Valutazione Impatto Ambientale) e successivamente al TAR coinvolgendo e “sostenendo” il Sindaco Noto, i rappresentanti di provincia e regione per dire no al pericoloso impianto (e  sarebbe ora di avviare la riconversione dell’impianto visto che è rimasta solo la Marangoni in Italia, a bruciare i pneumatici mentre tutti ormai li trasformano a freddo in materiali riutilizzabili).
Fiammate, dicevamo, le sacrosante proteste come ora avviene per i mega impianti di compostaggio ( tredici a detta di Francesco Raffa rappresentante di Legambiente provinciale) a Ferentino e presto ad Anagni ed in tutta la Valle del Sacco.
Ma il carico più pesante è quello che partirà presto da Roma dopo la chiusura di Malagrotta.
Per risanare una situazione tanto grave e complessa e correggere il fallimentare modello di sviluppo di industrializzazione senza regole e controlli, occorre un’iniziativa strategica e sistemica, che riprogrammi l’economia, l’ambiente e l’immagine della Valle del Sacco.
Per questo si sono unite in collaborazione tutte le più attive associazioni di cittadini, dall’Alta Valle (Gennazzano, Olevano, ecc) ad Anagni, Ferentino, Frosinone, Ceccano e tante altre stanno aderendo al progetto, a cui stanno offrendo le proprie competenze fior di ingegeneri, architetti, esperti in materia legale, amministrativa, sanitaria, agricoltura, ecc.
Il progetto si chiama LIP (Legge Iniziativa Popolare per il risanamento e rilancio della Valle del Sacco), ed è quasi pronto per essere depositato alla Regione Lazio per l’inizio della raccolta delle 10.000 firme necessarie per portarlo entro sei mesi alla discussione del Consiglio Regionale.
La LIP non fa che ricalcare i progetti già realizzati nella Rhur, Pas de Calais, ed in altri siti industriali arrivati a fine corsa con disastri ambientali simili al nostro. Il criterio guida imposto dalla Comuità Europea è quello della “sostenibilità” nel tempo sia dal punto di vista ambientale che economico, e di rispetto delle specificità produttive tradizionali del territorio, il tutto visto in una logica di “Sistema” e non con interventi a pioggia o contraddittori. A queste condizioni e con questo impianto i singoli progetti che le amministrazioni o le organizzazioni di cittadini (associazioni, cooperative, ecc.)proporranno,  potranno accedere ai finanziamenti europei che gli Stati dell’Unione mettono in una “Cassa comune” per poi ridistribuirli a sostegno dei progetti che rispettano le condizioni suddette.

La LIP in dettaglio prevede tre linee d’intervento:  BONIFICA E RISANAMENTO AMBIENTALE, NUOVO MODELLO DI SVILUPPO ECONONICO SOSTENIBILE, VALORIZZAZIONE E RILANCIO CULTURALE, SOCIALE, FORMATIVO ED URBANISTICO DEL TERRITORIO.

Per  la bonifica del Fiume Sacco è previsto il risanamento idraulico, dagli argini al funzionamento dei depuratori civili ed industriale (confronto non facile, ma non impossibile con ACEA ed ASI, se la Regione e l’UE sono al nostro fianco), oltre al monitoraggio ambientale e sanitario incrociati, c’è perfino la possibilità di attivare un progetto pilota con l’ESA (Ente Spaziale Europeo) per utilizzare per la Valle del sacco i rilevamenti spettrometrici del satellite Copernicus con tanto di utilizzo di droni.
Il nuovo modello di sviluppo prevede l’attivazione di più interventi attraverso il finanziamento con fondi UE diretti e strutturali:

-green work, per la riconversione e/o l’avvio di nuove imprese dei settori in via di sviluppo ma caratterizzati dall’alta compatibilità e sostenibilità ambientale (green economy, nuove tecnologie, ecc.);
-green food, per il rilancio del fondamentale settore agricolo e la valorizzazione delle eccellenze produttive (olio, vini, formaggi, ecc.);
-green Touring, per  lo sviluppo del settore turistico integrando la fruizione dei beni culturali con il patrimonio ambientale e l’offerta enogastronomia territoriale.

L’altro importante  asse di azione riguarda l’adeguamento dell’offerta formativa dalle scuole pubbliche,  fino alla promozione della ricerca universitaria (dalla Nuova Educazione Civica a corsi tecnici specifici), nonché corsi  indirizzati alla formazione della nuova forza lavoro del modello di sviluppo.
Notiamo con interesse che non solo le associazioni di cittadini si sono attivate sul tema Valle del Sacco, ma anche i sindaci di diversi comuni del territorio hanno costituito un tavolo di coordinamento sulle questione ambientali; auspichiamo che con la stessa solerzia le amministrazioni raccolgano l’invito a partecipare all’affermazione di una programmazione per lo sviluppo del territorio, promosso dalle associazioni dei cittadini e finalmente recepito dalla Regione Lazio che sta creando le strutture amministrative necessarie a affrontare in maniera coordinata le problematiche della nostra Valle.
La L.I.P. è stata presentata già a Frosinone e Ceccano, sarà presentata l’11 luglio a Genazzano e presto anche ad Anagni. Per noi, e soprattutto per le generazioni che si affacciano alla vita sociale, DOBBIAMO FARCELA.

Video sulla Valle del Sacco a cura di Luciano Granieri





"L'estetica del lavoro è lo spettacolo della merce umana". Così comincia ZYG crescita zero degli Area , il brano scelto a commento del video girato sulla via Morolense, piena Valle del Sacco. Eccola l'estetica del lavoro che si diventa estetica di degrado. Negando di fatto il diritto al lavoro, quello vero, il diritto alla salute, il diritto a godere del proprio territorio.

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