mercoledì 6 agosto 2014

Il mancato rispetto della Costituzione non risparmia neanche la Valle del Sacco

Comitato Provinciale in difesa della Costituzione 


Il Comitato provinciale per la difesa della Costituzione è costretto a denunciare l’ennesimo scippo, operato da una normativa licenziata dall’attuale governo,  a  diritti costituzionalmente riconosciuti dei  cittadini. Nello specifico il    DL  “Competitività” n. 91/2014,  approvato alla Camera il 4 agosto scorso,  contiene una disposizione  (art.14 comma 1)   specifico per la Regione Lazio,  che contravviene al dettato costituzionale in materia di  tutela della salute e dell’ambiente e che colpisce direttamente la nostra Provincia.   “Al fine di prevenire procedure d’infrazione ovvero condanne della Corte di giustizia dell’Unione europea per violazione della normativa dell’Unione europea,in materia di rifiuti” si consente al Presidente della Regione Lazio o al sindaco di uno dei comuni di emanare ordinanze contingibili e urgenti nei casi sussista un pericolo di eccezionale gravità per la salute pubblica e per l’ambiente,   trattasi probabilmente  della critica questione dello smaltimento rifiuti per Roma.  In particolare si attribuiscono pieni poteri  al Presidente sul regime di autorizzazione all’esercizio di impianti di trattamento di rifiuti (discariche, compostaggi, tmb, termovalorizzatori, ecc.) strutture ad elevato impatto ambientale e nocive per la salute. Questo articolo  in deroga recepisce, pur essendo una normativa a se stante,  alcune direttive di un altro provvedimento in deroga ( art. 191 del  TU ambiente). In quest’ultimo dispositivo,  relativo  a tutto il territorio italiano e non solo alla Regione Lazio, si precisa che l’eccezionale gravità per la salute pubblica debba essere accertata e certificata dal parere di organi tecnici o tecnico-sanitari locali, che si esprimono con specifico riferimento alle conseguenze ambientali. Che la norma debba essere transitoria, (massimo 18 mesi) e che sia riferita  alle sole attività speciali. Nell’art.14 comma1 del DL Competitività, sparisce l’obbligo di accertamento della emergenza ambientale da parte degli organi tecnico-sanitari, sparisce il limite della transitorietà del provvedimento che può essere applicato anche ad attività ordinarie, oltre che speciali, contrariamente a quanto stabilito dall’at.191. In buona sostanza con l’approvazione di questa norma il Presidente della Regione Lazio, può a sua discrezione, decidere se sussistono pericoli, non solo accertati, ma anche potenziali per la salute (leggi congestione RSU di Roma) e decretare l’apertura, con procedimento ordinario permanente, di impianti di trattamento rifiuti destinati ad accogliere i rifiuti della Capitale, in tutto il territorio regionale. In particolare  Zingaretti può accelerare il piano di distribuzione dell’immondizia romana, già in essere, attraverso le previste aperture di impianti di compostaggio Anagni, Ferentino, Supino (in provincia di Frosinone), Gennazzano con ben 2 impianti,  (in provincia di Roma), di TMB (Colleferro, Paliano), di termovalorizzatori (Paliano, Colleferro) saltando piè pari procedure prima necessarie come la redazione della VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Ecco dunque che per smaltire i rifiuti di Roma, si utilizza la scusa  del tutto pretestuosa di evitare le procedure di infrazione europee peraltro già  emesse,  per ledere  deliberatamente il diritto alla salute e alla protezione ambientale (sanciti dagli art.9, 32 e 41 della Costituzione) dei cittadini della nostra Provincia  e di altri territori regionali. In particolare si completa l’opera di devastazione ambientale della Valle del Sacco. Un territorio che a parole la Regione intende tutelare e riqualificare ma che in pratica riduce a pattumiera della città di Roma, Ma quel che è più grave  sia il Governo che la Regione mostrano di considerare la Costituzione alla stregua della  carta straccia,  materiale da gettare nell’apposito cassonetto.

Comitato  provinciale in difesa della Costituzione

Frosinone 06/08/2014

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