Comitato
Provinciale in difesa della Costituzione
Il
Comitato provinciale per la difesa della Costituzione è costretto a denunciare
l’ennesimo scippo, operato da una normativa licenziata dall’attuale governo, a diritti costituzionalmente riconosciuti dei cittadini. Nello specifico il DL
“Competitività” n. 91/2014, approvato alla Camera il 4 agosto scorso, contiene una disposizione (art.14 comma 1) specifico per la Regione Lazio, che contravviene al dettato costituzionale in
materia di tutela della salute e
dell’ambiente e che colpisce direttamente la nostra Provincia. “Al
fine di prevenire procedure d’infrazione ovvero condanne della Corte di
giustizia dell’Unione europea per violazione della normativa dell’Unione
europea,in materia di rifiuti” si consente al Presidente della
Regione Lazio o al sindaco di uno dei comuni di emanare ordinanze contingibili
e urgenti nei casi sussista un pericolo di eccezionale gravità per la salute
pubblica e per l’ambiente, trattasi probabilmente della critica questione dello smaltimento
rifiuti per Roma. In particolare si
attribuiscono pieni poteri al Presidente
sul regime di autorizzazione all’esercizio di
impianti di trattamento di rifiuti
(discariche, compostaggi, tmb, termovalorizzatori, ecc.) strutture ad elevato
impatto ambientale e nocive per la salute. Questo articolo in deroga
recepisce, pur essendo una normativa a se stante, alcune direttive di un altro provvedimento in
deroga ( art. 191 del TU ambiente). In
quest’ultimo dispositivo, relativo a tutto il territorio italiano e non solo
alla Regione Lazio, si precisa che l’eccezionale gravità per la salute pubblica
debba essere accertata e certificata dal parere di organi tecnici o
tecnico-sanitari locali, che si esprimono con specifico riferimento alle
conseguenze ambientali. Che la norma debba essere transitoria, (massimo 18 mesi) e che sia
riferita alle sole attività speciali.
Nell’art.14 comma1 del DL Competitività, sparisce l’obbligo di accertamento
della emergenza ambientale da parte degli organi tecnico-sanitari, sparisce il
limite della transitorietà del provvedimento che può essere applicato anche ad
attività ordinarie, oltre che speciali, contrariamente a quanto stabilito
dall’at.191. In buona sostanza con l’approvazione di questa norma il Presidente
della Regione Lazio, può a sua discrezione, decidere se sussistono pericoli,
non solo accertati, ma anche potenziali per la salute (leggi congestione RSU di
Roma) e decretare l’apertura, con procedimento ordinario permanente, di
impianti di trattamento rifiuti destinati ad accogliere i rifiuti della
Capitale, in tutto il territorio regionale. In particolare Zingaretti può accelerare il piano di
distribuzione dell’immondizia romana, già in essere, attraverso le previste
aperture di impianti di compostaggio Anagni, Ferentino, Supino (in
provincia di Frosinone), Gennazzano con ben 2 impianti, (in provincia di Roma), di TMB (Colleferro,
Paliano), di termovalorizzatori (Paliano, Colleferro) saltando piè pari
procedure prima necessarie come la redazione della VAS (Valutazione Ambientale
Strategica). Ecco dunque che per smaltire i rifiuti di Roma, si utilizza la
scusa del tutto pretestuosa di evitare
le procedure di infrazione europee peraltro già emesse,
per ledere deliberatamente il
diritto alla salute e alla protezione ambientale (sanciti dagli art.9, 32 e 41
della Costituzione) dei cittadini della nostra Provincia e di altri territori regionali. In particolare
si completa l’opera di devastazione ambientale della Valle del Sacco. Un
territorio che a parole la Regione intende tutelare e riqualificare ma che in
pratica riduce a pattumiera della città di Roma, Ma quel che è più grave sia il Governo che la Regione mostrano di
considerare la Costituzione alla stregua della carta straccia, materiale da gettare nell’apposito cassonetto.
Comitato provinciale in difesa della Costituzione
Frosinone 06/08/2014
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