sabato 27 settembre 2014

I lavoratori Mancini due mesi di presidio

Comitato di lotta Frosinone

Domenica 28 settembre. Una domenica come tante… ma non per tutti.
Oramai il numero di senza lavoro di coloro che devono tagliare sui bisogni a causa di un reddito sempre più basso aumenta quotidianamente.
Non tutti però sono in silenzio, non tutti accettano supinamente questo stato.
Tra questi vi sono i lavoratori della ex Mancini che dal 28 luglio sono in presidio presso la loro azienda per le dovute spettanze che da tempo attendono ma non le vedono all’orizzonte.
Un gruppo di lavoratori coraggioso e combattivo, che disegna, come dice qualcuno, la civiltà del lavoro e dei diritti di questa provincia. Una civiltà non sempre compiuta ma presente nei ricordi appannati di tutti. Oggi tutto sembra lontano nel tempo, disperso nella storia.
Eppure il gruppo appare isolato, quasi respinto dalle istituzioni e dalle organizzazioni preposte alla difesa dei diritti sociali. Una spina nel fianco che oggi alcuno ha voglia di guardare né di tentare di togliere risolvendo i nodi presenti.
Il padrone, la controparte, appare una montagna invalicabile. Ma nel tempo questi lavoratori hanno contribuito ampiamente alla crescita della montagna. Hanno faticato, hanno impegnato la parte migliore della loro vita per il “padrone” ed oggi si trovano senza reddito, senza futuro, senza alleati validi e sinceri.
Le istituzioni a loro volta sono lontane, indispettite dalle proteste di chi subisce, forse prive di reali capacità di intervento, avendo da tempo anch’esse abdicato al cosiddetto libero mercato, che però, lo sanno i lavoratori, è frequentato non da libere forze ma da forze violente che impongo nuove e più cocenti regole a tutti, senza scrupolo alcuno, nemmeno di quel poco che la legislazione sociale offre.
Salari non pagati, tfr non elargiti, cig in ritardo di mesi, mobilità ridotte all’osso, posti di lavoro che scompaiono come mosche, sono tra le tante cose che le istituzioni non riescono a risolvere e che non si preoccupano di risolvere…
La politica gioca alle finte elezioni provinciali, finalmente senza inutili promesse alle masse, senza favori, anzi risparmiando quei soldi che prima servivano a “convincere”. La politica si fa liquida davanti alle richieste dei lavoratori, dei disoccupati, dei disperati; restituisce una idea fortemente ancorata agli interessi di correnti personalistiche e legati a gruppi speculativi, pronti a succhiarsi le ultime risorse disponibili.
Rimane solo il coraggio, la dignità dei lavoratori, quelli che con le lotte tengono vivo quell’ultimo filo di voce di chi racconta la civiltà del lavoro e dei diritti.
Dalla tenda al 174 giorno di protesta, un abbraccio forte e sentito ai lavoratori della ex Mancini. 

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