sabato 19 aprile 2014

Appello agli artisti per una giornata di mobilitazione artistica:il 27aprile a Frosinone

Fausta Dumano


A Frosinone si sta consumando un dramma  che coinvolge tante famiglie,in questi giorni,nonostante il freddo  e la pioggia ,una tenda nella piazza del comune narra la ''resistenza''dei lavoratori licenziati''Va costruita una risposta concreta di solidarietà,va rotto quel muro di indifferenza e di isolamento,del non mi riguarda ''non sono io il licenziato,la licenziata''Siccome l' arte , in tutte le sue espressioni,ha una forte capacità di aggregazione,il mio appello è rivolto a tutti gli artisti del territorio a realizzare una giornata di mobilitazione artistica,attorno alla tenda  dei licenziati per domenica 27 aprile.Gli artisti per natura,nel loro dna non sono indifferenti,porta la tua arte in piazza ,sottoscrivi l' appello,condividi sulla tua bacheca e coinvolgi altri artisti per una grande mobilitazione artistica....conto su di te,che stai leggendo,impegniamoci.


venerdì 18 aprile 2014

Vediamo i conti

Luciano Granieri


Il Comune di Frosinone ha acquistato il teatro Nestor (le mura)  per 640 mila euro. Un affare. La  giunta Ottaviani ha inoltre acquisito il più contenuto teatro Delle Vittorie. Da queste operazioni ne dedurremmo   che  l’Ente gode di buona salute finanziaria. Ma altri segnali, invece,  mostrano il contrario. Il mancato  affidamento dei servizi  di cura alla città alla Multiservizi in liquidazione, con il conseguente licenziamento   degli addetti, la privatizzazione dell’illuminazione urbana,  del ripristino dei giardinetti della Villa Comunale,  indicano inequivocabilmente una Comune in crisi.  Quale è la verità?  Senza ombra di dubbio l’ipotesi più veritiera è la seconda.  La giunta Ottaviani ha le casse vuote. Sicuramente la maggior parte del disavanzo deriva dalle consiliature  precedenti, ma anche il neo sindaco ha cavalcato oltremodo la situazione per far gravare in maniera  più pesante le responsabilità sui suoi predecessori.  Fatto sta che la Corte dei Conti ha rilevato delle criticità sui bilanci di rendiconto del 2010 e del 2011, nonché sul previsionale del 2012 e ha chiesto ragione di ciò  alla giunta comunale che nel frattempo aveva cambiato colore, dal centro sinistra di Marini era passata al centro destra di Ottaviani.  In buona sostanza i giudici contabili hanno rilevato un disavanzo strutturale non compatibile con una gestione corretta dell’Ente.  Il Comune di Frosinone era ,e ancore è , sull’orlo del dissesto finanziario.  Senonchè lo scaltro Ottaviani ha tirato fuori dal cilindro il ricorso alla procedura di “Riequilbirio Finanziario pluriennale”  prevista dall’art. 243 bis del TUEL (Testo Unico Enti Locali) D.L.  del 10 ottobre 2012. Questo procedimento,  emanato dal governo Monti,  è stato elaborato per evitare che gli enti in cui sussistano gravi squilibri finanziari strutturali possano arrivare al dissesto. In base a tale procedura l’ente può accedere a delle anticipazioni sui fondi di rotazione, dei prestiti in sostanza, ma deve nel contempo elaborare un piano di rientro rigoroso. Il piano è a carico degli organi ordinari , cioè sindaco e giunta, ma è sottoposto a controlli periodici della  Corte dei Conti.  In definitiva un programma lacrime e sangue che finirà per impoverire ulteriormente i cittadini della nostra martoriata Frosinone.  La Sezione Regionale di Controllo per il Lazio della Corte dei Conti, con deliberazione 256/2013 PRP  ha accolto la richiesta del Comune di Frosinone di poter accedere alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale,  avendo giudicato positivamente il piano di rientro proposto dalla Comune.  Cosa prevede il piano? Di che morte dovremo morire?  E’ scritto nella deliberazione della Corte dei Conti. Nel documento si individuano le ragioni che hanno portato il Comune sull’orlo della bancarotta,  sono indicate le   anticipazioni sui fondi a cui l’ente può accedere,  si valuta il piano di rientro proposto dall’ente stesso.  In particolare, la Corte dei Conti  ha rilevato un trend negativo del disavanzo relativo agli ultimi tre anni.  Questo passa da 2.485.952,13 del 2010 ai 5.494.586 attuali. In particolare le anomalie risiedono nella determinazione dei residui attivi (crediti  accertati da riscuotere) . Nel 2011, l’amministrazione ha provveduto a cancellare un residuo attivo (credito non riscosso ) di 2 milioni di euro relativo ad una anticipazione della tesoreria  del 2005 a  fronte di un corrispondete residuo passivo  (somme impegnate e non pagate ) di 2.173.762. Ma tale  residuo attivo era già stato cancellato nel 2005. In pratica nel 2011 è stata posto in bilancio la riscossione di una somma , già riscossa nel 2006. Questo è uno degli elementi che hanno attivato il controllo dei giudici  contabili.
I PRESTITI
 Nel documento della Corte dei Conti si apprende che Il Comune di Frosinone ha ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti un anticipazione di liquidità trentennale (un prestito a trent’anni) di € 16.250.000. La prima tranche di  € 8.125.000 è già stata erogata, la seconda verrà liquidata nel 2014. Inoltre, proprio in ragione dell’adesione al piano di riequilibrio finanziario pluriennale,   il Comune ha chiesto un’anticipazione sul fondo di rotazione di 10 milioni di euro da restituire in dieci anni con rate semestrali.  Come intende il Comune ottemperare al piano di rientro per ottenere i suddetti 10 milioni?
I DEBITI
 Partiamo dai debiti, cioè dalla massa passiva da ripianare nel periodo  che va dal 2013 al 2022. Questa ammonta ad un totale di  € 14.676.605,43 di cui 5.564.996,49 per disavanzo  di amministrazione,  7.261.608,94 per debiti fuori bilancio,   1.850.000 per  compensi dovuti ad avvocati esterni impegnati  della nella difesa nella cause dell’Ente.  In relazione ai 7.261.608,24, il Comune intende  ripianare 6.100.000 nei primi 5 anni del piano di riequilibrio e  1.161.608,94 a valere sulla disponibilità del fondo svalutazione crediti per gli esercizi relativi al 2013, 2014, 2015.
   FONDO SVALUTAZIONE CREDITI
 Il fondo di svalutazione crediti  fa parte di  un dispositivo inserito nella legge sulla   ”spending review”   del 2012 e obbliga il Comune  ad istituire un  fondo su cui inserire, nella redazione dei bilanci previsionali annuali,   il 25% dei crediti datati (5 anni) non ancora riscossi, a compensazione delle minori entrate dovute all’eventuale   mancata riscossione di tali importi. Sul fondo svalutazione crediti, graveranno anche  950 mila euro del 1.850.000 dovuto alle consulenze legali esterne suddivisi per gli esercizi 2013,2014,2015,2016. Gli altri 900 saranno oggetto di un piano triennale di rimborso avvocatura così  determinato : (€ 150,000 nel 2013; 250,000 nel 2014 ed 500,000 nel 2015).  La suddivisione delle somme iscritte a bilancio nel fondo svalutazione crediti, per la parte relativa ai debiti fuori bilancio e per quanto dovuto agli avvocati è la seguente:







Per altro il piano decennale complessivo del fondo di svalutazione crediti è così determinato: 















L’accantonamento corrisponde al 25% dei residui attivi per il 2013 e al 50% dei residui attivi per i restanti esercizi.  La Corte dei Conti giudica positivamente la scelta del Comune di porre nel fondo svalutazione per i bilanci dal 2014 al 2022 il 50% dei residui attivi derivanti dal Titolo  I (entrate tributarie) e Titolo III (Entrate extratributarie ) aventi anzianità superiore ai 5 anni. Ma desta perplessità l’allocazione di parte dei debiti fuori bilancio nello stesso fondo.  Infatti negli esercizi che vanno dal 2013 al 2016 questo  deve coprire oltre al rischio di non rientrare dei debiti da  riscuotere, anche le quote  di debito fuori bilancio. Per l’esercizio 2013 in pratica il fondo copre esclusivamente i debiti fuori bilancio infatti il 1.315.000 impegnato deriva totalmente dalla somma dei debiti fuori bilancio (900.000) più i debiti per le consulenze legali (415.000). In  sostanza  il Comune di Frosinone per il 2013 non ha copertura per i residui attivi. Dovrà dunque impegnarsi a riscuotere tutti i debiti in essere relativi al  2008. Se  ciò sia riuscito non è dato sapere.
GLI ALTRI DEBITI.
Che ne è dei debiti fuori bilancio che non passano attraverso  il fondo di svalutazione crediti? Ci riferiamo in particolare ai 6.100.000 rimanenti dei 7.261.608,24 accertati . Questi entrano direttamente nel piano di riequilibrio finanziario e sono spalmati nei primi cinque anni secondo la seguente ripartizione:













A questi il Comune deve far fronte attraverso una manovra lacrime e sangue cioè aumentando al massimo i tributi locali e diminuendo i servizi. Fra le azioni descritte dal piano figurano: L’incremento dell’Imu   sulla prima casa del 50% attraverso l’aumento  delle aliquote già  al massimo,  dallo 0,4 allo 0,6 per cento. Qualcuno ricorderà la corsa ai Caf per determinare quanto fosse la maggiorazione da pagare. E’ storia di ieri. La Tares ,  il tributo sui rifiuti e sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione urbana),   sarà coperta interamente dai tributi dei cittadini. L’addizionale comunale Irpef è già stata aumentata nella misura massima consentita (0,8%). Inoltre è prevista la riduzione delle spese per i servizi a domanda individuale (asili nido, mensa scolastica, trasporto pubblico scolastici ecc.), la riduzione della spesa per il personale, per i servizi e i trasferimenti.  Abbiamo pagato tutto? Neanche per idea. Mancano i 5.564.996,49 per disavanzo di amministrazione ( I debiti a bilancio per capirci). Questo debito andrà assolto attraverso avanzi di bilancio, ossia i saldi attivi fra le entrate tributarie e le spese per i servizi che dovranno essere conseguiti  significativamente a partire dal 2017 fino al 2022. Di seguito la tabella:
























In realtà il Comune destina  al recupero anche la somma  da reperire attraverso la vendita dell’immobile dell’ex motorizzazione civile  stimata in 9.300.000. Tale vendita non si è ancora concretizzata e non si sa come e quando si realizzerà, per cui questi soldi non entrano nel piano. La Corte  si limita a prende atto con soddisfazione della volontà dell’ente di procedere alla vendita degli immobili pubblici. Come si deduce dalla tabella il primo avanzo significativo sia avrà solo a partire dal 2017 (1.181.495,49). Su questo la Corte dei Conti mostra qualche perplessità, perché la legge per il riequilibrio pluriennale finanziario, prevede che il ripiano del disavanzo dell’amministrazione debba avere un maggior peso economico nei primi 5 anni. L’esatto contrario di quanto proposto dal Comune di Frosinone. Infatti analizzando la tabella sopra riportata nei primi 5 anni gli avanzi primari sono irrisori. Cioè il caro sindaco Ottaviani s’impegna  a realizzare un avanzo totale molto limitato rispetto a quanto dovrà conseguire il primo cittadini che verrà dopo.  La Corte sostiene che il piano: “non risulta improntato a criteri di gradualità e di progressività; esso finisce sostanzialmente per rinviare alle  gestioni successive la completa copertura di parte dei debiti. Occorre, tuttavia, tenere presente che rientra nella piena facoltà dell'Ente stabilire Ie modalità e Ie priorità di riparto delle passività da ripianare”. E’ lapalissiano che nel frattempo l’Ente non dovrà contrarre più debiti e anzi dovrà adoperarsi per estinguere anticipatamente un derivato finanziario “collar swap” contratto con Unicredit previo affidamento della pratica  all’avvocatura per l’accertamento della regolarità di tale contratto con la possibilità dell’impugnazione e dell’annullamento in caso di anomalie.  La Corte promuove il Comune per la rideterminazione della dotazione organica e della programmazione del fabbisogno del personale. In particolare l’Ente  ha cessato l’affidamento dei servizi alla Società Multiservizi, procedendo alla riclassificazione dei servizi realizzando un risparmio di 900 mila euro.  Questo è il riassunto del salasso che toccherà a noi cittadini da qui fino al 2022. E’ necessario aggiungere qualche significativa notazione sul bilancio previsionale del 2013.  Il Comune di Frosinone prevede un uscita di 47.016.335,36 per le spese correnti nel 2013. La stessa spesa per il 2014 si riduce a 31.723.636,20, cioè quasi 8 milioni in meno, praticamente taglierà di tutto e di più, si trasformerà in un’agenzia di riscossione tributi . Inoltre, sempre nel previsionale del 2013,  sono  inseriti 3.682.000 di recupero di evasione tributaria di cui 2.500.000 relativi ai tributi dei rifiuti. Siamo sicuri  che la gente pagherà tutta sta’ monnezza? Neanche i revisori  che hanno approvato il bilancio ne sono convinti infatti pongono a margine della voce “recupero evasione tributaria”  la seguente notazione “ Il collegio rileva l’anomalia connessa alla elevata consistenza della posta in questione”. Del resto che problema c’è? Fra 5 anni il sindaco in carica porrà il 25% di questo residuo attivo (ormai è chiaro di  cosa si parla) nel fondo svalutazione crediti e buonanotte ai suonatori. Cari concittadini   non avremo più neanche gli occhi per piangere e di che  sfamarci, ma vuoi mettere il piacere di andare a teatro?  A proposito di teatro. Dove li prendono i soldi? Finanziamenti  a bilancio non ce ne sono e neanche ci potrebbero essere, il saldo fra alienazioni di trasferimenti da capitale e spese in conto captale è a zero, quindi significa che non è prevista alcuna vendita di immobili per reperire le sostanze necessarie all’acquisto del Nestor.  Comprendere  l’esborso fra le spese correnti non sarebbe un’operazione corretta. E allora dove li prendono i soldi?  Chi sopravvivrà alla totale spoliazione vedrà. 

Se non avete capito molto di quanto abbiamo scritto, nel video che segue sarà lo stesso sindaco Ottaviani a spiegare il Piano:

Petizione in difesa della filosofia

La Costituente della Filosofia

La Costituente di filosofia lancia una petizione on-line per raccogliere firme in difesa della Filosofia nei licei! Fra i primi firmatari della petizione il Prof. Roberto Esposito che alcuni mesi fa aveva lanciato dalla rivista il Mulino un appello in difesa dei saperi umanistici.

La Costituente di filosofia invita pertanto tutti coloro che hanno a cuore il sapere critico e che intendono difenderlo da una concezione della scuola sempre più nozionistica e aziendalistica, a firmare e a diffondere tale appello. Le firme verranno poi consegnate al Miur a sostegno delle richieste che la Costituente di filosofia avanza per rivalutare l'insegnamento di questa
disciplina.



Appello in difesa della Filosofia nei Licei e del pensiero critico. Contro i tagli, per l’estensione dell’insegnamento della Filosofia.
Il Ministero dell'istruzione ha avviato la sperimentazione di un liceo di 4 anni che minaccia di portare nuovi tagli di mld di euro alle risorse per l’istruzione pubblica e di migliaia di cattedre. Difatti questa sperimentazione si inserisce ancora una volta nella logica di “razionalizzazione” economica che da 20 anni individua nell’istruzione non una risorsa, ma una spesa.
Il liceo breve avrebbe un'impostazione ancora più nozionistica e aziendalistica, in linea con le precedenti "riforme". Nozionismo e aziendalizzazione che trovano la loro realizzazione nell'estensione del sistema valutativo Invalsi che il ministero sta attuando.
A pagare le conseguenze di questa visione utilitaristica rischia questa volta di essere innanzitutto Filosofia. La disciplina, già ridotta dalla "riforma" Gelmini, rischia ora con la sperimentazione di diventare l'unica materia insegnata in soli 2 anni sui 4 complessivi! Il danno didattico e la svalutazione dei saperi critici sono evidenti. La Costituente di Filosofia nata per opporsi a tale "riforma", sostiene che la sperimentazione va dunque rigettata.
Formata prevalentemente da insegnanti di filosofia preoccupati da questa situazione, la Costituente ha avviato una riflessione sugli spazi del pensiero critico nella società italiana e uno studio sulle sperimentazioni effettuate in passato sull'insegnamento della filosofia nelle scuole, incontrando così un'esigenza analoga sollevatasi nel frattempo anche dall'Università.
Ne è emersa una forte esigenza pedagogica e sociale proveniente da varie esperienze didattiche e da quello che potremmo chiamare un vero e proprio "bisogno di filosofia" nella scuola e nella società, che non si può ignorare. Tale bisogno è motivato da un lato dalla capacità della disciplina di costruire quelle competenze trasversali fra le scienze naturali e le scienze sociali e quell'interculturalità che oggi la scuola prevalentemente ricerca. Dall'altro dalla capacità della riflessione filosofica di eccedere ogni applicazione strettamente pratica aprendo così la possibilità stessa di un pensiero critico, fondamentale per la formazione di cittadini consapevoli.
Fra queste esperienze didattiche citiamo: la sperimentazione nel '96-'97 dell'insegnamento della filosofia sin dal I anno del liceo, la sperimentazione di percorsi filosofici negli istituti tecnici (Brocca), la forte richiesta odierna di progetti di filosofia coi bambini nella scuola primaria.
È in risposta a tale esigenza di saperi critici e alla volontà di cambiare la Scuola attraverso la partecipazione e la condivisione, che la Costituente di filosofia riunitasi a Roma il 2 marzo scorso, avvia una raccolta di firme per il rifiuto dei tagli e del nozionismo, per la restituzione delle ore tolte all'insegnamento di Filosofia dalla "riforma Gelmini", per l'estensione dell'insegnamento di Filosofia a partire dal I anno dei Licei, per il riconoscimento dei progetti di filosofia con i bambini nella scuola primaria, per l'introduzione di percorsi filosofici anche negli istituti tecnici e professionali.
Invitiamo a firmare e a diffondere questa petizione.



Per adesioni: costituent...@gmail.com

Adios Gabo

A cura di Luciano Granieri.

Dedicato a Gabriel Garcia Marquez


giovedì 17 aprile 2014

Aristide Ceccarelli. La lezione dei ragazzi della 5°E

Luciano Granieri


Non è sbagliato affermare che l’Osservatorio Peppino Impastato e la Scuola di Formazione sociale e politica “Don Gallo” hanno vissuto mercoledì scorso 16 aprile uno dei momenti  più significativi dell’attività di formazione. Gli alunni della 5°E del Liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano, accompagnati dalla preside , professoressa Concetta Senesi e dal professore, nonché coordinatore del lavoro di ricerca Mario Morsillo, hanno fornito una impeccabile lezione di storia, analizzando la figura dell’anarchico sindacalista Aristide Ceccarelli.  Parlare di lezione di storia è oltremodo riduttivo. Infatti il seminario ha suscitato profonde riflessioni nella platea dei partecipanti, fra cui il sottoscritto,  gli altri membri dell’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone, Francesco Notarcola  e Mario Catania,  sul tema della rivoluzione pacifica. Il carattere non violento della lotta messa in atto dall’anarchico Aristide Ceccarelli, è stato oggetto di analisi e di riferimenti anche sul  modo con cui si esercita il conflitto sociale oggi, alla luce anche dei recenti avvenimenti accaduti a Roma nel corso della manifestazione dei movimenti per la casa. Un altro elemento interessante di riflessione è scaturito  sull’importanza della memoria  e sulle  modalità  di ricerca dei documenti storici. Raccogliere la documentazione su Aristide Ceccarelli  non è stato facile per i ragazzi della 5°E. Ma in forza della grande curiosità intellettuale di questi giovani e dell’interesse che il professore Morsillo ha saputo trasmettere sulla storia dell’anarchico ceccanese il lavoro documentale è stato eccellente ed esaustivo. Una parte del merito va anche ad Edoardo Papetti,  autore della biografia di Aristide Ceccarelli.  L’esperimento è stato talmente interessante che abbiamo deciso  di continuare nella collaborazione, organizzando presso il liceo scientifico e linguistico di Ceccano un dibattito sulla figura di Peppino Impastato e sulla storia dei movimenti sociali antimafia con  la proiezione del film “I  cento passi”.  L’evento dovrebbe tenersi il 9 maggio prossimo. Siamo sicuri che il contributo alla discussione che questi ragazzi sapranno dare sarà preziosissimo. Non ci resta che ringraziarli, insieme alla loro preside Concetta Senesi e al loro docente Saverio Morsillo. La speranza di assistere alla crescita di una generazione dai  saldi valori  morali,  dalla grande consapevolezza  e dalla volontà di impegno sociale è tutt’altro che sopita. 

mercoledì 16 aprile 2014

Lo scambio ineguale

di Lucia Fabi e Angelino Loffredi   fonte:http://www.unoetre.it/


Durante il periodo della guerra gli abitanti della parte superiore della città di Ceccano, non solo assistevano alle esercitazioni e alle sfilate di soldati tedeschi ma, notizia sostenuta da prove testimoniali, anche a quelle dei loro cavalli.
Sul breve tratto di strada di via Fontanelle (già via Michele Bianchi) stanziavano molti cavalli dalla possente struttura fisica. Vincenzo Loffredi ricorda che ogni mattina alle sette precise sfilavano ben ordinati, ognuno guidato da un soldato che procedeva a piedi, lungo via Matteotti (già via 28 ottobre) per arrivare fino alla zona Pescara e poi tornare al punto di partenza. Il loro passaggio oltre ad essere puntuale era anche rumoroso e riconoscibile a distanza. Per i pochi cittadini che abitavano nei paraggi, l'andatura ritmica e potente di questi costituiva la sveglia. Probabilmente la regolarità del transito e il numero elevato dei cavalli, forse trenta, erano stati rilevati da qualche ricognitore alleato che spesso improvvisamente sbucava dal cielo per controllare il movimento delle truppe tedesche.
Il 28 marzo avvenne un bombardamento dai risvolti tragici e dolorosi. Alle 7,30 durante l'uscita quotidiana dei cavalli, arei alleati sganciarono bombe che caddero in vicinanza del luogo chiamato "Ponte della gatta", dove trovarono la morte due diciottenni: Maria Ferri e Salvatore Tiberia. Dai ricordi della nipote di Maria Ferri anche lei chiamata Maria, sappiamo che quella mattina la giovane usci di casa per accompagnare la madre nella ricerca di qualcosa da mangiare.
La signora Anna Maria Pizzuti, che qualche anno più tardi sposerà Luigi, fratello di Salvatore ci racconta che oltre ai due morti nello stesso luogo vi furono due ferite: Anna Masi e Benedetta Tiberia. Benedetta era la sorella di Salvatore. In un primo momento parenti e vicini quando arrivarono a portare i primi soccorsi ritennero Benedetta morta per la quantità di sangue esistente sui vestiti e per la rigidità del corpo. Un dolore enorme per la famiglia Tiberia per la scomparsa contemporanea di due membri della famiglia. Mancò poco che Benedetta non venisse messa nella bara, quando fortunatamente un leggero movimento della bocca costituì il segnale di essere ancora in vita. Pur essendo gravemente ferita, la ragazza riuscì rapidamente a ricuperare ed a vivere per altri settanta anni.
Alle porte di Ceccano, sempre durante la stessa incursione aerea, una bomba cadeva nella proprietà Palmieri, nelle vicinanze di dove è oggi la farmacia, scavando un grande cratere e sollevando una grande massa di argilla che andò a cadere sul tetto del pagliaio dove viveva Vincenzo Loffredi con la sua famiglia e colpendo il ragazzo alla fronte. Alla vista di tanto sangue la madre dopo avergli fasciato la testa con un asciugamano lo accompagnò a piedi presso un'infermeria tedesca situata in via Madonna del loco, dove oggi è situata la casa del mobiliere Romolo Pizzuti. Il medico incominciò a pulire la ferita ma, nel momento in cui sentì un rumore di aereo lasciò tutto per dileguarsi velocemente e ai due non restò che tornare sconsolati a casa. Purtroppo nei giorni successivi Vincenzo non migliorava anzi la faccia gli si era talmente gonfiata da essere irriconoscibile. La madre allora lo portò in un'altra infermeria posta in via Armando Diaz, nelle vicinanze dell'odierno negozio di ferramenta. Il medico presente non era tedesco ma di nazionalità polacca e visitò con molta premura il ragazzo dandogli anche alcune pasticche da prendere a casa. La guarigione fu rapida e Vincenzo riprese la sua vita normale.
La madre sentendosi rassicurata volle dimostrare apprezzamento e riconoscenza presentandosi, cosi come fanno tante donne ciociare, al cospetto del dottore con alcune uova. Era tutto quello che possedeva ma a quel punto avvenne un fatto imprevisto e sotto certi aspetti commovente. Il medico comprese il gesto della donna ma con molta signorilità e con un leggero sorriso, battendo una mano sulla spalla della madre, la invitò a far mangiare le uova " al bambino ".
Su via Madonna del Carmine i tedeschi provarono a requisire la casa di Antonio Tanzini, ma secondo il racconto fattoci dal figlio Fausto, la madre Santina del Brocco con molta energia vi si oppose dicendo di avere due figli malati di tifo. I tedeschi dopo quella dichiarazione non insistettero, si ritirarono ma dopo un po', forse preoccupati della loro salute, portarono alla famiglia alcune pasticche da somministrare ai due malati. I ragazzi dopo una settimana si ristabilirono e tedeschi tornarono a requisire un fabbricato adiacente alla loro abitazione e di loro proprietà. In questi locali misero un'officina dove si riparavano mitragliatrici. Lo stesso Fausto ricorda di aver accompagnato i soldati tedeschi in prossimità del cimitero, dove esisteva un tiro a segno per provare l'efficienza delle armi.
Un giorno il padrone di casa, vedendo il comportamento dei tedeschi consigliò la moglie di cucinare quel maialino nascosto prima che venisse razziato. A sera quando le dieci persone che componevano la numerosa famiglia erano riunite a tavola pronte per mangiare si presentarono otto tedeschi che s'impadronirono della loro cena. Uno di questi però mostrò "generosità": scambiando il profumato arrosto preparato sul momento, con dieci scatole di carne.
Forse da quel momento cominciò a praticarsi lo scambio ineguale.

martedì 15 aprile 2014

Le associazioni incontrano i lavoratori della Multiservizi

Francesco Notarcola


Domani, mercoledì 16 aprile, alle ore 19, in Piazza VI Dicembre ( Piazza del Comune), le associazioni ed i cittadini incontreranno i lavoratori della Multiservizi per concordare con loro l'organizzazione di una GIORNATA DI SOLIDARIETA' DELLA CITTA' CON LA LORO LOTTA PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO.

lunedì 14 aprile 2014

La storia di un Ceccanese dimenticato

Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone
Scuola di formazione sociale e politica Don Gallo.























Mercoledì 16 aprile alle ore 16,00 presso la Casa del Volontariato di Frosinone in via Pierluigi Da Palestrina (vicino al cinema Arci),   la classe “5° E” del liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano, in collaborazione con l’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone e con la scuola di formazione sociale e politica Don Gallo, presenterà   l’evento: “Aristide Ceccarelli, un ceccanese ingiustamente dimenticato”.  La grande storia, quella che riporta gli avvenimenti fondamentali per l’evoluzione politica sociale e civile dell’umanità, spesso è fatta di piccole storie. Non è esagerato affermare che la grande storia si determina con la comunione di piccole storie connesse  le une alle altre.  La storia di Arsitide Ceccarelli, anarcosindacalista di Ceccano è una di queste. Attraverso il racconto delle crude  vicende dell’anarchico comunista  di Ceccano, è possibile accedere ad un quadro lucido e rigoroso degli scenari storici di fine ‘800  inizio ‘900. Un era tristemente segnata dalle sciagure della “Grande Guerra” e dai fatti che ne determinarono la partecipazione italiana. Aristide Ceccarelli, segretario della Camera del Lavoro di Roma,  fondatore del Fascio Anarchico Comunista Laziale,  è una figura centrale, strenuamente impegnato  nell’arginare il dilagare dell’interventismo nella classe operaia. Ceccarelli era anarchico non violento più per etica che per strategia. Nel 1897 venne arrestato dai Carabinieri, prelevato mentre era in veglia funebre del figlioletto morto di stenti a soli due anni di età, ingiustamente accusato da un anarchico bombarolo,  Acciarino, di aver partecipato all’attentato del 1897 contro il re Umberto I.  Questi e molti altri eventi che hanno segnato la vita di Aristide Ceccarelli, verranno raccontati con l’ausilio di filmati e documenti dai ragazzi della classe 5°E del liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano. Lo studio approfondito e rigoroso di questi ragazzi ci dimostra che la volontà di apprendere, la curiosità di entrare dentro quelle piccole storie che fanno la grande storia, permettono a dei giovani di  diventare  storiografi eccelsi e di  poter insegnare la storia meglio di molti celebrati professori.

Giornata Europea dei diritti del malato

Il Tribunale  per i Diritti del Malato di Frosinone 


Anche in questo anno Cittadinanzattiva-Tribunale per i Diritti del Malato promuove la Giornata Europea dei diritti del malato, giunta all’ottava edizione.

Il Tribunale  per i Diritti del Malato della città del Capoluogo informa che celebrerà la giornata Europea dei Diritti del Malato il 18 aprile dalle ore 9,00 alle ore 14,00 presso l’Ospedale “F.Spaziani”- via A.Fabi e distribuirà la Carta Europea con indicato i 14 diritti del Malato, altri opuscoli e informazioni che ci saranno richieste dai cittadini.
Frosinone 14 aprile 2014.



I 14 Diritti

1. Diritto a misure preventive
Ogni individuo ha diritto a servizi appropriati a prevenire la malattia.

2. Diritto all’accesso
Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi sanitari che il suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire eguale accesso a ognuno, senza discriminazioni sulla base delle risorse finanziarie, del luogo di residenza, del tipo di malattia o del momento di accesso al servizio.

3. Diritto alla informazione
Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutti i tipi di informazione che riguardano il suo stato di salute e i servizi sanitari e come utilizzarli, nonché a tutti quelli che la ricerca scientifica e la innovazione tecnologica rendono disponibili.

4. Diritto al consenso
Ogni individuo ha il diritto ad accedere a tutte le informazioni che lo possono mettere in grado di partecipare attivamente alle decisioni che riguardano la sua salute. Queste informazioni sono un prerequisito per ogni procedura e trattamento, ivi compresa la partecipazione alla ricerca scientifica.

5. Diritto alla libera scelta
Ogni individuo ha il diritto di scegliere liberamente tra differenti procedure ed erogatori di trattamenti sanitari sulla base di adeguate informazioni.

6. Diritto alla privacy e alla confidenzialità
Ogni individuo ha il diritto alla confidenzialità delle informazioni di carattere personale, incluse quelle che riguardano il suo stato di salute e le possibili procedure diagnostiche o terapeutiche, così come ha diritto alla protezione della sua privacy durante l’attuazione di esami diagnostici, visite specialistiche e trattamenti medico-chirurgici in generale.

7. Diritto al rispetto del tempo dei pazienti
Ogni individuo ha diritto a ricevere i necessari trattamenti sanitari in un periodo di tempo veloce e predeterminato. Questo diritto si applica a ogni fase del trattamento.

8. Diritto al rispetto di standard di qualità
Ogni individuo ha il diritto di accedere a servizi sanitari di alta qualità, sulla base della definizione e del rispetto di precisi standard.


9. Diritto alla sicurezza
Ogni individuo ha il diritto di essere libero da danni derivanti dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari, dalla malpractice e dagli errori medici, e ha il diritto di accesso a servizi e trattamenti sanitari che garantiscano elevati standard di sicurezza.

10. Diritto alla innovazione
Ogni individuo ha il diritto all’accesso a procedure innovative, incluse quelle diagnostiche, secondo gli standard internazionali e indipendentemente da considerazioni economiche o finanziarie.

11. Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non necessari
Ogni individuo ha il diritto di evitare quanta più sofferenza possibile, in ogni fase della sua malattia.

12. Diritto a un trattamento personalizzato
Ogni individuo ha il diritto a programmi diagnostici o terapeutici quanto più possibile adatti alle sue personali esigenze.

13. Diritto al reclamo
Ogni individuo ha il diritto di reclamare ogni qual volta abbia sofferto un danno e ha il
diritto a ricevere una risposta o un altro tipo di reazione.

14. Diritto al risarcimento
Ogni individuo ha il diritto di ricevere un sufficiente risarcimento in un tempo ragionevolmente breve ogni qual volta abbia sofferto un danno fisico ovvero morale e psicologico causato da un trattamento di un servizio sanitario.

Contatti Cittadinanzattiva Lazio
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domenica 13 aprile 2014

Renzizzazione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti

Luciano Granieri


“Un anno fa, 12 mesi di fatti per cambiare il Lazio”. Questo era il titolo del convegno che si è tenuto  venerdì scorso 11 aprile, presso il Multisala Sisto di Frosinone.  L’evento aveva lo scopo di illustrare ai cittadini di Frosinone il bilancio di un anno di governo della nuova giunta regionale del Lazio. Il compito era affidato ai consiglieri regionali di maggioranza eletti nella nostra provincia: Mauro Buschini e Daniela Bianchi, ma soprattutto al presidente della Regione Nicola Zingaretti. 

  Evidentemente il convegno aveva anche l’obbiettivo di supportare i candidati a sindaco del centro sinistra in corsa per le amministrative che si terranno a fine maggio in molti comuni importanti della Ciociaria, fra cui Anagni e Veroli.  Per par condicio, così come siamo andati a far danni alla  CONVENTION GRILLINA,  tenutasi qualche settimana fa nella nostra città, non potevamo esimerci dal partecipare anche alla kermesse del centrosinistra. 

In verità in questa occasione non è stato possibile incidere più di tanto. Infatti non erano previsti interventi del pubblico. Si doveva solo ascoltare l’esposizione di Buschini, Bianchi e Zingaretti.  Ciò che immediatamente è emerso è che Nicola Zingaretti non si trova  al passo con il suo segretario di partito, nonché presidente del Consiglio Matteo Renzi.  

Il nuovo corso  impone che mentre parlano i propri collaboratori si cazzeggi con lo smartphone. L’”antico” Zingaretti, invece,  non si è perso neanche una battuta dei discorsi dei suoi consiglieri.  Inoltre nell’intervento del presidente della Regione non vi è stata  traccia di un proclama , di una promessa, che so’ un “AUMENTEREMO DI UN MILIONE DI UNITA’ I POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI” niente di niente.  Solo un puntuale bilancio di quanto è stato realizzato e di ciò che si deve ancora fare per mettere in atto  il programma. 

Uffa che barba!!!! Diamine siamo in campagna elettorale!!! Un po’ di brio!!!  Qui si rischia il #ZINGARETTISTAISERENO.  E’ vero le slide c’erano ma erano poco colorate, riportavano dei grigissimi grafici, si susseguivano in modo incerto. Niente a che vedere,  non solo rispetto al pesciolino rosso della prima conferenza stampa dell’era renziana, ma anche al triste  lavoro da secchiona proposto dalla Boschi per illustrare le riforme istituzionali.  Se avesse partecipato Renzi, sarebbe morto dalla noia e avrebbe chiesto immediatamente le dimissioni di Zingaretti.  

A noi Zingaretti sta simpatico, per cui  nel montare il video  del suo intervento, abbiamo cercato di “renzizzarlo”. Abbiamo aggiunto  il proclama che mancava  (pensiamo sia veramente in stile renziano) ,  quindi è stata inserita  una musica in sottofondo. Questa è un artificio a cui Renzi non aveva mai pensato.  

Forse i brani tratti da una delle più importanti incisioni della storia del jazz come “Birth of the Cool”  di Miles Davis insieme  all’orchestra di Gill Evans non sono propriamente in linea con  la post modernità reniziana. E’ musica da professori e Dio sa quanto i professori siano una palla al piede per chi vuole cambiare e innovare .  Il sindaco d’Italia avrebbe preferito Ligabue o Jovanotti. Però non ce la siamo sentita. Vuoi o non vuoi Zingaretti un minimo di stile l’ha dimostrato dunque va bene la renzizzazione, ma non esageriamo. Ah dimenticavo i brani sono:  Jeru, Venus De Milo e Deception.  Buona visione.