A Frosinone si sta consumando un dramma che coinvolge tante famiglie,in questi giorni,nonostante il freddo e la pioggia ,una tenda nella piazza del comune narra la ''resistenza''dei lavoratori licenziati''Va costruita una risposta concreta di solidarietà,va rotto quel muro di indifferenza e di isolamento,del non mi riguarda ''non sono io il licenziato,la licenziata''Siccome l' arte , in tutte le sue espressioni,ha una forte capacità di aggregazione,il mio appello è rivolto a tutti gli artisti del territorio a realizzare una giornata di mobilitazione artistica,attorno alla tenda dei licenziati per domenica 27 aprile.Gli artisti per natura,nel loro dna non sono indifferenti,porta la tua arte in piazza ,sottoscrivi l' appello,condividi sulla tua bacheca e coinvolgi altri artisti per una grande mobilitazione artistica....conto su di te,che stai leggendo,impegniamoci.
sabato 19 aprile 2014
venerdì 18 aprile 2014
Vediamo i conti
Luciano Granieri
Il Comune di Frosinone ha acquistato il teatro Nestor (le
mura) per 640 mila euro. Un affare. La giunta Ottaviani ha inoltre acquisito il più
contenuto teatro Delle Vittorie. Da queste operazioni ne dedurremmo che l’Ente gode di buona salute
finanziaria. Ma altri segnali, invece, mostrano il contrario. Il mancato affidamento dei servizi di cura alla città alla Multiservizi in
liquidazione, con il conseguente licenziamento degli
addetti, la privatizzazione dell’illuminazione urbana, del ripristino dei giardinetti della Villa
Comunale, indicano inequivocabilmente
una Comune in crisi. Quale è la verità? Senza ombra di dubbio l’ipotesi più veritiera
è la seconda. La giunta Ottaviani ha le
casse vuote. Sicuramente la maggior parte del disavanzo deriva dalle consiliature
precedenti, ma anche il neo sindaco ha
cavalcato oltremodo la situazione per far gravare in maniera più pesante le responsabilità sui suoi
predecessori. Fatto sta che la Corte dei
Conti ha rilevato delle criticità sui bilanci di rendiconto del 2010 e del
2011, nonché sul previsionale del 2012 e ha chiesto ragione di ciò alla giunta comunale che nel frattempo aveva
cambiato colore, dal centro sinistra di Marini era passata al centro destra di
Ottaviani. In buona sostanza i giudici
contabili hanno rilevato un disavanzo strutturale non compatibile con una
gestione corretta dell’Ente. Il Comune
di Frosinone era ,e ancore è , sull’orlo del dissesto finanziario. Senonchè lo scaltro Ottaviani ha tirato fuori
dal cilindro il ricorso alla procedura di “Riequilbirio Finanziario
pluriennale” prevista dall’art. 243 bis
del TUEL (Testo Unico Enti Locali) D.L.
del 10 ottobre 2012. Questo procedimento, emanato dal governo Monti, è stato elaborato per evitare che gli enti in
cui sussistano gravi squilibri finanziari strutturali possano arrivare al
dissesto. In base a tale procedura l’ente può accedere a delle anticipazioni
sui fondi di rotazione, dei prestiti in sostanza, ma deve nel contempo
elaborare un piano di rientro rigoroso. Il piano è a carico degli organi
ordinari , cioè sindaco e giunta, ma è sottoposto a controlli periodici della Corte dei Conti. In definitiva un programma lacrime e sangue
che finirà per impoverire ulteriormente i cittadini della nostra martoriata
Frosinone. La Sezione Regionale di
Controllo per il Lazio della Corte dei Conti, con deliberazione 256/2013
PRP ha accolto la richiesta del Comune
di Frosinone di poter accedere alla procedura di riequilibrio finanziario
pluriennale, avendo giudicato
positivamente il piano di rientro proposto dalla Comune. Cosa prevede il piano? Di che morte dovremo
morire? E’ scritto nella deliberazione
della Corte dei Conti. Nel documento si individuano le ragioni che hanno
portato il Comune sull’orlo della bancarotta,
sono indicate le anticipazioni sui fondi a cui l’ente può accedere,
si valuta il piano di rientro proposto
dall’ente stesso. In particolare, la
Corte dei Conti ha rilevato un trend
negativo del disavanzo relativo agli ultimi tre anni. Questo passa da 2.485.952,13 del 2010 ai
5.494.586 attuali. In particolare le anomalie risiedono nella determinazione
dei residui attivi (crediti accertati da
riscuotere) . Nel 2011, l’amministrazione ha provveduto a cancellare un residuo
attivo (credito non riscosso ) di 2 milioni di euro relativo ad una
anticipazione della tesoreria del 2005
a fronte di un corrispondete residuo
passivo (somme impegnate e non pagate )
di 2.173.762. Ma tale residuo attivo era
già stato cancellato nel 2005. In pratica nel 2011 è stata posto in bilancio la
riscossione di una somma , già riscossa nel 2006. Questo è uno degli elementi
che hanno attivato il controllo dei giudici
contabili.
I PRESTITI
Nel documento della
Corte dei Conti si apprende che Il Comune di Frosinone ha ottenuto dalla Cassa Depositi e Prestiti un anticipazione di liquidità trentennale (un prestito a
trent’anni) di € 16.250.000. La prima tranche di € 8.125.000 è già stata erogata, la seconda
verrà liquidata nel 2014. Inoltre, proprio in ragione dell’adesione al piano di
riequilibrio finanziario pluriennale, il Comune ha chiesto un’anticipazione sul
fondo di rotazione di 10 milioni di euro da restituire in dieci anni con rate
semestrali. Come intende il Comune
ottemperare al piano di rientro per ottenere i suddetti 10 milioni?
I DEBITI
Partiamo dai debiti,
cioè dalla massa passiva da ripianare nel periodo che va dal 2013 al 2022. Questa ammonta ad un
totale di € 14.676.605,43 di cui
5.564.996,49 per disavanzo di
amministrazione, 7.261.608,94 per debiti
fuori bilancio, 1.850.000 per compensi dovuti ad avvocati esterni impegnati della nella difesa nella cause dell’Ente. In relazione ai 7.261.608,24, il Comune
intende ripianare 6.100.000 nei primi 5
anni del piano di riequilibrio e
1.161.608,94 a valere sulla disponibilità del fondo svalutazione crediti
per gli esercizi relativi al 2013, 2014, 2015.
FONDO SVALUTAZIONE
CREDITI
Il fondo di
svalutazione crediti fa parte di un dispositivo inserito nella legge sulla ”spending
review” del 2012 e obbliga il Comune ad istituire un fondo su cui inserire, nella redazione dei
bilanci previsionali annuali, il 25% dei crediti datati (5 anni) non ancora
riscossi, a compensazione delle minori entrate dovute all’eventuale mancata riscossione di tali importi. Sul
fondo svalutazione crediti, graveranno anche
950 mila euro del 1.850.000 dovuto alle consulenze legali esterne
suddivisi per gli esercizi 2013,2014,2015,2016. Gli altri 900 saranno oggetto
di un piano triennale di rimborso avvocatura così determinato : (€ 150,000
nel 2013; € 250,000 nel 2014
ed € 500,000 nel 2015). La suddivisione delle somme iscritte a
bilancio nel fondo svalutazione crediti, per la parte relativa ai debiti fuori
bilancio e per quanto dovuto agli avvocati è la seguente:
Per altro il piano decennale complessivo del fondo di svalutazione
crediti è così determinato:
L’accantonamento corrisponde al 25% dei residui attivi per
il 2013 e al 50% dei residui attivi per i restanti esercizi. La Corte dei Conti giudica positivamente la
scelta del Comune di porre nel fondo svalutazione per i bilanci dal 2014 al
2022 il 50% dei residui attivi derivanti dal Titolo I (entrate tributarie) e Titolo III (Entrate
extratributarie ) aventi anzianità superiore ai 5 anni. Ma desta perplessità
l’allocazione di parte dei debiti fuori bilancio nello stesso fondo. Infatti negli esercizi che vanno dal 2013 al
2016 questo deve coprire oltre al
rischio di non rientrare dei debiti da riscuotere, anche le quote di debito fuori bilancio. Per l’esercizio
2013 in pratica il fondo copre esclusivamente i debiti fuori bilancio infatti
il 1.315.000 impegnato deriva totalmente dalla somma dei debiti fuori bilancio
(900.000) più i debiti per le consulenze legali (415.000). In sostanza il Comune di Frosinone per il 2013 non ha
copertura per i residui attivi. Dovrà dunque impegnarsi a riscuotere tutti i
debiti in essere relativi al 2008. Se ciò sia riuscito non è dato sapere.
GLI ALTRI DEBITI.
Che ne è dei debiti fuori bilancio che non passano
attraverso il fondo di svalutazione
crediti? Ci riferiamo in particolare ai 6.100.000 rimanenti dei 7.261.608,24
accertati . Questi entrano direttamente nel piano di riequilibrio finanziario e
sono spalmati nei primi cinque anni secondo la seguente ripartizione:
A questi il Comune deve far fronte attraverso una manovra
lacrime e sangue cioè aumentando al massimo i tributi locali e diminuendo i
servizi. Fra le azioni descritte dal piano figurano: L’incremento dell’Imu sulla prima casa del 50% attraverso
l’aumento delle aliquote già al massimo, dallo 0,4 allo 0,6 per cento. Qualcuno
ricorderà la corsa ai Caf per determinare quanto fosse la maggiorazione da
pagare. E’ storia di ieri. La Tares , il
tributo sui rifiuti e sui servizi indivisibili (illuminazione pubblica, manutenzione
urbana), sarà coperta interamente dai tributi dei
cittadini. L’addizionale comunale Irpef è già stata aumentata nella misura
massima consentita (0,8%). Inoltre è prevista la riduzione delle spese per i
servizi a domanda individuale (asili nido, mensa scolastica, trasporto pubblico
scolastici ecc.), la riduzione della spesa per il personale, per i servizi e i
trasferimenti. Abbiamo pagato tutto?
Neanche per idea. Mancano i 5.564.996,49 per disavanzo di
amministrazione ( I debiti a bilancio per capirci). Questo debito andrà assolto
attraverso avanzi di bilancio, ossia i saldi attivi fra le entrate tributarie e
le spese per i servizi che dovranno essere conseguiti significativamente a partire dal 2017 fino al
2022. Di seguito la tabella:
In realtà il Comune destina al recupero anche la somma da reperire
attraverso la vendita dell’immobile dell’ex motorizzazione civile stimata in 9.300.000. Tale vendita non si è
ancora concretizzata e non si sa come e quando si realizzerà, per cui questi soldi
non entrano nel piano. La Corte si
limita a prende atto con soddisfazione della volontà dell’ente di procedere
alla vendita degli immobili pubblici. Come si deduce dalla tabella il primo
avanzo significativo sia avrà solo a partire dal 2017 (1.181.495,49). Su questo
la Corte dei Conti mostra qualche perplessità, perché la legge per il
riequilibrio pluriennale finanziario, prevede che il ripiano del disavanzo
dell’amministrazione debba avere un maggior peso economico nei primi 5 anni.
L’esatto contrario di quanto proposto dal Comune di Frosinone. Infatti
analizzando la tabella sopra riportata nei primi 5 anni gli avanzi primari sono
irrisori. Cioè il caro sindaco Ottaviani s’impegna a realizzare un avanzo totale molto limitato
rispetto a quanto dovrà conseguire il primo cittadini che verrà dopo. La Corte sostiene che il piano: “non risulta improntato a criteri di
gradualità e di progressività; esso finisce sostanzialmente per rinviare
alle gestioni successive la completa
copertura di parte dei debiti. Occorre, tuttavia, tenere presente che rientra nella piena facoltà
dell'Ente stabilire Ie modalità e Ie priorità di riparto delle passività da
ripianare”. E’ lapalissiano che nel frattempo l’Ente non dovrà contrarre più
debiti e anzi dovrà adoperarsi per estinguere anticipatamente un derivato
finanziario “collar swap” contratto con Unicredit previo affidamento della pratica all’avvocatura per l’accertamento della regolarità di tale contratto con la
possibilità dell’impugnazione e dell’annullamento in caso di anomalie. La Corte promuove il Comune per la
rideterminazione della dotazione organica e della programmazione del fabbisogno
del personale. In particolare l’Ente ha
cessato l’affidamento dei servizi alla Società Multiservizi, procedendo alla riclassificazione
dei servizi realizzando un risparmio di 900 mila euro. Questo è il riassunto del salasso che
toccherà a noi cittadini da qui fino al 2022. E’ necessario aggiungere qualche
significativa notazione sul bilancio previsionale del 2013. Il Comune di Frosinone prevede un uscita di 47.016.335,36
per le spese correnti nel 2013. La stessa spesa per il 2014 si riduce a
31.723.636,20, cioè quasi 8 milioni in meno, praticamente taglierà di tutto e
di più, si trasformerà in un’agenzia di riscossione tributi . Inoltre, sempre
nel previsionale del 2013, sono inseriti 3.682.000 di recupero di evasione
tributaria di cui 2.500.000 relativi ai tributi dei rifiuti. Siamo sicuri che la gente pagherà tutta sta’ monnezza?
Neanche i revisori che hanno approvato
il bilancio ne sono convinti infatti pongono a margine della voce “recupero
evasione tributaria” la seguente
notazione “ Il collegio rileva l’anomalia connessa alla elevata consistenza
della posta in questione”. Del resto che problema c’è? Fra 5 anni il sindaco in
carica porrà il 25% di questo residuo attivo (ormai è chiaro di cosa si parla) nel
fondo svalutazione crediti e buonanotte ai suonatori. Cari concittadini non avremo più neanche gli occhi per
piangere e di che sfamarci, ma vuoi
mettere il piacere di andare a teatro? A
proposito di teatro. Dove li prendono i soldi? Finanziamenti a bilancio non ce ne sono e neanche ci
potrebbero essere, il saldo fra alienazioni di trasferimenti da capitale e
spese in conto captale è a zero, quindi significa che non è prevista alcuna
vendita di immobili per reperire le sostanze necessarie all’acquisto del
Nestor. Comprendere l’esborso fra le spese correnti non sarebbe
un’operazione corretta. E allora dove li prendono i soldi? Chi sopravvivrà alla totale spoliazione
vedrà.
Se non avete capito molto di quanto abbiamo scritto, nel video che segue sarà lo stesso sindaco Ottaviani a spiegare il Piano:
Petizione in difesa della filosofia
La Costituente della Filosofia
La Costituente di filosofia lancia una petizione on-line per raccogliere firme in difesa della Filosofia nei licei! Fra i primi firmatari della petizione il Prof. Roberto Esposito che alcuni mesi fa aveva lanciato dalla rivista il Mulino un appello in difesa dei saperi umanistici.
La Costituente di filosofia invita pertanto tutti coloro che hanno a cuore il sapere critico e che intendono difenderlo da una concezione della scuola sempre più nozionistica e aziendalistica, a firmare e a diffondere tale appello. Le firme verranno poi consegnate al Miur a sostegno delle richieste che la Costituente di filosofia avanza per rivalutare l'insegnamento di questa
disciplina.
Appello in difesa della Filosofia nei Licei e del pensiero critico. Contro i tagli, per l’estensione dell’insegnamento della Filosofia.
Il Ministero dell'istruzione ha avviato la sperimentazione di un liceo di 4 anni che minaccia di portare nuovi tagli di mld di euro alle risorse per l’istruzione pubblica e di migliaia di cattedre. Difatti questa sperimentazione si inserisce ancora una volta nella logica di “razionalizzazione” economica che da 20 anni individua nell’istruzione non una risorsa, ma una spesa.
Il liceo breve avrebbe un'impostazione ancora più nozionistica e aziendalistica, in linea con le precedenti "riforme". Nozionismo e aziendalizzazione che trovano la loro realizzazione nell'estensione del sistema valutativo Invalsi che il ministero sta attuando.
A pagare le conseguenze di questa visione utilitaristica rischia questa volta di essere innanzitutto Filosofia. La disciplina, già ridotta dalla "riforma" Gelmini, rischia ora con la sperimentazione di diventare l'unica materia insegnata in soli 2 anni sui 4 complessivi! Il danno didattico e la svalutazione dei saperi critici sono evidenti. La Costituente di Filosofia nata per opporsi a tale "riforma", sostiene che la sperimentazione va dunque rigettata.
Formata prevalentemente da insegnanti di filosofia preoccupati da questa situazione, la Costituente ha avviato una riflessione sugli spazi del pensiero critico nella società italiana e uno studio sulle sperimentazioni effettuate in passato sull'insegnamento della filosofia nelle scuole, incontrando così un'esigenza analoga sollevatasi nel frattempo anche dall'Università.
Ne è emersa una forte esigenza pedagogica e sociale proveniente da varie esperienze didattiche e da quello che potremmo chiamare un vero e proprio "bisogno di filosofia" nella scuola e nella società, che non si può ignorare. Tale bisogno è motivato da un lato dalla capacità della disciplina di costruire quelle competenze trasversali fra le scienze naturali e le scienze sociali e quell'interculturalità che oggi la scuola prevalentemente ricerca. Dall'altro dalla capacità della riflessione filosofica di eccedere ogni applicazione strettamente pratica aprendo così la possibilità stessa di un pensiero critico, fondamentale per la formazione di cittadini consapevoli.
Fra queste esperienze didattiche citiamo: la sperimentazione nel '96-'97 dell'insegnamento della filosofia sin dal I anno del liceo, la sperimentazione di percorsi filosofici negli istituti tecnici (Brocca), la forte richiesta odierna di progetti di filosofia coi bambini nella scuola primaria.
È in risposta a tale esigenza di saperi critici e alla volontà di cambiare la Scuola attraverso la partecipazione e la condivisione, che la Costituente di filosofia riunitasi a Roma il 2 marzo scorso, avvia una raccolta di firme per il rifiuto dei tagli e del nozionismo, per la restituzione delle ore tolte all'insegnamento di Filosofia dalla "riforma Gelmini", per l'estensione dell'insegnamento di Filosofia a partire dal I anno dei Licei, per il riconoscimento dei progetti di filosofia con i bambini nella scuola primaria, per l'introduzione di percorsi filosofici anche negli istituti tecnici e professionali.
Invitiamo a firmare e a diffondere questa petizione.
Per adesioni: costituent...@gmail.com
giovedì 17 aprile 2014
Aristide Ceccarelli. La lezione dei ragazzi della 5°E
Luciano Granieri
Non è sbagliato affermare che l’Osservatorio
Peppino Impastato e la Scuola di Formazione sociale e politica “Don Gallo”
hanno vissuto mercoledì scorso 16 aprile uno dei momenti più significativi dell’attività di
formazione. Gli alunni della 5°E del Liceo scientifico e linguistico statale di
Ceccano, accompagnati dalla preside , professoressa Concetta Senesi e dal
professore, nonché coordinatore del lavoro di ricerca Mario Morsillo, hanno
fornito una impeccabile lezione di storia, analizzando la figura dell’anarchico
sindacalista Aristide Ceccarelli.
Parlare di lezione di storia è oltremodo riduttivo. Infatti il seminario
ha suscitato profonde riflessioni nella platea dei partecipanti, fra cui il
sottoscritto, gli altri membri dell’Osservatorio
Peppino Impastato di Frosinone, Francesco Notarcola e Mario Catania, sul tema della rivoluzione pacifica. Il
carattere non violento della lotta messa in atto dall’anarchico Aristide
Ceccarelli, è stato oggetto di analisi e di riferimenti anche sul modo con cui si esercita il conflitto sociale
oggi, alla luce anche dei recenti avvenimenti accaduti a Roma nel corso della
manifestazione dei movimenti per la casa. Un altro elemento interessante di
riflessione è scaturito sull’importanza
della memoria e sulle modalità
di ricerca dei documenti storici. Raccogliere la documentazione su
Aristide Ceccarelli non è stato facile
per i ragazzi della 5°E. Ma in forza della grande curiosità intellettuale di
questi giovani e dell’interesse che il professore Morsillo ha saputo
trasmettere sulla storia dell’anarchico ceccanese il lavoro documentale è stato
eccellente ed esaustivo. Una parte del merito va anche ad Edoardo Papetti, autore della biografia di Aristide
Ceccarelli. L’esperimento è stato
talmente interessante che abbiamo deciso di continuare nella collaborazione,
organizzando presso il liceo scientifico e linguistico di Ceccano un dibattito
sulla figura di Peppino Impastato e sulla storia dei movimenti sociali
antimafia con la proiezione del film “I cento passi”.
L’evento dovrebbe tenersi il 9 maggio prossimo. Siamo sicuri che il
contributo alla discussione che questi ragazzi sapranno dare sarà
preziosissimo. Non ci resta che ringraziarli, insieme alla loro preside
Concetta Senesi e al loro docente Saverio Morsillo. La speranza di assistere
alla crescita di una generazione dai
saldi valori morali, dalla grande consapevolezza e dalla volontà di impegno sociale è tutt’altro
che sopita.
mercoledì 16 aprile 2014
Lo scambio ineguale
di Lucia Fabi e Angelino Loffredi fonte:http://www.unoetre.it/
Durante il periodo della guerra gli abitanti della parte superiore della città di Ceccano, non solo assistevano alle esercitazioni e alle sfilate di soldati tedeschi ma, notizia sostenuta da prove testimoniali, anche a quelle dei loro cavalli.
Sul breve tratto di strada di via Fontanelle (già via Michele Bianchi) stanziavano molti cavalli dalla possente struttura fisica. Vincenzo Loffredi ricorda che ogni mattina alle sette precise sfilavano ben ordinati, ognuno guidato da un soldato che procedeva a piedi, lungo via Matteotti (già via 28 ottobre) per arrivare fino alla zona Pescara e poi tornare al punto di partenza. Il loro passaggio oltre ad essere puntuale era anche rumoroso e riconoscibile a distanza. Per i pochi cittadini che abitavano nei paraggi, l'andatura ritmica e potente di questi costituiva la sveglia. Probabilmente la regolarità del transito e il numero elevato dei cavalli, forse trenta, erano stati rilevati da qualche ricognitore alleato che spesso improvvisamente sbucava dal cielo per controllare il movimento delle truppe tedesche.
Il 28 marzo avvenne un bombardamento dai risvolti tragici e dolorosi. Alle 7,30 durante l'uscita quotidiana dei cavalli, arei alleati sganciarono bombe che caddero in vicinanza del luogo chiamato "Ponte della gatta", dove trovarono la morte due diciottenni: Maria Ferri e Salvatore Tiberia. Dai ricordi della nipote di Maria Ferri anche lei chiamata Maria, sappiamo che quella mattina la giovane usci di casa per accompagnare la madre nella ricerca di qualcosa da mangiare.
La signora Anna Maria Pizzuti, che qualche anno più tardi sposerà Luigi, fratello di Salvatore ci racconta che oltre ai due morti nello stesso luogo vi furono due ferite: Anna Masi e Benedetta Tiberia. Benedetta era la sorella di Salvatore. In un primo momento parenti e vicini quando arrivarono a portare i primi soccorsi ritennero Benedetta morta per la quantità di sangue esistente sui vestiti e per la rigidità del corpo. Un dolore enorme per la famiglia Tiberia per la scomparsa contemporanea di due membri della famiglia. Mancò poco che Benedetta non venisse messa nella bara, quando fortunatamente un leggero movimento della bocca costituì il segnale di essere ancora in vita. Pur essendo gravemente ferita, la ragazza riuscì rapidamente a ricuperare ed a vivere per altri settanta anni.
Sul breve tratto di strada di via Fontanelle (già via Michele Bianchi) stanziavano molti cavalli dalla possente struttura fisica. Vincenzo Loffredi ricorda che ogni mattina alle sette precise sfilavano ben ordinati, ognuno guidato da un soldato che procedeva a piedi, lungo via Matteotti (già via 28 ottobre) per arrivare fino alla zona Pescara e poi tornare al punto di partenza. Il loro passaggio oltre ad essere puntuale era anche rumoroso e riconoscibile a distanza. Per i pochi cittadini che abitavano nei paraggi, l'andatura ritmica e potente di questi costituiva la sveglia. Probabilmente la regolarità del transito e il numero elevato dei cavalli, forse trenta, erano stati rilevati da qualche ricognitore alleato che spesso improvvisamente sbucava dal cielo per controllare il movimento delle truppe tedesche.
Il 28 marzo avvenne un bombardamento dai risvolti tragici e dolorosi. Alle 7,30 durante l'uscita quotidiana dei cavalli, arei alleati sganciarono bombe che caddero in vicinanza del luogo chiamato "Ponte della gatta", dove trovarono la morte due diciottenni: Maria Ferri e Salvatore Tiberia. Dai ricordi della nipote di Maria Ferri anche lei chiamata Maria, sappiamo che quella mattina la giovane usci di casa per accompagnare la madre nella ricerca di qualcosa da mangiare.
La signora Anna Maria Pizzuti, che qualche anno più tardi sposerà Luigi, fratello di Salvatore ci racconta che oltre ai due morti nello stesso luogo vi furono due ferite: Anna Masi e Benedetta Tiberia. Benedetta era la sorella di Salvatore. In un primo momento parenti e vicini quando arrivarono a portare i primi soccorsi ritennero Benedetta morta per la quantità di sangue esistente sui vestiti e per la rigidità del corpo. Un dolore enorme per la famiglia Tiberia per la scomparsa contemporanea di due membri della famiglia. Mancò poco che Benedetta non venisse messa nella bara, quando fortunatamente un leggero movimento della bocca costituì il segnale di essere ancora in vita. Pur essendo gravemente ferita, la ragazza riuscì rapidamente a ricuperare ed a vivere per altri settanta anni.
Alle porte di Ceccano, sempre durante la stessa incursione aerea, una bomba cadeva nella proprietà Palmieri, nelle vicinanze di dove è oggi la farmacia, scavando un grande cratere e sollevando una grande massa di argilla che andò a cadere sul tetto del pagliaio dove viveva Vincenzo Loffredi con la sua famiglia e colpendo il ragazzo alla fronte. Alla vista di tanto sangue la madre dopo avergli fasciato la testa con un asciugamano lo accompagnò a piedi presso un'infermeria tedesca situata in via Madonna del loco, dove oggi è situata la casa del mobiliere Romolo Pizzuti. Il medico incominciò a pulire la ferita ma, nel momento in cui sentì un rumore di aereo lasciò tutto per dileguarsi velocemente e ai due non restò che tornare sconsolati a casa. Purtroppo nei giorni successivi Vincenzo non migliorava anzi la faccia gli si era talmente gonfiata da essere irriconoscibile. La madre allora lo portò in un'altra infermeria posta in via Armando Diaz, nelle vicinanze dell'odierno negozio di ferramenta. Il medico presente non era tedesco ma di nazionalità polacca e visitò con molta premura il ragazzo dandogli anche alcune pasticche da prendere a casa. La guarigione fu rapida e Vincenzo riprese la sua vita normale.
La madre sentendosi rassicurata volle dimostrare apprezzamento e riconoscenza presentandosi, cosi come fanno tante donne ciociare, al cospetto del dottore con alcune uova. Era tutto quello che possedeva ma a quel punto avvenne un fatto imprevisto e sotto certi aspetti commovente. Il medico comprese il gesto della donna ma con molta signorilità e con un leggero sorriso, battendo una mano sulla spalla della madre, la invitò a far mangiare le uova " al bambino ".
La madre sentendosi rassicurata volle dimostrare apprezzamento e riconoscenza presentandosi, cosi come fanno tante donne ciociare, al cospetto del dottore con alcune uova. Era tutto quello che possedeva ma a quel punto avvenne un fatto imprevisto e sotto certi aspetti commovente. Il medico comprese il gesto della donna ma con molta signorilità e con un leggero sorriso, battendo una mano sulla spalla della madre, la invitò a far mangiare le uova " al bambino ".
Su via Madonna del Carmine i tedeschi provarono a requisire la casa di Antonio Tanzini, ma secondo il racconto fattoci dal figlio Fausto, la madre Santina del Brocco con molta energia vi si oppose dicendo di avere due figli malati di tifo. I tedeschi dopo quella dichiarazione non insistettero, si ritirarono ma dopo un po', forse preoccupati della loro salute, portarono alla famiglia alcune pasticche da somministrare ai due malati. I ragazzi dopo una settimana si ristabilirono e tedeschi tornarono a requisire un fabbricato adiacente alla loro abitazione e di loro proprietà. In questi locali misero un'officina dove si riparavano mitragliatrici. Lo stesso Fausto ricorda di aver accompagnato i soldati tedeschi in prossimità del cimitero, dove esisteva un tiro a segno per provare l'efficienza delle armi.
Un giorno il padrone di casa, vedendo il comportamento dei tedeschi consigliò la moglie di cucinare quel maialino nascosto prima che venisse razziato. A sera quando le dieci persone che componevano la numerosa famiglia erano riunite a tavola pronte per mangiare si presentarono otto tedeschi che s'impadronirono della loro cena. Uno di questi però mostrò "generosità": scambiando il profumato arrosto preparato sul momento, con dieci scatole di carne.
Forse da quel momento cominciò a praticarsi lo scambio ineguale.
Un giorno il padrone di casa, vedendo il comportamento dei tedeschi consigliò la moglie di cucinare quel maialino nascosto prima che venisse razziato. A sera quando le dieci persone che componevano la numerosa famiglia erano riunite a tavola pronte per mangiare si presentarono otto tedeschi che s'impadronirono della loro cena. Uno di questi però mostrò "generosità": scambiando il profumato arrosto preparato sul momento, con dieci scatole di carne.
Forse da quel momento cominciò a praticarsi lo scambio ineguale.
martedì 15 aprile 2014
Le associazioni incontrano i lavoratori della Multiservizi
Francesco Notarcola
Domani, mercoledì 16 aprile, alle ore 19, in Piazza VI Dicembre ( Piazza del Comune), le associazioni ed i cittadini incontreranno i lavoratori della Multiservizi per concordare con loro l'organizzazione di una GIORNATA DI SOLIDARIETA' DELLA CITTA' CON LA LORO LOTTA PER LA DIFESA DEL POSTO DI LAVORO.
lunedì 14 aprile 2014
La storia di un Ceccanese dimenticato
Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone
Scuola di formazione sociale e politica Don Gallo.
Mercoledì 16 aprile alle ore 16,00 presso la Casa del Volontariato di Frosinone in via Pierluigi Da Palestrina (vicino al cinema Arci), la classe “5° E” del liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano, in collaborazione con l’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone e con la scuola di formazione sociale e politica Don Gallo, presenterà l’evento: “Aristide Ceccarelli, un ceccanese ingiustamente dimenticato”. La grande storia, quella che riporta gli avvenimenti fondamentali per l’evoluzione politica sociale e civile dell’umanità, spesso è fatta di piccole storie. Non è esagerato affermare che la grande storia si determina con la comunione di piccole storie connesse le une alle altre. La storia di Arsitide Ceccarelli, anarcosindacalista di Ceccano è una di queste. Attraverso il racconto delle crude vicende dell’anarchico comunista di Ceccano, è possibile accedere ad un quadro lucido e rigoroso degli scenari storici di fine ‘800 inizio ‘900. Un era tristemente segnata dalle sciagure della “Grande Guerra” e dai fatti che ne determinarono la partecipazione italiana. Aristide Ceccarelli, segretario della Camera del Lavoro di Roma, fondatore del Fascio Anarchico Comunista Laziale, è una figura centrale, strenuamente impegnato nell’arginare il dilagare dell’interventismo nella classe operaia. Ceccarelli era anarchico non violento più per etica che per strategia. Nel 1897 venne arrestato dai Carabinieri, prelevato mentre era in veglia funebre del figlioletto morto di stenti a soli due anni di età, ingiustamente accusato da un anarchico bombarolo, Acciarino, di aver partecipato all’attentato del 1897 contro il re Umberto I. Questi e molti altri eventi che hanno segnato la vita di Aristide Ceccarelli, verranno raccontati con l’ausilio di filmati e documenti dai ragazzi della classe 5°E del liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano. Lo studio approfondito e rigoroso di questi ragazzi ci dimostra che la volontà di apprendere, la curiosità di entrare dentro quelle piccole storie che fanno la grande storia, permettono a dei giovani di diventare storiografi eccelsi e di poter insegnare la storia meglio di molti celebrati professori.
Scuola di formazione sociale e politica Don Gallo.
Mercoledì 16 aprile alle ore 16,00 presso la Casa del Volontariato di Frosinone in via Pierluigi Da Palestrina (vicino al cinema Arci), la classe “5° E” del liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano, in collaborazione con l’Osservatorio Peppino Impastato di Frosinone e con la scuola di formazione sociale e politica Don Gallo, presenterà l’evento: “Aristide Ceccarelli, un ceccanese ingiustamente dimenticato”. La grande storia, quella che riporta gli avvenimenti fondamentali per l’evoluzione politica sociale e civile dell’umanità, spesso è fatta di piccole storie. Non è esagerato affermare che la grande storia si determina con la comunione di piccole storie connesse le une alle altre. La storia di Arsitide Ceccarelli, anarcosindacalista di Ceccano è una di queste. Attraverso il racconto delle crude vicende dell’anarchico comunista di Ceccano, è possibile accedere ad un quadro lucido e rigoroso degli scenari storici di fine ‘800 inizio ‘900. Un era tristemente segnata dalle sciagure della “Grande Guerra” e dai fatti che ne determinarono la partecipazione italiana. Aristide Ceccarelli, segretario della Camera del Lavoro di Roma, fondatore del Fascio Anarchico Comunista Laziale, è una figura centrale, strenuamente impegnato nell’arginare il dilagare dell’interventismo nella classe operaia. Ceccarelli era anarchico non violento più per etica che per strategia. Nel 1897 venne arrestato dai Carabinieri, prelevato mentre era in veglia funebre del figlioletto morto di stenti a soli due anni di età, ingiustamente accusato da un anarchico bombarolo, Acciarino, di aver partecipato all’attentato del 1897 contro il re Umberto I. Questi e molti altri eventi che hanno segnato la vita di Aristide Ceccarelli, verranno raccontati con l’ausilio di filmati e documenti dai ragazzi della classe 5°E del liceo scientifico e linguistico statale di Ceccano. Lo studio approfondito e rigoroso di questi ragazzi ci dimostra che la volontà di apprendere, la curiosità di entrare dentro quelle piccole storie che fanno la grande storia, permettono a dei giovani di diventare storiografi eccelsi e di poter insegnare la storia meglio di molti celebrati professori.
Giornata Europea dei diritti del malato
Il Tribunale
per i Diritti del Malato di Frosinone
Anche in questo anno Cittadinanzattiva-Tribunale
per i Diritti del Malato promuove la
Giornata Europea dei diritti del malato, giunta all’ottava edizione.
Il Tribunale per i Diritti del
Malato della città del Capoluogo informa che celebrerà la giornata Europea dei
Diritti del Malato il 18 aprile dalle ore 9,00 alle ore 14,00 presso l’Ospedale
“F.Spaziani”- via A.Fabi e distribuirà la Carta Europea con indicato i 14
diritti del Malato, altri opuscoli e informazioni che ci saranno richieste dai
cittadini.
Frosinone 14 aprile 2014.
I 14 Diritti
1. Diritto a misure preventive
Ogni individuo ha diritto a servizi appropriati a
prevenire la malattia.
2. Diritto all’accesso
Ogni individuo ha il diritto di accedere ai servizi
sanitari che il suo stato di salute richiede. I servizi sanitari devono garantire eguale accesso a
ognuno, senza discriminazioni sulla base delle risorse finanziarie, del luogo di residenza,
del tipo di malattia o del momento di accesso al servizio.
3. Diritto alla informazione
Ogni individuo ha il diritto di accedere a tutti i
tipi di informazione che riguardano il suo stato di salute e i servizi sanitari e come
utilizzarli, nonché a tutti quelli che la ricerca scientifica e la innovazione tecnologica rendono
disponibili.
4. Diritto al consenso
Ogni individuo ha il diritto ad accedere a tutte le
informazioni che lo possono mettere in grado di partecipare attivamente alle decisioni che
riguardano la sua salute. Queste informazioni sono un prerequisito per ogni
procedura e trattamento, ivi compresa la partecipazione alla ricerca scientifica.
5. Diritto alla libera scelta
Ogni individuo ha il diritto di scegliere
liberamente tra differenti procedure ed erogatori di trattamenti sanitari sulla base di adeguate
informazioni.
6. Diritto alla privacy e alla confidenzialità
Ogni individuo ha il diritto alla confidenzialità
delle informazioni di carattere personale, incluse quelle che riguardano il suo stato di
salute e le possibili procedure diagnostiche o terapeutiche, così come ha diritto alla protezione
della sua privacy durante l’attuazione di esami diagnostici, visite specialistiche e
trattamenti medico-chirurgici in generale.
7. Diritto al rispetto del tempo dei pazienti
Ogni individuo ha diritto a ricevere i necessari trattamenti
sanitari in un periodo di tempo veloce e predeterminato. Questo diritto si applica
a ogni fase del trattamento.
8. Diritto al rispetto di standard di qualità
Ogni individuo ha il diritto di accedere a servizi
sanitari di alta qualità, sulla base della definizione e del rispetto di precisi standard.
9. Diritto alla sicurezza
Ogni individuo ha il diritto di essere libero da
danni derivanti dal cattivo funzionamento dei servizi sanitari, dalla malpractice e dagli errori
medici, e ha il diritto di accesso a servizi e trattamenti sanitari che garantiscano elevati
standard di sicurezza.
10. Diritto alla innovazione
Ogni individuo ha il diritto all’accesso a
procedure innovative, incluse quelle diagnostiche, secondo gli standard internazionali e indipendentemente
da considerazioni economiche o finanziarie.
11. Diritto a evitare le sofferenze e il dolore non
necessari
Ogni individuo ha il diritto di evitare quanta più
sofferenza possibile, in ogni fase della sua malattia.
12. Diritto a un trattamento personalizzato
Ogni individuo ha il diritto a programmi
diagnostici o terapeutici quanto più possibile adatti alle sue personali esigenze.
13. Diritto al reclamo
Ogni individuo ha il diritto di reclamare ogni qual
volta abbia sofferto un danno e ha il
diritto a ricevere una risposta o un altro tipo di
reazione.
14. Diritto al risarcimento
Ogni individuo ha il diritto di ricevere un
sufficiente risarcimento in un tempo ragionevolmente breve ogni qual volta abbia
sofferto un danno fisico ovvero morale e psicologico causato da un trattamento di un
servizio sanitario.
Contatti Cittadinanzattiva Lazio
Centralino Pit: 06/6373281 (martedì e giovedì 10,00
– 13,00)
Telefono: 06/3729924 Fax: 06/6385881
Email: cittadinanzattiva.lazio@gmail.com per
segnalazioni: pitroma.ca@gmail.com
Contatti “TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO
(lunedi-mercoledi-venerdi) 9,00-12,00
Sito in Via Armando Fabi – FR
Ospedale “Fabrizi
Spaziani”
Telefono- Fax 0775 1883189..
domenica 13 aprile 2014
Renzizzazione del presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti
Luciano Granieri
“Un anno fa, 12 mesi di fatti per cambiare il Lazio”. Questo
era il titolo del convegno che si è tenuto venerdì scorso 11 aprile, presso il Multisala
Sisto di Frosinone. L’evento aveva lo
scopo di illustrare ai cittadini di Frosinone il bilancio di un anno di governo
della nuova giunta regionale del Lazio. Il compito era affidato ai consiglieri regionali
di maggioranza eletti nella nostra provincia: Mauro Buschini e Daniela Bianchi,
ma soprattutto al presidente della Regione Nicola Zingaretti.
Evidentemente il convegno aveva anche l’obbiettivo
di supportare i candidati a sindaco del centro sinistra in corsa per le
amministrative che si terranno a fine maggio in molti comuni importanti della
Ciociaria, fra cui Anagni e Veroli. Per
par condicio, così come siamo andati a far danni alla CONVENTION GRILLINA, tenutasi qualche settimana fa nella nostra
città, non potevamo esimerci dal partecipare anche alla kermesse del
centrosinistra.
In verità in questa occasione non è stato possibile incidere
più di tanto. Infatti non erano previsti interventi del pubblico. Si doveva
solo ascoltare l’esposizione di Buschini, Bianchi e Zingaretti. Ciò che immediatamente è emerso è che Nicola
Zingaretti non si trova al passo con il
suo segretario di partito, nonché presidente del Consiglio Matteo Renzi.
Il nuovo corso impone che mentre parlano i propri
collaboratori si cazzeggi con lo smartphone. L’”antico” Zingaretti, invece, non si è perso neanche una battuta dei
discorsi dei suoi consiglieri. Inoltre
nell’intervento del presidente della Regione non vi è stata traccia di un proclama , di una promessa, che
so’ un “AUMENTEREMO DI UN MILIONE DI UNITA’ I POSTI LETTO NEGLI OSPEDALI”
niente di niente. Solo un puntuale
bilancio di quanto è stato realizzato e di ciò che si deve ancora fare per mettere
in atto il programma.
Uffa che barba!!!!
Diamine siamo in campagna elettorale!!! Un po’ di brio!!! Qui si rischia il #ZINGARETTISTAISERENO. E’ vero le slide c’erano ma erano poco
colorate, riportavano dei grigissimi grafici, si susseguivano in modo incerto. Niente
a che vedere, non solo rispetto al
pesciolino rosso della prima conferenza stampa dell’era renziana, ma anche al
triste lavoro da secchiona proposto
dalla Boschi per illustrare le riforme istituzionali. Se avesse partecipato Renzi, sarebbe morto
dalla noia e avrebbe chiesto immediatamente le dimissioni di Zingaretti.
A noi Zingaretti sta simpatico, per cui nel montare il video del suo intervento, abbiamo cercato di “renzizzarlo”.
Abbiamo aggiunto il proclama che mancava (pensiamo sia veramente in stile renziano) , quindi è stata inserita una musica in sottofondo. Questa è un
artificio a cui Renzi non aveva mai pensato.
Forse i brani tratti da una delle più importanti incisioni della storia
del jazz come “Birth of the Cool” di
Miles Davis insieme all’orchestra di
Gill Evans non sono propriamente in linea con
la post modernità reniziana. E’ musica da professori e Dio sa quanto i
professori siano una palla al piede per chi vuole cambiare e innovare . Il sindaco d’Italia avrebbe preferito Ligabue
o Jovanotti. Però non ce la siamo sentita. Vuoi o non vuoi Zingaretti un minimo
di stile l’ha dimostrato dunque va bene la renzizzazione, ma non esageriamo. Ah
dimenticavo i brani sono: Jeru, Venus De Milo e Deception. Buona visione.