martedì 13 gennaio 2015

L'ultima nuova storia di Julio Monteiro Martins,

Franca Dumano


"Il mondo ha bisogno di nuove storie. Mai ne ha avuto bisogno come oggi, soprattutto perché in un'era di grandi cambiamenti, in parte realizzati e in parte subiti dalle nostre generazioni, le nostre storie dovranno saper raccontare le cose che non vogliamo più, e se possibile definire quelle che vogliamo per i nostri figli in una ipotesi accettabile di futuro".
Julio Monteiro Martins


Con profondo rammarico annuncio ai naviganti di AUT la scomparsa di Julio Monteiro Martins,  intellettuale brasiliano che viveva a Lucca dal 1995. Ci ha lasciato il 24 dicembre scorso, dopo una breve e letale malattia.
Molti gli interessi in comune tra Julio e i lettori di AUT: il tema complesso delle migrazioni  (sul quale infatti il blog aveva pubblicato un suo TESTO LETTERARIO) l'impegno culturale e politico, la denuncia delle ingiustizie e delle complicità, la pluralità di chiavi di lettura della realtà.
E' difficile riassumere in poche frasi la vita di uno scrittore, meglio ricorrere alla magia e alla potenza delle sue stesse parole .“59 anni  di passione per la scrittura”- così li aveva definiti a novembre nella recensione dell' articolo di Ruffato Luiz su El pais “Una vita a due tempi”. Ruffato ripercorre infatti il tempo della scrittura brasiliana di Julio Cesar Monteiro Martins, con le pubblicazioni in portoghese[1] e il ”secondo” tempo di  Julio Monteiro Martins (aveva abbandonato Cesar) con l'insegnamento all'Università di Pisa di lingua  portoghese e letteratura brasiliana e le pubblicazioni in italiano [2], la scuola di scrittura creativa sagarana e l'omonima rivista on line.
Fra questi due tempi, la cesura di un esilio, definito come “una sorta di suicidio amministrato” ; un esilio splendidamente ritratto nei versi “esilio/vino versato sul vassoio d'argento mentre le tazze /restano vuote. Esilio, gabbia senza sbarre/protetta dalla distanza /invalicabile/delle nostre angosce. Esilio/falena lanciata in mare/dallo scirocco/insieme alla sabbia /del deserto”.
Un esilio fecondo, nel nostro Paese, che avrebbe meritato dalla critica letteraria e dalla stampa un'accoglienza o quantomeno un congedo più attenti. Ma Monteiro non ha mai cercato facili consensi, è sempre stato per sua scelta uno scrittore “anti-marketing” e ha chiarito più volte in interventi, articoli e interviste il significato di una scrittura profonda, impegnata, critica, stimolante.
Un esilio prolifico in tutti i campi della scrittura: oltre a  romanzi e racconti, è altresì  autore  di opere teatrali (L'isteria del marmo, Hitler e Chaplin, Per motivi di forza maggiore, Aula magna) e di sceneggiature cinematografiche pluri premiate quali Garganta (tratta dal libro As Forcas desarmadas)  e Referentia (tratta da Sabe quem dançou?).
L'impegno politico e il ruolo della letteratura sono centrali nell'opera e nella vita di Monteiro; in Brasile è stato cofondatore  del partito  verde, avvocato dei diritti umani e garante dell'incolumità di gruppi di bambini di strada a seguito della terribile strage di Candelaria del 1993, in cui minori inermi furono uccisi dalla polizia mentre dormivano in strada . Nel raccontare questa agghiacciante storia Julio diceva che la cosa che  lo aveva colpito di più era la noncuranza della morte (e della vita) di questi bambini su cui doveva vigilare con altre persone fino al processo e alla loro testimonianza. Sprezzanti del pericolo o assuefatti ad esso, facevano “giochi”  pericolosissimi come  camminare sul bordo di alti edifici senza parapetto, praticarsi dei tagli non sempre superficiali  sugli arti.
Ha contribuito inoltre in maniera significativa alla diffusione dei nuovi autori e nuovi contenuti in Brasile con la fondazione nel 1983 della casa editrice “Anima”. Anche in questo caso rimando alle parole di Julio, al racconto “Cingoli, ciclostili e profumo di tè. Il boom letterario brasiliano 30 anni dopo[3], che descrive l'amore per la politica e la letteratura, ricordando a distanza di tempo l'esperienza  della generazione “ciclostile “(chi non è giovanissimo-come me- ha impresso nella memoria il ciclostile con cui si facevano una volta i volantini)  fino alla disillusione della politica possibile e non sognata. Anni in cui scrittori giovanissimi, al di sotto dei 25 anni, scrivevano su fogli sparsi, lasciavano fotocopie nelle librerie, nelle spiagge, nelle fiere, nelle cassette della posta, per sfuggire ai controlli di polizia, dopo la dura esperienza della dittatura e della repressione politica. Anni di reading e dibattiti  nelle librerie e nelle università con ascoltatori attenti e assorti. Gli anni della cosidetta leteratura marginal   che con mezzi economici  molto limitati è riuscita a compiere “il più radicale e  profondo rinnovamento della letteratura brasiliana dai tempi del Movimento de Arte Moderna del 1922, del Movimento Antropofágico”.[4]Gli anni del volo esistenziale della poetessa Ana Cristina Cesar, del libro “Ai tuoi piedi” e del suo suicidio a 20 anni.
Oppostosi  giovanissimo alla dittatura e costretto a fuggire a Parigi, dopo vari viaggi e esperienze di insegnamento di scrittura creativa nel Vermont, in Portogallo, nello Iowa, Monteiro è approdato nel nostro Paese per amore.
In Italia, nella splendida cornice della città di Lucca,scriveva in italiano, studiando e promuovendo il fenomeno degli scrittori migranti che scrivono in una lingua diversa dalla madrelingua, con convegni, articoli e saggi. Era diventato un punto di riferimento sulla letteratura migrante per critici, lettori , studenti e scrittori.
Fra i suoi numerosi contributi e stimoli di Julio alla riflessione politica e culturale evidenzio la sua partecipazione all'antologia “Non siamo in vendita. Voci contro il regime, ed Arcana", 2006. Dal 2000 dirigeva con passione la rivista letteraria trimestrale on line sagarana (cioè la storia delle storie, la storia infinita, parola inventata come titolo del suo primo libro da  Joăo Guimăraes Rosa ) che pubblicava testi inediti, traduzioni di autori stranieri, saggi, poesie, racconti, testi di esordienti e testi del direttore [5]Comunicativo e disponibile, gestiva altresì l'omonima scuola di scrittura creativa con sede dapprima a Lucca (ove ho avuto la fortuna di incontrarlo) e dal  2007 a Pistoia.
“Cronista dal limbo” si era così definito più volte, uno scrittore che racconta  un Brasile fuori dagli stereotipi delle spiagge e della spensieratezza, della povertà e  della delinquenza; un paese enorme con contraddizioni ed evoluzioni da analizzare e superare con consapevolezza.
Un Brasile, anzi tutto un mondo, magistralmente ritratto nei suoi racconti brevi, spesso brevissimi, genere amato da Julio, “ in sintonia con la sensibilità frammentaria del nostro tempo”.  Racconti da costruire e inventare per esplorarne le capacità espressive: Monteiro esultò di gioia per il Nobel a Alice Munro, un riconoscimento anche al genere letterario di cui era indiscussa maestra.
Il ruolo della letteratura e la sua stretta compenetrazione con la vita è sintetizzato in “Uova di cigno, uova di tartaruga” [6], in cui lo straordinario Afrânio Coutinho, anziano bibliofilo che come Peter Kien, il sinologo di Canetti, per amore dei libri ha rinunciato anche alla casa, tenendo per sé solo lo spazio di un letto ,  ha creato nella sua abitazione, accanto ad una fornitissima biblioteca, uno spazio culturale, l'Officina Letteraria. La prima esperienza del genere in Brasile, alla quale ha collaborato anche un giovane Monteiro che, delegato dall'anziano erudito a rispondere alla domanda “A che serve la narrativa?” replica:  È come chiedersi a che serviamo noi esseri umani, giacché ci confondiamo con l'atto narrativo, fondatore dell'umanità, e che, come noi, è fine a se stesso, non solo mezzo o strumento. La necessità di narrare è un organo vitale della nostra biologia. Di fatto, non esiste popolo che non abbia la sua letteratura”.
La riflessione di Julio sul senso autentico della scrittura era continuata anche nell'opera che uscirà
a breve per l'editore Besa “La macchina sognante” : una raccolta di citazioni, detti, aforismi di scrittori celebri , costruita su un “gioco” di domande di Milva Maria Cappellini e “risposte “di Julio Monteiro.
Potrei scrivere ancora a lungo dell'opera, della poetica e del pensiero di questo intellettuale coraggioso,  con toni sempre entusiastici, non per retorica dovuta alla sua scomparsa, ma per vera ammirazione. (tra l'altro, avevo già scritto su AUT una recensione di un testo di commento all'opera di Monteiro ” UN MARE COSI' AMPIO ). Rimando tuttavia i lettori al sito www.sagarana.it per spunti e approfondimenti e- spero vivamente - futuri dibattiti. Ho attinto  in maniera consistente alle parole di Julio, autorevoli e dignitose, perché sono troppo preziose per non essere divulgate e perché confido ancora nella loro straordinaria comunicatività.




[1]                                                                            Torpalium, racconti, ed. Attica, 1977; SABE QUEM DANCOU? Racconti, ed. Codecri, Rio, 1978; Arterias e becos, romanzo. Ed Summus, San Paolo, 1978; Barbara, romanzo, ed Codecri. Rio, 1979, A OESTE DE NADA, racconti, ed . Civilizaçao Brasileira , Rio, 1981, AS FORCAS DESARMADAS, RACCONTI, ed. Anima, Rio, 1983; O LIVRO DAS DIRETAS , saggi, ed Anima, Rio, 1984, MUAMBA, racconti, ed. Anima, Rio, 1985, O ESPACO IMAGINARIO, Rio, 1987. Importante la sua partecipazione alla leggendaria antologia  (30000 copie vendute in pochissimo tempo ) Histórias de um novo  tempo con scrittori del calibro  di Abreu e  de Andrade, all'epoca esordienti.
[2]                                                           Il percorso dell’idea, Bandecchi e Vivaldi, Pontedera, 1998 (poesie), Racconti italiani, Nardò, Besa, 2000 (racconti); La passione del vuoto, Nardò, Besa, 2003 (racconti); madrelingua, Nardò, Besa, 2005 (romanzo); L’amore scritto, Nardò, Besa, 2007(racconti); La grazia di casa mia, Milano, Rediviva, 2013.
[3]                             www.sagarana.it, il direttore, biografia, “Cingoli, ciclostili e profumo di tè”.
[4]     op. cit.
[5]                             Segnalo fra itanti, Magia e Domino in www.sagarana.it
[6]             www.sagarana.it, il direttore, biografia, “uova di cigno, uova di tartaruga”

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