"Il mondo ha bisogno di nuove storie. Mai ne ha avuto
bisogno come oggi, soprattutto perché in un'era di grandi cambiamenti, in parte
realizzati e in parte subiti dalle nostre generazioni, le nostre storie
dovranno saper raccontare le cose che non vogliamo più, e se possibile definire
quelle che vogliamo per i nostri figli in una ipotesi accettabile di futuro".
Julio Monteiro Martins
Con profondo rammarico annuncio
ai naviganti di AUT la scomparsa di Julio Monteiro Martins, intellettuale brasiliano che viveva a Lucca
dal 1995. Ci ha lasciato il 24 dicembre scorso, dopo una breve e letale
malattia.
Molti gli interessi in comune
tra Julio e i lettori di AUT: il tema complesso delle migrazioni (sul quale infatti il blog aveva pubblicato
un suo TESTO LETTERARIO) l'impegno culturale e politico, la denuncia delle
ingiustizie e delle complicità, la pluralità di chiavi di lettura della realtà.
E' difficile riassumere in
poche frasi la vita di uno scrittore, meglio ricorrere alla magia e alla
potenza delle sue stesse parole .“59 anni
di passione per la scrittura”- così li aveva definiti a novembre nella
recensione dell' articolo di Ruffato Luiz su El pais “Una vita a due tempi”.
Ruffato ripercorre infatti il tempo della scrittura brasiliana di Julio Cesar
Monteiro Martins, con le pubblicazioni in portoghese[1] e il ”secondo” tempo di
Julio Monteiro Martins (aveva abbandonato Cesar) con l'insegnamento all'Università
di Pisa di lingua portoghese e
letteratura brasiliana e le pubblicazioni in italiano [2], la
scuola di scrittura creativa sagarana e l'omonima rivista on line.
Fra questi due tempi, la cesura di un esilio, definito come “una sorta
di suicidio amministrato” ; un esilio splendidamente ritratto nei versi
“esilio/vino versato sul vassoio d'argento mentre le tazze /restano vuote.
Esilio, gabbia senza sbarre/protetta dalla distanza /invalicabile/delle nostre
angosce. Esilio/falena lanciata in mare/dallo scirocco/insieme alla sabbia /del
deserto”.
Un esilio fecondo, nel nostro Paese, che avrebbe meritato dalla critica
letteraria e dalla stampa un'accoglienza o quantomeno un congedo più attenti.
Ma Monteiro non ha mai cercato facili consensi, è sempre stato per sua scelta
uno scrittore “anti-marketing” e ha chiarito più volte in interventi, articoli
e interviste il significato di una scrittura profonda, impegnata, critica,
stimolante.
Un esilio prolifico in tutti i campi della scrittura: oltre a romanzi e racconti, è altresì autore
di opere teatrali (L'isteria del marmo, Hitler e Chaplin, Per motivi di forza
maggiore, Aula magna) e di sceneggiature
cinematografiche pluri premiate quali Garganta (tratta dal libro As Forcas desarmadas) e Referentia (tratta da Sabe quem dançou?).
L'impegno politico e il ruolo della letteratura sono centrali
nell'opera e nella vita di Monteiro; in Brasile è stato cofondatore del partito
verde, avvocato dei diritti umani e garante dell'incolumità di gruppi di
bambini di strada a seguito della terribile strage di Candelaria del 1993, in
cui minori inermi furono uccisi dalla polizia mentre dormivano in strada . Nel
raccontare questa agghiacciante storia Julio diceva che la cosa che lo aveva colpito di più era la noncuranza
della morte (e della vita) di questi bambini su cui doveva vigilare con altre
persone fino al processo e alla loro testimonianza. Sprezzanti del pericolo o
assuefatti ad esso, facevano “giochi”
pericolosissimi come camminare
sul bordo di alti edifici senza parapetto, praticarsi dei tagli non sempre superficiali sugli arti.
Ha contribuito inoltre in maniera significativa alla diffusione dei
nuovi autori e nuovi contenuti in Brasile con la fondazione nel 1983 della casa
editrice “Anima”. Anche in questo caso rimando alle parole di Julio, al
racconto “Cingoli, ciclostili e profumo di tè. Il boom letterario brasiliano 30
anni dopo”[3], che descrive l'amore per
la politica e la letteratura, ricordando a distanza di tempo l'esperienza della generazione “ciclostile “(chi non è
giovanissimo-come me- ha impresso nella memoria il ciclostile con cui si facevano
una volta i volantini) fino alla
disillusione della politica possibile e non sognata. Anni in cui scrittori
giovanissimi, al di sotto dei 25 anni, scrivevano su fogli sparsi, lasciavano
fotocopie nelle librerie, nelle spiagge, nelle fiere, nelle cassette della
posta, per sfuggire ai controlli di polizia, dopo la dura esperienza della
dittatura e della repressione politica. Anni di reading e dibattiti nelle librerie e nelle università con
ascoltatori attenti e assorti. Gli anni della cosidetta leteratura
marginal che con mezzi economici molto limitati è riuscita a compiere “il più
radicale e profondo rinnovamento della
letteratura brasiliana dai tempi del Movimento de Arte Moderna del
1922, del Movimento Antropofágico”.[4]Gli
anni del volo esistenziale della poetessa Ana Cristina Cesar, del libro “Ai
tuoi piedi” e del suo suicidio a 20 anni.
Oppostosi giovanissimo alla
dittatura e costretto a fuggire a Parigi, dopo vari viaggi e esperienze di
insegnamento di scrittura creativa nel Vermont, in Portogallo, nello Iowa,
Monteiro è approdato nel nostro Paese per amore.
In Italia, nella splendida cornice della città di Lucca,scriveva in italiano, studiando e promuovendo il fenomeno degli
scrittori migranti che scrivono in una lingua diversa dalla madrelingua, con
convegni, articoli e saggi. Era diventato un punto di riferimento sulla
letteratura migrante per critici, lettori , studenti e scrittori.
Fra i suoi numerosi
contributi e stimoli di Julio alla riflessione politica e culturale evidenzio
la sua partecipazione all'antologia “Non siamo in vendita. Voci contro il
regime, ed Arcana", 2006. Dal 2000 dirigeva con passione la rivista letteraria
trimestrale on line sagarana (cioè la storia delle storie, la storia infinita,
parola inventata come titolo del suo primo libro da Joăo Guimăraes Rosa ) che pubblicava testi
inediti, traduzioni di autori stranieri, saggi, poesie, racconti, testi di
esordienti e testi del direttore [5]Comunicativo
e disponibile, gestiva altresì l'omonima scuola di scrittura creativa con sede
dapprima a Lucca (ove ho avuto la fortuna di incontrarlo) e dal 2007 a Pistoia.
“Cronista dal limbo” si era così definito più volte, uno scrittore che
racconta un Brasile fuori dagli
stereotipi delle spiagge e della spensieratezza, della povertà e della delinquenza; un paese enorme con
contraddizioni ed evoluzioni da analizzare e superare con consapevolezza.
Un Brasile, anzi tutto un mondo, magistralmente ritratto nei suoi
racconti brevi, spesso brevissimi, genere amato da Julio, “ in sintonia con la
sensibilità frammentaria del nostro tempo”.
Racconti da costruire e inventare per esplorarne le capacità espressive:
Monteiro esultò di gioia per il Nobel a Alice Munro, un riconoscimento anche al
genere letterario di cui era indiscussa maestra.
Il ruolo della letteratura e la sua stretta compenetrazione con la vita
è sintetizzato in “Uova di cigno, uova di tartaruga” [6], in cui lo straordinario Afrânio Coutinho, anziano bibliofilo che come
Peter Kien, il sinologo di Canetti, per amore dei libri ha rinunciato anche
alla casa, tenendo per sé solo lo spazio di un letto , ha creato nella sua abitazione, accanto ad
una fornitissima biblioteca, uno spazio culturale, l'Officina Letteraria. La
prima esperienza del genere in Brasile, alla quale ha collaborato anche un
giovane Monteiro che, delegato dall'anziano erudito a rispondere alla
domanda “A che serve la narrativa?” replica:
È come chiedersi a che serviamo noi esseri umani, giacché ci confondiamo
con l'atto narrativo, fondatore dell'umanità, e che, come noi, è fine a se
stesso, non solo mezzo o strumento. La necessità di narrare è un organo vitale
della nostra biologia. Di fatto, non esiste popolo che non abbia la sua
letteratura”.
La riflessione di Julio sul senso autentico della scrittura era
continuata anche nell'opera che uscirà
a breve per l'editore Besa “La macchina sognante” : una raccolta di
citazioni, detti, aforismi di scrittori celebri , costruita su un “gioco” di
domande di Milva Maria Cappellini e “risposte “di Julio Monteiro.
Potrei
scrivere ancora a lungo dell'opera, della poetica e del pensiero di questo
intellettuale coraggioso, con toni
sempre entusiastici, non per retorica dovuta alla sua scomparsa, ma per vera
ammirazione. (tra l'altro, avevo già scritto su AUT una recensione di un testo
di commento all'opera di Monteiro ” UN MARE COSI' AMPIO” ). Rimando tuttavia i
lettori al sito www.sagarana.it per
spunti e approfondimenti e- spero vivamente - futuri dibattiti. Ho attinto in maniera consistente alle parole di Julio,
autorevoli e dignitose, perché sono troppo preziose per non essere divulgate e
perché confido ancora nella loro straordinaria comunicatività.
[1] Torpalium, racconti, ed.
Attica, 1977; SABE QUEM DANCOU?
Racconti, ed. Codecri, Rio, 1978; Arterias e becos, romanzo. Ed Summus, San Paolo, 1978; Barbara, romanzo, ed Codecri. Rio, 1979, A OESTE DE NADA, racconti, ed . Civilizaçao Brasileira , Rio, 1981, AS FORCAS
DESARMADAS, RACCONTI, ed. Anima, Rio, 1983; O LIVRO DAS DIRETAS , saggi, ed Anima, Rio, 1984, MUAMBA,
racconti, ed. Anima, Rio, 1985, O ESPACO IMAGINARIO, Rio,
1987. Importante
la sua partecipazione alla leggendaria antologia (30000 copie vendute in pochissimo tempo ) Histórias de um novo tempo con scrittori del
calibro di Abreu e de Andrade, all'epoca esordienti.
[2]
Il percorso dell’idea, Bandecchi e Vivaldi,
Pontedera, 1998 (poesie), Racconti italiani, Nardò, Besa, 2000
(racconti); La passione del vuoto, Nardò, Besa, 2003
(racconti); madrelingua, Nardò, Besa, 2005 (romanzo); L’amore scritto,
Nardò, Besa, 2007(racconti); La grazia di casa mia, Milano, Rediviva,
2013.
[3] www.sagarana.it,
il direttore, biografia, “Cingoli, ciclostili e profumo di tè”.
[4] op.
cit.
[5] Segnalo
fra itanti, Magia e Domino in www.sagarana.it
[6] www.sagarana.it, il
direttore, biografia, “uova di cigno, uova di tartaruga”
Nessun commento:
Posta un commento