Riparte la stagione dei seminari che l’Osservatorio Peppino
Impastato organizza attraverso la scuola di formazione sociale e politica Don
Gallo. Quest’anno l’attività principale è dedicata ad un unico seminario che si
snoderà in più incontri distribuiti in
un arco di tempo che va dall’inizio di marzo fino a metà maggio.
Si tratta del
Laboratorio di giornalismo civico
e partecipato. Il luogo è ancora da definire e qualche modifica sulle date è
ancora possibile. L’esperimento del laboratorio ci rende molto orgogliosi, perché
siamo riusciti a coinvolgere, come docenti, i migliori giovani giornalisti della Provincia, professori e
amici. Siamo convinti che lo sviluppo di
una rete sociale solidale, consapevole e forte fra i cittadini passi attraverso
molteplici fasi.
Occasioni di incontro,
discussione e condivisione dei problemi possono moltiplicarsi anche attraverso la
divulgazione e la fruizione delle notizie
su quanto avviene nella comunità e al di fuori di essa. La
partecipazione nell’individuazione delle informazioni e la loro diffusione presso la collettività può
costituire un’attività fondamentale nella
costruzione di una società dai forti legami sociali e culturali.
E’ questo il
principale obbiettivo che si pone Il nostro Laboratorio di giornalismo civico e
partecipato. Partendo dallo studio del
mondo giornalistico tradizionale, il
laboratorio sviluppa un percorso didattico che passa attraverso l’apprendimento
di come si redigono articoli e redazionali,
come si realizza un’intervista,
come ci si approccia ai nuovi social media . Il tutto per giungere ad un informazione fatta dall’impegno di
tutti i cittadini. Un flusso informativo continuo, scevro da pregiudizi e
contaminazioni, proprio perché alimentato dalla
forza stessa della comunità.
Ne scaturisce un’informazione vera non
distorta e deteriorata da obbiettivi
diversi dal racconto della realtà. Un’attività che, attraverso la partecipazione
all’informazione, possa giungere a dare più forza e consapevolezza nel proporre anche nuove forme di convivenza e
nel difendersi da eventuali ingiustizie.
Quanto avvenuto e sta avvenendo a Kibera ,una delle più grandi zone
periferiche limitrofe alla città di Nairobi in Kenia, è un esempio di quello che vorremmo
realizzare. “La baraccopoli più amichevole del mondo”, così le pubblicazioni
turistiche descrivono Kibera. E’ un invito esplicito a visitare un sito come se
fosse uno zoo. Per 6.800 scellini un’ospite internazionale può aggirarsi fra
esseri considerati alla stregua di animali. Bambini che appena vedono il
turista bianco si avvicinano urlano “Come stai” quasi dovessero esibirsi per ricevere la nocciolina.
Come si è alimentata questa terribile legenda di Kibera? La grande periferia vicino a Nairobi è spesso meta di compagnie
cinematografiche di Hollywood che vogliono ritrarre come vivono i poveri della
città in Africa. Molti cittadini di
Kibera sono stanchi di essere
trasformati in attrazione da zoo, Vorrebbero sfatare questo luogo comune per rivendicare
il diritto ad una dignità perduta.
Con queste finalità proprio a Kibera è nato
un buon esempio di giornalismo civico partecipato. “Ghetto mirror” è uno dei
giornali di Kibera. L’editore nigeriano
Vincent Achuka, con pochi fondi
disponibili ha dotato i ragazzi della periferia di taccuini telefonini
e piccole video camere. Dopo un breve periodo di formazione questi ragazzi stanno
raccontando la vera realtà di Kibera ,
una periferia ancora priva dei servizi necessari come luce ed acqua, ma del
tutto diversa dall’immagine stereotipata e distorta offerta dai giornali di
promozione turistica .
I giovani coinvolti, poco scolarizzati, hanno imparato
attraverso questa attività a scrivere a redigere un’articolo a fare un’intervista.
Sulla scia del successo di Ghetto Mirror e con le stesse modalità, sono nati
altri giornali come il Kibera Journal,
redatto e stampato nel salone di parrucchiere di Collins Odhiamo, un barbiere con l’hobby del giornalismo. E’
nato anche un canale You Tube “Kibera
News Network”.
Questi giovani
reporter svolgono la loro attività anche
rischiando la vita. Frequenti infatti sono state le aggressioni che hanno
subito dalla Polizia. Una tale libera attività informativa non è ben vista dal
governo centrale che spesso usa mezzi violenti per bloccarla . Quello
di Kibera è un esempio limite ma significativo di come l’utilizzo per fini di
promozione sociale del sistema informativo, possa riabilitare un intera
comunità.
Un altro esperimento, molto
diverso, e più vicino a noi è quello che
gli studenti del Liceo Classico Socrate stanno portando avanti nel loro quartiere,
la Garbatella di Roma. L’idea è quella
di illustrare il passato del quartiere attraverso la raccolta di interviste e testimonianze
degli anziani. Quindi descrivere il
presente, con reportage nei luoghi di
incontro, nelle piazze, nei locali. Infine
ipotizzare il futuro attraverso la
raccolta di proposte per una nuova organizzazione del quartiere stesso.
Due
mondi lontani Kibera e la Garbatella, ma con in comune la voglia degli abitanti,
dei giovani, di raccontare e raccontarsi,
di descrivere la realtà vera. Una libera
e corretta informazione è essenziale per promuovere una migliore promozione sociale
della collettività.
Di seguito un video tratto dal canale You tube “Kibera News Network”. Il filmato si riferisce alla protesta di un migliaio di abitanti di Kibera, sfrattati dalle loro case perché queste dovevano essere abbattute per far posto alla fogna di servizio ai bangi pubblici destinati ai turisti. La traduzione dall'inglese è del sottoscritto.
Il video seguente illustra l’esperimento del Liceo Socrate della Garbatella.
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