Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

giovedì 29 gennaio 2015

Riparte l'attività dei seminari dell'Osservatorio Peppino Impastato

Luciano Granieri, Osservatorio Peppino Impastato.





Riparte la stagione dei seminari che l’Osservatorio Peppino Impastato organizza attraverso la scuola di formazione sociale e politica Don Gallo. Quest’anno l’attività principale è dedicata ad un unico seminario che si snoderà in più incontri distribuiti in  un arco di tempo che va dall’inizio di marzo fino a metà maggio.  

Si tratta del  Laboratorio di  giornalismo civico e partecipato. Il luogo è ancora da definire e qualche modifica sulle date è ancora possibile. L’esperimento del laboratorio ci rende molto orgogliosi, perché siamo riusciti a coinvolgere,  come docenti, i migliori   giovani giornalisti della Provincia, professori  e amici.  Siamo convinti che lo sviluppo di una rete sociale solidale, consapevole e forte fra i cittadini passi attraverso molteplici fasi. 

 Occasioni di incontro, discussione e condivisione dei problemi possono moltiplicarsi anche attraverso la divulgazione e la fruizione delle notizie  su quanto avviene nella comunità e al di fuori di essa. La partecipazione nell’individuazione delle informazioni  e la loro diffusione presso la collettività può costituire  un’attività fondamentale nella costruzione di una società dai forti legami sociali e culturali. 

E’ questo il principale obbiettivo che si pone Il nostro Laboratorio di giornalismo civico e partecipato.  Partendo dallo studio del mondo giornalistico tradizionale,  il laboratorio sviluppa un percorso didattico che passa attraverso l’apprendimento di come si redigono articoli e redazionali,  come si  realizza un’intervista, come  ci si approccia ai  nuovi social media  . Il tutto per giungere  ad un informazione fatta dall’impegno di tutti i cittadini. Un flusso informativo continuo, scevro da pregiudizi e contaminazioni, proprio perché alimentato dalla  forza stessa della comunità. 

Ne scaturisce un’informazione vera non distorta  e deteriorata da obbiettivi diversi dal   racconto della realtà.  Un’attività che, attraverso la partecipazione all’informazione, possa giungere a dare più forza e consapevolezza nel  proporre anche nuove forme di convivenza e nel difendersi da eventuali ingiustizie.  

Quanto avvenuto e sta avvenendo a Kibera ,una delle più grandi zone periferiche limitrofe alla città di Nairobi in Kenia,  è un esempio di quello che vorremmo realizzare.  “La baraccopoli più amichevole del mondo”, così le pubblicazioni turistiche descrivono Kibera. E’ un invito esplicito a visitare un sito come se fosse uno zoo. Per 6.800 scellini un’ospite internazionale può aggirarsi fra esseri considerati alla stregua di animali. Bambini che appena vedono il turista bianco si avvicinano urlano “Come stai” quasi  dovessero esibirsi per ricevere la nocciolina.   

Come si è alimentata  questa terribile legenda di Kibera?  La grande periferia vicino  a Nairobi è spesso meta di compagnie cinematografiche di Hollywood che vogliono ritrarre come vivono i poveri della città in Africa.  Molti cittadini di Kibera  sono stanchi  di essere trasformati in attrazione da zoo, Vorrebbero sfatare questo luogo comune per rivendicare il diritto ad una dignità perduta. 

Con queste finalità proprio a Kibera è nato un buon esempio di giornalismo civico partecipato. “Ghetto mirror” è uno dei giornali di Kibera.  L’editore nigeriano Vincent Achuka,  con pochi fondi disponibili ha dotato i ragazzi della periferia di taccuini   telefonini e piccole video camere.  Dopo un  breve periodo di formazione questi ragazzi stanno raccontando  la vera realtà di Kibera , una periferia ancora priva dei servizi necessari come luce ed acqua, ma del tutto diversa dall’immagine stereotipata e distorta offerta dai giornali di promozione turistica . 

I giovani coinvolti, poco scolarizzati, hanno imparato attraverso questa attività a scrivere a redigere un’articolo a fare un’intervista. Sulla scia del successo di Ghetto Mirror e con le stesse modalità, sono nati altri giornali come il Kibera Journal,  redatto e stampato nel salone di parrucchiere  di Collins Odhiamo,  un barbiere con l’hobby del giornalismo. E’ nato anche un canale You Tube “Kibera  News Network”.  

Questi giovani reporter  svolgono la loro attività anche rischiando la vita. Frequenti infatti sono state le aggressioni che hanno subito dalla Polizia. Una tale libera attività informativa non è ben vista dal governo centrale che spesso usa mezzi violenti per bloccarla  .  Quello di Kibera è un esempio limite ma significativo di come l’utilizzo per fini di promozione sociale del sistema informativo, possa riabilitare un intera comunità.  

Un altro esperimento, molto diverso, e  più vicino a noi è quello che gli studenti del Liceo Classico Socrate stanno portando avanti  nel loro quartiere, la Garbatella di Roma.  L’idea è quella di illustrare il  passato del quartiere attraverso la raccolta di interviste e testimonianze degli anziani.  Quindi descrivere il presente, con  reportage nei luoghi di incontro, nelle piazze, nei locali.  Infine  ipotizzare il futuro attraverso la raccolta di proposte per una nuova organizzazione del quartiere stesso. 

Due mondi lontani Kibera e la Garbatella, ma con in  comune la voglia degli abitanti, dei giovani,  di raccontare e raccontarsi, di descrivere la realtà  vera. Una libera e corretta informazione è  essenziale  per promuovere una migliore promozione sociale della collettività.


Di seguito un video tratto dal canale You tube “Kibera News Network”.  Il filmato si riferisce alla protesta di un migliaio di abitanti di Kibera,  sfrattati dalle loro case perché queste dovevano essere abbattute per far posto  alla fogna di servizio ai bangi pubblici destinati ai turisti. La traduzione dall'inglese è del sottoscritto.





Il video seguente illustra l’esperimento del Liceo Socrate  della Garbatella.

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