DIFENDERE LA COSTITUZIONE = ORGANIZZARSI E ORGANIZZARE PER APPLICARLA!
Attuare in modo sistematico e capillare la parola d’ordine “a tutti un lavoro utile e dignitoso” (“l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”) per tenere aperte le aziende che i capitalisti chiudono o delocalizzano, per riconvertire ad altre produzioni quelle inutili o dannose, per far funzionare le scuole, gli ospedali e gli altri servizi pubblici, per rimettere e mantenere in sicurezza il territorio, per sviluppare la ricerca e/o l’applicazione di nuove energie pulite, per recuperare gli stabili in disuso e i quartieri degradati delle grandi città. Questa è la base di ogni percorso realistico di rinascita economica, ambientale, intellettuale e morale del nostro paese. Senza di questo, parlare di difesa e attuazione della Costituzione è un’illusione o un imbroglio!
Disobbedire alle leggi, alle regole, alle procedure e agli accordi in vigore che nella stragrande maggioranza dei casi violano la Costituzione . Dal Porcellum alla violazione dell’esito dei referendum sull’acqua, dalla Legge Biagi al Jobs Act, dall’uso antisociale della proprietà e dell’iniziativa economica private espressamente vietato dalla Costituzione al regime di Marchionne negli stabilimenti FCA, dalla presenza delle basi USA e NATO alla partecipazione del nostro paese alle guerre di aggressione imperialista, dalla mano libera ai fascisti del terzo millennio all’istituzione dei lager per migranti (CIE, CARA e adesso gli Hotspot, dalla trasformazione della salute e dell’istruzione in merci all’aumento dell’imposizione fiscale indiretta, dalle limitazioni crescenti alla rappresentanza sindacale e al diritto di sciopero alle grandi opere speculative… L’opposizione alle grandi manovre del governo Renzi per “riformare la Costituzione ”, il proposito di difenderla, le denunce dei ripetuti e crescenti strappi alla Costituzione da parte delle stesse autorità, devono diventare questo: agire in rottura con le leggi, le regole, le procedure e gli accordi che la violano, disobbedire e chiamare a disobbedire alle leggi, le regole, le procedure e gli accordi che violano lo spirito e la lettera della Costituzione nata dalla vittoria della Resistenza.
Costituire un Comitato di Liberazione Nazionale che nega ogni legittimità del governo Renzi e il suo diritto a governare e lotta per affermarsi come governo legittimo del paese in nome degli interessi delle masse popolari che sono calpestati dal governo in carica, come fece il CLN dal 9 settembre del 1943 dopo il collasso del fascismo e la fuga del Re. Un nuovo Comitato di Liberazione Nazionale che chiami le masse popolari a organizzarsi e a passare direttamente all’azione per attuale le parole d’ordine “a tutti un lavoro utile e dignitoso” e “a ogni persona i beni e servizi necessari a una vita civile”, che mobiliti scienziati, tecnici e quanti hanno esperienza perché collaborino a mettere a punto misure e provvedimenti, alternativi a quelli del governo Renzi, nei settori principali della vita del paese, che chiami i funzionari pubblici a non obbedire al governo in carica che è stato installato e opera in violazione della Costituzione, che stabilisca relazioni con i movimenti, le organizzazioni e le istituzioni che in Europa e nel resto del mondo sono disposte a rompere con le imposizioni della comunità internazionale degli speculatori e dei guerrafondai. Questo è il passo che possono e devono fare qui e ora i promotori del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale , i dirigenti della sinistra dei sindacati di regime e dei sindacati di base, gli esponenti democratici delle amministrazioni locali e della società civile, i portavoce della sinistra borghese in combinazione con i parlamentari del Movimento 5 Stelle. Se vogliono veramente dare piena attuazione alla Costituzione, se vogliono veramente un “nuovo modello di sviluppo” che combini lavoro, diritti, giustizia e ambiente, devono assumersi il compito di chiamare le masse popolari a mobilitarsi per formare un governo d’emergenza che queste cose le faccia.
Chi ha l’interesse e la forza per dare piena attuazione alla Costituzione? Parliamoci chiaro. Attuare la Costituzione significa “entrare in guerra” con i poteri forti nostrani (e la loro comunità internazionale): la Corte vaticana in primo luogo, che è il governo di fatto, irresponsabile, occulto e di ultima istanza che dirige il governo ufficiale della Repubblica, la Confindustria e le altre organizzazioni padronali, le organizzazioni criminali, gli imperialisti USA ed europei, i gruppi sionisti (i vertici della Repubblica Pontificia). Cioè con i mandanti dei governi (da quello Berlusconi a quelli del Centro-sinistra, fino ad arrivare a quello di Renzi) e delle forze politiche (da Forza Italia al PD con i loro satelliti) che negli ultimi vent’anni hanno continuato su grande scala e spudoratamente l’opera di aggiramento e violazione della Costituzione che il regime democristiano aveva condotto per decenni. Solo le masse popolari organizzate hanno l’interesse e la forza per condurre e vincere questa guerra! Solo un governo composto da persone che hanno la fiducia delle organizzazioni operaie e popolari e sostenuto da esse ha la volontà e la forza per applicare su ampia scala la Costituzione , verificarla nella pratica, estenderne gli aspetti positivi.
Non è più tempo di sofismi né di se e ma!
Un programma semplice, in sei misure, per salvare il Paese e ricostruirlo: il programma del Governo di Blocco Popolare.
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa)
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi
3. Assegnare a ogni persona un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato)
4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti
5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione
6. Stabilire relazioni di solidarietà, collaborazione o scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
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