sabato 18 giugno 2016

Comune di Frosinone. Una casa trasparente invasa dalle Fiamme Gialle

Luciano Granieri


Tanto tuonò che piovve. Sarebbe più appropriato affermare che a seguito dei tuoni si è manifestata una piccola pioggerellina, tutto sommato  innocua. Probabilmente,    anche a causa  dei fulmini,  rappresentati dagli allarmi  sollevati dagli  ex lavoratori della Multiservizi  sulla disinvolta gestione degli appalti, e sulla poca attenzione dell’Ente alle prescrizioni del regolamento anticorruzione in materia di trasparenza, Frosinone è stato inserito tra i venti Comuni  oggetto di ispezione da parte del   Nucleo Speciale della Guardia di Finanza, su incarico dell’Autorità Nazionale Anti Corruzione,  Cioè la pioggerellina di cui sopra . 

Il diritto al lavoro degli ex addetti della Multiservizi, da oltre due anni in presidio permanente sotto una tenda davanti al Municipio, è stato sacrificato sull’altare del Piano di Riequilibrio Economico Finanziario, concordato con la Corte dei Conti per risanare le disastrate casse comunali prosciugate, è bene sottolinearlo, dalla giunta  Marini, precedente all’attuale consiliatura Ottaviani.  Per lo scalpo degli ex lavoratori acquartierati sotto la tenda,  valutato 900 mila euro, il Comune di Frosinone, solo per la gestione del verde pubblico,  una delle tante mansioni assolte proprio dalla Multiservizi, ha speso 703mila euro. In sostanza per 900 mila euro la società in-house assicurava  la manutenzione del verde,  del cimitero,  degli arredi urbani,  dei servizi di supporto a persone disagiate e molto altro ancora . Oggi grazie all’amministrazione Ottaviani per  gli stessi 900mila euro, contando la prossima tranche di 136mila euro che andrà alle cooperative di tipo B, si sta gestendo esclusivamente il  verde pubblico. Un buon affare per i cittadini frusinati non c’è che dire. Ciò emerge da un dossier redatto dagli ex lavoratori della Multiservizi  analizzando le determine degli affidamenti diretti che il Comune di Frosinone ha assegnato alle cooperative di tibo B  Nexus, e Tredicesima cooperativa

Ma nella conferenza stampa, che i lavoratori della tenda  hanno indetto giovedì scorso 16 giugno, è emerso molto altro. In particolare si è rilevata una creativa, per usare un eufemismo, interpretazione del regolamento anticorruzione predisposto per i Comuni. La prescrizione di controllare l’eventuale presenza di provvedimenti giudiziari o di inchieste in corso, verso società a cui si intende affidare appalti o servizi, non sembra essere ben applicata dal responsabile trasparenza del Comune. Diversamente non sarebbe sfuggito che la Tredicesima Cooperativa, cui è stato affidato un incarico per  la gestione del verde pubblico, è stata oggetto d’indagine in merito a vicende inerenti   gli stabilimenti balneari a Ostia, municipio  tutt’ora commissariato per infiltrazione mafiose.  

Allo stesso modo è applicata molto allegramente la prescrizione che obbliga l’Ente a pubblicare tempestivamente  on line,  sull’albo pretorio, delibere, determine, convenzioni e affidamenti. Molti atti sono stai pubblicati con notevole ritardo. Per l’affidamento di un servizio della durata di tre mesi, l’atto di  manifestazione d’interesse, è stato inserito nell’albo pretorio tre mesi dopo la data d’affidamento alla società assegnataria, cioè a lavoro esaurito. Ancora oggi molti documenti non sono rintracciabili sull’albo. Con la stessa disinvoltura, sono stati conferiti incarichi di gestione   servizi  tramite affidamento diretto, quando il valore dell’appalto in questione, superiore ai 200mila euro, prescriveva l’indizione del bando di gara. 

La notizia dell’intervento della Guardia di Finanza, incaricata dall’Anac presieduta da Cantone, tesa a verificare l’esatta applicazione delle normative anticorruzione e trasparenza, dovrebbe scuotere la città e in particolare i consiglieri d’opposizione. Ma, come è noto,  i lai provenienti dagli scranni della minoranza non sono  molto alti, spesso sono  flebili sospiri, o ancora peggio assordanti silenzi . Il manipolo dei peones centrosinistri sono tenuti in pugno dal sindaco   proprio a causa della loro gestione dissennata del bilancio comunale , quando erano maggioranza. La scelta effettuata da Ottaviani di risanare i conti disastrati - lasciati dalla giunta Marini , la cui esosità ha suscitato l’intervento dei Giudici Contabili -percorrendo una strada come quella del Piano di Riequilibrio Economico e Finanziario, che evita indagini su chi e come ha prodotto il dissesto dell’Ente, consente ai peones centrosinistri di mantenere una flebile vita politica. Flebile perché totalmente  a disposizione dei capricci di Ottaviani. Il quale ha scambiato la sua impunità nel gestire in modo padronale la città, con la sopravvivenza politica e silente  dell’opposizione. 

Al padre padrone, nessuno si oppone. Può fare, disfare, comporre e scomporre. Ma ci sono alcuni cittadini, per ora ancora pochi,e gli ex lavoratori della Multiservizi sono fra questi, che non sono ricattabili, né si fanno impressionare dal latinorum e dall’ostentata sapienza di facciata del sindaco. Sono donne e uomini colpiti nella dignità  dalle scorrerie dell’attuale giunta, i  quali  hanno deciso di dire basta. Basta a chi gode nel tiranneggiare e  basta a chi gode ad essere tiranneggiato.

Di seguito i video della conferenza stampa a cura di Ciociecon le ali Web TV








mercoledì 15 giugno 2016

Frosinone. Prima edizione del disco per l'estate in Ciociaria

Luciano Granieri




All’interno della ricca proposta artistico culturale offerta dal Comune di Frosinone nell’ambito  dell’estate frusinate, spicca la prima edizione del Disco per l’Estate in Ciociaria. Grazie alla dedizione dell’assessore alla riqualificazione del  Centro Storico Rossella Testa e alla generosità del sindaco Ottaviani, che ha impegnato ingenti risorse per la manifestazione canora, nello scorso week-end la creme della musica leggera italiana si è sfidata innanzi al competente pubblico ciociaro.   Il vero trionfatore è stato il sindaco Nicola Ottaviani. Già proprio lui ha partecipato alla rassegna  ed  ha sbancato il festival con il suo nuovo  hit “Ero solo  avanguardista”. Di seguito vi proponiamo la straordinaria esibizione del sindaco.

Buona Visione. 

Conferenza stampa lavoratori ex Multiservizi, su anticorruzione e traspaernza

Comitato di Lotta per il lavoro


Giovedi 16 giugno h.15 presso la tenda conferenza stampa su cosa significa anticorruzione e trasparenza nella specifica vicenda degli appalti dati alle coop. sociali di tipo B, per un totale, in tre anni di 7 milioni di euro!
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 Proprio un anno fa i lavoratori ex Multiservizi in presidio in tenda dinanzi al Comune di Frosinone segnalarono all'autorità anticorruzione locale ancora una volta i reiterati affidamenti diretti di appalti di servizi a cooperative sociali di tipo B , alla luce del Regolamento Comunale Anticorruzione ne quale si leggeva che le reiterate proroghe di affidamento diretto possano essere indice “di un malfunzionamento dell’Amministrazione, nel senso di una devianza dai canoni della legalità, del buon andamento e dell’imparzialità dell’azione amministrativa” e ancora si considerava altissimo il “livello di rischio” per l’utilizzo dell’affidamento diretto, anche in riferimento al valore economico e alla frazionabilità.
 Con quella nota si sottolineava inoltre la irrintracciabilità nell’Albo pretorio on line delle determine di proroga degli affidamenti in atto alle cooperative sociali di tipo B, oltre che per parte dell’anno 2014, anche per quei mesi dell'anno 2015.
 Oggi apprendiamo che il comune di Frosinone è tra i 20 municipi italiani ispezionati dal Nucleo Speciale Anticorruzione della Guardia di Finanza. e che l'ANAC ha chiesto di verificare la corretta predisposizione e attuazione del Piano triennale di prevenzione della corruzione, del Programma triennale sulla trasparenza ed integrità e del Codice di comportamento per i dipendenti pubblici. 

Risposta Fois e Nello Angellucci (candidato 5 stelle al comune) su domande riguardanti referendum istituzionali

Edward Lynch

Caro Nello, Salve. Siamo un gruppo di persone che vivono nel secondo municipio di Roma. Ai prossimi ballottaggi del 19 giugno in cui si  decideranno il   sindaco di Roma  e  il presidente del nostro municipio, molti sono ancora  incerti sul che fare. Gli elementi che ci aiuteranno a decidere sono tanti. Un elemento, forse non decisivo per le elezioni locali, ma per noi tuttavia molto importante, è la futura tenuta  della nostra democrazia. Dunque, vorremmo conoscere gli orientamenti dei due candidati sindaci e dei due candidati presidenti del secondo municipio (e dei loro candidati di lista) rispetto al prossimo referendum costituzionale di ottobre e i motivi a monte di quell’ orientamento.
Ci piacerebbe anche sapere  se hanno firmato o intendono firmare i due referendum contro il premio di maggioranza e i capi-lista bloccati della legge elettorale "Italicum" e i motivi al riguardo.
E’ sufficiente rispondere al mittente di questa messaggio, che s’incaricherà, poi, di inviare le eventuali risposte alla nostra lista.
Grazie,
Edward Lynch

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Egregio Prof. Edward Lynch, 
con piacere rispondiamo alla sua/vostra richiesta di conoscere gli orientamenti del canditato sindaco del Movimento 5 Stelle, avv. Virginia Raggi, del Candidato alla presidenza del II Municipio nonchè dei canditati di lista rispetto al prossimo referendum costituzionale e alla legge elettorale “Italicum”.

Partiamo dall’elencare le ragioni del nostro NO, del NO del M5S, alla proposta di riforma costituzionale:
1.     Non garantisce la sovranità popolare  il combinato fra la revisione costituzionale e la legge elettorale (Italicum) muta nei fatti la forma di governo dello Stato, andando verso il presidenzialismo (senza chiedere il parere dei cittadini italiani). Il segretario del primo partito diventa premier, ottiene la maggioranza alla Camera e ne nomina la maggior parte dei componenti grazie ai capilista bloccati. Tutto il potere è nelle mani di una sola persona e manca di ogni controbilanciamento. Ad aggravare la situazione è stata garantita una "corsia preferenziale" per i provvedimenti del Governo.
2.     Non è una riforma politicamente legittima perché è stata prodotta da un parlamento eletto con una legge elettorale (Porcellum) dichiarata incostituzionale. La Consulta ha garantito la continuità, ma ciò non significa essere legittimati a mettere mano alla Carta. Inoltre mantiene i principali "vizi" che erano presenti nel Porcellum: premio sproporzionato e mancanza, seppur parziale, delle preferenze. 
3.    Non Produce semplificazione ma moltiplica fino a diciassette i procedimenti legislativi diversi e incrementa i conflitti di attribuzione.
4.     Riduce la possibilità di partecipazione diretta da parte dei cittadini  triplicando da 50.000 a 150.000 le firme per i disegni di legge di iniziativa popolare, non consentendo ai cittadini di eleggere i senatori e limitando le preferenze alla Camera ai soli candidati non capilista. 
5.     Non supera il bicameralismo, anzi lo rende più confuso e crea conflitti di competenza tra Stato e regioni, tra Camera e nuovo Senato.
6.     Non è una riforma innovativa perché conserva e rafforza il potere centrale a danno delle autonomie che vengono private di mezzi finanziari. Inoltre fornisce l'immunità parlamentare anche ai nuovi senatori che saranno sindaci e consiglieri regionali: la classe politica più corrotta d'Italia.
7.     Non diminuisce i costi della politica in quanto i costi strutturali del Senato restano uguali, se non aumentati grazie all'inserimento nella revisione costituzionale dello statuto unico dei dipendenti di Camera e Senato che renderà difficili i tagli alle indennità. 
8.     Non è una riforma chiara e comprensibile essendo stata scritta in modo da non essere compresa.
9.     Non è il frutto della volontà autonoma del parlamento  bensì del governo.
10.   Non garantisce l'equilibrio tra i poteri costituzionali perché mette gli organi di garanzia (Presidente della Repubblica e Corte Costituzionale) in mano alla falsa maggioranza prodotta dal premio

Per quanto riguarda i 2 quesiti referendari relativi alla legge elettorale riteniamo che
·         sia da abolire il premio di maggioranza , un autentico doping dei risultati elettorali che consente a un partito che al primo turno prenda una percentuale anche inferiore al 20 per cento dei voti di essere maggioranza parlamentare con il ballottaggio;
·         sia da abrogare la possibilità dei capilista bloccati, vecchio vizio della politica di nominare i propri fedelissimi per far sì che invece di guardare ai bisogni e alle esigenze dei cittadini, si guardi sempre agli ordini delle segreterie dei partiti e alle lobby che rappresentano. Con la nuova legge elettorale vengono replicati i vizi del "porcellum" nonostante la bocciatura da parte della Corte costituzionale.
COSA VUOLE IL MOVIMENTO 5 STELLE:
-      dimezzamento del numero dei parlamentari, non solo per il Senato, ma anche per la Camera dei Deputati.
-      diritto di voto e di preferenza dei cittadini ad eleggere direttamente i senatori.
-     NO ai condannati in Parlamento ed incandidabilità dei condannati
-     STOP ai vitalizi per i condannati in parlamento
-       riduzione delle indennità e degli stipendi dei parlamentari.
-       NO all'immunità per i parlamentari
-       decadenza dalla carica di parlamentare in caso di assenza ripetuta
-       decadenza dei Senatori sottoposti a processo penale
-      eliminazione del quorum per i referendum abrogativi e per le leggi popolari (eliminare il quorum significa anche valorizzare quei cittadini che, con grande responsabilità e senso civico, vanno a votare).

Quanto sopra è racchiuso nella proposta di legge formulata dal M5S, improntata sul proporzionale, con l’obiettivo di un “Parlamento pulito”.
Restando a disposizione per eventuali ulteriori chiarimenti, le inviamo i nostri più cordiali saluti
Nello ANGELUCCI & Fabio FAIS

martedì 14 giugno 2016

Il sindaco del "disfare"

Luciano Granieri


Siamo in piena campagna elettorale per i ballottaggi . Le  espressioni più trite e ritrite con cui gli aspiranti primi cittadini descrivono i loro propositi  sono le seguenti: “sindaco del cambiamento e sindaco del fare”  auto definizioni, fra l’altro che accompagnano anche il Presidente del Consiglio segretario del Pd. 

Personalmente quando un sindaco si professa “del cambiamento e del fare” mi viene l’orticaria e sono seriamente preoccupato per i cittadini che dovranno subire gli insani progetti. Un esempio fulgido in questo senso è il sindaco Ottaviani. E’ un amministratore del cambiamento? Certamente, direi che il cambiamento è un’ossessione per il Primo Cittadino ciociaro. Ha iniziato cambiando la destinazione di alcuni prestiti erogati dalla Cassa Depositi e Prestiti, dalle opere originariamente oggetto del finanziamento (impianto sportivo per i disabili, parco delle fontanelle, museo archeologico) allo stadio, regalando di fatto 4milioni  di euro al Presidente del Frosinone  Stirpe, il quale sentitamente ringrazia. 

In realtà il vice presidente di Confindustria, proprietario della squadra ciociara , avrebbe preferito, fare a meno di quei soldi  per procedere più speditamente alla realizzazione dello stadio con capitali interamente propri. Il proposito però è stato  rallentato dalla voglia di “cambiamento” del sindaco. Ma si sa a caval donato non si guarda in bocca. Tanto più che Stirpe, in cambio  dei capitali che investirà, oltre ai 4milioni omaggiati dal sindaco,   per il completamento dell’impianto sportivo, avrà la gestione per 90 anni dell’opera, non lasciando alcuna contropartita di ordine sociale alla cittadinanza.  

Per quanto attiene la viabilità la frenesia al cambiamento del sindaco è assolutamente fuori controllo. Non passa ore che si materializza una rotatoria, qua, uno svincolo la, le strade si riempiono di dissuasori.  Per raggiungere il cimitero, arrivando dalla Monti Lepini, o da Piazza Madonna della Neve, il  cambiamento del sindaco costringe gli automobilisti ad arrivare fino ad Alatri, prima di girare  nella rotatoria che li riporta indietro, verso la svolta del Campo Santo.

 Per giungere  alla stazione ferroviaria, provenendo da Via Don Minzoni, o ci si arma di santa pazienza per districarsi  nel  fitto labirinto di vie  con sensi unici invertiti e sottopassaggi,  o si affitta un elicottero. Ogni mattina mi alzo con l’incubo di trovare un dissuasore nel vialetto di casa e una rotatoria in giardino .  

Per gli eventi e le feste popolari poi il sindaco dal" fare" ha fatto, altro che se ha fatto. Festival dei conservatori, 35 mila euro, Passioni di Cristo varie , 18mila euro in due anni, festival di musica etnica 17mila euro. Più di 50mila euro  spesi per eventi organizzati in una comunità in cui  il tasso di disoccupazione e ai massimi livelli e le famiglie che cadono in povertà aumentano di giorno in giorno. Ovviamente trattasi di  manifestazioni tutte organizzate dal sindaco del cambiamento.  Gli eventi predisposti dalla consiluature precedenti sono minori, insignificanti. da eliminare. Cancellate   le Cantine Aperte al rione Giardino,  appuntamento tradizionale del giugno frusinate, ridimensionata  anno dopo anno, la  rassegna estiva del cinema alla Villa Comunale,  chissà se quest’anno avrà luogo? 

Ottaviani è un po’ come Berlusconi.  Per l’ex cavaliere Premier,  presidente del Milan,  le gesta, le vittorie di Rivera, Prati, Lodetti  non sono mai esistite. Il Milan nasce con Berlusconi. Così Frosinone nasce con Ottaviani. I Volsci? Chi erano costoro? Altro potente cambiamento ha investito la cura della città e dei cittadini. Mansioni svolte dal lavoratori della Multiservizi, sacrificati sull’altare del cambiamento.  Licenziare quegli straccioni della Multiservizi ed affidare le mansioni da  loro svolte a cooperative dalla dubbia trasparenza, con tanto di coinvolgimento nelle inchieste di mafia capitale, è un cambiamento epocale. Magari è più costoso ,  poco efficiente , ma vuoi mettere, che cambiamento rivoluzionario! 

Qui però qualcosa sta andando storto. Infatti per i lavoratori il cambiamento ha significato l’umiliazione della disoccupazione .  Ma  la disinvoltura, al limite del lecito,  mostrata dal sindaco nel fare il “fare”, non è passata inosservata. Gli addetti della Multiservizi hanno denunciato l’irregolarità di alcune procedure e ben due giudici hanno dato loro ragione.  Ottaviani  re del cambiamento e del fare. Gesta  che hanno impoverito i cittadini, aumentato il costo dei servizi ed eliminato gran parte della politica sociale per la collettività . Chi è ricco diventa ancora più ricco chi è povero si fotte. 

Ecco perché quando mi capita di sentire un aspirante primo cittadino che si definisce sindaco del cambiamento e del fare mi vengono i brividi. In realtà la questione attiene alla genericità delle parole. Cambiamento e fare da soli non bastano. Ottaviani avrebbe dovuto onestamente dire: sarò il sindaco dei cambiamenti a cazzo e del fare cazzate. Bisogna essere precisi diamine! Non basta fare e cambiare, bisognerebbe cambiare se serve,  e fare cose utili  per la città altrimenti è maglio diventare un sindaco immobilista. Immaginate un simile  discorso   per  la campagna elettorale: “Cari cittadini, se mi eleggerete vi prometto che non farò nulla. Meglio niente che far  danni.” Un sindaco così lo voterei subito.

Resoconto incontro rappresentanti Ministero Pubblica Amministrazione su decreti Madia

Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


Care/i,
come accennato, a seguito dell'azione effettuata ieri mattina presso il Ministero della Pubblica Amministrazione  , nel pomeriggio si è svolto l'incontro con il Capo Segreteria Tecnica e Organizzativa del Ministro Madia, Patrizio Caligiuri, e con il Capo di Gabinetto del Ministero, Bernardo Polverari.
In premessa ci è stato assicurato che a brevissimo il Ministro ci comunicherà la data in cui svolgere l'incontro direttamente con lei. In effetti, ciò sembra essere confermato anche dall'agenzia ANSA diffusa su sollecitazione del Ministero a conclusione dell'incontro (riportata di seguito). Per cui tra oggi e domani dovremo ricevere tale comunicazione.

Da parte nostra abbiamo illustrato la posizione fortemente critica e di denuncia rispetto ai contenuti del decreto sui servizi pubblici locali anche nel combinato disposto con quello sulle società partecipate, in quanto si viola esplicitamente l'esito referendario e la legge delega.

In particolare abbiamo segnalato i punti inseriti nella memoria (di seguito pubblicata ) che abbiamo consegnato sul testo unico sui servizi pubblici locali:
- il divieto di gestione tramite azienda speciale e in economia dei servizi a rete (lettera d), comma 1, art. 7);
- i vincoli imposti agli Enti Locali che effettuano la scelta di gestione tramite S.p.A. a totale capitale pubblico, ossia il dover produrre un provvedimento motivato che giustifichi il mancato ricorso al mercato (comma 3, art. 7);
- la possibilità di realizzare direttamente e senza gara tutti i lavori connessi alla gestione della rete e degli impianti solo nel caso in cui l’affidamento della gestione sia stato effettuato tramite gara (comma 2, art. 10);
- il fatto che i finanziamenti statali saranno “prioritariamente assegnati ai gestori selezionati tramite procedura di gara ad evidenza pubblica (..) ovvero che abbiano deliberato operazioni di aggregazione societaria” (comma 2, art. 33);
- reinserimento nel calcolo della tariffa del criterio relativo all' “adeguatezza della remunerazione del capitale investito” (lettera d), comma 1, art. 25).

Inoltre, abbiamo evidenziato il fatto che anche la possibilità di cedere la proprietà delle reti e degli impianti (comma 3, art. 9) contraddice l'esito referendario.

Tutto ciò risulta palesemente in contrasto con quanto sancito dalla la sentenza della Corte costituzionale di ammissibilità del 1° quesito "l’obiettiva ratio del quesito n. 1 va ravvisata, come sopra rilevato, nell’intento di escludere l’applicazione delle norme, contenute nell’art. 23-bis, che limitano, rispetto al diritto comunitario, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house di pressoché tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica (ivi compreso il servizio idrico)”.
Infatti, nei punti suddetti si ravvisa un’ingiustificata disparità tra gli affidamenti diretti e quelli mediante gara o a società mista.

In ultimo abbiamo sottolineato come l'impianto generale del provvedimento è "ben" sintetizzato nell'Analisi d'Impatto quando si sostiene che fra gli obiettivi a breve termine c'è “la riduzione della gestione pubblica ai soli casi di stretta necessità”, mentre sono obiettivi di lungo periodo “garantire la razionalizzazione delle modalità di gestione dei servizi pubblici locali, in un’ottica di rafforzamento del ruolo dei soggetti privati e “attuare i principi di economicità ed efficienza nella gestione dei servizi pubblici locali, anche al fine di valorizzare il principio della concorrenza.

E' emersa una grande difficoltà a giustificare tale lettura del decreto da parte dei rappresentanti del Ministero. Più volte hanno provato a sostenere che la nostra interpretazione era falsata e che l'intento del Ministro è assolutamente quello di rispettare l'esito del referendum.
Dopo oltre un'ora e mezza di discussione, messi alle strette e incalzati da parte nostra, hanno preso atto della necessità di svolgere alcuni approfondimenti su gran parte dei punti indicati, i quali saranno, quindi, argomento del confronto con il Ministro stesso.

In conclusione è apparsa evidente la loro difficoltà a difendere il decreto rispetto al referendum.
Laddove si dovesse confermare l'incontro con il Ministro dovremo essere bravi a gestire soprattutto la comunicazione, per cui chiediamo il contributo di tutt* anche sui social network, visto che l'impressione è che la Madia possa provare a utilizzare il confronto con noi per "sbandierare" le rassicurazioni sul rispetto del referendum e della volontà popolare, soprattutto in prossimità dei ballottaggi.

Non appena avremo conferme sarà nostra cura inoltrarle in lista.

Un saluto.
Paolo
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Madia incontrera' movimento Forum per l'acqua 

  - ROMA, 13 GIU - Il Forum dei movimenti per l'acqua verra' convocato a stretto giro dalla ministra della Pubblica Amministrazione, Marianna Madia. Sul tavolo le novita' introdotte dal decreto sui servizi pubblici locali, da poco arrivato alle camere per i pareri parlamentari. La ministra ha piu' volte sottolineato la volonta' di rispettare e anche condividere gli esiti del referendum sull'acqua. Inoltre il ministero ha sempre sostenuto che il decreto non si occupa di tariffe e in generale delle regole del settore idrico. (ANSA).  


Oggetto: schema di decreto legislativo recante “Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale”

 Con la presente il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, una rete di comitati, associazioni e organizzazioni sindacali, tra i promotori dei referendum del 12 e 13 giugno 2011, intende sottoporre alla sua attenzione le proprie valutazioni in merito allo schema di decreto legislativo di esercizio di una delle deleghe legislative di cui alla l. n. 124 del 2015 (c.d. Legge Madia) recante “Testo unico sui servizi pubblici locali di interesse economico generale”.

 In premessa, si ricorda che l’art. 19, comma 1, lettera c) della legge di delegazione stabilisce che l’individuazione della disciplina generale in materia di regolazione e organizzazione dei servizi di interesse economico generale di ambito locale deve tenere conto “dell’esito del referendum abrogativo del 12 e 13 giugno 2011”.

 A tal proposito appare opportuno richiamare quanto la Corte costituzionale ha sancito nella sentenza di ammissibilità del quesito referendario n. 149, “Modalità di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione” (sentenza n. 24/2011) in merito al quadro normativo risultante in caso di esito di successo del referendum: “(...) all’abrogazione dell’art. 23-bis,(...) conseguirebbe l’applicazione immediata nell’ordinamento italiano della normativa comunitaria (come si è visto, meno restrittiva rispetto a quella oggetto di referendum) ...” […] “appare evidente che l’obiettiva ratio del quesito n. 1 va ravvisata, come sopra rilevato, nell’intento di escludere l’applicazione delle norme, contenute nell’art. 23-bis, che limitano, rispetto al diritto comunitario, le ipotesi di affidamento diretto e, in particolare, quelle di gestione in house di pressoché tutti i servizi pubblici locali di rilevanza economica (ivi compreso il servizio idrico)”.

 Su questa base rileviamo come alcune disposizioni di suddetto decreto legislativo contraddicano l’esito referendario e, quindi, anche il principio stabilito nella legge-delega:


  •   il comma 1 dell’art. 7 definisce le opzioni tra cui l’ente competente può scegliere la modalità di gestione del servizio e, alla lettera d), prevede che la gestione in economia o mediante azienda speciale è possibile solo per i servizi non a rete. Ciò si pone in contraddizione con l’esito referendario, in quanto si limitano, rispetto a quanto dispone il diritto comunitario, le ipotesi di affidamento del servizio idrico ad un soggetto pubblico; 
  •   il comma 3, dell’art. 7 impone agli Enti Locali che scelgono l’affidamento “in house” o mediante azienda speciale di deliberare con provvedimento motivato, dando conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato e del fatto che tale scelta non sia più svantaggiosa per i cittadini, nonché dell’impossibilità di ·         procedere mediante suddivisione in lotti del servizio per favorire la concorrenza. Ciò crea, di fatto, una disparità tra gli affidamenti diretti e quelli mediante gara o a società mista;

·         il comma 2 dell’art. 10 prevede, solo nei casi in cui l’affidamento della gestione sia stato effettuato tramite gara ad evidenza pubblica, la possibilità di realizzare direttamente e senza gara d’appalto tutti i lavori connessi alla gestione della rete e degli impianti. Anche in questo caso si ravvisa, in violazione dell’esito referendario, un’ingiustificata disparità tra gli affidamenti diretti e quelli mediante gara o a società mista, cui si accompagna la violazione del principio di concorrenza, trasparenza e non discriminazione nella scelta del contraente privato;
·         il comma 2 dell’art. 33 sancisce che gli eventuali finanziamenti statali saranno “prioritariamente assegnati ai gestori selezionati tramite procedura di gara ad evidenza pubblica (..) ovvero che abbiano deliberato operazioni di aggregazione societaria. Anche in questo caso si disattende l’esito referendario e, privilegiando la gestione privata, si determina un’ingiustificata disparità di trattamento tra gli affidamenti diretti e quelli mediante gara o a società mista, che colpisce, in ultima istanza, gli utenti del servizio;
·         la lettera d), comma 1 dell’art. 25 prevede, quale criterio per la determinazione delle tariffe dei servizi, “l’adeguatezza della remunerazione del capitale investito”, così reintroducendo, addirittura con identica formulazione testuale, una clausola di legge che era stata abrogata con l’approvazione del quesito referendario n. 151 (“Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all’adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma”). Anche in questo caso risulta palese la contraddizione dell’esito della consultazione popolare. La disposizione viola, infatti, il divieto di ripristino della normativa abrogata dalla volontà popolare desumibile dall’art. 75 della Costituzione, secondo quanto già riconosciuto dalla giurisprudenza costituzionale (sent. n. 199 del 2012) e, di conseguenza, viola espressamente il principio e criterio direttivo fissato dall’art. 19, comma 1, lett. c), della legge di delegazione.

Appare, dunque, evidente come si definisca un impianto normativo che determina un disfavore nei confronti dell’affidamento a una società per azioni a totale capitale pubblico rispetto all’affidamento mediante gara o ad una società mista. Si detta, così, una nuova disciplina che, operando una drastica riduzione delle ipotesi di affidamenti diretti, risulta contraddistinta dalla medesima ratio di quella abrogata con il referendum del 2011, al di là di quanto prescritto dalla normativa comunitaria.
Conseguentemente, lo schema di  decreto in esame si pone in esplicita contraddizione con il principio stabilito dalla legge delega, determinando anche la violazione dell’art. 76 della Costituzione.

                                  
                                                                                 
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua


lunedì 13 giugno 2016

La vergognosa reazione di Hillary alla sparatoria di Orlando

John V. Walsh
13 giugno 2016

La dichiarazione di Hillary Clinton riguardante l’uccisione di massa a Orlando è per lo più una creazione della pietà vuota e sdolcinata per cui è nota l’intera classe politica americana, ma si conclude con un’affermazione rivelatrice.
Ha detto: “Questa è la sparatoria più letale nella storia degli Stati Uniti e ci ricorda ancora una volta che le armi di guerra non hanno posto nelle nostre strade.”
Ma quelle “armi di guerra” sono state usate nelle strade dell’Iraq e durante gli attacchi notturni contro la popolazione civile durante la guerra che Hillary ha sostenuto così ardentemente.
Riesce per lo meno a capire quello che dice? Dice che è una cosa atroce usare delle armi  di questo genere contro gli americani, ma non contro le persone con la pelle scura, contro i civili nelle loro case in Iraq e in tutto il Medio Oriente e il Nord Africa nelle guerre statunitensi di aggressione e di occupazione. Il fatto di  provare orrore per l’ uso di queste armi conto gli americani ma non contro gli arabi si qualifica come razzismo del genere più spregevole.
E che dire delle cause dell’atrocità avvenute a Orlando? Nel tentare di discutere la causa, Hillary parla della mancanza di controllo sulle armi e della discriminazione contro la comunità LGBT (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali). Si dimentica però di dire che l’ISIS ha rivendicato l’atrocità, elogiando uno dei suoi seguaci americani per avere compiuto quell’azione. L’ISIS è quindi responsabile e l’odio della America su cui prospera l’ISIS è responsabile.
Ma dove viene fuori l’ISIS? Non esisteva prima della guerra all’Iraq che Hillary e i suoi amici neoconservatori hanno “smerciato” così assiduamente dicendo bugie su bugie. La guerra in Iraq, la tattica del “dividere e conquistare” che gli invasori statunitensi hanno usato per  mettere  gli Sciiti contro i Sunniti per menomare la popolazione, sono i fatto che hanno dato origine all’ISIS. La guerra civile in Siria, un altro progetto favorito di Hillary, ha dato un’ulteriore occasione e impulso all’ISIS.
E Barack Obama invia un messaggio sostanzialmente uguale a quello della sua malvagia ex Segretaria di Stato. Il controllo sulle armi e i diritti di LGBT sono stati
al primo posto, ma nemmeno una parola sulla devastazione che l’Impero statunitense ha provocato in Medio Oriente e che ha causato la nascita dell’ISIS.
Non ci è stato concesso di trovare la parola “contraccolpo” nelle dichiarazioni di Hillary o di Obama.
Naturalmente le cose, sono però più profonde. Gli Stati Uniti hanno per lungo tempo appoggiato l’Arabia Saudita dove l’ideologia dell’ISIS è stata escogitata e promossa.
L’Arabia Saudita e le altre monarchie medievali del Golfo che hanno sostenuto così ardentemente l’ISIS sono state per lungo tempo appoggiate dagli Stati Uniti. Invece i  governi laici della regione come quelli di Gheddafi, di Hussein e ora di Assad, sono obiettivi per operazioni di cambiamento di regime,  per giunta,  brutali. Questi sono proprio i governi che hanno combattuto i fondamentalisti islamici, e gli Stati Uniti hanno attaccato ognuno di questi. Quanto è stato importante il contributo del governo degli Stati Uniti, o di alcune sue parti, nell’ascesa dell’Isis? E’ una domanda a cui è necessario dia una risposta un’indagine completa fatta dal Congresso, ma le possibilità sono nulle mentre Obama e Hillary e i loro amici sono in carica.
Infine, anche l’alleanza degli Stati Uniti con Israele e l’appoggio allo stato ebraico segregazionista nel suo lungo, lento genocidio di un’intera popolazione araba, cioè i palestinesi, provocano l’odio verso gli Stati Uniti. Hillary pensa che questo non abbia nulla a che fare con l’odio che l’ISIS esprime per gli Stati Uniti? Chiaramente pensa che  “ne valga il prezzo,” per citare un suo protetto. Quindi Hillary, nella sua riverenza per l’AIPAC e il resto della Lobby israeliana, si mette nelle prime file di coloro che hanno dato vita ad avvenimenti come quello di Orlando.
Le atrocità generano atrocità. O, come Andrew Kopkind, osservava in un altro contesto, il cielo era oscuro lo scorso fine settimana a Orlando quando tutti i nodi sono venuti al pettine.
Si può contattare il Professot John V. Walsh, MD, su john.endwar@gmail.com. Di solito non include il suo titolo accademico in un biografia così breve  ma in questo caso il saggi politico di cui sopra comprende qualcosa  sulla scienza.
Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

domenica 12 giugno 2016

14 giugno: solidarietà alla lotta degli operai, dei lavoratori e dei giovani di Francia, contro la repressione e la violenza poliziesca!

Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia


Non si ferma in Francia la lotta per il ritiro del progetto di legge El Khomri. Le manifestazioni degli operai, dei lavoratori, dei giovani, gli scioperi  e i blocchi si estendono e s’intensificano.
Il 14 giugno si terrà una manifestazione nazionale a Parigi. Sarà una dimostrazione dell’unità e della forza della classe operaia, del movimento sindacale, dei giovani, delle donne e degli uomini degli strati popolari colpiti dalle politiche del capitale.
Nelle scorse settimane gli operai hanno dato vita al blocco delle raffinerie, dei porti, delle centrali  nucleari.  Nuovi settori si sono inseriti nella lotta, nonostante lo stato d’emergenza prolungato e la dura repressione poliziesca. Numerosi sono i feriti, i bastonati, i “gasati” e gli arrestati nelle proteste. Lo Stato si rivela come un apparato di oppressione di classe, al servizio esclusivo della borghesia.
Il progetto di legge, voluto dal governo del “socialista” Hollande, scritto dai padroni con la complicità dei vertici del sindacato CFDT ed imposto con la violenza brutale della polizia, ha un obiettivo principale: tutto va negoziato a livello di fabbrica, nessuna contrattazione nazionale.
La  logica della legge El Khomri è la stessa del Jobs Act di Renzi:  eliminare tutti gli ostacoli e i limiti  che la  lotta  della classe operaia ha posto allo sfruttamento capitalistico della forza lavoro per massimizzare i profitti.
La legge  El Khomri  è una legge del capitale, di attacco frontale alla classe operaia e alle sue organizzazioni. E’ una  controriforma antidemocratica  e antisociale che apre ad altre controriforme. E’ la “legge di troppo” che ha scatenato la collera operaia e popolare contro la politica del governo Valls-Hollande, che segue la stessa politica neoliberista e guerrafondaia dei precedenti.
La  spina  dorsale  del movimento di lotta  contro  la legge El Khomri  è  il  movimento  operaio  e  sindacale, in particolare la base della CGT, sindacato  attraversato  da  una lotta interna, fra la linea di classe che esige il ritiro in blocco della legge e la posizione collaborazionista,  che vuole invece negoziarla. Il secondo asse portante della contestazione è il movimento dei giovani, duramente represso. Il terzo è la corrente popolare di sostegno e solidarietà.
Dentro le lotte odierne si osserva un’importante tendenza: quella della messa in discussione della società capitalistica in quanto tale, per un’alternativa di rottura profonda e radicale. E’ l’idea della rivoluzione socialista che torna di nuovo all’ordine del giorno come questione posta e da risolvere!
Martedì 14 giugno, in concomitanza con la grande giornata di mobilitazione in Francia si terranno diverse iniziative di solidarietà in diverse città del nostro paese. A Roma si manifesterà nel pomeriggio nei pressi dell’ambasciata francese.
Chiamiamo gli operai, i lavoratori, le organizzazioni operaie e popolari, le forze politiche e sindacali di classe a solidarizzare con la lotta dei lavoratori francesi e a partecipare alle manifestazioni.
Facciamolo con la convinzione che la miglior solidarietà con i lavoratori francesi è lottare per cacciare con le lotte e con una valanga di NO al referendum di ottobre il governo Renzi, esigere il ritiro del Jobs Act, la fine delle politiche di austerità e neoliberiste, rafforzare l’organizzazione di classe e aprire con la lotta la strada per un vero governo operaio!
Lavoriamo affinché il “contagio” francese si estenda in Italia e in Europa, sviluppiamo la resistenza contro l’offensiva del capitale, la reazione e la guerra! Operai avanzati organizziamoci in Partito!