venerdì 14 aprile 2017

Frosinone è ancora antifascista?

Luciano Granieri




Indignazione e sdegno trasudano  dai media locali per le dichiarazioni postate su Facebook  dell’esponente della canaglia fascista, candidato a sindaco di  Frosinone. Costui rivendica con forza il suo essere fascista. 

Non capisco le scandalizzate reazioni  delle anime belle a queste esternazioni.  Costoro si dichiarano fascisti del terzo millennio e il loro agire è spesso da squadristi. E’ dal 2010, cioè da quando questa feccia ha attecchito a Frosinone, che denunciamo la presenza inopportuna e incostituzionale degli eredi del puzzone.  

Nel febbraio di quell’anno organizzammo, come Aut  Frosinone  e Rete antifascista del basso Lazio, una manifestazione di protesta contro l’insediamento in città delle squadracce nere, facendo pressione sulle istituzioni (sindaco, prefetto e questore) affinchè, nel rispetto delle norme  di attuazione della XII disposizione transitoria e finale (comma primo) della Costituzione, fosse impedito a fascisti del terzo millennio di insozzare con la loro presenza le piazze della città. La nostra azione continuò anche dopo quella manifestazione, organizzammo incontri  pubblici  informativi per svelare la natura  pericolosa di quel movimento, ma nessuno venne in nostro aiuto.

 Fummo accusati di essere anti democratici, di evocare un fantasma storico ormai fuori moda. Ci fu detto che, in fondo,  questi giannizzeri non erano che dei bravi ragazzi con idee un po’ particolari, pervasi dalla stessa passione politica che animava noi, anche se di opposto segno. 

Fummo lasciati soli nella nostra lotta, e dal 2010 ad oggi la mala pianta fascista ha attecchito in  città. Dove erano allora  quelli che adesso  si lamentano per l’invasiva e abusiva affissione del novello aspirante  puzzone ciociaro?   Dove erano nel 2010 quelli che oggi invocano il rispetto della legge Scelba denunciando l’incostituzionale partecipazione di tale marmaglia alle elezioni  amministrative? Dov’erano gli amici dell’ANPI?  

Quella mobilitazione, comunque, qualcosa riuscì ad ottenere. L’approvazione da parte del consiglio comunale di allora, guidato dal sindaco Marini, di una delibera nella quale si ribadisce che Frosinone è antifascista e  non è consentito manifestare pubblicamente a movimenti i quali  esplicitamente si rifanno al fascismo.

 Ovviamente la  delibera non è stata mai applicata nè c’è stato prefetto o questore che abbiano fatto valere la legge. Ora è tardi.  Se  una  piaga fascista e razzista  sta contribuendo a rendere più squallida una campagna elettorale, che già dalle sue prime battute,  sembra essere misera,  è colpa del lassismo istituzionale locale  che ha addormentato la nostra città, da vent’anni a questa parte. Non resta che rassegnarsi oppure ribellarsi, seriamente però.

in video alcuni momenti della mobilitazione antifascista del 2010.

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