martedì 16 maggio 2017

Frosinone, elezioni comunali. Per la vittoria finale non c'è storia.

Luciano Granieri


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Riformisti, piddisti, pentastellisti,  macchinisti, fuochisti, civici di ogni ordine e grado, rassegnatevi. Anche in queste elezioni l’esagerato sindaco uscente vi asfalterà senza appello. 

E’  pura follia  osare  contrastare un candidato sostenuto dalla mano di Dio.  Come pensate, riformisti, tendisti, piddisti, pentastellisti,  di battere un primo cittadino  che  ha trasformato i debiti in carrettate di soldi, così come Gesù trasformò l’acqua in vino?  

E’ secondo voi solo minimamente ipotizzabile superare uno statista esagerato che,  in cinque anni di consilatura, non solo è riuscito a rigenerare  il malsano PM10 in aria salubre, ma a sanificare  l’intera Valle del Sacco? Lo ha certificato, senza tema di smentita, l’attuale ministra della salute Beatrice  Lorenzin nel corso di una corroborante   visita in quella che una volta era denominata la “Seveso del Sud”. 

Ma la lista dei miracoli non finisce qui. Un inutile progetto di parco, quello delle fontanelle, si è trasformato in lauto finanziamento per lo stadio, così come la struttura geodetica per l’UNITALSI si è dissolta nelle tribune della nuova Arena dei Leoni Giallazzurri.  

Alcuni  vecchietti cui il comune pagava parte della retta presso le case di riposo, finiranno i loro giorni abbarbicati sulla balaustra del ponte Bailey. Tanto ci pensa la mano di Dio a proteggere “lo moderno cavalcone militare”.  

Senza contare che il nostro ha dalla sua parte anche la matematica. L’imponente esercito di truppe cammellate, raccolto in nove liste, conta ben 281 legionari, compresi diversi mercenari soffiati alla concorrenza. Ogni ascaro, al soldo del latinista podestà, potrà contare, fra parenti, amici, e amici degli amici,  su un minimo di 30 voti per un totale che supererà abbondantemente gli ottomila consensi. Certo molti fra i 281 saranno degli utili idioti, buoni solo per portare acqua al mulino del sindaco uscente-entrante. 

Ma al condottiero azzeccagarbugli che non si può dire di no. Perché  sempre e comunque l’importante è esagerare.

  

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