Odg approvato dal Comitato politico nazionale, Roma 7 maggio
2017
L’ottimo risultato del compagno Melenchon e del movimento la
France Insumise nella campagna elettorale presidenziale francese ci parla
ancora una volta della possibilità per la sinistra antiliberista di diventare
il punto di riferimento per la costruzione dell’alternativa.
Il risultato di Melenchon contrasta plasticamente con la situazione
italiana in cui, a fronte di un protagonismo delle destre populiste e
tecnocratiche e ad una disastrosa situazione sociale, non è in campo una
proposta della sinistra di alternativa in grado di parlare al paese.
Addirittura in Italia, con l’iniziativa di Pisapia, si è riaperto un vetusto
dibattito sulla ricostruzione del centro sinistra, come se questo non fosse
all’origine della sconfitta delle classi popolari e della sinistra stessa e
come se non sia venuta proprio dal PD l’offensiva contro i diritti sociali, i
beni comuni e la stessa Costituzione nata dalla Resistenza.
Proprio il risultato francese, e tante altre esperienze
europee, dimostra che le posizioni di una sinistra radicale e in netta rottura
con classi dirigenti delegittimate possono conquistare consenso popolare, anzi
che solo una sinistra radicale può contrastare il diffondersi nei ceti popolari
della destra razzista e xenofoba che cresce proprio in conseguenza delle
politiche neoliberiste sostenute in Europa dai governi di centrodestra e
centrosinistra.
Se la drammaticità della situazione sociale pone la necessità
della costruzione della sinistra, il risultato francese ci parla della
possibilità di costruire – anche in Italia – una soggettività antiliberista,
antirazzista, democratica e ambientalista popolare e di massa che rilanci la
lotta per l’attuazione della Costituzione. Una sinistra che avanzi una proposta
al paese, una proposta radicalmente alternativa al complesso dei poli politici
presenti, dalle destre al centro sinistra, al movimento 5 stelle.
In Italia il tema non è quello di ricostruire il
centrosinistra ma di una sinistra alternativa rispetto al PD. Sarebbe un
gravissimo errore, con logiche politiciste e di sopravvivenza di ceto politico
che non ci appartengono più, rinunciare a un progetto
autonomo della sinistra antiliberista.
Rifondazione Comunista non è disponibile per proposte
politiche che perseguono l’alleanza col PD, prima o dopo le elezioni.
Lavoriamo da anni per l’unità della sinistra antiliberista e
dei movimenti. La sinistra che vogliamo è quella che si espressa negli ultimi
anni nei conflitti sociali, nelle lotte, nei movimenti per la democrazia, i
beni comuni, la giustizia sociale e la pace. Mai come oggi il ritardo in Italia
nell’avviare un processo come quello che abbiamo proposto per anni lascia un
vuoto che richiama alla responsabilità tutti coloro che in questi anni hanno
sostenuto la prospettiva di un’alternativa in Europa e in Italia, alle
politiche non solo di Renzi ma del complesso del Partito Socialista Europeo e
alle politiche dominanti nell’Unione Europea che hanno visto la condivisione di
liberali, socialisti e popolari.
Il CPN approva le indicazioni emerse dal dibattito e nelle
conclusioni del segretario su contenuti, profilo e interlocutori del progetto
unitario di una sinistra autonoma e antiliberista.
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