lunedì 6 novembre 2017

Avvio della campagna di mobilitazione per la ripubblicizzazione del servizio idrico

Comitato provinciale acqua pubblica Frosinone


Nelle prossime settimane sono previsti alcuni appuntamenti decisivi ai fini della possibilità di indirizzare la gestione del servizio idrico verso la ripubblicizzazione anche in provincia di Frosinone. 

Il 23 novembre il TAR Lazio (sede di Latina) prenderà in esame il ricorso di Acea Ato5 Spa alla risoluzione della convezione di gestione deliberata dall’Assemblea dei Sindaci dell’Ato 5. Riteniamo di non dover attendere inermi e silenti il pronunciamento del TAR ma di ribadire ancora una volta e difendere tutte le ragioni che ci hanno spinto fino ad oggi a contrastare l’operato del gestore.


La nostra attività ormai decennale di sportello pubblico per la raccolta delle segnalazioni dei disservizi e per il sostegno alla formulazione dei reclami dei cittadini alle fatture erronee e insostenibili, e resistere alle vessazioni del gestore contro chi è in contestazione, senza aver ricevuto mai risposte nel merito dei reclami presentati.

Altro appuntamento di rilievo è quello delle prossime elezioni regionali, al quale bisogna assolutamente arrivare con il completamento degli atti che diano piena attuazione alla Legge regionale n. 5/2014 sulla tutela, governo e gestione pubblica delle acque, per non rischiare di vedere vanificato tutto quanto effettuato finora a valle del Referendum del 2011.

La L.R. n. 5/2014 è stata presentata da comitati di cittadini e da Enti Locali ed è stata votata all’unanimità dal Consiglio regionale. Nessun altro passaggio concreto è stato effettuato successivamente per dare applicazione ai principi e alle novità introdotte dalla legge. Questo nonostante che, nel 2015, sia stata depositata una Proposta di legge regionale (n. 238/2015) che definiva gli aspetti chiave per garantirne l’attuazione. La Regione ha incaricato un consulente per la formulazione della norma attuativa indirizzata alla definizione dei nuovi Ambiti di Bacino Idrografico (in sostituzione degli attuali ATO) ma degli esiti di questa consulenza terminata a giugno scorso e pagata con soldi pubblici non si ha menzione. 

Per costringere il Presidente Zingaretti e la sua Giunta a dare seguito concretamente a questa Legge, che loro stessi e tutto il Consiglio hanno approvato, è necessario che tutti gli Enti locali facciano sentire la loro voce, se riconoscono anche loro fallimentare la gestione attuale e vogliono realmente cambiare pagina, cambiando le “regole del gioco”. Per questo abbiamo promosso la discussione nei Consigli comunali della proposta di mozione con all’oggetto “Impegno per l’attuazione della Legge regionale 4 aprile 2014, n. 5 Tutela, governo e gestione pubblica delle acque”. Boville Ernica l’ha già approvata, Ferentino l’ha presa in considerazione in maniera a noi ancora poco chiara, Frosinone la discuterà mercoledì p.v. e ci auguriamo che venga calendarizzata quanto prima anche dagli altri Comuni.

 Per giungere alla ripubblicizzazione della gestione dell’acqua è necessario anche che si analizzino tutte le opzioni possibili in termini fattibilità normativa, tecnica ed economica al fine di scegliere quella più efficace ed efficiente. Per questo abbiamo richiesto nei giorni scorsi alla Consulta d’Ambito di discutere quanto prima questa necessità e di inserirla anche nella prossima Conferenza dei Sindaci. E’ fondamentale che tutti i Sindaci (e i Consigli comunali che essi rappresentano) siano attivi e partecipi in questa operazione per non essere fuorviati da dicerie e pseudo-opinioni esperte che mirano a scoraggiarli per lasciare tutto così com’è. 

La sudditanza e l’ignoranza minano qualsiasi processo di rinnovamento di questo territorio. Un territorio che vede non solo nella gestione dell’acqua ma anche su altri fronti sociali e ambientali dei gravissimi ritardi nell’applicazione delle norme e dei modelli più virtuosi e delle altrettanto gravi inadempienze nei controlli e nelle repressioni degli illeciti.

 La gestione dell’acqua non può non legarsi con quella del reticolo idrografico del nostro territorio e in particolare del fiume Sacco, che attende da anni una bonifica e riqualificazione che permetta di riscattare il valore della Valle del Sacco. L’inquinamento di questo fiume ci richiama alla mente un modello industriale insostenibile che ha degradato il paesaggio, azzerato il valore agronomico e minato la qualità della vita degli abitanti. 

Questo modello non è ancora stato cacciato via dalla Valle, anzi continua ad essere riproposto continuamente come soluzione della gestione dei rifiuti, ignorando che ormai da decenni in altre parti del mondo non esiste più la parola rifiuto ma solo quella di risorsa, perché ogni materiale anche quello di scarto può avere un qualche valore in altri processi. Sotterrare o bruciare sono soluzioni apparentemente comode, veloci e risolutive, ma i fatti hanno dimostrato ampiamente che non è così e che anzi creano solo nuovi problemi ben più difficili da risolvere.

 Il recupero della qualità dell’ambiente, e in particolare delle acque con cui irrighiamo i campi o che beviamo, richiede un nuovo modello di gestione che le norme europee e nazionali già hanno definito. Ma nel Lazio non riescono ad essere applicate. Perché il nuovo Piano di tutela delle acque della regione Lazio adottato un anno fa non viene ancora approvato? E questo è un altro esempio che si lega a quello della mancata attuazione della Legge regionale n. 5/2014. 

Solo riprendendoci come comunità locali il controllo diretto dei servizi pubblici, delle risorse e dei territori possiamo sperare in un futuro migliore. 

La strada è già stata tracciata dai cittadini, le istituzioni pubbliche devono solo percorrerla. 

Gli appuntamenti già in calendario sono quelli del 18 Novembre a Colleferro in occasione della manifestazione “Rifiutiamoli” e del 20 Novembre per una assemblea pubblica finalizzata all’organizzazione di una manifestazione provinciale.

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