A cura di Luciano Granieri Todesfuge” (“Fuga di morte”),
Nero latte dell’alba lo beviamo la sera lo beviamo a mezzogiorno e al mattino lo beviamo di notte beviamo e beviamo scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete lo scrive ed esce dinanzi a casa e brillano le stelle e fischia ai suoi mastini fischia ai suoi ebrei fa scavare una tomba nella terra ci comanda ora suonate alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte ti beviamo al mattino e a mezzogiorno ti beviamo la sera beviamo e beviamo Nella casa abita un uomo che gioca con i serpenti che scrive che scrive all’imbrunire in Germania i tuoi capelli d’oro Margarete I tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba nell’aria là non si giace stretti
Lui grida vangate più a fondo il terreno e voi e voi cantate e suonate impugna il ferro alla cintura lo brandisce i suoi occhi sono azzurri spingete più a fondo le vanghe voi e voi continuate a suonare alla danza
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte ti beviamo a mezzogiorno e al mattino ti beviamo la sera beviamo e beviamo nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete i tuoi capelli di cenere Sulamith lui gioca con i serpenti Lui grida suonate più dolce la morte la morte è un maestro tedesco lui grida suonate più cupo i violini e salirete come fumo nell’aria e avrete una tomba nelle nubi là non si giace stretti
Nero latte dell’alba ti beviamo la notte ti beviamo a mezzogiorno la morte è un maestro tedesco ti beviamo la sera e la mattina e beviamo e beviamo la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro ti colpisce con palla di piombo ti colpisce preciso nella casa abita un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete aizza i suoi mastini contro di noi ci regala una tomba nell’aria gioca con i serpenti e sogna la morte è un maestro tedesco
i tuoi capelli d’oro Margarete i tuoi capelli di cenere Sulamith
Paul Celan (1920-1970), un ebreo che scelse di fare i conti con l’Olocausto componendo versi in lingua yiddish e in tedesco.
Theodor W. Adorno sosteneva l’impossibilità di fare poesia dopo Auschwitz. Con la sua lirica più celebre, “Todesfuge” (“Fuga di morte”), Celan aveva invece dimostrato non solo che era ancora possibile, ma che era anche necessario.
Iniziata nel 1945 e terminata Bucarest, durante la deportazione dei genitori nel lager di Michajolovka e lo sterminio degli ebrei della Bucovina, “Todesfuge” è un potente grido di dolore che si innalza nell’orrore infinito della realtà bestiale del campo di concentramento.
Siamo pronti con gli “Stati Generali del
Lavoro”, come ribadito nella conferenza stampa del 4 Gennaio presso
l’Amministrazione Provinciale, non vuole essere un’iniziativa elettorale. Non è
colpa nostra se il Governo del PD ha anticipato le Elezioni Politiche e
Regionali, infatti tale iniziativa era stata decisa e deliberata dal Congresso
Provinciale del Partito nel Febbraio 2017 , e prevista per questo periodo.
Quello di sabato sarà un primo appuntamento, pertanto, chiediamo con forza
all’ente Provincia di riconvocare le parti dopo le elezioni con la presenza di
tutti i nuovi eletti, al fine di provare a rilanciare un territorio in lento
declino. Rinnoviamo l’appuntamento a tutto il Territorio per il 27 Gennaio 2018
dalle ore 15 presso l’amministrazione provinciale,con l’intento di fare un
punto importante sul lavoro in provincia, coinvolgendo tutte le forze sociali
del settore e le rappresentanze dei lavoratori, con la speranza di produrre un
dibattito produttivo e foriero di buone proposte, il PRC-SE ci vuole provare!!!
Distinti Saluti Il Responsabile lavoro Prc –SE Il Segretario Provinciale PRC-SE
Giuseppe Di Pede Paolo Ceccano
Ore 15 - inizio Lavori Saluti: Luigi
Vacana – Presidente del Consiglio Provinciale Giovanni Morsillo – Presidente
ANPI Provincia di Frosinone Introduzione: Paolo Ceccano – Segretario Provinciale
PRC-SE Frosinone Giuseppe Di Pede – Responsabile Lavoro PRC-SE
Ore 15,30 :Dott.
Saverio Urcioli - Soprintendenza beni culturali Regione Lazio “i beni culturali
da visitare in provincia di Frosinone”
Ore 15,45: Intervento delle Rappresentanze
Sindacali delle industrie in crisi della provincia di Frosinone.
Ore 16,00 -
Inizio interventi dei relatori invitati a partecipare: Avvocatessa Carla
Corsetti “Lavoro e Costituzione” SLC CGIL Nazionale “Lavoro e occupazione
nell’industra cartaria in provincia di Frosinone ” Antonella Valeriani – Femca
CISL Frosinone “Lavoro e occupazione nell’industria tessile e chimico
farmaceutica in provincia di Frosinone” Gabriele Stamegna – Segretario Generale
Uil Frosinone “Lavoro e occupazione nella provincia di Frosinone” Dott.
Virginio De Blasis – Medico “ La Sanità in Provincia di Frosinone” Anselmo
Briganti _ Segretario Generale CGIL Frosione Latina “Lavoro ed occupazione in
provincia di Frosinone” Stefano Pollari – Segretario Generale USB Frosinone “
lavoro pubblico e privato in provincia di Frosinone” Angelo De Siena – RSA
Stabilimento FCA Cassino “ condizioni di lavoro presso lo stabilimento di FCA
di Cassino e nel suo indotto” Marina Navarra – Segreteria PRC-SE Frosinone, già
RSU USB Sanofi Aventis “Militanza politica e sindacale ai tempi del JOBS ACT e
della Fornero”. Lazzaro Pappagallo – Associazione Stampa Romana “situazione
occupazionale nell’informazione in provincia di Frosinone” Enrico Coppotelli –
Segretario Generale CISL Frosinone “Lavoro ed Occupazione in Provincia di
Frosinone” Daniele De Bartolo – Cobas Scuola Frosinone “La Scuola in provincia
di Frosinone” Enzo Valente – Segretario Generale UGL Frosione “Lavoro ed
occupazione in provincia di Frosinone” Loredana Di Folco – Avvocato del Lavoro
“Cause di lavoro e vertenza ai tempi del Jobs Act” Antonio Sanità – Dottore
Commercialista “l’importanza della formazione per ri-creare Lavoro” Romeo
Caruso – Vertenza Frusinate “ vertenza frusinate e la provincia di Frosinone”
Fabrizio Cristofari – Presidente Ordine dei Medici “Sanità in provincia di
Frosinone” Davide Rossi – CNA Frosinone “ artigianato e piccola impresa nel
territorio della provincia di Frosinone” Loris Benacquista – Imprenditore
settore Agricolo, già presidente Coldiretti Frosinone “L’impresa e
l’occupazione nel settore agricolo in provincia di Frosinone” Luisa Magnante –
Presidente Comitato Imprenditoria Femminile Frosinone “Donne e Lavoro in
Provincia di Frosinone” Guglielmo Maddè – Consigliere Comunale Esperia Bene
Comune, dirigente PRC-SE Federazione Frosinone “ Esperia bene Comune e le
proposte per il territorio.” Stefano Pizzutelli – Consigliere Comunale
Frosinone Bene Comune “Frosinone in comune e le proposte per il territorio”
Enrico Pittiglio – Presidente Anci Provincia di Frosinone “Ruolo dei comuni nel
periodo di crisi” Antonio Pompeo – Presidente della Provincia Frosinone
“Occupazione ed impresa in provincia di Frosinone, il ruolo cruciale dell’ente
provincia”
Ore 19,15 Conclusioni di MAURIZIO ACERBO – Segretario Nazionale PRC-SE
Federazione Provinciale di Frosinone
Il 2018 inizia con lotte importanti in vari Paesi. Per la sua importanza strategica, merita una segnalazione speciale la lotta di oltre 160 mila operai metalmeccanici in Germania, che è iniziata lo scorso 7 gennaio in Baviera e Renania (dove hanno sede importanti imprese metallurgiche, siderurgiche, dell'elettricità e dell'edilizia) e si è esteso a varie altre regioni del Paese.
Sono in mobilitazione lavoratori di Audi, Bmw, Porsche, Daimler, Bosch e molte altre aziende di automobili ed elettrodomestici come Siemens e Aeg. Lo sciopero è stato convocato dal sindacato più grande del Paese, la Ig Metall, che non indiceva uno sciopero dal 2003. Lo scenario in cui si inserisce questo sciopero è la crisi economica, politica e sociale che, senza essere arrivata al grado a cui è giunta in Grecia, Spagna o Portogallo, si è comunque anche qui aggravata, prodotto degli attacchi e delle politiche di tagli contro i lavoratori portate avanti durante gli ultimi governi della Merkel. Questa politica ha eroso i salari e il livello di vita della classe lavoratrice è precipitato. Per dare un'idea: mentre i profitti dei padroni dell'industria automobilistica ed elettrica sono aumentati del 11% nel 2014, del 9% nel 2015 e del 12% nel 2016, i salari nominali sono cresciuti del 2 o 3% annuale. Il sindacato Ig Metall chiede un aumento salariale del 6% per quest'anno per i circa 3,9 milioni di operai che rappresenta. I padroni, per parte loro, hanno respinto questa richiesta definendola eccessiva. Offrono un aumento salariale del 2% e un aumento una tantumdi 200 euro durante il primo trimestre. Questo scontro di classe è centrale, data l'importanza strategica del settore operaio industriale, specialmente metalmeccanico, che è l'elemento chiave nella economia e nelle esportazioni tedesche. L'intransigenza padronale alimenta la possibilità di una radicalizzazione operaia. Secondo il dirigente della Ig Metall, Jorg Hofmann, "la massiccia partecipazione in questi primi scioperi su scala federale è una dimostrazione di come i lavoratori hanno accolto la controproposta padronale: inaccettabile." Il sindacato ha anche annunciato l'estensione del movimento nei prossimi giorni. Così che potrebbe porsi la prospettiva di uno sciopero prolungato, come avvenne nel 1984, quando dopo sette settimane di sciopero gli operai ottennero la riduzione della giornata da 40 a 35 ore settimanali senza riduzione del salario.
Settimana lavorativa di 28 ore
Oltre alla rivendicazione salariale, la Ig Metall ha lanciato la campagna "la mia vita, il mio tempo", che consiste nel permettere l'opzione di ridurre la settimana lavorativa da 35 a 28 ore per un tempo di due anni. La proposta è rivolta ai lavoratori turnisti, ai padri con figli fino a 14 anni e a coloro che hanno parenti da curare. La settimana di 28 ore è una proposta che significherebbe un avanzamento per la classe operaia. E' rifiutata dai padroni perché aprirebbe un precedente importante per una possibile lotta più ampia che cerchi di generalizzare la modalità per tutti. Però la proposta dei dirigenti sindacali ha grossi limiti. Il problema è che la Ig Metall la propone solo per un settore e, inoltre, con riduzione del salario. Questo è pericoloso perché apre la porta alla legalizzazione di tagli salariali, alla imposizione di straordinari o aumento della "flessibilità", cioè una soluzione che i padroni non scartano del tutto, nel caso si vedessero obbligati a cedere. Per questo è fondamentale che i lavoratori e la base del sindacato possano discutere a fondo il problema per superare la proposta della loro direzione sindacale, riprendendo la tradizione del 1984 e alzando la bandiera della settimana di 28 ore senza riduzione salariale. In ogni caso, l'entrata in scena di centinaia di migliaia di metalmeccanici tedeschi è un fatto di enorme importanza politica. Il forte sciopero metallurgico ha fatto irruzione nella scena tedesca ed europea, e il suo esempio può diffondersi. Stiamo infatti parlando del fatto che nella principale economia del continente il più grande proletariato industriale è ora in movimento.
“Dopo Auschwitz non è
più possibile la poesia” questa frase fu scritta dal filosofo tedesco di origine ebraica Theodor W. Adorno nel 1949,
poco dopo il suo ritorno in Germania dall’esilio americano. Egli precisò meglio
il senso della frase sostenendo che: “La critica
della cultura si trova dinanzi all’ultimo stadio della dialettica di cultura e
barbarie. Scrivere una poesia dopo Auschwitz è barbaro e ciò avvelena anche la
consapevolezza del perché è diventato impossibile scrivere oggi poesie” Molti considerarono queste esternazioni come
la resa degli intellettuali del tempo,
sconfitti dal nazismo e dalla cultura di
massa entro la quale questo si era generato. Su questa posizione
così perentoria lo stesso filosofo ritornò nel 1966, ammettendo di aver
esagerato.
Leggendo le parole di Adorno, non posso fare a
meno di riconsiderare oggi la dialettica cultura-barbarie con un focus particolare
sulla cultura di massa. Dal dopoguerra, in particolare dalla ratifica della
Costituzione, si avviò faticosamente un processo finalizzato al rispetto dei principi di eguaglianza.
Attraverso un percorso accidentato, disseminato di ostacoli ,fermate improvvise,
si era arrivati, alla fine degli anni ’70, ad una evoluzione culturale delle masse orientata verso una democrazia, magari incompleta , ma comunque
consolidata. Basata sulla parità di accesso a quei diritti inviolabili necessari
al pieno sviluppo della persona umana.
A questa evoluzione, oltre all’impegno delle
istituzioni scolastiche pubbliche e degli intellettuali, contribuirono anche i partiti, o almeno certi partiti, allora strumento reale e funzionale alla partecipazione dei cittadini alla vita
politica del Paese. Uno dei massimi
risultati di questo percorso fu l’ottenimento
da parte dei lavoratori di 150 ore retribuite , non solo per seguire corsi di
formazione legati all’occupazione, ma anche
per istruirsi e ottenere quei titoli di studio che non avevano
potuto conseguire prima di accedere al lavoro in fabbrica. Corsi di inglese,
italiano, storia, cineforum ed altre attività culturali erano compresi in questo tempo retribuito.
Come si vede, bene o male, le intere dinamiche sociali erano indirizzate
alla promozione culturale delle masse. Poi, al principio degli anni ’80 del
secolo scorso, tutti gli attori in campo ,
a cominciare dagli intellettuali , abdicarono ad un pensiero unico , all’ineluttabile
egemonia culturale del mercato. Non più solidarietà, ma individualismo, non più
condivisione ma prevaricazione. Si è
avviato un progressivo ma inesorabile
degrado culturale delle masse che, intaccando il principio di eguaglianza, ha
determinato il disfacimento di quell’embrione di democrazia che pure aveva iniziato a vivere nella nostra
società.
Oggi ci troviamo di fronte al
trionfo della diseguaglianza, per cui l’1% della popolazione mondiale possiede
il 90% delle ricchezze globali, lasciando al restante 99% una degradante lotta
per la sopravvivenza. In particolare il rapporto Oxfam rivela che in Italia una
èlite del 20% possiede il 66% della ricchezza
nazionale e il 60% dei più poveri è costretto a spartirsi il 14,8% delle
risorse rimanenti. Un fenomeno del
genere, ormai consolidato ,sta trasformando la comunità. Non più entità composta da cittadini consapevoli, solidali e
attenti alla difesa dei propri diritti, ma un agglomerato
, dove pochi padroni hanno asservito ai
loro capricci una moltitudine (massa?) di schiavi e, fra
questi, alcuni sfogano la rabbia per la loro vita servile contro altri derelitti
come loro. Risentimento, violenza, indifferenza, schiavismo, questi sono
gli elementi che contraddistinguono culturalmente
le masse di oggi.
Si è tornati cioè al predominio della barbarie sulla cultura.
Quello scenario che indusse
Adorno, nel 1949, ad affermare che dopo le barbarie di Auschwitz non era più possibile la poesia. Invece la poesia è necessaria, come ogni forma
d’arte, perché è diffusione di passione di sentimento, di creatività, di ideali, di solidarietà, tutto quanto serve cioè a prendere coscienza di come sia importante l’essere e non l’avere. Ma i poeti ,si sa,
sono pericolosi e allora è meglio zittirli con nuove diffuse e sotterranee
Auschwitz. C’è qualcuno disposto a spendersi
per la libera espressione della poesia, della musica, della pittura,
del teatro, affinchè queste non
soccombano alla barbarie di nuovi olocausti liberisti?
Se ci sono persone disposte a combattere questa
battaglia è bene che si sveglino comincino a lottare. Diamoci da fare perchè è già troppo tardi.
Il
Coordinamento per la Democrazia costituzionale invita i suoi soci e i cittadini
italiani tutti a partecipare il 25 gennaio p.v. alle pubbliche iniziative che
si terranno in tutta Italia - e in particolare a Roma - per ricordare, nel
giorno del suo rapimento, il giovane studioso Giulio Regeni, rapito, orrendamente
torturato e assassinato due anni fa.
Il Coordinamento per la Democrazia
costituzionale invita i suoi soci e i cittadini italiani tutti a insistere
perché il Governo egiziano finalmente operi fattivamente per accertare le
responsabilità individuali della sparizione, della tortura e dell’uccisione
di Giulio. Solo grazie alla fattiva cooperazione del Governo e della Magistratura
egiziani con il Governo e la Magistratura italiani può allontanare i sospetti
di complicità nella responsabilità dell’assassinio. Nessuna ragion di Stato,
nessuna connivenza diplomatica può giustificare rapimenti, torture e assassinii
di chicchessia.
Il calendario delle iniziative del 25
gennaio si trova sul sito di Amnesty.it,
2annisenzagiulio. Il Coordinamento per la Democrazia costituzionale invita
i suoi soci e i cittadini romani ad essere presenti a Piazza Montecitorio
giovedì 25 gennaio alle ore 18,45 per partecipare alla fiaccolata che partirà da
piazza Montecitorio alle 19,15.
Legge elettorale. Alfiero
Grandi (Coordinamento democrazia costituzionale): il nuovo Senato potrà subito
cambiarla. Presentata una proposta di iniziativa popolare. Agli elettori: non
votate i partiti che l’hanno voluta. Il silenzio dei media
Silenzio dei media sulla iniziativa presa
dal Coordinamento democrazia costituzionale che ha presentato qualche giorno fa
una proposta di legge di iniziativa popolare per cambiare, subito, appena
saranno elette le nuove Camere, la pessima legge elettorale con cui i cittadini
il 4 marzo sono chiamati al voto. Non disturbate il manovratore, questa sembra
essere la linea dei giornali, delle televisioni, Rai in testa. Anche se i
giudizi sul Rosatellum sono, nella stragrande maggioranza, negativi,
praticamente solo l’autore, il capogruppo del Pd alla Camera, ovviamente, ne è
entusiasta, ormai gli scriba si occupano solo di liste, accorpamenti, cespugli,
alleanze innaturali. Addirittura si ignora, e se lo si sa si nasconde, che nel
nuovo regolamento del Senato, quello che verrà eletto a marzo, è previsto che le proposte di legge di iniziativa popolare devono essere discusse entro tre mesi
dalla presentazione. Da qui la presentazione della proposta in Cassazione e di
seguito partirà la raccolta delle firme mentre procede la campagna elettorale.
Alfiero Grandi, vicepresidente del Comitato per la democrazia costituzionale
con l’articolo che di seguito riportiamo ricostruisce il retroscena che ha
portato alla approvazione della pessima legge e apre la campagna per cambiarla
in tempi rapidi.
Alfiero Grandi: di male in peggio. Dal
famigerato “porcellum” al pessimo “rosatellum”
In questa campagna
elettorale le promesse si sprecano. Noi tenteremo di inserire alcuni problemi
di grande valore, che potrebbero introdurre rilevanti novità in campagna
elettorale e ancor più nella prossima legislatura. Anzitutto una proposta di
modifica della legge elettorale. Per approvare la legge con cui, purtroppo,
voteremo il 4 marzo, il governo Gentiloni ha messo ben otto volte la fiducia.
Eppure si era presentato alle Camere per la fiducia promettendo che della legge
elettorale si sarebbe occupato il parlamento, mentre il governo non avrebbe
forzato la mano. È accaduto esattamente il contrario. I parlamentari di fronte
al voto di fiducia potevano solo dire Si o No, cioè non hanno potuto entrare
nel merito, né proporre modifiche alla legge concordata tra i vertici di Pd,
Lega, Forza Italia, per citare i maggiori, con l’appoggio di Verdini e c. al
Senato.
Purtroppo l’ex
parlamento era stato eletto con il famigerato “porcellum”, cioè tutti nominati
di fatto dall’alto, dai capi partito. Per questo la maggioranza dei
parlamentari è stata obbediente agli ordini. Gli elettori non hanno potuto
scegliere per la terza legislatura di fila i loro rappresentanti. È così dal
2006 e ogni legislatura, purtroppo, è stata peggiore di quella precedente. Per
questo la maggioranza del parlamento non ha nemmeno provato a disobbedire agli
ordini dei capi partito e ha approvato la nuova legge elettorale (rosatellum)
pena la non rielezione. Come scriveva Manzoni chi non ha coraggio non se lo può
dare.
Del resto è un
parlamento eletto con una legge dichiarata incostituzionale, delegittimato che
non ha esitato a tentare di deformare la Costituzione, iniziativa, per fortuna,
bocciata dal referendum del 4 dicembre 2016. L’ex parlamento accettando
l’imposizione dei capipartito ci ha “regalato” una pessima legge elettorale che
rischia di perpetuare il meccanismo perverso che vede i rappresentanti degli
elettori e delle elettrici non essere scelti da quelli che dovrebbero
rappresentare, cioè i cittadini. Una contraddizione formidabile, che allarga
ancora il fossato tra i cittadini e i loro rappresentanti. Così si nuoce alla
democrazia rappresentativa che è l’essenza della nostra Costituzione.
Si seleziona dall’alto una classe
dirigente fedele e obbediente ai capi partito
Il timore di far
decidere ai cittadini è tale che si preferisce selezionare dall’alto una classe
dirigente fedele ed obbediente ai capi partito, ma questo mina la qualità della
nostra democrazia, di cui è presidio la Costituzione, che non a caso si voleva
cambiare. La speranza di chi ha compiuto questa forzatura è che ci si rassegni
al fatto compiuto. Noi non ci rassegneremo a questa legge elettorale e finché
avremo voce e forza cercheremo di convincere che è indispensabile cambiarla per
il bene della nostra democrazia. Ricorderemo anzitutto che ci sono precise
responsabilità: ci sono partiti che hanno voluto questa legge e ci sono
senatori e deputati che l’hanno votata. È bene ricordarlo agli elettori, perché
il 4 marzo hanno la possibilità di dare un giudizio, di esprimere la loro
critica più forte non votandoli. Astenersi disgustati sarebbe un errore, meglio
votare contro i responsabili.
Il coordinamento per la
democrazia costituzionale ha deciso di presentare una proposta di legge di
iniziativa popolare per cambiare il sistema elettorale in vigore e inizieremo a
raccogliere le firme già durante la campagna elettorale e poi proseguiremo,
ponendoci l’obiettivo di presentare la proposta al Senato, il cui nuovo
regolamento prevede che entro tre mesi le proposte di legge di iniziativa
popolare vengano esaminate. In altre parole vogliamo riaprire la discussione
prima possibile. Avrete notato che sono sempre meno quelli che difendono questa
legge, i pentiti aumentano, anche perché tra chi l’ha voluta qualcuno inizia a
capire che favorisce altri, in altre parole hanno creato un mostro che gli si
rivolta contro. Ci vuole tempo e pazienza ma è possibile riaprire la partita,
con l’obiettivo di ottenere una nuova legge elettorale in cui i cittadini
possano finalmente scegliere i loro rappresentanti.
- che l'1% della popolazione mondiale possiede il 99% di tutta la ricchezza esistente e Berlusconi e' tra loro;
- ma essi non si accontentano vogliono molto di piu' togliendo ai più poveri... così nell'ultimo anno l' 82 % della ricchezza netta e' andato nelle tasche dei ricchi Paperoni;
- mentre alla metà più povera del pianeta circa 3,7 miliardi di persone non solo non e' andato niente ma gli hanno tolto ulteriore stato sociale, servizi, diritti, impoverendoli ulteriormente;
- in Italia il 20% degli italiani detiene il 66% di tutta la ricchezza esistente ed il 60% più povero si sparisce le briciole del 14,8% della ricchezza nazionale e c'e' 1% di italiani tra cui Berlusconi che supera di 240 volte il 20% degli italiani ( circa 10 milioni di persone);
- MA BERLUSCONI su La 7 da Massimo Giletti, NON E' CONTENTO VUOLE DI PIU PER SE.... quindi propone la "Flat Tax (tassa forfettaria) un sistema fiscale non progressivo, ha detto che lui al governo ridurrà le tasse a tutti al 23%... e così non pagherà più progressivamente fino al 70% come gli tocca pagare oggi ...ma solo il 23%... e così lui guadagnerà fior di miliardi Naturalmente sostiene che in questo modo nessuno evaderà il fisco (sic) e ci guadagneranno i poveri ( doppio sic) ma c'e' chi gli crede tra i poveri ????
-purtroppo si....I SONDAGGI ELETTORALI dicono che la destra potrebbe prendere il 36% (Salvini della Lega pur di fare il premier sarebbe disposto a ridurre le tasse su gli utili al 15%)...; IL M5S viene dato al 28%, il PD al 24%, LeU al 6% "Potere a Popolo" 1% (sic) ...
Ma su La7 hanno applaudito Berlusconi... e Giletti gli ha "leccato il culo" guardandosi bene dal ricordagli che un sistema fiscale senza progressività sarebbe incostituzionale
2) LE DONNE RAPINATE
- da una indagine condotta dall'ONU emerge che il piu' grande furto della Storia commesso in tutti i Paesi del Mondo , e' contro le donne che in media hanno salari e pensioni ridotte del 23% rispetto agli uomini, in Italia , a seguito delle grandi lotte fatte negli anni 70, si e' ridotti al 5,5%.
- una rapina aggravata e continuata , infatti secondo Anuradha Seth, consiglierà economica per lo sviluppo delle Nazioni Unite, per portare i salari alla parità con gli uomini ci vorranno almeno 70 anni.
- inoltre, questo sfruttamento odioso,è aggravato anche dal fatto che le donne occupate sono circa il 50% contro il 76% degli uomini;
- ATTENZIONE "PADRONI" ! le donne discriminate ... si stanno svegliando a partire dagli USA, dove a centinaia di migliaia scendono in piazza contro Trump e le sue politiche razziste, xenofobe, discriminatorie !!!
IN ITALIA UNA VOLTA SI DICEVA PAGHERETE CARO PAGHERETE TUTTO !! E IL MONDO GIRA....
21 Gennaio 1921: nasceva a Livorno il Partito Comunista d'Italia
Novantasette anni fa la parte più avanzata e cosciente della classe operaia del nostro paese si separò dagli opportunisti e fondò a Livorno il Partito Comunista d'Italia (PCdI).
Fu una decisione di portata storica, che dette al proletariato del nostro paese il suo partito rivoluzionario, fondato sulle basi ideologiche e organizzative stabilite dalla Internazionale Comunista.
Oggi, dopo l'affossamento di quel partito da parte del moderno revisionismo, del togliattiano cosiddetto “partito nuovo” e della sua fallimentare “via pacifica e parlamentare al socialismo”, il problema della formazione delpartito di avanguardia della classe operaia è di nuovo all'ordine del giorno.
Le ragioni che portarono alla costituzione del PCdI nel 1921 sono più valide e attuali che mai! L’aggravamento della crisi generale del capitalismo, la feroce offensiva borghese e la reazione dilagante devono spingere tutti i sinceri comunisti, gli operai d’avanguardia, le donne proletarie, i giovani rivoluzionari a moltiplicare gli sforzi per la costruzione del Partito comunista senza il quale non si può avere nessuna prospettiva di abbattimento del barbaro sistema capitalistico.
Chiaramente il Partito non nasce per decreto. Oggi nemmeno può scaturire da una scissione, come avvenne per il PCdI nel 1921. E’ invece il frutto di un processo di unità che si forgia nel corso della lotta, nelle dure battaglie contro il nemico di classe e i suoi complici, contro le concezioni e le abitudini borghesi e piccolo borghesi.
Per preparare la formazione del Partito di tipo leninista è necessario amalgamare e coordinare i comunisti e gli operai d’avanguardia in una sola organizzazione politica indipendente e rivoluzionaria del proletariato, con un chiaro programma socialista, che sia l’embrione di un autentico Partito comunista.
Il passaggio dal frazionamento e dalla confusione ideologica esistente alla formazione del reparto di avanguardia del proletariato, può avvenire solo costruendo un’organizzazione che ne prepari le condizioni politiche, organizzative, programmatiche, stringendo legami sempre più stretti con la classe operaia attraverso la propaganda e l’agitazione politica.
U n ’ o r g a n i z z a z i o n e centralizzata, guidata dalla teoria e dalla pratica del movimento di emancipazione del proletariato, il marxismo-leninismo, che faccia propri i principi dell’internazionalismo proletario, riunisca la parte migliore del proletariato e lavori quotidianamente per unire il socialismo scientifico al movimento operaio: questo è il compito urgente che abbiamo di fronte!
Assicuriamo una dinamica concreta alla riorganizzazione politica del proletariato stringendo i nostri contatti, confrontandoci seriamente e cooperando praticamente!
Gennaio 2018
Piattaforma Comunista – per il Partito Comunista del Proletariato d’Italia
Un ricordo di Robert Hecht della Kansas City di Chiarlie
Parker
traduzione di Luciano Granieri
La notte in cui incrociai realmente lo sfavillante genio di Charlie Parker stavo
nell’appartamento della mia fidanzata nel Lower East Side. L’anno era il 1961. Avevo
diciannove anni lei era molto più anziana e molto più hipster di me, mi aveva non solo introdotto alla grande
musica , ma anche insegnato ad
apprezzare il meglio dell'arte in assoluto. Possedeva i dischi di jazz più importanti,
compreso quello che stava sul piatto del giradischi quella notte. Era The Fabulous
Bird per l’etichetta Jazztone.
Conteneva le riedizione
di alcune fenomenali sessioni di Parker incise per la Dial nel 1947.
Aveva una stereo veramente a “bassa fedeltà”
. Ricordo ancora il vinile ,il giradischi aveva la manopola dei toni avvolta dallo scotch per
mantenerla ferma nel suo alloggiamento. Ma l’alta fedeltà non era un problema,
in parte almeno, perché quella sera avevo appena fumato uno striminzito bastoncino di the grande come la
metropolitana di New York .
Sebbene fossi un amante del jazz fin dall’età di 10 anni e
avessi ascoltato Bird da tempo,
riconoscendo sicuramente la sua grandezza , non ero mai riuscito ad apprezzarlo completamente. Non mi aveva mai impressionato granchè . Ma quella sera, quando suonò “Out of
Nowhere”tutto cambiò. Sul tema principale dello straordinario standard di
Johnny Green, Bird sviluppò un incredibile melodia , con una serie di figure ripetute che
semplicemente mi misero al tappeto, e ancora oggi mi provocano
la stessa sensazione . La sua maestria emerse così chiaramente e profondamente, con l’incredibile invenzione melodica, la perfetta architettura musicale del suo
assolo, il roccioso e solido senso dello swing e del ritmo, la profonda,
profonda passione della sua esecuzione , il sound delicato e crudo allo stesso tempo, e i virtuosismi
...... Dio mio i virtuosismi!, Rimasi
pietrificato, completamente in balia di quel suono. Ancora e ancora sollevai
il braccio del giradischi lo
riposizionai più volte all’inizio del
brano per perdermi nella meraviglia della sua esecuzione . Da quella notte in
poi, Bird fu un assoluto defintivo per me , ancora lo è, e lo sarà per le decadi a
venire. Dopo la sua morte, i jazz fans
scrissero “Bird vive” sui muri
dei sotto passaggi, dei palazzi di New York e di tutte le altre città pazze per il
jazz (Io stesso l’ho fatto sul cemento fresco di un marciapiede a Palo Alto in
California). In verità, la sua musica vive come un solido pilastro, qualcuno è anche arrivato ad affermare: un solido
della musica del ventesimo secolo.
Ma passiamo ad
un’altra notte, una notte di diciotto anni più tardi ,a Kansas City, un notte calda e molto umida di fine agosto. Kansas City era
la città natale di Bird, il posto dove aveva
fatto esperienza per diventare padrone di se stesso.
Era tardi stavo
in attesa fuori nel buio
davanti alla sala del sindacato musicisti, il Local 627, una pietra
miliare dei posti per fare musica di Kansas City. Fu qui che per la prima
volta, “Il Presidente" (Lester Young ndt)
incontrò il “Conte” (Count Basie ndt)
“Perché siete voluti a andare in quel buco” chiese il nostro vecchio tassista
nero. “Non c’è niente altro che una manica di fottuti demoni drogati li dentro”
Ma li c’era la storia. Il Local 627 fu una delle prime più importanti sedi del sindacato musicisti
Afroamericani. Fu qui che per la prima volta “Il Presidente” incontrò il
“Conte”, dove il giovane Bird si fermava ,dove molti altri grandi musicisti si fermavano nel loro viaggio attraverso Kansas City. La
sede del sindacato era un vecchio stabile di mattoni, ma anche nel buio avrei
potuto distinguere le grandi note musicali dipinte di rosa sulla facciata. Ci
era giunta notizia che ancora si organizzavano
jam session occasionali che duravano tutta la notte in quel vecchio sacrario.
Eravamo alla disperata ricerca di in po’ di vero jazz durante la nostra breve visita alla città,
sperando di trovarlo entro il paio di giorni in cui durava il nostro soggiorno dopo essere giunti dalla California. Ma le mie irrefrenabili voglie non riuscivano a trovare soddisfazione provavo la stessa sensazione di uno in procinto di essere ingoiato dalla notte di Kansas City.
Stavo nel cuore dei bassifondi di Kansas City, la verità era che avevo intuito di
essere molto piccolo e molto bianco per rimanere li fermo in quel buio
pesto.
Un frammento di luce filtrò attraverso una crepa di una
porta e immaginai che li dentro ci fosse una festa privata a cui nessuno
avrebbe potuto accedervi se non attraverso una parola d’ordine o un segnale
segreto convenuto. Rimasi a pensare per un secondo. Mi sembrò di sentire una
fragorosa risata , un odore di erba scadente mi investì (o credo fosse qualcosa
di simile annusando da fuori), bussai per un po’ ma nessuno rispose per cui mi
avviai di nuovo verso il nostro taxi in attesa.
“
Nessuna fortuna” dissi al mio amico Michael non appena
scivolai nel sedile posteriore.” Credo che non sia destino per noi ascoltare il vero jazz di Kansas City in questo viaggio”. All’inizio della serata avevamo stacciato la città in cerca di buon jazz, dopo aver sofferto attraverso
alcuni infimi piano bar, avevamo abbandonato l’impresa, e io stavo prendendo atto di una beffarda realtà: quella notte, in una delle principali città del jazz non era dato di ascoltare buona musica. Pensare di far riferimento alla vecchia sala del
sindacato musicisti. Come apparve evidente
si rivelò un fiasco.
Eravamo Kansas City per un convegno d'affari ma nelle ore
libere volevamo tentare di cogliere qualcosa della vera essenza del posto e
della sua valenza storica nel jazz. ( Ancora il meraviglioso museo del jazz non
era stato edificato e nemmeno la straordinaria statua di Bird ere stata
eretta).
Il nostro tassista, però ci salvò la serata regalandoci un
giro in un area compresa fra la 12° strada (quella del 12° Street
Rag di Basie) e la 18° strada. Era il quartiere dove al culmine di quella era jazzistica contraddistinta dalla corruzione, esistevano un sostanzioso numero di localini jazz e
blues. Il nostro tassista sapeva dove si trovavano molti dei vecchi club e sale da
ballo, anche se immaginava non rimanessero molte tracce della loro presenza.
Giro l’angolo e si diresse presso un parcheggio vuoto fra la
diciottesima e Highland. “Proprio qui doveva esserci il Sunset Club”. Erbacce folte coprivano i resti di vecchi
muri. Muri che una volta assorbivano il sound delle classiche jam session. Lester
Young, Ben Webster, Herschel Evans,
Coleman Hawkins. Charlie Parker avevano suonato
qui, chorus dopo chorus, in modo
sublime fino al mattino. Durante i suoi anni d’oro Kansas City divenne famosa
per alcune delle più leggendarie e lunghe jam session della storia del jazz.
Continuò a guidare
sorpassammo la congiunzione fra la diciottesima e Vine, dove adesso non
c’è nulla se non un segnale stradale e il ricordo di Big Joe Turner mentre
cantava il suo Piney Brown blues.
“Yes I dreamed last night I was standing at
the corner of 18th and Vine,
I shook hands with Piney Brown and I could
hardly keep for cryin”
(Si la scorsa note ho sognato che stavo all’angolo fra la
diciottesima e Vine, stringevo le mani di
Piney Brown e non avrei potuto trattenere le lacrime ndt)
Quindi tornammo indietro oltre la
dodicesima strada notammo uno
spazio buio e deserto dove una volta
doveva esserci il
Reno Club. Qui ,secondo quanto riferisce la leggenda, Charlie Parker,
non ancora musicalmente integrato, fu messo in ridicolo per i suoi incerti tentativi
di suonare il suo strumento . Fu umiliato, costretto a lasciare il club e
la città. Così disse al suo amico Gene
Ramey :”Non preoccuparti, tornerò,
sistemerò io questa gente. Tutti ridono di me oggi, ma aspetta vedrai” Dopo alcuni duri rovesci Bird
sistemò veramente quella gente, e tutta
quella gente in tutti gli strumenti del jazz rinnovò radicalmente la
forma di quell’arte.
Così finì la nostra esplorazione di quegli storici luoghi.
Ma il mattino dopo, siccome eravamo determinati
a trovare alcune tracce del nostro idolo musicale, decidemmo di lasciare definitivamente il convegno d’affari per continuare ad
esplorare la città in cerca di qualche testimonianza che in qualche modo
rendesse omaggio a Bird. Cercando sull'elenco telefonico (in quel periodo
internet non c’era – ve li ricordate gli elenchi telefonici?) scorsi i
nominativi alla ricerca della Fondazione
per la Memoria di Charlie Parker. Chiamai ed appresi che era una scuola
d’arte per i bambini provenienti dal
ghetto . La persona che mi rispose disse che saremmo stati i benvenuti per una
visita di cortesia. Così decidemmo di attraversare la città e dare un’occhiata. La passeggiata ci offrì
l’opportunità di vedere meglio il vecchio quartiere di Bird.
L’immagine , quindi,mostrava l’improbabile scenario di due trentenni bianchi, freak ,appassionati di jazz che
passeggiavano nel ghetto nero di Kansas City
in una assolata giornata d’estate,
avendo anche l’ardire di fischiettare o canticchiare assoli di Charlie Parker, assoli
diligentemente memorizzati attraverso anni di devoto ascolto. Ricordo
che stavo cantando alcuni frammenti sparsi del famoso testo scritto
da King Pleasure per lo straordinario blues di Bird “Parker’s Mood”
“Come with me,
If you want to go to Kansas City
I’m feeling low down and blue, my heart’s full
of sorrow
Don’t hardly know what to do; where will I be
tomorrow?
Goin’ to
Kansas City. Want to go, too?”
(Vieni con me se vuoi andare a Kansas City. Mi sento
giù triste, il mio cuore è pieno di
dolore. Non so proprio cosa fare, dove sarò domani? Sto andando a Kansas City, vuoi venire, anche
tu? Ndt)
Passammo da Oliver Street, ma non riuscimmo ad individuare
la casa d’infanzia di Bird fra le più sgangherate del quartiere. Dopo aver
camminato per un po’ di miglia, trovammo la strada per la Fondazione. Un
edificio storico dalle sembianze austere. Entrammo ci presentammo come dei semplici fan di Bird giunti li solo per il nostro amore ed il rispetto della grandezza
dell’uomo e dell’artista.
Non eravamo preparati all’accoglienza che ricevemmo. Molti fra
il personale delle facoltà ci dedicarono del tempo nella mattinata chiacchierando con noi per spiegare i programmi della
Fondazione. Sembravano sinceramente interessati , onorati dal fatto che noi avevamo fatto il possibile
per andarli a visitare.
Lo slogan della fondazione era : “Fuori dalla strada, dentro
,l’arte” lo scopo della loro missione era quello di dotare la gioventù
Afroamricana di un’istruzione musicale,
sia jazz che classica, oltre che
insegnare recitazione, danza, ed altre
forme di spettacolo. Il programma fu stabilito, alcuni anni prima dal musicista di Kansas City Eddie Baker.
Molti maestri del jazz, fra cui Clark Terry e Max Roach donarono parte del loro
tempo per organizzare delle clinics ai ragazzi del quartiere.
Fummo presentati ad Anne Brown, la presidente della
Fondazione, che ci accolse con un caloroso benvenuto. Appesa al muro del suo ufficio c’era una foto in
bianco e nero scattata all’epoca della sepoltura di Bird risalente al ’55.
Nella foto Max Roach ed altri grandi del jazz stavano di fronte alla tomba ,
Chiesi dove fosse quella tomba così che potessimo andare il a testimoniare il nostro rispetto.
“Non la troverete mai”, disse la presidente Brown. La gente ha distrutto la pietra tombale
per portare via dei souvenir del grande Bird. Li non hanno
lasciato più nulla. (Da allora lessi che
alcuni anni più tardi fu installata una nuova lapide, ma con il rimarcabile
errore di recare inciso sulla pietra un sax tenore, non propriamente lo
strumento principale suonato da Bird).
Dopo averci mostrato le classi e gli spazi per le
performance, Jim, uno dei maestri di musica della Fondazione, ci accompagnò all’Arthur Bryant per il pranzo, senza dubbio
uno dei migliori ristoranti di Kansas City. Poi, sulla strada del ritorno ,ci mostrò l’unico angolo della città
allora dedicato a Bird . In uno
spazio popolare c’era una piazza chiamata Piazza Charlie Parker. Nell’area esistevano altre strade come
Mary Lou Williams Way, Bennie Moten Lane ed Ella Fitzgerald Drive. Il
nostro nuovo amico aveva un punto di
vista cinico su tutto ciò. “Sono disposto a scommettere che solo una o due
persone che abitano qui avranno mai saputo chi fosse Charlie Parker, lasciato
da solo ad ascoltare la sua musica”
disse con più di un certo disgusto. “Quella sta solo nei dischi.
Jim ci condusse di nuovo alla Fondazione, dove prima di
andare via volemmo salutare la Presidente Brown. Ci sedemmo a chiacchierare con lei
ancora per un po’, dicendogli di come
fossimo rimasti impressionati del lavoro che stavano facendo li, così come eravamo
rimasti compiaciuti della gentilezza e del calore con cui fu accolta la nostra
visita spontanea. Ci stupimmo molto quando ,
prese dal cassetto della sua scrivania due medaglioni di bronzo e ce li
diede. Su un lato c’era impressa una
bella immagine di Parker intento a suonare il suo strumento, circondato dalle
parole: “L’immortale Chiarlie “Bird” Parker”, sull’altro lato le date della sua
breve vita (1920-1955), il nome della Fondazione, e l’encomio “Bird vive”.
“Normalmente regaliamo queste medaglie ai soci finanziatori -disse-. Ma questo
è un giorno veramente speciale, siamo rimasti veramente toccati dalla vostra
visita”.
Meravigliati dalla sua generosità e consapevoli che di tutto
ciò avremmo fatto tesoro per il resto delle nostre vite, la ringraziammo
profondamente e chiesi: “Cosa vuol dire che oggi è un giorno veramente
speciale?”
Sorrise sinceramente
e disse. “Non lo sapevate? Oggi è il 29 agosto, il compleanno del
Charlie Parker".
Postscriptum
Passeranno decenni prima di un mio ritorno a Kansas City. In
questo periodo, fu edificato fra la 18°
strada e il distretto di Vine l’American
Jazz Museum dove una potente scultura di
Bird troneggia nella piazza vicino al museo. Sotto l’enorme busto di bronzo
sono scritte le parole “Bird vive”. Mia moglie nel 2011 mi ha immortalato proprio li, vicino a Bird.