venerdì 13 luglio 2018

L’ONORABILITA’ DELL’AZIONE AMMINISTRATIVA SI DIFENDE CON LA TRASPARENZA NON NEI TRIBUNALI

M5S Frosinone Gruppo Consiliare


I recenti fatti appresi dalla stampa legati alle procedure di affidamento dei lavori del Parco del Matusa, che hanno visto protagonisti il Sindaco, l’Assessore Tagliaferri F. ed il consigliere Stefano Pizzutelli, consistenti in esposti alla Procura ed una conseguente denuncia per diffamazione a mezzo stampa a carico del consigliere, si riflettono inevitabilmente su un tema più generale, ma che riteniamo “centrale”: quello della “trasparenza” e della “legalità”. 
Sulla vicenda del Matusa anche noi abbiamo più volte manifestato dubbi ed avanzato richieste di chiarimenti in Consiglio Comunale, ma le risposte sono state sempre vaghe ed in alcune occasioni anche “condite” da atteggiamenti di scherno nei confronti del consigliere interrogante di turno.  Un trattamento riservato anche ad altri consiglieri di opposizione, in verità. Durante l’ultimo Question Time dello scorso 4 luglio, ad esempio, il nostro consigliere Mastronardi segnalava la pubblicazione “non integrale”, o addirittura “assente” di alcuni atti sull’Albo Pretorio on line, ricevendo come risposta un laconico “verificheremo”. Beh, ad oggi la situazione è ancora immutata!
Certo, condividiamo il fatto che quando i temi della politica passano sui tavoli della Magistratura ad perdere sia la politica tutta, ma è altrettanto vero che l’unico antidoto efficace sia quello di somministrare una massiccia dose di “trasparenza” e “legalità” all’azione politica di chi amministra, anche e soprattutto in risposta a chi è costretto a dover rivolgere le proprie istanze in altre sedi, visto che in quelle deputate non trova risposte!
Siamo da sempre convinti che è sui temi della legalità, della trasparenza e della partecipazione che si incardini una buona azione politica ed amministrativa ed è per questo che riteniamo quanto mai opportuno un momento di convergenza tra tutte le forze di opposizione presenti in consiglio, superando le posizioni di appartenenza, visto il periodo di “crisi” che vive la nostra città, dove da tempo ormai si registrano tanti, troppi fatti - presunti o tali - di conflitti di interessi, guai giudiziari di alcuni amministratori, ed altro ancora, sottaciuti o archiviati con estrema velocità, che riportano alla mente le preoccupanti parole dell’ormai ex Prefetto Emilia Zarrilli di qualche tempo fa, che parlò di “connivenze stratificate”.

Nessuna caccia alle streghe e nessuna strategia del sospetto, il dovere delle opposizioni è controllare ed incalzare chi amministra ed il dovere di chi amministra è metterle nelle condizioni di poterlo fare. Queste sono le regole del gioco e debbono valere sempre e comunque a prescindere dal ruolo che si ricopre al momento. E’ semplice e si chiama democrazia!


Chiediamo una mozione di sfiducia per Matteo Salvini


I Deputati e i Senatori della Repubblica, le cittadine e i cittadini, che si riconoscono nei valori della Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo, della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo e della Costituzione italiana,
premesso che:
il Ministro dell'Interno Matteo Salvini si è reso responsabile di un conflitto istituzionale senza precedenti con gli altri poteri e istituzioni dello Stato (Presidente della Repubblica e Magistratura) sul tema dell'accoglienza dei richiedenti protezione internazionale e dei reati d'odio;
particolarmente censurabile, per la violazione patente e flagrante del principio di non refoulement (non respingimento) di cui all'art. 33 della Convenzione di Ginevra del 1951 sulla protezione dei rifugiati, si configura la condotta serbata dal Ministro nella vicenda Aquarius e, da ultimo, nella vicenda Diciotti, che hanno visto impedito, ritardato o ostacolato l'approdo nel porto sicuro più vicino di persone vulnerabili (bambini, donne incinte, persone malate o ferite);
parimenti grave si palesa l'ordine di chiusura dei porti alle navi delle ONG, che ostacola, impedisce o ritarda l'esercizio di un diritto fondamentale, quello di asilo, sancito dall'art. 10 comma 3 della Costituzione italiana;
altresì, costituiscono un punto di insanabile rottura del patto sociale che lega i cittadini della Repubblica tra loro e nei confronti delle istituzioni democratiche, le gravissime affermazioni dello stesso Ministro sui cittadini italiani di etnia rom;
chi riveste ruoli istituzionali deve essere fedele alla Costituzione e alla Repubblica e non può, né direttamente né indirettamente, diffondere idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istigare a commettere atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
Tanto premesso, le cittadine e i cittadini sottoscrittori della presente petizione, chiedono ai deputati e ai senatori della Repubblica di presentare e votare in Parlamento una mozione di sfiducia individuale nei confronti del Ministro dell'Interno Matteo Salvini.

giovedì 12 luglio 2018

Ribellione popolare ad Haiti!

Daniel Sugasti  


 
E' in corso una ribellione popolare ad Haiti, con sbocchi imprevedibili in questo momento.
Il Paese è in ebollizione politica, attraversato da manifestazioni e barricate apparentemente auto-organizzate. Si registrano anche saccheggi di centri commerciali. L'epicentro della protesta è Port-au-Prince, la capitale, e la città di Cap-Haitien, nel nord.
Il detonatore è stata l'intenzione manifestata dal governo de Jovenel Moise, venerdì 6 luglio, di aumentare del 40-50% il prezzo dei combustibili. Questo quando carbone e kerosene sono molto utilizzati dalla popolazione povera per cucinare e illuminare le case. Mentre gas ed elettricità sono accessibili a pochi, nel quadro della nota situazione di miseria estrema in cui si trova la maggioranza della popolazione.
Nel momento in cui scriviamo sono già tre i morti per la repressione governativa.
Didier Dominique, dell'organizzazione rivoluzionaria Batay Ouvriyé, da noi contattato, pone in risalto il ruolo della classe operaia in questa esplosione sociale: "di fatto è stata la classe operaia del settore tessile che ha iniziato la protesta, con la lotta per il salario minimo. L'episodio dell'aumento dei combustibili ha trasformato questa lotta in una rivolta."
Il giornalista Henry Boisrolin aggiunge: "Da giorni viviamo in una situazione insurrezionale in gran parte del Paese. Le vie sono bloccate, ci sono incendi, barricate e scontri violenti in varie zone. Questa situazione è il risultato di un accumularsi di conflitti parziali, dello scontento e degli scontri col governo che si stanno producendo da tempo come risposta alle politica antipopolari e di saccheggio del governo fantoccio dell'imperialismo diretto dal presidente Moise. Le masse che stanno animando la rivolta e le barricate esigono la caduta del governo." (www.andnoticias.cl/mundo/788-sublevado-el-pueblo-haitiano-manifestantes-controlan-casi-todo-el-pais)
L'aumento del prezzo dei combustibili è parte di un accordo con il Fondo Monetario Internazionale, firmato nel febbraio scorso, che pretende di imporre un pacchetto di misure di austerità al già sofferente popolo haitiano.
La forza della sollevazione popolare è talmente grande che Moise è già stato costretto a fare retromarcia e ad annullare, nella notte di sabato, il decreto che aumentava i prezzi dei combustibili.
Il governo fa appello "alla calma e a rientrare nelle proprie case". Ma questa retromarcia precipitosa non ha fermato le proteste che viceversa sono sempre più esplicitamente contro il governo.
Le organizzazioni sindacali e sociali hanno chiamato, nei giorni del 9 e del 10 luglio, a uno sciopero generale contro le misure del governo.
L'instabilità della situazione ha portato l'ambasciata degli Stati Uniti a fare appello ai suoi connazionali nell'isola a non uscire di casa. Varie compagnie aeree hanno sospeso i voli. Ci sono segnali di panico tra la classe dominante. La famiglia dell'ex presidente Michelle Martelly è scappata. Altre famiglie ricche, così come membri dl governo, stanno cercando di scappare nella Repubblica Dominicana [che costituisce l'altra metà dell'isola Hispaniola per metà occupata da Haiti, ndt].
Le masse popolari haitiane, ancora una volta, mostrano il loro coraggio e la loro disposizione alla lotta. E nel farlo indicano la via alla classe operaia e alle masse sfruttate dell'America Latina e del mondo. E' in questo modo che si combattono i piani dell'imperialismo eseguiti dai governi fantocci: con la ribellione, nelle piazze, terrorizzando le classi dominanti.
La sollevazione di massa ad Haiti merita tutta la solidarietà attiva e l'aiuto dei rivoluzionari e di tutti gli attivisti sociali. Si tratta di uno scontro diretto con l'imperialismo nel Paese più povero d'America, storicamente protagonista della prima e unica rivoluzione dei neri vittoriosa della storia (1).
Come Lega Internazionale dei Lavoratori - Quarta Internazionale esprimiamo la nostra solidarietà completa alle masse popolari haitiane. Condanniamo energicamente la repressione del governo e delle truppe "di pace" dell'Onu, che in maniera vergognosa sono composte da soldati provenienti da vari Paesi latinoamericani, inviati a suo tempo dai cosiddetti "governi progressisti" - Lula, Evo Morales, Tabaré Vazquez, i Kirchner, Lugo, Dilma Roussef - e mantenuti dagli attuali governi "di destra", gli uni e gli altri allo stesso modo servi dell'imperialismo.
La lotta del popolo haitiano è la lotta di tutta la classe lavoratrice dell'America Latina e del mondo.
 
Cacciamo il governo Moise!
Fuori le truppe dell'Onu da Haiti!
Viva la sollevazione delle masse haitiane!
 
Nota del traduttore(1) Il riferimento è alla rivolta degli schiavi capeggiata dall'ex schiavo Toussaint L'Ouverture (detto "Lo Spartaco nero"), iniziata nel 1791, e che portò all'abolizione della schiavitù (1794) da parte del governo giacobino francese, passò per lo scontro con i colonialisti spagnoli e inglesi, poi con Napoleone che fece deportare in Francia Toussaint, il quale morì nel 1803. Ma le truppe di Toussaint continuarono la lotta fino all'indipendenza dell'isola (1804). Questa storia è raccontata nel libro "I giacobini neri" di C.L.R. James, militante trotskista (la più recente edizione italiana è per i tipi di DeriveApprodi).

Ex Ospedale di Anagni. In Stand By la decisione di chiudere il P.I.P


Il  comitato Salviamo  l’ ospedale di Anagni





Prendiamo atto  della  decisione della Commissione Sanità della  Regione Lazio di pronunciarsi per la    sospensione della delibera che  sanciva la  chiusura del  Punto di Primo Intervento  dell’ ex-Ospedale di  Anagni, ultima, debole possibilità di assistenza sanitaria, sopravvissuta  al sistematico abbattimento delle  strutture  di assistenza  per i cittadini di  Anagni e dei paesi del territorio circostante,  Sgurgola, Acuto, Paliano, Piglio, Serrone, Fiuggi, Guarcino, Filettino, Torre Caetani, Trevi nel Lazio, Vico nel Lazio.    Ci  piace  pensare che i componenti della  Commissione, che si sono espressi all’ unanimità, abbiano fatto saggiamente  una  scelta  di  ragionevolezza  e  di buon senso per approvare la  richiesta  di sospensione avanzata dal  sindaco di Anagni  Daniele Natalia, a nome  di tutti i colleghi.
Non diversamente  occorre ora  proseguire uniti e compatti per  restituire a tutti i  cittadini, rappresentati  dal coordinamento  dei  loro Sindaci, il diritto alle  cure  e la dignità di persone, con la richiesta di annullamento della delibera “ sospesa “ alla  quale  deve  far seguito  quella, assolutamente  prioritaria, della  riapertura del  Pronto Soccorso per  rispondere  alle  urgenze e  alle  emergenze. 
In questa direzione nel luglio 2016 i consigli comunali di nove comuni dell’area nord  della provincia di Frosinone approvarono una delibera che richiedeva  cinque  servizi indispensabili per riportare l’Ospedale di Anagni ad un minimo funzionamento utile per la popolazione:
1)      un Pronto Soccorso presidiato da un organico medico dedicato all'Emergenza-Urgenza
2)      un reparto di 20 posti letto di medicina generale con un proprio organico di medici
             e infermieri
      3)      una chirurgia elettiva ridotta che effettua interventi in Day surgery,
      4)      una Unità Operativa di Anestesia e Sala Operatoria;
      5)      servizio di Radiologia per indagini radiologiche con trasmissione di immagine collegata 
              In  rete allo specialista di turno;

Le  Associazioni riunite  nel  Comitato per l’ Ospedale ripropongono con forza questa  richiesta, sapendo che il confronto con l’ Azienda ASL  e la Regione  Lazio sarà  molto duro,  ma la  decisione di ieri ha  aperto, finalmente, la possibilità di dialogo e su questa  strada è  necessario  procedere  con convinzione  e  determinazione per superare gli  ostacoli  prevedibili e  imprevedibili. 
Il  Coordinamento dei Sindaci   e, in primo  luogo, il Sindaco  Natalia devono puntare a discutere  e  concordare la proposta di  riapertura del  Pronto Soccorso, forti di questo primo risultato ottenuto e rafforzati dall’ appoggio delle  associazioni  e di tutti i cittadini.

mercoledì 11 luglio 2018

Una tifoseria triste

Luciano Granieri 




 Cristiano Ronaldo alla Juve!  Il colpo di calcio mercato del secolo. 

A dire il vero da tifoso romanista sto’ un po’ a rosica’, ma non perché CR7 sia approdato a Vinovo, ma  perché vedo altri tifosi romanisti che rosicano pe’ sto’ fatto. Cristiano Ronaldo alla Juve? E che c’è da rosica’? Al massimo lo  andiamo a vedere quando verrà a giocare all’Olimpico  contro  la Roma  , io addirittura posso godermelo anche allo Stirpe di Frosinone. Ammirare le gesta  del più forte calciatore al mondo è un grande privilegio. Che ce sta’ da rosica’.  

Per  certi versi sono convinto che l’acquisto del fuoriclasse  portoghese   sia buono per noi, ma una persecuzione  per i tifosi juventini.  Supporter  tristi  che con l’arrivo del campione rischiano  di scivolare nella schizofrenia. Che tifoseria è quella che dopo aver vinto  scudetto(per la settima volta consecutiva), e Coppa Italia, (per la quarta volta consecutiva), non scende in strada a festeggiare?  Una volta a Frosinone, notoriamente feudo juventino, quando la Signora vinceva, partivano i cortei, spuntavano le bandiere alle finestre, quest’anno come anche gli  altri anni nulla è accaduto.  A Torino qualcosa  si è visto, ma niente di che. 

Molto maggiore della gioia, quasi impercettibile, per una vittoria  che ha sancito il predominio assoluto dei bianconeri in Italia, è stata la rabbia per l’eliminazione dalla Champions, proprio per mano del Real Madrid di Cristiano Ronaldo, oggi  atteso alla corte degli Agnelli.  Un’acredine mai vista, con  giocatori e tifosi a straparlare, ad insultare, l’arbitro o chiunque usasse anche bonariamente prenderli un po’ per il culo. In una parola a “ROSICARE”. 

Figuriamoci quest’anno con Cristiano Ronaldo. Vincere campionato e coppa Italia, sarà del tutto irrilevante, quasi frustrante. Piuttosto, visto che l’eroe di tante Champions, conquistate  con il Manchester e con il Real, nella prossima competizione europea vestirà di bianco nero, quali saranno le reazioni dei tifosi qualora l’obbiettivo Champions dovesse fallire. Il suicidio di massa? 

Insomma  questa è una tifoseria destinata ad incupirsi a seguito dell’ennesimo trionfo italiano e ad abbrutirsi in caso di un ulteriore fallimento in Europa. Tifosi tristi a cui l’arrivo di CR7 potrebbe creare ulteriori scompensi. 



Vuoi mette noi romanisti!  Quando abbiamo vinto lo scudetto nel 1982-1983 la festa è durata  per tutta l’estate, il concerto di Venditti al Circo Massimo, i cortei infestonati di giallo e rosso,  inscenati perfino a Frosinone, notoriamente feudo juventino. Mi ricordo l’invasione di Rimini nell’estate dell’83 dove la Roma giocava in Coppa Italia  con la compagine  locale. Migliaia di romanisti affollarono lo stadio per vedere la squadra alla prima uscita ufficiale col tricolore addosso. 

Lo stesso è accaduto  nel 2001. Le serate a Testaccio ,  ad un certo punto  comparve pure Totti su una vespetta con una sciarpa legata in testa a festeggiare "I CAMPIONI DELL'ITALIA  con “il popolo”. E la Coppa Italia? Nonostante ne abbiamo vinte nove quella del  1980, è rimasta memorabile, l’ultima era  stata conquistata  10 anni prima (la sciarpa in foto fu  acquistata dal sottoscritto proprio in occasione di quella vittoria). Per non parlare della qualificazione  di quest’anno alle semifinali di Champions   eliminando il  Barcellona.  La “ ROMANTADA” che ci ha consacrato fra le prime quattro squadre d’Europa. I festeggiamenti di quella sera con il presidente a mollo nella fontana di Piazza del Popolo resteranno nella storia romanista. 

Qualcuno obietterà, ma ha senso festeggiare ogni venti anni, o giù di lì ? Io rispondo che ha senso festeggiare  ogni, 10, 20, 30 anni, basta festeggiare. Il calcio è passione e la passione raggiunge la sua massima espressione con la gioia. 

E’ passione quella di una tifoseria che rimane insensibile ad una sequenza di vittorie impressionante,     conseguite solo  in Italia, ma roisica, e quanto rosica, per un’eliminazione  in Champions?  Noi tifosi diversamente juventini potremo godere delle magie di Cristiano Ronaldo, loro tifosi conformemente juventini correranno il rischio di farsi mandare di traverso quelle stesse  magie se la Juve non vincerà la Champions League. Che tifoseria triste!

martedì 10 luglio 2018

Perchè l'amore dovrebbe fermarsi al confine?

Citazioni celebri




In occasione del 242esimo compleanno degli Stati Uniti, questa citazione   di  straordinaria umanità   del violoncellista , compositore e direttore Pablo Casals, scritta in occasione del suo novantesimo compleanno e pubblicata nel suo libro di  memorie  del 1970 Joy and Sorrow: Rflections, by Pablo Casals, sembra un riflessione filosofica estremamente  attuale  ai nostri tempi difficili. Tempi oscuri non solo in America, ma anche in Europa e  in Italia.

L’amore per il proprio paese è una cosa splendida, ma perché l’amore dovrebbe fermarsi al confine?  C’è una fratellanza fra tutti gli esseri umani. Questo si deve riconoscere  perché la vita possa esistere  . Dobbiamo imparare l’amore dell’essere umano.

Sporchiamoci la lingua

Luciano Granieri




L’Italia non è paese di congiuntivi, quindi criticare gli attuali governanti per la loro ignoranza non produce altro la   messa al bando con insulti ed ignominia dalla loro sconfinata claque social-vociante.  Non solo, condannare l’utilizzo di   espressioni scurrili , triviali, o comunque poco consone ad una comunicazione non truffaldina  , è perdente. 

Sono  decenni, almeno dalla fine degli anni settanta,  ancora meglio,  dallo storytelling   reagan-tatcheriano , che la cultura, la riflessione, il ragionamento sono identificati  come inutili orpelli ad uso e consumo di una classe popolare, falsamente    imboccata da èlite radicalchic, che di fatto, oggi si è dissolta.  O meglio non esiste alcun sodalizio sociale se non una congrega di falliti e perdenti.  

Ognuno, da solo, è artefice del proprio futuro  e lo Stato nulla può su tali destini. Dunque  si sancisce il predominio del “fare” meglio se ignorante, sul “ragionare”. L’antifona ha asfaltato le menti italiche , in gran parte coadiuvata dalla patinata  narrazione    mediatica berlusconiana, fatta di grandi fratelli, di isole dei famosi , di tronisti , e di reality posticci . Ma questo ormai è il linguaggio consolidato. Quindi è necessario   un  emergenziale cambiamento  di strategia.  

Durante la seconda guerra mondiale i comunisti, o una parte di essi, decisero di aderire  al comitato di liberazione nazionale accettando il compromesso di operare insieme a monarchici e  liberali, con l’obiettivo di schiantare  il nazi-fascismo. La situazione attuale, dominata da  una crescita di disumanità ributtante, impone un simile  compromesso. 

Cioè è fondamentale che gli  acculturati , o presunti tali, anziché denunciare le scempiaggini linguistiche ed istituzionali di una oligarchia politica irrilevante , che comunque ha consenso,  si sporchino le mani, ma soprattutto si sporchino la lingua. Allora anziché bollare come greve e ignorante  ogni espressione dell’accozzaglia  “pentafascioleghista” avanziamo  le nostre ragioni con lo stesso linguaggio.  

Mi rendo conto che è difficile, ma è l’unico modo per avanzare un’ alternativa alla narrativa individualistica , che offusca le menti e alimenta la guerra fra poveri.  La recente campagna promossa da LIBERA, ARCI, ANPI e altri movimenti sociali, consistente nell’invito ad indossare magliette rosse  per denunciare la morte in mare di bambini immigrati   - di rosso vestiti dalle proprie madri con la speranza che questi vengano individuati   dagli operatori di soccorso in caso di naufragio -  ha mostrato come  l’attuale popolo  giallo-verde non sia  abituato a gestire il dissenso, cosa che invece riusciva benissimo ai truffatori riformisti insediati a Palazzo Chigi prima del 4 marzo. 

Le espressioni stizzite,  o di grossolana ironia,  abbaiate sulla tastiera dall’esercito social  al seguito dei mestatori di paura,  per denigrare  la campagna sulle magliette rosse, danno l’idea di una totale impreparazione, non solo a controllare il dissenso, ma a confutare tesi espresse con messaggi dall’incisiva e semplice  sintassi mediatica. 

Allora sporchiamoci la lingua, ad ogni invettiva fascio-penta-sovrainsta,  postata sui social con triviale grammatica, rispondiamo a tono.  Guai ad ignorare spocchiosamente  certe manifestazioni  sulla base di una presunta superiorità umanistico-culturale, o a denunciare la modalità ignorante e scurrile di chi farnetica sulla primazia degli italiani. 

A cazzo rispondiamo col cazzo. A merda rispondiamo con merda.  Se è il linguaggio dell’intestino e dello sfintere che l’italiano medio capisce, adeguiamoci al suo idioma. Ci sarà tempo, una volta limitata la barbara deriva che sta  trasformando  il Mediterraneo da “mare nostrum” a “cimterium nostrum”, per ricostruire una substrato culturale decente, ma ora  tempo non ne  abbiamo. 

Rispondiamo ad ogni baggianata fascio-penta-sovranista, postata sui social, con uguale ignoranza, nei modi,  evidentemente, non nella  sostanza. Moltiplichiamo le manifestazioni di dissenso  che, è ormai certo, la nuova accozzaglia nero-giallo-verde non è in grado di gestire, perché non è in grado di capire. 

Marchiamoli stretti sui social e nelle piazze, a ignoranza rispondiamo con ignoranza.  Prima o poi    il popolo uscirà dall’infatuamento per una  grevità   elevata a valore positivo, ma  fino a quando   ciò non accadrà è fondamentale sporcarsi la lingua, è assolutamente necessario ed urgente .

Sanità pubblica e flat tax

Umberto Franchi



 Negli ospedali Italiani mancano 14.000 medici e 60.000 infermieri a causa del blocco del turn over.

Da molti anni negli ospedali per risparmiare, oltre ad essere ridotti i finanziamenti statali, non viene più sostituito il personale che va in pensione,e sempre più spesso vengono rinviati interventi chirurgici già programmati a causa della mancanza di personale medico ed infermieristico.



Questa linea del risparmio, oltre a comportare disorganizzazione e disagi al personale occupato, crea soprattutto lunghe liste di attesa per avere esami o visite mediche, con un grande peggioramento della salute sulla pelle dei cittadini che non possono permettersi le cliniche private.



Nel periodo estivo, quando il personale ospedaliero va in ferie, l'attività si riduce ancora di almeno del 30% rispetto alla norma ed aumentano del 20%i decessi delle persone ammalate lasciate sole a se stesse.



 Nella nostra sanita' pubblica esiste una emergenza: solo a causa della mancanza dei medici anestesisti ogni giorno non possono essere effettuati 4.000 interventi chirurgici, ed i tempi di prenotazione dell'intervento Passano da 3 a 4 mesi per quelli urgenti e da 10 a 13 mesi per gli altri;



A SEGUITO DI QUESTA SITUAZIONE COSA FARE?
Il  governo ha programmato di spendere oltre 70 miliardi di euro con la FLAT TAX riducendo le tasse ai ricchi ... 
è  invece necessario continuare a fare pagare le tasse ai ricchi , magari con un contributo aggiuntivo sui sui grandi patrimoni... e spendere tutti i soldi della FLAT TAX per assumere il personale medico e infermieristico, nonché rifinanziare la sanita pubblica ... un governo che si autodefinisce del cambiamento, e' questa la situazione che dovrebbe cambiare... altrimenti il popolo che lo ha votato presto dirà : sono tutti uguali !

domenica 8 luglio 2018

Le classifiche dei migliori jazzisti del 2018 votati dai critici di DownBeat

a cura di Luciano Granieri




DownBeat è la maggiore rivista americana di musica jazz. Ogni anno invita i più noti  critici musicali internazionali a votare i migliori musicisti  strumentisti dell’anno, divisi per categorie. Pubblichiamo di seguito i risultati del 2018

Il pianista Vijai  Iyer, la cantante ed autrice Cècile McLorin Salvant, la flautista  Nicole Mitchell, il trombettista Amir ElSaffar ,  la direttrice d’orchestra Maria Schneider e l’artista di Hip Hop Kendrick Lamar sono fra i più talentuosi artisti a guidare  le  diverse categorie nel 66° premio internazionale della critica  indetto dalla rivista  DownBeat.


Iyer , ha primeggiato nella categoria  miglior artista di jazz (risultato che ha  già onorevolmente conseguito nel 2012 e nel 2015) ed il suo omonimo sestetto,  che nel 2017 ha realizzato l’album Far From Over (ECM) è risultato il migliore nella categoria dei gruppi jazz. Prodotto da  Manfred Eicher, l’album vede la partecipazione di Iyer (pianoforte, Fender Rhodes), Graham Haynes ( cornetta e flicorno elettronico), Steve  Lehman (sax alto), Mark  Shim (sax tenore), Stephan Crump (double bass) e Tyshawn Sorey (batteria).

Salvant è risultata la migliore nella categoria delle cantanti , e il suo ambizioso album doppio  Dreams  And Daggers (Mack Avenue) è stato votato come album dell’anno.



Mitchell ha vinto nella categoria dei flauti e la sua band Black Earth Ensemble, che ha subito avvicendamenti  presentando formazioni sempre diverse per decenni, è il migliore gruppo jazz di star emergenti .  Uno fra i collaboratori che hanno affiancato Mitchell da più tempo , il violoncellista  Tomeka  Red ha vinto la categoria dedicata ai musicisti emergenti suonatori di strumenti vari.



Il compositore, trombettista, suonatore di santur,  cantante Amir ElSaffar ha primeggiato in due categorie dedicate alle stelle emergenti , quella di miglior arrangiatore e miglior trombettista. ElSaffar ha costruito questo  risultato grazie ad album apprezzati  come   Not Two (New Arsterdam) Crisis (Pi) e Alchemy (Pi)

Alla Schneider è andato il titolo nella categoria degli arrangiatori e la sua orchestra è risultata la migliore nella relativa classifica.

Il vincitore del premio, artista  Hip Hop, Kendrick Lamar, il cui album  Damn  (Interscop/ Top Dawg  Entertainment) ha venduto milioni di copie e gli ha fatto guadagnare il premio Pulizer,  è stato eletto dalla critica quale vincitore di due categorie, quella dell’artista più all’avanguardia e, grazie a Damn, quella dell’album più all’avanguardia.



C’è stato un pari merito nella categoria artista jazz emergente , così  il pianista Kris Davis ed il chitarrista Julian Lage potranno condividere l’onore dei co-vincitori.

La votazione ha dato luogo a due nuovi ingressi nella Hall of Fame di DownBeat. A condividere  la prestigiosa èlite si sono aggiunti l’ottantanovenne compositore e sassofonista Benny Golson,  la pianista e celebrità radiofonica Marian McPartland (1918-2013) che è stata votata dalla Commissioni dei Veterani del DownBeat.

Fra le composizioni di Golson  che sono diventati degli standars figurano “ Whisper Not”, “Killer Joe”, “ I Remember  Clifford” “Along Came Betty”.


Per decenni  McPartland  è stata una voce amica e familiare che si poteva ascoltare sul programma radiofonico della NPR  Marian McPartland’s Piano Jazz nella  trasmissione  si succedevano interviste, e collaborazioni con musicisti ospiti.

DownBeat è orgoglioso di dare il benvenuto  nella Hall of Fame a Benny Golson e quindi a Marian McPartland” Ha dichiarato  Bobby Reed, direttore di DownBeat. “ Golson e la McPartland sono entrambe dei titani i cui contributi al jazz sono incommensurabili. Questi due artisti sono collegati dal fatto di  essere entrambi apparsi negli scatti  del fotografo Art Kane nella collezione “A great Day in  Harlem” . Altre due cose hanno in comune, una lunga carriera,  che ha divulgato  la popolarità del jazz intorno al globo e un’opera che sarà apprezzata  dagli appassionati di jazz per le decadi a venire.  

Gli altri vincitori  della 66° edizione annuale    della critica internazionale  del DownBeat sono:
Ambrose Akinmusire (Tromba ), Mary Halvorson (Chitarra), Steve Swallow (Basso elettrico ), Kurt Elling (voce maschile ), Jacob Garchik (Star emergente al trombone ), Caroline Davis (Star emergente sax alto ), Ingrid Laubrock (Star emergente sax tenore)e Johnathan Blake (Star emergente batteria).

Di seguito tutti i vincitori categoria per categoria
Vincitori della 66° edizione annuale del premio della critica internazionale.
Jazzista dell’anno  : Vijay Iyer
Miglior album : Cécile McLorin SalvantDreams And Daggers (Mack Avenue)
Hall of Fame: Benny Golson and Marian McPartland
Gruppo Jazz : Vijay Iyer Sextet
Big Band: Maria Schneider Orchestra
Trombone: Wycliffe Gordon
Sax Soprano : Jane Ira Bloom
Sax Alto : Rudresh Mahanthappa
Sax Tenore : Charles Lloyd
Sax Baritono : Gary Smulyan
Clarinetto : Anat Cohen
Flauto: Nicole Mitchell
Tastiere : Robert Glasper
Organo: Dr. Lonnie Smith
Chitarra : Mary Halvorson
Contrabbasso : Christian McBride
Basso elettrico : Steve Swallow
Violino: Regina Carter
Batteria : Jack DeJohnette
Percussioni: Hamid Drake
Vibrafono : Stefon Harris
Strumenti vari : Akua Dixon (violoncello)
Voce femminile : Cécile McLorin Salvant
Voce maschile : Kurt Elling
Compositore : Muhal Richard Abrams (1930–2017)
Arrangiamento: Maria Schneider
Casa discografica : ECM
Produttore : Manfred Eicher
Artista blues o gruppo: Bettye LaVette
Album Blues: Taj Mahal & Keb’ Mo’, TajMo (Concord)
Artista d’avanguardia o gruppo: Kendrick Lamar
Album d’avanguardia : Kendrick Lamar, Damn. (Interscope/Top Dawg Entertainment)
Categoria stelle emergenti
Artista jazz  (a parimerito): Kris Davis and Julian Lage
Miglior gruppo jazz: Nicole Mitchell’s Black Earth Ensemble
Migliore Big Band: John Beasley’s MONK’estra
Tromba: Amir ElSaffar
Trombone: Jacob Garchik
Sax soprano : Jimmy Greene
Sax alto : Caroline Davis
Sax tenore: Ingrid Laubrock
Sax Baritono: Alex Harding
Clarinetto  : Matana Roberts
Flauto : Rhonda Larson
Piano : Orrin Evans
Tastiere : Elio Villafranca
Organo : Roberta Piket
Chitarra: Jakob Bro
Contrabbasso : Thomas Morgan
Basso elettrico–Electric Bass: Mimi Jones
Violino : Scott Tixier
Batteria: Johnathan Blake
Percussioni : Satoshi Takeishi
Vibrafono : Behn Gillece
Strumenti  vari : Tomeka Reid (violoncello)
Voce femminile : Jazzmeia Horn
Voce maschile: Jamison Ross
Compositore : Tyshawn Sorey
Arrangiatore : Amir ElSaffar
Produttore: Flying Lotus

Permettetemi una valutazione personale . Per me l'artista emergente del 2018 è anche colei che ha vinto la categoria stelle emergenti per la voce femminile, cioè l'incredibile Jazzmeia Horn
Good Vibration