sabato 28 settembre 2019

Corte antirazzista a Sora piena adesione del Tribunale per i diritti del malato.

Luciano Granieri Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato



Domenica 29 settembre, in occasione della giornata mondiale del rifugiato, si svolgerà un corteo antirazzista per una comunità solidale e nuove politiche d’inclusione. La marcia,  organizzata dal movimento Aspagorà, con la partecipazione di associazioni, enti locali, partiti, sindacati e realtà religiose, dopo il concentramento davanti alla stazione di Sora , previsto per le 15,00, partirà alle 16,00 alla volta di  Piazza Mayer Ross.

 Il fenomeno dell’immigrazione, al contrario di quanto le sirene propagandistiche della peggiore destra fascista voglio dare ad intendere, non è recente, né tanto meno ha assunto dimensioni emergenziali. Si basa semplicemente sul diritto di ogni persona a  spostarsi per trovare ambienti di vita più favorevoli. 

In particolare, a seguito delle politiche post coloniali delle potenze occidentali, responsabili della devastazione economica, sociale ed ambientale di vaste aree dell’Africa ma anche di porzioni di altri Continenti, il flusso di persone in fuga dai  territori depredati verso i territori abitati dai propri  predatori, è diventato costante. In particolare è aumentato negli ultimi decenni  ma non in una misura tale   da costituire un’emergenza. 

Questo fenomeno, pur di complessa gestione, non è arginabile, proprio perché derivato da aspirazioni connaturate nel genere umano.  Ma il degrado culturale generale -determinato da una rivoluzione valoriale consumistica che esalta l’individualismo spinto e l’egoismo,  dalle aumentate condizioni di povertà ed ingiustizia sociale che hanno coinvolto una numero sempre maggiore di persone -  lo ha  trasformato in una disumana lotta all’immigrato. Si è  pervaso la società civile di un terribile odio   dei penultimi verso gli ultimi ormai quasi inemendabile. 

Alla  devastazione mediatica e culturale in azione almeno dalla metà degli anni ’90, che ha prodotto e continua a produrre la barbarie, è necessario rispondere in primo luogo con la diffusione decisa e ferma  di un processo culturale del tutto  opposto. Ma proprio la difficoltà di rimuovere disvalori incrostati in anni di propaganda deve coinvolgere  nell’operazione il maggior numero possibile di  istituzioni locali, associazioni, movimenti laici e religiosi, partiti,  singoli cittadini, tutti insieme per ribadire che il restare umani è un dovere e un diritto. 

Al movimento Aspagorà va il merito di aver richiamato una variegata  pluralità di soggetti ad attivarsi  per diffondere il messaggio che esiste una sola razza, quella degli esseri umani, e che ad essa vanno  assicurati quei diritti universali sanciti  dai trattati internazionali e dalla nostra Costituzione. 

Per questo Cittadinanzattiva Tribunale per i diritti del malato, parteciperà alla marcia. Infatti  la tutela della  salute fa parte a pieno titolo dei diritti universali e deve essere garantita  a tutti, “senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali”. Ci vediamo domenica  a Sora.

venerdì 27 settembre 2019

Copertura sanitaria universale.

fonte: Quotidiano Sanità


Oms: “Investire almeno l’1% del Pil nell’assistenza sanitaria di base o entro il 2030 rischiano di rimanere senza cure 5 miliardi di persone”




Mentre la copertura sanitaria complessiva è aumentata costantemente dal 2000, il rapporto mostra grandi lacune nei servizi sanitari nei paesi più poveri e in quelli colpiti da conflitti. Le aree rurali tendono a soffrire di una copertura inferiore, a causa della mancanza di infrastrutture, carenza di operatori sanitari e cure di scarsa qualità. IL RAPPORTO


I paesi devono aumentare la spesa per l'assistenza sanitaria di base di almeno l'1% del loro prodotto interno lordo (PIL) se il mondo deve colmare lacune di copertura evidenti e raggiungere gli obiettivi sanitari concordati nel 2015”. È quanto si afferma il nuovo rapporto di monitoraggio della copertura sanitaria universale dell'Organizzazione mondiale della sanità alla vigilia di una riunione di alto livello dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite sul tema.

“Devono anche intensificare gli sforzi – si sottolinea – per espandere i servizi a livello nazionale”. “Il mondo dovrà raddoppiare la copertura sanitaria tra oggi e il 2030” secondo il Rapporto in cui si sottolinea come se le attuali tendenze continueranno, “fino a 5 miliardi di persone non saranno ancora in grado di accedere all’assistenza sanitaria nel 2030 – la scadenza che i leader mondiali hanno fissato per raggiungere la copertura sanitaria universale. La maggior parte di quelle persone sono povere e già svantaggiate”.
"Se siamo seriamente intenzionati a raggiungere una copertura sanitaria universale e a migliorare la vita delle persone, dobbiamo prendere sul serio l'assistenza sanitaria di base", afferma il dott. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'OMS. "Ciò significa fornire servizi sanitari essenziali come immunizzazione, cure prenatali, consigli di stile di vita sano il più vicino possibile a casa - e assicurarsi che le persone non debbano pagare per queste cure di tasca propria".

Investire ulteriori 200 miliardi di dollari all'anno nel potenziamento dell'assistenza sanitaria di base nei paesi a basso e medio reddito potrebbe potenzialmente salvare 60 milioni di vite, aumentare l'aspettativa di vita media di 3,7 anni entro il 2030 e contribuire in modo significativo allo sviluppo socioeconomico. Rappresenterebbe un aumento di circa il 3% sui 7,5 trilioni di dollari già spesi per la salute a livello globale ogni anno.

La maggior parte di quel finanziamento verrebbe dagli stessi paesi. Il rapporto afferma che “la maggior parte dei paesi può aumentare l'assistenza sanitaria di base utilizzando le risorse domestiche - aumentando la spesa pubblica per la salute in generale o riallocando la spesa per l'assistenza sanitaria di base - o facendo entrambe le cose”. Al momento, la maggior parte dei paesi sta investendo poco nella sanità primaria.
Ma per i paesi più poveri, compresi molti colpiti da conflitti, questo potrebbe non essere fattibile. “Questi paesi continueranno a richiedere assistenza dall'esterno. Questi finanziamenti devono essere attentamente mirati per ottenere un miglioramento duraturo dei sistemi e dei servizi sanitari, attraverso un rafforzamento sistematico dell'assistenza sanitaria di base in tutto il paese”.
Accelerare il potenziamento dei servizi
“I paesi – evidenzia il report - devono anche rinnovare gli sforzi per aumentare la copertura dei servizi in tutto il paese. Sebbene la copertura sia aumentata costantemente dal 2000, i progressi sono rallentati negli ultimi anni. La maggior parte degli aumenti si è verificata nei paesi a basso reddito, ma questi paesi sono ancora in ritardo. Le maggiori carenze nei servizi sanitari si riscontrano nei paesi più poveri e in quelli colpiti da conflitti”.
"Troppe donne e bambini continuano a morire per cause facilmente prevenibili e curabili semplicemente perché non riescono a ottenere le cure di cui hanno bisogno per sopravvivere", ha affermato Henrietta Fore, direttore esecutivo dell'UNICEF. "Lavorando con le comunità per fornire assistenza sanitaria di base ai più poveri e ai più vulnerabili, possiamo raggiungere l'ultimo miglio e salvare milioni di vite".
La copertura è generalmente inferiore nelle aree rurali rispetto alle città. Il rapporto cita la mancanza di infrastrutture sanitarie, la carenza di operatori sanitari, sistemi di approvvigionamento deboli e cure di scarsa qualità che portano a una scarsa fiducia tra le comunità come ostacoli importanti al raggiungimento dell'UHC.
"Il miglioramento e l'espansione dell'assistenza sanitaria di base in tutte le regioni è fondamentale", afferma Natalia Kanem, direttore esecutivo dell'UNFPA. "È il modo migliore per garantire che le persone possano ottenere servizi per coprire la maggior parte delle loro esigenze di salute dalla pre-nascita per tutta la vita."
Protezione contro le difficoltà finanziarie
Il rapporto evidenzia anche la necessità di proteggere le persone dalle difficoltà finanziarie. 
"L'obiettivo della copertura sanitaria universale rimarrà inafferrabile a meno che i paesi non prendano misure urgenti per proteggere le persone dalla caduta in povertà per pagare le cure sanitarie essenziali", afferma Muhammad Pate, Direttore globale, Salute, Nutrizione e Popolazione presso la Banca mondiale. "L'ampliamento dell'accesso a servizi sanitari primari di qualità salverà più vite e manterrà i costi sanitari accessibili".
Più persone stanno soffrendo le conseguenze del pagamento dei servizi di tasca propria rispetto a 15 anni fa. Circa 925 milioni di persone spendono oltre il 10% del loro reddito familiare per l'assistenza sanitaria; 200 milioni di persone spendono oltre il 25% del proprio reddito per la salute. E l'impoverimento dovuto al pagamento dell'assistenza sanitaria è aumentato tranne che tra i estremamente poveri.
"È scioccante vedere una parte crescente della popolazione che fatica a sbarcare il lunario perché sta pagando troppo per la propria salute, anche nelle economie avanzate", aggiunge Angel Gurria, segretario generale dell'OCSE. "L'unico posto in cui ciò non accade è nei paesi che investono sempre più efficacemente nella salute".
Il 23 settembre, i leader mondiali discuteranno di una dichiarazione di vasta portata sulla copertura sanitaria universale. La Dichiarazione elenca una serie di passi per avanzare verso l'UHC. Questi includono le raccomandazioni dell'OMS relative all'assistenza sanitaria di base, inclusa l'assegnazione di un ulteriore 1% di PIL all'assistenza sanitaria di base attraverso investimenti aggiuntivi o riallocazione.

martedì 24 settembre 2019

Gimme Shelter, canzone intorno al mondo

Playing For Change



Gimmie Shelter è un brano che volevamo cantare da anni. Questa canzone esprime l'urgenza che tutti noi abbiamo di unirci in un unico pianeta e di renderci più saggi, con le parole "Bambini e guerra ad un tiro di distanza e....Amore e sorella ad un bacio di distanza". E' veramente molto semplice. Dedichiamo questa canzone agli ultimi, a coloro che non hanno una casa, a tutte le persone dimenticate in questo mondo. E' nella solidarietà l'uno per l'altro che la gente vive.

Governo: un nuovo costume per le solite danze Costruiamo l’opposizione di classe

Fabiana Stefanoni


 
In queste settimane in tanti hanno cercato di presentare il Conte-bis come un nuovo «governo del cambiamento»: lo stesso premier lo ha definito un governo di svolta verso un «nuovo umanesimo».
Parafrasando Marx, potremmo dire che l’unico cambiamento che c’è stato è che la grande borghesia italiana ha indossato un nuovo «costume da ballo»: ora i vari Agnelli, De Benedetti, Benetton, Passera e Profumo potranno dirigere le danze con un governo considerato più affidabile del precedente.(1) Ma, a parte il costume, nulla è cambiato. Il capitalismo si avvia rapidamente verso una nuova recessione mondiale (2), il tasso di occupazione in Italia è tra i più bassi d’Europa (peggio di noi solo la Grecia), il debito pubblico ha raggiunto la cifra spaziale di 2.400 miliardi (132,6% il rapporto debito/Pil: anche in questo siamo secondi solo alla Grecia), il potere d’acquisto di stipendi e salari è sempre più basso e, non bastassero quelle già in corso, si prospettano nuove crisi industriali (ad esempio nel settore automobilistico).
 
Salvini se ne va… le sue leggi restano
Comprendiamo il sospiro di sollievo di tanti lavoratori, attivisti dei movimenti, militanti politici nell’apprendere la fine dell’era salviniana: siamo stati in prima fila nelle mobilitazioni e nelle lotte contro il razzismo dell’ex ministro dell’Interno, ne abbiamo denunciato le pericolose collaborazioni con gruppi fascisti, l’oscurantismo reazionario e il becero maschilismo. Abbiamo partecipato attivamente alla costruzione di comitati contro i famigerati Decreti Sicurezza e siamo stati nelle combattive piazze che contestavano le politiche xenofobe e reazionarie della Lega. Ma non ci accodiamo al carro di chi, facendo leva sulla giusta indignazione per Salvini, sostiene direttamente o indirettamente il governo Conte-bis.
Autorevoli esponenti del governo hanno già esplicitato quello che non intendono fare. Franceschini (Pd) in un’intervista a Repubblica ha annunciato che i Decreti Salvini non saranno aboliti. Alla domanda del giornalista che chiede «cambierete i decreti sicurezza?», Franceschini risponde così: «Recepiremo tutti i rilievi del presidente Mattarella» (La Repubblica, 12/9/2019). Un po’ come se uno spasimante chiedesse alla corteggiata «ma tu mi ami?» e lei rispondesse «conta pure sulla mia amicizia»: la risposta è implicita ma chiara, ed è no.(3) Quali erano, infatti, i rilievi che Mattarella aveva espresso in relazione al Salvini bis (approvato, ricordiamolo, col voto favorevole del M5s)? Il presidente della Repubblica segnalava non esserci, in riferimento alle sanzioni pecuniarie e amministrative per ingresso delle navi in acque territoriali italiane, «alcun criterio che distingua quanto alla tipologia delle navi, alla condotta concretamente posta in essere, alle ragioni della presenza di persone accolte a bordo e trasportate». Inoltre, veniva segnalato che la limitazione o il divieto di ingresso può essere disposto solo «nel rispetto degli obblighi internazionali dell'Italia» e che «il comandante della nave è tenuto a osservare la normativa internazionale».
In altre parole, recepire i rilievi di Mattarella significa limitarsi a rivedere (nemmeno cancellare, sia chiaro) le sanzioni contro le navi e i loro comandanti che entrano in territorio italiano. Qualcuno potrebbe dire: «beh, meglio di niente». Peccato però che i Decreti Salvini prevedano norme razziste e liberticide che vanno ben oltre il problema dell’ingresso delle navi: abolizione della protezione umanitaria, smantellamento di numerose misure di accoglienza, restrizione della concessione di cittadinanza, criminalizzazione dei soccorsi in mare, reclusione fino a quattro anni per chi occupa terreni o edifici e per chi accende un fumogeno in manifestazione o «offende un pubblico ufficiale», reclusione fino a sei anni per chi blocca una strada, estensione del daspo urbano, reclusione fino a un anno per chi partecipa ad assemblee pubbliche organizzate senza preavviso e autorizzazione, ecc.(4)
 
Le responsabilità della sinistra politica (5) e sindacale
La questione della “sicurezza” non è l’unica su cui il nuovo governo ha da subito gettato la maschera: il nuovo ministro dell’economia ha già promesso una dose doppia di sudditanza ai dettami della Troika, il che vuol dire – anche considerando l’imponente debito pubblico italiano – che si farà ciò che chiede il capitale finanziario europeo. Sudditanza, è bene ricordarlo, che non è mai mancata nemmeno col precedente governo giallo-verde che, al di là di qualche strepito e gesto simbolico, ha sempre recepito in ambito economico le indicazioni della Commissione europea e della Bce. Credere che in un’economia capitalistica in profonda sofferenza, con una crisi sociale senza precedenti negli ultimi decenni, un governo borghese intenda fare concessioni alle masse povere è come credere alle favole. In questo caso, tra l’altro, con il passaggio da un Conte-uno a un Conte-due, la favola è anche un po’ surreale: come se nel bosco a risvegliare Biancaneve con un bacio, al posto del principe azzurro, arrivasse la stessa matrigna che l’aveva avvelenata…
Se la grande borghesia nostrana ha un interesse diretto nell’alimentare le illusioni e a raccontare delle favole – perché per difendere i propri interessi miliardari ha bisogno di far ingoiare alle masse popolari il suo governo – le organizzazioni dei lavoratori e della sinistra dovrebbero denunciare con nettezza e intransigenza questo nuovo governo padronale. Invece le cose non vanno così.
Sinistra italiana ha messo le mani in pasta nel governo, strappando un sottosegretario: Fratoianni si prepara a fare la stampella di sinistra alle politiche «lacrime e sangue» del nuovo governo. La direzione di Rifondazione comunista ha prima fatto appello a Pd e M5s a costruire un governo «contro il pericolo delle destre»; ora che il governo si è costituito sostiene che «è necessario costruire un movimento e una sinistra che incalzi il governo verso quella svolta che sarebbe necessaria (...)» (6). Come se fosse possibile «incalzare» un governo che si regge sul sostegno di Confindustria, banchieri e cardinali.
Altrettanto vergognose le dichiarazioni di Landini, segretario Cgil, che ha da subito lanciato il suo endorsement a Conte e al nuovo esecutivo («Riconosco un ruolo a Conte, in Parlamento ha dimostrato coraggio politico e un profilo istituzionale importante… inoltre riconosco che è stato il presidente del Consiglio che ha riaperto i tavoli con le parti sociali», ha dichiarato al Corriere della sera). Non a caso in questi giorni Conte è stato persino ospite d'onore alla festa della Cgil, incensato da Landini. Ma pericolose ambiguità serpeggiano anche nelle direzioni dei sindacati più conflittuali e dei movimenti di lotta, con alcuni dirigenti che creano illusioni sulla possibilità di condizionare, dall’esterno, le politiche di questo governo a vantaggio della classe lavoratrice.
È un grave errore alimentare speranze che non hanno alcuna possibilità di essere realizzate: bisogna dire agli operai la verità, cioè che nulla di buono per loro potrà uscire da un governo che amministra gli affari della grande borghesia italiana; e così preparare, da subito, l’opposizione nelle piazze e nei luoghi di lavoro. Non farlo, tra l’altro, significa foraggiare ulteriormente le destre che ne approfitteranno per trainare verso lidi razzisti e sciovinisti settori della classe lavoratrice colpiti e delusi dalle politiche del governo.
 
27 settembre: prima scadenza di lotta
Il tentativo opportunista dei dirigenti della sinistra politica e sindacale di camuffare la vera natura di questo governo è destinato a far presto i conti con la realtà del conflitto di classe. La grande borghesia, conscia della recessione imminente (lo stesso De Benedetti lo ha recentemente ammesso), si prepara a sferrare duri colpi alle masse popolari. Da parte loro, i lavoratori e le masse popolari non tarderanno nel fare l’esperienza della vera natura di questo governo. Una prima scadenza di lotta è già segnata sul calendario: il 27 settembre sarà una giornata internazionale di scioperi e mobilitazioni a difesa dell’ambiente, contro il capitalismo che provoca sconvolgimenti climatici. In Italia diverse sigle sindacali di base e conflittuali e anche alcuni settori della Cgil hanno proclamato uno sciopero. Alternativa comunista fa appello a partecipare alle mobilitazioni: saremo in piazza per ribadire la necessità di costruire un’opposizione di classe a questo governo e per ricordare ai giovani e ai lavoratori che nel capitalismo non ci sono governi amici.
 

NOTE
1) Per approfondire l’analisi del nuovo governo rimandiamo alla lettura dell’articolo di Francesco Ricci “Conte-bis: arriva un altro governo anti-operaio”: 
https://www.alternativacomunista.it/politica/conte-bis-arriva-un-altro-governo-anti-operaio
2) Si veda l’articolo di Alejandro Iturbe “Siamo di fronte all’inizio di una nuova recessione mondiale?”: https://www.alternativacomunista.it/internazionale/siamo-di-fronte-all-inizio-di-una-nuova-recessione-mondiale
3) Lo stesso premier Conte ha confermato che i decreti sicurezza verranno modificati solo in minima parte: «saranno modificati alla luce delle osservazioni critiche formulate dal presidente della Repubblica, il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge, prima che intervenissero le integrazioni che, in sede di conversione, ne hanno compromesso l’equilibrio complessivo».
4) Per conoscere nei dettagli i contenuti dei due Decreti Salvini rimandiamo all’articolo di Daniele Cofani “Decreto Sicurezza Bis: sempre più razzismo e repressione”: 
https://www.alternativacomunista.it/politica/decreto-sicurezza-bis-sempre-pi%C3%B9-razzismo-e-repressione . Per quanto riguarda gli aspetti di questi decreti relativi alla repressione del dissenso, delle mobilitazioni e degli scioperi, rimandiamo anche alla campagna del Fronte di Lotta No Austerity: http://www.frontedilottanoausterity.org/19/notizie-in-evidenza/campagna-per-labolizione-del-decreto-salvini-bis-fronte-di-lotta-no-austerity/
5) Quando usiamo le espressioni “sinistra politica” o “partiti di sinistra” ci riferiamo a quei partiti che mantengono legami con la classe lavoratrice e coi movimenti di lotta; e che, indipendentemente dalle politiche che attuano, mantengono qualche legame, nella simbologia e nel nome, con le tradizioni del movimento operaio. Ci riferiamo, quindi, ai partiti che vanno da Sinistra Italiana alle organizzazioni extraparlamentari: non definiamo né il Pd né tanto meno la nuova formazione di Renzi “partiti di sinistra”, dato che sono partiti organici alla grande borghesia di cui sono i principali rappresentanti. In questo ci distinguiamo da alcuni partiti sedicenti rivoluzionari che definiscono il Pd “sinistra politica”.
(6) Vedi 
http://www.rifondazione.it/primapagina/?p=39341

lunedì 23 settembre 2019

Anche il Parlamento europeo, come Salvini, condanna il derby fra fascisti e comunisti

Luciano Granieri





Dunque anche per il Parlamento europeo comunismo e nazifascismo pari sono. E’ stato deciso con l’approvazione di una mozione che condanna, tanto l’uso   dei simboli del comunismo - chiedendo la rimozioni di monumenti che in molti Paesi  europei celebrano la liberazione avvenuta per opera dell’Armata Rossa –quanto  quelli   del nazifascismo . 

Che noia!  Meno male che Strasburgo di fatto non conta nulla, si diverte a baloccarsi con  questi distinguo storico-culturali che gli danno la sensazione di decidere qualcosa e di non essere completamente inutile, mentre come è noto a decidere è il Consiglio che ha ben altro di cui occuparsi . 
Niente di nuovo dunque, se non l’escamotage di una condanna di facciata a  razzismo  e nazifascismo utile per giustificare  il vero   colpo  mortale da sferrare  contro un’idea di società  fondata sulla giustizia sociale proposta proprio dai principi della 1° Internazionale comunista.  Quella ispirata dalla Comune di Parigi in cui si orientava la classe operaia: “alla liberazione della razza umana (TUTTA nda) dalla schiavitù conseguente  allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo,  alla depredazione economica, fisica e morale”(Marx Manifesto Comunista  1847)

Una prospettiva ben diversa  da ciò che ha animato il fascismo cosi come scritto nel Punto 7 del manifesto della razza II comma  del 1938: “La concezione del razzismo in Italia  (….) vuole soltanto additare agli Italiani un modello fisico e soprattutto psicologico di razza umana che per i suoi caratteri puramente europei si stacca completamente da tutte le razze extra-europee, questo vuol dire elevare l'Italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità”.



In effetti  che per gli Europei  esistano grandi e piccole razze, così come scritto nel documento fascista, è un fatto. Non sarebbe altrimenti possibile che esseri umani,  ricadenti nella categoria delle razze extra europee, vengano lasciate soffrire, e più spesso morire, in mare per non essere accolti dai membri delle grandi razze continentali i quali, ogni volta,  pongono dei distinguo su quante e quali persone possano violare  i sacri confini contaminando  quello “stile di vita europeo”  propugnato dalla  Van Der Layen.  

Ma,  soprattutto, quanto è odiosa  per il perfetto Cittadino  Europeo  la  parte dell’enunciato comunista  che  esorta alla  lotta contro la “DEPREDAZIONE ECONOMICA”. Quel furto ai danni dei lavoratori, perpetrato  del capitale finanziario    che i trattati della UE  mettono alla base delle dinamiche ordoliberiste vere  e proprie linee guida dell’Unione. 

E’ vero che l’idea comunista - oggi forse utopistica - partita dalla Comune di Parigi, evolutasi nella prima Internazionale, è stata sconfitta in primo luogo dal capitalismo di stato staliniano e dalla follia totalitaria stalinista, ma stiamo parlando della degenerazione strumentale di una visione per cui la proprietà collettiva dei mezzi di produzione  è diventava proprietà  unica del despota. 

Quindi  il Parlamento Europeo prima di invitare : “tutti gli Stati membri dell’UE a formulare una valutazione chiara e fondata su principi riguardo ai crimini e agli atti di aggressione perpetrati dai regimi totalitari comunisti e dal regime nazista” (testuale) dovrebbe adoperarsi esso stesso a formulare una “Valutazione Chiara”.  Perché "comunismo" è diverso da "stalinismo", mentre nazifascismo e razzismo sono sempre la stessa immondizia. 

A dire il vero  in diversi punti del testo votato dal Parlamento europeo  la definizione “regime fascista” è   associata “ regime  stalinista” ma il collegamento  sembra messo lì quasi per caso. Andrebbe spiegato ai sedicenti paladini della libertà del parlamento di Strasburgo che,  mentre la croce uncinata, il fascio littorio, evocano solo immagini di violenza e prevaricazione, la falce e martello è il vessillo che sventolava sulla Comune di Parigi è il simbolo   dell’unità fra i contadini e gli operai, cioè dell’unione delle forze  di tutti i  lavoratori per lottare contro” la schiavitù conseguente allo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, e contro la depredazione economica” . Donne e uomini,  in nome di   quel simbolo, hanno  combattuto con coraggio per  liberarci  dal nazifascismo, hanno scritto la Costituzione italiana, hanno contribuito ad un avanzamento sociale senza precedenti. 

Certo dietro la falce e martello è  anche esplosa  virulenta la dittatura stalinista con i gulag, la persecuzione e l’eliminazione degli avversari politici, a cominciare dai comunisti  Lenin e Trotsky. Ma ciò, per quanto crudele e terribile, non può criminalizzare il simbolo dell’unità dei lavoratori. Ragionando  per assurdo  anche  nel segno  della croce cristiana si sono perpetrate le peggiori nefandezze: l’inquisizione, le  guerre sante, massacri sanguinosi, tutto in nome di Cristo . Quindi bandiamo i crocifissi dagli Stati dell’Unione?  

Insomma ci troviamo di fronte all’ennesimo becero tentativo di usare un grossolano revisionismo storico per giustificare un’operazione politica che è tutta rivolta all’oggi.  Orientata, da un lato a sradicare definitivamente dall’impalcatura liberista, su cui si basa la UE, una prospettiva anticapitalista, e dall’altro a  concedere un effimero contentino alle forze sovraniste, che vuoi o non vuoi, qualche voto lo hanno preso. 

Per quanto riguarda coloro che hanno votato la mozione non mi scandalizzerei più di tanto nel leggere i nomi dei parlamentari del Pd  vicino a quelli della Lega, di Forza Italia e di Fratelli d’Italia. E’ da decenni che in nome di un riformismo costruito al solo scopo di favorire i grandi capitali, e anestetizzare i conflitti sociali,  quelli che sarebbero dovuti  venire da lontano hanno rinunciato ad andare lontano. E’ da quando l’ex comunista Luciano Violante nel suo discorso d’insediamento come Presidente della Camera nel primo governo Prodi, equiparò le scelte dei giovani repubblichini di Salò  ai ragazzi partigiani, invocando comprensione per entrambi. Guai ai vinti? No guai ai vincitori.

domenica 22 settembre 2019

IL MARTIRIO DI GAZA

Umberto Franchi



- In Israele si sono tenute le elezioni, ma qualunque governo riusciranno a fare, quasi sicuramente non cambierà le condizioni dei Palestinesi ne tano meno degli oltre due milioni di abitanti che vivono in 365 Km quadrati della striscia di Gaza, e che da 13 anni subiscono un blocco militare ed economico devastante imposto da Tel Aviv ;

- Nella lingua di terra Palestinese , i suo abitanti subiscono un blocco aereo, marittimo e terrestre spietato.. con la pesca ridotta all’osso e da 10.000 pescatori di dieci anni addietro si sono ridotti agli attali 3.500 che vivono sotto la soglia di povertà (5 euro al giorno) , perché Israele autorizza a pesca solo all’interno delle 10 miglia, sparando contro ed affondando tutte le barche ed i suoi equipaggi che splafonano l’area delimitata…;

- I Palestinesi di Gaza, governati da Hamas, chiedono sempre all’Onu di fare togliere il blocco marino… ma qualsiasi risoluzione in tal senso viene regolarmente bloccata dal veto USA… Solo chi non vuol vedere o ha il prosciutto sugli occhi, non dice che esiste un muro in tutta la striscia di Gaza con la chiusura anche delle frontiere con l’Egitto… ed Israele lascia entrare a Gaza merci per solo un quarto di quello che entrava in precedenza rendendo impossibile , o in modo adeguato anche la ricostruzione delle città ridotte in macerie proprio come facevano i Tedeschi (tabula rasa)…
- Israele sostiene che il blocco è necessario per evitare i lanci di missili da Gaza verso le città Israeliane e l’arrivo di armi ai militanti palestinesi attraverso l’Egitto… ma Israele non dice che il blocco è in violazione della risoluzione dell’ONU n. 1860 votata l’8 gennaio del 2009 e che la violazione banditesca della risoluzione ONU viene supportata anche dagli USA per tenere il popolo debole ed alla fame ;
- L’agricoltura viene praticata a ridosso dello sbarramento con un intrigo fatto di muri, recinzioni metalliche, reti di filo spinato , lungo 65 km, costruito in dispregio della direttive internazionali, ed i militari Israeliani hanno imposto il divieto di coltivazione nel 70% delle terre che prima venivano coltivate ed i militar impediscono a qualsiasi contadino di poter andare nei propri terreni sparando ad altezza di uomo e tagliando l’energia elettrica , con i contadini, che sono circa 44.000 persone, i quali devono vivere con le proprie misere entrate (non più di 100 euro al mese) …;

- Il coordinatore umanitario dell’Onu, Robert Piper, denuncia come la situazione negli ultimi anni si sia aggravata e gaza sia diventata invivibile con il 53% della popolazione disoccupata ed il 70% tra i giovani… con le strutture produttive distrutte con oltre 2.000 fabbriche distrutte, dalle due guerre scatenate da Israele nel 2006 e nel 2008, (che causarono la morte di 4.300 palestinesi e 72 raeliani) con una economia locale che è collassata ;


- La distruzione dell’unica centrale elettrica da parte Israeliana ricostruita solo in parte permette l’erogazione elettrica solo in alcune ore della giornata e l’interruzione periodica di corrente, non permette la conservazione nei frigoriferi del cibo e nemmeno la funzionalità degli ospedali , dove la corrente dura circa 4 ore giornaliere e con cure mediche condizionate dall’embargo, dove manca il 65% dei medicinali necessari alle cure e gli interventi chirurgici non possono essere garantiti a causa della mancanza di energia elettrica .

- Insomma ’assedio di Gaza da parte Israeliana colpisce rende schiavi i suoi abitanti internati in un grande lager e fa assomigliare sempre più Israele a quello che facevano i Nazisti nei loro confronti !


- Infine serve una bella faccia tosta , sostenere che sono dei terroristi, chi combatte per ridare il diritto ai Palestinesi di ritornare nelle proprie terre ed anche case… (da quando sono stati cacciati nel lontano 1948 al fine di costruire lo stato Israeliano perché esisteva oltre 2.000 anni prima…) e magari chiamare democratico il governo degli oppressori israeliani e Netanyahu, il quale dopo avere incentivato l’occupazione , da parte dei coloni, delle terre conquistate nella guerra del 1966, ha fatto la campagna elettorale dicendo che se avrebbe vinto le elezioni garantiva l’annessione ad Israele di tutta la Cisgiordania (sic)