sabato 2 gennaio 2016

Come comportarsi in caso d'inquinamento dell'aria

Associazione Medici di Famiglia per l'Ambiente (link alla pagina facebook)
Considerazioni di Luciano Granieri


Dati ARPA riguardanti la "QUALITA' DELL' ARIA" di Frosinone relativi alla giornata di Venerdì 01/01/2016.
PM10:
- Frosinone Scalo: 205 μg/m3 (livello ECCEZIONALE di inquinamento)
- Viale Mazzini: 96 μg/m3 (livello ALTO di inquinamento).
Si invita la popolazione alla visualizzazione della tabella delle raccomandazioni consigliate.




Per vedere i dati delle centraline di Frosinone, in fondo ai post del blog c'è il link al sito dell'ARPA.

Lo ripetiamo qui sotto.

 http://www.arpalazio.net/main/aria/

Per accedere ai dati è sufficiente cliccare, in alto a sinistra, sotto la dicitura ultimi report giornalieri, la data in azzurro a fianco al nome di Frosinone.

Riportiamo la tabella  qui sopra sostituendoci al sindaco Nicola Ottaviani. I medici dell'associazione "Medici di Famiglia per l'ambiente", avevano suggerito al primo cittadino di inserire , nei cartelli a messaggi variabili sparsi per la città, le raccomandazioni comportamentali correlate alla concentrazione di PM10 rilevate, di volta in volta, delle centraline,  così come descritte dalla tabella stessa. Sarebbe stato oltremodo utile per i cittadini sapere quali accortezze adottare per limitare i danni alla salute dovuti all'inquinamento. Ma è noto che i cartelli a messaggi luminosi, servono per annunciare le allegre sbicchierate organizzate dal sindaco, e non per messaggi di comune utilità. Infatti Ottaviani ha deciso di non diffondere queste notizie per non esporsi, a suo dire,   a denunce per procurato allarme. E se si dovesse arrivare a dimostrare che un cittadino  asmatico è morto perchè stava passeggiando per Frosinone Scalo mentre la concentrazione  di PM10 era, come lo è stato   il primo gennaio 2016,  di 205 mg/m3 di chi sarebbero le responsabilità? Ricordiamo anche che il nostro sindaco ha avvallato un atto aziendale della Asl, in cui non è previsto presso l'ospedale Fabrizio Spaziani, la UOC di pneumologia e i posti letto sono inferiori a quanto stabilito per legge. Rimanendo nella sfera del servizio alla popolazione, comunichiamo che è in corso il blocco totale del traffico in città fino al 7 gennaio. Blocco totale? Si come al solito, i possessori di trattori a carbone, fiat duna del 1987 e trabant del 1975 sono severamente  interdetti  all'uso del proprio mezzo.

Luciano Granieri

video di luciano granieri

venerdì 1 gennaio 2016

L’ANNO CHE VERRA’

Newsletter n° 2 del Comitato Provinciale Acqua Pubblica di Frosinone


E' di questi giorni la notizia che nel 2016 le bollette della luce e del gas saranno più “leggere”.
Un calo dell'1,2% riguarderà la bolletta della luce, mentre uno del 3,3% quella del gas.
La buona notizia è stata fornita dall'Autorità per l'Energia Elettrica, il Gas ed il Servizio Idrico che, del resto, aveva fatto un analogo annuncio alla fine del 2014 (senza che, peraltro, ne abbiamo potuto effettivamente avvertire gli effetti nell'intero corso del 2015).
Anche in questo fine 2015 bisogna rilevare come l'Autorità – la cui indipendenza è sottolineata dal fatto di essere pagata dai gestori (Acea in primis) – tralascia di fornire indicazioni circa il destino delle bollette dell'acqua.
Curiosa dimenticanza.
Possiamo ipotizzare che il fatto sia dovuto solo ad una benevola volontà di non guastare l'atmosfera festiva di queste giornate con ferali notizie.
Si, perché all'annuncio di una riduzione di qualche punto e frazione percentuale del costo della luce e del gas per noi hanno fatto seguito, per il costo del servizio idrico, aumenti (a secondo degli effetti consumi delle famiglie) dal 2012 al 2015, tra il 60 e l'80% !
E questo senza contare l'odioso conguaglio 2006-2011!
Per il 2016 non abbiamo notizie.
Le tariffe dovrebbero essere approvate e pubblicate prima della loro applicazione in ossequio al principio legale di irretroattività degli atti amministrativi.
Ma la pratica nell'ATO 5 del Lazio, in cui il gestore, quando vuole, propone, i sindaci assumono e l'Autorità acconsente, ci hanno preparato a pagare aumenti … postumi.
Come se il concessionario da cui avete acquistato l'auto l'anno passato, bussasse oggi alla vostra porta reclamando il pagamento della differenza di prezzo della vostra auto prevista sul nuovo listino.
Del resto, a chi chiedere conto e ragione?
Al TAR di Latina?
Non scherziamo, la giustizia è una cosa seria.
Prima o poi ACEA si degnerà di supplire ancora una volta ai compiti che sarebbero della Segreteria Tecnica Operativa (che continuiamo a pagare con i nostri soldi) e dei nostri cari sindaci, e “proporrà” le tariffe per il 2016.
Se si manterrà in linea con l'analoga proposta avanzata nel 2015 potremo attenderci aumenti nell'ordine del 30% che anche questa volta non scandalizzeranno i nostri affidabili e coscienziosi amministratori e renderanno felice l'ineffabile Autorità.
Vedremo se questa volta ci sarà ancora qualche bravo cittadino che affermerà di voler pagare i consumi, senza rendersi conto che è proprio il costo imposto ai consumi a non essere più tollerabile!
Vedremo se quel bravo cittadino si accorgerà che dal 2014 sono state cancellate le agevolazioni agli indigenti ed alle famiglie numerose e che ACEA se ne frega della morosità incolpevole, staccando i contatori con la complicità criminale dei giudici di Latina!
Si dirà che l'acqua si consuma ed è giusto che si paghi.
Non è così.

L'elettricità si produce e la produzione ha un costo.
Il gas viene estratto e lavorato, e questo ha un costo.
L'acqua è un bene naturale di cui tutti siamo responsabili, ma che è di tutti.
L'acqua non si paga. L'acqua non può essere negata a nessuno.
Quello che si paga è il servizio di erogazione dell'acqua, il servizio di raccolta e trattamento delle acque reflue.
Questo e solo questo si deve pagare, non l'acqua che ci consente di vivere.
E qual'è il servizio che dalla fine del 2003 ci ha fornito ACEA ATO 5 S.p.A.?
Questa è la riflessione che lasciamo per costruire insieme un 2016 migliore. 

giovedì 31 dicembre 2015

Bon anno Popolo

Luciano Granieri






Che anno sarà il 2016? Si spera  e ci  si augura che per la sfera personale di ognuno di noi sia meglio del 2015 ca va sansa dire. Molti dipenderà dalle capacità e dalla forza del singolo affinchè ciò accada .  Che anno sarà invece il 2016 per la collettività? Le prospettive sono tutt’altro che rosee.  

La nostra città, al fondo della classifica nazionale per la qualità della vita, e prima assoluta per l’inquinamento atmosferico, è sotto il giogo di un sindaco despota e orientato esclusivamente ad accontentare il blocco sociale che lo ha eletto e ad ottenere ulteriori consensi per la scalata al Parlamento. Il despotismo del nostro primo cittadino è assicurato, oltre che da un’abilità straordinaria nel  tenere buona la sua spesso litigiosa maggioranza, grazie all’idea degli assessorati a rotazione, anche dall’inconsistenza di un’opposizione resa silente dagli incubi del passato .  

Fantasmi,  portatori d'interdizione dai pubblici uffici, relativi alla precedente  gestione economica della  città, che potrebbero materializzarsi se il sindaco decidesse di autorizzare la Corte dei Conti ad indagare sulle gestioni allegre delle  precedenti consiliature .  Il risultato oggi è che neanche in presenza delle polveri sottili  che attaccano i polmoni dei cittadini, si riescono a prendere provvedimenti minimi, solo perchè  sospettati di essere lesivi per la popolarità del sindaco. A parte la farsa del blocco totale della circolazione riguardante solo  i trattori Landini a  carbone le  Trabant, non si sono presi neanche in considerazione piccole accortezze, come il divieto di sparare i botti a capodanno. 

Per il resto, la dichiarazione nella delibera di bilancio, nella quale si dichiara di non avere i fondi neanche per provvedere a interventi di ripristino di eventuali danni che dovessero, interessare gli edifici  gestiti dal Comune,  l’eliminazione degli aiuti sociali, l’aumento del costo dei servizi, a fronte di un loro peggioramento, non hanno impedito all’amministrazione di spendere a spandere, per  feste, festini , stadio di calcio.  Cifre che, proprio come dichiarato recentemente dai dirigenti del Frosinone si sarebbero tranquillamente potute risparmiare.  

Ma l’opposizione popolare è riuscita in qualche modo a limitare i danni. Gli ex lavoratori della Multiservizi, stanno vincendo parzialmente la loro battaglia in  difesa del posto di lavoro, i movimenti per il complesso archeologico delle Terme Romane, sono  riuscite a fermare la furia costruttrice del podestà di Zeppieropoli , preservando un  terreno, sotto il quale quasi certamente  esistono importanti  reperti,  da una pesante e certa  cementificazione. 

A livello territoriale, siamo sotto il bastone renziano.  Il totale asservimento dell’ex sindaco di Firenze alle multinazionali, si sta realizzando con la svendita del servizio idrico regionale ad Acea. Sappiamo tutti quanti danni il gestore abbia procurato alla Provincia di Frosinone , avendo al suo fianco sindaci e amministratori provinciali. Anche qui resta un esile ma importante baluardo, costituito dalla legge 5 del 4 aprile 2014, sulla gestione del servizio idrico integrato. Una norma,  proposta dai movimenti per l’acqua, i cui decreti attuativi ancora non sono stati approvati, che rispetta quanto decretato  nel 2011  dai cittadini, attraverso il referendum sulla gestione partecipata del servizio idrico. Anche in questo caso una piccola parte del fortino, resiste, ma non si sa per quanto,  grazie alle battaglie dei movimenti. Le stesse battaglie che stanno provando a contrastare la distruzione della sanità pubblica ciociara, funzionale a favorire le  grandi concentrazioni sanitarie private pronte a  lucrare sulla salute dei cittadini, purtroppo in questo caso gli esiti del conflitto sembrano disgraziatamente segnati. 

E passiamo alla  Nazione tutta intera. Il Segretario  Presidente, ha già provveduto a fare strame dei diritti del lavoro,  del diritto all’istruzione, della tutela ambientale. Il  decreto sblocca Italia  autorizza le trivellazioni  e liberalizza la diffusione degli inceneritori, norma decisamente in contrasto con il proliferare di aria malsana che attanaglia città grandi e piccole. Del resto, per capire la motivazione dello sdoganamento dei bruciatori di monnezza, basta vedere come dietro a questo business vi siano multi utility quotate in borsa, come Hera  o A2A.  Compagnie che si stanno spartendo con Acea anche la gestione del servizio idrico in tutta Italia. 

Nella conferenza stampa di fine anno il Presidente Segretario ha affermato che la sua permanenza al potere è legata alla vittoria del referendum confermativo , sulle riforme costituzionali. Quel pacchetto lesivo delle prerogative democratiche dei cittadini  per cui il Senato, depotenziato nelle sue funzioni esecutive,   non è più elettivo e gli organi di controllo istituzionali saranno investiti direttamente dal Presidente del Consiglio.  E’ dannatamente pericoloso questa trasformazione  del quesito, dalla valutazione nel  merito,  per altro già bocciato dai cittadini nella consultazione referendaria  del 2006, all’investitura popolare  del Presidente del Consiglio. La trasformazione di un quesito referendario in materia costituzionale, in  battaglia plebiscitaria, da l’idea di quanto poco sia considerata la Costituzione  nel cerchio magico renziano e in tutto il governo. 

In questo contesto alla, mancanza di incisività dell’opposizione incarnata quasi esclusivamente dal M5S, che spesso però va incontro a tremende cantonate, come la mozione di sfiducia al ministro Boschi, non fa riscontro un movimento popolare o di corpi intermedi incisivo nell’opporsi a tali derive autoritarie. Il  popolo è silente vittima di una pesante narcolessia alimentata anche e soprattutto dai media di regime. Ecco  ciò che ci si può augurare per il 2016 e che il popolo si svegli finalmente. Si sveglierà?  Mentre aspettiamo auguriamoci per tutti noi , un buon 2016. Bon anno Popolo.

anzichè

mercoledì 30 dicembre 2015

Voi siete leggenda: un finanziamento occulto ai neofascisti?

Collettivo Politico Comunista Sezione della Rete Nazionale: Noi Saremo Tutto




Mentre scriviamo questo articolo (ieri ndr) è in corso la partita Voi siete leggenda nella quale, allo stadio Olimpico, si stanno sfidando calciatori della Roma presente e passata: da Francesco Totti a Bruno Conti, da Daniele De Rossi a Roberto Pruzzo, da Alessandro Florenzi a Damiano Tommasi, da Marco Del Vecchio a Sebino Nela a Giuseppe Giannini. Presentata come «festa della Roma e dei colori giallorossi», la sfida è stata organizzata dall’ex calciatore giallorosso Vincent Candela e dall’associazione di promozione sportiva che presiede, la Trentadue Onlus. Secondo le dichiarazioni ufficiali il suo incasso sarà devoluto «a finanziare progetti per l’accesso allo sport dei ragazzi» (leggi) o, meglio, «ai bambini che vivono in famiglie che sono in difficoltà economiche e sociali, per aiutarli ad una crescita sana attraverso lo sport» (leggi). Per questo, tra i partner della serata, si contano  la nuova Fondazione Bambino Gesù, Actionaid e la Fondazione Bioparco di Roma. Insomma, sembrerebbe un’iniziativa positiva, che unisce passione calcistica – sia sufficiente pensare che l’accesso allo stadio è stato consentito anche ai tifosi daspati  –, prezzi finalmente popolari e benefcienza. A leggere con attenzione le dichiarazioni di alcuni ex calciatori giallorossi, però, lo scenario appare molto più inquietante: a sorpresa, infatti, emergono strani legami tra l’iniziativa benefica, un finanziamento alla Comunità Solidaristica Popoli e, non ultima, Casapound. 
A rendere palese questo legame è stato Paolo Alberto Faccini, calciatore della Roma dello scudetto del 1982-83, che durante un’iniziativa al Circolo Futurista di Casalbertone, una delle sedi romane di Casapound  – nel corso della quale un altro ex campione della Roma, Roberto Pruzzo, ha venduto un centinaio di bottiglie di vino da lui prodotte e autografate – ha affermato:
Ci tenevo a dire che io sono il promotore di queste due iniziative, la prima con Pruzzo, ovvero quella della presentazione del vino. Abbiamo scelto di farlo in questa zona popolare romanista perché abbiamo incontrato molte persone legate alla maglia. La seconda iniziativa è quella di Candela, che come me è rimasto a vivere a Roma perché questa città ti dà molto e quindi abbiamo voluto organizzare questo evento benefico. Ci tengo a dire che gli ex giocatori sono sempre entusiasti di supportare queste iniziative benefiche, ma per quanto riguardo i calciatori di oggi purtroppo è diverso, è un problema anche a causa dei molti stranieri che ci sono, si lascia poco spazio agli italiani. Mi spiace vederli che baciano la maglia dopo un gol, quello è un gesto importante. [...] Tornando all’evento del 29, il 25% degli introiti andranno all’Iniziativa Popoli da me supportata che si occupa seriamente del sociale. (leggi)
Per i meno informati è utile, a questo punto, fare un riassunto su cosa sia la Comunità Solidarista Popoli, quali attività si celino dietro la sua attività “sociale” in Birmania a favore dell’indipendenza del popolo karen e quali siano i suoi rapporti (strettissimi) con Casapound. Infatti parliamo di un rapporto, quello tra Casapound-Popoli-karen, che non è stato estemporaneo o episodico: sia sufficiente pensare che alle missioni in Birmania organizzate da Popoli hanno partecipato, negli anni, i principali leader di Cpi, come Alberto “Zippo” Palladino e Gianluca Iannone. Si tratta, quindi, di uno di quegli ambigui interventi dei fascisti del terzo millennio che, dietro presunti intenti sociali, nascondono interessi politici ed economici ben diversi.
Come si legge in un’inchiesta pubblicata nel 2012 dall’Espresso,
Ma c’è un’altra questione che in questi giorni coinvolge Casapound e in particolare il suo presunto braccio umanitario, cioè appunto la onlus La salamandra. Fra le varie attività dell’associazione, è emersa quella a favore della popolazione Karen in Birmania, una minoranza etnica dal 1948 in lotta armata per l’indipendenza. Una battaglia, quella del Knla (Karen Nation Liberation Army) che da tempo vede “aiuti” stranieri, spesso non disinteressati visto che la zona è al centro della produzione di anfetamine e del traffico di eroina.  Negli ultimi anni l’estrema destra ha fatto della lotta dei Karen una bandiera e anche Casapound ha sposato la causa con raccolte fondi, tutte in collaborazione con la onlus Popoli, fondata dal veronese Franco Nerozzi. In pochi anni questa “comunità solidarista”, come si definisce, ha fondato un ospedale da campo in un villaggio Karen e distribuisce  medicinali alla popolazione. Attività assolutamente meritoria, se la Procura di Verona non avesse scoperto che  non si limitava all’ambito filantropico. Secondo le risultanze processuali la Birmania è stato infatti il luogo di addestramento per un gruppo di volontari reclutati dallo stesso Nerozzi per realizzare un golpe nelle Isole Comore, vicino al Madagascar. […] Nerozzi, arrestato con l’accusa di terrorismo internazionale, si è sempre proclamato vittima di un equivoco ma alla fine ha patteggiato una condanna a un anno e dieci mesi. Poi, appena terminato di scontare la pena, ha ripreso l’attività in Birmania. Da qualche anno, come detto, anche col supporto di Casapound.  Dal 2008 a oggi – come ‘l’Espresso’ ha ricostruito – sono almeno quattro le missioni svolte da Casapound in Birmania fra i guerriglieri karen. Nerozzi ha sempre respinto l’accusa di aver fornito armi, equipaggiamento e istruzione militare. Anche in questo caso, tuttavia, le foto sono imbarazzanti. E se fanno sorridere le magliette dei Zetazeroalfa (il gruppo musicale di Iannone) indossate da giovani karen, assai meno bonarie appaiono le marce nella giungla insieme ai guerriglieri, fra ak47, lanciarazzi, m16, fucili di precisione e pistole di vario calibro o gli scatti che ritraggono soldati armati reggere la bandiera di Casapound.
Popoli, insomma, non è esattamente una fondazione di secondo piano, come dimostrano le numerose inchieste (e non parliamo solo di quelle giudiziarie, ma soprattutto di quelle dei compagni, perché invece sulla posizione di alcuni grandi quotidiani è meglio stendere un velo pietoso) che l’hanno vista protagonista negli ultimi anni.
Il fondatore di Popoli è appunto il giornalista veronese Franco Nerozzi che, come si legge in un’inchiesta della Nuova Alabarda del 2005, ha un passato come reporter della Rai. Con la fondazione di Popoli nel 2001 (ma secondo altre testimonianze essa risale già al 1994), Nerozzi «individuò come prima popolazione da “aiutare” quella dei Karen, abitanti sulle montagne della Birmania orientale, al confine con la Thailandia, in lotta contro il governo di Rangoon» e fautori dell’indipendenza: l’attività della onlus era (ed è) quella di portare aiuti «“direttamente ai soggetti bisognosi, recandosi nella regione dalla confinante Thailandia”, cioè attraversando illegalmente il confine birmano». Nel 2002, Nerozzi salì
agli onori delle cronache perché il suo nome era tra quelli coinvolti nelle indagini condotte dalle Procure di Verona e di Torre Annunziata su un sospetto traffico di “mercenari” (alcuni anche triestini), finiti in un giro di mercanti d’armi e di armati da mandare in varie parti “calde” del mondo a destabilizzare – o ristabilire l’ordine, a seconda del committente dell’incarico – in zone come le isole Comore, ma anche la Bosnia, il Ruanda, la Birmania. Si ventilò dunque il sospetto che l’attività “umanitaria” e “solidaristica” di Nerozzi fosse servita come copertura per altre attività illecite. L’inchiesta era nata “quasi per caso”, come spiegò il PM veronese Guido Papalia ai giornalisti, in seguito alle indagini su alcune scritte antisemite comparse a Verona. Da intercettazioni telefoniche erano emersi dei contatti tra Nerozzi e l’anziano ex “mercenario” francese Bob Denard, che aveva combattuto in Congo e che era stato ritenuto dagli investigatori interessato a portare a termine un golpe nelle isole Comore perché vi aveva investito capitali ingenti in un progetto turistico, che il governo in carica gli avrebbe impedito di portare avanti. Nerozzi aveva conosciuto Denard nel corso della sua attività di reporter di guerra, il che non provava alcuna sua “collaborazione” con le presunte attività illegali del francese. L’inchiesta si chiuse con la richiesta di rinvio a giudizio da parte della Procura per Nerozzi e per altri indagati.
Nerozzi patteggiò poi, come abbiamo detto, una pena a un anno e dieci mesi. Senza entrare nel merito della scelta del “patteggiamento”, bisogna sottolineare che nell’inchiesta su questo tentativo di golpe alle isole Comore emergono dei legami davvero “strani”. Tra tutti, quello di amicizia di lunga data tra Nerozzi e un altro degli indagati (poi prosciolto), Giulio Spiazzi (leggi), figlio del generale Amos Spiazzi, a sua volta accusato e poi prosciolto per il golpe Borghese. Una storia familiare densa di accuse di promuovere colpi di stato, insomma, quella degli Spiazzi.
Come scopriamo dal blog di Alessandro Cochi, l’ex assessore di Alemanno vicinissimo a Casapound, tra i fondatori di Popoli ci sarebbe anche proprio l’ex calciatore della Roma Paolo Alberto Faccini, che oggi è il responsabile romano della “Comunità” (leggi). Veronese anche lui, amico di lunga data di Nerozzi, Faccini sembrerebbe il vero deus ex machina dell’incontro tra Casapound, Popoli e gli ex giocatori della Roma. Un incontro che vede ad esempio l’ex giallorosso Sebino Nela tra i clienti abituali dell’osteria del leader di Cpi Gianluca Iannone, da solo (vedi) o in compagnia dell’ex collega Roberto Pruzzo (vedi). Lo stesso Pruzzo che, con l’amico Faccini, gestisce una scuola calcio alla Ferratella e che, come dicevamo, appena tre settimane fa ha organizzato un’asta di bottiglie di vino da lui prodotto e autografato proprio al Circolo Futurista di Casalbertone, luogo tra l’altroACCREDITATO per la vendita dei biglietti della partita Voi siete leggenda (leggi): un’iniziativa a cui è stata annunciata la partecipazione del solito Nela e dello stesso Vincent Candela.
I risvolti dell’iniziativa di beneficenza Voi siete leggenda si fanno, quindi, inquietanti: se è vero che, come affermato da Faccini, il 25% degli introiti della serata – a cui, in un clima di festa in cui hanno sfilato persino i figli di Totti, hanno partecipato 15mila persone che hanno pagato biglietti tra gli 8 e i 50 euro – andranno a Popoli, decine di migliaia di euro affluiranno presto nelle casse dell’ambigua associazione vicina a Casapound, con il placet più o meno tacito di alcuni degli ex giocatori giallorossi. Se le cose stanno così – e non ci sembra che, finora, ci siano state dichiarazioni che smentissero le affermazioni di Faccini – ancora una volta a essere strumentalizzati saranno stati i tifosi, la loro passione per la squadra e la disponibilità alla solidarietà. Sacrificati sull’altare del profitto economico, dei finanziamenti privatistici e «familistici», degli interessi personali, degli accordi sottobanco con le autorità per la gestione della tifoseria (e qui i movimenti di Padroni di Casa, il gruppo ultras vicino a Casapound, degli ultimi mesi potrebbero raccontare più di qualcosa…). Tutte attività in cui, tra l’altro, Casapound e le organizzazioni a essa collaterali primeggiano da sempre.

Dignità di essere Romanisti

Luciano Granieri


Il  post (qui sopra)  del collettivo politico Militant Blog,  sugli  inquietanti  retroscena  che hanno accompagnato la partita di beneficenza  “Voi siete la leggenda” organizzata da  Vincent  Candelà ,terzino della Roma del terzo scudetto, che ha visto protagonisti ex giocatori  giallorossi  insieme a calciatori romanisti in piena attività, forse getta una luce chiarificatrice su quanto sta accadendo oggi al tifo giallorosso  , in particolare quello che occupa, o meglio, occupava a la curva sud. 

Per chi non è addentro alle cose romaniste, spieghiamo che dall’inizio del campionato, i tifosi della storica Curva Sud, hanno deciso di disertare le partite, per protestare sulla divisione delle gradinate  in micro settori  delimitati da barriere in plexiglas. Provvedimento  deciso, per motivi di ordine pubblico dal super prefetto Gabrielli. La nuova disposizione logistica del pezzo di tribuna da sempre cuore del tifo capitolino, è orientata, secondo l’ordinanza prefettizia,  ad evitare l’esposizione di striscioni molto lunghi, spesso, forieri di messaggi ritenuti offensivi. L’ultimo,   forse causa del provvedimento,   quello esposto in occasione dell’incontro Roma-Napoli, del campionato scorso,  nel quale si prendeva di mira la madre di Ciro Esposito. Esposito era  il tifoso Napoletano ucciso da un ex ultrà  romanista, esponente accanito  della becera destra romana,    FUORI DALLO STADIO , in occasione della finale di Coppa Italia, disputata all’Olimpico  due stagioni fa  fra Fiorentina  e Napoli.  

Se è vero che il provvedimento di Gabrielli, spacciato per  tutela dell’ordine pubblico, è in realtà  il sordido attacco a dinamiche di condivisione e aggregazione sociale- e la passione calcistica non fa eccezione-  invise al   potere che costruisce la sua prevaricazione  sulla frantumazione dei blocchi sociali e la formazione di disperate solitudini,  se è vero che l’unico spazio consentito ai supporter calcistici , inconsapevoli o  meno, è quello funzionale a definire una cornice asettica del tifo, utile idiota per le  narrazioni buoniste  necessarie al grande business televisivo,  la presa di posizione di tifosi della curva sud  è del tutto fuori luogo.  Non  andare allo stadio  è quello che Gabirelli e il potere che a lui  si affida auspicano.

 Le rivoluzioni,  si sono sempre costruite sui luoghi. Disertare i luoghi  significa consegnarsi  al  fallimento. A questo dunque è destinata la protesta dei molti dei curvaroli romanisti che hanno ripudiato la “Sud” come luogo di aggregazione.  Il problema è  stato causato da Gabrielli?  L’obbiettivo ha da essere Gabrielli.  Anziché  svuotare lo stadio, che si vada in massa , con striscioni, bandiere, fumoni e trombe, davanti all’ufficio del super prefetto, e non ci si muova da li fino a che la questione “parcellizzazione della sud” non sarà risolta. Non riempire la curva , significa  semplicemente dargliela vinta,  fare il gioco  cioè di chi vuole, per diversi motivi, disgregare  il tifo organizzato. 

Altre campane, invece, riferiscono che, oltre alla questione delle barriere all’interno della Sud , la diserzione dello stadio sarebbe dovuta ad una contestazione verso la Società, giudicata poco presente a fianco dei tifosi e incapace di governare le vicende tecniche, causa di risultati notevolmente inferiori alle aspettative.  Personalmente ho frequentato l’Olimpico, con una certa costanza, dall’inizio dagli anni ‘70 fino allo scudetto del 2001. Anche in quei periodi  c’erano opinioni contrarie  verso l’As Roma , ma lo stadio era comunque pieno,  si discuteva, anche animatamente, sulle scelte del presidente, dell’allenatore, spesso  si era in totale disaccordo sulla formazione, sul mercato, ma quando  gli undici giallorossi entravano in campo, esisteva solo il tifo per la Roma.  

A conclusione di queste riflessioni l’evidenza dei fatti dimostra, che andare allo stadio, per coloro i quali  lo stanno disertando, non ha  lo scopo di supportare la Roma, ma è funzionale a mettere in mostra i propri disvalori di violenza, razzismo e intolleranza,    guarda caso l’immondizia celebrale che anima tutti gli adepti di CasaPound e dintorni.  A questo servivano e avrebbero dovuto servire gli ampi spazi necessari ad esporre certi beceri striscioni.   Se l’invettiva razzista, violenta, non può essere ripresa delle telecamere,  fotografata e postata sui social, perché ne è inibita la sua esibizione, allora è meglio non occupare quel palcoscenico dannatamente preso in ostaggio dalla destra più becera e violenta.  Quella che esige dai calciatori, l’umiliazione dello spogliarello in diretta TV in  caso di prestazioni, non ritenute degne della maglia che si indossa.  

Qui si inserisce un discorso sulla sincerità del tifo: si va allo stadio per tifare Roma, o per sfogare le proprie frustrazioni attraverso l’ostentamento di atteggiamenti fascisti e razzisti, inculcati da una marmaglia impegnata ad assoldare manovalanza all’interno della frangia più ignorante della tifoseria?  Ma noi della Roma non siamo  diversi   in tutto da quegli altri che stanno dall’altra parte dello stadio e che storicamente sono stati e  saranno sempre fascisti?  Riprendiamoci allora la dignità e l’orgoglio di essere romanisti e non fascisti. Fascisti sono, da sempre pure i laziali (salvo rare eccezioni.)


martedì 29 dicembre 2015

Suonate forte la musica di Lemmy

Luciano Granieri


Ian Fraser Klimster, detto Lemmy, fondatore , bassista e cantante  dei Motorhead, è morto ieri all’età di 70 anni.  La notizia della sua morte è stata annunciata a radio e Tv da  Eddie Thank.  Un vecchio amico di Lemmy. Altri l’hanno poi confermata,  compreso il leader dei Black Sabbath  Ozzy Osborne che ha scritto  ieri su Twitter: “Uno degli ultimi miei migliori amici,Lemmy,oggi è tristemente scomparso. E’ stato un guerriero e una leggenda. Lo ritroverò in un'altra vita”. In un’ intervista di oggi rilasciata al sito svedese Expressen il  batterista Mickey Dee ha confermato che:” la morte di Lemmy segna  la fine dei Motorhead. Lemmy era i Motorhead. Noi non vogliamo più fare tour,  nient’altro, neanche incidere altri dischi. Ma il marchio sopravive e Lemmy vive nel cuore di ognuno di noi.” Lemmy scopre di essere malato di cancro dopo aver effettuato alcuni esami diagnostici il 26 dicembre scorso. Un cancro talmente letale che lo ucciderà solo due giorni dopo il 28 dicembre. 

 La musica è uno strano veicolo di passioni. Alcuni generi ti coinvolgono  oltre ogni limite, quasi a rasentare la fobia, altri ti lasciano indifferenti,   altri ancora preferiresti non fossero mai nati. E’ una scala di valutazione del tutto opinabile che spesso coinvolge molti aspetti della  vita: le condizioni sociali, la politica addirittura. Già perché, è bene non dimenticarlo mai, la musica, almeno quella non preconfezionata e inscatolata, rispecchia sempre, piaccia o meno,  il mondo che la circonda, ne è fedele narratrice. 

Personalmente, dopo aver percorso le ere dell’intransigenza, mi ritrovo - proprio in virtù del fatto che comunque, quasi tutte le forme musicali raccontano le condizioni sociali e culturali in cui sono nate e si sono sviluppate - ad apprezzare e valutare serenamente ogni stile. Ma non posso fare a meno di preferire tutti ciò che deriva dal blues. Da lì è cominciato tutto.  Tutti i personaggi e i musicisti protagonisti di  jazz, rhythm’n’blues, rock, hard rock, fino all’heavy metal , che hanno scolpito nel dna il gene del blues, sono persone speciali, non c’è ombra di dubbio. 

Lemmy era uno di loro. Passato attraverso mille esperienze musicali e creative, anche lui,  secondo le migliori tradizioni dei figli del blues, è stato un innovatore. Nel modo di suonare il suo strumento (il basso),  nel modo di cantare, inconfondibile, nel modo di vivere,  sempre sopra le righe. Dall’hard rock , fino alla leggenda  heavy metal dei Motorhead da lui fondati nel 1975, Lemmy è stato un personaggio dal carisma e forza creativa trascinanti. Anche noi non possiamo fare altro che condividere quanto hanno scritto ieri i suoi compagni dei Motorhead: 

Suonate forte i Motorhead,  gli Hawkwind, la musica di Lemmy. Fatevi un drink, o più d’uno, condividete storie. Celebrate la vita di quest’uomo meraviglioso che l’ha celebrata in modo così vibrante da sé. Lui avrebbe voluto esattamente questo.”

lunedì 28 dicembre 2015

E la giustizia pur lentamente, pur riduttivamente, comincia a scalfire il muro dell’indifferenza

Comitato di Lotta per il lavoro

Dal 30 dicembre 5 lavoratori della ex Multiservizi che furono estromessi insieme ad altri 100 al passaggio delle cooperative nel 2013 tornano sul loro posto di lavoro agognato.
Si è reso necessario l’intervento della magistratura del lavoro per farsi riconoscere un diritto per il quale i lavoratori hanno lungamente protestato ma hanno anche ampiamente dimostrato dal punto di vista economico e sociale che la scelta allora effettuata dall’Ente sarebbe stata disastrosa.
Una giustizia lenta, ma puntigliosa, che ripercorrendo le tappe dei drammatici giorni di marzo e aprile 2013, è arrivata a riconoscere il diritto, quelle regole e procedure che l'Amministrazione aveva e ha “dimenticato”. Un torto, denunciato fin dall’inizio, sia dal punto di vista politico e sociale ma anche amministrativo e umano che non riusciva ad essere ascoltato, riconosciuto. La testardaggine di una azione sindacale, di una di lotta di piazza unita ad una giurisdizionale hanno reso possibile tale risultato. Questa è anche la vittoria di una Tenda che ha mantenuto alto il baluardo della dignità di centinaia di persone, del lavoro, del salario, dei servizi pubblici.
La sentenza del Tribunale del lavoro di Frosinone del 12 giugno, favorevole a 29 lavoratori esclusi, come si era già scritto, determina una nuova situazione nel quadro dei servizi previsti. Innanzitutto la “nuova” società che gestisce l’appalto si dimostra più cauta della Solco che da mesi non rispetta il dispositivo della magistratura e che non riesce a dar seguito agli accordi proposti…
Non finisce qui la storia… anzi è solo l’inizio. La Coop perdente deve coprire le spese dal 2013 al 2015 per una cifra che potrebbe avvicinarsi ai €.900.000,00. In questa direzione sono stati avviati i decreti ingiuntivi. Inoltre qualunque società si dovesse aggiudicare le manifestazioni di interesse annunciate dovrà tener presente le cause giurisdizionali già sentenziate e di quelle a venire che andranno a giudizio per un totale di 90 lavoratori, con conseguenze di milioni di euro. Per una di queste cause il Comune di Frosinone e qualcuno dei dirigenti potrebbe rispondere direttamente per circa 500 mila euro per non aver rispettato nemmeno il bando da loro redatto. In ogni caso l'Ente rappresenta il soggetto al quale i lavoratori chiederanno comunque soddisfazione se le coop dovessero… volatilizzarsi.
Una situazione pesante che il Comune aveva pensato bene di addossare completamente ai lavoratori, disintegrandone il posto di lavoro e spacchettando i servizi affidandoli incomprensibilmente a coop sociali che sono ancora in auge, alla faccia dell'anticorruzione, dopo oltre settanta proroghe in tre anni! Oggi però il vento comincia a soffiare in direzione diversa… Purtroppo la Giunta non ha alcuna volontà di ricondurre tutto ad una trattativa con la newco sul tavolo. Preferisce radicalizzare la contrapposizione rischiando sconfitte pesanti sul piano giuslavoristico piuttosto che ritornare a parlare di politica di gestione dei servizi pubblici.


Video di Luciano Granieri

Avvocato in attesa di giudizio

Stefano Ceccarelli

Dicembre 2025. Nelle aule di tribunale di una siccitosa città di provincia del centrosud d’Italia si svolge il processo a carico dell’ex-sindaco in carica dieci anni prima. L’imputato è accusato di omicidio colposo a seguito della morte per tumore maligno di una donna di mezz’età. Il testimone chiave del procedimento è una molecola di benzopirene, che nell’udienza clou del processo ha rilasciato sotto solenne giuramento la seguente dichiarazione: “Mi chiamo benzo[a]pirene, sono un idrocarburo aromatico policiclico con azione cancerogena. Sono nato il 28 dicembre 2015 all’interno del motore diesel di una vecchia automobile di classe Euro 3 come sottoprodotto della combustione del gasolio per autotrazione. Come ricorderete, in quegli anni praticamente tutti i veicoli in circolazione erano ancora alimentati con combustibili fossili inquinanti, mentre le auto elettriche ricaricate con energia rinnovabile che vediamo oggi percorrere silenziosamente le strade cittadine erano ancora pressoché sconosciute…” Sì, sì, va bene – lo interruppe il giudice – lo sappiamo, non si perda in chiacchiere, vada avanti! “Mi scusi signor giudice. Dunque, dicevo, io devo la mia esistenza alla combustione imperfetta che ebbe luogo nel motore di quella vettura che, a quanto seppi in seguito, aveva regolarmente superato la revisione periodica pur in presenza di livelli sensibili di polveri sottili rilevate dall’analisi dei fumi, livelli che comunque rientravano nei limiti di legge per le auto diesel di quella categoria. Fuoriuscii dal tubo di scappamento aggrappandomi ad una particella microscopica classificata con la sigla PM2,5, cioè con diametro inferiore a 2,5 micron. Una volta all’aperto, mi guardai intorno e mi resi conto di trovarmi in una strada del centro cittadino affollata di pedoni. C’era il sole, l’aria era stagnante, non pioveva da due mesi e il clima era mite per il periodo dell’anno, certo non caldo come oggi, ma insomma credo che in quell’anno 2015 molta gente cominciò ad avere la consapevolezza che i cambiamenti climatici stavano diventando un problema drammatico con cui bisognava in qualche modo fare i conti…” Ok, ok – lo incalzò ancora una volta il giudice – prosegua la sua esposizione e vada al dunque! “Insomma – continuò la molecola – dopo un po’ che svolazzavo in mezzo al caos cittadino sorretto alla mia particella di polvere venni improvvisamente risucchiato dalle narici di quella donna e finii col depositarmi in un alveolo del suo polmone sinistro su cui la microparticella che mi trasportava aderì. Passai quindi cinque lunghi anni della mia vita incastrato nel DNA di una cellula del tessuto polmonare di quella poveretta: purtroppo così facendo il meccanismo che regola la replicazione cellulare fu gravemente compromesso, e ad un certo punto ebbe inizio una riproduzione incontrollata delle cellule che finì col produrre una massa tumorale, che in seguito metastatizzò. Beh, si sa come vanno queste cose, per farla breve quando il tumore le fu diagnosticato era già troppo tardi, si cercò di tenerlo sotto controllo in vari modi ma dopo alcuni anni e molte sofferenze la poverina morì. Questo è tutto, vostro onore”.
A seguire, l’arringa della parte civile evidenziò che l’imputato era da ritenersi direttamente responsabile della morte della donna in quanto, per timore di non essere riconfermato sindaco nelle elezioni amministrative che si sarebbero svolte di lì a poco più di un anno, si era limitato a provvedimenti di limitazione del traffico veicolare di facciata pur in presenza di valori delle polveri sottili largamente e per lungo tempo al di sopra dei limiti di legge. A nulla valse l’agguerrita difesa dell’ex-sindaco (ironia della sorte, anch’egli a suo tempo “principe del foro”), che tentò puerilmente di aggrapparsi alla circostanza che le anomale condizioni metereologiche di quel periodo non avevano permesso la naturale dispersione degli inquinanti in atmosfera: sulla base della decisiva testimonianza della molecola di benzopirene l’ex-sindaco fu condannato per omicidio colposo per aver omesso di adottare idonei provvedimenti a tutela della salute dei cittadini da lui amministrati.
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Riflettiamo un attimo: se le molecole cancerogene potessero parlare, o se solo se ne potesse tracciare il percorso dalla loro formazione fino a conoscerne gli effetti su ogni singolo individuo che le avesse inalate, chi di noi in qualità di membro della giuria popolare avrebbe voluto assolvere l’ex-sindaco nella favoletta appena raccontata? Del resto, volendo tentare di attenuare le responsabilità dell’amministratore, a chi altri si potrebbe legalmente addossare la colpa della morte della donna? Non certo all’automobilista, che era alla guida di un’auto regolarmente revisionata e legittimata a circolare, né alla casa automobilistica che l’ha prodotta nel rispetto formale delle leggi vigenti all’epoca. Il sindaco, al contrario, era edotto dei gravi rischi per la salute del particolato emesso dai motori diesel, era consapevole dell’abnorme superamento per più di 100 giorni dei limiti di legge per le PM10, sapeva che la sua città era in testa alle classifiche nazionali in quanto a inquinamento atmosferico, aveva il dovere di tutelare la salute pubblica e ciononostante decise di non farlo, o almeno non nella misura che sarebbe stata necessaria. Mentre altre città disponevano le targhe alterne o dei veri blocchi totali del traffico, egli ebbe pavidamente timore di inimicarsi gli automobilisti della sua città, forse giudicandoli incapaci di comprendere le ragioni del disagio che avrebbero dovuto sopportare, e decise di proibire la circolazione per tre giorni alle sole auto Euro 0 e 1 a benzina ed Euro 0, 1 e 2 a gasolio, cioè in pratica quasi a nessuno.
Se le molecole potessero parlare potremmo facilmente mettere in relazione ogni singolo caso di decesso con la causa scatenante, e la grave accusa di omicidio colposo a carico di un sindaco a cui istituzionalmente spetta l’onere di disporre le misure contingibili e urgenti in situazioni di emergenza sanitaria non suonerebbe ingiuriosa o provocatoria ma fondata e circostanziata. Ma per fortuna dei sindaci le molecole non parlano, anche se al loro posto parla la scienza, e parla chiaramente. Il conto è presto fatto: sulla base dei dati dell’Agenzia europea dell’ambiente, che stima in 59.500 all’anno le morti premature in Italia attribuibili al PM2,5, una città di 50.000 abitanti come quella considerata nella favoletta di cui sopra dovrebbe celebrare ogni anno circa 50 funerali a causa delle polveri sottili. Francamente, anche volendo considerare tutte le altre potenziali sorgenti di particolato, è difficile non credere che almeno una decina fra questi decessi siano imputabili al traffico automobilistico e alla sua mancata limitazione deliberatamente disposta dagli amministratori locali.
L’emergenza smog di queste settimane in Italia e il dramma che stanno vivendo megalopoli come Pechino, avvolta da mesi in una cappa mortale, aggiungono, se mai ce ne fosse stato bisogno, un’altra vagonata di buoni argomenti a tutti coloro che spingono perché l’era delle fonti fossili volga al termine nel più breve tempo possibile. Smetterla di estrarre e bruciare petrolio e gas non è solo necessario se vogliamo difendere la Terra dalla incombente catastrofe rappresentata dai cambiamenti climatici, ma è anche largamente desiderabile se si vuole liberare una volta per tutte l’aria delle nostre città dai veleni e preservare la nostra salute.
PS: Nella favoletta iniziale, ogni riferimento a città e persone realmente esistenti è puramente casuale…

domenica 27 dicembre 2015

Tormentoni nocvi

Luciano Granieri


Frosinone. La vettura ecologica, verde, che potrà circolare sempre anche nei giorni più inquinati



Ogni anno ha il suo tormentone. Di solito le fobie mediatiche, tipo le aggressioni dei pitbull,  le rapine in villa, la movida violenta, spuntano nei mesi estivi. Quest’anno, in omaggio al surriscaldamento del pianeta il tormentone è uscito fuori per le feste di Natale. Ci riferiamo all’inquinamento. 

Qualcuno potrebbe obiettare che l'abnorme presenza  degli inquinanti nell’aria è una cosa seria, non è fatto da derubricare a tormentone. E’ vero, ma l’aria malsana nelle nostre città, non è fatto di ieri. Così come da tempo è noto il percorso suicida  determinato dall’inquinamento globale nell’atmosfera.  

Disgraziatamente non piove e non tira vento, perché il surriscaldamento del globo, dovuto alla massa di emissioni, ha contribuito a tale modificazione climatica.  Di conseguenza  i sensori di rilevazione degli inquinanti poste nelle città hanno fatto tilt. Da qui il tormentone. Nel leggere gli articoli allarmistici, le grida e gli alti lai di amministratori e dirigenti pubblici, si percepisce un sottile rammarico, non per il fatto ché l’inquinamento sia a livelli umanamente insopportabili,   ma  perchè questo è  rilevato dalle  centraline.

Le  auto diesel di ultima generazione, ad esempio, quelle equipaggiate del famoso filtro anti particolato (Fap), sono eccellenti in questo senso,  in molti casi di limitazione al traffico possono comunque circolare. Perché inquinano meno di un diesel euro 1 o euro 2 ? Sbagliato, perché  il   filtro  blocca il particolato,  non lo elimina ma  lo brucia e rilascia   in atmosfera particelle molto più piccole,  devastanti  per i polmoni   ma invisibili alle centraline.   

Certo per i sindaci è una rogna inimicarsi intere schiere di elettori,   essendo costretti  a determinare limitazioni al traffico, mal sopportate da quasi tutta le cittadinanza. Se si potessero modificare i marchingegni  di rilevazione ? Un po’ come ha fatto la Volkswagen alterando il software  sulle emissioni in sede di collaudo. Insomma sta’ storia dell’inquinamento  è una faccenda che costringe a disturbare troppa gente. Gli automobilisti, i commercianti che lamentano la scarsità di affari a seguito delle limitazioni al traffico, le aziende che devono dotarsi di filtri costosi per limitare le emissioni nocive,  il sindaco stesso che non può più ricrearsi nell'ufficio un micro clima tropicale in pieno inverno . 

E allora? Bisognerebbe trovare una soluzione tipo quella escogitata a Parigi , in occasione della conferenza internazionale sul clima la famosa COP21. L’accordo raggiunto in pompa magna dai 200 paesi partecipanti prevede l’impegno a limitare l’aumento della temperatura globale  a + 1,5° anziché i 2° stabiliti nel 2009. Per centrare l’obbiettivo, bisognerà iniziare a produrre risultati dal 2020, ( e fino al 2020?). Ma l’aspetto più importante riguarda l’accettazione da parte dei suddetti paesi del ditkat dei petrolieri, i quali hanno ottenuto che non si citasse il concetto di  decarbonizzazione dell’economia. Per raggiungere l’obbiettivo dunque si farà ricorso  alla neutralità dei gas serra. Cioè la somma delle emissioni in atmosfera deve essere pari alla somma  delle emissioni assorbite in modo persistente dalle bio masse (foresta, suolo) o catturate e stoccate sotto terra. E’ un po’ come se per ridurre i fumi di un fuoco che brucia in casa, non si spegne il fuoco, ma si aprono le finestre e le porte per fare uscire il fumo.  

Ecco una cosa del genere ci vorrebbe anche nelle città. Un provvedimento dalla grande visibilità ma che, in fondo in fondo,  non modifichi il solito gradito e nocivo tran tran   quotidiano. E si sa il nostro sindaco Ottaviani in questo è maestro.  Per  domani 28 dicembre e per i successivi giorni del 29 e 30 è prevista la chiusura totale al traffico veicolare all’interno dell’anello urbano. Evviva non circola nessuno! Non proprio.  La limitazione riguarda i veicoli a benzina euro 0, euro 1 e diesel  euro 0, euro 1 e euro 2. Cioè non potranno circolare le auto più obsolete, quelle immatricolate nel secolo scorso.  E quanti ce ne sono di questi cimeli a Frosinone? Una città che, espressione della più becere consuetudini borghesi, ha eletto la bella macchina a simbolo del proprio elevato stato sociale, anche se ottenuto a suon di debiti? 

Nel nostro Capoluogo pullulano i suv (quelli col  già citato filtro Fap di ultima generazione). Neanche nel Colorado, nel Nevada e nel  Canada messi insieme circolano tanti suv come a Frosinone.  Dunque di quale blocco totale andiamo cianciando! Solo qualche poveraccio sfigato,  possessore di una Fiat Duna berlina del 1988  o di una Trabant del  1972,  potrà avere qualche fastidio, ma per il resto non cambierà granchè. Però ai media, anche nazionali, risulta che nella nostra  città è in atto una drastica misura anti smog.  

Perché invece non adottare un provvedimento semplice semplice se proprio non si vuole disturbare più di tanto l’elettore? . Eliminare i parcheggi a pagamento. Gli  automobilisti, inquineranno meno se non costretti a girare per trovare una striscia bianca su cui ricoverare  la macchina. E’ possibile o il gestore privato della sosta,  grande muratore del basso Lazio si incazza?   A proposito di notizie estive martellanti:  le stragi dei migranti nel Mediterraneo hanno riempito i media per tutta l’estate e anche oggi, ma questo non è un tormentone, è una vergogna per  tutta l’umanità cosiddetta civilizzata.

Siccome siamo anche un blog di servizio , vi diamo la possibilità, cliccando QUI di verificare  a quale categoria appartiene (euro -0, 1, etc) la vostra vettura e quindi se potrete circolare oggi domani e dopodomani.