Dichiarazione di Massimo Villone, presidente
del Coordinamento per la democrazia
costituzionale
Il
Presidente della Camera informa che per ragioni di coronavirus è stata decisa
con il consenso di tutti i gruppi “una riduzione concordata nel numero di
deputati che affluiranno a Montecitorio che garantisca la proporzionalità fra i
gruppi stessi e il plenum della maggioranza assoluta dei componenti”. È un vero e proprio contingentamento degli
accessi, radicalmente e insanabilmente incostituzionale.
Il diritto di partecipare ai lavori e
di votare è l’essenza della funzione di ciascun parlamentare, e quindi della funzione di
rappresentanza dell’assemblea. Non c’è
nessuna autorità, monocratica o
collegiale, che possa privare di tale
diritto il parlamentare, fuori dei ristrettissimi casi che i regolamenti
contemplano, a fini essenzialmente sanzionatori (Camera, art. 58 segg.; Senato,
art. 66 segg.). Meno censurabile appare la decisione del Senato, che fa
riferimento a un “voto per scaglioni e attraverso appello nominale”, tale
quindi – a quanto sembra di dover intendere - da consentire comunque il voto a
tutti i senatori.
In ogni
caso, colpisce la stupidità politica di una scelta che tutela la sicurezza dei
parlamentari al di sopra della necessità che l’istituzione Parlamento dia al
paese un esempio di fermezza e di capacità di resistere in una condizione
difficile. Un regalo ai nemici della “casta” e a chi vorrebbe sostituire il
Parlamento rappresentativo con gli strumenti – attaccabili solo dai virus
informatici - della democrazia diretta in rete.
Roma, 10
marzo 2020
Nessun commento:
Posta un commento