mercoledì 30 gennaio 2013

Alle elezioni regionali non votiamo la vergogna

Luciano Granieri



Le parole dette da un assonnato e inebetito Berlusconi sulla bontà dell’operato di Mussolini , leggi razziali a parte, in occasione della sua inopportuna partecipazione alla cerimonia milanese in ricordo delle vittime della Shoah,  sono vergognose. Ma la vergogna scaturisce non per la persona  che ha espresso il concetto, un personaggio dall’ignoranza infinita, nè  dall’affermazione in sé. La vergogna  emerge sorda e dolorosa nel constatare, come sostenuto da Brunetta, che il pensiero di Berlusconi sul duce è comune a molti italiani. In fin dei conti quell’italietta borghese che ha permesso l’avvento del fascismo non  è mai morta. E’ vero se non ci fossero state le leggi razziali e la folle decisione di entrare in guerra al  fianco della Germania, Mussolini avrebbe governato  ancora a lungo. Quanto volte ho sentito raccontare da mio nonno, uno che strappò la tessera del fascio dopo il delitto Matteotti,  e da altri anziani  che la gente allora non si faceva troppi problemi. In fin dei conti se iscriversi al partito fascista, mandare i propri figli alle pagliacciate del sabato, consentiva di vivere facendosi gli affari propri , e  ottenere un lavoro anche misero ma utile a tirare avanti, quale era lo scandalo. Le squadracce? Le persecuzioni?  E a chi interessavano?  Anche oggi se votare qualche notabile post fascista, ex democristiano permette, non già di avere un lavoro, ma una bolletta della luce pagata,  dove sta lo scandalo. La verità è che il fascismo non è mai stato debellato, perché ha sempre fatto comodo. Utile a gravarsi del  lavoro sporco di repressione violenta contro il conflitto sociale disturbatore delle dinamiche di  espropriazione dei diritti della gente comune da parte della classe finanziaria e industriale. La vergogna vera è apprendere che il sindaco di Cesenatico spende del denaro pubblico per destinare uno spazio della cittadina all’esposizione di un busto di Mussolini. Vergogna vera è  veder sorgere ad Affile un mausoleo in ricordo del macellaio Maresciallo Graziani. L’insulto verso quei poveri cristi che hanno sacrificato la loro vita per permettere ad una massa incolta di liberarsi dal tiranno era inscritto nelle liste elettorali già dal 1946.    Infatti il simbolo della fiamma che arde sulla tomba del duce, logo del movimento sociale,  partito fondato dai reduci di Salò, faceva bella mostra di sé accanto ai simboli degli altri partiti, nonostante la costituzione ne vietasse l’esistenza.  E gli eredi di quei  reduci di Salò con il loro bagaglio di intolleranza razzista infestano ancora oggi con la  loro presenza le liste elettorali, senza che nessuna altra forza politica, a parte qualche innocuo sussulto di indignazione, si mobiliti per far  rispettare la legge che vieta ogni manifestazione pubblica di apologia del fascismo.  Questi spocchiosi reduci, grazie alla compiacenza e al lassismo di chi doveva e deve vigilare sulla tenuta democratica del nostro Paese, sono riusciti ad infettare con  il germe della loro disumanità un’ampia parte del mondo  giovanile, infiltrandosi nelle scuole,nelle curve degli stadi, partorendo sciagurate aggregazioni come CasaPound, i fascisti del terzo millennio. Si è talmente rovesciata la verità storica, per cui si deve sopportare  la nipote del duce che in una delle ultime  commedie elettorali televisive  rivendica rispetto per il fascismo e per  il nonno ritenuto un grande statista. Il sindaco di Roma è un altro enfant prodige  fascista fino alle midolla . La desolazione delle elezioni  regionali nel  Lazio emerge in tutto il suo squallore. Ben quattro candidati su dodici sono dichiaratamente  fascisti: Storace de “La Destra” , Di Stefano per “CasaPound”,  Fiore di “Forza Nuova” e Romagnoli candidato per la “Fiamma Tricolore” Questa gente non solo non dovrebbe essere ammessa alla contesa elettorale, secondo la legge  Scelba e la Costituzione, ma non potrebbe neanche esprimere pubblicamente la propria  insana posizione.  Purtroppo  se nessuno si oppone a questa deriva, limitandosi a versare lacrime di coccodrillo quando un Berlusconi o chi per lui straparla, e se comunque c’è chi è disposto a sostenerli e votarli,  i cittadini sinceramente democratici non possono fare altro che denunciare e purtroppo subire. Allora da questo piccolo spazio web non resta che lanciare un  appello.  Come già ho scritto più volte alle politiche praticherò l’astensionismo attivo.  Per le regionali ancora non ho preso una decisione, non so se andrò a votare e per chi voterò, ma nello scenario del voto regionale è indispensabile l’appello a non votare la “VERGOGNA” .  Accordare la propria preferenza ai soggetti sopra citati è antidemocratico e fuori legge . Se le istituzioni non lo hanno capito permettendo la candidatura dei post fascisti,  che sia  quella parte di popolo consapevole e non beota  a sancire l’incompatibilità democratica di questa gentaglia.

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