giovedì 30 dicembre 2010

Una anno di Aut-Frosinone

di Luciano Granieri, Fausta Dumano, Luc Girello



Questo piccolo viaggio, che dura poco meno di un quarto d’ora, ripercorre le tappe salienti di una anno vissuto intensamente dal nostro piccolo blog di quartiere “Aut-Frosinone”
http://aut-frosinone.blogspot.com/  dal finestrino si può ammirare   in pillole   la strada  che abbiamo percorso nel 2010. Un’avventura che ci ha portato spesso nelle strade e nella piazze affianco di  chi ha manifestato e ancora manifesta  affinché vengano rimossi gli ostacoli, ormai insormontabili, “di ordine economico e sociale, che limitando di fatto la libertà  e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica del Paese” (Art. 3 Costituzione) .  Tali ostacoli li conosciamo bene, si chiamano precarietà del lavoro, distruzione di  sanità e istruzione pubblica, impoverimento culturale,  imbarbarimento sociale generale. Abbiamo altresì cercato di promuovere e supportare, per quanto nelle  nostre possibiltà, l’attività di musicisti, pittori, scrittori, poeti per testimoniare che l’arte e la cultura esistono anche nella  la nostra Provincia ricca  di talenti  che   non meritano di essere mortificati dallo scippo di risorse necessarie a pagare la crisi innescata dal sistema capitalista. Vogliamo ringraziare gli amici che hanno viaggiato con noi in questo anno tribolatissimo a cominciare da Pierluigi Fanfera, Mario Saverio Morsillo, Francesco Notarcola, Angelino Loffredi, Patrizia Monti, Alfonso Cardamone,  Claudio Martino, Fiorenzo Fraioli  di Ecodellarete , Isa Giudice, Maria Grazia Fanfarillo, Sydney Levy di Jewish Voice for peace ,  che spesso ci inviano post e segnalazioni . Un ringraziamo  anche agli amici COMPAGNI DI PIAZZA,  Andrea Cristofaro, segretario del circolo Spartacus di  Rifondazione Frosinone, Andrea De Marchis, del Partito dei Carc, Francesco Raffa, dei Verdi di Frosinone assessore comunale all’ambiente,  Bruno Roveda di Sinistra Ecologia e Libertà Frosinone, Nando Simenone, di Sinistra Critica Roma, Fabiana Stefanoni e Davide Margiotta, del partito di Alternativa Comunista - Lega internazionale dei lavoratori, Ilaria Capogrossi,  dei giovani comunisti,  Luigi Sorge del Partito Comunista dei Lavoratori, Giuseppina Bonaviri dell’Italia dei Valori di Frosinone, Fulvio Pica e Severo Lutrario, del comitato per l’acqua pubblica di Frosinone,  Oreste Della Posta, del circolo “20 ottobre” Vanessa Savone e Nicla Langiu, di Rifondazione Ceccano e qualche volta operatrici di Aut. Per le attività culturali un GRAZIE GROSSO COME UNA CASA VA  A  Sabrina e Alida di Ithaca,   a Gianluca “Wood” Pucci del Satyricon, ai musicisti dei GANG , Mojo Coffè Blues e Disamistade , ai Jazzisti, Gerardo Iacoucci ,  Mauro Bottini, agli scrittori Carla Verbano, Guido Caldiron che è anche giornalista di “Liberazione” e ancora Alfonso Cardamone, al giornalista  Rocco Lancia e il suo collettivo Artqube, ad Antonio Limonciello e la sua organizzazione artistica “03100”. Un ringraziamento particolare è destinato a chi saltuariamente ci ha concesso la sua collaborazione vale a dire i giornalisti Giuliana Sgrena de “il manifesto” Checchino Antonini di “Liberazione”, il musicista Daniele Sepe.  Sicuramente avremmo dimenticato qualcuno non ce ne vogliano  le vittime della nostra smemoratezza. Chi  non dimenticheremo mai, e per questo  un velo di tristezza offusca   i nostri occhi e rattrista i  nostri cuori,  è   una persona speciale, il  giovane pittore Massimiliano Chiodi meglio conosciuto con il nome di Milton, artista irrequieto scomparso nella primavera scorsa . Per concludere un  grande grande GRAZIE   ai nostri naviganti cosiddetti passivi che ogni giorno hanno la pazienza di leggerci. IN OGNI CASO A TUTTI INVIAMO I MIGLIORI AUGURI DI   BUON ANNO.....PROPRIO A TUTTI? .... NO escludiamo I BANCHIERI , LE ISTITUZIONI FINANZIARIE MONDIALI,  LE MULTINAZIONALI che in Nome del profitto di pochi affamano la popolazione planetaria , I POLITICI , che si fanno esecutori dei misfatti ordinati dalla finanza, IL DELINQUENTE DEL CONSIGLIO  E IL SUO CODAZZO DI MANOVALANZA SQUADRISTA E FASCISTA PROTETTA DA MAFIOSI E PIDUISTI, I SUOI  PAPPONI  PREGIUDICATI , LE SUE PROSTITUTE E  LACCHE’  I SUOI AVVOCATICCHI DI QUART’ORDINE che lo difendono dal giudizio della magistratura e in suo nome distruggono il nostro Paese  , I MANAGER ALLA MARCHIONNE, ALLA MONTEZEMOLO E I SINDACATI LORO PORTABORSE, che hanno fatto scempio della dignità del lavoro, riducendo i  lavoratori a merce di scambio in nome di una competitività che deprime e uccide chi di lavoro vive e arricchisce chi con lo sfruttamento dei lavoratori si arricchisce.  DI NUOVO I PIU’ SINCERI AUGURI TUTTI GLI  INCLUSI NELLA NOSTRA LISTA.
La Redazione di Aut- Frosinone
Fausta Dumano
Luciano Granieri, o Luc Girello a seconda dei casi

I brani che accompagnano le immagini sono:
Gioia e Rivoluzione (Area), Saluteremo il Signor Padrone (Gang), Senza Bandiera (Casa del Vento)
Scirocco (Riccardo Tesi e Banditaliana)



Terroristi sardi tentano di espugnare Roma

di Luciano Granieri



Immaginate di raggiungere Roma da  Frosinone    per  partecipare ad un presidio di protesta   P.zza Montecitorio. Partite in pullman assieme ad altri compagni del vostro movimento . Giunti all’area di servizio Roma Sud, il torpedone si ferma. Un caffè all’autogrill e poi si riparte . Ma ad attendervi c’è un immane dispiegamento di forze dell’ordine che vi impedisce di proseguire, sostenendo che il vostro presidio non è stato autorizzato. La polizia vi contesta ciò , NON NEL LUOGO SCELTO  PER LA MANIFESTAZIONE, MA PRIMA CHE VOI CI ARRIVIATE ALLA MANIFESTAZIONE . A seguito delle vostre proteste, venite aggrediti e  manganellati dalle GUARDIE. Ad alcuni altri vostri compagni che hanno scelto di raggiungere Roma in treno per partecipare al medesimo  presidio, accade lo stesso. Alla stazione   di  Ciampino vengono fatti scendere da altre forze dell’ordine  , che li bloccano , manganellano chi protesta  e gli impediscono di arrivare a destinazione .   E’ uno scenario allucinante da regime di quart’ordine neanche nella peggior repubblica della banane. Invece un episodio simile, forse anche più grave è avvenuto realmente martedì 28 dicembre nel porto di Civitavecchia.  Duecento rappresentanti del Movimento dei Pastori Sardi (Mps), provenienti da Olbia, intendevano raggiungere il ministero dell'Agricoltura a Roma per tenere una presidio-conferenza stampa in cui avrebbero illustrato pubblicamente in  piazza la drammatica situazione in cui versa la pastorizia in Sardegna e contestualmente avrebbero denunciato l’indifferenza e l’insipienza  mostrata  dal ministro delle Politiche Agricole Giancarlo Galan nell’affrontare la questione. Ben altra attenzione era stata riservata al problema delle quote latte tanto caro agli allevatori leghisti, risolto in modo truffaldino e illegale  . l’Mps aveva organizzato il trasferimento dal porto di Civitavecchia con cinque pullman. Ad attendere gli allevatori del Movimento pastori sardi (Mps) nello scalo laziale c'erano Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza che hanno bloccato e sequestrato i pullman e denunciato tutti per manifestazione non autorizzata. Denuncia illegittima perché la nostra Costituzione esclude che si debbano “autorizzare” le riunioni che si tengano  in luoghi pubblici, stabilendo invece che per  il loro svolgimento  sia semplicemente necessario un  preavviso (che il presidio fosse noto alle autorità è dimostrato dal fatto che si sia voluto impedirne lo svolgimento), né sussistevano “comprovati motivi di sicurezza o di salavaguardia dell’incolumità pubblica”   per impedire il presidio. Fra i duecento pastori sardi, tutti disarmati, c’erano anche donne vecchi e bambini. Alle giustificate proteste di chi si vedeva depredato della libertà di manifestazione partiva la solita carica della polizia con una serie di manganellate molto più che preventive. Con la violenza è stato bloccato anche il tentativo dei pastori  di raggiungere Roma con il treno.  Morale il tentativo di manifestare pacificamente si è risolto con il ritorno    coatto verso la Sardegna  su un traghetto  scortato  delle forze dell’ordine, neanche si trattasse del trasferimento di pericolosi malviventi. Facendo un rapido calcolo rileviamo che in un colpo solo sono stati violati ben tre articoli della nostra costituzione: art.16 “Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o sicurezza. Nessuna restrizione può essere determinata da ragioni politiche....”  Agli allevatori sardi è stato impedito di raggiungere Roma. Art.17. “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi. Per le riunioni anche in luogo aperto al pubblico  non è richiesto preavviso. Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza  o di incolumità pubblica” Evidentemente questo articolo non vale se le riunioni pacifiche devono tenersi a Roma città amministrata dal fascista Alemanno.  Art.21 “ Tutti hanno il diritto di manifestare il proprio pensiero con la parole, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione...”  Stabilito questo ci chiediamo, dopo i tentativi di criminalizzare il dissenso, di istituire gli arresti preventivi prima dei cortei, cosa altro deve accadere perché qualcuno dell’opposizione insorga. Accertato che al ministero della difesa siede un fascista che nel 1973 a Milano organizzò e capeggiò una manifestazione di neofascisti  talmente moderata e non violenta che alcuni suoi camerati  tirarono bombe a mano sulla polizia, uccidendo un agente (Antonio Marino, 23 anni), accertata la sindrome fascista e razzista di chi occupa la poltrona di ministro dell’interno, anch’egli pregiudicato e condannato per resistenza a pubblico ufficiale, accertato che chi invita i genitori a non mandare i propri figli alle manifestazione perché infarcite da assassini, era anch’egli uno  squadrista e picchiatore fascista, COSA ALTRO SERVE PER FAR INSORGERE CHE SI DICE PALADINO E STRENUO  DIFENSORE DELLA COSTITUZIONE ANTIFASCISTA?  SVEGLIATEVI!!!! SVEGLIAMOCI!!! PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI 


Lettera aperta al segretario del Pd dott. Lucio Migliorelli

da  Oreste Della Posta





L’anno che si appresta a venire sarà foriero di una maggiore sofferenza sociale, acuirà la già grave crisi economica ed occupazionale della nostra Provincia.  Ci sarà una sempre maggiore disaffezione dei cittadini verso la politica che troppo spesso, per non dire sempre, è impegnata in discorsi lontani ed astratti  non dando risposte concrete alle loro esigenze.
            Nell’augurarti un buon lavoro per il 2011, noi, come Associazione Politico-Culturale “20 Ottobre”, riteniamo che tu erediti un Partito Democratico in provincia di Frosinone in una situazione estremamente difficile, impegnato in continue guerre di bande, e che trascura confronti anche accesi su programmi, idee, progetti per il rilancio politico, culturale, sociale ed economico della Ciociaria.
            Crediamo che tu, in questo periodo così drammatico, debba riunire tutte le forze di opposizione in provincia per creare un’alternativa credibile alla disastrosa giunta Iannarilli. Oggi, di fatto, il Presidente della Provincia governa senza un’opposizione.  Occorre quindi dare una svolta a questo stato di cose e riorganizzare l’opposizione.
È necessario poi che si faccia quadrato intorno allo stabilimento Fiat  di Piedimonte San Germano perché non venga travolto da un accordo separato come quello di Mirafiori. Noi ci auguriamo che tu non abbia le stesse posizioni di Ichino, Fassino e Chiamparino che stanno con il Giacobino Nero, alias Sergio Marchionne. Ci auguriamo che tu, già dall’anno che verrà sarai con noi davanti ai cancelli dello stabilimento per difendere i diritti dei lavoratori insieme agli operai e contrastare la politica illiberale di Sergio Marchionne che, con i ricatti, chiude accordi separati senza considerare la più grande organizzazione sindacale, la Fiom.
Per noi della sinistra questo accordo è drammatico ed anti-democratico: va contrastato in tutti i modi e con tutti i mezzi democratici. Noi ci auguriamo che  il Pd che tu guiderai nel prossimo anno avrà le nostre stesse posizioni: quelle di una sinistra che difende i lavoratori, i disoccupati, gli studenti, i precari.
            Questo è il nostro augurio e se non sarà così, le strade della sinistra si divideranno con grande gioia delle destre.

30/12/2010  Aquino
Oreste Della Posta



mercoledì 29 dicembre 2010

Bocciamo la Gelmini con un referendum

di Ugo Mattei da "il manifesto" del 29/12

Proposta al movimento studentesco

Ad un affronto politico quale quello di un Parlamento sordo alle motivazioni di un’intera generazione occorre dare una risposta politica  alta ed intransigente. Ad un Parlamento delegittimato composto da nominati e non da eletti, si risponde con l’azione democratica diretta che non è solo la piazza. Ad una riforma universitaria velleitaria, provinciale, truffaldina ed indegna di un paese che vanta una grande tradizione culturale, si risponde con un grande rilancio: la visione dell’Università come bene comune, luogo di sapere libero critico gratuito , svincolato dalla miserabile logica aziendalistica che cerca di resistere con il fiato e lo sguardo corto ai venti di crisi del capitalismo globale. Un anno fa, un gruppuscolo di compagni (in gran parte giuristi che avevano condiviso quel tentativo alto di riscatto dei beni pubblici rispetto allo strapotere della logica proprietaria privata che fu la cd. Commissione Rodotà) si è recato dal notaio per costruire il primo comitato referendario deciso a difendere il bene comune acqua contro la folle corsa alla privatizzazione del decreto Ronchi. Era passato poco più di un mese dalla sua approvazione, senza dibattito e con un voto di fiducia. Ci eravamo indignati. Oggi grazie all’impegno profuso dal Forum italiano dei movimenti dell’acqua, che ha dato spessore politico ai tre quesiti, non solo presentiamo le nostre memorie davanti alla Corte Costituzionale forti di oltre 1.400.000 firme, ma il seme dell’inversione di rotta rispetto alla privatizzazione si è diffuso nel paese. Il movimento per i beni comuni, di cui quello dell’acqua è l’avanguardia, fa tremare il potere costituito che risponde oscurando la campagna referendaria e cercando di tappare la bocca al “manifesto” (taglio all’editoria cooperativa n.d.r) che della campagna per i beni comuni è da sempre paladino. La riforma universitaria presenta forti analogie politiche rispetto alla svendita del servizio idrico integrato. Non solo anche l’Università è un bene comune. Non solo esiste già un movimento forte e diffuso per il paese disposto a lottare per difenderla. Soprattutto, tanto il Decreto Ronchi quanto la riforma Gelmini costituiscono un nuovo episodio dell’ignobile saccheggio dei nostri beni del nostro futuro, a mezzo di norme giuridiche rese illegittime dai gravi abusi del processo legislativo. Ad analoga onta politico-costituzionale si risponda nuovamente con quel mezzo eccezionale che i nostri Costituenti avevano previsto proprio per ovviare a possibili distorsioni della rappresentanza indiretta. Uno strumento istituzionale, quello referendario, difficile da portare al successo perché richiede strenuo e quotidiano impegno politico ed un paese consapevole di quanto sta avvenendo. Ma l’unico mezzo costituzionale, ora come allora, a disposizione per cercare di scongiurare l’irreparabile. Cari studenti, uniamo ancora più le nostre forze! Prepariamo subito un referendum contro la legge Gelmini. Raccogliendo le necessarie firme nei prossimi mesi continueremo così a tenere in piazza la causa dei beni comuni e dell’acqua.  Sarà un grande aiuto per raggiungere il quorum e, se andrà bene il referendum per l’acqua, l’anno dopo vinceremo anche quello sull’Università (fra l’altro tecnicamente molto più facile).  In questo modo il movimento studentesco si trasformerà , per la prima volta, in un potere costituzionale, quello di promotore referendario e la sua voce dovrà essere ascoltata non per sensibilità o comprensione (come ha cercato di fare Napolitano) ma per vincolo giuridico-costituzionale. Insieme potremo finalmente inveritre la rotta. Forse la piazza ed il diritto possono andare a braccetto

A fianco dei lavoratori contro Marchionne e tutti i suoi amici

di Franco Turigliatto da  http://www.sinistracritica.org/ 



L’offensiva a tutto campo del padronato contro la classe operaia giunge al suo culmine, dopo Pomigliano, con l’assalto di Marchionne alle lavoratrici e ai lavoratori di Mirafiori. E’ parte integrante di quella guerra sociale che le borghesie europee e i loro governi di centro destra e centrosinistra hanno scatenato con sempre maggiore forza nell’ultimo anno contro la classe lavoratrice.
La guerra totale contro i lavoratori
Marchionne vuole e impone tutto: sindacati di facciata, diretta espressione della volontà padronale che vivranno solo perché funzionali ad incatenare i lavoratori; esclusione dalla fabbrica di ogni sindacato vero che voglia rappresentare gli interessi dei lavoratori e difenderne diritti, salari e condizioni di lavoro; abolizione di diritti costituzionali fondamentali, a partire dal diritto di sciopero e dalla libera organizzazione sindacale; pesanti sanzioni e licenziamento per quei lavoratori che cercheranno di promuovere qualsiasi azione di difesa individuale e/o collettiva; regime di orari e di sfruttamento bestiali per incrementare fino all’ultimo centesimo i profitti ai moderni e brutali padroni delle ferriere.

Un mondo a parte - ma solo fino a un certo punto - perché il modello Marchionne corrisponde a quello che i padroni in tante parti del mondo già fanno o che sperano di fare. Una concorrenza spietata tra di loro in un periodo di difficoltà del capitalismo con i lavoratori ingaggiati nella guerra (in questo caso quella dell’auto) per combattere e morire, carne di cannone sull’altare dei profitti.
L’accordo di Mirafiori è dunque un a metafora perfetta di come il capitalismo concepisce il mondo: un lavoro da schiavi per produrre una merce per i ricchi (soprattutto americani, ma non solo) nociva e distruttiva dell’ambiente.
Pomigliano e Mirafiori parlano a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori, a tutte le categorie: quel che si vuole per la Fiat, ben presto lo si vorrà per tante altre aziende e settori, è un veleno che percorrerà tutto il paese; l’attacco coinvolge tutto il mondo del lavoro; il grido dall’allarme va lanciato più forte possibile perché l’incendio è senza precedenti e prima che sia troppo tardi.
La mobilitazione generale, che da tempo avrebbe dovuto essere stata costruita, oggi non è più rinviabile e deve essere perseguita nei prossimi giorni, nelle prossime settimane da tutte quelle forze sindacali, a partire dalla Fiom, e dalle forze politiche e movimenti sociali che scelgono di schierarsi senza se e senza ma , dalla parte dei lavoratori contro Marchionne, la Fiat, la Confindustria e i tanti che li sostengono.
Sinistra Critica esprime la propria totale solidarietà ai lavoratori di tutta la Fiat e mobiliterà tutte le sue forze per sostenere i lavoratori in uno scontro durissimo partecipando a tutte le iniziative unitarie che si prefiggono questo obbiettivo.

Il bilancio di un anno

Nello stesso tempo è necessario interrogarsi su come, quello che sta avvenendo sia stato reso possibile, perché la Fiat pensa di poter varcare impunemente il Rubicone di diritti essenziali dei lavoratori e perché intorno ad essi non c’è stata fino ad oggi la necessaria solidarietà.
E’ da anni che le politiche liberiste del padronato non trovano nessuna reale risposta generale; in particolare nel nostro paese; è da anni che non solo il centro destra, ma il centro sinistra praticano le politiche liberiste più antipopolari, è da anni che pezzo dopo pezzo tutte le conquiste economiche, sociali e democratiche vengono smantellate. E’ da anni che le grandi confederazioni sindacali, si fanno complici di queste politiche o, come la Cgil, non organizzano nessuna risposta.
Il solo bilancio di quest’anno è impressionante: tagli senza precedenti a Regioni e enti locali, cioè tagli ai servizi sociali; precarietà senza fine e cassa integrazione per centinaia di migliaia di lavoratori; aumento dell’età pensionabile per le lavoratrici del pubblico impiego, ma anche una ennesima controriforma pensionistica che colpisce tutti, passata nel silenzio; disdetta del contratto per un milione mezzo di metalmeccanici; blocco per 4 anni della contrattazione per 3 milioni di lavoratrici e lavoratori pubblico. E un governo che si propone di fare quello che già fa Marchionne, chiudere lo statuto dei lavoratori.
E ancora: dopo la distruzione della scuola media con prima controriforma Gelmini, oggi ecco la distruzione della università pubblica con la legge approvata il giorno stesso dell’accordo Fiat. E qualcuno, il segretario del PD, ha il coraggio di dire che questo governo non fa niente…. L’unica che non fa niente è la cosiddetta opposizione parlamentare, che ha avallato o lasciato passare, senza alcuna vera contrapposizione, tutte queste vergognose misure contro un movimento dei lavoratori, sempre più solo e disperato.

Quelli che stanno con Marchionne

In tutti questi mesi la Fiat ha trovato una sola opposizione, quella della Fiom e dei sindacati di base; ha avuto dalla sua parte i sindacati complici (CISL, UIL e aggregati), tutta la destra e gran parte del centro sinistra.
Per quanto riguarda la CGIL, essa si è preoccupata solo di distinguersi dalla Fiom e di invitare i padroni italiani a una maggior “ragionevolezza”. Essa, come molti altri, ha voluto dimenticarsi del vecchio detto. “se dai un dito al padrone, questi si prendere prima la mano, poi il braccio, poi…
In altri termini tutti questi hanno dato il via libera alla guerra totale di Marchionne o non l’hanno ostacolata. Sostegno alla Fiat e isolamento per i lavoratori, quelli della Fiat, ma anche di tutti gli altri perché la sconfitta alla Fiat sarebbe ben presto la sconfitta di tutti.


E’ una vergogna che le istituzioni, invece di stare coi lavoratori chiedendo alla Fiat il rispetto della Costituzione, dei diritti del lavoro, dei contratti collettivi, (tanto più dopo i miliardi pubblici che le sono stati dati), invitino i lavoratori a rassegnarsi adeguandosi a uno sfruttamento sempre più duro da schiavi-robot.
A Torino, il sindaco e vicesindaco, sono arrivati a dire che destino di Mirafiori e della città è nelle mani dei lavoratori. La verità è che il destino di Mirafiori e della città è lasciato nelle mani di una Fiat sempre più americana e che coloro che sono stati eletti per fare gli interessi dei cittadini sono sempre più i servi sciocchi e complici della azienda e di una famiglia Agnelli che ormai ha deciso di sbarazzarsi dell’ingombrante settore auto. In quanto ai candidati del PD alle prossime elezioni comunali, in forme diverse, quasi tutti si sono precipitati a sostenere l’accordo vessatorio. Vergogna.
Per quanto riguarda la CGIL di Camusso, la preoccupazione di questa organizzazione che punta al nuovo patto sociale con una Confindustria, strattonata dalle fughe in avanti di Marchionne, invitare i padroni stessi ad “adoperarsi” perché Marchionne rientri nell’alveo dei diritti è di costituzionali. Sarebbe meno utopistico chiedere alla tigri di diventare vegetariane. Nel frattempo, nonostante le richieste sempre più pressanti che arrivano, (dalla Fiom, dai movimenti sociali, a partire dal quello dei giovani studenti) ai dirigenti della maggioranza della CGIL l’idea di uno sciopero generale, neanche passa nella testa.

La mobilitazione e lo sciopero generale subito

L’attacco della Fiat deve essere rigettato attraverso la mobilitazione più ampia possibile di tutte le lavoratrici e i lavoratori, nell’unità con i movimenti sociali scesi in lotta in questi, mesi, con tutti i cittadini che sono consapevoli della gravità di quanto sta avvenendo, che sono in gioco fondamentali diritti del lavoro e insieme ad essi diritti costituzionali e civili essenziali di un paese democratico.
Questi stabilimenti italiani, che non sono più neanche della vecchia Fiat, ma che sono solo reparti di una azienda americana, la Chrysler, sono stati costruiti con il sudore e il lavoro di centinaia di migliaia di lavoratori, sono stati mantenuti in piedi numerose volte, garantendo i profitti degli azionisti Fiat, attraverso un fiume di denaro pubblico. Solo pochi anni fa, grazie a una ulteriore elargizione di soldi da parte degli Enti locali del Piemonte era stato “garantito” dalla direzione Fiat il mantenimento di Mirafiori.
Questi stabilimenti (da Termini Imerese a Mirafiori, da Melfi a Pomigliano) possono e debbono essere mantenuti. Non possono restare nella mani di un padrone esterno che li concepisce solo come limoni di spremere, l’intervento pubblico si ripone con forza e, di fronte alla crisi del settore e alle scelte produttive di Marchionne, sono necessari progetti importanti di riconversione in funzione della salvaguardia dei posti di lavoro, dei bisogni delle collettività locali, della preservazione dell’ambiente e del territorio.
Per questo serve un grande movimento una grande mobilitazione per sconfiggere il disegno reazionario della Fiat, per unire tutti i lavoratori. Per questo serve chiaramente che tutti, in questi giorni, dicano da che parte stanno: o con i lavoratori o con la Fiat. Coloro che vogliono il bene della classe lavoratrice devono lavorare non solo per una mobilitazione unitaria di tutto il settore auto, ma anche per uno sciopero generale dei metalmeccanici, che, in mancanza di una risposta positiva della Cgil, possa diventare lo sciopero di tutti coloro che non vogliono arrendersi, che vogliono difendere il lavoro e i suoi diritti, di tutte le categorie, e di tutti i movimenti. Tutti devono essere consapevoli che la risposta va data oggi.
Uno sciopero dei metalmeccanici (già indetto per il 28 gennaio n.d.r.) che possa diventare il primo atto di uno sciopero generale e generalizzato in cui si affermi l’unità di classe, capace di bloccare il paese e di mandare casa Berlusconi e di sconfiggere Marchionne, la Confindustria, i sindacati complici e tutti coloro che sostengono le politiche di austerità e di massacro sociale.


Franco Turigliatto - Portavoce nazionale Sinistra Critica

La Creatività vi seppellirà

di Luc Girello e Fausta Dumano



La creatività vi seppellirà, questo è il messaggio che arriva dagli studenti del Liceo Artistico di Frosinone.  Nessun consiglio di amministrazione, nessuna riorganizzazione scolastica, nessun taglio, nessun sciagurato accorpamento con altre scuole dall’indirizzo didattico diverso, PUO’ IMBRIGLIARE LA CREATIVITA’. Il capitalismo teme la creatività perché destruttura il sistema dei business plan, della grigia pianificazione che tutto travolge in nome del profitto. La Gelmini, Tremonti, Marchionne, Berlusconi  e tutti i loro compagni di merende sono ANTICREATIVI. E gli anticreativi sono assassini dei rapporti sociali basati  sulle  connessioni interpersonali colorate  dalle emozioni,   dal coinvolgimento disinteressato generato dalla fantasia  Gli anticreativi prima o poi saranno vittima del loro grigiore,  della loro visone ristretta di una società  che non riesce a vedere oltre la  logica del mercato e del profitto.  Prima che questo stesso  grigiore spinga nel baratro della disillusone depressiva  una collettività privata dalla capacità di desiderare,  E’ NECESSARIO PORRE RIMEDIO E COMBATTERE STRENUAMENTE GLI ANTICREATIVI, scendendo nelle piazze urlando,   la propria rabbia ed esplicando  al massimo le proprie capacità creative. Disegnare, dipingere, suonare, scrivere in versi o in prosa, recitare, queste sono le azioni creative che,  accanto al conflitto sociale, dovranno SEPPELLIRE I MOSTRI GRIGI.


Le immagini scattate da Fausta Dumano, documentano le settimana dell’arte
Protagonisti gli studenti del Liceo Artistico di Frosinone.
Commento Musicale :  “Celebration” (più noto con il titolo “E’ Festa”)
Eseguito  nel 1975 a New York da:
Flavio Premoli: Tastiere, Mauro Pagani: Flauto e voce. Franco Mussida: Chitarra
Patrick Djivas: Basso Franz Di Cioccio: Batteria,  ovvero la Premiata Forneria Marconi 
Editing il sottoscritto: Luc Girello



martedì 28 dicembre 2010

Giochiamo con Itake da Ithaca

di Patrizia Monti 



Carissimi amici e sostenitori, siamo alla fine dell'anno e come di consueto abbiamo pensato di organizzare un evento per continuare a sostenere i sogni di autonomia dei nostri amici africani.
Quest'anno però invece di cenare abbiamo pensato di giocare...
Per gli appassionati della tombola un divertentissimo cartellone disegnato a mano dai nostri amici del Centro Diurno Orizzonti Aperti di Frosinone, ci aiuterà a scoprire i segreti dei numeri... con premi a sorpresa. Per gli appassionati di burraco ci sarà un tavolo di sfidanti o forse più.
La serata è stata organizzata presso la libreria Caffè ITHACA, via Garibaldi n.62  Frosinone. ingresso 3€.
Vi aspettiamo per trascorrere insieme questo scorcio di 2010 in una serata che coniugherà il divertimento con la solidarietà e il bisogno di condividere con voi la gioia di essere riusciti tutti assieme nella grande impresa di costruire la scuola di Muyeye.





L'esilio da Cabilia

di Fausta Dumano 



“Tagliato per l' esilio”, KARIM METREF, la casa editrice è MANGROVIE,una casa editrice coraggiosa, una casa che ospita i migranti KARIM METREF è UN GIORNALISTA impegnato a 360 gradi per i diritti culturali dei BERBERI, il giornalismo e la scrittura sono i suoi strumenti , redattore del sito  ASAKA ITALIA, unico sito di informazione sulla protesta della ''primavera nera'' in CABILIA ALGERIA. Karim racconta le storie della CABILIA nella lingua del paese che l' ospita: L' ITALIA, scrive la sua passione e il suo amore per la sua terra, ma anche lo scivolare verso l' altrove, leggendo si intrecciano storie di migranti che odorano di menta, profumano di lana, mentre scorre il tema dell' esilio, di chi nasce in esilio nella terra degli avi,......un esilio che arriva da lontano, ancor prima della sua nascita, una storia oscurata, perchè la storia la raccontano sempre i vincitori. Si snoda la storia personale della sua famiglia, che si intreccia con quella del popolo.....sin dall' inizio il lettore viene accompagnato nella vicenda umana, familiarizzando con i protagonisti. Un nonno comunista, grande amante della rivoluzione russa, grande cultore della letteratura francese, ma per ''la questione femminile la regola era quella degli antenati'',anche se in verità era più aperto degli altri. Le figlie poterono frequentare la scuola elementare, ma il matrimonio, il ruolo della donna non andavano messi in discussione, sebbene fosse un grande ammiratore di SIMONE DE BEAUVOIR.......Un viaggio attraverso le generazioni, con lo sfondo di un nonno, condannato alla emarginazione di RUMI, infedele, un tarlo che si trasmette per via ereditaria, da ciò nasce l' esilio interno,scorre la storia,il funerale di MATOUB LOUNAS,il cantante assassinato da forze oscure del governo algerino......intrecciandosi con il burnus, quel mantello speciale, che rappresenta la crescita. Un libro da leggere per scoprire una storia ancora da decifrare, un libro che trasporta in un mondo lontano,con le sue contraddizioni e le sue lacerazioni, un libro che trasuda degli odori e delle leggende di un popolo, un libro per comprendere l' altro da noi,un libro intenso che ti cattura,mentre senti l' infanzia sventrata........il pianto degli uomini non ha bandiera e la tradegia della passione dell' amore è trasversale,mentre scorre l' ingarbugliato filo di Arianna per non perdere le proprie radici



No alla Giudaizzazione di Silwan

di Sidney Levy 

Dear Luciano,

Imagine being expelled from your city--the city where you were born, the city where you grew up, the city where you started a family and where you are raising your four children, the city where you have always lived.

This horrible expulsion edict has been issued by the Israeli authorities against Adnan Gheith, a Palestinian political organizer. The Israeli authorities have served him notice that they intend to banish him for four months from Jerusalem, his city, effective December 26th. That is the same day of a planned eviction of a Palestinian home and construction of a Jewish Israeli settlement in its place. The Israeli Supreme Court issued a last minute injunction, and Adnan's hearing is Wednesday.

His crime?

You can watch the video and listen to Adnan himself explain it:

The reason I am persecuted by Israeli security:
I openly defy the policy of home demolitions.
I defy the policy of arresting children, and the policy of replacing the Arab residents of Jerusalem with settlers.
Please email the U.S. State Department today to express your concern about Adnan’s case. Forward  this email to your friends and ask them to email and call before Wednesday.
Adnan resides in the historically Palestinian neighborhood of Silwan. He is a member of the al-Bustan Neighborhood's Committee, an organization formed to fight plans for increased demolitions of Palestinian homes.
The expulsion order against Adnan is arbitrary and politically motivated. Adnan was unable to legally defend himself since no charges or evidence were presented against him. With his removal, the Israeli authorities are trying a dangerous new tactic to repress the rights of local residents to protest. A few days after Adnan was notified of his impending exile, he was also forbidden to attend a conference with a senior foreign diplomat or to appear in any press conference.
Adnan's banishment and the quashing of his freedom of expression are part of a larger pattern to "judaize" Silwan at the expense of its Palestinian residents. In recent years the Jerusalem municipality--in collusion with settler organizations--has intensified the policy of demolition of Palestinian homes in the neighborhood.

Adnan has spoken out against this and now is being penalized. He needs your help to stay in Jerusalem and continue struggling to protect his home and his community.

In Adnan's own words:

"On my part, I am going to fight and resist in all legal ways possible to stay in Jerusalem.  It is the duty of the international bodies, the international communities, and human rights organizations to address this issue of exceptional danger."
Please heed Adnan's call. Stand by him and by the people of Silwan.

In solidarity,








Sydney Levy
Jewish Voice for Peace



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Immaginate  di essere cacciati   dalla vostra  città, la città dove siete nati , dove siete  cresciuti dove vi  siete  fatti una famiglia, e state allevando i vostri quattro figli , la città dove avete sempre abitato. Questo terribile editto di espulsione è stato emanato dalle autorità israeliane verso  Adnan Gheith. Un coordinatore politico palestinese. Le autorità israeliane gli hanno fatto pervenire la nota per  cui intendevano bandirlo per quattro mesi da Gerusalemme la sua città con data di decorrenza 26 Dicembre. E’ lo stesso giorno programmato per lo sfratto da una casa palestinese e la costruzione di un insediamento ebraico al suo posto. La corte suprema di Israele ha emesso l’ingiunzione all’ultimo minuto e Adnan deve adempiere all’ingiunzione mercoledì prossimo


Il sui crimine

E’ possibile guardare il video e ascoltarlo  da Adan stesso la spiegazione




“ La ragioni per cui sono perseguitato dalla sicurezza di Israele:
Sfido apertamente la politica della demolizione di case
Sfido la politica  che decide di arrestare i bambini e la politica che determina di cacciare i residenti arabi di Gerusalemme per mettere al loro posto i coloni. “

Vi prego inviate un E.mail al dipartimento di stato degli Stati Uniti per esprimere la vostra  preoccupazione sul caso di Adnan inoltrate questo messaggio ai vostri  amici pregando loro di inviare E.Mail e chiamare prima di mercoledì. 
Adnan risede nello storico quartiere palestinese di Silwan è un  membro del comitato di quartiere al-Bustan una organizzazione che si prefigge di contrastare il piano di incremento di demolizioni delle case palestinesi.
L’ordine di espulsione contro Adnan è arbitrario e politicamente motivato. Adnan era in grado di difendersi legalmente fino a che nessuna accusa o prova fosse stata sollevata contro di lui. Con la sua rimozione le autorità di Israele stanno provando una  nuova tattica per  reprimere il diritto di protestare dei residenti locali. Pochi giorni dopo che  Adnan è stato informato del suo imminente esilio gli è stato vietato anche di partecipare ad una conferenza con un alto diplomatico straniero o di prendere parte   a conferenze stampa. La messa al bando di Adnan e l’annullamento della sua libertà di espressione sono parte di un piano più ampio che prevede la giudaizzazione del quartiere di Silwan a scapito dei suoi abitanti palestinesi. In anni recenti la municipalità di Gerusalemme in complicità con le organizzazioni di coloni ha intensificato la politica di demolizione della case palestinesi nel quartiere . Adnan ha protestato contro questo fatto e adesso è stato punito. Ha bisogno del vostro  aiuto per restare a Gerusalemme per continuare a lottare per proteggere la sua casa e la sua comunità

Le parole di Adnan :

Per quanto mi riguarda mi sto accingendo e combattere e a resistere in tutti i modi legali possibili per restare a Gerusalemme. E’ compito degli organismi internazionali delle comunità internazionali e delle organizzazioni per i diritti umani risolvere questo problema estremamente pericoloso .
Vi prego poni attenzione alla richiesta di Adnan, sostenete lui e la gente di Silwan

In solidarietà

Sidney Levy 

lunedì 27 dicembre 2010

Le sorti della Rapisrda di Anagni

da Associazione Politico Culturale 20 Ottobre



“Siamo estremamente preoccupati per le sorti di 50 lavoratori dello stabilimento Rapisarda di Anagni di proprietà della multinazionale Caterpillar, visto che il 31 dicembre scadrà la cassa integrazione in deroga”.

Ad esprime preoccupazione in merito alla vertenza Rapisarda è Oreste Della Posta, esponente di spicco dell’Associazione Politico Culturale “20 Ottobre”.
“Apprezziamo e condividiamo in pieno la proposta del Consigliere Regionale della Federazione Della Sinistra Ivano Peduzzi che in una lettera inviata alla Presidente della Regione Lazio Renata Polverini e all’Assessore Regionale al Lavoro e Formazione Mariella Zezza ha chiesto l’attivazione urgente di un tavolo regionale con Provincia, Comune e parti sociali per mettere in campo soluzione per scongiurare il licenziamento”.
“ E’ un dovere della Regione – dice Oreste Della Posta – convocare subito questo tavolo istituzionale per assicurare il rispetto degli accordi sindacali e scongiurare il licenziamento dei lavoratori. Gli accordi sindacali – spiega Oreste Della Posta – prevedono che il personale venga ricollocato presso l’altro sito che la multinazionale Americana possiede a Frosinone.”
“Mi auspico – conclude Della Posta – che la Presidente Polverini tenga fede ai sui impegni istituzionale e convochi subito un tavolo istituzionale e non sia sorda alle esigenze dei 50 lavoratori e delle loro famiglie.”

27/12/2010, Aquino 
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A proposito di Caterpillar. 
nota a margine di Luciano Granieri


Che sensibilità umana può avere una multinazionale che fornisce i suoi bulldozer all'esercito israeliano per portare morte e distruzione  nei territori palestinesi? L'indifferenza della Polverini per le sorti dei 50 operai della Rapisarda diventa connivenza con la Caterpillar, che non ha rispettato i patti, e si trasforma in   indiretta complicità con la multinazionale americana fornitrice di bulldozer con i quali l'esercito israeliano distrugge case e terreni dei palestinesi 

Riportiamo  il link ad un articolo inviatoci da Sydney Levy di  Jewish Voice for Peace, dove si invita  a sottoscrivere una petizione   di protesta contro la  TIAA-CREF, una delle principali compagnie finanziare e di gestione di fondi pensione degli Stati Uniti e prima  finanziatrice della Caterpillar,  affinchè non supporti più finanziariamente la multinazionale americana che realizza profitti sul sangue dei Palestinesi .

IL 10 Dicembre 2010 gli investitori hanno bussato alla porta di una delle più grandi compagnie di fondi pensione la TIAA.CREF con una semplice richiesta:
Disinvestire dalla Caterpillar. I bulldozer della Caterpillar demoliscono le case dei Palestnesi lasciandosi dietro un percorso di distruzione TIAA CREF ha quasi 250 milioni  di dollari investiti nella Caterpillar. Questi non sono soldi della TIAA-CREF, ma appartengono a investitori e pensionati . Gli investitori si sono recati presso gli uffici TIAA-CREF delle loro comunità in rappresentanza di un numero sempre crescente di persone per dire: "Disinvestite dalla occupazione ordita  da Israele a danno dei Palestinesi" .

Il Dondolio del treno....Rondini e...RONDE

di  Fausta Dumano


Blocco notes la redattrice di Aut, nel dondolio dei treni attraversa le stazioni , clima natalizio, migranti in movimento da nord a sud, da sud a nord, dialetti diversi si fondono nel microcosmo del viaggio, a farle compagnia un libro''Rondini e Ronde''Una scelta non casuale, in questo dondolio del movimento, scritti migranti per volare in alto contro il razzismo,......una migrante per affetti. Racconti raccoliti in una antologia da ''mangrovie''......le mangrovie sono delle piante, dalle cui radici non radici, il ponte , il confine tra terra e acqua.....cosi anche per lo straniero la lingua ospitante è una a radice esile e sottile, non propria, ma permette la sopravvivenza.....per questo è nata ''mangrovie'', una casa che ospita i migranti. Dondolio del treno, reato di clandestinità, i migranti costretti a nascondersi, mentre tu Italiano ti nascondi per la vergogna, l' immagine di copertina è di VAURO SENESI. Carovanieri insonni su dune d' asfalto, notti senza cielo inseguono intimi miraggi 'MALIH MOHAMED'' Accanto a me sul treno si snoda il sesto continente, un continente invisibile, senza latitudine e senza longitudine, esseri umani costretti dalla povertà ,dalla guerra infinita, da fame e carestie a solcare il mondo, un continente senza nome.....la stazione Termini è un fiume di colori, di suoni, di odori, i protagonisti del libro sembrano uscire e materializzarsi al mio fianco, una marea di disperati......presentarsi agli altri, il dilemma di ripetere con un sorriso il nome,''IL KHALED DI CLAUDILEIA LEMES DIAS'' rimaneva estasiato a vedere i casermoni popolari, mentre infilava i volantini pubblicitari, come uno sciolingua sapeva distinguere la vita......mentre i bambini nati in italia dal 2009 ballano come fantasmi, ma questo è un uomo sembra un' attualità raccontata daTAHAR LAMRI. E LA TERRA PROMESSA SI ALLONTA , PERCHE’ LA Libia CHIUDE LA FRONTIERA e il sogno si chiude nel cassetto. VOCI di donne,  di uomini si intersecano, il volo delle rondini è gelato dal volo della ronda.....mentre con il fiato in gola fai il tifo per il curdo JUSEF.....che con sua moglie su una zattera di gomme usate è riuscito a raggiungere l' altra sponda, ma senti l'eco di ZHANXING XU, CHE IN QUESTURA FREME PER IL RINNOVO DEL SOGGIORNO E BOZIDAR TI RICORDA QUANDO ERA CLANDESTINO.....senti il pianto dei bambini strappati dall' orsacchiotto sventrato dell' infanzia, lo spaesamento linguistico, il sentirsi defraudati.....i luoghi comuni che attraversano la paura e la diffidenza, ma anche l' ironia delle scass.....squadre per la caccia armata agli stranieri......,la mostra patrocinata dalla CARITATIS, IL PD  ,I DEMOCRATICI CHE TEMONO L' INVASIONE DEI MIGRANTI.....Un libro che fa riflettere ,un libro di estrema attualità, un libro che ti graffia dentro, perchè i protagonisti li incontri davanti alla quotidianeità, i volti invisibili della società mulitietnica, le badanti e le colf, il manovale, il vu cumpra....arrivati accompagnati da un venditore di sogni......carichi di speranze e di attese,ma sfruttati senza fine. E......NEL DONDOLIO DEL TRENO DI UN' ITALIA .....in movimento vorresti raccontare quando i tuoi avi con la valigia di cartone inseguivano il sogno della ''little italy''sul treno si confonde il napoletano con il toscano, mentre senti l' inconfondibile odore di un kebab, misto all' odore della pizza. Alzi l' occhio il tuo vicino è un senegalese va a PISA......spera nel mercatino davanti alla torre ti sembra uscito dal libro......comincia a raccontarti della sua famiglia laggiù......affetti lontani che durante le feste sono più lontani.......il controllore gli chiede il biglietto...attorno a lui sente quel sottile velo di razzismo.......è pronto per scrivere la sua storia su ''rondini e ronde''gli hanno controllato il biglietto per ben tre volte.

Un primo risultato

dalla Bacheca del circolo di Frosinone di Sinistra Ecologia e Libertà 
a cura di Bruno Roveda


                                                                                    Frosinone, 24 dicembre 2010

In data 22 dicembre 20101 - presso i locali comunali - l’Amministrazione Cittadina, nelle persone dell’Assessore Daniele Colasanti e dei consiglieri Ivan De Santis e Andrea Turriziani, ha sostenuto un serrato confronto con gli ideatori del progetto ‘L’Altra Cultura’ (Circolo Cittadino di “Sinistra Ecologia Libertà”, la Casa Famiglia “Laura Leroux”, la Cooperativa Sociale “Finisterrae”, l’Associazione “Soylent Green”, “Recupart”, liberi cittadini) allo scopo di mettere a punto un piano di riqualificazione del Centro Storico incentrato sulla promozione di attività socioculturali riferito in particolare alla fascia giovanile della popolazione locale.

Dopo aver attentamente analizzato le istanze e le proposte degli ideatori del progetto ‘L’Altra Cultura’, non ultima la possibilità di utilizzare lo stanziamento di 1.197.000,00 € già disponibili presso l’Amministrazione Provinciale, gli amministratori presenti hanno impegnato se stessi a costituire un “Gruppo di lavoro” che avrà come compiti:
Ø      
pr    Predisporre ed esaminare – entro la fine dell’anno! - la lista dei locali pubblici inutilizzati nel Centro Storico di Frosinone, con relativa “destinazione d’uso” originaria.
Ø      
s     Selezionare  uno o più locali da utilizzare allo scopo di “istituire” un <Centro di aggregazione> socioculturale “diffuso” al servizio della comunità locale.

Al termine dell’incontro si è convenuto di riconvocare il Gruppo di lavoro, in seduta “aperta” alla partecipazione della cittadinanza tutta e del Sindaco e della Giunta Comunale, per la data del 10 gennaio 2011, presso la Sala Consiliare del Comune di Frosinone, alle ore 15:00. 

giovedì 23 dicembre 2010

Sa boghe longa

da Daniele Sepe Video.


Con questo video e il testo della poesia che segue la redazione di Aut augura buone feste a tutti.




Daniele Sepe Sa boghe longa voce Nico Casu da "Spiritus Mundi" 1995

testo:
Popolu ses isciau,
fatigas e sudore
cunsacra pro caprizos e disizos.

E tue senza pane,
istancu, famidu e nudu,
no alzas de disdignu una protesta.

Ses peus de su cane,
vilmente servis e mudu,
linghes sa man' ingrata e faghes festa.

E tus grasciu srau
chi su riccu segnore
faghed a palas tuas cun fastizu.

E tue senza pane,
istancu, famidu e nudu,
no alzas de disdignu una protesta.

Popolu ses isciau
de cu sta gente ischiva
e tue famida gridas viva e viva!



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Popolo sei schiavo,
fatica e sudore
sacrifichi per gli altrui vizi e capricci.

Sei peggio del cane
che vile servo e muto
lecca una mano ingrata e gli fa festa.

Grasso è lo spreco
che il ricco e sprezzante "signore"
fa' alle tue spalle.

E tu, stanco, affamato e nudo
non alzi di sdegno una protesta.

Popolo sei schiavo
di questa gente schiva
ed affamato gridi:
Evviva Evviva!

E’ LA LOTTA DI CLASSE, BELLEZZA

di Fabiana Stefanoni


“I Paesi capitalisti vanno incontro a grandi rivolgimenti e all’aperta guerra di classe.
Il compito dei rivoluzionari consiste nel preparare le necessarie armi teoriche
e gli strumenti organizzativi per questa inevitabile guerra che si avvicina”
Lev Trotsky
Mentre scriviamo si conclude un’altra giornata di lotta che ha visto protagonisti centinaia di migliaia di studenti. Dopo le oceaniche manifestazioni del 14 dicembre, gli studenti sono scesi di nuovo in piazza per il ritiro del Ddl Gelmini, che sancisce la morte di quel poco che ancora resta dell’Università pubblica. Soprattutto, i giovani non si sono lasciati intimidire dalle cariche della polizia, dagli arresti, né dalle minacce di quei ministri che, dopo essere stati ben addestrati in gioventù all’uso del manganello e al saluto romano, oggi gridano allo scandalo e invocano persino gli “arresti preventivi” per i manifestanti. Il Ddl Gelmini è stato approvato, ma le lotte di questi mesi hanno lasciato un segno che gli starnazzi dei ministri ex picchiatori fascisti non potranno cancellare: si tratta di trarne i giusti insegnamenti per prepararsi alla stagione di lotte operaie che, anche nel nostro Paese come nel resto d'Europa, può aprirsi nei prossimi mesi, saldandosi alla lotta studentesca. Una lotta studentesca che dovrà ora continuare per far rimangiare al governo le misure appena approvate.
Una generazione senza futuro nel capitalismo 
Le centinaia di migliaia di giovani e giovanissimi che sono scesi in piazza non sono solo studenti: si tratta, nella stragrande maggioranza dei casi, di figli di lavoratori che in questo sistema economico non vedono un futuro. La giovane generazione che ha dato vita alle barricate per le strade di Roma, ai blocchi stradali, alle occupazioni delle scuole e delle università, all’assalto ai palazzi è la stessa generazione che subisce l’attacco padronale nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro. Sono milioni i giovani lavoratori, spesso assunti con contratti ultraprecari, che stanno subendo l’espulsione dal mondo del lavoro. Le prime vittime dei licenziamenti di massa in corso nel nostro Paese sono proprio i giovani precari, soprattutto donne e immigrati: milioni di lavoratori che nel capitalismo devono rassegnarsi a un futuro di miseria. E’ per questo che le straordinarie lotte studentesche di questi mesi anticipano le lotte che verranno: il sistema degli ammortizzatori sociali sta per esaurirsi, il capitalismo sta per togliersi la maschera. Ministri, sottosegretari, padroni e padroncini lo sanno bene: quello che è successo per le strade di Roma è solo l’antipasto, gli antagonismi di classe sono destinati a inasprirsi nei prossimi mesi. Le burocrazie sindacali gettano acqua sull’incendio della lotta: Cisl, Uil e Ugl, veri agenti del governo Berlusconi tra le file dei lavoratori, si inchinano di fronte al peggiore attacco padronale dal dopoguerra ad oggi; la direzione della Cgil, per voce della neosegretaria Camusso, continua a procrastinare l’indizione di uno sciopero generale, nonostante venga chiesto a gran voce non solo dagli studenti, ma anche dalle avanguardie operaie più combattive. Le responsabilità di queste direzioni è immensa: stanno indebolendo la lotta, cercando di costringere la classe operaia e i giovani a una sconfitta storica senza precedenti, come dimostra il caso Fiat. Oggi più che mai è urgente una direzione alternativa e di classe del movimento operaio.
La via non è quella istituzionale
Non c'è da stupirsi che il parlamento (dei padroni) sia stato impermeabile alla grande mobilitazione studentesca contro il Ddl Gelmini: si tratta di una legge fortemente voluta da Confindustria e dalla grande borghesia italiana, che vede nella privatizzazione dell’Università una ghiotta occasione di investimento. Non solo i finiani l’hanno appoggiata pienamente, ma anche lo stesso Pd, per voce dell’ex ministro Treu, in commissione cultura si è più volte sperticato in apprezzamenti per “la sostanza” della legge. Del resto, le stesse rivendicazioni del movimento, centrate sulla richiesta dello sciopero generale, mostrano che vi è tra le avanguardie studentesche la consapevolezza della necessità di un’azione di lotta più estesa, che coinvolga anche i lavoratori, che si sviluppi fuori e contro i palazzi del potere borghese.
In generale, la mobilitazione ha fin da subito mostrato una maggiore maturità politica rispetto all’Onda di due anni fa: dopo aver sperimentato sulla propria pelle l’inganno delle promesse della sinistra governista (che garantiva “modifiche” in sede parlamentare in cambio di un acquietamento delle acque), i giovani hanno capito che la sola strada percorribile è quella della contrapposizione frontale agli industriali, ai banchieri e ai loro rappresentanti istituzionali. I luoghi attaccati dalla protesta studentesca hanno un’importanza non solo  simbolica: l’assalto al Senato e l’assedio al Parlamento, le proteste davanti alle sedi di Confindustria, le contestazioni alla Marcegaglia (ma anche ai burocrati sindacali, come è successo a Roma contro Bonanni e la Camusso) ci dicono che gli slogan degli studenti che gridano “noi la vostra crisi non la paghiamo” hanno alla base la consapevolezza, per quanto embrionale, che questa crisi è la crisi del sistema dei padroni.
I pompieri della lotta si apprestano a far risorgere dalle ceneri nuove illusioni: come quella di un referendum o, peggio, di appelli al presidente Napolitano. L’esperienza ha insegnato con chiarezza che la via istituzionale è una via perdente per i movimenti di lotta: le istituzioni rappresentano precisi interessi di classe, quelli della classe contro cui i giovani e i lavoratori devono lottare, la classe padronale. E’ importante quindi che il movimento studentesco rigetti queste proposte e prosegua sul terreno della mobilitazione.
Il teatrino su violenza e non violenza
Ci sembra ridicolo che qualche intellettuale da salotto gridi allo scandalo della violenza del movimento per qualche blindato che brucia o per qualche vetrina sfasciata. E ci pare quasi ridondante ricordare che la vera violenza sta da un’altra parte: è quella del capitale che dopo aver spremuto fino al midollo milioni di operai li lascia su una strada per trasferire la produzione dove la forza lavoro costa meno; è quella dell’imperialismo che sgancia bombe su popoli inermi; è quella dei poliziotti e degli eserciti (“le bande armate del capitale”, le definiva efficacemente Engels) che massacrano giovani manifestanti; è quella delle leggi razziste che fomentano l’intolleranza verso i lavoratori immigrati.
I comunisti rivoluzionari non hanno il culto della violenza in sé: non credono che lanciare una molotov o un sasso contro una vetrina sia una "fonte di piacere" o uno "sfogo della libido", come per alcuni nostalgici del Toni Negri di qualche decennio fa (il Toni Negri odierno preferisce i salotti della borghesia). I comunisti rivoluzionari sanno però che la violenza ha sempre avuto una funzione rivoluzionaria nella storia: le classi dominanti non hanno mai ceduto il potere in modo indolore. E' ingenuo pensare di "espropriare gli espropriatori" con il loro consenso, senza rovesciare il loro sistema economico e la loro falsa democrazia. E senza rovesciamento del capitalismo non sarà possibile dare una risposta alle rivendicazioni dei giovani e dei lavoratori che chiedono quello che il capitalismo non è in grado di offrire: condizioni di vita dignitose per le masse.
Ma le lotte, se prive di una direzione, di una organizzazione, non hanno mai portato e non possono portare a nulla. Per questo, è necessario anzitutto organizzare già oggi l’autodifesa delle manifestazioni e degli scioperi dalla violenza delle forze dell’ordine borghese (violenza che è destinata a inasprirsi con l’inasprirsi del conflitto sociale). Per questo è necessario che le mobilitazioni studentesche si dotino di coordinamenti locali che, sulla base dell’elezioni di delegati revocabili, portino alla costruzione di un coordinamento nazionale delle lotte. Soprattutto, è necessaria l’unità di lotta tra lavoratori e studenti: è urgente l’indizione di un grande sciopero generale, infrangendo la barriera che frappongono le burocrazie sindacali. Serve uno sciopero che possa legarsi alle lotte degli altri Paesi, fino a dare vita a uno sciopero generale europeo accompagnato dall’occupazione delle fabbriche e dalla costruzione di organismi di direzione delle lotte, democraticamente scelti dai lavoratori.
Solo così sarà possibile respingere al mittente l’attacco in corso e rovesciare i rapporti di forza a vantaggio delle masse popolari, aprendo la strada all'unica alternativa vera, quella rivoluzionaria.