sabato 24 settembre 2011

Today at the UN

Cecilie Surasky, Jewish Voice for Peace  

Dear Luciano,
Today, the President of the Palestinian Authority, Mahmoud Abbas, presented a bid for the state of Palestine, based on the 1967 borders, to be considered by the Security Council for full membership in the United Nations. Shortly afterward, he addressed the General Assembly, where he reviewed, from the 1948 Nakba until today, the multitude of ways in which Israel has suppressed Palestinians’ rights. While the question remains if the UN statehood bid adequately addresses the larger issue of Palestinian rights, Abbas’ address importantly gave voice to the Palestinian struggle for self-determination. While there is no uniform support for this UN bid, today was undoubtedly a historic and moving day. After over 63 years struggling for global recognition, it was moving to see the countries of the world represented in the UN general assembly give President Abbas a rousing standing ovation. Not so for Prime Minister Netanyahu, who spoke shortly after Abbas. Netanyahu responded to the Palestinian leader with diversion and doublespeak instead of honest engagement, and peace slogans couched in hostility, aggression, and denial of Palestinian claims—a continuation of the standard Israeli tactic. We know from history that this empty rhetoric has been used by Israeli government for decades and will only mean further pain and oppression for Palestinians in Gaza, the West Bank, East Jerusalem, and all over the world. As a Jewish-American organization, we believe it is important to remain focused on our primary responsibility: having an impact on U.S. policy. As such, we will continue to speak out strongly against the U.S. using its veto power in the Security Council to reject this bid for statehood. We know now that President Obama will not do the right thing. Speaking at the UN on Wednesday, Obama lauded the Arab Spring—but rejected the Palestinian Autumn. The president retreated from his earlier positions that demanded Israeli accountability for its military occupation, and he did not acknowledge the ongoing role of the U.S. in maintaining that imbalance through its extraordinary economic, military, and diplomatic support for Israel, even when its actions violate international law, human rights, and U.S. policy. And he didn’t acknowledge that twenty years of the “peace process” has brought only a more entrenched occupation. Instead, Obama merely said that both sides should “sit down together, to listen to each other, and to understand each other’s hopes and fears.” (1)
While this week has not been an easy one, we at JVP actually feel a redoubled assurance in the promise of our strategy to change the dynamics on display at the United Nations. We know now, more than ever, that the President or Congress will not change on their own. The array of power and money is simply too strong—for now. We know, as with the examples of the civil rights movement and the anti-apartheid movement, to name just two, that it is movements like ours that force our governments to change their policies. It was the steadfastness, the creativity, the demonstrations, the local organizing, and the BDS tactics that helped these movements and so many others for social justice eventually succeed. So we’ll let the politicians play their games, and meanwhile, our work will continue.

Onward,
Jewish Voice for Peace
http://www.nationaljournal.com/whitehouse/obama-s-speech-to-the-un-general-assembly-as-prepared-20110921


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Oggi il presidente dell’autorità palestinese Mhamoud Abbas ha presentato la richiesta   al Consiglio di Sicurezza   affinchè considerasse    la piena adesione della stato di  Palestina,  definito dai confini stabiliti nel 1967, alle Nazioni Unite. Poco dopo si è rivolto all’assemblea generale rivisitando, dal Nakba del 1948 fino ad oggi, gli innumerevoli episodi  in cui Israele ha oppresso i diritti dei Palestinesi. Mentre rimane la questione se la richiesta  di stato indipendente fatta alle Nazioni Unite possa affrontare adeguatamente il problema più grande della difesa dei diritti dei palestinesi, è importante sottolineare come l’ indirizzo preso da Abbas ha dato voce alla lotta palestinese per l’autodetermianziaone. Mentre non c’è un uniforme supporto sulla richiesta  alle Nazione Unite . Oggi indubitabilmente è un giorno storico e commovente.  Dopo 63 anni a lottare  per il riconoscimento globale  è stato commovente vedere i paesi del mondo rappresentati nell’assemblea generale dell’ONU tributare al presidente Mhamoud Abbas  una travolgente standing ovation. Non così  per il primo ministro Netanyahu che ha parlato brevemente dopo Abbas. Netanyahu ha risposto ai leader palestinesi  con un discorso diversivo e ambiguo, invece di un impegno onesto, con slogan di pace, ma  espressi in ostilità  aggressività, negando ciò che i palestinesi reclamano, continuando con la solita tattica israeliana. Noi conosciamo dalla storia che questa vuota retorica  è stata usata dal governo israeliano per decenni  e può solo significare dolore e oppressione per i palestinesi a  Gaza, nella Cisgiordania , a Gerusalemme est e in tutto il mondo. Come organizzazione ebraica Americana,  crediamo sia importanti rimanere concentrati sulla nostra primaria responsabilità:  avere un impatto sulla politica americana . Così continueremo a protestare con forza contro l’utilizzo del potere di veto da parte degli Stati Uniti all’interno del consiglio di sicurezza per rifiutare la richiesta palestinese di essere riconosciuta come stato  . Sappiamo già da adesso che il presidente Obama non farà la cosa giusta. Parlando alle nazione unite mercoledì Obama ha lodato la primavera araba  - ma ha rigettato  l’autunno palestinese . Il presidente recedendo dalla sua più recente posizione che chiedeva conto a Israele della sua occupazione militare ,   non ha riconosciuto il ruolo degli Stati Uniti nel mantenere questo squilibrio attraverso il suo straordinario supporto  economico, militare e diplomatico a Israele, anche quando le sue azioni hanno violato le leggi internazionali e i diritti umani e la politica  stessa degli Stati Uniti. E non ha riconosciuto che venti anni di processo di pace hanno solo contribuito a radicare ulteriormente l’occupazione. Al contrario Obama ha semplicemente detto che entrambi le parti “dovrebbero sedersi insieme” ascoltarsi a vicenda e comprendere l’une le paure dell’altro”. Mentre la settimana passata non è stata facile  noi a JVP attualmente  ci sentiamo di raddoppiare i nostri sforzi nella promessa di attuare la nostra strategia per cambiare le dinamiche in essere presso le Nazioni Unite. Oggi più di sempre sappiamo che il presidente del congresso non cambierà di sua spontanea volontà. La quantità di potere  e di soldi    sono semplicemente troppo forti per adesso. Conosciamo come l’esempio dei movimenti per i diritti civili e dei movimenti anti apartheid  per citarne solo due,     movimenti come il nostro,  siano in gradi di costringere  i nostri  governi   a cambiare le loro politiche. E’ stata la tenacia ,la creatività, le manifestazioni locali, le campagne BDS che hanno aiutato questi movimenti e tanti altri ad ottenere finalmente successi nell’ambito della giustizia sociale . Così lasceremo i politici giocare al loro gioco, nel frattempo il nostro lavoro continuerà.

Esclusivo! Il piano della NASA per eliminare Berlusconi... il satellite UARS

Circuit Burn

Tutta la verità sul satellite Uars... i calcoli erano giusti, doveva andare cosi. Obama ammette...

venerdì 23 settembre 2011

LA GESTIONE DELL’ACQUA DEVE ESSERE PUBBLICA E NON SI FANNO PROFITTI SULL’ACQUA

COORDINAMENTO ACQUA PUBBLICA PROVINCIA DI FROSINONE

L’8 OTTOBRE I CITTADINI SCENDONO IN PIAZZA


Il popolo dell’acqua scenderà in piazza l’8 ottobre a Frosinone per chiedere il rispetto del risultato referendario del 12 e 13 giugno e la risoluzione del contratto per colpa di Acea Ato5 S.p.a.
I cittadini pretendono che il momento sia risolutivo e che si dia attuazione a ciò che hanno deliberato con il voto referendario, voto vincolante, come affermato dalla giurisprudenza costante della Corte costituzionale:
NO alla privatizzazione dei servizi pubblici locali d'interesse generale, a partire dalla gestione dell'acqua ma non solo, NO ai profitti del mercato sui beni comuni essenziali.
Purtroppo il Governo non solo non ha ancora attuato le indicazioni referendarie, retrocedendo sulle privatizzazioni già attuate e abolendo i profitti sull'acqua ma, con la manovra economica, approvata con Decreto Legge n. 138 del 13 agosto scorso e su cui è stata votata la fiducia delle Camere, ha riproposto in altra forma la sostanza delle norme abrogate dalla volontà popolare ripresentando la privatizzazione dei servizi pubblici locali,  addirittura arrivando a dare un premio in denaro agli enti locali pur di convincerli a lasciare al mercato delle privatizzazioni i servizi essenziali per le comunità. Un premio che dovrebbe servire per fantomatici investimenti infrastrutturali quando invece ai Comuni vengono sottratti trasferimenti essenziali per le loro funzioni.
Perché in un paese democratico i cittadini devono difendere la volontà popolare dagli attacchi dei loro stessi rappresentanti politici?
I cittadini della provincia di Frosinone hanno toccato con mano gli esiti di una gestione del servizio idrico che nel 2003 è stata affidata ad Acea Ato5 S.p.a., e che si è rivelata dannosa per i cittadini e il loro territorio a causa di tutte le inadempienze cui si è reso colpevole il gestore. Questi non ha infatti garantito la qualità dell’acqua, l’efficienza delle reti e degli impianti, gli investimenti previsti nel piano degli investimenti, e, adottate tariffe illegittime con aumenti che disattendono i limiti previsti dalla legge, peraltro applicate retroattivamente, tuttora richiede il pagamento di queste tariffe pregresse contrarie al contratto e alla legge.
I comitati dei cittadini per l’acqua hanno denunciato le tariffe illegali che erano state approvate dall’Autorità d’Ambito e hanno avviato la vertenza contro il gestore.
Ora chiedono, in concomitanza con la scadenza di approvazione dei piani tariffari imposti dal Tar all’Ato5, che si arrivi finalmente a stabilire una tariffa giusta e legale, che, come previsto sia determinata con i coefficienti scaturenti dalla effettiva qualità del servizio e che prenda in considerazione anche quanto stabilito con voto referendario, mediante l’abrogazione del comma 1 art. 154 nella parte riguardante la remunerazione del capitale investito.
Dopo il referendum, infatti, le tariffe devono essere ricalcolate eliminando la remunerazione del capitale investito che costituiva uno dei tre costi da inserire nel calcolo della tariffa reale e che di fatto rappresentava la percentuale di profitto del gestore.
I cittadini inoltre pretendono che Acea Ato5 S.p.a. risponda delle proprie azioni davanti alla giustizia e che finalmente si arrivi ad una risoluzione del contratto per colpa del gestore.
Il coordinamento provinciale acqua pubblica, ribadendo che il rispetto della volontà del popolo sovrano espressa dal voto referendario è garantito dalla Costituzione e non può essere sovvertito da nessun governo, nazionale o locale, che possa considerarsi democratico, chiede all’Assemblea dei sindaci di dare immediata attuazione a quanto deliberato dai cittadini e ai Sindaci di prendere una posizione ferma e partecipare alla manifestazione di sabato 8 ottobre organizzata dal coordinamento provinciale.
La manifestazione di sabato 8 ottobre inizierà alle 15:00 in piazza della Libertà con la richiesta di incontro al signor Prefetto, partirà quindi il corteo fino a Piazza Gramsci a conclusione del quale si aprirà la tavola rotonda davanti all’Amministrazione Provinciale.  

I concerti del borgo

Assessorato alla cultura Comune di Frosinone


24 settembre, Duke Ellington and the feeling of Jazz
Ferentino,  al Borgo Villaggioblu i jazzisti del conservatorio di Frosinone



Ferentino 22 settembre 2011
Al Borgo Villaggioblu sarà di scena la storia del Jazz. Sabato 24 settembre, nella seducente atmosfera di Piazza Bachelet, risuoneranno le note del mito Duke Ellington. Grande compositore, grande pianista, grande direttore d’orchestra e arrangiatore. Ma anche grande protagonista del mondo del jazz con la sua orchestra gestita con disciplina e piglio manageriale. Rimangono nella storia i suoi brani in stile jungle e le note dell’”espressionismo” anni ’40, diventate colonna sonora del Novecento. Nelle sue innumerevoli tournée, Duke Ellington conquistò le platee di tutto il mondo facendo conoscere a milioni di appassionati la sua “American Music”.
A interpretare le note del Duca, i musicisti del conservatorio di Frosinone che, dall’inizio dell’estate, stanno appassionando un pubblico proveniente da tutta la regione. Da Take The “A” Train, Day Dream e Lush Life, a In A Mellow Tone un repertorio imperdibile per entrare nell’anima di uno dei più grandi maestri del secolo scorso.    

Federico Leo (batteria) Si è confrontato con ambienti musicali e teatrali molto differenti tra loro suonanfdo con i Bottega Glitzer, Gronge, Loretta Goggi, Stefano Scarfone, Roberto Coltellacci, Andrea Polinelli, Marco Acquarelli. Nel 2008 si è aggiudicato la borsa di studio Umbria Jazz Clinics  per frequentare un anno al Berklee Music College di Boston.

Diana Torti (voce) La sua formazione musicale ha attraversato le atmosfere della musica antica, il calore e l’improvvisazione della musica jazz, le vocalità ardite del repertorio contemporaneo. Collabora da anni con vari musicisti del panorama jazzistico e contemporaneo italiano, tra tutti  Ennio Morricone, Luca Francesconi e l’“Ensemble Micrologus” per la musica antica.


Enrico Zanisi (pianoforte) Diplomato in pianoforte con lode presso il Conservatorio de L’Aquila, come pianista classico si è aggiudicato il primo premio in numerosi concorsi pianistici nazionali e internazionali (“Piccole Mani” di Perugia, “AMA Calabria” di Vibo Valentia, “Anemos” di Roma). Grazie a premi internazionali e borse di studio prestigiose ha approfondito la sua formazione anche all’estero (Università Berklee di Boston, Manhattan School of Music di New York). Recentemente si è esibito in piano solo all’EJE “European Jazz Expo” di Cagliari e in trio alla "Casa del Jazz" di Roma. Collabora con varie formazioni jazzistiche; ha una suo trio: “ENRICO ZANISI TRIO” con Pietro Ciancaglini e Ettore Fioravanti con il quale ha inciso "Quasi Troppo Serio".


Stefano Guercilena (contrabbasso) Laureando in contrabbasso jazz presso il conservatorio Licino Refice di Frosinone, ha iniziato lo studio del basso elettrico frequentando corsi del Saint Luis jazz school di Roma, master class con Matthew Garrison, Daryl Jones  e Linconl Goines. Ha collaborato con l'Orchestra Italiana diretta da Ennio Morricone per il concerto di Natale 2009 al Campidoglio; ha accompagnato Amy Stewart, Albano, Cecilia Gasdia.


Prossimi appuntamenti
30 settembre Interstellar space by John Coltrane; 7 ottobre Walt Disney, le colonne sonore

Duke Ellington and the feeling of Jazz 24 settembre, ore 21.30, accesso libero
Borgo Villaggioblu Piazza Bachelet, Ferentino
www.villaggioblu.it
Info 389.1166276


L'occasione del concerto di Ferentino mi ha dato modo di scovare lo straordinario documento video riportato ad inizio  post. C. Jam Blues è uno dei classici ellingtoniani   meno legati all'esecuzione orchestrale. In seguito è diventato un dei brani preferiti dei boppers. Un bel blues tosto, in cui si ascoltano i protagonisti storici dell'orchestra del Duca,  da Ray Nance al violino a Rex Stewart  fino all'inconfondibile tenore di Ben Webster. 
BUON ASCOLTO.
Luciano Granieri.

Il nuovo passo della Fiom

San. Ca

All'assemblea dei delegati per la piattaforma contrattuale scatta l'intesa tra Landini e Camusso. Resta divergenza sull'accordo del 28 giugno ma la Fiom ora propone la "clausola di raffreddamento" e rilancia il dialogo con le imprese. Scontro con la sinistra interna

La Fiom cerca un nuovo passo nella sua azione politica e sindacale e all'assemblea dei delegati di Cervia ha avviato un cambiamento delle posizioni interne. Scontato il dissenso con la Cgil sulla firma dell'accordo del 28 giugno, l'assemblea che si tiene a Cervia ha registrato una intesa nuova con Susanna Camusso sia sull'articolo 8 della manovra economica (quello che stravolge lo Statuto dei lavoratori) che sui contenuti stessi della piattaforma. Che è stata illustrata da Landini e sarà poi approvata dai delegati. Il punto di maggiore frizione con la sinistra interna di Cremaschi e Bellavita - che è intervenuto contro la relazione di Landini - riguarda la «clausola di raffreddamento», cioè l'iniziativa volta a favorire la partecipazione dei lavoratori alle scelte organizzative delle aziende. Landini propone infatti alle imprese di concordare preventivamente con il sindacato, e con le Rsu, le sue iniziative, prima di procedere a eventuali azioni di lotta. Dove le aziende si impegnano a discutere con i sindacati su organizzazione e prospettive, il sindacato si impegnerebbe alla sospensione, per un tempo determinato sufficiente alla discussione, di iniziative unilaterali e quindi, sostanzialmente, di scioperi. La proposta potrebbe arrivare a cambiare significativamente, nella votazione di venerdì 23 settembre, la geografia politica della Fiom, con la minoranza filo-Cgil capeggiata da Fausto Durante che potrebbe sostenere la linea di Landini e la ex Rete28 Aprile su posizioni contrarie o dissenzienti.
Nella sua relazione, comunque, Landini ha posto l'accento sulla necessità di conquistare un contratto nazionale senza deroghe, di rilanciare la lotta alla precarietà - con i contratti atipici pagati di più dei contratti regolari - e con una richiesta di aumento salariale, per il quinto livello, di 206 euro nei tre anni.
Per nulla scontati, e segno della nuova fase appena aperta, gli apprezzamenti ricevuto da Susanna Camusso: «La codeterminazione è una sfida difficile, ma la straordinarietà della crisi chiede di determinare le stagioni del cambiamento» ha detto il segretario Cgil ricevendo anche diversi applausi dalla sala. «Landini - ha detto - ha proposto con nettezza il tema dell'essere nella Cgil, ci deve essere una giusta valorizzazione della dialettica, che però non può diventare un dualismo che indebolisce tutti. Non ci sono più organizzazioni che si guardano, ma una grande organizzazione, che è la Cgil, e che è per forza un'organizzazione plurale. Se l'idea è quella di stare insieme - ha concluso - la Cgil sarà con voi tutti i giorni»






I LAVORATORI DEL SAN RAFFAELE SI INCATENANO PER PROTESTA

Fonte ;http://castellilive.blogspot.com 

SANITA'- Dalle 5.30 di questa mattina è iniziata una dura protesta dei lavoratori del San Raffaele. Il primo ad incatenarsi al cancello d'entrata è stato l'ingegnere Bruno Ruscio, responsabile della manutenzione della struttura, seguito poi da alcuni rappresentanti del "Movimento per la Democrazia Sindacale e il Lavoro", che si sono incatenati con lui.
Il Movimento è nato perchè gli stessi lavoratori non si sentono né tutelati né rappresentati dalle maggiori sigle sindacali. Come ci spiegava il loro portavoce, Carlo Maola: "Nessun rappresentante delle maggiori sigle sindacali è qui a darci ascolto e sostegno" I lavoratori che protestano e che si sono incatenati al cancello e impediscono l'accesso alla clinica, chiedono a gran voce che le autorità competenti, il Presidente Polverini e i dirigenti della Asl Roma H ascoltino le loro ragioni e sono pronti ad iniziare uno sciopero della fame se la società Tosinvest darà corso alla decisione del Consiglio di Stato che ha revocato l'autorizzazione ai ricoveri.
Come spiegava l'ingegner Ruscio: "Chi dichiara che la struttura non è idonea venga qui a leggere i documenti sui quali c'è scritto che abbiamo l'autorizzazione di agibilità, dell'assessorato all'Urbanistica regionale e le autorizzazioni dei Vigili del Fuoco per proseguire l'attività medico-riabilitativa, perchè tutti i reparti sono dotati di materiale antincendio".
La chiusura del San Raffaele di Velletri doveva in parte compensarsi con l'apertura di Montecompatri, che deve assorbire l'unità psichiatrica di Villa dei Fiori di Roma e parte del San Raffaele Nomentana. Ma la Usl non ha ancora concesso tutti i permessi necessari alla completo funzionamento del S.R. Montecompatri, così il San Raffaele Velletri si trova costretto a chiudere, secondo il Consiglio di Stato, mentre Montecompatri non può assorbire i lavoratori di Velletri. I trasferimenti sono pronti, i lavoratori possono trovare occupazione presso la sede della Pisana o a quella di Cassino, ma chi guadagna meno di mille euro, come può affrontare le spese di viaggio? Nel frattempo, la struttura di via dei Laghi ha in ricovero gli ultimi 150 pazienti, il blocco dei ricoveri non permette di curarne altri e come lamentava proprio l'ingegner Ruscio: "Qui si fa riabilitazione motoria e cardiaca di alto livello, qui arriva qui dopo un'operazione al cuore può permettersi ancora di correre e tutto questo vogliono farlo finire".


LAMPEDUSA: DALLA PARTE DEI MIGRANTI

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI


I fatti di Lampedusa denunciano la natura dell'Europa dei banchieri.
Le cosiddette “democrazie” europee, prima complici dei vecchi regimi di Ben Alì, Mubarak, Gheddafi contro i popoli da loro oppressi, poi interessate a subordinare le nuove leaderschip ai propri interessi coloniali sotto le bandiere dei “diritti umani”, non esitano a rinchiudere in un ghetto disumano e ad espellere con la forza chi fugge dalla fame e dalle guerre, o chi semplicemente rivendica il proprio diritto alla libertà. Quella libertà- inclusa la libertà di emigrazione- per cui sono insorte le giovani generazioni del Nord Africa.
A ciò si aggiunge in Italia il ruolo cinico e odioso della Lega Nord e del suo ministro degli interni- tanto corteggiato dal centrosinistra- che hanno scelto di fare di Lampedusa un centro di raccolta e di segregazione di “masserizie umane”- in attesa di espulsione- contro gli stessi principi elementari di assistenza: al fine di evitare travasi di migranti nel Nord, favorire lo scontro con la popolazione locale, speculare infine sulla campagna d'ordine antimigranti.
Le ultime ore nell'isola sono solo l'effetto ultimo di queste scelte. Di cosa sono colpevoli i migranti ammassati a Lampedusa? Di aver rivendicato il diritto all'umanità e alla libertà. Di essersi ribellati all'espulsione coatta, coi metodi dell'inganno e della forza. Di aver distrutto i locali della loro prigione, come atto di dignità e di resistenza all'espulsione. Contro questo “reato” lo Stato democratico ha brandito l'arma del manganello, dei blindati, della disperazione della popolazione locale che è anch'essa vittima e ostaggio della segregazione dei migranti.
Il PCL sta dalla parte dei migranti tunisini e maghrebini. Rivendica la loro libertà di fuga dalla fame come diritto inalienabile. Sostiene il loro diritto alla autodifesa e alla ribellione contro l'oppressione. Lavora per l'unità e la solidarietà di tutti gli sfruttati contro l'attuale ordine sociale e politico internazionale: quello per cui banchieri ed industriali ( e i loro Stati) hanno il diritto “democratico” di invadere altri popoli ed altri paesi( senza richiedere alcun “permesso di soggiorno”), con le armi del capitale e/o dei propri bombardieri. Salvo poi contrastare l'”invasione” di chi fugge dalla loro rapina o dalle loro bombe, a difesa dei propri confini ( magari “padani”)
Per questo la nostra battaglia per i diritti dei migranti è inseparabile dalla battaglia più generale per un alternativa anticapitalista internazionale: l'unica che possa restituire ad ogni essere umano il diritto di scegliere la propria vita.

"Partita aperta?" o "Partita chiusa?" - Come si "lavano" i panni nell'epoca della riproducibilità tecnica dei partiti.

Bruno Roveda                                       


                                          Alla cortese attenzione della REDAZIONE

 Non è mia abitudine, e chi mi conosce da quando "sono in campo" lo sa bene, lavare i panni in famiglia.
Il mio "personale", direi da sempre, è stato anche "politico", e rimango convinto che la vera "esistenza autentica", come direbbe Hannah Arendt, è quella che si risolve nella partecipazione - vigile e premurosa - al governo della cosa pubblica, secondo gli strumenti che l'epoca, o la fase, mettono a disposizione dei singoli o dei gruppi..
Uno di questi strumenti è il partito politico, nella fattispecie un partito politico che da qualche tempo, e con "successo", agisce con progressivo radicamento in Città, sicuramente anche in conseguenza dell'effetto-traino Nichi Vendola.
Sicuramente un bene per la Città, ma un "bene" che ha cominciato a fare gola a qualcuno secondo interessi non del tutto riconducibili alla natura fondativa del Partito, alla sua "ragione sociale", alla prospettiva di radicale rinnovamento delle relazioni tra soggettività plurime e degli assetti istituzionali. "Sinistra Ecologia Libertà", nel Paese e a Frosinone, nasce alzando la bandiera della rivoluzione culturale, della riforma di sistema, della costruzione di una comunità coesa e solidale. Aperta alle diversità, inclusiva, autonoma ed indipendente: libera per la "liberazione".
Non sempre le cose vanno come si desidera e come ci si impegna a fare: tante le "criticità" da attraversare dentro una realtà sociale che soffre di una disgregazione micidiale.
Solo gli artefici della disgregazione, i ceti dominanti politici, finanziari, economico-produttivi, la casta, se la cavano egregiamente e con prospettive di crescente soddisfazione.
Gli "altri", chi si oppone allo stato delle cose esistente, soffre, stenta, sbanda, agisce nell'incertezza programmatica, di fatto assiste impotente alla distruzione dell'idea stessa di società, di quelle relazioni - umane e produttive - che in genere ne fanno una società organica, coesa, solidale e densa di aspettative per il futuro.
Tra gli "altri", mi spiace dirlo, c'è anche - a Frosinone - il partito cui appartengo, "Sinistra Ecologia Libertà".
Per sabato 24 settembre 2011 - è bene che si cominci a sapere - è in programma, a Frosinone, una "Conferenza di Organizzazione", della quale - personalmente - già in tempi ormai lontani sentivo il bisogno. La pensavo necessaria proprio per "attrezzare" il partito, un partito ancora "adolescente", per farne un partito "maturo" senza correre il rischio di "invecchiare" precocemente.
Tante cose non sono andate per il verso giusto: ritardi specifici e impegni nuovi e differenziati per la pattuglia di militanti sul campo (un campo sempre più minato dall'agire spesso contraddittorio e sovente inconcludente dell'Amministrazione Comunale) hanno bloccato la maturazione, hanno reso sterile quel grido di rivolta che proveniva dal cuore e dalla mente di moltissimi di noi, e dei tanti che avevamo "intercettato" lungo il nostro percorso di mobilitazione e di lotta.
L'incapacità - meglio: la difficoltà reale poi rivelatasi incapacità soggettiva - di affrontare le "criticità" secondo stilemi politico-comportamentali segnatamente "altri" rispetto alla pletora di comportamenti politico-amministrativi messi in atto dal personale politico locale (che traggono spunto e alimento - ovviamente - dal consolidato agire politico proprio della politica "nazionale") ha via via suggerito al partito, certamente anche in seguito a "pressioni" di personale politico sovraordinato al Circolo e più aduso a tatticismi e contrattazioni dall'alto delle posizioni "congressuali" acquisite, una scelta-obbligata. La riduzione di sé - prima nuovo e bello - ad altro, già segnato dalle prime rughe dell'invecchiamento.
Il partito che a Frosinone ha inaugurato la stagione delle Assemblee di Circolo "all'aperto e in piazza" - peraltro dentro il dettato statutario - sceglie oggi di tenere una "Conferenza di Organizzazione" sostanzialmente alla "chetichella", perché consapevole - al di là di ogni ragionevole dubbio - di celebrare un congresso straordinario secondo regole che non sono da congresso, che sono regole di "gruppo ristretto" (gabbia per molti e privilegio per alcuni), che sono regole-non regole perché viziate da contraddizioni insanabili sotto il profilo politico, organizzativo e finanche logico.
E quando si affrontano le "criticità" senza una "cassetta degli attrezzi" (di pensiero di lungo respiro e di sensate esperienze a disposizione) adeguata, si sceglie la riduzione degli spazi democratici, si limita l'agibilità politica, si imbocca la via senza ritorno dell'autoritarismo irragionevole e puntiglioso. Insomma ci si difende dalle avversità chiudendosi a riccio piuttosto che aprendosi al confronto con le soggettività sparse sul territorio.

Io non ci sto. Io non lavo i panni in famiglia.

La mia   in Città è stata scritta dai miei comportamenti, e sarà fatta anche di questo comportamento.
Pur contestando con argomenti sensati la celebrazione - così come definita - della "Conferenza di Organizzazione", ho provato a esercitare il mio diritto all'agibilità politica, al confronto "interno" e con l'esterno, alla rappresentazione delle idee e delle proposte per l'immediato e per il futuro.

Questo diritto mi è stato negato.

Una "autorità" priva di qualsiasi autorevolezza, proprio perché auto-sconfessatasi in ragione della produzione normativa e di regole "autoreferenziali", mi ha negato la rappresentazione di un "Documento politico" così come era stato richiesto.
Non mi resta che sottoporre all'attenzione di chi vorrà quanto ritengo possibile per concorrere, in qualche modo, alla riappropriazione - da parte della cittadinanza frusinate - di questa nostra "terra" e di una cultura - se non sono immodesto - della partecipazione.

Bruno Roveda - membro per diritto congressuale dell'Assemblea Provinciale di "Sinistra Ecologia Libertà" della provincia di Frosinone.
Di seguito, per comodità di chi volesse farne l'uso consentito dalle leggi sulla stampa, riproduco il "Documento Politico" di cui tratto nel testo, che è pure trasmesso come allegato.

Grazie per l'attenzione.
Bruno Roveda


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Conferenza di Organizzazione
Circolo “Sinistra Ecologia Libertà“ di Frosinone

Frosinone 24 settembre 2011 – ore 15:00

DOCUMENTO POLITICO

(presentato contestualmente alla candidatura alla carica di Coordinatore)

La straordinaria complessità di fase che subisce l'intero Paese è gravida di conseguenze epocali.
Come la più feroce delle belve, sta per partorire famelici predatori dei nostri sogni e desideri, si accinge a fare strame del tessuto connettivo del vivere civile, si prepara a fare strame dell'idea stessa di società.
La cessione di sovranità all'economico da parte della politica, l'ipertrofia del finanzcapitalismo, l'assalto insensato ed inesausto alle risorse materiali ed umane di cui ancora il Paese dispone, descrivono uno scenario di desertificazione.

Che chiameranno "Pace Sociale".

L'eguaglianza sociale? Un'illusione!

La democrazia? Un gioco di società!

La libertà? Solo se "vigilata", magari dagli oscurantismi e dalla superstizione!

Noi non ci stiamo!

Noi siamo contro!

Noi siamo "partigiani",

Siamo i partigiani del futuro,

Che soffre di un'alba che non arriva.

Che non riesce a farsi strada nei cuori e nelle menti del personale politico dominante.

Perché preferisce l'agiatezza da schermaglia istituzionale.

Perché gode delle prebende che l'amministrare concede a molti.

Perché non "sente" la rivolta.

E se la sente e la comprende, la disprezza.

Perché ha disimparato il conflitto.

E se ancora sa cos'è, evita di disturbare il manovratore.

Perché c'è sempre da guadagnare dalla "Pace sociale".

Noi diciamo, qui ed ora, "riprendiamoci la nostra vita".

E lo faremo confliggendo!

Frosinone non è mai stata la Luna.
Nel tempo si sono diradati i luoghi della produzione economica: è cresciuta la densità delle banche per abitante.
Nel tempo l'antropizzazione del territorio è mutata: i metri cubi per abitante sono cresciuti a dismisura.
Nel tempo la socialità si è ossificata: il consumo forsennato del tempo libero ha sostituito la coltivazione delle relazioni umane.
Insomma, siamo al degrado.
Del territorio, dell'ambiente, della qualità della vita.
E il ceto politico-amministrativo cittadino - di centrodestra e di centrosinistra - ha dato una grossa mano al ceto politico dominante - di centrodestra e di centrosinistra - nell'operazione/obiettivo "desertificazione".
I "poteri forti", a Frosinone, sono sempre stati rappresentati nell'Amministrazione Comunale.
Di volta in volta in posizioni di maggiore o minore vantaggio, ma sempre presenti.
Sempre influenti, sempre determinanti. Oggi anche da posizioni di extra legalità. Anche i "criminali" sono al potere in Città.
“Sinistra Ecologia Libertà” di Frosinone è partigiana della cittadinanza attiva.
È partito "inclusivo", aperto e plurale. E c'è perché coltiva la propria "natura",
Di "sinistra" perché è una scelta di campo a favore del Welfare.
Di "ecologia" perché sa della simbiosi tra vivente e non vivente e della bellezza dei beni comuni.
Di "libertà" perché ciascuno di noi è "indisponibile".
C'è perché ha un compito: che è compito e dovere costituzionale.
Rimuovere, superare, abbattere, negare la disuguaglianza.
Promuovendo "cultura".
Cultura politica, cultura professionale, cultura.
Cultura della "bellezza", cultura per la felicità.
Non siamo tantissimi e la situazione locale, conseguenza peraltro di politiche generali, è grave e pericolosa.
Ma disponiamo di intelligenze e di passioni, abbiamo sensibilità accentuate, non disdegniamo il dubbio ed il confronto. Alcuni di noi sono giovanissimi, e alle prime esperienze di militanza politica. Altri, più o meno avanti con l'età, sono abbastanza navigati, nel sociale e nel politico. Tutti possiamo individuare delle "priorità" tematiche e di intervento, contando sulle nostre gambe e rimboccandoci le maniche.
Siamo collocati (come da "Manifesto" del Partito) nel centrosinistra, ma il centrosinistra è una configurazione a geometria variabile. Per molti "dirigenti politici" nel Paese e per moltissimi "amministratori" in Città.
E quindi il nostro compito preliminare e propedeutico è la costruzione delle alleanze. Per l'efficacia dei risultati e non per vincere ai punti.
Quattro "temi" (o problemi o luoghi conflittuali) per produrre coalizioni.

1) - Il reddito di cittadinanza,

2) - Il welfare cittadino.

3) - I beni comuni.

4) - La socialità diffusa.

Un impegno (di riflessione e di pratica politica) su tutti: il ruolo dell'Ente Locale. Luogo dell'amministrazione decentrata, della "governance" di periferia oppure luogo della conflittualità e dell'antagonismo "versus" l'Amministrazione Centrale?
Io sono "partigiano" della seconda possibilità, e mi propongo di progettare insieme con tutti coloro che vorranno la fuoriuscita dai "patti di stabilità", di ripensare e praticare una "buona politica" che faccia i conti, con efficacia, con le politiche di "macelleria sociale" governate, da dietro le quinte, dal "finazcapitalismo".
Ragionando sulla "decrescita felice" come occasione di promozione sociale per tutti.
Praticando il confronto a tutto campo con l'insieme delle soggettività politiche, associative, esistenziali presenti sul territorio.Ma un confronto franco e schietto, per l'incontro tra diversi, non per la negoziazione defatigante ed inconcludente.
E per dare un "segno" al Circolo, per arricchirlo di un "simbolo" del quale esser fieri, propongo all'Assemblea l'intitolazione "ALDA MERINI".
E credo di poter illustrare la proposta semplicemente con le sue parole:

Non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti
Di parole, di parole scelte sapientemente,
di fiori, detti pensieri,
di rose, dette presenze,
di sogni, che abitino gli alberi,
di canzoni che faccian danzar le statue,
di stelle che mormorino all'orecchio degli amanti...
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia le pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e dà colori nuovi.

Bruno Roveda
Tessera 00000049 / 2011



giovedì 22 settembre 2011

Festa provinciale del Prc di Frosinone: riflessioni e conclusioni

Andrea Cristofaro, segretario del circolo “Carlo Giuliani” del Prc di Frosinone.


Si è svolta il 17 ed il 18 settembre a Frosinone in Largo Turriziani la festa provinciale del Partito della Rifondazione Comunista. Due giornate di dibattiti, accompagnati da musica e gastronomia, con stand di libri, mercato equo e solidale e oggettistica del partito per autofinanziamento. Interessanti i temi dei dibattiti: “il DIRITTO ALLO STUDIO ai tempi della crisi” organizzato dalla rete degli studenti medi, a seguire: “la possibilità di fare una politica locale di tipo sociale nonostante i tagli dei finanziamenti che debbono subire gli enti locali”, ed il SECONDO GIORNO: “l’inadeguatezza della risposta politica dei governi al pressing del FMI e della Banca Centrale Europea, con conseguente asservimento dei parlamenti nazionali al volere dei mercati e delle banche”. Due belle serate dalle quali sono emersi alcuni punti politici importanti: è in atto da parte di banche e lobby economiche una dura offensiva tesa a peggiorare le condizioni di vita dei cittadini di tutta Europa, col chiaro intento di schiavizzare le persone tramite precarietà, perdita di diritti, incertezza del futuro. E’ allo stesso tempo chiara l’inadeguatezza dell’opposizione parlamentare di centrosinistra nell’opporsi a questo disegno: il centrosinistra non ha detto una parola contro le imposizioni della banca centrale europea. Semmai ha precisato che le misure dovrebbero essere più incisive: quindi non è chiaro se i lavoratori dovrebbero augurarsi un governo di centrosinistra, o augurarsi che il governo attuale resista ancora, per evitare una macelleria sociale più violenta, da parte del centrosinistra. Dai dibattiti è emerso un elemento che sicuramente determinerà le scelte future del partito della rifondazione comunista: la “crisi” creata dalle banche, su cui stanno speculando i mercati tramite il FMI e la BCE non è affrontata in maniera efficace dai vari governi europei, sia di centrodestra che di centrosinistra, i quali fanno ricadere tutti i costi della “crisi” sui lavoratori e sui cittadini comuni, salvaguardando gli interessi dei ceti più ricchi della società. Una trasversalità in materia che in Italia è sancita dall’impegno che il presidente della Repubblica sta mettendo nel velocizzare l’entrata in vigore delle misure di lacrime e sangue imposte dall’Ue. Lo stesso dicasi a livello locale, dove puntualmente amministrazioni di destra o di centrosinistra prendono le stesse misure, quelle imposte dal mercato, senza la minima volontà di ricercare un’alternativa che vada a favore della gente. In un quadro così desolante è evidente la necessità di politiche che rimettano al centro i bisogni e la dignità delle persone, e oggettivamente nessuno dei soggetti politici che si posizionano dentro i due poli del falso e forzato bipolarismo italiano, pare abbia la volontà di lavorare per opporsi ai diktat del mercato. A questo invece devono lavorare i soggetti della sinistra radicale, per evitare che giornate di protesta e di presa di coscienza come quelle organizzate dalla Fiom, dai sindacati di base, dagli studenti, dai comitati di resistenza come quello dei No Tav rimangano fiammate isolate fini a sé stesse. Il vero dramma è che le lotte dei cittadini non ricevono adeguato sostegno dalla politica: il Prc deve lavorare per assicurare questo sostegno politico, e oggettivamente questo non si può fare stando contemporaneamente dalla parte della gente e dalla parte di coloro che stanno con le banche ed i poteri forti. Unico neo: persistono all'interno del partito posizioni di chi ancora vede nell'alleanza con il centrosinistra la strada da seguire, ed a riguardo ci sarà molto da riflettere anche tra di noi. Questo il messaggio che ho colto dai due giorni della festa provinciale del Prc di Frosinone
 






Marcia della Pace Perugia Assisi 25 settembre

Gruppo di lavoro Casa della Pace Frosinone

Il Gruppo di Lavoro Casa della Pace di Frosinone che sta collaborando all’intervento regionale di costituzione di una Casa della Pace a Frosinone, L.R.24 dicembre 2008, n. 25 ‘Promozione ed attuazione delle iniziative per favorire i processi di disarmo e la cultura della pace, Articolo 2, lettera i), ricordando che la Casa della Pace ha come compito la funzione di raccordo con le Associazioni nazionali (Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, Tavola della Pace, ecc ) e internazionali (Unione delle Città e dei Governi Locali Uniti ) impegnate sul tema della Pace e Diritti Umani, partecipa alla prossima marcia della  PACE del 25 settembre organizzata proprio dalla Tavola della Pace. La marcia sottolinea le grandi tragedie come la morte per fame, la corruzione, l’illegalità, le mafie, le dittature, la censura, le guerre, il commercio delle armi, il terrorismo, la violenza, il razzismo, lo sfruttamento, l’indifferenza, l’individualismo, il consumismo…, cercando di valorizzare chi sta lottando per la libertà e la democrazia, la dignità e la giustizia in Siria e in ogni altra parte del mondo, a chi sta spendendo il suo tempo per gli altri e per il bene comune. Il Comune di Frosinone ha messo a disposizione 2 pulmini che con quello dell'associazione Oltre l'Occidente fanno 3 per un totale di 27 posti. Chiunque fosse interessato può telefonare a 339-3848905 oppure 334-6754758. La portenza è prevista per l'alba del 25 settembre, arrivo a Ponte San Giovanni, marcia fino ad Assisi (per chi ce la fa) o Santa Maria degli Angeli, ritrovo e ripartenza verso le 19/20.  il Gruppo di Lavoro Casa della Pace dovrebbe portare uno striscione con su scritto Gruppo di Lavoro Casa della pace Frosinone "GIOELE FULIGNO" come suggerito da varie persone. Che ne pensate? Cogliamo l'occasione per dare un nome a questa Casa della Pace (magari si realizzasse).


Ciao Paolo Iafrate

Scuola: Il comune rivede le tariffe

Paolo Iafrate


Gli  AUMENTI ANNUALI nella scuole dell’infanzia e primaria nel servizio mensa scolastica previsti dalla delibera di giunta comunale, adottata prima dell’estate, che sfiorano il 50% in più rispetto all’anno precedente , sono aggiornati:



1) si ridurrà l’importo dell’aumento. L’aumento è motivato dal miglioramento della qualità del cibo (biologico).


2) il regime forfettario (non recupero dei pasti) viene abolito ritornando così all’organizzazione del servizio dell’anno precedente.


La partenza della mensa sarebbe prevista per i primi di ottobre


____________


Il Comune deve adeguare formalmente con delibera le tariffe e indicare una data precisa per la partenza della mensa. Se questo non avviene….


                                     Le famiglie si danno appuntamento


                                            Lunedì 3 ottobre h.13.30


                                         Davanti al Comune di Frosinone

La deroga della deroga

 Gianni Rinaldini

Con la firma odierna dell’intesa applicativa dell’Accordo del 28 giugno la CGIL compie due gravi errori.
Sottoscrivere un Accordo senza la consultazione degli iscritti, come esplicitamente previsto dallo Statuto della CGIL, è un atto di gravissima lesione della democrazia interna:qualsiasi pronunciamento degli organismi, qualsiasi atto di responsabilità dei gruppi dirigenti non può sovrapporsi all’espressione di volontà e al diritto dell’iscritto.
Pensare,poi, di aver messo in tutela i lavoratori dai guasti dell’art.8 con questa intesa applicativa è pura illusione perché la legge è comunque superiore a qualsiasi accordo. L’intesa odierna non fa che rafforzare il principio contenuto nell’articolo 8, secondo il quale si può derogare da una legge con un accordo sindacale. Bene, oggi l’accordo sindacale deroga la deroga in una spirale infinita di confusione giuridica e politica che finisce per offuscare l’unica cosa seria da fare, vale a dire cancellare l’articolo 8 della manovra.
Ai lavoratori italiani, e persino al Paese , servirebbe una CGIL forte con una strategia di attacco al danno, e non una CGIL impegnata in rincorse tattiche di riduzione dello stesso.

Il free Jazz? Mai per le calli

Mario Gamba da “il manifesto” del 21/09/2011

Se ne sono accorti tardi i musicisti e i pensatori critici in transito per strade e calli di Venezia . Eppure è dall’anno 2000 che l’ordinanza della giunta comunale è diventata operativa . In questi giorni la bolla  dell’autorità lagunare è riapparsa. Affissa qua e là. Chi le legge e non è oscurantista  nell’anima non crede ai suoi occhi. L’ordinanza approvata all’unanimità nell’anno 1999 (quindi con Cacciari sindaco), dovrebbe regolare l’organizzazione dei concerti dal vivo nei tanti locali del centro. Si penserà che si tratta di consigli /obblighi in materia di isonorizzazione e cose simili. Magari. L’ordinanza “entra nel merito” come si dice . Vieta tipi di musica , li espelle dal territorio . Un tipo di musica è compatibile con la civile convivenza un altro no. Per decreto. Ecco il passo più grottesco (o barbaro) :” E’ escluso il jazz sperimentale quale il free jazz che essendo dissonante potrebbe essere di sgradevole disturbo”. Il pianista compositore e direttore d’orchestra  Claudio Cojaniz , un grandissimo del jazz italiano commenta: “Vengono subito in mente gli editti del regime hitleriano sulla musica degenerata. E’ pazzesco”. Si sono messi in agitazione jazzmen come Giovanni Maier .- che medita di usare il testo “per una pièce musico-teatrale  tipo  Welcome to the United States  di Zappa” e Piero Bittolo  Bon, compositori di “contemporanea colta”come Luigi Ceccarelli. Facebook ribolle di proteste invettive e dileggi, la musica definita “sperimentale” non è mai stata  così popolare. Vediamo il precedente storico giustamente evocato da Cojaniz. Nel 1938 con una mostra a Dusseldorf in occasioni delle Giornate Musicali del Reich, veniva messa al bando tutta la musica innovativa da quella atonale a quella dodecafonica al jazz e dintorni. La musica di Schonberg , Webern, Krenek,  e persino Stravinskij (che cercò di ingraziarsi il regime) fu definita in vari modi “degenerata” “bolscevica” “giudaica”. Certo è curioso questo esercizio di estetica disciplinare oggi a Venezia . Con l’arroganza di un misero potere rionale viene portato agli onori della regola assoluta il riflesso secondo cui la dissonanza non è bene accetta dagli umani “normali”. Eppure si studia nei manuali di armonia , anche quelli tradizionali . C’è la consonanza e la dissonanza si trovano in tutte e due in Brahms e in Monk , mettiamo . Tipi che disturbano.



Brano della Clip;
OUTSIDER:

Bass -- Giovanni Tommaso
Drums -- Bruce Ditmas
Piano -- Franco D'Andrea
Trumpet -- Enrico Rava
Fotocomposizione : Luc Girello.

mercoledì 21 settembre 2011

IL 15 OTTOBRE TUTTI A ROMA

COORDINAMETO OPERAIO E POPOLARE DI CASSINO E DEL BASSO LAZIO

PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO




gli esseri umani prima dei profitti,


non siamo merce nelle mani di politici e banchieri,


chi pretende di governarci non ci rappresenta,


l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani,


democrazia reale ora!”




Dopo il successo dell’assemblea di DI CASSINO  del 3 settembre, volta ad organizzare l’opposizione operaia e popolare sia al piano Marchionne nello stabilimento di Cassino e sia al generale attacco alle condizioni di vita e di lavoro dei lavoratori e delle loro famiglie, portato avanti dal governo e dai poteri forti, il Coordinamento operaio e popolare di Cassino e del basso Lazio lancia la mobilitazione per la grande giornata di lotta proclamata a livello europeo e del Mediterraneo per il 15 ottobre 2011
Commissione Europea, governi, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali, governo Berlusconi e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio di bilancio, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.  Sono ricette inique e sbagliate, utili solo a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti più schiavi.  Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati che fanno il loro mestiere, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.
Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Esse avranno come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica.  Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale. Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare. Vogliamo una vera alternativa di sistema.  Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento. Le risorse ci sono.  Il debito, cresciuto a dismisura dal 2008 per salvare le banche dalla loro stessa speculazione sui mercati finanziari, non deve essere pagato e le banche vanno nazionalizzate. Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza, togliendo a chi negli ultimi venti anni si è arricchito impoverendo i lavoratori e le loro famiglie. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.  Le alternative vanno conquistate, insieme. A Cassino, nel basso Lazio, in Italia, in Europa nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.
Il Coordinamento operaio e popolare di Cassino e del basso Lazio, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte.

martedì 20 settembre 2011

Scuola, incontro e assemblea

Paolo Iafrate



In merito all'incontro scuola famiglia tenutosi presso la scuola Vittorio Miele ieri, lunedì 19 settembre, dove si è discusso dei problemi inerenti la partenza dei servizi come la mensa scolastica, si è deciso di fare una assemblea pubblica davanti al Comune in piazza VI dicembre venerdì 23 settembre alle ore 13.30.
Per il coinvolgimento delle altre famiglie deglia altri circoli e plessi  si comunica che Mercoledì 21 presso il Centro Anziami di Madonna della Neve alle ore 17.30 è indetta una riunione propedutica per decidere le iniziative necessarie da mettere in campo per la riduzione del costo delle tariffe a cominciare dalla assemblea davanti al comune.








Liberafesta fra membri della Fds e comunisti.

Luciano Granieri


Serata  conclusiva di Liberafesta in Largo Turriziani   a Frosinone. Facciamo un passo indietro di 48 ore . Domenica sera il dibattito  verteva contro l’attacco ai diritti del lavoro portato dal modello Marchionne + la BCE  in una società  controllata dal mercato.  I temi da affrontare erano molteplici e importanti in una serata dove le notizie a tenere banco nei media riguardavano lo stuolo di puttane al sodo del cavaliere,  quasi che fuori dalla camera con il letto di Putin non esistesse la realtà del precariato della disoccupazione e del disagio sociale  . Ospiti , insieme ad Andrea Cristofaro  segretario del circolo cittadino di Rifondazione Carlo Giuliani  che ha organizzato la festa, erano  Guglielmo Maddè , operaio Rsu CGIL Adler Evo , Lorenzo Rea della confederazione dei COBAS,  Arduino Fraveto  operaio USB Fiat Cassino, Marco Verruggio  della direzione nazionale lavoro  Prc.   La discussione è  partita da una riflessione di Marco Verruggio  per il quale  non sta scritto da nessuna parte che le nazioni debbano pagare il debito pubblico soprattutto in presenza di una crisi sociale epocale. L’Islanda costituisce un esempio di come un intero popolo anche se piccolo, sia riuscito a liberarsi dal giogo delle politiche imposte dalla BCE e dal Fondo Monetario, coinvolgendo  anche la classe politica. I cittadini Islandesi hanno deciso che non avrebbero pagato un debito di cui non avevano responsabilità  alcuna, hanno riscritto la loro costituzione lasciando che i singoli cittadini esprimessero la loro opinione e suggerissero cambiamenti   attraverso i social network . E nella costituzione approvata è scritto che in caso di necessità, l’Islanda non pagherà neanche un centesimo di un debito che non la riguarda . In Italia invece la modifica della costituzione va in senso opposto, si prova ad inserire un  articolo  che obblighi al pareggio di bilancio. Tornando ai temi del lavoro sia Maddè che Lorenzo Rea hanno offerto contributi  importanti . In particolare il rappresentante della confederazione COBAS, ha messo in risalto come sia necessaria una lotta libera da quelle ambiguità che spesso albergano nel più grande sindacato italiano.  Ad  esempio i COBAS non hanno partecipato allo sciopero del 6 settembre organizzato dalla  CGIL perché la protesta era esclusivamente contro  l’articolo 8 della manovra finanziaria che di fatto consente licenziamenti selvaggi in barba alla normativa del’art. 18 e che stravolge il patto fra padronato sindacati e governo del 28 giugno.  Per i COBAS  era già scellerato l’accordo del 28  e dunque non si poteva stare in piazza con chi era stato protagonista di quella iattura per i lavoratori. Condivido in pieno quanto detto da Lorenzo,  i soloni della CGIL non dovrebbero stupirsi se dopo aver dato un dito ai padroni si ritrovano senza le braccia. C’è lavoratore e lavoratore , anche i calciatori dovrebbero essere  lavoratori,  con tanto di diritti di sciopero, ma per Arduino Favreto,  operaio USB Fiat Cassino,  non si può definire sciopero  la serrata dei calciatori, perché non si può definire lavoro giocare al calcio esercizio sportivo in cui ogni calciatore  si diverte e guadagna un sacco  di soldi. Ha chiuso il dibattito, e anche la festa,  il segretario provinciale Beppe Sacco.  Del suo intervento mi ha colpito una frase. Ad un certo punto Sacco ha detto: si risolvono meglio le questioni interne nelle feste che non nelle riunioni fra i vari circoli. In effetti dalla due giorni  messa in piedi dal Circolo Carlo Giuliani di Frosinone è emerso più di un malessere. C’è chi   ormai si sente soffocare dentro la giunta Marini e vorrebbe uscire per tornare a respirare un aria  più libera e  proseguire la sua politica nelle piazze fra la gente  , c’è invece chi è convinto che la presenza  nel consiglio comunale anche in maggioranza con gente che ha una storia completamente diversa e opposta , abbia potuto in qualche modo condizionare in alcuni frangenti  le decisioni del consiglio comunale  a favore delle istanze poste dal partito   . Anche a Frosinone dunque  si ripropone la querelle fra chi vuole il partito di governo e chi quello di lotta . Nel sentire parlare i dirigenti , Marco Verruggio  e sindacalisti  di  base a parte, la definizione più gettonata era "Federazione della sinistra", fra i militanti invece, quelli che spesso vanno  in piazza a manifestare  ,  la parola più diffusa era "comunista". Sarà un caso?  A chi di dovere trarne le conclusioni. 


lunedì 19 settembre 2011

Piloni: Sotto il progetto niente

Luciano Granieri

Siamo ad occuparci dell’ennesima grana che si abbatte sul comune di Frosinone. Parliamo del progetti “I PILONI”. Sul SITO del comune di si legge che nell'ambito del progetto “per la trasformazione del complesso storico situato nel centro storico di Frosinone,    gli spazi delle arcate dei Piloni vengono ristrutturati e destinati ad attività commerciali, sfruttando anche il volume attualmente interrato che corrisponde alle cantine dei vecchi fabbricati al di sotto di Largo Turriziani”. E’  l’ennesima invasione di negozi, che non tiene conto della quasi inesistente  predisposizione all'acquisto dei cittadini sempre più impoveriti dalla crisi  economica. E’anche l’ennesimo project financig,  sistema di socializzazione delle  perdite e privatizzazione dei profitti tanto caro al vice sindaco Giaccari . Il  comune di Frosinone ha identificato come concessionario del progetto di finanza la ditta “I PILONI srl” di Patrica . Niente di che scandalizzarsi, tutto sommato l’opera di riqualificazione, se non fosse la riproposizione di un’altra zona commerciale in città con tanto di  ennesimo supermercato  , sarebbe anche meritoria. Ma non tutto fila così liscio.  Dal messaggero del 15 settembre scorso (vedi post su OSSERVATORIO DECORO URBANO)  si apprende che il Genio Civile ha bocciato il progetto  ponendo undici punti di criticità senza la risoluzione dei quali tutta l’operazione non potrà essere portata a termine. I dirigenti della Piloni Srl non sono per nulla preoccupati dei rilievi sollevati  “Si tratta di osservazioni e precisazioni del tutto superabili” spiega Alberto Pagliuca  responsabile del project per la Piloni Srl,  che conta di risolvere tutta la questione entro la metà di ottobre. Ma in concreto che c’è scritto di così tremendo  nella comunicazione che il genio civile ha inviato allo sportello unico per l’edilizia del comune di Frosinone e alla Ditta  I PILONI,  tanto da costringere  l’ufficio Urbanistica e Gestione del territorio Settore D del Comune stesso a chiedere  chiarimenti URGENTI alla società I PILONI, al  sindaco e all’Assessore ai Progetti di Finanza il mitico avvocato Giaccari? Qui sotto pubblichiamo la risposta. Ovvero la copia integrale del documento del genio civile e la richiesta Di chiarimenti urgenti da parte del settore D– Urbanistica e Gestione del territorio.

































 Come è evidente si tratta di rilevi molto tecnici oscuri a chi non è del ramo. Ma noi da buoni smanettoni di internet abbiamo cercato di reperire  in rete qualche informazione in più in merito alla   criticità del progetto. Non siamo riusciti a trovare tutto ma un po’ di cose forse la abbiamo capite.  Intanto in generale gli atti progettuali non sono  rispondenti al D.M 14.01.2008 Nel punto uno si chiede di chiarire la categoria topografica  utilizzata (T1 o T4) perché sono riportate entrambe. Ovvero si vuole capire se le condizioni topografiche si riferiscono a  una “Superficie pianeggiante , pendii e rilievi isolati con inclinazione media = < a 15° (T1)” o a una “superficie di rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media > 30° (T4)” . Il sito uno è ,  e può essere classificato solo in un modo.  Qui il veltronismo del “T1 ma anche T4” non è ammissibile perché a seconda della classificazione cambiano le analisi da effettuare per determinare la risposta sismica. Cioè se abbiamo capito bene, magari un geologo potrebbe essere più esauriente , se per la  condizione topografica T4 si effettuano le analisi di risposta sismica proprie della T1 al primo piccolo terremoto viene giù tutto. La cosa è ancora più preoccupante perché  al punto quattro  si rileva che manca lo studio della risposta sismica locale o di microzonazione sismica (MS) , in pratica  la valutazione della pericolosità sismica locale attraverso l’individuazione di zone del territorio caratterizzate da comportamento sismico omogeneo.  In sostanza la MS individua e caratterizza le zone di amplificazione locale del moto sismico e le zone suscettibili di instabilità. Passiamo ora al punto sette. Occorre classificare l’intervento sull’edificio esistente ossia bisogna capire quali fra le seguenti opzioni è quella giusta: 1)  interventi di adeguamento atti a conseguire i livelli di sicurezza previsti dalle presenti norme (DM 14/01/2008) ; –2) interventi di miglioramento atti ad aumentare la sicurezza strutturale esistente, pur senza necessariamente raggiungere i livelli previsti dalle presenti norme ;  - 3) riparazioni o interventi locali che interessino elementi isolati,   che comunque comportino un miglioramento delle condizioni di sicurezza  da sottoporre necessariamente a collaudo statico  .  Cioè il genio civile vorrebbe sapere , di grazia, quale tipo di intervento si vuole effettuare sulla   preesistente struttura dei piloni.  La risposta è facile per dirla alla Mike Bongiorno : La uno, la due o la trè. Ma se neanche  chi ha presentato il progetto sa dare una risposta diventa complicato capire cosa si debba autorizzare. Un suggerimento, se ne scelga una caso in fondo c’è una possibilità su tre di indovinare .  Manca poi  la valutazione del progetto in presenza di azioni sismiche  e occorre (punto dieci) un chiarimento sull’inserimento dei MICROPALI. Il micro palo è un elemento che va inserito nelle fondamenta e giustamente si vuole sapere quanti e che tipo di micropali si vogliono utilizzare.  Ci sembra un’indicazione fondamentale per capire se il tutto sta su. Il fatto che manchi la firma del Direttore dei lavori ci  sembra un fatto trascurabile. Sicuramente la nostra analisi è incompleta e carente, non siamo né geologi né ingegneri ma ci sembra di aver capito quanto segue: Non si sa bene che tipo di intervento mettere in atto sulla strutture  , ma soprattutto NON SI SA SE IL TUTTO REGGA.   Ci raccomandiamo Signor Pagliuca se proprio non riesce a presentare tutto per la metà di ottobre non fa niente, prendiamoci tutto il tempo che serve.  Se ci si rendesse conto  che un intervento meno invasivo sarebbe più sicuro allora rivediamo il tutto ci sarebbe l’ennesimo spreco di denaro pubblico ma , SINDACO E’MEGLIO QUALCHE NEGOZIO IN MENO PIUTTOSTO CHE TROVARSI, A SEGUITO DELLE VIBRAZIONI PROVOCATE  DELLA FESTA DELLA RADECA ,  CON IL CAMPANILE  AFFIANCO AL   GRATTACIELO ,IL MUSEO ARCHEOLOGICO VICINO ALLA  VILLA COMUNALE PROPRIO IN PROSSIMITA’ DELL’AREA ARCHEOLOGICA DELLE TERME, IL GENERALE CHAMPIONNET DENTRO L’OVVIESSE CON L’ASCENSORE INCLINATO CHE DIVENTA UN TRANVAI .