sabato 4 febbraio 2012

Il branco non è un'aggravante

Ornella Carnevale


  Apprendo attonita la notizia della insensata sentenza rilasciata dalla terza sezione di cassazione: Stuprare in gruppo non è più grave che farlo individualmente. 
Sembra quasi che si vogliano consigliare gli stupratori ad organizzarsi per compiere un reato odioso come lo stupro,senza subire gravi condanne. 
Non ci sto', e come me, tutte le donne devono levare un urlo di protesta, perchè ancora una volta si decide a proprio piacimento del corpo delle donne. 
Si ha l'impressione che quando vengono emesse certe sentenze,si pensa solo a difendere e tutelare il carnefice e non si parla mai della vittima; se si fa la si dipinge quasi sempre in qualche modo 'consenziente'. 
A questi giudici probabilmente sfugge la gravità delle conseguenze di uno stupro, esse sono devastanti per il fisico, lo spirito e la personalità e determinano una rabbia autodemolitrice. 
Lo stupro collettivo inoltre è ancora più vigliacco dello stupro individuale perchè le singole forze, unite, sopraffanno la vittima neutralizzandone le capacità di difesa e nello stesso tempo potenzia quelle menti malate che fanno del corpo femminile un trofeo da conquistare con la forza e la violenza; senza dimenticare che una violenza di gruppo esalta il branco e la sua ferocia. 
Il reato di stupro è uno dei più gravi che possano esistere a danno di una donna, ma le sentenza di una certa magistratura ci porteranno indietro di anni. 
Non posso non ricordare la sentenza che assolse lo stupratore perchè la donna indossava i jeans e non posso dimenticare quel sindaco che finanziò la difesa di un gruppo di stupratori. 
Sembra avversione per il genere femminile e voglia matta di riportare la donna al suo ruolo primordiale: oggetto del desiderio maschile e macchina da riproduzione.
La crisi economica che stiamo vivendo penalizza sempre di più le donne che, senza un lavoro o mal retribuite, sono costrette di nuovo a chiudersi nelle mura domestiche, reprimendo le conquiste civili duramente conquistate negli ultimi anni. 

L'attuale società ci sta mettendo all'angolo,dobbiamo reagire, se non ora quando?

Che bello nevica dannazione!

Luciano Granieri


Su facebook impazzano le foto di Frosinone sotto la neve. Si  vede la solita sequenza di immagini  imbiancate con il campanile, P.zza Santa Maria, il centro storico, amici,   parenti  e animali domestici  vari   che si destreggiano fra i cumuli bianchi,  il parcheggio,  il cortile , la  casa di quelli che hanno fatto le foto.  Non parliamo poi dei pupazzi di neve. Ne ho trovati di tutti i tipi, anche se è difficile distinguerne uno da un  altro perchè la loro forma è pressoché uguale; un  montarozzo di neve che sostiene un altro montarozzo un po’ più tondo addobbato con sciarpe, cappellini bottoni e carote .  La mia pagina  facebook  è diventata graficamente molto monotona. Che palle!!!! Scusate non è che voglio essere poco romantico,  ma secondo me la neve è bella nel suo luogo naturale, IN MONTAGNA. La neve quando cade in città ha il potere di farmi incazzare. Non per il fenomeno meteorologico in se, ma perché riesce a mettere a nudo tutte le inefficienze della amministrazioni locali (non solo Frosinone) nel gestire un’emergenza che per quanto sia drammatica dovrebbe essere controllata.  In questi due giorni ci sono intere zone della città senza corrente elettrica, e dunque intere famiglie sono senza riscaldamento. Vecchi e bambini sono alla mercè del  freddo pungente. Ovviamente la mancanza di corrente elettrica, determina il blocco delle pompe per la distribuzione dell’acqua, per cui i più sfigati  sono senza corrente e senz’acqua i più fortunati sono solo senz’acqua.  Se poi  vieni  a sapere dal corrispondente del TG3 regionale (Claudio Fiorensoll)  che la causa  di questo black out   è ill crollo dei tralicci dell’alta velocità che hanno interrotto la rete elettrica urbana, ti incazzi ancora di più. Non basta subire i danni che “I TRENI PIENI DI SIGNORI” hanno arrecato agli altri  viaggiatori  (soppressione di linee notturne,  ulteriore depauperamento delle linee per pendolari),  ma bisogna anche sopportare le angherie che questa linea, costruita per  fare andare quattro coglioni da Roma a Milano in un battibaleno, provoca alla popolazione che risiede nei suoi pressi.  A proposito  di pendolari:  Ieri il treno Roma-Cassino delle 6,00 è rimasto bloccato a Valmontone  per 18 ore nonostante i tralicci di quella ferrovia fossero tutti sani, vai a sapere perchè .  A livello informativo poi c’è il buio più totale.  Enel è contattabile solo con i numeri verdi e ti devi accontentare di sapere che la tua zona è interessata da cali di tensione dovuti al mal tempo  e che si sta lavorando alacremente per risolvere il problema. Se l’operazione richieda mesi o anni non è dato sapere.  Al numero di Acea  ieri rispondeva  un operatore il quale riferiva  che la colpa era della mancata erogazione di corrente elettrica che bloccava la distribuzione  idrica , oggi contattando Acea  rimani in balia di una musichetta da de profundis. Il numero della protezione civile è sempre occupato così  come quelli del comune,  i vigili urbani assicurano che ENEL  sta lavorando alacremente per riparare ai disagi.   Insomma:  ci dispiace, ma rimanete al freddo e al gelo, ” questo è il succo del discorso . C’è  da dire  che nel marasma totale, mentre  il sindaco Marini sta invitando i possessori di trattori a mettersi a disposizione per  rimuovere la neve da strade e cortili, il sindaco di Roma Alemanno al massimo offre ai propri cittadini delle pale in uso gratuito per provvedere autonomamente a pulire i marciapiedi della città eterna.  Bell’esempio di democrazia partecipata!!!    Fra i danni arrecati dalla neve nella nostra città quello meno drammatico e forse più simbolico è il crollo della tribuna del “Casaleno”,  potrà suonare come un avvertimento che il sistema dei progetti di finanza sta crollando?  Chissà.   Magari la neve  a Roma avesse fatto danni  come al Casaleno di  Frosinone .  Perché non  tirare giù  quell’obbrobrio dell’altare della Patria?  Forse successo  alle prossime nevicate sarei diventato un po’ più tollerante .

P.S 
La notizia dei trattori è vera.  
Chi possiede un trattore e lo vuole mettere a disposizione per rimuovere i cumuli di neve può chiamare il seguente numero telefonico. 0775 218546.
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Ultima ora: di Damiano Fabrizi (da una segnalazione di Fausta Dumano)


Tragedia sfiorata  al Conad Largo Paleario.  Cede la grondaia all'ingresso del Conad andando a finire sopra mio padre ed il titolare. ..Grazie al Cielo hanno riportato ferite curabili al piede e gamba.Poteva essere una vera Tragedia

venerdì 3 febbraio 2012

l Comitati dicono basta alle Antenne!

Comitato contro le antenne  Ripi - Boville Ernica


Oggi ritorna l’incubo delle antenne per i cittadini di Ripi, da alcune settimane sono iniziati infatti i lavori di installazione di un nuovo ripetitore per la telefonia della società Wind.
Il Comitato di difesa dalle antenne di Ripi-Boville Ernica, unitosi al comitato di Colle Alto, sono
nuovamente scesi in campo per difendere il diritto alla salute dei propri concittadini e per sopperire alle inefficienze ed all’immobilismo dell’Amministrazione Comunale.
All’indomani dell’installazione delle prime antenne a Ripi nel 2003, gli amministratori si erano
impegnati a regolamentare in modo efficace le installazioni e a demotivare tutti i privati che
volessero concedere i loro terreni per gli impianti. I gestori della telefonia già nel 2005 avevano
comunicato che, da lì a breve, avrebbero installato numerose antenne (ben 22 nei 5 territori dell’ex “Unione dei comuni” di cui Ripi faceva parte).
Purtroppo questo delicato problema, nonostante le evoluzioni delle sentenze e dei regolamenti a tutela dei cittadini, è passato nel dimenticatoio ed il risultato è che, a breve, spunteranno numerose antenne su molte altre zone del territorio comunale e a farne le spese saranno anche i cittadini dei Comuni limitrofi come Boville Ernica e Torrice, Strangolagalli.
L’appello è esteso ai cittadini e amministrazioni dei comuni confinanti, i quali hanno regolamentato il piano delle antenne, ma saranno ugualmente bombardati dalle installazioni selvagge confinanti.
Solo su Ripi sono previste altre 4 installazioni.Selva Piana, Castello Centro e Colle Alto.
In questi giorni stanno installando nella contrada Spulla-Castello, dove compatti i cittadini stanno organizzando delle manifestazioni e come segno di protesta invitano i cittadini alla rinuncia delle sim card di operatori come wind e vodafone, migrando su altri.
Il Comitato cittadino ribadisce :
- la ferma richiesta di sospendere l’installazione della nuova antenna della Wind, di spostare
quelle esistenti predisponendo un piano per il posizionamento dei ripetitori basato sul principio
del minor impatto sulla salute dei cittadini.
- Non meno importante la Salvaguardia e Tutela Paesaggistica, concetti da sempre ignorati nel
nostro territorio, deturpato con la nascita di scempiosi tralicci d’acciaio e cemento, che
contribuiscono alla svalutazione degli immobili.
- l’importanza del dialogo tra le amministrazioni limitrofe al fine di stabilire una mappa condivisa
delle installazioni.
Il Comitato si farà portavoce di quanti, nelle zone interessate, già iniziano a manifestare disturbi di salute legati alle emissioni elettromagnetiche generate dai primi ripetitori installati ed esortano inoltre tutta l’Amministrazione Comunale ad attivarsi molto velocemente mettendo in campo tutte le azioni necessarie alla tutela dei “propri” cittadini. Chiediamo inoltre a tutta la Comunità di far sentire la propria voce e di unirsi alla nostra azione per tutelare i propri diritti.





Solidarietà al circolo commissariato

Partito della Rifondazione Comunista Circolo "Carlo Giuliani" di Frosinone


Il direttivo del circolo Carlo Giuliani di Rifondazione Comunista   esprime la propria solidarietà alla segretaria del circolo Idv di Frosinone e a tutti gli iscritti del circolo con cui spesso abbiamo negli ultimi anni condiviso le piazze della città con varie iniziative. Dispiace vedere come l’avvicinarsi delle elezioni puntualmente coincida con azioni di soppressione delle più genuine e chiare azioni politiche dei militanti di base da parte della porzione più politicante  dei partiti. Episodi del genere sono comunque utili per fare chiarezza, anche fra i cittadini che dovranno andare a votare, per distinguere fra chi fa politica per passione e volontà di migliorare lo stato di cose presenti e chi invece, legato a vecchi schemi politici, pensa più a spartizioni di fette di elettorato, considerando gli elettori proprietà privata e non invece persone da cercare di coinvolgere in processi di politica partecipata basandosi su idee e progetti. La segretaria cittadina dell’Idv,  Giuseppina Bonaviri e i militanti del circolo commissariato resteranno sicuramente i nostri interlocutori privilegiati.

giovedì 2 febbraio 2012

Noia elettorale

Luciano Granieri


 Ogni tanto si diffondono tormentoni scaturiti dalle infelici uscite di chi, oltre che a governarci, si sente in diritto di prenderci per il culo. Questo governo sta eguagliando il buon vecchio esecutivo Berlusconi. Prima la Fornero  con una mano si deterge  le lacrime e con l’altra mena sonori fendenti ai diritti del lavoro. Poi il comandante in capo in persona si preoccupa di rendere la vita dei giovani più avventurosa togliendogli di torno la noia del lavoro fisso. Da oggi tutti a preoccuparsi di chi si annoia,  di chi  non ha stimoli, di assicurare a tutti una avventurosa vita da precario, magari con la suspance di capire se gli rinnovano il contratto di mese in mese. Ma esiste un’altra categoria che rischia di annoiarsi a morte. Sono gli elettori di Frosinone. Alle amministrative della primavera prossima proveranno una noia insopportabile nel leggere sopra le schede elettorali i soliti nomi. Che noia dover scegliere sempre fra Marini, Marzi, Ottaviani o Ottaviani, Marini, Marzi, e la loro squadra di cortigiani anche loro sempre gli stessi. Qualcuno ci sta provando a sollevare da una mesta noia l’elettorato frusinate, proponendo strade diverse, promuovendo una partecipazione più diffusa dei cittadini, i quali, hanno ben ragione ad essere annoiati. Ma l’elettorato di Frosinone, a differenza dei giovani lavoratori precari citati da Monti, non può permettersi di divertirsi. I burattinai da Roma, che tirano le fila della grande giostra, hanno decretato che anche alle prossime elezioni i burattini   devono essere tutti allineati e coperti.  E se per sbaglio in qualche circolo locale capitano delle marionette pazze che si mettono in testa di offrire a i cittadini di Frosinone  una amministrazione meno monotona, fuori dalla logica “Io do una cosa a te tu ne dai una a me” più attenta ai bisogni, ma anche ai desideri e alle aspirazioni dei propri concittadini , queste devono ESSERE COMMISSARIATE.  Rivolgo dunque un appello a tutti  i cittadini , CERCHIAMO PER UNA VOLTA DI DIVERTIRCI, lasciamo stare le solite logiche spartitorie, torniamo a respirare, usciamo da questo clima inquinato, non solo dal PM10 ma da vecchie mummie ammuffite  STIAMO CON LE MARIONETTE PAZZE!

Presidenti monotini

Giovanni Morsillo


Il Capo del Governo Prof. Monti ha espresso la sua impressione secondo cui il posto fisso è noioso in quanto monotono. D'accordo, Presidente, ha senz'altro ragione. Infatti qualcuno bene informato più di un secolo e mezzo fa definiva il concetto di alienazione riferito proprio alla ripetitività di certe mansioni nell'organizzazione produttiva capitalistica. E' bene ricordare a tutti noi, però, che questo tipo di organizzazione non è stato creato dai lavoratori, e che esso prevede una serie di strumenti atti a costringere i suddetti ad adeguarsi ai ritmi ed alle discipline del sistema, sempre che vogliano sopravvivere.
Vorremmo però suggerire al Presidente del Consiglio che anche la disoccupazione lo è, e con condizioni ben peggiori da un punto di vista meramente pratico. Sarà anche poco chic parlare del lavoro in termini di reddito e non di teorie sociali, ma come dicevano gli antichi, primum vivere, deinde filosofare...
Un altro aspetto della sua straordinaria dichiarazione, ci ha colpiti: secondo il Nostro, i giovani "devono abituarsi a cambiare". Non sappiamo in che mondo viva il Professore, ma certamente si trova assai lontano dalle favelas cui sono ridotti i nostri quartieri popolari, perché il non aver mai notato che la mobilità estrema da una fame all'altra è già patrimonio consolidato delle convizioni (meglio, rassegnazioni) della nostra gioventù. Sarebbe interessante sapere da dove a dove intenderebbe far passare i giovani lavoratori il Prof. Monti, visto che un terzo di essi di lavoro non ne ha nemmeno uno.
Vede, Professore, la mobilità del lavoro si presenta in modo diverso a seconda del livello sociale (voi direste "delle competenze"), per cui un fabbro o un postino non hanno le stesse opportunità di cambiare mestiere, che so, di un professore universitario. Certo, il secondo ha studiato, ha raggiunto un livello di formazione elevato non soltanto perché ne ha avuto la possibilità economica, ma anche perché è bravo. Ma questo vuol dire che l'altro deve fare la fame? Deve arrangiarsi cioè a rovistare nel bidone dei rifiuti del mercato della mano d'opera per raccattare qualche avanzo putrido?
Ci rendiamo conto che se i circoli di lusso della borghesia finanziaria l'hanno nominata capo del governo non è certo per fare riforme a sostegno del lavoro salariato, ma si faccia qualche domanda facile facile, lei che è così tecnicamente colto: la fase attuale deriva indiscutibilmente dall'aver tarsferito per oltre un quarto di secolo gigantesche quantità di risorse dal lavoro alla finanza (con l'aggravante della corruzione), sapendo che questo non crea ricchezza, ma la redistribuisce concentrandola (e quindi verso l'alto). Tutto ciò ha compresso la domanda, ridotto i lavoratori a questuanti, distrutto il patto sociale e impedita qualsiasi politica industriale in questo paese. visto questo, ci spiega perché ci si ostina a vedere nel male la ricetta salvifica? Come mai si fa di tutto per mantenere in piedi proprio le centrali ed il sistema che hanno determinato la bancarotta? Noi lo sappiamo, ma ce lo dica lei, che invece di chiudere o comprare le banche fallite le rifinanzia con i soldi del lavoro e chiude le fabbriche e gli ospedali e le scuole. Sono queste le urgenze, non l'art. 18 che non è un privilegio, ma un istituo minimo di giustizia sociale e di garanzia delle libertà costituzionali del lavoratore. Anche se avete consentito il mostro giuridico (a parte l'effetto devastante sul piano sociale) che un contratto privato (Pomigliano ed oltre) prevalesse sulla Costituzione, queste cose le sapete bene, no?
 
Vorremmo poi rispettosamente e sommessamente confidare al Presidente della Repubblica, che invita spesso tutti i cittadini a fare la loro parte di sacrifici, che i lavoratori hanno già fatto, e non da oggi, sia la loro che quella di lorsignori, per cui, per favore, invii i suoi messaggi agli indirizzi giusti. Gliene saremmo grati, anche se siamo sicuri che in certi ambienti gli inviti di questo genere servano davvero a poco, perché se c'è una cosa che non desideriamo ricevere dalle alte Istituzioni dello Stato, è il populismo, la confusione ideologica che ci vorrebbe tutti uguali di fronte alla legge, tutti sulla stessa barca, tutti parti di un unico grande macchinario, e via stupidando. Abbiamo troppa stima del Presidente Napolitano per accettare anche questa banalizzazione da parte Sua. 
 

Sinistrati

Giovanni Morsillo


Il PD è in apprensione per quello che ha combinato il senatore Lusi con i soldi del partito. Possiamo comprendere che Rutelli si dichiari "incazzato", un po' meno che si dica "amareggiato", e allo stesso modo ci pare assai problematico dare fede a tutti i dirigenti e militanti del PD che si mostrano stupiti del fatto.
Naturalmente non cediamo alla tentazione di generalizzare, e sappiamo bene che le persone sono una cosa ed i gruppi sono un'altra, ma non riusciamo a capire come mai gente che affida un patrimonio ad un democristiano e per giunta non ne controlla l'operato, possa aspettarsi che questi lo gestisca in modo cristallino, insomma da persona perbene. Certo, non sono tutti così, e forse nemmeno la maggioranza di loro lo è, ma la percentuale è alta, come hanno dimostrato le vicende della loro storia.
Ci rendiamo conto che queste affermazioni possano essere censurate oggi come provocatorie, settarie e disfattiste. Non ce ne importa molto, francamente, perché noi le diciamo con altro spirito, e soprattutto con altre finalità. Non ci interessa polemizzare con nessuno, solo ci piace chiamare le cose con il loro nome, e non abbiamo mai tollerato i sotterfugi retorici o semantici utilizzati per addolcire calici amarissimi da far ingurgitare alla "ggente" o per fabbricare formule su misura che giustifichino strane operazioni elettorali e di potere spacciandole per chissà quali conquiste della democrazia avanzata (non si sa poi a chi).  
 Dunque, brevemente: dalla distruzione del sistema dei partiti di massa previsto dalla Costituzione con l'occasione di Tangentopoli, ci si è affannati a montare mediaticamente il rogo per la politica partecipata e poi a far passare con il consenso confuso degli elettori schifati dall'esito delle inchieste giudiziarie in casa democristiana e socialista una serie di controriforme elettorali tendenti con successo alla concentrazione delle decisioni, alla contrazione rapida della base partecipativa della società alla battaglia politica, alla ghettizzazione delle idee nell'ambito di una non meglio definita "società civile" (nella quale, è utile ricordarlo, si nascondono elementi di corruzione e di sperpero probabilmente non minori di quelli tradizionalmente attribuiti alla politica classica), fino alla privazione di ogni possibilità di scelta per l'elettore, salvo quella dell'attribuzione delle quote di partecipazione al CdA ai vari livelli amministrativi e legislativi.
Grazie a questa "semplificazione" del dibattito - in realtà si tratta della sua trasformazione qualitativa, poiché è oggi riservato alle consorterie, e i cittadini in questo senso non sono più tali - si è proceduto speditamente alla modifica dei presupposti stessi del "fare politica", sostituendo il tema della stabilità a quello della rappresentanza, con la naturale conseguenza del ridislocamento delle forze del consenso su basi completamente diverse (qualcuno dice "nuove", ma è un termine pericoloso perché induce a pensare ad un'idea di progresso di cui nella realtà non c'è traccia). E' quindi diventato non solo normale, ma urgente, che forze prima antagoniste perché propugnatrici di sistemi sociali e di governo alternativi, si compattassero in nome del raggiungimento di quorum maggioritari a prescindere dalle scelte concrete. Sappiamo quale ruolo effettivo abbiano i programmi elettorali, per cui non perdiamo tempo a parlarne.
E così, in modo pur caotico ed affannoso, si sono messi insieme pezzi di gruppi dirigenti che non rappresentavano certamente più gruppi sociali in conflitto, ma che ne portavano ancora l'immagine, e con molti mal di pancia, defezioni, scomponimenti e riaggregazioni, si è stabilito che non fosse uno scandalo che tutti insieme appassionatamente si concorresse alla gestione dello Stato. Sebbene questo abbia comportato una sua trasformazione conservatrice, spesso reazionaria (diritto del lavoro, ordine pubblico, servizi, istruzione), ormai i freni erano rotti, e da una parte il pericolo comunista, dall'altra quello fascista e Berlusconi, si agitavano spauracchi propagandistici e intanto si innestavano ibridi degni di un Frankenstein di prim'ordine.
Ora, tutte le operazioni di ingegneria elettorale, anche quelle sulla linea di confine dell'eversione del diritto costituzionale, possono produrre effetti più o meno desiderati sul piano tecnico, possono modificare i processi di acquisizione del consenso e determinare equilibri di potere i più fantasiosi e perfino fantastici; ma non possono ridurre a valore differenze fondate su precise repsonsabilità, ossia su differenti e conflittuali modi di intendere la società, lo Stato, la stessa politica e le attività connesse.
Per chiarire meglio, non solo non ci pare saggio affidare la cassa alla componente dalle tradizioni non esattamente più virtuose, non sarebbe ora di riflettere sui guasti delle unioni forzate dalla promozione di un concetto astruso come il "bipolarismo" (versione volgare del bipartitismo)?
Intendiamoci: non vogliamo dire che si possano escludere atti del genere a carico di chiunque altro, né che si debbano creare cordoni sanitari fra ex-democristiani e la gestione economica. Quello che sarebbe ora di fare, è una valutazione fredda su quanto ha prodotto il tanto osannato sistema bipolare introdotto a forza nel corpo della variegata società italiana e, se del caso, pensare a correggere qualche errore. Se invece i compagni del PD vogliono continuare così, dovrebbero almeno vaccinarsi contro la meraviglia, poiché come dicevano i nostri vecchi, chi dorme con i bambini, la mattina si sveglia bagnato.

mercoledì 1 febbraio 2012

L'esercito israeliano colpisce un palestinese lungo la linea di confine

fonte http://occupiedpalestine.wordpress.com/

GAZA CITY (Ma’an) — Israeli forces shot and injured a Palestinian farmer on Tuesday east of Gaza City, medical officials and an Israeli military official said.
Emergency services spokesman Adham Abu Salmiya said the farmer, who was not identified, suffered a gunshot wound while tending his land east of Gaza City.
He was taken from the Shajaiyeh area to Shifa Hospital in Gaza City where he was determined to be moderately injured, Abu Salmiya said.
An Israeli military spokeswoman confirmed that forces stationed near the border fence shot a Palestinian man who approached the area in the northern Gaza Strip.
The official said forces first fired warning shots and then at the man’s lower body when he failed to respond. A direct hit was identified, but she said he left on his own.
She said the border area had been used in the past for planting explosives, “thereby endangering the citizens of Israel and the security forces operating in the area.”
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L’esercito israeliano Martedì scorso ha colpito e ferito un contadino palestinese  a  est di Gaza City. Lo hanno riferito ufficiali medici e un ufficiale militare israeliano. Un portavoce del servizio di emergenza presso Adham Abu Salmiya  ha detto che il contandino è stato ferito da un colpo di arma da fuoco mentre stava lavorando la sua terra a est di Gaza City.  L’uomo è stato trasportato dall’area di Shajaiveh all’ospedale di Shifa a Gaza City, Abu Salmya ha detto di aver capito  di essere moderatamente ferito. Una portavoce militare israeliana ha confermato che l’esercito stazionava vicino alla recinzione di confine sparando agli uomini palestinesi che si avvicinavano all’area nella parte nord della striscia di Gaza. L’ufficiale ha detto che l’esercito sparava alcuni colpi di avvertimento e poi ad altezza d’uomo quando questi non rispondevano all’avvertimento. Un colpo diretto è stato rinvenuto ma lei ha sostenuto di essere stata lasciata da sola . La donna ha affermato che l’area di confine è stata usata in passato per piazzare esplosovi  “Mettendo così in pericolo i cittadini di Israele  e le forze di sicurezza che operano nell’area.

Ferrero in visita al presidio "Sigma Tau"

Ufficio stampa Fds Regione Lazio

Giovedì 26 gennaio

“Questa mattina, insieme al segretario nazionale di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, ho preso parte al presidio dei lavoratori della Sigma Tau, davanti ai cancelli dell'azienda farmaceutica di Pomezia, per dire no al licenziamento di 569 dipendenti e al piano di dismissione aziendale”.
Lo rende noto il capogruppo regionale della Federazione della Sinistra, Ivano Peduzzi.
“Alla presenza di centinaia i lavoratori – continua Peduzzi – i delegati hanno letto pubblicamente le due lettere che abbiamo inviato nei giorni scorsi al presidente del Consiglio dei ministri e al ministro Passera e ai consiglieri regionale del Lazio. Nella prima lettera sollecitiamo Monti e a Passera a dare seguito alla richiesta di incontro avanzata dai lavoratori, dalle Rsu e dalle organizzazioni sindacali, affinché l’azione del Governo induca l’azienda a recedere dal licenziamento dei lavoratori e dalle dismissioni. Nell’altra, rivolta ai gruppi consiliari proponiamo di indire una giornata di incontro e solidarietà presso la fabbrica con tutti i gruppi consiliari della Regione”.
“In attesa di risposte concrete – conclude Peduzzi – continueremo a dare sostegno attivo alla mobilitazione dei lavoratori della Sigma Tau, sia a livello istituzionale che garantendo una presenta costante del partito al presidio”.

Personale di Rocco Lancia

L'associazione ArtQube, La Biblioteca Comunale e l'assessorato alla Cultura del Comune di Frosinone



vi invitano al seguente evento

venerdì 3 febbraio 2012 alle ore 18 presso la Galleria Biondi:





martedì 31 gennaio 2012

Piano scellerato, c’è bisogno di risposte immediate per l’emergenza casa”

Ufficio stampa FdS Regione Lazio

"Roma e il Lazio hanno bisogno di un vero piano per la casa a favore di chi non ce l’ha ed è stato ridotto sul lastrico da una speculazione immobiliare che ha portato affitti e prezzi degli immobili a cifre insostenibili". E' quanto afferma, in una nota, Fabio Nobile, consigliere regionale PdCI/FdS.
"Il Piano casa regionale applicato su Roma -prosegue- va esattamente nella direzione opposta. Ancora speculazione e consumo del territorio ma nessuna risposta a quella che ormai è oltre che un emergenza".
"Il Governo nazionale, la Regione ed il Comune -continua- devono dare risposte immediate, mettendo in campo risorse adeguate ed utilizzando quelle già stanziate. I redditi dei cittadini -conclude Nobile- sono
allo stremo e solo una risposta efficace al tema abitativo farebbe recuperare reddito e salario a migliaia di persone".


lunedì 30 gennaio 2012

Il Re è nudo

Luciano Granieri


Finalmente uno sciopero  e una manifestazione vera. Finita l’ebbrezza anestetizzante per la  caduta del sovrano e del suo popolo, realizzato invece  che il popolo sovrano è stato espropriato della legittimità democratica di scegliere il proprio destino, il re si è improvvisamente mostrato NUDO.  La solerzia e la crudeltà con cui il manovale della Goldman Sachs (chiediamo scusa ai manovali per l’irriverente paragone) e i suoi sottoposti stanno  applicando i dettami della troika Ue-Bce-Fmi  hanno  rapidamente riportato con i piedi per terra tutti coloro i quali credevano che la sobrietà, l’algido e rigoroso tecnicismo potessero risolvere tutti i problemi causati da un quindicennio di esproprio padronale agevolato da suggestioni e imbrogli mediatici. Una volta ritornati con i piedi per terra ci si è svegliati sbigottiti e abbiamo capito che il governo diretto del potere finanziario ha spazzato via ogni rendita di posizione di movimenti e sindacati conniventi con il vecchio potere politico. I sindacati di regime si sono trovati in difficoltà venendo meno la loro funzione di regolatori sociali, esautorati in questo compito dall’ineludibilità  mai contestata di una guida diretta del  capitalismo finanziario. Dunque si  sono dovuti ricompattare ed organizzare ma ormai non sono più adusi, dopo le concessioni al padronato, vedi accordo del 28 giugno, a  proporre un terreno di lotta credibile. Al contrario chi aveva immediatamente capito che la presa del potere da parete delle èlite bancarie, sia in Grecia che in Italia , avrebbe definitivamente sepolto   gli ultimi brandelli di stato sociale rimasto, insieme con la dignità del lavoro e dei lavoratori, si è ribellato da subito, avvertendo che Berlusconi era un problema secondario e il peggio stava arrivando. Il peggio è arrivato e sta travolgendo tutto. La peggiore feccia del capitalismo si sta impossessando dei beni comuni, nonostante la volontà popolare. Il capitalismo finanziario sta gettando sul lastrico  non solo il proletariato, ma anche la piccola borghesia  che non è abituata a opporsi secondo una lotta condivisa, ma si scaglia in ordine sparso secondo logiche corporativistiche che nulla possono contro il potere granitico che oggi ci opprime. E’ comunque fondamentale  aggregare quante più realtà possibili  e organizzarle per non farsi sopraffare  . Era  inevitabile che i primi passi di una lotta organizzata che si preannuncia aspra partissero dai sindacati di base, dai movimenti. Il primo atto si è compiuto. Una aggregazione variegata composta fra gli  altri, dai sindacati di base, dai movimenti per l’acqua, dai No tav, è scesa in piazza per ribadire ancora una volta  che non è tollerabile sottostare alla dittatura degli organismi finanziari internazionali. Devono essere i cittadini a scegliere il modello di società in cui vogliono vivere. Le nostre condizioni di vita non devono essere scritte in una lettera cortesemente inviataci dalla Bce. E soprattutto la crisi provocata dalla speculazione finanziaria deve essere pagata da quegli stessi attori che l’hanno determinata.




Foto: Eugenio Oi
Musica: Tetes de Bois
Brano : Andare Camminare Lavorare
Editing: Luc Girello

A Napoli è nato il Forum dei Beni Comuni

fonte: www.contropiano.org

Si è svolto sabato a Napoli il Forum dei Comuni per i Beni Comuni indetto dalla Amministrazione Comunale partenopea guidata dal Sindaco de Magistris che ha visto la partecipazione di circa 1500 persone, tra i quali un migliaio di amministratori comunali, provinciali e regionali provenienti da tutta Italia.
Al centro della riflessione, introdotta dall' assessore napoletano ai beni comuni Alberto Lucarelli, la proposdi costruire una "rete dei comuni per i beni comuni" capace di definire proposte e conflitto in particolare su due obiettivi: 1) contrastare le norme anticostituzionali del decreto di Berlusconi di Ferragosto, accentuate nel decreto Monti sulle liberalizzazioni ,tese a obbligare i Comuni a tappe forzate alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici locali e del patrimonio pubblico, in contrasto, al di la della apparente esclusione da queste norme del servizio idrico integrato ,con lo spirito e la lettera del quesito referendario su cui si sono pronunciati 27 milioni di elettori. 2) un "patto dei comuni contro il patto di stabilità ", figlio della politica liberista europea sintetizzata dai parametri di Mastricht, lesivo di ogni autonomia di Comuni intesi come enti di prossimità più vicini ai bisogni dei cittadini.
Interessante rilevare che nel forum è stato ribadito in molti interventi che occorre impegnarsi nella battaglia contro l'inserimento del pareggio di bilancio in Costituzione , contrastando il tentativo avviato in Parlamento di modifica dell' l'art. 81: tale modifica costituzionale, infatti, impedirebbe ogni intervento pubblico in economia.
Il Forum si è articolato, dopo la seduta introduttiva plenaria tenutasi al Teatro Politeama, in 4 tavoli di lavoro (Economia del territorio e bilanci degli EELL; Beni Comuni, partecipazione e servizi pubblici; Politiche del welfare,diritti dei migranti e del lavoro; Ambiente e nuovi modelli urbani) tenutisi al Maschio Angioino con la presenza di tutti i partecipanti e nei quali hanno preso la parola, complessivamente, circa 200 soggetti istituzionali ed associativi.
Nelle conclusioni si è deciso di render permanente la" rete dei comuni per i beni comuni" e di prevedere continuità a questa esperienza dandosi appuntamenti trimestrali per portare avanti i punti programmatici definiti, che saranno sintetizzati in una "carta".
Al dibattito sono intervenuti anche diversi esponenti delle forze della sinistra, da Ferrero del Prc a Vendola, da Rossi per la Fds. Convitato di pietra politico dell'evento: il leader dell'Idv, Di Pietro, secondo alcuni solo per motivi di salute visto il ricovero in ospedale a metà della seconda settimana, tra gli ospiti i sindaci di Bari Emiliano, di Milano Pisapia, di Bologna Merola, quello di Cagliari Zedda, ilpresidente della provincia di Roma Zingaretti. Assente il sindaco rottamatore di Firenze Renzi. "Peccato che forse a causa di qualche ambiguità nella costruzione del programma, anche la stampa di sinistra, ne abbia enfatizzato prevalentemente le esternazioni più o meno significative di qualche personaggio" lamenta il portavoce della Fds, Massimo Rossi.
Le conclusioni sono state tirate dal Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che, dopo aver ringraziato tutti i partecipanti per aver raccolto l'invito di venire a confrontarsi a partire dal "laboratorio Napoli", ha aperto una riflessione su come valorizzare la partecipazione dei cittadini alla azione amministrativa locale anche al fine di costruire un alternativa a livello nazionale.







 



Totti con gli operai Sigma Tau

 fonte: http://www.ilcorrieredellacitta.com/

 Parola d’ordine: tenere alta l’attenzione. Ed oggi i dipendenti Sigma Tau ci sono riusciti benissimo, andando a bloccare il pullman dei giocatori della A.S. Roma a Trigoria. I calciatori, diretti allo stadio Olimpico per la partita contro il Bologna, sono rimasti quasi mezz’ora fermi, con un “muro” di persone, adulti e bambini, che impedivano il passaggio. “Vogliamo che tutti sappiano quello che sta succedendo – hanno spiegato i lavoratori – perché finora non è stato dato il giusto rilievo al dramma di centinaia di lavoratori. Dopo la protesta dei dipendenti dell’Alcoa, che una settimana fa, a Cagliari, hanno bloccato i giocatori della Fiorentina, abbiamo capito che riuscire a rimandare anche solo di un minuto la partita avrebbe portato l’attenzione sul nostro problema. Trigoria è vicinissima alla sede della Sigma Tau, ed il suocero di Francesco Totti un nostro collega. Venire qui è stato naturale”.

I dipendenti,circa un centinaio, hanno manifestato in maniera pacifica per l’intera mattinata, poi, al momento in cui i calciatori sono saliti a bordo del pullman della società, si sono posizionati in modo da bloccare il transito. Tra striscioni, fumogeni e cori da stadio, hanno chiesto ai giocatori di scendere, cercando comprensione. “Cinque minuti del vostro tempo: ci basta questo. Lo stadio non scappa, il lavoro sì”. Dopo venti minuti di protesta – con cori che, iniziati con “Forza Roma”, si stavano trasformando in “Siete delle m… non capite i problemi della gente che prima viveva con 1200 euro al mese e che adesso non ha più neppure quelli”, per poi arrivare in “Francesco, Francesco”, rivolti al capitano giallorosso – finalmente lo sportello del pullman si è aperto, facendo scendere Francesco Totti e Simone Perrotta in rappresentanza della squadra.

“Ho moglie e due figli”, ha spiegato un lavoratore al quale, per stemperare la drammaticità del momento, Totti ha risposto “Pure io ho moglie e due figli”.

“Francesco – gli ha poi detto il dipendente – io sono della Lazio, ma ti voglio bene lo stesso, soprattutto se ci dai una mano a far conoscere la nostra situazione, che tu dovresti conoscere benissimo, visto che tuo suocero è un nostro collega. Abbiamo bisogno di voi”.

domenica 29 gennaio 2012

Arruoliamoci nella clown army

Clown Army NO TAV - 
Torino 28 gennaio

Dopo mesi di resistenza continua, mesi di mobilitazione permanente iniziata il 23 maggio, con la nascita della "Libera Repubblica della Maddalena" per proteggere quell'area che sarebbe diventata il "non - cantiere" di oggi, mesi di sofferenza, rabbia, a volte una profonda frustrazione, mesi di attacchi "fisici" da parte di un esercito armato fino ai denti contro cittadini disarmati, di attacchi "mediatici" che tendono a criminalizzare il movimento in qualsiasi occasione oscurandone le ragioni, c'è chi ha deciso di cambiare strategia. Chi ha deciso di disarmarli con l'arma più micidiale: l'ironia.

E' nata così, da un invito dei compagni del CSOA Gabrio, la prima giornata trascorsa insieme, a Giaglione, tra un gioco ed una simulazione di performance, con la voglia di creare nuovi metodi di azione, coinvolgenti, positivi, con quel pizzico di provocazione che non può mancare, perché siamo NO TAV, diamine, e abbiamo tutte le ragioni per essere sempre molto determinati.
Un paio di incontri, il feeling è immediato, molti di noi si conoscono e sono attivi insieme da tempo, per altri c'è la novità, ma l'affiatamento è ai massimi livelli.
Ed eccoci in azione insieme, per la prima volta, a Torino il 28 gennaio.
Il clima non è dei migliori, a due giorni dal blitz con decine di arresti la tensione è molto alta. I politici contribuiscono ad alimentare la criminalizzazione preventiva della manifestazione, con i soliti toni terroristici riportati dai fedeli servitori dei media più diffusi. Una ragione di più per essere più ironici, più solari, più colorati che mai.
Una pioggia mista a neve rallenta un po' la vestizione, impossibile usare l'ombrello, siamo destinati ad assorbire ogni goccia di pioggia, ogni fiocco di neve, le parrucche aiuteranno a tenere calda la testa. A scaldare il cuore, invece, ci pensano le migliaia di persone che affluiscono nella manifestazione, ci sono proprio tutte le anime del movimento e striscioni, cartelli e migliaia di bandiere NO TAV fanno dimenticare in un istante quella sensazione di umido penetrante.
Caldi e carichi marciamo verso le carriole, quelle si, meritano la nostra scorta. Imitando goffamente il passo dei militari, proprio quelli che oggi presidiano il "non cantiere", arriviamo fino in Piazza Castello, in attesa di assistere alla consegna delle "macerie" ed allo spettacolo teatrale. La piazza si riempie velocemente, c'è grande energia, e non poteva mancare un folto schieramento di agenti in anti sommossa davanti al palazzo della regione, cosa che impedisce una consegna in prossimità, appunto, del palazzo.
Qui entriamo in azione, ci avviciniamo al cordone delle forze dell'ordine e diamo inizio alla performance. Risate, mimi, tentativi falliti di omaggiarli con un fiore, smorzano l'inevitabile tensione, quella che è dentro ognuno di noi. Perché i nomi dei compagni ancora in cella sono scolpiti nelle nostre anime, come i nomi e i volti dei feriti, e dietro ogni nostro sorriso ci sono lacrime per le ingiustizie che subiamo da mesi. Reagiamo con forza, e manteniamo alto il livello di allegria, poi un contro-ordine, niente spettacolo in piazza Vittorio, qualcuno sostiene che la tensione è troppo alta (?) e, nonostante gli attori avessero appena iniziato a performance, lo spettacolo si farà in piazza Vittorio.
Qualche istante di disorientamento, anche per noi, e poi la folla si disperde, qualcuno procede verso Via Po, Piazza Vittorio, altri restano in Piazza Castello, altri, ancora, tornano verso Porta Nuova a piccoli gruppi, anche perché il tempo sta decisamente peggiorando.

Un po' umidi, ma sempre carichi, proseguiamo il nostro cammino, ed ecco che intercettiamo un plotone di carabinieri e poliziotti che scortano il corteo in Via Po. Avvicinamenti maldestri e poi via, si marcia insieme. Uno-due,uno-due,uno-due. L'imbarazzo degli uomini in divisa è quasi tangibile. Qualcuno si lascia andare in sorrisi, altri non nascondono l'irritazione. Tentano di allontanarsi, ed eccoli sotto i portici, dove arriviamo anche noi rapidamente. E ancora uno-due,uno-due.... La gente osserva e sorride. Una scena davvero surreale. Sono costretti a spostarsi per allontanarsi da noi, ma non possono "forzare" più di tanto perché troppa gente sorride alla nostra pefrormance. E anche dai negozi arrivano saluti e applausi. Proprio quei negozi "terrorizzati" dal passaggio dei "temibili black bloc" NO TAV !

Qualche minuto di pausa, poi torniamo verso Piazza Castello. La folla si sta disperdendo, in piazza non c'è più nessuno, tranne il cordone di uomini in divisa che certo non gioiscono nel vederci tornare. Pronti per l'ultima foto di gruppo con le macerie, ed il saluto di rito, un girotondo al grido "ARRUOLATEVI" nella clown army, ovviamente.
Sono quasi le 18, è buio, ma da Via Po ecco sbucare un numero imprecisato di blindati seguiti da carabinieri e polizia sempre in assetto anti-sommossa. Dietro, ad una certa distanza, un gruppo di persone, forse l'ultima parte del corteo, che si dirige quasi certamente verso piazza castello per tornare a Porta Nuova.
Un'occhiata tra noi e si riparte, prima fermiamo il traffico per consentire alle camionette la svolta in Via Roma... alla nostra maniera, ovviamente. E poi in marcia, proprio davanti al plotone, nel centro di Via Roma.
Questa è forse la parte che gradiscono di meno...eppure qualcosa non tornava, c'era tensione nell'aria, erano svaniti i sorrisi dai loro volti, stavamo disturbando qualcosa, chissà, forse quel buio, quella neve, forse per loro erano il segnale che "lo scontro" doveva arrivare. Continuiamo a marciare ma ci spingono con gli scudi, ci spintonano di lato, ci dividono, qualcuno riceve anche insulti pesanti. 
Ad un tratto siamo in mezzo a loro, davanti i carabinieri, dietro la polizia, ed ecco che si fermano tutti. Uno di loro grida "Ma questo non è il corteo, cazzo, sono pagliacci"! E , a quel punto, la risata che prima era "di rito" è scoppiata spontanea.... Proprio cosi'. Avevamo scombinato i loro piani, uno sgangherato gruppo di una tenace clown army aveva creato il "caos".... 
Aumentano le spinte, ma noi non molliamo. Ci ricompattiamo all'altezza di Piazza Carlo Felice ed eccoci pronti per un altro girotondo, un bel girotondo per mettere "al sicuro" la gente che stava arrivando da Via Roma, dirigendosi verso Porta Nuova. Qui i funzionari della DIGOS diventano più duri, volano insulti volgari, minacciosi, pesanti. Ma il girotondo resiste, finché la coda del corteo è quasi tutta verso la stazione.
"Non avete ancora finito di rompere i coglioni? Avete ottenuto quello che volevate, no?" urla un funzionario della Digos. "NO." rispondiamo quasi all'unisono. Quando saranno tutti liberi, ci fermeremo. Quando smetterete di considerare il NO TAV una questione di ordine pubblico e le nostre ragioni verranno ascoltate, ci fermeremo. Quando questo paese realizzerà i progetti, i sogni e i valori della Libera Repubblica della Maddalena, ci fermeremo. Solo allora.
TUTTI LIBERI! TUTTE LIBERE!

Clown Army NO TAV, prima puntata.
Stay tuned.... perché prima o poi una risata li seppellirà!



Foto: Simonetta Zandiri
Musica : Riccardo Tesi  Banditaliana
Brano: "Valentino"
Editing: Luc Girello

Lettera aperta ai compagni dei circoli provinciali di Rifondazione Comunista.


Cari compagni dei circoli provinciali, cara segretaria Ornella Carnevale,
vorrei riportare    alcune mie riflessione sul comitato politico federale che si è svolto oggi. Come ben sapete è la prima volta che partecipo a questo tipo di riunione, perché iscritto da poco e perché non ricopro ruoli direttivi nel  comitato stesso. Mi sembrava importante esserci  perché da buon militante, ove il tempo lo consenta, ritengo fondamentale partecipare all’attività del partito. I temi all’ordine del giorno erano importantissimi:  lo svolgimento delle attività dei circoli sul territorio  e le   prossime elezioni amministrative con particolare riferimento agli scenari di Ceccano e Frosinone. Confesso che  attraversando  il lungo e scarno corridoio che conduce alla sala dove si stava dibattendo mi sono sentito subito a mio agio.  Le  argomentazione erano molto interessanti. Si concertavano le diverse mobilitazioni . Si è deciso di scendere  ancora una volta  affianco degli operai della Videocon  che all’inizio di  febbraio subiranno il processo per  occupazione dell’autostrada   organizzato con il solo scopo di difendere il proprio lavoro. Ripeteremo la vendita delle arance per raccogliere i fondi necessari alle spese legali. Supporteremo il compagno Maddè che dovrà subire un processo per i fatti relativi alla protesta contro la chiusura dell’ospedale di Pontecorvo. Si è discusso sul come aiutare i compagni del neo circolo di Esperia impegnati nella battaglia per l’acqua pubblica, contro i  soprusi di Acea, e per il rispetto dei referendum. Ho rivisto con piacere quei volti rassicuranti con cui ho condiviso mille battaglie per la difesa dei diritti dei cittadini  calpestati ogni giorno da un capitalismo e neoliberismo voraci. Con Francesco ho condiviso la campagna per la raccolta firme contro le  servitù militari, con Fausta abbiamo organizzato  tante iniziative, così come con Francesca, ricordo la mobilitazione sotto al MIUR di Frosinone insieme con gli insegnanti precari contro la legge Gelmini, anche insieme a Ornella, la segretaria provinciale, abbiamo condiviso la lotta contro l’aeroporto. Con il mio segretario Andrea in piazza ci stiamo  praticamente ogni domenica. Eravamo li  a parlare di politica. Quella politica che siamo abituati a fare, nelle piazze, davanti alle fabbriche, davanti alle scuole. Mi sentivo gratificato  devo ammetterlo. Ma siccome il Partito della Rifondazione Comunista è un partito , si è dovuto affrontare il nodo delle prossime elezioni amministrative a Frosinone e Ceccano ed il clima è cambiato. Cari compagni, ci siamo trasformati da tanti  dott. Jekyll a tanti mister Hyde.  Si è passati dal discettare sulle cose da fare al discutere di strategie elettorali, discorsi miserrimi. Il racconto di Francesca Bucciarelli, segretaria del circolo di Ceccano, ci ha scaraventato in una situazione  surreale, kafkiana. Non entro nel merito delle questioni  perché gli scenari per quanto riguarda i giochi delle alleanze elettorali a Ceccano sono in piena evoluzione e dunque non vorrei, anticipando alcuni sviluppi, danneggiare i compagni di Ceccano. Sta di fatto che Francesca ci ha parlato  di  estenuanti riunioni di studio con i presunti alleati, repentine prese di posizioni, improvvise accelerazioni sulla scelta di un candidato sindaco mai espresso prima, comunicati  emessi, condivisi prima da tutti,  poi da alcuni,  infiniti distinguo,  riproposizione delle primarie, annullamento delle primarie. Ho colto dalle parole di Francesca lo scoramento per una situazione veramente singolare ed ingarbugliata di fronte alla quale  il circolo e la segreteria provinciale sono chiamati ad operare una scelta senza conoscere la reale affidabilità dei compagni di viaggio della serie “Parenti Serpenti”.  Non è questa la politica che si addice ad un partito comunista. Un partito comunista deve confrontarsi con le altre forze politiche  e sociali sulla base dei programmi. Compagni non è nelle nostre corde giocare con le figurine: ti do un sindaco qua ma tu mi dai due consiglieri la. Su queste basi saremo sempre perdenti,  e lo dimostrano i fatti. A Frosinone nonostante ci fosse il nostro consigliere in maggioranza, le nostre posizioni  sono state  ignorate. Siamo contro l’aeroporto? E il comune di Frosinone, nonostante la nostra contrarietà  è azionista della società Aeroporto di Frosinone. Ci battiamo per l’acqua pubblica e contro i soprusi di Acea?  E Michele Marini, per tutta risposta,  nella  consulta dei sindaci non prende mai una posizione netta e decisa contro Acea.  Inoltre le poche delibere che ci vengono approvate non vengono applicate . Si approva la mozione su Frosinone Antifascista? Il blocco studentesco decide di manifestare  e Il comune in contraddizione con quanto deciso concede la piazza ai fascisti. Si approva la mozione sulle Terme in base alla quale si devono fermare i lavori di cementificazioni  su i siti di interesse archeologico? Le imprese edili in barba al provvedimento, continuano a lavorare su quei siti, senza che il comune agisca come deve.  Dobbiamo trattare con le altre forze?  Facciamolo pure ma sulla base di programmi concreti che aiutino veramente i cittadini  a superare un disagio sociale ormai diffuso e ben presente nella nostra provincia . Un ultima notazione, di tipo personale. Aut – Frosinone, il blog su quale state leggendo questo lettera ,  è un sito redatto da un uomo libero pur se iscritto ad un partito , cioè dal sottoscritto. Aut  non è l’organo ufficiale né della segreteria provinciale di Rifondazione né della Federazione della sinistra. Dunque, per rispondere a qualche compagno, il quale si lamenta per il fatto che non pubblico tutto ciò che mi viene invito dalla federazione, rivendico la mia libertà scegliere  cosa  postare  cosa no .  Infine invito quei  compagni i quali sostengono che pubblico  fregnacce o cazzate , a spiegarmi le ragioni di questa loro critica discutendone sul merito senza insultare a prescindere. Dopo questa piccola precisazione di carattere personale, concludo invitandovi a riflettere su quanto ho scritto. Con la speranza di incontrarvi  al prossimo Comitato Politico Federale, con animo un po’ più sereno, invio una caloroso abbraccio a tutti

Hasta la Victoria Siempre
Luciano Granieri.

Diliberto e Rinaldini a Cassino

Piero Ferone, segretario PdCi Aquino.


La sezione del PdCI di Aquino, saluta con enorme soddisfazione la  grande partecipazione all’assemblea svoltasi ieri a Cassino alla presenza del segretario nazionale Oliviero Diliberto e di Gianni Rinaldini. Questa è l ulteriore prova che  in Italia c’è bisogno di sinistra. Dagli  innumerevoli interventi è scaturito la possibilità che la Fiat lasci lentamente i siti produttivi Italiani arrecando  per il cassinate un vero e proprio disastro. La cura Marchionne non sta dando i risultati sperati la Fiat  perde continuamente quote di mercato sia in Italia che in Europa. La via maestra è quella della Volkswagen che con i salari il doppi dei nostri e con orari piu bassi dei nostri(36 ore settimanali) è diventata la seconda produttrice di auto nel mondo. Il segreto si chiama ricerca di nuovi modelli, di nuovi materiali, di modelli di produzione su questo la Fiat e zero, occorre una svolta radicale, per questi motivi i comunisti di Aquino fanno l appello a tutti di parteciparel’11 febbraio a Roma alla manifestazione nazionale della FIOM per la democrazia sindacale e per lo sviluppo. Tutti insieme possiamo farcela senza se e senza ma   tutti con la Fiom a Roma.