venerdì 15 aprile 2016

Voto per la salvaguardia ambientale del mare.

Luciano Granieri


Concordo, domenica sarà una giornata complessa per chi ha a cuore il benessere della democrazia e della salute dei cittadini. Sappiate che quel mare che qualcuno di voi   vorrà raggiungere, deve essere difeso. Se non si andrà a votare per l'abrogazione della legge che elimina la durate delle concessioni per le trivellazioni   marine si perderanno migliaia di posti di lavoro. Potrebbero chiudere stabilimenti balneari e molti pescatori andrebbero a chiedere l'elemosina. Quei pochi lavoratori impegnati sulle piattaforme andrebbero a casa comunque, perchè le attività economiche basate sull'estrazione dei combustibili fossili sono in pieno disfacimento. L'ha capito il ministro dell'ambiente francese Segolene Royal,  che   ha imposto una moratoria sulle trivellazioni in mare attorno alle coste transalpine e invitato gli altri paesi del mediterraneo a seguire l'esempio. L'hanno capito i Croati, che hanno adottato le stesse procedure dei francesi a difesa delle proprie coste. L'ha capito l'Arabia Saudita.  Già proprio nella patria del petrolio, i ricchi sceicchi stanno disinvestendo sul combustibile fossile per puntare tutto sulle energie rinnovabile. Non mi pare che tali illuminati miliardari siano così sprovveduti! Dunque  per quale motivo, Matteo Renzi, fautore delle fotocamere digitali di ultima generazione, sta buttando cuore ed investimenti per tenere in vita le fabbriche di rullini? (usiamo una sua metafora)  Semplice, perchè se siede sulla poltrona di Presidente del Consiglio, senza nemmeno essere stato eletto in Parlamento, è grazie ai buoni uffici dei  fabbricanti di rullini, leggi  petrolieri, i quali hanno pure  rinforzato il gruppo di potere designando la Guidi come ministro ombra delle attività produttive e il fidanzato, referente della Total e di altre compagnie petrolifere, come ministro vero e proprio. Tutto ciò è illuminante per capire che la politica energetica del Governo, fa gli interessi di tante lobby, tranne  del gruppo di interesse che dovrebbe salvaguardare, cioè i cittadini. Domenica  dunque prima di andare al mare passate al seggio per votare SI al referendum sull'abrogazione delle trivelle. Domani però nel corso della movida  raggiungeteci al tavolino per la raccolta firme sul referendum di abrogazione dell'Italicum, siamo in Via Aldo Moro dalle 17,00, così tanto per scongiurare il rischio di farsi scippare l'elementare diritto di scegliere i propri rappresentanti. 

Appello di Anna Rosa Frate del circolo Possibile di Frosinone Sezione Altiero Spinelli. Le riflessioni di Stefano Ceccarelli Legambiente. Riprese e montaggio per Cioceconleali WEB TV Daniele Riggi.

Firme per la democrazia.

Luciano Granieri.

Domani 16 aprile 2016 a partire dalla ore 17,00 saremo presenti in Via Aldo Moro con un banchetto per la raccolta firme finalizzate ad indire i  referendum sull'abrogazione delle liste bloccate e del premio di maggioranza relativamente alla legge elettorale "Italicum". Sarà possibile firmare per l'indizione dei referendum sociali: quattro quesiti relativi alla  Buona  (Cattiva) scuola ,  uno per cancellare la qualificazione degli inceneritori come strutture strategiche, eliminando quindi le valutazioni di impatto ambientale per la loro installazione e una petizione popolare per cancellare la privatizzazione dell'acqua e dei servizi pubblici locali secondo i decreti attuativi della legge Madia. E' un impegno difficile, ma necessario per evitare che il nostro Paese, diventi definitivamente succube delle lobby economiche, le quali non hanno per nulle a cuore le sorti dei cittadini, ma la preservazione di pochi faccendieri clienti. Vi aspettiamo numerosi.

giovedì 14 aprile 2016

Frosinone, raccolta firme per ridare voce al popolo sovrano

Comitato Locale Comitato Democrazia Costituzionale Frosinone



Il Comitato Democrazia Costituzionale per la Provincia di Frosinone  comunica che sabato 16 aprile 2016, a partire dalle ore 17,00, sarà presente, in Via Aldo Moro presso Piazza Cervini a Frosinone, con un banchetto di raccolta firme finalizzate  all’indizione di un referendum abrogativo su due norme della legge elettorale “Italicum”. In particolare attraverso  i due quesiti referendarie si chiede 1) L’abrogazione dei capi-lista bloccati e le loro candidature plurime, il monopolio delle segreterie di partito nella designazione  dei deputati. E’ necessario restituire,  attraverso la cancellazione di questa norma, il potere ai  cittadini  di scegliere i propri rappresentanti alla Camera dei Deputati. 2) L’abrogazione del premio di maggioranza che regala il 54% dei seggi alla Camera,  ed  il Governo ad un'unica lista che rappresenta una minoranza del  Paese (anche solo il 20% dei consensi reali dell’elettorato). La cancellazione di questa norma è fondamentale per dare rappresentatività alla maggioranza reale degli elettori.  Diamo dunque appuntamento a tutta la cittadinanza ricordando che la democrazia è di tutti ed è necessario firmare per riprendersela. Ciò allo scopo di ribadire e confermare il concetto espresso dall’art.1 della Costituzione secondo cui “LA SOVRANITA’ APPARTIENE AL POPOLO  e il popolo è sovrano quando può scegliere liberamente il proprio Parlamento.


Luciano Granieri, portavoce del Comitato Democrazia Costituzionale per la Provincia di Frosinone.

La battaglia per la difesa della democrazia e' iniziata.

juri carlucci


  Ieri ho partecipato alla manifestazione a Montecitorio dei comitati in difesa della Costituzione italiana e contro la legge elettorale "Italicum".
    La partecipazione e' stata buona se considerato l'orario.Il sit-in ha coinciso con l'approvazione definitiva, per ciò che concerne i lavori parlamentari, del Ddl Boschi-Renzi. La votazione finale non vedeva la presenza di chi si oppone a tale deforma costituzionale. La piazza e' stata raggiunta da decine di parlamentari che nel'occasione hanno potuto firmare inseme ad altri/e cittadini e compagni i due moduli referendari predisposti per le modifiche alla legge elettorale "Italicum"
Molti gli interventi di giuristi, politici e professori tra questi anche il candidato a  sindaco di Roma Fassina. Centinaia di volantini sono stati distribuiti per alimentare l'informazione e per spiegare ai passanti il motivo della mobilitazione.
   Tra pochi giorni vi sara' la presentazione del testo per la richiesta di referendum oppositivo al Ddl Boschi-Renzi. Di li a poco arriveranno i moduli per fare banchetti.
  Dunque in sostanza saranno più di tre mesi di mobilitazione a caccia di 1.500.000 firme con un primo appuntamento molto probabilmente ad ottobre 2016.
   I comitati nazionali hanno reso noto, durante gli interventi al microfono,  di aver avuto i primi riscontri quantitativi di versamenti sottoscrizione da tutta Italia e hanno fatto appello a continuare a versare utilizzando i codici bancari segnalati nei siti internet.




Per altre foto sulla manifestazione cliccare QUI

Sulle sponde del Liri nascono gli Infermieri Senza Frontiere – onlus

Infermieri Senza Frontiere - onlus


Il 24 Marzo 2016, nasce a Sora (Fr), l’ associazione di volontariato onlus: INFERMIERI SENZA FRONTIERE. Questo è il volto che ,un gruppo di giovani professionisti della medesima provincia, ha deciso di dare alla neo associazione. Laureatisi presso l'Università degli studi di Roma Tor Vergata, sede di Sora e fermamente convinti di mettere in pratica i principi su cui si fonda il nursing, questi giovani infermieri vogliono impegnare la propria professionalità al servizio del cittadino e senza scopo di lucro. L'orientamento dell'associazione è quella di fornire a tutta la popolazione ma in particolare alle fasce più vulnerabili, un'assistenza infermieristica di base spendibile sul territorio, ovvero erogare un'assistenza in una dimensione più ampia dei soli limiti delle strutture sanitarie.
Gli infermieri senza frontiere diventano così, promotori di una cultura che incoraggi lo sviluppo di una fiducia comunitaria-territoriale della professione infermieristica,nonché i responsabili della corretta gestione di problematiche di salute reali o potenziali, facilmente trattabili al di fuori di strutture, in contesti familiari e di comfort. Nello specifico, gli obiettivi che gli infermieri senza frontiere si pongono vengono così riassunti:
- portare a conoscenza del cittadino della figura dell'infermiere di quartiere;
- informare e sostenere il cittadino e la comunità verso corretti stili di vita attraverso una politica di prevenzione ed educazione sanitaria;
-sviluppare la cultura del "salvavita"attraverso la conoscenza delle manovre di primo soccorso;
- fornire un'assistenza socio-sanitaria;
-promuovere l'integrazione tra le diverse culture del territorio.
-aiuto e sostegno all'immigrazione;
- assistenza sanitaria a persone anziane, disabili e malati cronici.
Particolare attenzione va rivolta all'attivazione della figura dell'infermiere di quartiere. Lo scopo del progetto è quello di creare un punto di riferimento per le persone che necessitano di prestazioni che incidano sulla propria quotidianità (dal monitoraggio dei parametri vitali alla gestione di patologie croniche, alla pratica del counseling ) all'interno di un quartiere. Questo permetterà all'infermiere di garantire risposte puntuali e qualificate ai bisogni dell'utenza e al cittadino di soddisfare le proprie richieste senza incorrere in lunghe trafile che le strutture sanitarie a volte regalano. Il progetto INFERMIERI SENZA FRONTIERE, nasce dall'idea di uno dei soci fondatori dell'associazione,Paolo Ceccano,infermiere presso il polo ospedaliero ”F. Spaziani” ed attuale Presidente della stessa. Noi soci, ringraziamo il Presidente per averci dato la possibilità di costituire e dare vita tutti insieme a questo bellissimo progetto. Tutti i soci e il presidente tendono inoltre a sottolineare che l'associazione è aperta a collaborare con qualsiasi persona che voglia condividere con essa lo sviluppo del benessere collettivo e la promozione della salute.
Il progetto che nei prossimi giorni verrà presentato ai cittadini e già in molti si stanno adoperando per non far mancare la propria collaborazione.
Ringraziamo il Dott. Stefano Marini titolare della Farmacia Marini ed  il Presidente del Consiglio Comunale di Sora Salvatore Meglio per essere stati i primi a sposare i nostri  progetti con decisione e fiducia.
Presto gli infermieri senza frontiere saranno fra i cittadini per promuovere i primi progetti.
I soci Fondatori dell’associazione  sono : Paolo Ceccano, Katia Pompilio, Elisa Parravano, Carla Ceccano, Ludovica Savona,Pede Luigi, Antonello Pinna, El Bouhmi Ghizlane, Martina Palma.

mercoledì 13 aprile 2016

CHIEDO AL MINISTRO DELL’AMBIENTE CHE RIESAMINI SUBITO IL PROGETTO DI MESSA IN SICUREZZA DEL SITO VISCOLUBE

Ufficio Stampa Luca Frusone deputato M5S


E’ necessario intervenire subito sulla messa in sicurezza del sito della Viscolube, non possiamo correre il rischio che l’inquinamento dilaghi mettendo in serio pericolo la popolazione. La nota dell’Arpa diramata a febbraio è molto chiara, la barriera idraulica che dovrebbe contenere gli agenti inquinanti, non è efficace ed è molto probabile che si possa verificare una preoccupante diffusione della contaminazione all'esterno del sito con grave rischio di inquinamento delle falde acquifere. Per questo motivo ho chiesto attraverso un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente, di intervenire urgentemente e accelerare le procedure di messa in sicurezza del sito.” – a dichiararlo è il Deputato 5 Stelle Frusone che continua – “E' da almeno 2 anni infatti che il Ministero dovrebbe riesaminare il progetto di messa in sicurezza del sito, ma finora tutto giace nel totale disinteresse. D’altronde sappiamo quanto poco stia a cuore al PD e al premier Renzi, la sicurezza ambientale e la salute dei cittadini. Lo vediamo coi nostri occhi quello che stanno facendo al nostro Paese, si preferisce investire nel petrolio, negli inceneritori, nelle discariche, piuttosto che investire sulle energie rinnovabili e sulla green economy. Basta vedere cos’ha in cantiere il PD per la nostra provincia, facendo un rapido excursus, si prevede per il territorio di Ferentino l’ennesimo impianto di trattamento rifiuti, per Piedimonte San Germano un gigantesco quanto inutile impianto di compostaggio da 40000 tonnellate di rifiuti, per Roccasecca l’ampliamento della discarica, per Anagni un possibile impianto di smaltimento di rifiuti al posto dell’ex polveriera, per San Vittore il potenziamento dell’inceneritore. Tutto questo con il bene tacito del PD a cominciare dall’Assessore all’Ambiente Buschini, passando per il Presidente della Provincia Pompeo e tutti gli amministratori complici di questo disastro ambientale che si sta perpetrando in modo diabolico sul nostro territorio.” – e conclude – “Spero che un giorno non avremo più bisogno di ordinanze che ci vietino di attingere l’acqua dai nostri pozzi per paura che possano essere così inquinate da farci morire di tumore. Fino ad allora, impariamo a conoscere i nomi dei responsabili.”

Ipocrisia del non voto

Luciano Granieri


Molti commentatori ed esponenti del Pd hanno accusato di ipocrisia i Deputati che ieri hanno lasciato l'aula rinunciando al voto sull'ultimo passaggio della riforma costituzionale, dopo aver accusato il Presidente del Consiglio di spendersi per esortare i cittadini a disertare le urne in occasione del referendum sulle trivelle. Chi accusa gli altri di esortare  a non votare poi rinuncia egli stesso a non esprimersi ? Questo il concetto in estrema sintesi. Purtroppo come tutte le conclusioni semplicistiche anche questa suscita approvazione e consensi, ma il discorso è ben diverso. La genesi della DEFORMA è essa stessa un inno all’ipocrisia e ai sotterfugi.  Come si ricorderà  nella commissione affari costituzionali del Senato  i membri piddini contrari al dispositivo (Marco Minniti, Luciano Pizzetti, Vannino Chiti)  sono stati proditoriamente sostituiti da membri favorevoli al decreto Renzi-Boschi (Luigi Zanda, Roberto Cociancich, Maurizio Migliavacca). Facile ottenere  il voto d'approvazione  in commissione dopo aver epurato i dissidenti. Non è un imbroglio questo? L’avesse fatto Berlusconi…..Ma torniamo al renziano Cociancich, che si intesta, da bravo servo, un emendamento omnicomprensivo il quale riassume e sostituisce tutti gli emendamenti dell’opposizione. Grasso lo ammette in aula   ignorando  (o forse no) che, secondo il regolamento  del Senato, una proposta di modifica  non può essere riassuntiva  di quelle già presentate, ma deve proporre elementi nuovi e originali. Pare, fra l’altro, che il provvedimento  in questione sia stato scritto da Paolo Aquilanti, ex capo di gabinetto  del ministro Boschi. I servi evidentemente,  se non avessero qualcuno che li imbeccasse,  resterebbero nel loro limbo di nullità. In sostanza il blitz di Cociancich fa saltare le trappole dei voti segreti e il dibattito al Senato su una riforma, quella costituzionale, che invece avrebbe bisogno di approfondimenti ed analisi, perché  determina le regole del gioco per tutti  e per le legislazioni future. Si  dirà che gli emendamenti erano troppi, che la discussione sarebbe andata per le lunghe. E da quando una riforma costituzionale è provvedimento di urgenza?  Proprio la stessa Costituzione sancisce che alle leggi  costituzionali  non si applicano le modalità di urgenza previste, ove sia necessario, per l’approvazione delle  altre norme.    E’ evidente che il pronunciamento di Palazzo Madama è stato “acchitattato”, per evitare che un regolare dibattito e successiva votazione parlamentare, in presenza di una maggioranza non certa  e di faide interne al Pd, affossassero il provvedimento . Il testo arrivato alla Camera quindi,  dove invece  la maggioranza  ha i numeri, è il risultato di una partita truccata. Allora vi chiedo  : Come vi comportereste se , seduti ad un tavolo di poker,  vi rendeste  conto che la partita che si sta  per giocare è truccata? Vi alzereste  e salutereste  la compagnia per evitare di essere presi in giro. E’ quello che hanno fatto le opposizioni ieri alla Camera. Fra l’altro mentono i pasdaran renziani, (sapendo di mentire, o perché ignoranti)  anche sul referendum contro le  trivelle. Le autorizzazioni cui si vuole togliere la scadenza, prevedono che per la durata della concessione, illimitata secondo  la nuova legge,  o comunque legata allo svuotamento completo dei pozzi, sia possibile effettuare prospezioni e sondaggi per la scoperta di altri giacimenti.  Ma ci prendete per il culo?  Quello che esce dalla porta della modifica della legge  di stabilità sulla possibilità di effettuare nuove ricerche  di idrocarburi in mare,  scongiurando uno dei  quesiti referendari , entra dalla finestra della durata illimitata delle autorizzazioni con prospezioni  già in previsione. Del resto sostenere l’interesse pubblico di certi provvedimenti, dopo la vergogna della vicenda Guidi, mi sembra quantomeno  penoso. Infine legare l’esito del referendum costituzionale alla permanenza  in carica del Presidente del Consiglio  è palesemente scorretto. Una riforma Costituzionale è di origine parlamentare, o almeno dovrebbe esserlo. Né il governo e men che meno il Presidente del Consiglio, secondo le regole istituzionali, dovrebbero esprimere giudizi in merito, perché l’Esecutivo non ha competenza su provvedimenti di origine parlamentare. Non conoscere e non  rispettare  questa etica è indice di indisciplina istituzionale per un  Presidente del Consiglio. Ricordo infatti  che l’art.54 della Costituzione recita al comma 2: I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge. Se si rispettasse questo articolo Renzi non dovrebbe aspettare l'esito eventualmente contrario del referendum per dimettersi, dovrebbe farlo subito.

martedì 12 aprile 2016

lunedì 11 aprile 2016

APPELLO AL SI REFERENDUM CONTRO LE TRIVELLE

Partito della Rifondazione Comunista - SE - Federazione di Frosinone

Il PRC invita a votare SI al referendum del 17 aprile per dire NO e fermare l’insensata e altrimenti inarrestabile trivellazioni dei fondali dei nostri mari e del territorio.
Son molti, troppi i motivi che possono e debbono indurre a smetterla con queste pratiche devastatrici del territorio. Non fosse altro che, appena fresca di stampa, è la notizia che questo governo, per via della ministra Guidi, sulla storie di sfruttamento dei cosiddetti giacimenti petroliferi ha perpetrato le solite pratiche del familismo e occupazione parentale.
Oltre la cronaca, il PRC ribadisce che il problema energetico nazionale non può essere risolto solo sulla base del criterio degli approvvigionamenti crescenti, che induce a considerare risolutive del problema le effimere quantità di petrolio e di gas estraibile sul patrio suolo quanto piuttosto sunuove politiche energetiche.
Gli investimenti impegnati nelle risibili estrazioni dovrebbero essere impegnati sul fronte del risparmio energetico riducendo le inefficienze e recuperando in questo modo quote di energia ben superiori a quelle che i trivellatori blaterano di estrarre.
Il PRC afferma che è importante e doveroso votare SI. Inoltre andare a votare è necessario per fermare chi agita l’astensionismo per far si che non si superi il quorum del 50% e che vuole impedire la popolazione di esprimersi su un tema fondamentale per il futuro delle politiche energetiche di questo paese.
Blocchiamo le trivellazioni per difendere il territorio e per un futuro in cui si consumi meno energia, concentriamoci invece in favore delle energie verdi che non inquinano e creano moltissimi  posti di lavoro.

                                                                                 Il Segretario Paolo Ceccano



Sottrazione di letti all'ex ospedale di Anagni

ASSOCIAZIONE DIRITTO ALLA SALUTE 

                   


L’ennesimo tentativo di  prelevare materiale inutilizzato dall’ex Ospedale di Anagni anche questa volta è andato a vuoto. Non si è trattato di prelevamento di macchinari o componenti, ma di due letti che giacciono ammassati  arrugginiti e inutilizzati da anni nei locali ormai deserti dei reparti del nosocomio anagnino che sarebbero serviti all'Ospedale di Alatri. Il furto è stato sventato dalla vigilanza del personale ancora attivo presso la struttura di Anagni, ma anche forse dalla solita disorganizzazione aziendale che non ha fornito una richiesta scritta di prelievo dei letti. La notizia, riportata dai media in questi giorni, ha sollevato un vespaio di commenti anche polemici: ci si è lamentati che di Anagni ci si ricorda solo di togliere e mai di metterci qualcosa di utile per i cittadini, si è ricordata l'eterna disputa con l'Ospedale di Alatri che vede puntualmente Anagni soccombente causa carenza di adeguato patronato politico, si è ricordato che l'Ospedale di Anagni ha più volte, ai tempi d'oro, prestato personale e attrezzature al nosocomio di Alatri senza peraltro riceverne adeguata contropartita, anzi meritandosi la chiusura dei reparti di degenza. In un funzionamento normale non ci sarebbe nulla di strano nello spostare attrezzature e personale da un reparto all'altro di un'azienda, ma non è questo il caso dell'azienda Asl di Frosinone. L'Asl di Frosinone dovrebbe garantire la tutela del Diritto alla salute con strutture pubbliche sul territorio provinciale, ma di fatto questo non avviene sia per palesi carenze organizzative e sia per carenza di obiettivi e strategie. E' inutile ricordare le disfunzioni che il cittadino ciociaro rileva quotidianamente quando ha bisogno di assistenza sanitaria (liste d'attesa infinite, carenza di posti letto, affollamenti assurdi nei pronto soccorso ...). Dal punto di vista delle strategie invece siamo arrivati al paradosso  di un atto aziendale approvato con grandi lacerazioni da parte dei sindaci ciociari,  ma di fatto sconfessato dalla stessa Regione Lazio che ha rimosso dalla direzione aziendale la Prof. Mastrobuono dopo che lo aveva redatto e, con arti di consumata politica, fatto approvare dalla maggioranza dei sindaci. In quell'atto aziendale erano state spese poche righe che comunque riconoscevano un ruolo a quello che rimane dell'Ospedale di Anagni. Di fatto oggi non esiste più neanche quello: la Mastrobuono è stata messa alla porta e al suo posto è stato  nominato un commissario che si trova provvisoriamente a gestire la Asl nel marasma generale e senza chiare strategie di riorganizzazione. Per l'Ospedale di Anagni, che dopo la sentenza di merito del Tar del 2014 è chiuso, il futuro è sempre più incerto. Da lungo tempo non esiste nessuna struttura direttiva interna che controlli l'andamento dei servizi e le prestazioni del personale, pur conservando una serie di servizi sia di diagnostica che di pronto intervento. Tutto ciò lo abbiamo evidenziato nell’assemblea del 13 NOVEMBRE 2015. Recentemente è stato comunicato l'intento da parte di una benemerita istituzione bancaria cittadina di acquisire un'attrezzatura tecnologicamente avanzata da donare all'Ospedale civile di Anagni. In questa situazione però rimane difficile da capire se questa attrezzatura verrà mai resa funzionante cioè dotata di personale che ne assicuri il funzionamento per il primario servizio di diagnostica per cui è stata acquistata ad un costo veramente molto oneroso. In quest'ottica di incertezza non sarebbe male stringere accordi di partenariato con altre strutture ospedaliere, come quella di Alatri ad es., per cercare di aiutarsi reciprocamente e pianificare, per quanto possibile, dei servizi utili alla popolazione della zona nord della provincia di Fr. Magari questo atteggiamento potrebbe aiutare a far pesare di più anche Anagni a livello di direzione aziendale. Nelle ultime ore si fanno sempre più insistenti le voci della nomina a coordinatore delle attività del presidio di Anagni del Dott. Massimo Natalia. Se confermata questa nomina potrebbe essere un significativo punto di svolta in quanto, il Dott. Natalia, è stato da sempre vicino al movimento di difesa dell’Ospedale di Anagni e, ne siamo certi, le proverà tutte per scongiurarne la definitiva chiusura: in bocca al lupo e buon lavoro! 

domenica 10 aprile 2016

Referendum: Unisci i puntini e inorridisci al mostro che apparirà.

Luciano Granieri




In questo week-end è partita la macchina referendaria anche nel nostro territorio. Sabato 9 a Colleferro -in occasione della manifestazione “Rifiutiamoli” contro gli inceneritori - sabato e domenica  a Ceprano,  San Donato Val di Comino,  è iniziata la raccolta firme per l’abrogazione della legge elettorale Italicum.  Ci si riferisce, in   particolare,  a due quesiti  volti ad  abrogare: 1) le norma che impone i capi lista bloccati e le loro candidature plurime.  2) L’abnorme   premio di maggioranza che consente ad una minoranza il (20% dei consensi è più che sufficiente) di disporre a piacimento della vita dei cittadini. La partecipazione ai banchetti è stata soddisfacente, ma non bisogna fermarsi. E’ necessario fare di più.  

A  tal proposito, il  Comitato Democrazia Costituzionale della Provincia di Frosinone, impegnato sul territorio  nella campagna di raccolta   firme promossa dal movimento: “Referendum Contro l’Italicum, scegli la democrazia”,   sta lavorando per allestire  altri due banchetti nel Capoluogo:   una a metà settimana e uno nel prossimo week-end  in supporto, fra l'altro,   del   referendum contro la proroga dei contratti di concessioni per le trivellazioni in mare. Sarà cura del Comitato  fornire maggiori dettagli su questi appuntamenti nei prossimi giorni. 

Questo è solo l’inizio di una campagna referendaria  molto ampia, concernente anche l’abrogazione di normative disgraziatamente già approvate. Ai  provvedimenti  sulle trivelle,  pensate appositamente per i petrolieri, si aggiungono le  leggi sul lavoro, sulla scuola, sula tutela della salute e del territorio. E’ un compito faticoso e difficile, ma necessario per la dignità di tutti i cittadini. Deve partire un vero e proprio Comitato di Liberazione, composto da soggetti e movimenti che hanno a cuore la salute democratica del Paese. 

Considerare  singolarmente i quesiti referendari non da la misura del mostro che si appresta a stravolgere il nostro  patto sociale e  la convivenza civile. Se noi assumessimo  le leggi che si vogliono abrogare, come  puntini di unico disegno,  li unissimo  con un tratto di penna , così come si fa per il classico gioco enigmistico,  apparirebbe il disegno di un obbrobrio.

 Emergerebbe    la forma di uno Stato in cui l’istruzione prevede scuole per ricchi e scuole per poveri. Istituti  in cui i presidi hanno smisurati strumenti di ricattabilità verso i docenti. La scuola per poveri, in particolare, ha il compito di fornire mano d’opera a basso costo  alle grandi imprese, le quali potranno usufruirne per alimentare un odioso dumping occupazionale. In tale società, il potere delle lobby e delle multinazionali è accresciuto dalle norme sul lavoro. Si realizza la liberalizzazione del licenziamento e il conseguente asservimento schiavista del lavoratore , il  quale, se non serve più, potrà essere liquidato per 30 denari. 


Come  hanno dimostrato i recenti squallidi fatti che hanno coinvolto l’ex ministro Guidi e gli altri asserviti sodali di Governo,  le multinazionali del petrolio sono in grado di orientare per i  propri profitti, ogni provvedimento governativo. Trivellazioni, in mare e in terra,  oleodotti, siti di stoccaggio per idrocarburi,   sono opere prioritarie  da realizzarsi anche se minano fortemente la salute dei cittadini, distruggono pezzi di territorio, e bruciano posti di lavoro . 

Pure  gli interessi delle multi-utility, attive nel ramo dell’incenerimento rifiuti e della gestione dei servizi essenziali alla vita come l’acqua e la sanità,  devono essere fortemente tutelati nel disegno statuale  che apparirebbe  dall’unione dei puntini. Il fatto che vecchi e obsoleti inceneritori e nuovi impianti (di cui uno sta per essere costruito nella nostra città ,  la più inquinata d’Italia) avvelenino l’aria e inibiscano uno sviluppo basato sul turismo e l’agricoltura, è assolutamente ininfluente. 

Infine tutto quanto potrà favorire i veri padroni del governo Renzi  (burattino  fancazzista, ignorante e
presuntuoso)  sarà deciso sopra le teste dei cittadini da solerti esecutori messi sulla poltrona grazie ad una finta dinamica democratica, dove il corpo elettorale, se lo vorrà, potrà  solamente certificare la propria condanna, attraverso un voto di passiva accettazione. Saranno sufficienti 7 o 8 milioni di consensi per consegnare un Paese di oltre 50 milioni di abitanti alla devastante logica dell’accumulo finanziario e dello sfruttamento, per cui l’1% della popolazione tiranneggia il restante 99%.

Questa è la società che prepotentemente salterebbe fuori  unendo tutti puntini. Vi piace? Se non vi piace animate con noi  questo Comitato di Liberazione.  A differenza dei partigiani protagonisti della  resistenza, non servono i fucili. Le nostre armi sono la matita  per segnare il   SI sulla scheda del   referendum di domenica prossima sulle trivellazioni  in mare,  e la penna necessaria a  firmare l’indizione dei referendum sociali e istituzionali . Di fronte alla lotta partigiana mi sembra un impegno irrisorio . Ma la vittoria di questo Comitato di Liberazione può sancire la nascita di una Paese migliore, libero, dove la dignità dei cittadini sia pienamente assicurata. Si tratta, se ci pensiamo, dello stesso Paese per il quale i Partigiani hanno lottato e molti di loro  sacrificato la propria vita.  

Foto tratta da il manifesto.info