sabato 1 aprile 2017

L'omicidio di Emanuele:un tragico episodio di "REAZIONE" violenta.

Luciano Granieri

Ieri pomeriggio si sono svolti i funerali di Emanuele Morganti il ragazzo trucidato nella notte fra venerdì e sabato scorso dal cosiddetto branco. Termine  abusato e usato impropriamente al posto di “squadraccia fascista”. Ma è noto, tirare in ballo i fascisti, significa toccare una categoria protetta.  

Sulle cause dell’assassinio, sulle diverse sfaccettature, da quelle giudiziarie a quelle psicologiche, sono stati  versati fiumi di inchiostro e girati innumerevoli servizi, spesso a sproposito. Personalmente non sono in grado di capire cosa sia accaduto realmente  quella dannata notte dentro e davanti un locale dove si sarebbe dovuto solo  fare musica, né ho cognizione di come si possano essere scatenate pulsioni  così violente . 

Percepisco con preoccupazione  il  quadro  allarmante  e drammatico determinato da un’irreversibile degrado   dei  rapporti sociali. Quando nell’interazione fra soggetti  l’individualismo spinto e il forte spirito di appartenenza ad una  particella  sociale impazzita, sostituiscono  il valore della condivisione, quando la competitività  prende il posto della solidarietà, diventa forte il rischio di una deriva violenta.  Se a questo aggiungiamo una  fase mediatico-comunicativa, che pervade TV e web,  in cui vince sempre chi urla di più, e in cui vengono mitizzate   figure violente protagoniste di serie come Gomorra, (e forse qui Saviano una qualche responsabilità ce l’ha)  il pericolo della barbarie è incombente . Se il camorrista Genny  Savastano diventa un modello da imitare, risulta  complicato  non mettere in conto  certi fenomeni  di cieca violenza. 

Ma non erano queste le tematiche che volevo affrontare. Detto molto brutalmente, nell’ultimo week end di marzo una morte era attesa, ma è avvenuta nel luogo sbagliato. Non nella manifestazione Eurostop, dove un evento luttuoso avrebbe fatto comodo e gonfiato le sirene reazionarie pronte  a reprimere il dissenso , ma circa ottanta chilometri più a sud. Davanti ad un music club dove, lontano dalle beghe politico-ideologiche,  divertimento e spensieratezza avrebbero dovuto farla da padrone. 

Forse è improprio paragonare i due eventi, ma se valutiamo  i provvedimenti  restrittivi emessi verso i  personaggi protagonisti dei  fatti  non può sfuggire un disarmante squilibrio. Manifestanti diretti a Roma, per sfilare nel corteo Eurostop, sono stati fermati, ancora prima di arrivare a destinazione e reclusi nel CIE di Tor Cervara.  Praticamente è   stato impedito loro di partecipare alla manifestazione.  Gli è stato contestato il possesso di qualche felpa con il cappuccio e la partecipazione ad altre manifestazioni.  Mario Castagnacci, uno dei maggiori  indiziati del delitto di Emanuele Morganti, era stato fermato  il giovedì precedente la notte  maledetta , perché nella sua casa romana  gli inquirenti avevano rinvenuto 300 dosi di cocaina, 150 di crack, 600 hashish. La tesi difensiva  dei legali di Castagnacci, per cui  la droga era destinata ad un consumo di gruppo, è stata ritenuta sufficiente per  rilasciare il fermato. 

In sostanza si ritiene pericoloso il possesso di una felpa con cappuccio se si deve partecipare ad una manifestazione,  mentre un’ imponente fornitura di stupefacenti è innocua per chi si appresta ad organizzare un festino con gente, il cui stato di lucidità sarà fortemente compromesso dopo l’assunzione di certe sostanze, e il rischio che costoro si lascino andare a condotte violente è più che probabile.

In realtà  il  nostro è una Paese reazionario. E' un posto dove  si approva un decreto legge (Il decreto Minniti) in cui i sindaci diventano sceriffi e possono cacciare da piazze e strade gente indesiderata,  colpevole del solo reato di non essere conforme (contestatori,  barboni, immigrati) . Allo stesso tempo si lasciano libere di colpire squadracce fasciste pervase da un’insensata voglia di violenza,  esaltate dall’ubriacatura del predominio della razza e del controllo del territorio.  

Questo è il paese in cui uno come Stefano Cucchi , arrestato per detenzione di stupefacenti, viene  ucciso a botte dai carabinieri, mentre  Mario Castagnacci, fermato  per lo stesso capo d’imputazione, viene rilasciato. Perché una tale spropositata differenza?  Forse perché sul manganello che, pare, lo stesso Castagnacci abbia usato per aggredire Emanuele, tanto da fargli fare la stessa fine di Cucchi, c’era scritto “boia chi molla”? 

venerdì 31 marzo 2017

Programma per Frosinone 4.0

Luciano Granieri


Lo ammetto sono sensibile al fascino della minoranza. Per cui seguendo questa mia inclinazione , in occasione delle prossime elezioni comunali a Frosinone, mi schiererò fra le fila  degli elettori. Già perché pare che in città siano più numerosi i  candidati che i votanti semplici, quindi la mia scelta è consequenziale. Ma  dovere civico e senso di responsabilità mi chiamano ad andare oltre il passaggio alle urne.  E' mio dovere  offrire un  piccolo contributo programmatico  alla cittadinanza. Di seguito propongo  il programma che avrei presentato, qualora mi fossi candidato. E’ a disposizione di tutti. Chiunque ne voglia trarre qualche spunto è libero di farlo, non c’è copyright. Si tratta di fare il bene della nostra città  che diamine!
Buona letture e buone  riflessioni.

Frosinone 4.0. Per  una città smart, ecosostenibile, ecocompatibile, ecosociale, ecopartecipata, ecocivica, ecosicura

Nel rispetto della Costituzione il presente programma si pone l’obbiettivo di rimuovere gli ostacoli di ordine sociale ed economico affinchè i cittadini frusinati, possano realizzare il pieno sviluppo della  persona umana.

Servizi:
Internalizzazione di tutti i  servizi per la città (cura del verde,  arredo urbano, illuminazione, servizi cimiteriali, servizi alla persona e alle categorie svantaggiate , mobilità scolastica, mense, gestione strutture culturali) - Piano di assunzione  degli ex lavoratori Multiservizi, degli ex lavoratori Videocon, degli ex lavoratori Marangoni, degli ex lavoratori Ilva  e di tutti quelli che davanti alla qualifica di lavoratori presentano la dicitura “ex”

Rifiuti:
Raggiungimento entro il primo  anno di mandato del 100% di raccolta differenziata con la totale copertura del servizio porta a porta - Un messo comunale girerà casa per casa a raccogliere i rifiuti, e se gli sarà richiesto, potrà procedere anche alle pulizie di tutto l’appartamento non tralasciando  il bagno.

Salvaguardia della salute:
Programma FrosinoneCare: Il comune provvederà al pagamento di esami diagnostici e trattamenti terapeutici, anche presso studi medici  privati, a tutti i cittadini che ne faranno richiesta con  un reddito ISEE non superiore  30mila euro.

Scuola:  
Messa in sicurezza secondo criteri antisismici  di tutte le scuole di competenza comunale, costruzione di 6 nuovi asili nido, con l’assunzione di 162  insegnanti.

Acqua Pubblica:
Costituzione di una  società a partecipazione pubblica per la gestione del servizio idrico.

Servizi sociali:
Programma di promozione sociale denominato “L’anno che verrà”.   Il programma prevede: L’ istituzione della tripla festa natalizia - Procacciamento del cibo e della luce per tutti -  Restituzione  della parola ai muti, mentre i sordi già ce l’hanno - Possibilità di fare l’amore per tutti, ognuno secondo le proprie tendenze.

Mobilità urbana:
Raddoppio della corsia dell’ascensore inclinato - Costruzione di altri ascensori inclinati in particolare: da Via Maria al Rione Giardino – dalla Stazione Ferroviaria a P.zza Gramsci  -dalla Chiesa Sant’Antonio  a San Liberatore – Costruzione di una metropolitana di superficie   il cui itinerario  sostituirà  il percorso  degli autobus denominati “circolari” - Car sharing,  si prevede un accordo con la Tesla per la fornitura di  150 Suv elettrici modello X,  sette posti a trazione integrale ( da zero a 100 in 3,1 secondi). Veicoli a  disponibilità  totalmente gratuita per i cittadini. 

Ambiente:
Fornitura gratuita di filtri per le canne fumarie per i cittadini che utilizzano dispositivi  di riscaldamento a biomasse (caminetti, stufe a pellet)  - Fornitura gratuita di caldaie a condensazione per i cittadini che ne facessero richiesta con ISEE non superiore a 35mila euro     - Installazione di  enormi candele mangia fumo e grandi  Arbre Magique nei siti dove sono installate le centraline di rilevazione delle emissioni inquinanti.

Urbanistica:
Realizzazione del Parco delle Fontanelle, del Parco del  fiume cosa, del Parco del Matusa -Edificazione di una struttura geodetica per l’associazione Unitalsi  -   Ristrutturazione e riqualificazione di palazzi di pregio (Banca d’Italia, Dispensario, Camera di Commercio)  e degli immobili del centro storico - Completamento del progetto Piloni, sotto le cui arcate saranno realizzate botteghe artigianali presso le quali, oltre che acquistare prodotti tipici, sarà possibile frequentare corsi per la realizzazione di oggettistica locale.

Sport e Cultura:
 Connessione wi fi gratuita  in tutta la città  -Sistemazione ed ampliamento del museo archeologico-Dissotterramento, recupero e valorizzazione delle aree archeologiche  presenti nel sottosuolo della città - Valorizzazione della festa del Santo Patrono con la costruzione della macchina di San Silverio e Sant’Ormisda, sul modello della macchina di Santa Rosa di Rieti - Delocalizzazione della cerimonia di consegna dei premi Nobel da Stoccolma  a Frosinone - Festival del jazz d’avanguardia nord europea - Festival dei conservatori -  Ampliamento delle biblioteche con la rinnovata adesione al circuito delle biblioteche della Valle del Sacco - Ampliamento  e sistemazione del campo d’atletica Bruno Zauli – Partecipazione economica  alla prossima campagna acquisti del Frosinone, in modo da aiutare la società ad allestire una squadra che punti almeno all’Europa League. 

Sicurezza:
Fornitura gratuita, ai cittadini che ne faranno richiesta, di impianti antifurto  -aumento delle video camere di sorveglianza cittadina  con  l’obbiettivo di inserire un dispositivo per ogni condominio o casa privata. Per i cittadini ripresi sarà possibile richiedere una copia della registrazione video da inviare alle selezioni del Grande Fratello.

Democrazia partecipata:
Organizzazione di consigli comunali aperti da tenersi, a turno, nella casa di ogni cittadino. Il cittadino ospitante s’impegnerà a rifocillare i consiglieri e il sindaco . Per un reddito ISEE inferiore ai 10mila euro l’ospitante offrirà  un caffè. Per un reddito ISEE compreso  tra i  10mila e i 20mila euro sarà offerta  l’apericena. Per un reddito ISEE al di sopra dei 20mila euro è prevista  per i consiglieri ospiti la cena con caffè e ammazza caffè.

Sostenibilità economica e bilancio partecipato:
Azzeramento per tre anni di tutti i tributi comunali ed erogazione dei servizi sociali gratuiti - Istituzione del fondo comune denominato “Fondo Lottery”. Nel fondo ogni cittadino verserà settimanalmente una quota di 10 euro (per coloro che  hanno un reddito ISEE inferiore a 10mila euro), 20 euro (per i redditi ISEE compresi fra 10mila e 20mila euro), 50 euro (per i redditi ISEE superiori ai 20mila euro). Sono previste e bene accette donazioni anche superiori. Ogni mese il finanziamento del fondo consentirà all’assessore al bilancio di partecipare, per conto del comune, a lotterie, scommettere alle videolottery e sugli eventi calcistici e sportivi. Le vincite forniranno entrate previste per almeno 2 milioni di euro l’anno. Con un po’ di fortuna e lungimiranza si potranno ottenere entrate anche più consistenti, in modo da finanziare l’intero programma sopra enunciato.


Questo è quanto. Spero che qualche candidato a sindaco possa trarre spunti dalla mia proposta.   Chi  volesse utilizzare anche solo uno dei miei  punti  programmatici  non è neanche obbligato a citare la fonte. Sono un cittadino responsabile io mica cacchi.

giovedì 30 marzo 2017

Alcune brevi riflessioni sulla fase politica e sociale attuale e sul cosa fare

Umberto Franchi




La fase politica italiana si caratterizza per una realtà fatta di disgregazione sociale costruita progressivamente da circa 30 anni. 

Oggi abbiamo un mondo del lavoro devastato dalla disoccupazione e precarietà, dallo sfruttamento, da taglio dello stato sociale, dalla cancellazione dei diritti, dai bassi salari e pensioni... a ciò si è aggiunto, con un eccesso di crudeltà con   il jobs act  voluto da Renzi...
 Ma questa ultima legge con la cancellazione dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori, ha  fatto traboccare il vaso , ed è proprio per questo motivo che il 4 dicembre 2016,  Renzi è stato bocciato dalla stragrande maggioranza del popolo italiano e  costretto a dimettersi da presidente del Consiglio ed anche da segretario del PD !


Sembra però che lui non si senta affatto un cittadino comune ed anzi  è convinto che sarà ancora  lui a vincere il congresso del PD ed il futuro candidato alle elezioni politiche del 2018...  che sarà lui  a guidare il futuro governo... quindi continua a dare le carte... ad indicare a Gentiloni  ed ai ministri il cosa fare (per non perdere in prospettiva le loro poltrone) facendo pensare a tutti che essi  dipendono ancora  da lui.


Ora , in questo contesto il  Costituzionalista Paolo Maddalena , ha spiegato in un video ,  che occorre realizzare la Costituzione contro il sistema predatorio dei mercati. Sostenendo giustamente che su questo tema, è necessaria  e possibile una sovranità Costituzionale, attraverso la rimessa in discussione  di una lunga serie di leggi incostituzionali in materia di lavoro, ambiente, sanità, guerra, servizi, ecc...


Certo nella  nostra società civile, sono rilevanti  risorse intellettuali che cercano di unirsi per elaborare una nuova categoria di pensiero capaci di saltare  i recinti delle compatibilità con l'economia liberista, dentro i quali hanno dominato le forze economiche capitalistiche e finanziarie ... e dentro questo recinto  si sono rinchiusi anche i sindacati ed i tanti  partiti italiani sia di centrodestra sia di centrosinistra.


Ma io credo che all'interno di questo nuovo "fronte" debba stare  anche il Coordinamento di Democrazia Costituzionale (Comitato per il NO) ... mentre ritengo che quello che esso sta facendo allo stato attuale sia del tutto insufficiente ... Non possiamo pensare e sperare di fare questa battaglia con la raccolte delle firme per una nuova legge elettorale o l'appoggio ai referendum  (svaniti) della CGIL ...


E possibile vincere questa battaglia, solo se ricreano  una grande mobilitazione di massa a partire dalla cancellazione del  JOBS ACT ,  ed allora,  nella lotta , sarà possibile anche  andare  a ricostruire dal basso,    una nuova rappresentanza del popolo,  della sinistra sociale e politica esistente, che lotta  unita sugli obbiettivi dell'applicazione della Costituzione.


Umberto Franchi           Lucca  28 marzo 2017

La tenda IL RITORNO

Comitato di Lotta per il lavoro



Sabato pomeriggio in piazza VI dicembre (e dove altrimenti?) in Frosinone vi sarà un nuovo presidio dei lavoratori de la Tenda volto alla presentazione delle iniziative “10 incontri per uscire dalla crisi” che avranno luogo su tutto il territorio frusinate fino a giugno. Il tour sarà svolto con la “nuova Tenda” che sabato verrà inaugurata, acquistata dopo che la vecchia è 'schiattata' dopo 1000 giorni di presidio davanti al comune.
 Le iniziative avranno un senso non più di sola rivendicazione sindacale ma di iniziativa politica, non rinviabile, per mandare a casa la giunta attuale, che per gravità di azione non si può paragonare a quelle precedenti: le incredibili scelte di bilancio dove i cittadini sono impegnati a ripagare i debiti della politica fino al 2045, pagando tasse al massimo e subendo i feroci tagli di accesso ai servizi, che contrasta con i tanti sbicchieramenti e le cattedrali nel deserto; il ripristino di legalità che ha visto la città sprofondare ancor più in una grave corruzione a cominciare dalla gestione dei rifiuti; nella rapida ascesa di una imprenditoria d’assalto che viene lasciata prosperare nelle pieghe amministrative, senza contare le varie retate assurte a livello nazionale legate a di un certo tipo di criminalità organizzata.   
I partecipanti alle vicende de ‘La Tenda’ sono stati coloro che in questi anni hanno svolto continuativamente e puntualmente opposizione al governo della città e hanno svolto spesso anche informazione sullo stato delle cose e sui rischi per la cittadinanza di alcune decisioni amministrative. Le vicende legate alla democrazia, alla legalità, al bilancio, ai rifiuti, all'occupazione per parlare solo delle più eclatanti sono state sostenute se non promosse dalla operosità dei lavoratori della tenda. La tenda stessa è stata teatro di interventi di tanti sottolineando la necessità di una dura e continuativa lotta in città.
Si è concretizzata la convinzione che partecipare alla campagna elettorale come elettori attivi è sintomo di interesse per la cosa pubblica; è restituire importanza ad assisi che decidono sull’avvenire; è difesa degli spazi democratici ancora in essere; è difendere gli interessi di ‘classe’ che altri non difenderebbero; è misurarsi senza paura con il voto dei cittadini. Le elezioni ovviamente non sono l’unico o il decisivo mezzo se tutto non fosse accompagnato da una quotidiana difesa della libertà e dell’uguaglianza e dei diritti. Quelli della tenda hanno ‘votato’ tutti i giorni in questi anni: ora nel momento formale e decisivo per la scelta dei rappresentanti cercano di essere conseguenti.
“La tenda” è stata promotrice e ha partecipato a tante iniziative volte alla costruzione di un polo civico alternativo che avesse come orizzonte un raggruppamento con  i protagonisti che avevano svolto battaglie di opposizione sociale. Ciò non ha trovato concretizzazione soprattutto per particolari ‘esigenze’ di identità che ha impedito una costruzione di un soggetto realmente alternativo. Scelte comprensibili ma non temporalmente condivisibili, su cui si rischia per l’ennesima volta una amara mancanza in consiglio comunale di attori impegnati nella difesa dei beni comuni. In ogni caso gli auguri sono d’obbligo a chi lotta anche da posizioni diverse per un reale cambiamento. Coloro rappresentano rare e preziose risorse per la città, decisive domani quando ad elezioni avvenute rimarranno sul tappeto i problemi irrisolti da sempre. Per qusto La tenda offre lo spazio durante gli incontri cittadini a tutte le forze sane per confrontarsi.
 I lavoratori della tenda, costituiti in lista, hanno avviato un confronto politico con Fabrizio Cristofari, cui non si nascondono riserve per sostenerlo, che saranno diradate dopo la formalizzazione di accordi sulla paritaria dignità con le altre liste e una sostanziale costruzione condivisa dei punti programmatici decisivi dalla legalità e dalla democrazia, passando per la reinternalizzazione dei servizi (a cominciare dall’acqua) e il loro libero e fruibile accesso; per una urbanistica partecipata che si indirizzi verso il consumo di suolo zero; per una ridefinizione del welfare cittadino improntato alla ‘presa in carico’ della famiglia in difficoltà, nell’auspicio di ‘nessun nucleo familiare senza più reddito’.
 Sabato, taglio del nastro alle ore 18.

mercoledì 29 marzo 2017

CONSIGLIO POPOLARE DELL’ACQUA E DELLA DEMOCRAZIA

Coordinamento Romano Acqua Pubblca

ROMA, 8 APRILE 2017 
ORE 10.30-14.00

Campidoglio, Sala della Protomoteca

CONSIGLIO POPOLARE DELL’ACQUA E DELLA DEMOCRAZIA 


Dopo il lungo stop dei processi di privatizzazione dei servizi pubblici imposto dalla schiacciante vittoria referendaria del 2011, il fronte a favore della privatizzazione dell’acqua è tornato a muoversi attraverso il “risiko” delle aggregazioni e fusioni nelle gestioni del servizio idrico che hanno l’obiettivo di creare pochi grandi campioni nazionali (IREN, HERA e ACEA etc.) espropriando i Comuni di ogni potere sull’Acqua, in aperta contraddizione con la volontà popolare espressa con il Referendum; mentre il “potere politico”, al di là di alcune pallide manifestazioni di intenti, è silente e compiacente, assecondando di fatto il progetto di privatizzazione e di espulsione degli Enti Pubblici e dei cittadini dalla gestione del Bene Comune.
A fronte di tale disegno antidemocratico molti Comitati territoriali, affiancati dalle Amministrazioni Comunali più sensibili al tema, si stanno opponendo con forza al “disegno privatizzatore” chiedendo la disarticolazione delle multiutility ed il ritorno dell’acqua in mani pubbliche, affidandone la gestione ad enti di diritto pubblico, dando valore alla partecipazione democratica dei cittadini attivi.
Una delle protagoniste del grande “risiko” dei Servizi Pubblici Locali è proprio ACEA S.p.A., società che da tempo ha perso la sua dimensione di azienda locale a servizio della città di Roma per assurgere al ruolo di multiutility di rilevanza internazionale che opera esattamente con le stesse avide logiche mercatiste e finanziarie proprie di qualsiasi società privata. Una strategia che ACEA sta perseguendo con l'obiettivo di rafforzare la propria influenza su tutte le sue partecipate del Centro-Sud Italia, rendendosi responsabile di migliaia di distacchi idrici e di veri processi di "colonizzazione". Dalla Toscana all’Umbria, dalle province di Frosinone a quelle di Viterbo e Latina, passando a Sud per il Vesuviano ed in altri tanti territori del Paese, ACEA rappresenta lo strumento operativo del processo di espropriazione dei territori e della stessa città di Roma, ridotta a spettatrice e a semplice azionista dell’ACEA, incapace di determinarne le linee guida aziendali e le prospettive strategiche societarie.
Nel potenziare il processo di espropriazione e centralizzazione a sfavore dei territori colonizzati ACEA S.p.A. ha messo in piedi ACEA 2.0, la piattaforma di gestione accentrata delle funzioni aziendali che, privando le aziende satelliti di fondamentali funzioni operative, sta determinando apprensione nei lavoratori del settore che vedono il proprio futuro sempre più incerto e precario.
Dinanzi a tutto ciò chiediamo all’Amministrazione Capitolina di uscire allo scoperto e bloccare questo nefasto progetto esercitando a pieno il proprio ruolo di azionista di maggioranza ed imprimendo un cambio di rotta deciso alle politiche aziendali al fine di restituire un ruolo centrale agli Enti Locali nonché alla città di Roma, dato che ormai ACEA opera nella più completa autonomia da qualsiasi indirizzo pubblico. Il cambio di passo non può che passare attraverso:
  • la sostituzione del management di ACEA, a partire dai ruoli apicali attualmente attribuiti a soggetti ispiratori e promotori del processo di privatizzazione e finanziarizzazione dell'acqua;
  • la moratoria dei processi di fusione e di nuove acquisizioni da parte di ACEA e delle sue controllate;
  • sul piano immediato del rapporto con gli utenti, è necessario che ACEA e le sue controllate assumano in modo vincolante norme di comportamento “virtuose”, sulla base della contestazione fatta dall'Autorità per la Tutela del Mercato e della Concorrenza ad ACEA ATO 2 S.p.A. e a GORI S.p.A.;
  • la ripubblicizzazione di ACEA ATO 2 S.p.A. attraverso lo scorporo da ACEA S.p.A. e la sua trasformazione in Azienda Speciale;
  • la dismissione da parte di ACEA di tutte le partecipazioni in società che operano al di fuori del Comune di Roma;
  • un piano di disimpegno di ACEA sul fronte dell'incenerimento dei rifiuti e nel settore dell'energia al di fuori del Comune di Roma.
In questa fase così delicata facciamo appello a tutte le forze del Paese che hanno accompagnato la Campagna Referendaria del 2011 di tornare a sostenere la battaglia contro le privatizzazioni e far sentire la loro voce a partire dal Consiglio Popolare dell'Acqua dell’8 aprile a Roma promosso dai Comitati per l’Acqua Pubblica dei territori soggetti ad ACEA.
Solo con una nuova mobilitazione di tutti si potrà bloccare il nuovo processo di privatizzazione in atto e porre le condizioni perché in questo Paese si rispetti la volontà popolare e si ritorni ad una gestione dell’Acqua Pubblica, Trasparente, Democratica e Partecipata.
Perché si scrive Acqua e si legge Democrazia!


“Our Health Is Not For Sale” – “La nostra Salute non è in vendita”

Comitato per il No nel referendum costituzionale e il Comitato contro l'Italicum 

Adesione alla giornata europea di mobilitazione per la difesa della sanità pubblica “Our Health Is Not For Sale” – “La nostra Salute non è in vendita”, 7 aprile 2017.

Difendere ed estendere il Sistema sanitario pubblico in Italia è un punto essenziale per la realizzazione del diritto alla salute sancito dall’art. 32 della Costituzione italiana che impegna tutti gli organi dello Stato a tutelare la salute “come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, garantendo cure gratuite agli indigenti.
Il sistema sanitario pubblico italiano (SSN) costruito sulla base della riforma del 1978, riconosciuto universalmente come uno dei migliori nel mondo, purtroppo da troppi anni è sottoposto ad un costante e progressivo indebolimento sia per i tagli finanziari a cui è sottoposto, sia per l'evidente spinta alla privatizzazione dei servizi. La riforma del 1978 aveva l'obiettivo di sopperire all'insufficienza del precedente sistema mutualistico, che cristallizzava le disuguaglianze nel diritto alla salute, introducendo l'attuazione di principi costituzionali e in particolare il diritto alla cura e alla salute delle persone.
L'indebolimento del Servizio sanitario nazionale viene motivato con ragioni di costo, ma in realtà l'Italia spende per la sanità meno dei paesi che hanno privatizzato la salute, tanto è vero che la spesa italiana è sotto la media Ocse ed europea. Il vero obiettivo di queste manovre è dare una spallata al sistema pubblico per aprire alla privatizzazione della sanità e agli enormi guadagni che questo consentirebbe sulla salute dei cittadini.
Occorre arrestare i tagli al sistema pubblico ed anzi occorre invertire la tendenza per garantire un livello accettabile e moderno di tutela della salute a tutte e a tutti, che dovrebbe essere uno dei parametri essenziali di attuazione dei principi fondamentali della Costituzione. Tagliare i finanziamenti al sistema sanitario pubblico vuol dire renderlo meno efficiente e spingere l’utenza a rivolgersi alle strutture sanitarie private, che invece dovrebbero essere parte del sistema di programmazione pubblica rispettandone rigorosamente principi ed obiettivi.
Contrasteremo in ogni modo il tentativo di trasformare il sistema sanitario pubblico, fondato sul diritto alla salute, in un sistema basato sulle assicurazioni private e sulla privatizzazione delle cure e della medicina.
Nel 2016 11 milioni di italiani hanno dovuto rinviare o rinunciare a prestazioni sanitarie a causa di difficoltà economiche, ben 2 milioni in più rispetto al 2012. Nello stesso tempo i cittadini vengono spinti a rivolgersi al privato per prestazioni sanitarie che il sistema pubblico non viene messo in condizione di erogare.

Per questo il Comitato per il No nel referendum costituzionale e il Comitato contro l'Italicum aderiscono alla seconda giornata europea di azione contro la commercializzazione della salute “Our Health Is Not For Sale” – “La nostra Salute non è in vendita” che si svolgerà il 7 aprile prossimo e invitano tutti i Comitati territoriali ad aderire e a partecipare alle manifestazioni che si svolgeranno nella giornata.

M5S FROSINONE “DOMENICA 2 APRILE A FROSINONE DIBATTITO SU DISARMO NUCLEARE E POLITICA ESTERA

Frosinone Cinque Stelle 




Domenica 2 aprile alle ore 11.00 presso l’Auditorium Colapietro, farà tappa l'#ObiettivoEsteriTour. Un tour che sta toccando diverse parti d’Italia, tra cui Frosinone, nel quale i portavoce del MoVimento 5 Stelle delle Commissioni Esteri e Difesa, si confrontano con i cittadini su una tematica importante quanto complessa, come quella della politica estera. L'obiettivo è dunque l’approfondimento e la costruzione di un dibattito, attraverso domande e suggerimenti su alcuni punti della politica internazionale per i quali, tra l’altro, gli iscritti al M5S saranno chiamati a pronunciarsi, attraverso delle votazioni online, con lo scopo di costruire insieme il programma di politica estera che il MoVimento porterà al governo.” – a dichiararlo è il gruppo del MoVimento 5 Stelle di Frosinone che continua – “Nella tappa di Frosinone verrà affrontata in particolare, la questione del disarmo nucleare, partendo dal pronunciamento della Corte Internazionale di Giustizia che già nel 1996, evidenziava l’obbligatorietà di perseguire e concludere negoziati volti ad un disarmo nucleare globale. A dar voce a questo interessante dibattito saranno per la Commissione Esteri i deputati Manlio Di Stefano e Marta Grande e per la Commissione Difesa il deputato Luca Frusone. Siete tutti invitati a partecipare, vi aspettiamo numerosi!”

martedì 28 marzo 2017

Consigli anarchici ai cittadini frusinati

Luciano Granieri


Cari concittadini di Frosinone, la libertà di decidere sulle sorti sociali e politiche della nostra città   è fondamentale.   

Ma tale  libertà si ottiene se noi ci dimostriamo decisi a volerla. 

Assuefarsi   nel  delegare ad altri la conquista e la difesa dei propri diritti è il modo più sicuro di lasciar libero corso all’arbitrio del  sindaco  podestà . Delegare ad esso e  alla sua  maggioranza è pericoloso. 

L’amministrazione risultante dall’investitura  elettorale, lungi dal favorire lo sviluppo della nostra  percezione di essere cittadino, tende a disabituarci   alla cura diretta dei nostri interessi. Induce noi  al servilismo, mentre essa si   predispone  agli intrighi e alle menzogne. 

Coloro i quali aspirano alla poltrona più alta della città cercano di  sfruttare  quella  moltitudine  di  noi  deprivata della coscienza di cittadinanza. Vi si rivolge per offrirle  portafogli, o includerla nelle combinazioni consiliari e di giunta. 

Le èlite comunali cercano di asservire al loro potere chi le ha designate. Vi riusciranno completamente se noi continueremo  a farci menare per il naso e turlupinare con menzogne, promesse da falsi pastori e da  sommi sacerdoti custodi degli interessi muratoriali-speculativi. 

Lungi da me l’idea di dissuadervi, o cittadini frusinati, dal cedere alla lusinga democratica delle urne, ma ritengo che alla scheda elettorale possa  sostituirsi, o aggiungersi, lo staffile ,per applicarlo santamente sulle spalle dei ciarlatani, dei farisei politici e dei mercanti di voti.


Liberamente tratto da: L’anarchia volgarizzata di Aristide Ceccarelli.


Prima edizione Roma 1910. 
Seconda edizione Ceccano 2016.


RESPINGIAMO LE MINACCE E PRESSIONI DELLE MULTINAZIONALI DELLE TELECOMUNICAZIONI CONTRO IL SOVRAINTENDENTE ECUADORIANO PEDRO PAEZ

Fabio Marcelli



Pedro Paez è il Sovraintendente ecuadoriano per il controllo del potere dei mercati, responsabile dell’applicazione delle leggi dello Stato relative alla disciplina della concorrenza e alla tutela dei diritti dei consumatori.
L’Ecuador ha varato in materia, una delle leggi più avanzate esistenti, che prevede misure effettive e stringenti per obbligare tutte le imprese, e specialmente quelle più potenti, a rispettare le sue norme.
La legge in questione ha costituito uno degli elementi qualificanti del governo del presidente Rafael Correa, che ha avuto come obiettivo far uscire l’Ecuador dalla tradizionale subordinazione alle imprese multinazionali.
Il Sovraintendente Pedro Paez ha svolto negli ultimi 4 anni una preziosa, coerente ed infaticabile opera volta a tradurre nella pratica i principi fondamentali sanciti dalla nuova Costituzione Ecuadoriana del 2008 e dalla legge. Nell’esercizio delle sue funzioni, la Sovraintendenza ha dapprima multato la multinazionale delle comunicazioni che opera in Ecuador come CLARO (CONECEL – Consorcio Ecuatoriano De Telecomunicaciones di proprietà del noto multimiliardario messicano Slim) per questioni di violazione delle norme di concorrenza, e successivamente per la violazione delle misure preventive da essa stabilite.
A causa della sua funzione istituzionale e del suo lavoro di fedele servitore dello Stato e della Costituzione, Pedro Paez è stato denunciato dalla multinazionale CONECEL, con l’accusa penale di” offesa all’onore e al buon nome della impresa”.
Il giudice competente ha assolto Pedro Paez, ma la denuncia presentata da CONACEL e la grave campagna contro-informativa realizzata dalla multinazionale attraverso i media controllati dalle oligarchie finanziarie del paese, continua a gravare come una evidenza in più della lotta di tali “poteri forti” contro la Revolucion Ciudadana e i suoi aspetti più progressisti.
Ciò assume un significato ben preciso specie tenendo conto dell’attuale complessa fase della vita politica ecuadoriana alla vigilia del turno di ballottaggio delle presidenziali. In questo frangente elettorale, infatti, il candidato delle destre oligarchiche, il banchiere Guillermo Lasso, rappresenta la restaurazione dei poteri forti e del passato ruolo del sistema bancario nella presa di quelle decisioni politiche e sociali del paese, che hanno determinato povertà, disuguaglianza, austerità e debito pubblico.
Occorre al riguardo osservare anzitutto come sia inammissibile che un’attività imputabile a un ente pubblico, come quella svolta da Paez, possa essere oggetto di denunce penali da parte di privati. Nel merito, lo stesso Paez si è del resto premurato di smentire efficacemente il presunto tenore diffamatorio delle sue dichiarazioni, dimostrandone la veridicità alla luce delle violazioni della legge ecuadoriana compiute da CONACEL.
Respingiamo l’attacco a Pedro Paez come un inaudito atto di arroganza di un potere privato che ricorre ad ogni mezzo per impedire attività legittime e doverose volte a conformarne il ruolo a quanto stabilito dalla Costituzione e dalle leggi dell’Ecuador, in omaggio a principi importanti come quelli relativi alle garanzie della concorrenza e ai diritti del consumatore.

lunedì 27 marzo 2017

Argentina. Polemica con l'elettoralismo di Pts e Po Dove si doveva stare il 7 marzo?

di Teca




Il 7 di marzo rimarrà a memoria dei lavoratori come il giorno in cui abbiamo costretto la direzione della Cgt (sindacato argentino similare alla Cgil, ndt) a indicare una data per lo sciopero generale.
Purtroppo il Partido Obrero, il Partido de los Trabajadores Socialistas (Pts), Izquierda Socialista (Is), il Mst e il Nuovo Mas (partiti della estrema sinistra argentina, ndt) non erano presenti. Alcuni, come il Nuovo Mas e il Pts hanno addirittura invitato a non partecipare alla manifestazione. Il resto ha organizzato un proprio presidio in Piazza di Maggio, a cinque isolati di distanza.
Il Pstu argentino (sezione in quel Paese della Lit-Quarta Internazionale, ndt), invece, era insieme ai lavoratori kirchneristi e peronisti, lanciando slogan perché sia indicata la data dello sciopero, contestando i burocrati insieme ai conducenti di linea e a tutti i lavoratori che festeggiavano la fuga dei burocrati dalla piazza.
Ma non siamo interessati all'autopromozione, per noi è importante poter discutere con tutti quei militanti onesti che hanno seguito le proprie organizzazioni alla manifestazione separata, perché in questo momento in cui la lotta si intensifica, le conclusioni che possiamo trarre sono fondamentali per il futuro dei lavoratori e delle masse popolari.
Una politica che si contrappone all'unità di lotta contro il governo
I giorni precedenti alla manifestazione promossa dalla Cgt come sfogatoio della rabbia dei lavoratori, i partiti della sinistra che compongono i fronti elettorali del Fit (Partido Obrero, Pts e Izquierda Socialista) e Ifs (Nuovo Mas eMst) non solo hanno scritto molti articoli per spiegare i motivi per cui secondo loro non si doveva partecipare a questa manifestazione, ma hanno fatto tutto il possibile affinché i lavoratori non vi prendessero parte.
Alla fabbrica Pepsico, per esempio, il Pts era contrario a manifestare, e alla Pilkington, il Nuovo Mas, senza consultare i lavoratori in assemblea, ha deciso che questi ultimi non avrebbero dovuto partecipare a questa storica giornata di lotta. Nel frattempo, il "Pollo" Ruben Sobrero e il suo partito, Izquierda Socialista, insieme al Partido Obrero, hanno chiamato i ferrovieri e i lavoratori del Sutna e di Agr a partecipare al loro atto "classista combattivo", in questo modo dividendoli dalle migliaia di lavoratori che manifestavano, indebolendo il movimento per lo sciopero generale che si è invece espresso con insulti e lanci di bottiglie contro i leader della Cgt che hanno dovuto scappare come topi.
A tal punto arriva il disorientamento politico di questi partiti. La prima reazione del Pts è stata quella di scrivere sul proprio sito (Izquierda Diario) che quanto accaduto era una lotta tra settori della burocrazia.
Sappiamo che in questi partiti di sinistra ci sono centinaia di lavoratori e giovani che lottano e militano instancabilmente e a cui va tutto il nostro rispetto, ed è proprio per questo che ci sentiamo in dovere di criticare la politica dei loro partiti.
La impressionante deriva elettoralista di Pts e Po
Noi crediamo che il Po, il Pts, l'Is, il Nuovo Mas e il Mst si stanno sforzando di separare i proprio militanti e simpatizzanti dal resto dei lavoratori solo perché quello che cercano è di rendersi visibili elettoralmente. Non è casuale che meno di una settimana dopo le tre storiche giornate di lotta, dove la necessità reale che è emersa è quella di spingere per organizzare lo sciopero generale in Argentina, il Pts, il Nuovo Mas e il Mst hanno convocato al Hotel Castelar conferenze... di presentazione dei loro candidati per le elezioni di agosto.
Già avevamo segnalato che l'evento organizzato ad Atlanta l'anno scorso andava in questa direzione: un'assemblea elettorale ad un anno dalle elezioni nazionali.
Invece di lottare per lo sciopero generale convocando assemblee nei luoghi di lavoro, assemblee dei delegati, hanno sprecato le energie di migliaia di militanti in una manifestazione utile solo a lanciare la campagna elettorale del Fronte Elettorale (Fit). Lo stesso hanno fatto il Nuovo Mas e il Mst che avevano lanciato il loro fronte elettorale a dicembre.
Crediamo che il 7 di marzo questi partiti abbiano proseguito con la stessa logica e questo ci sembra totalmente sbagliato. Le riforme di Macri (presidente dell'Argentina, ndt) vanno respinte scendendo nelle piazze non eleggendo deputati.
Non è momento di campagna elettorale, non facciamo il gioco di governo e padroni che vorrebbero relegare tutto sul terreno delle elezioni. Siamo di fronte ad una grande opportunità che possiamo sfruttare se riusciremo ad unire i lavoratori sul terreno della lotta ai licenziamenti, per il salario, per le condizioni di lavoro.
Con questo non vogliamo dire che non ci si deve presentare alle elezioni, cosa che abbiamo fatto in passato e rifaremo in futuro: ma non questo è il momento. Eleggere deputati è importante, ma perché poi essi denuncino il parlamento come un covo di banditi, non perché rafforzino il parlamento facendo accordi con la borghesia per permettergli di approvare delle leggi: come invece ha fatto, per esempio, il Pts votando la legge sugli asili d'infanzia con il kirchnerismo, o facendosi foto l'8 di marzo con deputate del Pro (il Pro è un partito di centrodestra, ndt).
Lo stesso ha fatto il Po, che col Pts ha garantito il quorum in parlamento al kirchnerismo per permettergli di votare più di 100 leggi con la scusa che queste erano leggi "a favore della classe operaia".
Insomma: Pts e Po fanno il contrario di quanto sarebbe necessario: rifiutano l'unità d'azione dei lavoratori contro le misure del governo e si uniscono alla borghesia nella lotta in parlamento.
Spingiamo insieme per lo sciopero generale rivendicando un piano di lotta
Pts e Po sprecano fiumi di inchiostro per spiegare che la direzione della Cgt, essendo burocratica, non vuole convocare lo sciopero generale, dunque bisogna organizzarsi in maniera indipendente. Anche noi concordiamo col fatto che la direzione della Cgt è composta da burocrati e che non sia nelle loro intenzioni convocare lo sciopero generale, in quanto principali garanti della governabilità. E siamo anche consapevoli della necessità di costruire una alternativa indipendente da questi dirigenti traditori. Ma ciò di cui si sta discutendo qui è di quale possa essere il modo migliore per raggiungere questo obiettivo, per poter scavalcare queste direzioni. E in questo senso pensiamo questi partiti della sinistra abbiano in definitiva fatto un favore ai burocrati togliendo lavoratori dalla manifestazione della Cgt per portarli da un'altra parte: così facendo hanno indebolito la lotta per lo sciopero generale.
Non è in questo modo che si lotta realmente per l'indipendenza politica dei lavoratori. Di fronte al tradimento dei dirigenti sindacali e politici, dobbiamo lottare a fianco dei lavoratori anche se questi hanno fiducia in partiti come il Partido Justicialista, il kirchnerismo o se non hanno fiducia in nessuno. Dobbiamo lottare al fianco dei lavoratori mettendo bene in chiaro che noi non vogliamo che torni al governo Cristina Kirchner o che ci vada Massa o qualche altro candidato dei padroni: noi vogliamo che governino i lavoratori e le masse sfruttate.
Per questo noi eravamo alla mobilitazione con le parole d'ordine: sciopero generale subito! abbasso il piano Macri! Abbiamo distribuito più di 30 mila volantini che chiedevano alla Cgt di indicare una data per lo sciopero generale. Siamo andati a rivendicarlo, perché sapevamo che altrimenti ciò non sarebbe avvenuto. E siamo stati presenti alla manifestazione perché lo sciopero generale, e il piano di lotta necessario per respingere le riforme del piano Macri, lo potremo realizzare solo stando nelle piazze coi lavoratori dei diversi partiti e sindacati. Pretendere di poterlo realizzare solo coi militanti e i simpatizzanti dei partiti di sinistra è ridicolo. Ad oggi la sinistra da sola non ha la capacità per convocare uno sciopero generale e respingere così il piano Macri. Questa è la realtà. Però abbiamo la forza per costringere le direzioni politiche e sindacali, smascherarle, proponendo una politica distinta e opposta a quella che loro propongono e così incanalare lo scontento nella giusta direzione.
Ma non è con l'autoproclamazione che vinceremo la battaglia, bensì conducendo una dura lotta dall'interno, rivolgendoci alla base operaia perché non si fidi di questi traditori. Dunque dobbiamo trarre delle lezioni dagli avvenimenti del 7 marzo, perché una cosa è stata dimostrata: che ci sono le condizioni per avanzare e cambiare la situazione.
Pertanto, invitiamo queste organizzazioni della sinistra (Pts, Po, ecc.) ad una riflessione. Le invitiamo a cambiare atteggiamento, perché pongano tutti i loro sforzi al fine di raggiungere la massima unità di tutti i lavoratori, per spingere dal basso verso lo sciopero generale e organizzare la lotta contro i piani del governo e delle direzioni traditrici e vendute. Dobbiamo costruire dal basso e al calore delle lotte la nuova direzione del movimento operaio che è necessaria.
Il nostro partito, il Pstu, è al servizio di questa battaglia ed apre le porte a tutti i lavoratori che intendono portarla avanti.

domenica 26 marzo 2017

Se credi che il mondo sia piatto allora rimani nella UE, se invece credi che sia tondo, allora esci e combatti per un mondo libero.

Luciano Granieri




Quali erano  le notizie  che avrebbe dovuto riempire i quotidiani e affollare le TV  in merito alle manifestazioni anti UE  svoltesi sabato 25 marzo a Roma? In particolare cosa doveva contenere  il reportage del corteo Eurostop, partito da Piramide  per arrivare a Bocca della Verità, e del  comizio di San Lorenzo  del Partito Comunista e del Fronte della Gioventù Comunista? "Roma messa a ferro e fuoco dalla violenza dei centri sociali. I teppisti anti UE  hanno  devastato vetrine, bruciato vetture e ingaggiato violenti scontri con la Polizia". Disgraziatamente per i media, che già avevano preparato  il terreno all’auspicata  devastazione con un martellare continuo sulla pericolosità dei vandali  anti UE, tutto ciò non è accaduto. 

Meno male, eliminata le notizie sugli scontri, l’oggetto degli articoli e dei servizi si sarà concentrato sulle ragioni delle manifestazioni.  Neanche per sogno. Le news di ieri hanno enfatizzato come  non si siano  verificati incidenti, non per la compostezza e civiltà dei manifestanti, ma per l’abilità delle forze dell’ordine. Il questore Marino, ha spiegato dalle pagine della cronaca di Roma del quotidiano “la Repubblica”,  come ha evitato  le distruzioni,   annunciate, secondo il dirigente di Polizia, da  “ …un chiaro progetto di devastazione della città di Roma”. 

Ma  quali sono state queste abili mosse strategiche per neutralizzare i facinorosi? Intanto bloccare tre pullman, provenienti dal Veneto,   dalle Marche e dalla Val di Susa, all’altezza di Tor Cervara. Con la scusa di controllare e identificare i passeggeri, si è negata  la partecipazione di questi  manifestanti al corteo.  La notizia arrivava dalle parti di Testaccio e, non senza tensione, si ritardava la partenza del serpentone colorato per attendere l’arrivo dei fermati che evidentemente  non giungeranno mai. 

Nonostante questa provocazione il corteo muove verso Bocca della Verità mantenendo . I pochi bar rimasti aperti, anziché essere devastati, hanno fatto affari perché molti si sono fermati a rifocillarsi. Tutto stava procedendo per il meglio quando  ecco l’altra abile mossa per evitare la devastazione. Le forze dell’ordine insospettiti dall’”ambiguo” ,secondo loro, attardarsi  di alcuni manifestanti (circa mille), pensano bene di circondare con i blindati gli incauti ritardatari. Alcuni scappano verso una viuzza laterale, prontamente inseguiti dai poliziotti pronti ad aggredirli . 

Non si capisce bene quale sia la regione  di questa tentata aggressione da parte della polizia. Giorgio Cremaschi animatore della piattaforma Eurostop,   insieme all’anarchico settantenne, in carrozzina,   Lello Valitutti, si sdraia  davanti ad uno dei blindati che aveva bloccato lo spezzone dei ritardatari. Questa azione pacifica ma decisa, induce le forze dell’ordine ad arretrare e a far ripartire il corteo, ormai spezzato in due tronconi. 

Dunque secondo il questore le due azioni appena descritte avrebbero evitato la devastazione? A me sono sembrate  provocazioni belle e buone tese ad innescare quegli scontri tanto auspicati dai media e non avvenuti per la calma e la saldezza di nervi dei manifestanti. Sarebbe corretto, quindi,  dare la notizia  giusta per cui non si sono verificati incidenti  non per merito ma “nonostante la polizia”. 

Ordine  pubblico a parte,  per allentare la tensione dell’intervento vorrei raccontare  un storia liberamente tratta dalle manifestazioni di Roma. Ci sono  due cortei. Quello  buono della foglia riformista, con la Cgil, la Fiom, l’Arci , la Uil,  Sinistra Italiana e altri movimenti riformisti . Quello  cattivo della mela comunista, denominato Eurostop, composto da centri sociali, movimenti per la casa, Usb, No Tav ed altre sigle di estrazione comunista anticapitalista. La foglia e la mela iniziano a camminare insieme, convinte che l’attuale Unione Europea sia nefasta per i diritti di  disoccupati, precari, lavoratori e  studenti, tesa com’è a salvaguardare gli interessi della speculazione capitalistico-finanziaria. 

La foglia, crede che il mondo sia piatto,cioè che la melmosa piattitudine capitalista  europea e mondiale sia governabile con qualche misura solidaristica. La mela invece crede che il mondo sia tondo e, come tale, in grado, girando , di ribaltare la landa  liberista.  Azione indispensabile per rendere reale la liberazione degli sfruttati dagli sfruttatori. La verità dice che il mondo è tondo, dunque la mela  è nel vero e può elevarsi  nel suo proposito  teso a rovesciare la natura capitalistica insita nella UE,  necessaria affinchè i settori sociali impoveriti possano aspirare ad un prospettiva di reale cambiamento delle loro condizioni. La foglia convinta che il mondo sia  piatto, sarà sconfessata dalla realtà e destinata a sprofondare , vittima della fallace  convinzione che un’ Europa dalla natura capitalista possa essere governata. La foglia verrà travolta dalla propria illusione, la mela, con l’aiuto di tutto il mondo “tondo” anticapitalista sarà destinata  a progredire. 

Vi piace questa storia? L’avete già sentita? Avete ragione.  Non l’ho inventata io ma è liberamente tratta dal brano "La Mela di Odessa" degli Area. Il pezzo  accompagna la clip con le foto della manifestazione scattate dai compagni Eugenio Oi, Giorgio Cremaschi, Gianluca Evangelisti.


Good Vibrations.