sabato 26 aprile 2014

Il corpo della "Ciociaria". Incontro con Lorella Zanardo Candidata alle europee nella lista "L'Altra Europa con Tsipras" nel collegio di centro.

Luciano Granieri

 

L’Altra Europa con Tsipras approda in Ciociaria con una delle candidate alle elezioni europee più significative come portatrice dei valori che la lista propone: Lorella Zanardo. La Zanardo, giornalista, documentarista,   ha avuto il merito di realizzare uno dei documentari più incisivi e significativi nell’ambito del rapporto fra comunicazione e rappresentazione della donna. Quel “Il corpo delle donne” che in rete ha ottenuto più di otto milioni di contatti. Venerdì scorso 25 aprile, in una giornata molto significativa, Lorella Zanardo, invitata dal consigliere comunale di Ferentino di Sel Marco Maddalena, ha compiuto un tour istruttivo, fra le discariche e gli inceneritori disseminati per la Valle del Sacco, ma anche fra la bellezze naturali e le ricchezze archeologiche del nostro territorio. 

Una tappa fondamentale per conoscere le problematiche relative al suo bacino elettorale visto che la Zanardo è candidata nel collegio di Centro. La giornata ciociara si è conclusa con un incontro dibattito presso la sala consigliare di Ferentino, nel corso del quale Lorella Zanardo insieme a Marco Maddalena, con il contributo di llaria Malancona e Annalisa Liberatori oltre a proporre la proiezione del suo documentario “Il corpo delle donne” ha illustrato come è nato ed è stato realizzato il documentario.


E proprio dalla condizione femminile in Italia, in rapporto alle prospettive che esistono negli altri paesi dell’Unione è iniziato il dibattito sui programmi della lista “L’Altra Europa con Tsipras”. Una discussione che ha coinvolto anche le tematiche relative a nuovi modelli di sviluppo, basate sulla valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche del territorio. La componente ecologista è stata molto dibattuta, in una parte di terra, come la Valle del Sacco, flagellata dall’Inquinamento e dal consumo di suolo. La negazione del diritto ad una terra non avvelenata dalle scorie di un modello di sviluppo distruttivo e malsano per i cittadini, ha aperto gli orizzonti sulla difesa dei diritti in generale a tutto campo . 

Quei diritti assicurati dal godimento di beni necessari per un sviluppo dignitoso della vita umana, quali la salute, la salvaguardia del territorio, l’istruzione, il lavoro, che non possono essere considerati valori di scambio ma elementi irrinunciabili, vitali, su cui non è consentito realizzare profitti. Secondo Lorella Zanardo, l’opportunità europea si sostanzia proprio nell’allargare allo scenario continentale, la lotta per la difesa di questi dritti. 

Un conflitto che ormai non è più possibile confinare nella realtà nazionale ma deve coinvolgere quante più possibili realtà sociali in tutta Europa. Gli interrogativi che sottopone la Zanardo sono efficaci nella loro semplicità. Se in Europa esistono paesi come la Germania con un tasso di disoccupazione del 7% perché nella stessa Europa in altre Nazioni , come l’Italia, lo stesso tasso di disoccupazione è al 41%.? Perché in Europa esistono Stati con un modello di welfare che assicura pieno sostegno all’occupazione femminile, che propone un sistema di istruzione e diffusione della cultura estremamente più efficace del nostro? Se in quei Paesi tali programmi di salvaguardia sociale e civile sono possibili, perché da noi non lo sono? 

 Lo scopo di Lorella Zanardo e della lista "l’Altra Europa con Tsipras” è proprio quello di realizzare un modello di società europea basato sulla centralità delle persone e non sul predominio del capitale finanziario. Un modello di società in cui la rappresentanza sia concessa con pari efficacia, agli anziani come ai bambini. 

Pur nell’estrema concretezza e chiarezza il programma espresso da Lorella Zanardo difetta,  a mio giudizio, in alcune tematiche importanti. Condivisibile il ricorso alla rinegoziazione del debito, con la possibilità di evitare il parziale pagamento di quanto dovuto, sacrosanto l’obbiettivo di riportare al centro della politica europea le esigenze delle persone in luogo delle prerogative del mercato e della finanza, manca nell’analisi l’identificazione del colpevole vero di questa situazione, che è la classe oligarchica detentrice dei mezzi di produzione e dei capitali. 

Non si può procedere sulla strada della rinegoziazione del debito, della promozione dell’Europa dei diritti senza rimettere al centro il caro vecchi conflitto sociale. Inoltre non basta ridiscutere i trattati, perché se è vero, come sostiene Tsipras, che esiste un difetto di rappresentanza nell’organizzazione istituzionale europea, ne consegue che quest’ultima deve essere rimessa in discussione. 

Non ha senso votare per un Parlamento che non ha alcun potere legislativo,ma semplice funzione di ratifica di quanto deliberato dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea, organi entrambi non elettivi. Questi aspetti, mancano nelle prospettive de “L’Altra Europa per Tsipras”, ma ciò è del tutto naturale, in quanto ci troviamo di fronte ad  un movimento comunque riformista. Al netto della discussione politico-programmatica, l’impegno di Lorella Zanardo è quanto mai apprezzabile. La sua competenza, la sua sconfinata capacità di analisi delle dinamiche culturali, sociali e della comunicazione sono fondamentali per la crescita culturale di ognuno di noi. Non voterò la lista Tsipras semplicemente perché non ho intenzione di votare alle Europee. Nonostante ciò mando un grosso in bocca al lupo a Lorella e alla sua lista.

Il


Il Corpo delle Donne.

Bilancio del 25 aprile in Ciociaria

Comitato ANPI Provincia di Frosinone

Le molteplici iniziative programmate dall’ANPI nella nostra provincia per la ricorrenza del 25 Aprile sono state tutte puntualmente realizzate con successo. Abbiamo visto molti nostri associati al lavoro, ovunque con grande spirito di apertura e collaborazione. Va un ringraziamento particolare a questi compagni che hanno pensato, progettato e realizzato le tante modalità di celebrazione del 25 Aprile, comparendo sempre in prima fila solo quando c’era da lavorare.
Ci si scuserà se non riusciamo a dar conto di tutte le iniziative, citeremo solo le più significative sul piano politico, quelle dove la festa ha assunto un vero e proprio aspetto di proposta operativa da valorizzare da parte delle forze politiche e sociali anche in ambiti più specifici come le politiche amministrative, l’elaborazione di proposte per i territori o le lotte sui temi di interesse generale e delle parti più esposte della società. Ci riferiamo al clima di cooperazione e di confronto assai costruttivo realizzatosi fra forze antifasciste pur fra loro molto diverse per impostazione culturale, per programma politico complessivo e per modalità organizzative. Di seguito qualche breve cenno.
A Ceccano abbiamo incontrato gli studenti del Liceo Scientifico assieme ai loro docenti di Storia e Filosofia ed a due autori di ricerche sulla storia della Seconda Guerra mondiale nel loro territorio.
A Cassino, in collaborazione con l’associazione culturale CassinoOff abbiamo realizzato un incontro con la staffetta partigiana Teresa Vergalli, durante il quale è stata intervistata da l’Unità sulla sua vicenda partigiana.
Ad Anagni l’ANPI ha portato il proprio contributo alla festa organizzata da un nutrito numero di associazioni e forze politiche e sindacali di base, ribadendo la propria assoluta autonomia nel giudizio circa le pressioni ed i tentativi di trasformazione in senso pericolosamente autoritario delle istituzioni democratiche approfittando della crisi. L’ANPI ha esposto le proprie valutazioni di merito e messo in guardia i cittadini da ogni semplificazione del giudizio sul tema delle riforme e soprattutto chiamandoli alla responsabilità, alla partecipazione ed alla difesa critica degli istituti costituzionali della nostra democrazia.
A San Giovanni Incarico, l’ANPI ha collaborato anche quest’anno con i giovani dell’associazione L’Indifferenziato ed ha proposto ai cittadini uno spettacolo teatrale molto interessante e coinvolgente sul tema delle foibe, riportando il ragionamento sulla storia e lontano dalla propaganda.
A Ceprano una giornata piena, un susseguirsi di eventi di vario genere, dalla presentazione del libro di Ernesto Cossuto sulla Resistenza nel Cassinate alla deposizione della corona di fiori nel cimitero comunale ai giovani caduti del 1944, dal teatro dei burattini per bambini alla proiezione del film La notte di San Lorenzo alla lettura di testi poetici e letterari sulla Resistenza e sull’occupazione nazista, fino alla rappresentazione della stessa opera teatrale già presentata a S. Giovanni Incarico, lo spettacolo Drug Gojko di Pietro Benedetti, rappresentato dall’autore. Il risultato più alto della giornata è stato l’aver costruito tutta la festa con l’adesione e l’apporto di tutti i partiti antifascisti, dal PCL al PD, da Democrazia Atea a SEL, dal PRC al PdCI, in un clima di alta consapevolezza del valore della giornata e della necessità di unire le forze per un compito tanto importante quanto condiviso. Le divisioni ideologiche e programmatiche, che pure esistono,  hanno ceduto il passo all’unitarietà, alla comune presa di responsabilità, che ha visto collaborare ciascuno secondo le proprie forze e volontà al fine della promozione degli imprescindibili valori della democrazia, dell’antifascismo e della Costituzione. In questo modo, ciascuno ha aggiunto valore e forza alla pratica della difesa della Costituzione e della lotta antifascista, esattamente come sollecitato dalla stessa Carta generata dalla Resistenza.

La mostra realizzata dal Centro dei Diritti di Cassino sul percorso antifascista che ha portato alla liberazione dell’Italia sia dal giogo dell’occupazione tedesca che dal totalitarismo fascista ed alla realizzazione della Costituzione democratica e repubblicana, esposta lungo i muri del porticato di Piazza dei Martiri di via Fani, ha attirato numerosissimi visitatori, molti dei quali hanno fatto visita ai gazebo e chiesto la tessera dell’ANPI.
La presentazione del libro di Ernesto Cossuto, Memorie della Resistenza nel Cassinate ed altro, ha rappresentato un momento molto apprezzato di approfondimento della conoscenza e dell’analisi del dispiegarsi degli eventi bellici e resistenziali nel nostro territorio, da cui è nata la sollecitazione a costituire un gruppo di lavoro permanente per la ricerca di quanto ancora non emerso dalla polvere degli archivi.
I momenti culturali si sono moltiplicati, e non hanno trascurato i bambini, ai quali è stata dedicata una intera parte della festa, con uno spettacolo interattivo di teatro dei burattini, che li ha visti spettatori e protagonisti allo stesso tempo.
                La proiezione del film La notte di San Lorenzo, dei fratelli Taviani, ha rivisitato nuovamente i sentimenti di umanità che costituiscono, insieme alla ragione politica, elemento forte del rifiuto delle tesi e delle pratiche autoritarie che hanno brutalizzato l’Italia per venti lunghissimi anni. Così la lettura di brani, di storie, di poesie sui temi dell’occupazione e della guerra, della Resistenza, della Liberazione.
                La giornata è stata chiusa dal magnifico spettacolo di Pietro Benedetti Drug Gojko, da lui scritto sulle memorie di un partigiano viterbese tuttora vivente, Nello Marignoli, che da militare di marina in forze nell’Egeo, l’8 Settembre 1943 rifiutò con i suoi commilitoni di aderire alla repubblichina di Mussolini per servire il Terzo Reich nazista e andò a combattere nelle file dell’Esercito Popolare di Liberazione Jugoslavo. Lo spettacolo, oltre ad essere toccante per la drammaticità degli eventi che narra, è anche molto utile per capire quali fossero le reali condizioni in cui il fascismo italiano occupante lasciava le terre jugoslave occupate, e quali conseguenze questo ebbe nei rapporti fra le popolazioni locali e gli Italiani. La maestria di scrittura e di recitazione di Pietro Benedetti fanno il resto, consegnando agli spettatori un’opera di teatro vero, un dramma che gli appassionati giudicano eccellente anche dal punto di vista artistico, sia sul piano creativo che su quello interpretativo.
                L’ANPI di Frosinone ribadisce la grande soddisfazione per il clima convintamente unitario che si è ormai consolidato nella nostra provincia intorno alla nostra Associazione, che ha conquistato il rispetto e la fiducia di tutte le più genuine espressioni politiche democratiche grazie al mantenimento di un orientamento assolutamente rispettoso delle opinioni e dell’autonomia di ciascuno, come unica base vera di costruzione dell’azione unitaria antifascista. Esprime gratitudine a tutti coloro che hanno reso possibile questo risultato, lavorando materialmente o con la propria adesione e con il proprio contributo di idee. Auspica che esso venga esteso e fortificato in futuro, diventando metodo condiviso fra le forze che riconoscono l’essenzialità della difesa delle condizioni di vita democratica. Chiama tutti ad uno sforzo per allargare le adesioni all’ANPI lavorando a questo obiettivo nella consapevolezza che essa è e rimane un luogo capace di attivare il confronto più ampio.

venerdì 25 aprile 2014

Vergogna alla manifestazione del 25 aprile. Aggrediti i palestinesi, spezzato il corteo

Reti di solidarietà con il popolo palestinese

Il corteo ufficiale per il 25 Aprile a Roma, è stato oggi testimone di un episodio gravissimo.
La delegazione palestinese e le reti solidali con la Palestina si stavano concentrando al Colosseo per partecipare come tutti gli anni alle manifestazioni che celebrano la Resistenza e la Liberazione dal nazifascismo. Ma i palestinesi e gli attivisti sono stati aggrediti da una quarantina di squadristi della comunità ebraica romana, non nuovi ad episodi di aggressione come questa. Si è scatenato un corpo a corpo impari, da una parte giovani palestrati tra i 25 e i 40 anni, dall'altra donne, mannifestanti anche di una certà età, attivisti.
Ad aggravare le cose è stato l'atteggiamento delle forze di polizia che si sono schierate in mezzo – ovviamente rivolte contro gli aggrediti e non contro gli aggressori. Questo fatto ha consentito agli squadristi di agire a proprio piacimento, con incursioni che – passando in mezzo alla fila degli agenti - prelevavano gli attivisti filopalestinesi e li trascinavano tra le loro file per essere pestati.
A quel punto l'Anpi ha fatto partire lo stesso il corteo – con lo striscione e la bandiera israeliana ben visibile e “scortata” dai gorilla della comunità – ed ha fatto sì che la polizia tenesse fuori e bloccato lo spezzone con le bandiere palestinesi.
Diversi gruppi di manifestanti – esponenti del Pdci, Prc, Pcl e altri – sono rimasti per solidarietà insieme allo spezzone palestinese. Lo stesso ha fatto un circolo dell'Anpi (quello universitario dedicato a Walter Rossi).
Eppure dieci giorni fa c'era stato proprio un incontro tra i palestinesi, le reti solidali e l'Anpi per concordare la partecipazione al corteo della Liberazione. Evidentemente nelle manifestazioni che celebrano la Resistenza e la Liberazione si è preferito avere nel corteo la bandiera dell'oppressione (quella dello Stato di Israele e non solo quella della brigata Ebraica che ha invece titolo per essere nella manifestazione) ma non quella di una lotta popolare di Liberazione (quelle palestinesi).
Ma lo spezzone con le bandiere palestinesi è arrivato comunque a Porta San Paolo ed è diventato uno spezzone numerosissimo e partecipato. Le intimidazioni evidentemente non hanno funzionato.

Oggi è stata una vergogna per la giornata del 25 aprile, una vergogna anche per l'Anpi. Un nuovo episodio da aggiungere al lungo dossier sull'impunità da parte di polizia e magistratura di cui gode lo squadrismo nella città di Roma.

Roma, 25 aprile 2014

giovedì 24 aprile 2014

Resistenza continua per il lavoro

Luciano Granieri

Foto di Fausta Dumano


Molti affermano che la resistenza non si è esaurita il 25 aprile del 1945. Non è una boutade o il pallino di vecchi comunisti nostalgici. E’ la pura verità. Come non definire resistenti i lavoratori della ex Multiservizi, i quali, nonostante ci sia lavoro per loro  - la città ha necessità di cura e manutenzione degli arredi urbani delle strade, la città ha bisogno  di personale che assicuri l’assistenza ai disabili  e  della mobilità scolastica -nonostante enti come la Regione Lazio si siano dichiarati disponibili a concorrere al finanziamento di una società che potrebbe  assorbirli, si trovano senza un’occupazione?  Cercano di resistere questi lavoratori alle intransigenze di un sindaco che in cambio di qualche appalticchio distribuito qua e là, non si capisce con quale tornaconto ,  rinuncia ad uno dei primi obblighi di un primo cittadino che è quello di assicurare la dignità della popolazione favorendone  quanto più possibile    l’occupazione.
Foto di Fausta Dumano.
Resistono queste persone da dieci giorni sotto una tenda, dopo aver occupato il tetto del Comune l’estate scorsa , convinti poi  a desistere e  scendere   da promesse mai  mantenute profuse a piene mani dai politicanti di turno in fila per fare passerella pietosa affianco a persone  ormai alla disperazione.  Resistono questi lavoratori come tanti altri lavoratori della Provincia, offesi  dallo svilimento della loro professionalità  distrutta dalla mobilità e dalla cassa integrazione,  vedi le vertenze Videocon, Marangoni, Ilva di Patrica, Fiat di Piedimonte . Resistono anche quei pochi cittadini  che si rendono conto quanto la logica del profitto, del dominio del capitale finanziario sulla dignità umana, stia devastando lo stato sociale del nostro territorio, producendo disoccupazione ad un tasso doppio del livello nazionale, soffocamento da polveri sottili in una città  al primo posto assoluto per  l’inquinamento. Gli altri cittadini, la maggioranza,  e questo è grave, non resistono più , si adeguano all’imbarbarimento dei rapporti sociali, infestati da un sordido individualismo, da una indifferenza pervasiva,  che sfocia  in  pericolosa intolleranza.  Noi resistiamo, come cittadini, come lavoratori, precari o disoccupati, come donne e uomini stanchi di subire umiliazioni dai grandi costruttori che ancora oggi stanno accaparrandosi parti importanti della nostra città comprimendo ancora di più spazi  vitali di socializzazione , dai banchieri e dalla criminalità organizzata  che pure prospera nel nostro territorio. Noi proviamo a resistere perché siamo fortemente convinti che  non siamo ancora stati liberati. Resistiamo perché la dispotica dittatura del finanz-capitalismo ci sta riducendo a larve umane. Noi resistiamo, oggi  domani, 25 aprile, e sempre,  fino a quando non saremo veramente liberi.

Dedicato ai tutti i partigiani

Luciano Granieri


Il 25 aprile del 2014 cade dopo le commemorazioni  del 70° anniversario dei devastanti bombardamenti di Frosinone e di Cassino.  In occasione degli eventi  organizzati in memoria  di queste tragedie, tra le tante frasi di circostanza è scappata qualche corbelleria.  Come l’affermazione del sindaco Ottaviani sulla  cura che ha ucciso il malato riferendosi agli effetti disastrosi dei bombardamenti alleati sulla città o il rammarico di qualche giornaletto locale per la mancata condanna e disprezzo  da parte delle istituzioni verso americani, canadesi,inglesi e neozelandesi   . E’ vero quel lembo d’Italia compreso fra la testa di ponte di Anzio e la linea Gustav ha assistito alle distruzione dei bombardamenti alle crudeltà dei berberi marocchini al seguito delle truppe Francesi che hanno stuprato e violentato le donne del cassinate. E’ vero anche che senza il pressapochismo tattico degli americani in eterna lotta con gli inglesi per il privilegio di entrare  per primi a Roma, la situazione avrebbe potuto avere  sviluppi maggiormente risolutivi e  meno drammatici. Ma la crudeltà dei marocchini, frutto avvelenato - del colonialismo prima e dell’imperialismo occidentale poi - la distruzione arrecata dagli alleati sono eventi che non possono essere decontestualizzati da uno scenario di guerra scatenata dalla crudeltà e dall’efferatezza  dei deliranti ideali  nazifascisti .  I devastatori  morali della di Cassino e di Frosinone, gli stupratori morali  delle donne, sono gli aguzzini tedeschi e i loro degni compari fascisti. Ma in quel lembo d’Italia fra la testa di Ponte di Anzio e la linea Gustav, hanno operato anche bande partigiane. Manipoli di ragazzi e ragazze male equipaggiati che grazie alle loro azioni hanno reso molto difficoltoso il rifornimento delle retrovie tedesche  del fronte di Anzio e di Cassino e hanno fornito, grazie ad incursioni sulle  montagne , precise informazioni sulla logistica delle postazioni  tedesche alle spaesate truppe alleate .  Spesso era la  popolazione di Palestrina, come di Paliano,  e di altri paesi dell’alta Valle del Sacco fino a Frosinone, a contribuire in modo decisivo. E’ stato il coraggio dei contadini, i quali alla lotta contro l’oppressore tedesco e fascista univano la lotta per  la collettivizzazione delle grandi proprietà terriere,  a risultare decisiva. Donne e uomini che quando non impiegate nelle azioni dei GAP  rischiavano la vita nascondendo gli scampati ai rastrellamenti dei tedeschi e dei repubblichini, fornendo sostegno ai partigiani. Una serie di storie meno eclatanti rispetto alla lotta che avveniva sull’appennino tosco  emiliano ma egualmente decisive per  la vittoria di liberazione hanno avuto luogo in quel territorio , come gli agguati dei GAP delle bande di Palestrina, di Paliano, di Genazzano, a convogli tedeschi, ai depositi di armi e munizioni  delle truppe del generale Kesselring .   Allora questo 25 aprile è dedicato alle donne  di Paliano e di tutta l’alta Valle del  Sacco che si sono impegnate nella resistenza, a Enrico Giannetti, instancabile organizzatore di tutte le bande operanti nel territorio, responsabile dei  contatti con i capi delle brigate Garibaldi a Roma e maestro di politica presso le popolazioni oppresse , a Dante Bersini astuto partigiano della banda di Paliano , al giovane (poco più che sedicenne) Lamberto Ait della banda di Genazzano,  alla coraggiosa e scaltra staffetta  Lidia Cicognani , agli uomini di Alfredo  (Fred) Michelagnoli   che paracadutati nelle montagne di Prato di Campoli hanno piazzato radio ricetrasmittenti  decisive per le comunicazioni  fra i partigiani e gli alleati  , a Domenico Marzi - già proprio il padre dell’ex sindaco di Frosinone che dal genitore non ha ereditato  nulla-   organizzatore di  vari centri di resistenza a Frosinone. A tutti loro e alle altre donne e uomini protagonisti della guerra di resistenza a fra Roma e Cassino, passando per Frosinone,  è dedicato questo 25 aprile e a loro va il ringraziamento di tutti i sinceri democratici.



Video tratto dal film il “Partigiano Johnny” di Guido Chiesa,  foto tratte dal libro”Guerra e Resistenza a Sud di Roma” di Roberto Salvatori,  brano “Figli della Montagna” del gruppo Casa del Vento.

Buon 25 Aprile a tutti e a tutte;rimanete liberi

Giovanni Morsillo
Presidente ANPI - Frosinone

Carissimi compagni ed amici,
Vorrei quest'anno fare uno strappo al mio solito e forse noioso rigore istituzionale, per rivolgermi a tutti gli iscritti ed i simpatizzanti della nostra giovanissima ANPI di Frosinone con un messaggio più diretto. Lo faccio, perché ormai la strada fatta insieme ci consente qualche riflessione sul percorso fin qui realizzato e non più soltanto buoni propositi per l'avvenire.
E' dal 2006 che, come sempre sottolineo, indegnamente ricopro le funzioni di presidente di questo comitato provinciale, e posso dire che non mi aspettavo, pur nella mia visione sacrale della Resistenza e dei partigiani, che questo incarico mi potesse riservare tali straordinarie lezioni di umanità e di crescita politica. Abbiamo iniziato, con pochi e forse un po' romantici antifascisti, a costruire piano piano, pezzetto dopo pezzetto, una rete di conoscenze, di rapporti, di sollecitazioni, a volte perdendo qualche pezzo, più spesso e progressivamente aggregandone di piccoli e grandi.
Abbiamo operato nella più totale disinformazione, ricordo che pochi anni fa per far pronunciare correttamente il nostro acronimo ad una giornalista televisiva che doveva intervistarmi, dovetti scriverglielo, perché non lo aveva mai sentito, mentre oggi, grazie alla diffusione della nostra organizzazione in tutta Italia, ma anche grazie alle moltissime e ripetute iniziative territoriali che abbiamo costruito o a cui abbiamo partecipato in tutta la provincia, possiamo dire di essere presenti non solo nelle celebrazioni, ma nella percezione della società frusinate. Ci cercano, ci chiamano, vogliono il nostro contributo ogni volta che affrontano i temi di nostra competenza, e ci onorano di attenzione in luoghi dove per decenni non si è fatto cenno all'ANPI.
Certo, ancora ci tocca spiegare perché ci chiamiamo Partigiani d'Italia e non Partigiani Italiani, ancora non siamo percepiti, perfino da alcune istituzioni, come associazione non reducistica ma con un ruolo attivo e di promozione politica e culturale, non siamo ancora arrivati ovunque, ma siamo certamente una cosa diversa da qualche anno fa, e possiamo dire di aver posto le premesse per un sempre maggiore radicamento della nostra presenza e della nostra funzione anche in provincia di Frosinone.
Molte scuole visitate, con conferenze sempre partecipate ed attente di centinaia di studenti, di decine di insegnanti; molte occasioni di discussione in tutti i luoghi dove possibile, dalle sedi dei partiti a quelle istituzionali, dalle manifestazioni in piazza alla partecipazione alle battaglie in difesa della Costituzione e della libertà democratica, dalla presentazione di libri a quella di testimonianze vive di chi quei giorni fu costretto a combattere.
Abbiamo partecipato ed offerto il nostro contributo ad iniziative sulla memoria (Shoah e non solo), sul recupero di pagine sconosciute o dimenticate della nostra storia recente, quella vissuta dai nostri padri e che ha lasciato in loro segni profondi e a volte paure terribili, abbiamo scavato nell'emigrazione per capire l'immigrazione, nella lotta per la libertà per comprendere cosa voglia dire solidarietà.
Di questa esperienza straordinaria ho il bisogno di ringraziare tutti coloro che l'hanno resa possibile, tutti voi che avete chiesto di far parte dell'ANPI, che avete riconosciuto in essa una guida, un solco entro il quale camminare per contribuire a costruire una società a misura d'uomo. 
Personalmente ho maturato, in questa difficile camminata, e soprattutto per le difficoltà e le battute di arresto incontrate, non certo per i momenti, pur numerosi, di successo e di avanzata, la convinzione, addirittura la sensazione, che tutto questo non sia solo bello e necessario, ma che la società, a volte anche inconsapevolmente, lo attende. Sì, cari compagni ed amici, lo attende, anche se a volte non lo sa. Perché ogni volta che incontro dei ragazzi, e li vedo dapprima distratti e intenti a giocare con il cellulare, poi via via più attenti, fino a partecipare convinti e chiedere cosa possano mai fare loro per questa grande infinita battaglia di civiltà, in sostanza per non morire, mi rendo conto che il messaggio della Resistenza non è affatto vecchio, né certamente superato. Esso parla ai giovani, perché fu realizzato dai giovani, e solo rivolgendolo direttamente ad essi, ed a chi sente sulla propria pelle come brucino i tagli della mancata attivazione dello strumento costituzionale voluto e generato dalla Resistenza, solo portandolo a loro, si produce la consapevolezza della responsabilità di essere cittadini. Naturalmente ciò è possibile parlando dell'oggi, attualizzando il portato valoriale che la Resistenza seppe edificare, non certo facendo noiose ed inutili enunciazioni pseudodotte, magari condite con abbondante retorica.

I giovani, i lavoratori, le parti deboli della società, che non erano nulla, e che con la Liberazione divennero tutto. Questo fa sì che ogni incertezza, ogni momento di fatica, ogni risultato negativo, non sia in grado di farci recedere in nulla di ciò che facciamo. Vogliamo essere antifascisti oggi, non perché vi sia in questo un atteggiamento, un modo di fare "alla moda" o una sorta di distinzione coem di sterilmente malinteso anticonformismo. Noi continuiamo ad essere antifascisti semplicemente perché è giusto, e perché non vogliamo vedere i nostri giovani conquistati ad una concezione bestiale della vita umana.
Per questo, in questo 25 Aprile, sono grato a voi ed a tutti quelli che ho incontrato in questi duri, bellissimi, anni di gioventù che mi avete regalato.
Abbiamo ancora molta strada da fare, e quella che verrà dopo la faranno i nostri figli ed i figli loro, ma noi dobbiamo offrirgliela, questa strada, senza alcuna scorciatoia.

Resistenza in Ciociaria

Comitato ANPI Provincia di Frosinone

Questa mattina si è svolta la conferenza al Liceo scientifico di Ceccano, organizzata dai docenti di Storia e Filosofia sul tema della Resistenza in Ciociaria. L’aula magna dell’Istituto, superando le previsioni degli stessi insegnanti, era gremita fino ad avere decine di studenti in piedi, il che non ha impedito uno svolgimento ordinato ed una partecipazione molto attenta da parte degli studenti.
Il tema scelto ha consentito di portare all’attenzione dei ragazzi e delle ragazze non solo gli episodi ed i personaggi della lotta antifascista in Ciociaria, ma anche di riflettere su quegli eventi alla luce di quanto avvenuto dopo. Le domande cui si è tentato di rispondere sono molto gravi, e riguardano il perché quella storia non sia sufficientemente nota, per quali ragioni non si conoscano nemmeno i nomi delle persone, non vi siano monumenti, strade, luoghi intitolati a loro, i documenti siano sepolti sotto spesse coltri di polvere negli archivi di Stato. Pregevoli interventi di alcuni docenti hanno aperto in parte la vista sul problema, ma hanno senz’altro posto le basi per nuovi lavori, per nuove acquisizioni. All’uscita alcuni docenti e giovani stavano discutendo sull’idea di produrre delle tesi specifiche sul tema e di proporre anche all’Univesitò di cassino dei percorsi si studio ed approfondimento collettivi.
L’ANPI, nel ringraziare la Scuola, i Docenti e in modo particolare la Dirigente che ha preso parte ai lavori, ma soprattutto gli studenti per la cordialissima accoglienza, esprime ancora una volta grande soddisfazione e ritiene doveroso segnalare questa ed analoghe iniziative all’attenzione degli operatori dell’istruzione, e dei responsabili del settore scolastico del nostro territorio, perché se ne faccia tesoro non soltanto come fatti compiuti, ma come esperienze da estendere e riproporre ovunque ci siano studenti, ovunque, cioè, sia utile aprire nuove visuali ai cittadini che si stanno formando.
Il nostro contributo, come sempre orientato non a convincere ma a far maturare un metodo critico di indagine storica come strumento per la comprensione dle presente e per la costruzione del futuro, è particolarmente apprezzato dai giovani, che probabilmente sono avvezzi a vedere la storia semplicemente come una materia su cui essere valutati.
Apprezziamo pertanto con molta forza gli esempi forniti da docenti come quelli del Liceo Scientifico di Ceccano, che dimostrano con il loro impegno professionale e civile che la storia serve a ben altro.

Proseguiamo quindi le attività programmate per questo 25 Aprile con maggior fiducia, con migliore consapevolezza, e di questo siamo grati alle persone incontrate questa mattina.

25 APRILE ANTIFASCISMO E’ ANTICAPITALISMO!

Partito di Alternativa Comunista

In occasione della ricorrenza del 25 aprile Alternativa Comunista non si unisce al finto coro dei “memorialisti” ma rivendica l’attualità e la necessità della Resistenza antifascista, dunque anticapitalista. Il padronato della repubblica “antifascista” ha cercato per oltre mezzo secolo di fare del 25 aprile una pacifica giornata della memoria, depotenziandone il contenuto conflittuale e trasformandola in un mero rituale compatibile con l’ordine di cose esistente. Noi invece vogliamo fare di questa data una giornata di lotta: ricordare la Resistenza oggi, significa per noi riprenderla dal punto in cui è stata interrotta, dal momento in cui il Pci di Togliatti, conformandosi all’indirizzo staliniano, ha spezzato la resistenza delle masse lavoratrici e ha pacificato la situazione mediante la concessione di quel pezzo di carta chiamato Costituzione. La Resistenza fu un processo rivoluzionario tradito e rimasto incompiuto a causa della direzione stalinista che ne favori l’esaurimento e si applicò con successo alla restaurazione dell’ordine capitalistico, quello stesso ordine che fino a qualche mese prima aveva sostenuto il regime fascista e ne aveva tratto immensi profitti a danno della classe lavoratrice.
 
Per questo riteniamo impossibile slegare la lotta antifascista dalla lotta anticapitalista. Chi lo fa è un ipocrita e un opportunista. Il fascismo è nato come uno strumento che la piccola borghesia ha utilizzato per difendere i propri interessi minacciati dalla proletarizzazione, dagli attacchi delle banche e del grande capitale. Ma è finito per diventare, e non poteva che essere così, uno strumento del grande capitale per sfondare le organizzazioni del movimento operaio.  Oggi, nel pieno di una devastante crisi del sistema capitalista, davanti al rischio di un’ascesa del conflitto operaio contro le misure di austerità e gli attacchi alle masse popolari, ritorna puntualmente il pericolo fascista, il pericolo di una reazione della classe padronale alle lotte operaie che si poggia sul malcontento dei ceti medi impoveriti privi di una direzione operaia: lo vediamo in Grecia, dove Alba dorata rappresenta ormai un braccio operativo del governo contro le organizzazioni del movimento operaio, ma anche in molti altri Paesi, a partire da Ungheria, Olanda e da ultimo l’Ucraina, dove Svoboda e il Settore di destra hanno imposto un’egemonia militare sul movimento rivoluzionario che ha rovesciato il governo. Oggi più che mai è necessario opporsi a questa svolta reazionaria delle classi padronali. Ma per farlo bisogna praticare un antifascismo di classe, che si colleghi alla più generale mobilitazione anticapitalista. L’antifascismo “costituzionale” e “legalitario” predicato dal “partito di Repubblica” (Augias e compagnia bella) è un modo per sottacere il vero problema, prestando il fianco a quelle forze che attaccano l’antifascismo tout court considerandolo “superato” (vedi il M5s). E il vero problema si chiama capitalismo. Fin quando rimarrà un sistema fondato sullo sfruttamento e l’esclusione sociale per la stragrande maggioranza della popolazione, rimarrà sempre il pericolo fascista. Il fascismo non è mai morto, il fascismo è pronto a rispuntare qualora ve ne sia la necessità per il grande capitale e per la salvaguardia dei suoi profitti. Per questo la resistenza antifascista non può non essere una resistenza anticapitalista. Ciò significa che la mobilitazione antifascista può realmente vincere solo con la rivoluzione socialista, solo spazzando via il sistema capitalista e i suoi cani da guardia. E’ questo l’appello che Alternativa Comunista rivolge a tutte le organizzazioni sinceramente antifasciste: uniamoci per spedire nelle fogne i rigurgiti fascisti, ma allo stesso tempo, mobilitiamoci per distruggere il sistema che tali rigurgiti produce e promuove. Antifascismo è anticapitalismo! 

mercoledì 23 aprile 2014

20 giorni in tenda

Francesco Notarcola

Domani, giovedì 24 c. m., alle ore 12, sempre presso la TENDA, in Piazza VI Dicembre si terrà una conferenza stampa alla quale sono invitati a partecipare associazioni e cittadini.

GIORNATA di  SOLIDARIETA'

CON I LAVORATORI DELLA MULTISERVIZI

IN LOTTA, DA UN ANNO, PER DIFENDERE IL POSTO

DI LAVORO 

DOMENICA 27 APRILE 2014 – PIAZZA VI DICEMBRE





Dalle ore 17 alle ore 20 associazioni e cittadini saranno in piazza con musica, spettacolo, intrattenimento, proiezioni che aiuteranno la riflessione e il confronto sulla lotta dei lavoratori (da 20 giorni in tenda) e di un intero territorio che ha bisogno di politiche attive sull’occupazione con il protagonismo degli enti e non con la svendita dei servizi a fantomatici e precari privati.
Raccogliamo il messaggio di Papa Francesco
per difendere la nostra dignità e per aprire un futuro di giustizia e di serenità ai giovani di oggi e di domani.
PARTECIPARE E’ DOVEROSO E NECESSARIO NELL’INTERESSE DELLA CITTA’ E DEL SUO AVVENIRE


Le buone pratiche si agiscono condividendole

Giuseppina Bonaviri

Dall’incontro-tavola rotonda sulla “Solidarietà vs disagio sociale: insieme per il cambiamento” del 16 APRILE 2014 inserito all’interno della Campagna di sensibilizzazione contro discriminazione e violenze -percorso avviato dal Tavolo di progettazione provinciale Patto di Solidarietà sociale- alla presenza di molte realtà associative e di molti comuni è emersa l’esigenza di dare vita, senza attese e lungaggini, ad una serie di azioni condivise che vedono al centro amministrazioni, associazioni no profit, privato sociale, volontariato, terzo settore, cittadinanza attiva del nostro territorio. La cabina di regia intersettoriale che si è delineata grazie alla partecipazione  e alle tante proposte emerse renderà possibile il passaggio da una rigida organizzazione dei singoli alla trasversalità delle proposte. Ci si vuole  porre a mediatore di un piano di azione che riguarderà risultati raggiunti, obiettivi, progetti futuri. Contrastare la solitudine delle persone sole e delle fasce di popolazione emarginata ed invisibile renderà possibile responsabilità e valore sociale  vera sfida per il futuro sostenibile del nostro Paese. Il bilancio multifattoriale degli enti,  suggerito anche dalla attuale spinta europea, rafforzerà  rendicontazione sociale ed ambientale e la sua messa a regime sarà un segnale chiaro che ci consentirà di rimanere al passo con i tempi. La costruzione di un report integrato, un doc unico quale bilancio sociale si rende ora indispensabile anche dalle nostre parti.
Tra le proposte che riteniamo avere priorità assoluta rientrano le questioni  aperte sulla residenzialità con la messa a sistema degli spazi abitativi e la modificazione degli attuali modelli di frammentazioni gestionali. Ciò determinerebbe una fonte di sostegno per le persone più sole. Dare assistenza alle famiglie, sperimentando la messa in rete progressiva delle diverse offerte presenti  dal territorio  favorirà, inoltre, l’incontro permanente tra pubblico e privato per una migliore socialità nei quartieri e della relazione con la città, dato di reale crescita culturale. Organizzare, poi, punti di orientamento e informazione sociale grazie alla disponibilità di volontarie e volontari come bussola per orientare le relazioni con i servizi offerti in provincia ed il loro accesso, significherà accompagnare i più bisognosi  alla fruizione efficace degli stessi . La creazione di un piano per i senza tetto con presidi territoriali, mense, ambulatorio popolare, post acuzie dedicato a persone senza dimora appena dimesse dagli ospedali anche per quelle emergenze provenienti dall’esterno potrà irrobustire anche gli interventi che legano il cibo alla questione sociale come il recupero di inutilizzato, sostegno a buoni spesa, accordi con la grande distribuzione. I beni confiscati alle mafie se monitorati potranno, infine, diventare spazi ad uso sociale per un percorso di alta legalità. Diritti civili, per la disseminazione di buone pratiche ed integrazione di una rete reale, faranno la differenza  nel favorire quei processi di inclusione necessari al benessere della nostra intera comunità.
Un accenno, per finire,  meritano le misure agevolative che la copertura finanziaria dei 10 miliardi su base annua prevede,  coperta che appare corta soprattutto se si estendesse, come doveroso, l’aumento annuo anche ai lavoratori incapienti con un effetto macroeconomico -previsto dal Def- sulla crescita. Una crescita che rimarrà molto modesta (solo del 0,2%) nel 2014 con un credito di imposta che avendo ad oggi una distribuzione a V  avvantaggerà allo stesso modo coppie di reddito molto diversi tra loro: 2 contribuenti con redditi impari riceverebbero entrambi un credito di 100 euro.
Il percorso che si presenta ambizioso se inserito in una dimensione di realtà isolate potrà invece, condiviso, essere proiettato alle nuove frontiere dell’ internazionalizzazione e dei processi  di innovazione sociale fuori da vecchi retaggi culturali che hanno bloccato, negli anni, il passaggi alla discontinuità progressista della nostra macroarea.

martedì 22 aprile 2014

Il governo Renzi viola il giudicato costituzionale

Luciano Granieri

Prima di Pasqua la Corte di Cassazione  - che nel maggio 2013 aveva sollevato la questione di costituzionalità sul “Porcellum” presso la Corte Costituzionale,  la quale  sua volta  aveva confermato l’incostituzionalità di tale legge elettorale attraverso la sentenza n.1 del 2014 - ha reso pubblico il dispositivo  con il quale i rilievi della Corte Costituzionale dovranno essere applicati.   

Cioè la Corte di Cassazione ha deliberato sul come si  deve applicare la sentenza della Consulta. E’ un rilievo fondamentale per il corretto indirizzo normativo  a cui il legislatore deve attenersi   in presenza della dichiarata incostituzionalità del “Porcellum” . La  mancata osservanza di quanto prescritto dalla Cassazione implica la”VIOLAZIONE DEL GIUDICATO COSTITUZIONALE DELLA SENTENZA N.1 -2014”. Cioè si produce una lesione giuridicamente rilevante del diritto di voto.  

Cosa prescrive la Cassazione?  Intanto si deve consentire ai cittadini di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento in modo che ogni eletto possa disporre  delle indicazioni personali del corpo elettorale . A differenza di quanto espresso nella sentenza della Corte Costituzionale, la Cassazione non ammette altro sistema che quello delle preferenze, il ricorso a liste bloccate poco numerose relative a collegi ristretti, non soddisfa il principio di costituzionalità.  

E’ evidente come il disegno di legge elettorale (Italicum) , approvato dalla sola Camera,  con il mantenimento delle liste bloccate anche di piccole dimensioni  “LEDE IN MODO GIURIDICAMENTE RILEVANTE IL DIRITTO DI VOTO DEI CITTADINI”.  L’altro aspetto importante riguarda proprio l’applicazione effettiva di quanto deliberato dalla Corte Costituzionale. E’ ineluttabile  che l’incostituzionalità del “Porcellum” non può modificare quanto è avvenuto nel passato. Cioè gli atti deliberati da Parlamenti e relativi  Governi  eletti con la legge elettorale incostituzionale, compreso quello in carica  non possono essere annullati, perché  è necessario comunque assicurare il principio di continuità dello Stato. 

Resta il fatto che quella legge è incostituzionale, per cui  se per quanto attiene al passato non si può nulla, per il futuro si deve correggere il vulnus costituzionale. Lo si deve fare al più presto, perché non è democraticamente pensabile ignorare e non applicare una sentenza della Corte Costituzionale.  Dunque il Parlamento alla luce di quanto affermato avrebbe dovuto assolvere i provvedimenti  ordinari più urgenti, il Def già non lo è,  approvare una legge elettorale conforme  alla sentenza della Corte Costituzionale,ma anche ai dispositivi applicativi della Cassazione,  (non l’Italicum quindi) ed indire nuove elezioni.  

Prolungare la XVII legislatura determinata da una legge elettorale incostituzionale secondo la Cassazione  VIOLA IL GIUDICATO COSTITUZIONALE DELLA SENTENZA N.1-2014”. Non solo,  se poi questo governo si arroga il diritto di manomettere la Costituzione determinando la fine del bicameralismo perfetto, l’abolizione del Senato eletto e   pretende di sovvertire gli assetti istituzionali modificando  la forma delle Province che rimangono inalterate nelle loro funzioni,  ma con    membri nominati e non eletti, la violazione dei principi attuativi della sentenza della Corte Costituzionale indicati dalla Cassazione è macroscopica.  

Già è gravissimo che un Governo e un Parlamento attentino ai capisaldi repubblicani costituzionalmente definiti con modalità antidemocratiche, se poi le Camere, e l’Esecutivo loro espressione, esercitano tale devastazione  in violazione della sentenza n.1-2014 della Corte Costituzionale, così come sancito dalla Cassazione, allora siamo in presenza di una vera e proprio sovvertimento democratico fraudolento.  

In realtà a queste conclusioni erano arrivati in molti. Dal M5S ad alcuni giornali, a movimenti  impegnati in lotte sociali, fino al sottoscritto.  Ora però il pronunciamento della Cassazione non lascia dubbi.  Non è un fattore ideologico né di propaganda populista. Questo governo, lo certifica la Cassazione,  non  può permettersi di sovvertire gli ordinamenti democratici, non ne possiede né i titoli né la legittimazione.  

Se Renzi, l’attuale Presidente del Consiglio,  non ne è consapevole per arroganza o semplicemente per ignoranza, il  Presidente della Repubblica invece, in qualità di garante della Costituzione dovrebbe opporsi a questa colossale devastazione istituzionale  e sciogliere le camere immediatamente.  Siccome dal Colle non arriva alcun segno contrario, anzi il tutto avviene con la benedizione di Giorgio Napolitano, forse veramente bisognerebbe pensare a degli organismi più incisivi da porre a difesa della Costituzione.  Ad esempio un Senato elettivo in cui i candidati senatori  siano insigni  giuristi  non espressione dei partiti,  con il compito di valutare compiutamente la legittimità costituzionale e la valenza democratica di quanto la Camera e li Governo deliberano e approvano,  sarebbe quanto meno opportuno.  

25 Aprile in Provincia di Frosinone

ANPI Frosinone


Cari tutti e tutte,
Diamo di seguito il riepilogo delle principali iniziative programmate per il 25 Aprile nella nostra provincia.

24 Aprile
Ceccano - Ore 09.30 - al Liceo Scientifico il Presidente provinciale dell'ANPI partecipa ad una conferenza degli studenti per la presentazione di una loro ricerca sull'antifascista ceccanese ARISTIDE CECCARELLI.

Cassino - Ore 18.30, de l'Unità intervista il partigiano Sergio Collalti nel corso della presentazione del libro Libertà di Paul Eluard e Franco Fortini.

25 Aprile
Ceprano: ore 10.30 deposizione corona alle tombe dei fucilati (Cimitero comunale); ore 11.00 Presentazione del libro Memorie della Resistenza nel cassinate ed altro di Ernesto Cossuto, con l'autore; ore 16.00 teatro di burattini per bambini; a segurie musica in piazza e letture di testi sul tema della Resistenza; ore 21.00 - sala ex-cinema, rappresentazione dell'opera Drug Gojko di e con Pietro Benedetti, racconto tratto dalla vita del partigiano Marignoli, viterbese, sul tema della lotta antifascista nelle terre di confine con la Jugoslavia.

San Giovanni Incarico: ore 17.00, Pietro Benedetti presenta Durg Gojko (in piazza).

Anagni: festa della Liberazione, realizzata attraverso la collaborazione di diverse associazioni (Emergency, Libera, Terradolce, ...).

Ulteriori iniziative sono programmate per le successive settimane in diversi Comuni (Collepardo, Piedimonte San germano, Ceccano, ecc.) in concomitanza con le ricorrenze del 70° anniversario della liberazione di ciascuno di essi.

Vi invitiamo a prtecipare.
ANPI Frosinone





25 Aprile in Piazza.

COMITATO NAZIONALE DI UNITA’ MARXISTA-LENINISTA


Compagni, lavoratori, antifascisti, sinceri democratici, il prolungarsi della crisi economica del capitalismo si sta traducendo in un rafforzamento della reazione politica. Le controriforme costituzionali e politiche (marcata tendenza alla repubblica autoritaria di tipo presidenziale, legge elettorale di stampo fascista, soppressione del bicameralismo perfetto, rafforzamento dell’esecutivo), vanno di pari passo con le misure antioperaie (estensione della precarietà, attacco al diritto di sciopero e alle libertà sindacali, ecc.), alla criminalizzazione e alla repressione dei movimenti di lotta che si oppongono all’offensiva capitalista. Obiettivo del governo Renzi, ch’è la continuità perfetta di quelli berlusconiani, è quello di riscrivere i rapporti di classe a favore del
grande capitale, liquidare gradualmente le libertà democratiche e smantellare l’impalcatura politico-istituzionale sorta dalla Resistenza, in nome degli interessi dell’oligarchia finanziaria. L’intesa politica fra Renzi e il delinquente piduista di Arcore la dice lunga sul falso carattere progressista di “rottamatore” e del suo governo. Contro questo disegno reazionario va sviluppata una grande mobilitazione operaia e popolare, che necessita di chiarezza politica. La lotta potrà essere vincente solo se la mobilitazione si svilupperà apertamente e direttamente contro le forze che dirigono tale disegno dittatoriale. Perciò bisogna denunciare a chiare lettere che il processo autoritario e antidemocratico in corso è ispirato e portato avanti dal
grande capitale, dalle sue istituzioni sovranazionali, tra le quali spiccano l’U.E. imperialista e la NATO, artefici della politica di austerità e di guerra. I trattati e le politiche voluti da Bruxelles e da Washington sono
incompatibili con la Costituzione italiana, seppur di natura borghese. L’adesione a questi trattati e l’applicazione di queste politiche è un tradimento dei principi e dei contenuti democratici in essa contenuti. Facciamo del 25 aprile una vera giornata di lotta! Tutti in piazza contro la trasformazione reazionaria dello Stato e della società, contro le politiche di miseria e i pericoli di guerra! Rafforziamo l’opposizione frontale al
governo padronale di Renzi! Esprimiamo la nostra protesta contro l’euro-farsa elettorale del 25 maggio con l’astensione militante e protagonista. Nessun voto alla U.E. delle banche e dei padroni, dell’austerità, del Fiscal compact, delle missioni di guerra! Fuori l’Italia dalla U.E., dall’euro e dalla NATO! Costruiamo un grande Fronte proletario e popolare con alla testa la classe operaia, avanziamo nell’organizzazione e nella lotta per costruire una società fondata sul potere politico della classe operaia e sulla proprietà comune
dei mezzi di produzione. Rivolgiamo un appello ai sinceri comunisti e agli elementi più avanzati del proletariato a rompere definitivamente e nettamente col revisionismo e l’opportunismo, a unirsi alla nostra attività politica per costruire un forte e combattivo Partito comunista, strumento indispensabile per abbattere il capitalismo e l’imperialismo e costruire la nuova società. Prendete contatto con noi, organizziamoci! PREPARIAMOCI PER UNA NUOVA “GUERRA DI LIBERAZIONE” DAL CAPITALISMO E PER IL SOCIALISMO! 25 Aprile 2014 

Abolizione delle Province o della Democrazia ?

Oreste Della Posta. Segretario Provinciale del PdCI di Frosinone


La legge appena approvata dal governo Renzi non abolisce le provincie, ma la democrazia. La facoltà di eleggere un Presidente di Giunta passa così dai cittadini, sempre meno coinvolti nella vita politica del proprio territorio, ai sindaci. Questi ultimi, riunendosi in consiglio, potranno eleggere un Presidente le cui competenze saranno successivamente stabilite dal Ministero dell’Interno, affermando in tal modo una politica sempre più autoritaria ed autocratica, a scapito del diritto che ogni cittadino dovrebbe vedersi riconosciuto, vale a dire il diritto di rappresentanza attraverso il voto democratico. Le motivazioni di questa scelta, come tutti ben sanno, hanno una natura economica. Tuttavia il risparmio che tanto viene pubblicizzato e che dovrebbe scaturire dal provvedimento risulta secondo la Corte dei Conti pressoché nullo. Non fa eccezione ovviamente la provincia di Frosinone, il cui costo rappresenta l’1.6% del costo totale delle provincie italiane, quindi pressappoco 11 miliardi annui dei circa 808 miliardi totali a carico delle casse dello stato. Viene da chiedersi dov’è il risparmio dal momento che l’istituzione delle cosiddette Aree Metropolitane potrebbe comportare costi ulteriori e vanificare il già esiguo risparmio di circa 100 milioni all’anno in gettoni di presenza e rimborsi vari. E ancora, dov’è il risparmio se si considera che ogni singolo dipendente provinciale dovrà necessariamente proseguire il proprio rapporto lavorativo in un ente dello stato, lasciando invariata la propria situazione retributiva. Non si può non convenire a questo punto che l’analisi sulla situazione delle provincie illustrato dal Commissario della Provincia di Frosinone Patrizi è condivisibile e, in egual misura, preoccupante. Le scelte di Renzi sono inefficaci se non del tutto contradditorie e mettono al centro del mirino, tra le altre, la Provincia di Frosinone, condizionando politicamente in tal modo la più industrializzata provincia del Lazio. Un organo che negli anni ha saputo operare per gli interessi dei cittadini, sostenendo le numerose istanze dei lavoratori della provincia specie in periodo di crisi come quello attuale. I Comunisti Italiani contestano la riforma sostenendo che quella che si vuol far passare come l’abolizione delle provincie, così com’è stata concepita, è un falso e rischia di provocare peggioramenti nel già difficile rapporto tra cittadino ed istituzioni. Noi non consideriamo necessario dover per forza abolire degli organi dello Stato, come nel caso ad esempio del Senato, per determinare un risparmio e contenere gli ormai famosi costi della politica. Basterebbe infatti ridurre i compensi di parlamentari e dirigenti pubblici. Una cosa che potrebbe essere realizzata tra l’oggi e il domani e senza sconvolgimenti istituzionali e danni alla vita democratica del paese. Pur conservando la nostra posizione critica, e nel timore di ulteriori scelte infelici del governo, proponiamo quantomeno un riordino razionale di quegli enti che attualmente fanno capo alla provincia e che dovranno quindi essere riassegnati. Importante è per esempio il destino dei vari centri per l’impiego, i quali, a nostro avviso, dovrebbero far riferimento all’INPS, fornendo così un funzionale e diretto supporto per tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro.

lunedì 21 aprile 2014

Anagni. Incontro con la direttrice della Asl di Frosinone Isabella Mastrobuono.

Comitato Salviamo l'Ospedale di Anagni

I sindaci della zona nord della provincia di Frosinone si sono riuniti mercoledì 4 aprile 2014 presso il Palazzo di Bonifacio VIII di Anagni per analizzare la situazione dei servizi sanitari ed in particolare dell’Ospedale di Anagni. Dopo ampia discussione dalla quale sono emerse di nuovo tutte le criticità che affliggono il nostro territorio, aggravatesi ulteriormente dopo la chiusura dei reparti di degenza dell’Ospedale di Anagni, su proposta del Comitato Salviamo l’Ospedale, hanno sottoscritto un documento unitario  che è stato recapitato al Presidente della Giunta regionale del Lazio Nicola Zingaretti. Nel documento si evidenzia come,  soprattutto nella zona nord della Ciociaria, sia sistematicamente  violato il Diritto alla Salute  che la Costituzione della Repubblica italiana  garantisce  con l'art. 32 e con le leggi che prescrivono i livelli essenziali di assistenza.
Pertanto si chiede al Presidente Zingaretti  di mantenere gli impegni, fortemente espressi in campagna elettorale, per il riordino del caos sanitario della provincia e per il ripristino della legalità, ormai palesemente violata. Si chiede infine  di bloccare tutte le misure ulteriori di depauperamento dei servizi, del  personale, delle strutture e delle attrezzature dell’Ospedale di Anagni.
Successivamente,  giovedì 10 aprile u.s., una delegazione del Comitato   Salviamo l’Ospedale è stata ricevuta dal Direttore generale della ASL di Frosinone nella palazzina di via A. Fabi. Alla Prof. Isabella Mastrobuono il Comitato ha consegnato il documento firmato dai sindaci e ha esposto le proposte realizzabili nel breve periodo per la riattivazione di alcuni servizi dell’Ospedale di Anagni. Tali servizi non prevedono la presenza  di reparti di degenza, ma sono realizzabili utilizzando le attuali strutture ancora presenti ed efficienti ad Anagni, come le sale operatorie, i laboratori diagnostici, il punto di primo intervento e gli ambulatori specialistici. Avvalendosi di queste strutture e delle innovative pratiche della telemedicina, si possono effettuare interventi chirurgici in regime di day surgery, cioè con dimissione giornaliera del paziente. La Prof.ssa Mastrobuono ha preso atto del progetto esposto dagli esperti del Comitato e ha dichiarato che, se ben attuata, questa riorganizzazione dei servizi  attirerebbe un consistente flusso di utenza  con i conseguenti effetti positivi anche nel contenimento della mobilità passiva che pesa come un macigno a discapito della ASL di Frosinone. Del resto la sanità provinciale è proprio carente di centri chirurgici di eccellenza che è possibile trovare solo fuori della Asl di Frosinone. La Prof. Mastrobuono  per darne l’avvio dovrà però chiedere il consenso della cabina di regia regionale. La decisione sarà necessariamente rapida poiché entro il prossimo mese di giugno dovrà essere varato l’atto aziendale, in cui dovrà essere definito il ruolo dell’Ospedale di Anagni. Per attivare il servizio di Day surgery, ha inoltre dichiarato la Prof. Mastrobuono,  c’è bisogno comunque di spazi notevoli e con una diversa organizzazione rispetto a quella che è l’attuale  struttura ospedaliera di Anagni. Esiste  quindi  la necessità di ristrutturare l’Ospedale di Anagni, ma questo richiede risorse che la ASL non possiede e quindi occorre attingere ad altre fonti di finanziamento che, necessariamente, dovranno provenire da privati. E’ stato fatto notare che gli ultimi acquisti fatti di attrezzature e arredi in favore dell’Ospedale di Anagni sono frutto di donazioni di privati , ma nessun privato investirebbe più in una struttura ormai soggetta a continue spoliazioni e alla chiusura definitiva.  La direzione ASL si è impegnata a bloccare tutte le misure ulteriori di depauperamento dei servizi, del  personale e delle attrezzature dell’Ospedale di Anagni, almeno fino a quando non sarà presa una decisione definitiva  sulla struttura.
Il Comitato Salviamo l’Ospedale di Anagni, nell’apprezzare la disponibilità dimostrata dalla Prof. Mastrobuono a confrontarsi per elaborare scenari a breve, medio e lungo periodo per il rilancio dell’Ospedale di Anagni sottolinea che, nella zona nord della provincia di Frosinone, non sono garantiti  i livelli essenziali di assistenza e, per questo, torna a sollecitare il  ripristino immediato di assistenza sanitaria soprattutto nelle situazioni di emergenza con ambulanze medicalizzate; pronto soccorso attivo h.24, dotato di anestesista – rianimatore e cardiologo; laboratorio analisi, con reperibilità del tecnico in orari notturni e nei giorni festivi; un miglioramento dei processi di diagnosi radiologica e cardiologica, mediante il ricorso alla tecnologia offerta da telemedicina e teleconsulto.

Tutte misure queste che  si stanno programmando per gli altri ospedali da riconvertire, secondo quanto previsto  dai decreti  Polverini e come si legge  nel " Programma Operativo 2013-2015" varato dalla squadra di Zingaretti e sottoposto in questi giorni alla verifica dei Ministeri della Salute e dell'Economia.
Nel testo, in particolare, viene previsto:

3.2 Intervento 2 : Riorganizzazione dell'offerta assistenziale - Riorganizzazione della rete ospedaliera - Principali operazioni sulla rete di offerta:
...........  * riconversione di alcune strutture (Bracciano, Monterotondo e Subiaco) e promozione dei servizi territoriali: In relazione alla necessità di mantenere comunque una risposta all'emergenza, viene configurata nei tre presidi una funzione di Pronto Soccorso con posti di OBI, gestita dai medici dei rispettivi DEA di riferimento. Nella riconversione verrà valutata l'opportunità di inserire posti letto di day hospital e day surgery. Nei tre presidi viene garantita una elisuperficie ed auto medica h24.
Questa proposta per i tre presidi non è  altro che quanto proposto alla Prof.ssa Mastrobuono per Anagni. La Regione potrà fare delle integrazioni entro il prossimo 15 maggio, data della nuova e ultima verifica.
I politici di buona volontà sono invitati ad attivarsi!



domenica 20 aprile 2014