Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 9 dicembre 2011

Europa a due velocità

Rivista Indipendente


Londra si sgancia dall'Europa, l'Italia è sempre più asservita, Europa spaccata a due velocità: è con questo prevedibile esito che, al momento, trovano convergenza gli interessi 'prevalenti' di Stati Uniti e Germania. Washington, interessata a garantire tenuta della moneta unica e recupero della sua credibilità, incassa quella Unione fiscale, di bilancio, fatta di rigore e stretta, come richiesto anche da Berlino per il mantenimento dei differenziali economici e finanziari di cui gode nei confronti degli altri Stati membri sub/concorrenti in Europa. Un'intesa ancora di massima che vede incerta l'Ungheria e sfilare significativamente (per il peso innanzitutto politico) la Gran Bretagna, che non a caso continua a conservare la sovranità sulla propria moneta nazionale, sulle proprie politiche di bilancio e fondamentalmente sui flussi di capitale. Si apre la strada ad un'Europa a 'doppia velocità', che sarà implementata da un più accentuato rigorismo che si abbatterà pesantemente innanzitutto su paesi indeboliti e prostrati da un decennio di 'cure' e politiche monetarie, finanziarie e politiche euroatlantiche, come l'Italia. Londra dichiara che "è stato meglio essere fuori" perché ciò che è uscito "non è nel suo interesse". Cosa cambia dopo questo patto, quindi? C'è un impegno degli Stati sottoscrittori ad una modifica dei trattati, recependo vincoli di bilancio nelle proprie costituzioni; l'anticipo, sui tempi, del varo del fondo permanente salva-Stati (Esm) a luglio 2012; la BCE acquisisce un rafforzamento nella gestione operativa; rifinanziamento per 200 miliardi di euro del Fondo Monetario Internazionale; sanzioni automatiche in caso di mancato rispetto di questi esborsi finanziari e di eventuali disattese di prescrizioni europee; infine, ciliegina di questo delirio europeo, i privati (banche in primis) sono tenuti fuori dalle ristrutturazioni del debito. Per l'Italia. Il pur ultra euroatlantico Monti avrebbe preferito una revisione moderata dei Trattati europei e un'intesa "comunitaria" a 27 che avrebbe attutito l'ancor più duro impatto che si prospetta quando il patto sarà formalizzato nei dettagli ed entrerà a regime, come se già non bastasse quanto già di devastante, sul piano finanziario e su quello strutturalmente penalizzante dell'economia italiana, si è abbattuto nel nostro paese in nome dell'Europa. Le parole di Monti la dicono lunga, quindi. Il cappio al collo della nostra Patria, delle sue classi medio-basse, si sta facendo sempre più stretto.

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