Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

venerdì 1 giugno 2012

Stati generali

Giovanni Morsillo


 Il terremoto in Emilia non c'è mai stato. Si è trattato di un colossale scherzo mediatico di cattivo gusto, sulla memoria di quello giocato da Orson Welles alla radio sullo sbarco dei marziani, solo più crudele. Ne siamo praticamente certi, facendo due deduzioni semplici non può essere che così.
Prendendo atto del fatto che la Presidenza della Repubblica impone la sfilata del 2 giugno con persone e mezzi che avrebbero prestato opera efficace e qualificata nelle zone terremotate, se davvero il terremoto ci fosse stato, e che per questa festicciola spenderà - si dice - tre milioncini di Euro tondi tondi, è già un primo elemento capace di instillare dubbi assai pervasivi circa la fondatezza delle notizie sul presunto sisma. Chiariamo che non siamo contrari in assoluto alle sfilate militari, non ci piacciono ma le capiamo, anche se da quando l'esercito italiano è una organizzazione professionale come tante altre non vediamo come possa rappresentare l'unità e l'indipendenza dello Stato, della Nazione ed eventualmente del popolo italiani; è che in un momento come quello che i giornali descrivono con toni di apocalisse, i costi economici e gli aspetti morali di una festa di questo tipo ci sembrano quanto meno fuori luogo. Purtroppo continuiamo a pensare, forse anacronisticamente, che gli stati e le nazioni non siano nemmeno simbolicamente rappresentabili dai generali e dalle banche (non siamo nati in Svizzera).
Aggiungiamo la considerazione che la visita del Capo di Stato Vaticano a Milano (città che secondo la stampa sarebbe stata interessata essa stessa dal fenomeno tellurico, sia pure senza operai morti e crolli di capannoni e monumenti) costerà in tutto tredici milioni di Euro italiani e impegnerà per tre giorni qualcosa come quindicimila uomini e donne fra militari, forze dell'ordine, vigili del fuoco e protezione civile, i dubbi cominciano ad evaporare e lasciano il posto alla convinzione. Quindicimila è il numero dei presunti sfollati del suddetto terremoto, si potrebbe cioè mettere un uomo a disposizione di ognuno di essi, con un rapporto che nemmeno l'insegnamento di sostegno si sogna di ottenere!
Quindi è chiaro che non può essere: le zone supposte terremotate sono allo stremo, si parla di scicallaggio fra le case dilaniate, si fanno i conti dei tempi della ricostruzione, dei suoi costi economici, e mandiamo il personale formato alla gestione delle emergenze, quello che serve proprio a questo, a sfilare per i fori a Roma o regolae il traffico e distribuire acqua minerale ai curiosi milanesi? E' evidente che non è possibile, nemmeno in un regime da barzelletta, una repubblica delle banane di quelle costruite negli studi hollywoodiani si penserebbe una cosa simile. E siccome delle due cose incompatibili, sfilate e processioni si faranno, vuol dire senza ombra di dubbio che l'altra non esiste, non c'è e non c'è mai stata.
Anche perché, oltre all'ottimismo tutto televisivo del nostro amato Presidente della Repubblica, che dichiarava soavemente di essere "convinto che ce la faremo", peraltro non spiegando se si riferisse al superamento dell'asserito terremoto o alla realizzazione della sfilata con il sole, gli alpini e i carri armati, ci sono le sobrie esternazioni del ghiacciolo Monti, che ha assicurato che lo Stato farà quanto necessario, e che i cittadini devono avere fiducia (anche qui, non si sa se per decreto o spontaneamente), e tutto il suo squadrone di supereroi, i Menenio Agrippa del XXI secolo che marciano compatti e tecnicamente imbattibili sulla via del risanamento delle banche ladre, che si prodiga in convinte asserzioni di efficienza e di consapevole gestione dell'emergenza. Come pensare che non sia vero? Siamo quindi certi che sapranno garantire sia i desiderata dell'anziano ospite del Quirinale (vuoi negargli una festicciola, l'ultima che potrà presenziare da padrone di casa?) sia l'incolumità del regnante vaticano e dei suoi moltissimi visitatori.
Secondo noi, il terremoto è stata tutta una scusa per aumentare la benzina senza troppi mugugni, una volta passata la bufera se ne parlerà sempre meno, e se veramente ci fossero famiglie senza casa, lavoratori senza più lavoro, disagi e problemi che una catastrofe porta con sé, sarebbero loro stessi, quelle persone ed i loro amministartori, a doversela vedere. Con l'aiuto dei volontari e delle bellissime persone della protezione civile e dei vigili del fuoco, delle associazioni e della solidarietà popolare ce la farebbero, perché è gente straordinaria, ma chissà quante ne dovrebbero sopportare. Per fortuna, non è vero niente...
Saluti devastati

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