Le rovine

"Le rovine non le temiamo. Erediteremo la terra. La borghesia dovrà farlo a pezzi il suo mondo, prima di uscire dalla scena della storia. Noi portiamo un mondo nuovo dentro di noi, e questo mondo, ogni momento che passa, cresce. Sta crescendo, proprio adesso che io sto parlando con te"

Buenaventura Durruti

domenica 1 luglio 2012

E' solo una partita di calcio

Luciani Granieri


  Siamo a poche ore dalla finale degli europei Italia – Spagna. Come appassionato di calcio, o per essere più esatto, tifoso della Roma, e attento alle cose della politica, vorrei dire la mia sui temi che hanno riempito le pagine dei giornali sulla partita e sui molteplici accostamenti che l’evento sportivo ha avuto con le vicende politiche ed economiche. Tanto per cominciare  ci troviamo semplicemente in presenza di una partita di calcio. Un evento sportivo sicuramente importante perché la rappresentativa italiana ha la possibilità concreta di affermarsi come prima squadra d’Europa battendo un avversario, la Spagna,  zeppo di fuoriclasse , sono i campioni europei uscenti, nonché campioni del mondo, e a livello di club sono sempre protagonisti. Né si può nascondere che  l’importanza del calcio come coinvolgimento popolare e mediatico non è minimamente paragonabile agli altri sport. Assodato tutto questo ribadisco che ci troviamo sempre in presenza di una partita di calcio in grado di cambiare eventualmente solo i destini di chi la gioca. La vita dei tifosi sia che l’Italia vinca sia che perda rimarrà la stessa.  Rimarrà immutata anche l’azione rapinatrice della finanza e degli speculatori i quali di ciò che accadrà dentro lo stadio di Kiev non gli ne può fregare di meno. Ecco perché trovo inutile e tristemente provinciale dichiarare la propria simpatia o meno per la nazionale, tirando in ballo le conseguenze che il risultato del campo potrà determinare al di fuori dello stretto ambito agonistico, calcistico. Che senso ha affermare  così come fa Travaglio,  di sperare che l’Italia perda perché non si può sostenere una nazione che non ti rappresenta. Personalmente anche io non mi sento rappresentato da questa Italia, ma se fossi spagnolo non sarebbe diverso. Non sarei contento di vivere in un Paese governato   da Rajoy che sta consegnando il suo popolo mani e piedi agli speculatori dopo aver salvato le banche ottenendo dei prestiti che renderanno i cittadini iberici vittime sacrificali  della triade. Mi piacerebbe poco  essere un cittadino tedesco, per quanto avrei a disposizione un welfare diverso, vivrei in uno stato in cui l’incidenza dell’evasione fiscale e della criminalità organizzata e nettamente inferiore se non assente, ma sarei lo stesso succube delle  angherie del capitalismo e non mi riconoscerei mai in uno stato che non ha il minimo senso della solidarietà verso gli altri Paesi.  Per come è concepita l’Europa, non potrei riconoscermi e sostenere nessuna nazione che la compone. In merito ai colpi di spugna, alle assoluzioni facili, che in caso di vittoria della nostra nazionale getterebbero nel dimenticatoio l’ultimo scandalo del calcio scommesse, faccio presente che all’epoca dello scandalo del doping, denunciato da Zeman alla fine degli anni ’90, non fu necessaria una vittoria della nazionale per mandare assolti i colpevoli. Tutto si risolse in una bolla di sapone, nonostante l’inchiesta fosse nelle mani del capace magistrato Guariniello e l’unico a pagare fu il pazzo accusatore boemo che dovette subire una sorta di esilio dai campi di calcio che contano. Dunque, Italia campione d’Europa o meno, anche questo ennesimo scandalo del calcio scommesse finirà nel dimenticatoio con tante scuse ai calciatori. Infine un' ultima annotazione sulle lamentele del commissario tecnico Prandelli il quale  denucia che ci si entusiasma per la nazionale solo quando questa partecipa con buone possibilità di vittoria ad una competizione importante, mentre invece al di fuori di questi eventi degli azzurri non frega niente a nessuno. Da tifoso di una squadra di club, posso assicurare che per chi come me e siamo tanti, segue  le fortune di un club i destini della nazionale interessano il giusto. Il tifo è  proporzionale al numero dei calciatori della propria squadra che giocano nella rappresentativa italiana. Probabilmente un tifoso della Lazio avrebbe preferito  la vittoria della  Germania sull’Italia  perchè nelle fila teutoniche gioca il loro centravanti Klose. Anzi si arriva a maledire gli azzurri quando un convocato  in nazionale  della squadra per cui si fa il tifo    si infortuna   ed è costretto a saltare le partite di club.   La maggior parte delle persone che si esaltano non sono molto appassionate di calcio. Molti di loro disquisivano di strambate e alberi maestri, quando il veliero “Azzurra” sfidava Americani e Australiani nell’America’s cup. Certamente è luogo comune diffuso esaltarsi per una vittoria della propria nazionale anche se non si è appassionati è bello festeggiare nelle piazze ma l’entusiasmoo si spegne già il giorno successivo alla vittoria .  Allora sapete che vi dico: spero che l’Italia vinca 2 a zero con gol di  Daniele De Rossi e  Fabio Borini il quale avrà la possibilità di entrare a partita iniziata ma, spero soprattutto che né De Rossi, né Borini si facciano male e che alla fine si vada tutti a festeggiare.

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